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Stazione di San Martino Piana

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La stazione di San Martino Piana è una stazione ferroviaria posta al km 228+825 della linea ferroviaria Palermo-Catania. Dall'11 dicembre 2005 è un posto di movimento. La stazione venne costruita nell'ambito della realizzazione della strada ferrata, indispensabile per connettere le zone zolfifere dell'area centro-orientale dell'Isola con il porto di Catania. La stazione venne realizzata nella Piana di Catania lungo il margine nord di essa, parallelamente al percorso della Strada statale 192 soprattutto ai fini del movimento dei treni (incroci e precedenze) in quanto sita in area agricola distante dai centri abitati. Ad essa era demandato anche l'azionamento del passaggio a livello contiguo. L'edificio di stazione poco più che una casetta a tre luci è posto a nord della linea ferrata. Il fascio binari comprende un primo binario di arrivo e partenza di corretto tracciato e un secondo binario di raddoppio La stazione ha sempre avuto un esiguo traffico di viaggiatori in quanto sita in località di campagna. L'orario ferroviario del 18 novembre 1938 riportava la fermata di 4 coppie di treni, di cui due accelerati, un omnibus e un'automotrice da Catania per Caltanissetta e viceversa. L'offerta di servizio nel 1975 riportava la fermata di 4 treni locali provenienti da Catania e di 4 provenienti da Caltanissetta. L'orario di servizio 1981-1983 prevedeva la fermata di 5 treni viaggiatori locali provenienti da Catania e di 5 provenienti da Palermo, Agrigento o Carcaci. Vi avevano fermata tutti i servizi viaggiatori da e per Carcaci; tale traffico è cessato in seguito alla chiusura della linea. La trasformazione in Posto di Movimento telecomandato e impresenziato ha comportato la totale soppressione del servizio viaggiatori. Ferrovie dello Stato, Fascicolo circolazione linee della unità periferica, Palermo, in vigore dal 24 settembre 1995, pp. 140-153. Ferrovie dello Stato Palermo, Fascicolo orario 152b, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1981. Ferrovie dello Stato Palermo, Fascicolo orario 154, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1995. Rete ferroviaria della Sicilia Ferrovia Palermo-Catania

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di San Martino Piana (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di San Martino Piana
Strada statale di Caltagirone, Catania San Giorgio-Librino-San Giuseppe la Rena-Zia Lisa-Villaggio Sant'Agata

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N 37.455815 ° E 14.997064 °
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San Martino Piana

Strada statale di Caltagirone
95121 Catania, San Giorgio-Librino-San Giuseppe la Rena-Zia Lisa-Villaggio Sant'Agata
Sicilia, Italia
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Stazione di Bicocca
Stazione di Bicocca

