place

Chiesino di Cavagliano

Chiese di PratoErrori di compilazione del template Edificio religioso - parametro Città deprecatoPagine con mappe
Chiesino di Cavagliano
Chiesino di Cavagliano

Il chiesino di Cavagliano è un luogo di culto cattolico situato nel territorio comunale di Prato, sulle pendici meridionali della Calvana a 468 metri s.l.m., tra le frazioni di Filettole e di Cavagliano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesino di Cavagliano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesino di Cavagliano
Sentiero alto, Prato

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesino di CavaglianoContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.892117 ° E 11.131664 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Chiesino di Cavagliano

Sentiero alto
59100 Prato
Toscana, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q15992513)
linkOpenStreetMap (210831810)

Chiesino di Cavagliano
Chiesino di Cavagliano
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Chiesa di Santa Cristina a Pimonte
Chiesa di Santa Cristina a Pimonte

La chiesa di Santa Cristina a Pimonte si trova su una propaggine collinare di Prato lungo la via omonima ed è dedicata a Santa Cristina di Bolsena, mentre "Pimonte" indica la locazione dell'edificio ai piedi della Calvana da cui Piemonte poi contratto in Pimonte. La chiesa fu edificata agli inizi del Duecento o del Trecento presso un'antica torre di avvistamento (l'attuale sacrestia). Tale torre a base quadrata, prospiciente la via Cassia edificata presumibilmente tra i secoli XI e XII, doveva già essere diroccata quando fu edificata la chiesa, ma comunque servì da appoggio per parte della nuova costruzione. La chiesa presenta un pavimento in pietra alberese, con bella abside semicircolare su cui poggia un piccolo campanile a vela con due archetti. All'interno, in controfacciata e sulla parete destra restano affreschi della seconda metà del Trecento, raffiguranti una Pietà, una Madonna con bambino e San Niccolò, mentre nel presbiterio è un pregevole ciborio (1452) della bottega di Bernardo Rossellino. Il ciborio recherebbe lo stemma degli Inghirami secondo alcuni o dei Buonamici secondo altri, alla sua base la scritta Benedetto del M.o Bartolommeo 1452 e sulla porticina dello stesso un intarsio in legno raffigurante un calice con l'ostia. Al centro della navata si trova la tomba di Ginevra degli Albizi, altre sepolture sono presenti nella zona dell'altare e sul piazzale della chiesa. Dal giardino antistante alla chiesa si può ammirare una meridiana dipinta a parete con stilo polare, linee orarie e indicazione degli equinozi sulla linea meridiana, realizzata dal priore Andrea Tofani che ne realizzò molte altre nella zona di Prato tanto che divenne celebre per il gran numero di orioli. Santa Cristina a Pimonte subì dei primi lavori nel 1943, pare che durante tale intervento furono demoliti e ricostruiti il presbiterio e l'altare maggiore, in seguito la chiesetta, parzialmente in rovina, subì un'opera di restauro tra il 1974 e il 1977 a cura del parroco Tommaso Carlesi al fine di riportarla nello stato originario rimuovendo anche alcune aggiunte degli anni quaranta tra le quali una transenna che divideva il presbiterio dalla platea. Athos Mazzoni, Carlo Paoletti, Sentieri dell'appennino pratese - Guida breve, Club Alpino Italiano - Sezione Emilio Bertini, Prato, 1985, Renzo Fantappiè, Il bel Prato, Edizioni del Palazzo, Prato 1984, pp. 399–401 Padre Tommaso Pierfrancesco Carlesi, Storia fantastica quasi vera di Santa Crisina a Pimonte - Scritta, trascritta e illustrata dal suo priore, Prato 1978. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Cristina Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it. Diocesi di Prato: S. Cristina a Pimonte, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).

Villa Aldobrandini (Prato)
Villa Aldobrandini (Prato)

Villa Aldobrandini, detta anche Banchieri Rospigliosi, è un edificio storico di Prato, situata in via Firenze 83. Ai primi del Quattrocento esisteva qui una "casa da signore" della famiglia Banchelli. Nel corso di quel secolo la dimora passò agli Aldobrandini di Firenze, i quali la trasformarono in villa e ne mantennero a lungo la proprietà. Nell'Ottocento, a seguito delle nozze di Camilla di Salvestro Aldobrandini con Giovanni Francesco di Pietro Banchieri, passò ai Banchieri e poi, in seguito alle nozze di Olga di Cesare Banchieri con Bati Rospigliosi, ai Rospigliosi. Posta al termine di un lungo filare di cipressi, alle pendici del poggio Bartoli, ha un aspetto per lo più cinquecentesco, con aggiunte settecentesche. La facciata principale guarda a sud e si sviluppa asimmetricamente per cinque assi su tre piani (quello terreno affonda seminterrato nella collina nella parte posteriore). Per dare un maggiore ordine, nel Settecento vennero dipinti tre ulteriori assi di false finestre e una serie di riquadri, che mascherano efficacemente il disequilibrio. Spostata verso sinistra sporge un'antica torre colombaia, mentre al centro si vede uno stemma marmoreo della famiglia Aldobrandini. A sinistra si trovano alcuni edifici colonici, più bassi; a destra invece si sviluppa una piccola ma adorna facciata orientale, con portale centrale rialzato da gradinata, la cui importanza era dovuta al fatto che fosse l'accesso principale per il piano nobile. Il prospetto posteriore, che guarda alla collina, non venne interessato dai lavori settecenteschi, e presenta un impianto più semplice e irregolare. Al Settecento risale anche il giardino all'italiana, che si trova delimitato da un alto muro sul lato orientale. Diviso in quattro aiuole quadrangolari e adorno di vasi di limoni nel periodo estivo, è abbellito da due fontane con statue alle estremità dell'asse nord-sud, e da un pregevole ninfeo, nell'angolo nord-est, con decorazioni a spugna, mosaici e una statua di Ganimede. Alla villa pertineva anche un oratorio pubblico, per i lavoratori dei campi, che si trova dall'altro lato della moderna strada (all'interno, sotto una volta ughiata, è ricordata una tela di Dio Padre e angeli attorno a una nicchia che conteneva un'antica statua della Madonna col Bambino). La famiglia pregava invece in una cappella privata al piano nobile della villa, situata subito a destra dell'ingresso principale. Cerretelli Claudio, Prato e la sua provincia, Firenze, Giunti, 1996. ISBN 88-09-03425-2 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Rospigliosi