La stazione di Bicocca è la principale stazione merci della città di Catania; è posta al km 233+287 della ferrovia Palermo-Catania e Messina-Siracusa. La stazione è di diramazione per i treni provenienti dalla stazione di Catania Centrale diretti verso Siracusa e Caltagirone o verso Caltanissetta Xirbi, Agrigento e Palermo e per la linea di Paternò (da tempo utilizzata solo come raccordo merci) nonché scalo di riferimento per l'interporto di Catania Bicocca. È anche un posto di passaggio dal doppio binario, con cui è collegata alla stazione di Catania Acquicella, al semplice binario per le due direzioni di Siracusa e di Palermo. È situata a ridosso della zona industriale di Catania, a sud-ovest dell'aeroporto di Fontanarossa. L'edificio di stazione è posto ad ovest dei binari. La stazione di Bicocca venne costruita nell'ambito del progetto di costruzione di ferrovie messo in atto dalla Società Vittorio Emanuele e proseguito con la Società per le Strade Ferrate della Sicilia, conosciuta anche Rete Sicula. Faceva infatti parte del progetto per connettere mediante la strada ferrata le aree del siracusano e quelle interne della Sicilia con il porto di Catania necessario per le zone zolfifere dell'area centro-orientale dell'Isola e per il convogliamento verso i mercati dei prodotti agricoli della Piana di Catania. La stazione venne costruita in prossimità del Pantano d'Arci e venne inaugurata il 1º luglio 1869 in concomitanza con l'apertura all'esercizio della tratta ferroviaria Catania Centrale-Bicocca di 7.468 metri. Il 15 maggio 1870 Bicocca venne collegata alla nuova linea per Palermo aperta fino alla Stazione di Catenanuova-Centuripe, il 27 giugno fino a Raddusa-Agira e il 15 agosto fino a Pirato. Si poté raggiungere la stazione di Enna solo il 1º febbraio 1876 e il 1º marzo dello stesso anno Santa Caterina Xirbi, divenuta in seguito stazione di Caltanissetta Xirbi. L'importanza della stazione fu relativa fino al secondo dopoguerra in quanto sita in zona acquitrinosa e malarica. A partire dagli anni trenta vennero intrapresi piani di bonifica e prosciugamento che portarono all'acquisizione di grandi aree coltivabili nelle aree circostanti. Ma solo negli anni cinquanta iniziarono i primi insediamenti industriali promossi dagli investimenti della So.Fi.S, (Società finanziaria regionale) e dal Ministero delle partecipazioni statali. Vennero così realizzati i primi raccordi ferroviari con la stazione di Bicocca a supporto della CESAME (nata nel 1955) importante industria produttrice di apparecchi igienico sanitari. I più consistenti insediamenti industriali, della ATES nel 1961, del settore elettromeccanico ed elettronico, del settore farmaceutico, della Montecatini nel campo chimico e dei fertilizzanti condussero ad ulteriori ampliamenti dei raccordi ferroviari mentre la potenzialità delle infrastrutture venne incrementata in seguito all'elettrificazione della stazione e della linea per Siracusa. Nei primi anni settanta Bicocca fu interessata da un programma di potenziamento in seguito al quale venne ricostruito interamente il vecchio e angusto fabbricato viaggiatori, elettrificati tutti gli enti di stazione (scambi, segnali bassi e passaggi a livello) fino ad allora a comando idrodinamico e meccanico ed ampliato il fascio merci soprattutto in direzione sud. Venne impiantato anche un moderno apparato centrale ad itinerari per la centralizzazione di tutti i comandi eliminando le vecchie cabine di comando "A" e "B". In seguito all'estendersi del traffico di containers nei primi anni ottanta fu costruito a sud della stazione il Centro Intermodale di Catania Bicocca (CEMAT)(dal 2007 gestito da Network Terminali Siciliani S.p.A., i cui soci fondatori sono RFI e Società degli Interporti Siciliani) e successivamente è iniziata la costruzione dell'Interporto. Fino alle soglie degli anni duemila era frequentata da viaggiatori pendolari diretti verso i posti di lavoro della zona industriale etnea ma la sua importanza in tale campo si è estremamente ridotta in conseguenza dell'accentuazione della crisi dei vari settori produttivi. La sua importanza permane tuttavia in relazione ai treni merci, sempre più a composizione bloccata. Fino ai primi anni ottanta lo scalo era sede di importanti manovre per la composizione dei treni merci in partenza composti con i carri provenienti dalle aree di produzione di derrate e prodotti agricoli e di agrumi, tra cui, primeggiavano le stazioni di Scordia, Palagonia, Lentini, Paternò, Schettino e Carcaci. Un buon volume di traffico era costituito dai prodotti finiti delle aziende industriali. Nello scalo di smistamento avveniva anche la scomposizione dei treni provenienti dal nord con prodotti industriali, semilavorati e materie prime. Il traffico merci della stazione tuttavia è divenuto, col passare del tempo, sempre più orientato ai trasporti a carro completo e containerizzato. Data la sua vicinanza all'aeroporto di Catania Fontanarossa, è previsto il suo spostamento lievemente più a sud per consentire la realizzazione di una nuova pista a servizio dello scalo aeroportuale, mentre è programmata la realizzazione di una nuova stazione tra Bicocca e Catania Acquicella per servire direttamente l'aeroporto, aperta al pubblico all'inizio del 2021. La stazione di Bicocca è la principale stazione merci della città di Catania. Consiste di un notevole fabbricato di linee funzionali, abbastanza anonimo, in stile ferroviario che ha sostituito quello originale, piccolissimo e scomodo. Il fascio binari comprende due binari di transito e un binario di precedenza, per servizio viaggiatori e un fascio merci, affiancato ad essi sul lato est, composto di binari passanti per partenza e arrivo di treni merci. Solo il primo binario è munito di pensilina. A sud-est della stazione si trova il grande fascio di smistamento ed all'estremità sud il terminale per carico e scarico dei container. Dalla stazione di Bicocca hanno origine i raccordi merci con le industrie e le imprese della zona industriale di Catania un tempo molto attivi, oggi in molti casi in disuso o soppressi. Dal fascio merci della stazione ha origine il raccordo ad uso esclusivo dell'Aeronautica Militare per l'aeroporto. Nell'area a sud ovest della stazione è sito il terminale CEMAT mentre è in avanzato stato di costruzione l'interporto di Catania Bicocca (del quale sono operative alcune parti). Nella stazione sono presenti, il servizio di verifica freni, la colonna idraulica di rifornimento, il ponte a bilico da 40 t e la sagoma limite. La stazione, presenziata da Dirigente Movimento sin dalla sua apertura è in atto esercita in telecomando DCO in seguito all'installazione degli impianti ACEI telecomandabili. L'assetto dell'area ferroviaria della stazione è destinato a subire consistenti variazioni e delocalizzazioni in conseguenza del completamento dei lavori del Nodo Catania; verrà infatti spostata l'attuale sede dei fabbricati di stazione per permettere ulteriori ampliamenti dell'area aeroportuale; verrà inoltre realizzata un'area destinata ad accogliere il ridimensionato deposito locomotive di Catania e tutti i collegamenti necessari alle funzioni ferroviarie dell'interporto di Catania Bicocca. L'orario ferroviario del 18 novembre 1938 riportava la fermata di 3 treni accelerati e 3 diretti per Siracusa e di 2 accelerati, 2 diretti e un rapido per Catania e Messina e di 2 accelerati, un diretto e un rapido per Palermo, un'automotrice in servizio locale e un treno omnibus per Caltanissetta. In senso inverso vi avevano fermata 2 accelerati e un diretto provenienti da Palermo e un'automotrice e un omnibus da Caltanissetta. Vi effettuavano fermata 5 coppie di treni di automotrici e una coppia di omnibus da e per Caltagirone e 4 coppie di treni di diverse categorie da e per Schettino. L'offerta di servizio nel 1975 riportava la fermata di 5 treni locali e di 3 diretti per Siracusa. In senso inverso di 4 accelerati, un diretto e un espresso per Catania, Messina e Roma Termini, di 2 treni locali per Caltanissetta e 2 per Catenanuova, di 2 diretti e un espresso per Palermo e di 2 espressi per Agrigento. Vi fermavano per servizio viaggiatori anche 2 coppie di automotrici in servizio locale da e per Regalbuto e 8 coppie di automotrici locali e un diretto da e per Caltagirone. L'orario di servizio 1981-1983 prevedeva la fermata di 3 treni viaggiatori locali per Caltanissetta, di 2 automotrici per Carcaci, di 3 diretti e un espresso per Caltanissetta e Palermo e di un diretto e 3 espressi per Agrigento. In senso inverso vi fermavano 7 treni locali, 4 diretti e 3 espressi provenienti dalle citate stazioni. Vi effettuavano servizio viaggiatori anche 9 treni locali di automotrici e un diretto per Caltagirone e Gela; in senso inverso 9 locali e un diretto. Dalla linea di Siracusa provenivano 3 treni locali, un diretto e un espresso aventi fermata mentre vi partivano per tale direzione 5 treni locali e 2 espressi L'orario di servizio 1995-1997 indica una contrazione dell'offerta relativa alla stazione che prevede la fermata di treni viaggiatori diretti per Palermo e una automotrice in servizio locale per Caltanissetta e Agrigento. In senso inverso la fermata di 2 regionali e di 2 diretti. Lo stesso prevedeva la fermata di 11 treni regionali di cui 8 per la linea di Caltagirone e Gela e 3 per Siracusa; in senso inverso vi effettuavano fermata 9 treni regionali di cui solo uno proveniente dalla linea di Siracusa. Sul piazzale esterno è possibile l'interscambio con linee di autobus urbano dell'AMT Fermata autobus Ferdinando Corriere, Il ruolo dei sistemi informativi regionali nell'adeguamento delle infrastrutture di trasporto. Accessibilità ed intermodalità nella Regione Sicilia, Franco Angeli, 2006. Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, fascicolo 152a, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo orario 152b, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1981. Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, fascicolo 153, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo orario 154, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1995. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione della Unità Periferica, ediz. in vigore dal 24 settembre 1995. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo linea 152, ediz. 2003 con aggiornamenti. Giuseppe Giarrizzo, Storia delle città italiane, Catania, Bari, Editori Laterza, 1986, ISBN 88-420-2786-3. Rosario Sommella (a cura di), Le città del Mezzogiorno. Politiche, dinamiche, attori, Franco Angeli, 2009. Passante ferroviario di Catania Interporto di Catania Bicocca Rete ferroviaria della Sicilia Società Vittorio Emanuele Società per le Strade Ferrate della Sicilia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Bicocca

Bicocca (Catania)
Bicocca (Catania)

Bicocca (a Bicòcca in dialetto catanese) è una frazione della città di Catania, comune italiano capoluogo dell'omonima provincia. Fa parte del VI Municipio (San Giorgio Librino - San Giuseppe La Rena Zia Lisa Villaggio Sant'Agata). La frazione Bicocca dista 6,9 km da Catania. Situata nella parte meridionale del territorio del capoluogo etneo, confina a nord con il quartiere Pigno, ad ovest con Librino, ad est con Fontanarossa e la Zona industriale di Catania, a sud con il comune di Lentini, in provincia di Siracusa. Comprende le contrade Bicocca, Passo del Fico e Passo Martino. Notizie storiche su Bicocca si hanno a partire dal XIV secolo, quando il re Martino di Sicilia la donò alla Diocesi di Catania assieme al feudo di Fontanarossa, per la fedeltà a questi dimostrata da parte del vescovo Pietro Serra. Il 19 settembre 1636, la terra della Bicocca venne infeudata dal nobile Alessandro La Torre. Feudo e titolo furono acquistati decenni più tardi da Agatino Paternò Castello, principe di Biscari, di cui ebbe investitura il 22 gennaio 1668. La baronia di Bicocca fu in possesso dei Paternò Castello fino all'abolizione del feudalesimo in Sicilia del 1812. L'ultimo barone di Bicocca fu Michele Paternò Castello, morto a Messina senza lasciare eredi diretti alla fine del secolo scorso. Dopo l'Unità d'Italia, la zona fu interessata dai lavori per la costruzione della tratta della Ferrovia Messina-Siracusa, e vi fu costruita anche una stazione. Nel 1987 è stata inaugurata la casa circondariale, la seconda della città etnea dopo quella di Piazza Vincenzo Lanza, dedicata proprio al giurista siciliano. Zona scarsamente abitata, sono presenti attività artigianali e per il commercio all'ingrosso. La zona è regolarmente servita dai mezzi pubblici dell'AMT e vi transitano gli autobus delle linee 439 e 927. Dal 1869 vi sorge la stazione di Bicocca, principale stazione merci della città etnea. R. D'Amico, Catania: i quartieri nella metropoli, Catania, Le Nove Muse, 2001, pp. 183-186, ISBN 8887820139. 10ª Municipalità San Giuseppe La Rena - Zia Lisa, su comune.catania.it. URL consultato il 01-10-2018 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2018).

Librino
Librino

Librino (Libbrìnu, in dialetto catanese) è un quartiere della città di Catania, sito nella parte sud-ovest, progettato intorno alla metà degli anni sessanta come città satellite modello da Kenzō Tange. Dal 2013, dopo la riforma delle Municipalità, fa parte della vasta VI Circoscrizione, risultata dall'accorpamento delle ex IX e X Municipalità, la quale include tutti i quartieri a sud dell'aggregato urbano: San Giorgio, Fontanarossa (che comprende l'omonimo aeroporto), Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Pigno, Villaggio Santa Maria Goretti, Plaia, Primosole (dove sfocia il fiume Simeto), fino ad arrivare alla Zona industriale di Pantano d'Arci e Passo Martino. L'area in cui sorge il quartiere nelle antiche carte topografiche aveva il nome di Lebrino: il toponimo deriva dall'aggettivo latino leporinus (cioè "della lepre"). Il termine sostantivato leporinum è un evidente zootoponimo e costituisce una variante di leporarium o leporium, che identificava, nell'antica Roma, un "luogo dove abbondavano stanzialmente o venivano allevate le lepri in cattività a scopo venatorio". A tutt'oggi, infatti, nonostante l'abbondante urbanizzazione, vi sono presenti conigli selvatici e lepri. Area edificata ai margini sudoccidentali della città su terreni che prima erano agricoli, confina a nord con il quartiere San Giorgio, a nord-est con il quartiere Villaggio Sant'Agata, a sud-est con la contrada Gelso Bianco, a sud con il Pigno e a ovest con il comune di Misterbianco. Possiede sei contrade: Bummacaro, Cardinale, Castagnola, Nitta, Pozzillo e Moncada. La progettazione del quartiere fu prevista dal Piano Regolatore Generale di Luigi Piccinato, adottato nel 1964 e approvato nel 1969. Il progetto originale prevedeva l'accoglienza di circa 60.000 abitanti in un sistema moderno costituito da grossi anelli delimitati da larghe strade ed isole alberate, nonché strutture sociali, scolastiche, religiose ed amministrative tali da renderlo perfettamente autonomo dalla città. Nel 1970, in esecuzione del decreto dell'Assessorato Regionale allo Sviluppo Economico, il comune di Catania affidò al gruppo Kenzō Tange e Urtec di Tokyo la redazione di un piano particolareggiato e all'Italstat l'effettuazione degli studi preliminari. Il progetto di Tange fu consegnato nel 1972 e reso esecutivo come Piano di Zona nel 1976. Esso prevedeva anche la realizzazione di alcune lingue di verde, specificatamente dedicate ai vari gruppi di stabili abitativi e di un vasto parco di 31 ettari, un'area, dunque, di dimensioni tali da diventare meta di gite fuori porta per i cittadini catanesi. Librino, insomma, era stata pensata fin dall'inizio come una sorta di new town, collegata al centro da un asse viario. Il risultato fu ampiamente inespresso. Nella scelta della zona non si tenne però conto del problema del forte inquinamento acustico prodotto dagli aerei che decollavano ed atterravano nel prospiciente aeroporto di Catania-Fontanarossa. La natura argillosa del terreno non ne consentiva una valorizzazione immobiliare e, da un punto di vista climatico e ambientale, la zona non era molto amata dai catanesi, che preferivano le pendici dell'Etna. È evidente che non si poteva pensare ad un insediamento abitativo di pregio e di livello elevato e il quartiere "modello" divenne un insediamento di case popolari e cooperative edilizie. A ridosso della zona, inoltre, a partire dai primi anni settanta, si era sviluppata la costruzione di case abusive ai margini dei quartieri Fossa della Creta e San Giorgio, ambedue confinanti con Librino. Il progetto disatteso in diversi punti finì per essere parzialmente modificato anche in seguito alla legge regionale 71 del 27 dicembre 1978 emanata allo scopo di procedere al "riordino urbanistico-edilizio". Fu necessaria anche una variante progettuale sull'altezza di alcune torri previste nel piano in seguito al contenzioso con lo Stato maggiore dell'Aeronautica che contestava all'amministrazione comunale il superamento dell'altezza massima prevista dalla Legge 58 del 4 febbraio 1963 per gli edifici vicini agli aeroporti. In seguito, le varianti divennero una prassi; proseguiva la massiccia edificazione abusiva e la cattiva gestione del territorio da parte delle amministrazioni locali. Decenni di abbandono e degrado dei pur moderni edifici e delle strutture urbanistiche del quartiere, hanno favorito lo sviluppo della criminalità comune e organizzata e dei reati ad essa collegati. Nell'ultimo decennio è stata posta una maggiore attenzione alle problematiche del quartiere che ha portato un miglioramento dei servizi, della viabilità e dei collegamenti con il centro cittadino. Chiesa di Nostra Signora del Sacramento, via delle Susine, 15 Chiesa della Resurrezione del Signore, viale Castagnola, 4 Chiesa di Santa Chiara in Librino, viale Moncada, 17 Chiesa Cristiana Evangelica "Assemblee di Dio in Italia", viale Nitta, 2 Chiesa Cristiana Evangelica "Parola della Salvezza", viale Grimaldi, 16/c 2 Chiesa Cristiana Evangelica Battista - Catania, Viale Castagnola, 6 La Porta della Bellezza, è un'opera monumentale, inaugurata dopo dieci anni di impegno il 15 maggio 2009 utilizzando come supporto il lungo muro in cemento dell'asse di attraversamento viario: un sottovia è stato decorato e la lunga cinta muraria abbellita con oltre 9000 forme di terracotta realizzate da 2.000 bambini delle scuole di Librino sotto la direzione artistica del critico d'arte Ornella Fazzina. I due importanti progetti di arte contemporanea, definiti Terzocchio – Meridiani di Luce dal mecenate Antonio Presti, già ideatore del grande parco di sculture e museo all'aperto Fiumara d'arte, sono frutto di un progetto di riqualificazione del quartiere a carattere etno-antropologico che ha impegnato importanti fotografi del mondo nel fissare nei loro scatti la gente, l'anima del quartiere. Gli artisti che hanno collaborato sono: Giovanni Cerruto, Michele Ciacciofera, Fiorella Corsi, Rosario Genovese, Giuliana Lillo, Italo Lanfredini, Simone Mannino, Pietro Marchese, Giuseppina Riggi, Nicola Zappalà e gli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Catania, Tiziana Pinnale, Sergio Carpinteri, Maria Riccobene, Graziella Russo, Valeria Castorina, Valeria Sidoti, Miryam Scarpa, Corrado Trincali, Elisa Raciti, Marco Agosta, Alberto Celano. Dal 19 settembre 2015 è stata soppressa la linea 550 e la linea 555 è stata trasformata in Librino Express; la circolare di quartiere 802 è stata sdoppiata e potenziata in 802 rosso e 802 nero. La città satellite è collegata con il resto di Catania attraverso alcune linee di autobus urbani gestiti da AMT: Librino Express: linea veloce ad alta frequenza e con fermate dedicate, con partenza dalla stazione centrale, passaggio interno al porto, parcheggio scambiatore Fontanarossa, Librino. 439; stazione centrale, Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Librino, carceri Bicocca, Zona industriale. 523: Piazza Borsellino, San Cristoforo, Zia Lisa, Librino, Gelso Bianco, Pigno. 538: Piazza Borsellino, San Cristoforo, Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Librino, aeroporto, San Giuseppe La Rena, collina Primosole, Vaccarizzo. 601: Nesima, Monte Po, San Giorgio, Librino, Villaggio Sant'Agata. 802N e 802R: circolari di quartiere con partenza dal parcheggio scambiatore Fontanarossa, collegano esso con Librino, Villaggio Sant'Agata, Pigno, San Giorgio. È in corso di costruzione il prolungamento della metropolitana FCE che attraverserà il centro della città satellite dotandolo di due stazioni sotterranee: "Verrazzano", sotto l'asse attrezzato, tra i viali Grimaldi e Nitta. "Librino", all'interno dell'anello viario omonimo, nell'area dove dovrebbe sorgere il centro direzionale del Comune di Catania. La linea collegherà il quartiere rispettivamente con il resto della città e con l'aeroporto Fontanarossa. Nel quartiere sono presenti una società di rugby, l'Associazione Sportiva Dilettantistica I Briganti Librino e una società di pugilato, l'Associazione Sportiva Dilettantistica Boxing Team Catania Ring. Vi sono poi due squadre di calcio: l'A.S.D. Librino 2012 Calcio, che dal 2012 ha lanciato un progetto sociale per dare la giusta dignità al quartiere, e l'A.S.D. Atletico Librino 2011 CT; entrambe militano nel girone H siciliano di 2ª Categoria. Infine, a Librino gioca anche la Catania F.C. Librino Calcio a 5, con sede però a Viagrande. Giuliana Gianino, Librino: un presente, per quale futuro?, IDOS, 2007.. Municipalità di Catania Sventramento di San Berillo Librino.it. https://web.archive.org/web/20160304102901/http://www.circumetnea.it/upload/tragittoMM.jpg http://www.comune.catania.it/la-citta/municipalita/municipalita/

San Giorgio (Catania)

San Giorgio (San Gioggiu in dialetto catanese) è un popoloso quartiere di Catania, che dal 2013 fa parte della vasta VI Circoscrizione, risultata dall'accorpamento delle ex IX e X Municipalità, la quale include tutti i quartieri a sud dell'aggregato urbano: Librino, Fontanarossa (dove è sito l'omonimo aeroporto), Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Pigno, Plaia, Villaggio Santa Maria Goretti fino ad arrivare alle frazioni di Primosole (dove sfocia il fiume Simeto), comprendendo anche la Zona industriale di Pantano d'Arci e Passo Martino. Area edificata piuttosto compatta posizionata ai margini dell'area urbana, nel quadrante sud occidentale della città; confina a nord ed est con una vasta area cuscinetto che la divide dal tessuto urbano di Catania, formata da un'area costituita da terreni agricoli quasi del tutto abbandonati e terreni incolti denominata "Telegrafo Vecchio" o "Parco Monte Po" (oltre la quale vi è a nord-ovest Monte Po appunto e a nord-est San Leone), ad est con la contrada Fossa della Creta, a sud-ovest con il Villaggio Sant'Agata, a sud invece confina con il quartiere Librino, i quali confini si identificano con i viali Ammiraglio Colonna, Grimaldi e Biagio Pecorino e ad ovest invece confina con la frazione Cravone di Misterbianco. Il quartiere San Giorgio un tempo florida area agricola, è legata indissolubilmente alla storia del vicino Librino. Negli anni 1960 con grave ritardo venne redatto il PRG da Luigi Piccinato, adottato nel '64 e approvato nel '69 dal consiglio comunale; Il piano prevedeva la costruzione di aree di edilizia residenziale pubblica e cooperative edilizie, varie attrezzature pubbliche e verde, progetto di urbanistica razionalista di grande respiro europeo, che avrebbe portato alla rottura del monocentrismo catanese, costituendo così una città nuova, funzionale, autosufficiente, ricca di servizi ed attrezzature, riequilibrando a sud l'espansione della città che in quegli anni vedeva raggiungere il picco di oltre 400.000 abitanti, tutto questo almeno sulla carta. Nel 1970 venne dato incarico allo studio del famoso architetto giapponese Kenzō Tange di produrre un progetto di sistemazione urbana, consegnato nel 1972 e reso esecutivo dal piano di zona del 1976. Varie vicende e l'incapacità politica portarono ad uno stravolgimento e al mancato completamento del piano. In un primo momento fu l'autorità aeroportuale a bloccare l'iter a causa dell'altezza di alcune torri residenziali, definendole d'ostacolo alle manovre degli aeromobili in partenza ed arrivo al vicino aeroporto di Fontanarossa. In seguito vi furono contenziosi a causa degli espropri dei terreni, dove gli ex proprietari chiesero di essere indennizzati a prezzi da area edificabile anziché da area agricola. Durante questo periodo di stasi, l'area fu soggetta ad una selvaggia lottizzazione cui fece seguito una massiccia edificazione abusiva, che venne colpevolmente sanata dalla politica di quegli anni. In seguito a ciò fu necessaria una variante del progetto originario che inglobasse questo nuovo tessuto urbano autocostruito, approvata nel 1979. Ciò portò ad un aumento della densità abitativa a danno delle aree destinate ad attrezzature e verde pubblico. Il quartiere è così contraddistinto da un tessuto che richiama vagamente lo schema romano del cardo e decumano configurandosi in uno schema urbanistico ortogonale o "a griglia" con strade di modesta ampiezza e molte prive di marciapiede, che si irradiano dalle vie principali del quartiere, gli stradali San Giorgio e Cravone, le quali si intersecano con altre strade perpendicolari ad esse. Gli spazi pubblici quindi si riducono alle sole strade e a qualche sparuto slargo. La stragrande maggioranza degli esercizi commerciali è concentrato in queste due ultime vie che soventemente durante il giorno risultano intasate di traffico a causa del parcheggio sregolato che riduce ulteriormente la già esigua larghezza delle strade. Gli edifici che formano l'abitato sono di modesta elevazione, composti tutt'al più da palazzine, villette mono e plurifamiliari, talvolta i piani più bassi sono provvisti di garage e botteghe, costruzioni connotate da un basso profilo architettonico, tipico degli edifici autocostruiti durante il boom economico degli anni 1960. Il quartiere è privo di molti servizi e presenta rarefatte aree di aggregazione sociale, costituite essenzialmente da pochissime piazzette e qualche parco giochi, a questi si sostituiscono gli esercizi commerciali, come bar, chioschi e i centri scommesse. Grave è l'assenza di spazi verdi fruibili, il comune ha comunque in previsione di costituire un'area verde nell'area del parco suburbano di Monte Po, diventando il più grande polmone verde della città. Non si conoscono tuttavia i termini di tale progetto né tantomeno quando questo verrà realizzato. Gli assi viari principali sono gli già citati stradali San Giorgio e Cravone, preesistenti alla nascita del quartiere, essi si configurano come la spina dorsale della viabilità dell'area, collegandolo verso est con la contrada Fossa della Creta e quindi con via Palermo, e a nord-ovest con il quartiere di Monte Po. A questi si aggiunge il viale Carmelo Rosano, che si innesta pressappoco in direzione nord sud sulla viabilità di Librino, tagliando il quartiere in due, collegandolo con via Palermo, a cavallo del confine ideale tra Nesima Inferiore e San Leone. Per quanto riguarda i trasporti pubblici il quartiere è servito da poche linee di bus urbani gestiti da AMT: 525 circolare con partenza da Piazza Borsellino. 601 circolare di quartiere con partenza dal parcheggio scambiatore di Nesima, e serve (oltre a San Giorgio), la parte nord-est di Librino, Monte Po. 802N-802R circolari di quartiere con partenza dal parcheggio scambiatore Fontanarossa e servono i quartieri di Villaggio Sant'Agata, Librino, Pigno, lambendo la parte meridionale di San Giorgio. La FCE ha in progetto di far passare la linea 1 della metropolitana nelle immediate vicinanze della porzione sud del quartiere, le quali stazioni più vicine saranno "Verrazzano" sotto l'asse attrezzato, nella parte est del quartiere Librino, l'altra denominata "Palermo" in via Fossa della Creta. Tratta in attesa di finanziamento. Poliambulatorio dell'ASP 3 con accessi da viale Biagio Pecorino e dallo stradale San Giorgio. Centro servizi del comune di Catania, nel quale ha sede la VI municipalità, anagrafe, centro sociale, ludoteca, biblioteca. Sito nello stradale San Giorgio n. 27 Asilo nido, scuole materne, elementari e medie: San Giorgio, Vitaliano Brancati, Cardinale Dusmet. Consultorio familiare, via Terre Forti n.3 Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice e di San Domenico Savio, Stradale San Giorgio, 5 Chiesa della Beata Maria Vergine e di Santa Maria Goretti, via dell'Iris, 5 Catania Municipalità di Catania

Etna Valley

Etna Valley è il nome che venne attribuito alla zona industriale di Catania in seguito all'insediamento di alcune grandi società multinazionali dell'elettronica e dei semiconduttori. Dal 2007 tale nome designa ufficialmente il "Distretto produttivo Etna Valley" di Catania. In seguito all'attività di promozione del sindaco pro tempore Enzo Bianco e alla attività imprenditoriale del siciliano Pasquale Pistorio si realizzò un insieme di aziende attorno al nucleo costituito dalla STMicroelectronics, già presente dagli anni sessanta quando la città etnea veniva chiamata la "Milano del Sud", che aveva deciso di costruire uno degli stabilimenti più moderni per la costruzione di microprocessori. Con la collaborazione dell'Università degli studi di Catania e del CNR, altre aziende decisero di realizzare centri di ricerca con l'impegno di utilizzare i giovani laureati presso l'Ateneo catanese. Fra le più importanti si citano Magneti Marelli, Meridionale Impianti, Nokia, Numonyx, Maxim Integrated Products, Analog Devices Incorporated, Texas Instruments Incorporated, NXP Semiconductors, Technoprobe, Enel Green Power, Vodafone, IBM, Alcatel, Selex Communications, Telespazio, Nortel, Berna e Wyeth. Attorno a queste grandi aziende è sorto un indotto di oltre un migliaio di micro aziende che producono i semilavorati necessitanti per le varie produzioni. La forza lavoro giunse ad impiegare circa 5.000 giovani tra laureati e diplomati. Parallelamente al settore delle tecnologie legate all'elettronica dei semiconduttori, con la nascita di Internet si sviluppò anche il segmento dell'informatica e delle telecomunicazioni. In quest'ultimo settore, sin dal 1995, si registrò la fioritura di un numero cospicuo di operatori locali che offrivano accessi ad Internet via modem su linea telefonica commutata. Negli anni a seguire alcuni di questi Internet service provider raggiunsero dimensioni ragguardevoli affermandosi nel mercato nazionale della larga banda, e tra questi Cities On Line poi divenuta T.net, Videobank, Telvia, Sicily On Line poi divenuta Siportal, per arrivare a Mandarin. Negli anni 2000 l'Etna Valley è entrata in crisi anche in seguito alla mutata congiuntura mondiale e ciò ha comportato sia una riduzione delle attività e della forza lavoro impiegata che il blocco di alcune iniziative importanti di parecchie delle aziende coinvolte. Etna Valley è stata riconosciuta come Distretto produttivo Etna Valley Catania, con sede a Catania, con il decreto assessoriale D.A. n.181 /12.S della Regione Siciliana. Sito ufficiale, su etnavalley.org. URL consultato l'11 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2005). Scheda sintetica del Distretto tecnologico di Catania, su distretti-tecnologici.it. https://www.impresaitalia.info/kk04871851/magneti-marelli-spa/catania.aspx

Asse attrezzato di Catania

L'asse attrezzato di Catania è una strada a doppia carreggiata con due corsie e corsia d'emergenza per ciascun senso di marcia. Essa collega l'autostrada A19 Palermo-Catania con il Corso Indipendenza, nelle immediate adiacenze del centro del capoluogo etneo. Il progetto di un asse attrezzato a Catania risale alla fine degli anni sessanta ed era incluso nel "Piano regolatore generale Piccinato" adottato nel 1969 con la funzione di asse di attraversamento urbano sud ovest-nord est della città. L'asse attrezzato, secondo l'originaria previsione del P.R.G. vigente, avrebbe consentito la penetrazione nella città del flusso veicolare proveniente dall'autostrada A19, la raccolta e lo smistamento veloce del traffico proveniente dai comuni a sud ovest della provincia e dalla periferia. Quattro svincoli erano previsti, alla zona industriale di Pantano d'Arci, in via Palermo, a Picanello - Rotolo e infine alla "Circonvallazione", con uno sviluppo complessivo di circa 15 km. Le continue deroghe e i ritardi nell'esecuzione dei lavori portarono alla realizzazione di un tratto intermedio (quindi inutilizzabile) che rimase abbandonato. L'approntamento di un nuovo PRG negli anni novanta ridusse l'estensione dell'asse attrezzato alla sola strada di collegamento dell'autostrada A19 Palermo-Catania con i quartieri periferici di Catania. Una serie di problemi tecnici e burocratici ritardò ancora l'iter costruttivo; l'asse attrezzato venne aperto al traffico nel suo intero sviluppo soltanto il 31 luglio 2010, mentre un primo tratto, inferiore al chilometro, era stato inaugurato il 23 marzo 2010. Per il completamento e l'apertura al traffico dell'infrastruttura è stato determinante un accordo di sponsorizzazione con l'intervento della società Auchan che gestisce un grosso centro commerciale, posto nei pressi della coda ovest dell'asse attrezzato; tale primo tratto, già realizzato ma non aperto, era stato danneggiato da una serie di atti vandalici che ne impedivano l'apertura al traffico. La suddetta società ha provveduto a riparare i danni ottenendo in cambio la possibilità di utilizzare spazi pubblicitari giovandosi anche del potenziale afflusso di clienti al centro commerciale. L'infrastruttura mette in comunicazione una vasta area periferica di Catania con il centro della città collegandolo con la tangenziale e le autostrade. L'asse attrezzato si innesta direttamente sulla A19 Palermo-Catania subito dopo l'incrocio con la Tangenziale di Catania. Percorrendolo in direzione centro si incontra quasi immediatamente l'uscita Catania Zia Lisa, la quale a sua volta è collegata tramite una bretella con l'Asse dei servizi (per il porto e l'aeroporto). Dopo aver attraversato i popolosi quartieri periferici di Librino, San Giorgio e Fossa Creta, l'asse attrezzato termina al Corso Indipendenza, nelle immediate adiacenze del centro storico. Renato D'Amico, Catania. I quartieri nella metropoli, Le nove muse, 2001, ISBN 88-87820-13-9. Giuseppe Giarrizzo, Catania, Bari, Editori Laterza, 1986, ISBN 88-420-2786-3. Fulvio Mazza, Catania: storia, cultura, economia, Rubbettino, 2008. Mappa, su openstreetmap.org. Lavori di costruzione del 1° e 2°stralcio della strada di penetrazione urbana alla città di Catania collegamento con corso indipendenza. Esecuzione dello svincolo “Pigno” di collegamento tra l’asse attrezzato e l’autostrada A 19 Palermo – Catania, e costruzione viadotto di collegamento tra l’asse attrezzato e la viabilità ordinaria, su gruppoicm.com. URL consultato il 23 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2016).

Stazione meteorologica di Catania Fontanarossa
Stazione meteorologica di Catania Fontanarossa

La stazione meteorologica di Catania Fontanarossa è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, relativa alla città di Catania. La stazione meteorologica, gestita dall'ENAV, si trova nell'Italia insulare, in Sicilia, presso l'aeroporto di Fontanarossa, a 17 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 37°27′52.79″N 15°03′30.65″E37°27′52.79″N, 15°03′30.65″E. In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,6 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +25,6 °C. Da segnalare, la temperatura massima media annua, superiore ai +23 °C, che costituisce uno dei valori più elevati di questo parametro nell'intero territorio nazionale italiano. Nel medesimo trentennio, la temperatura minima assoluta ha toccato i -4,0 °C nel febbraio 1962 e nel gennaio 1966 (media delle minime assolute annue di -1,3 °C), mentre la massima assoluta ha raggiunto i +46,0 °C nel luglio 1962 (media delle massime assolute annue di +40,1 °C). La nuvolosità media annua si attesta a 3,3 okta giornalieri, con minimo di 1,2 okta giornalieri a luglio e massimo di 4,4 okta giornalieri a gennaio. Le precipitazioni medie annue sfiorano appena 550 mm, distribuite mediamente in 56 giorni, con marcato minimo estivo, picco principale autunnale e massimo secondario in inverno. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 69,9% con minimo di 64% a luglio e massimo di 76% a dicembre. La pressione atmosferica media annua normalizzata al livello del mare è di 1015,3 hPa, con massimi di 1017 hPa ad ottobre e a novembre e minimi di 1014 hPa ad aprile, a maggio, a luglio e ad agosto. Il vento presenta una velocità media annua di 4,2 m/s, con minimo di 4 m/s ad agosto, a settembre, ad ottobre e a novembre e massimo di 4,5 m/s a febbraio; le direzioni prevalenti sono di ponente tra ottobre e marzo e di levante tra aprile e settembre. Nella tabella sottostante sono riportati i valori delle temperature estreme mensili registrate presso la stazione meteorologica dal 1943 ad oggi. Nel periodo esaminato la temperatura minima assoluta ha toccato i -4,0 °C nel febbraio 1962 e nel gennaio 1966, mentre la massima assoluta ha raggiunto i +46,0 °C nel luglio 1962. Catania Clima italiano Stazione meteorologica Stazione meteorologica di Catania Centro Stazione meteorologica di Catania Sigonella Dati in tempo reale, medie climatiche e previsioni del tempo per la stazione meteorologica di Catania Fontanarossa, su meteoam.it.

Chiesa della Madonna delle Grazie (Misterbianco)
Chiesa della Madonna delle Grazie (Misterbianco)

La Chiesa della Madonna delle Grazie è un edificio di tipo religioso situato nel cuore del centro storico di Misterbianco, edificato a poche settimane dall'eruzione dell'Etna del 1669. Inizialmente non era stata progettata per essere la Chiesa madre o matrice, come viene chiamata nel gergo dai residenti, poiché la chiesa principale, secondo i progetti di allora, avrebbe dovuto essere la Chiesa di San Nicolò (costruita quasi simultaneamente a questa). L'ampia cripta ospita un Museo di Arte sacra. L'esterno della chiesa si affaccia sulla piazza Papa Giovanni XXIII. Sulla stessa piazza si affaccia, oltre alle tre entrate della chiesa che riconducono alle navate, anche l'ingresso dell'ex oratorio (attualmente non più in uso e sostituito da altri locali). Della vecchia chiesa, resta solo parte dell'antico campanile. La facciata della chiesa è stata costruita ispirandola il più possibile all'omonima chiesa principale distrutta, e in cima alle tre entrate, sono state collocate le statue che raffigurano il Cristo Re, San Pietro e San Paolo. L'interno della chiesa è ripartito in tre navate. L'apparato decorativo realizzato da Giuseppe Barone, comprende un ciclo di affreschi raffiguranti gli evangelisti Giovanni e Luca nell'abside, opere del 1935. Absidiola destra: Cappella di Maria Santissima delle Grazie. Nell'ambiente è custodita la statua raffigurante la Madonna delle Grazie, risalente al 1589, opera di scuola gaginiana. La scultura marmorea, custodita nella primitiva chiesa di Campanarazzu, fu miracolosamente salvata dall'eruzione dell'Etna del 1669. Recentemente restaurato, l'apparato pittorico fu realizzato da Giuseppe Barone, con la collaborazione del suo allievo Pippo Giuffrida, autori dei quadroni, uno dei quali raffigurante l'Annunciazione del 1936. Alle pareti sono presenti inoltre alcune tele riconducibili allo stesso periodo di cui in una viene ritratta un'immagine di san Francesco d'Assisi, ed infine è presente una pregiata statua raffigurante sant'Antonio di Padova. La grande cripta della chiesa madre, oggi si trova al livello stradale. Era dotata di un sistema a doppio ipogeo: un cappellone con annessi colatoio e ossario da un lato, un sepolcro per i rettori della chiesa dall'altro, con ingresso indipendente. In questi locali è stato ricavato il museo civico di arte sacra. (IT) Gioacchino di Marzo, "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti", Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo, Volume I e II, Palermo, Stamperia del Giornale di Sicilia. Museo di Arte sacra Misterbianco Campanarazzu Chiesa di San Nicolò (Misterbianco) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa della Madonna delle Grazie Scheda su "Siciliaisoladaamare.wordpress.com", su siciliaisoladaamare.wordpress.com. Scheda su "Sicilyweb.com", su sicilyweb.com. Scheda su "Etnaportal.it", su etnaportal.it.