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Sentiero attrezzato Giordano Bertotti

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Sentiero attrezzato Bertotti3
Sentiero attrezzato Bertotti3

Il sentiero attrezzato Bertotti o sentiero della Croce del Chegùl è una via ferrata che si trova lungo una delle vie che conducono alla Marzola, una cima a est della città di Trento, in provincia di Trento.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Sentiero attrezzato Giordano Bertotti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Sentiero attrezzato Giordano Bertotti
Strada per Maranza, Trento

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Coordinate geografiche (GPS)

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N 46.05525 ° E 11.175833333333 °
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Strada per Maranza
38045 Trento
Trentino-Alto Adige, Italia
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Sentiero attrezzato Bertotti3
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Luoghi vicini

Batteria Roncogno
Batteria Roncogno

La batteria Roncogno (in tedesco Batterie am Sattel von Roncogno) è una delle fortezze austro-ungarici facente parte della Fortezza di Trento (Festung Trient), presso la località di Celva al passo del Cimirlo. Il forte appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano. Durante la prima guerra mondiale, questa che sorgeva sulle pendici monte Celva assieme alle opere di Civezzano sul fronte opposto, costituiva uno dei capisaldi del fronte est della fortezza di Trento. La batteria si trova leggermente più in quota rispetto al passo del Cimirlo, presso la base del monte Celva, a 8 chilometri da Trento a 805 metri di altezza, e rientra a far parte della Fortezza di Trento. Assieme alla poco sottostante e collegata batteria Cimirlo e assieme alle di fronte Complesso fortificato di Civezzano, avevano il compito di sbarrare la via al nemico proveniente dalla Valsugana, in particolare nei pressi della chiusa denominata di Cantanghel. I lavori per la sua realizzazione durarono dal 1879 al 1881; nel 1904 venne ammodernato. Le sue pareti furono costruite utilizzando pietrame calcareo squadrato reperito in zona, diversamente dai forti di Lavarone e Folgaria. Ha una struttura a ferro di cavallo, e presenta un muro a est che lo stacca dalla collina. Altre ad una cisterna interna per la riserva d'acqua e magazzini per i viveri, il forte aveva dei fari a acetilene per l'illuminazione notturna per il suo settore di tiro ed il suo perimetro difensivo. Nel marzo 1913 vi erano a presidio della batteria un comandante, 6 Landesschützen, 16 artiglieri da fortezza, 6 di riserva, 4 genieri, per un totale di 32 soldati. Fin da prima dello scoppio del conflitto la batteria era ritenuto già obsoleto dagli austro-ungarici; fu quindi deciso di disarmarlo e spostare i suoi armamenti in apposite caverne, sulla pendice settentrionale del Celva. Questo sistema di trinceramenti e batterie sono ancora oggi visitabili se muniti di apposite torce; in particolare da visitare è il "sentiero dei 100 scalini". Dopo la guerra, divenuto territorio italiano, il Demanio Militare lo ha radiato il 12 agosto 1927 mediante il Regio Decreto n. 1882, e nel 1949 divenne proprietà del comune di Trento. Solo in tempi più recenti, ovvero nel 1989, si cercò di risistemarlo per poterlo preservare. Nel 2009 la Soprintendenza per i beni architettonici della provincia, assieme all'Azienda forestale di Trento - Sopramonte, ha presentato un progetto di restauro della struttura fortificata. Nell'anno seguente si sono realizzati al suo interno i lavori di riammodernamento su progetto degli architetti Port e Gorfer; questi hanno previsto una sala espositiva di 170 m², un magazzino e i servizi igienici, cercando di non modificare troppo la sua originale destinazione. All'inizio l'armamento previsto per questa batteria era di 2 cannoni da 9 cm M75/96 F.K. Venne invece dotato di: 3 cannoni da 9 cm M75 F.K. 2 batterie Seconda una seconda fonte, il forte era armato principalmente con quattro pezzi da 12 cm Mod. 61 posti in casamatta, con un tiro orizzontale pari a 45°. Sul versante sud ed ovest vi sono alternati 8 fuciliere e i 4 finestroni per i cannoni. G.P. Sciocchetti, Manoscritto 1999. A. Gorfer, I castelli del Trentino, Arti grafiche Saturnia, 1990. Giuseppe Gorfer e Matteo Visintainer, Il Monte Celva: l'ambiente e la storia, Azienda forestale Trento – Sopramonte, Trento, 2004. Volker Jeschkeit, Il fronte orientale della fortezza di Trento: la cintura di difesa interna, dal Monte Celva fino alla Vigolana, attraverso Cimirlo, Marzola e Maranza, Curcu&Genovese, Trento, 2011. Fortezza di Trento Celva Passo del Cimirlo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su batteria Roncogno

Chiesa di San Francesco d'Assisi (Trento)
Chiesa di San Francesco d'Assisi (Trento)

La chiesa di San Francesco d'Assisi è una chiesa di Gabbiolo, frazione di Trento. Edificata nel XVII secolo, è sussidiaria della parrocchia dei Santi Pietro e Andrea di Povo nell'arcidiocesi di Trento. La chiesa fu eretta tra il 1738 e il 1748 dai Salvadori, famiglia trentina di mercanti-imprenditori, che fece le veci di Francesco Moser, mercante bolzanino, padre di Maria Elena (sposa di Valentino Salvadori). Il 18 agosto 1748 fu benedetta dal canonico della Cattedrale di San Vigilio Pantaleone Borzi. L'edificio è opera del muratore Giorgio Putzer, che eseguì i lavori su progetti attribuibili a Francesco Oradini. Nel 1970 la chiesa fu donata dal barone Valentino Salvadori alla parrocchia di Povo. La facciata a capanna è aperta al centro dal portale d'ingresso architravato. Ai lati del portale sono presenti due piccole finestre rettangolari. L'interno, pavimentato a quadrotte di pietra calcarea bianca e rossa, è composto da un'unica navata suddivisa in due campate con presbiterio rialzato. Le pareti sono ornate da pitture di Pietro Antonio Bianchi. La pala d'altare dai toni pastello raffigurante San Francesco d'Assisi stigmatizzato, attribuita da Nicolò Rasmo a Karl Henrici, fu realizzata negli anni Sessanta del 1700. Alessandra Campestrini, Il complesso residenziale di Gabbiolo: i Salvadori e la loro villa suburbana, in Studi Trentini. Arte, n. 1, 2020, pp. 106-143. Ezio Chini, Elvio Mich e Paola Pizzamano (a cura di), L'arte riscoperta : opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, 2000, pp. 197-198. Il sacro a Povo (PDF), in I.R. di Tuttapovo, n. 2, giugno 2012, p. 29. Gabbiolo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Francesco Chiesa di San Francesco d'Assisi, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Batteria Cimirlo
Batteria Cimirlo

La batteria Cimirlo (in tedesco Cimirlo Batterie) è una delle fortezze austro-ungariche facente parte della Fortezza di Trento (Festung Trient). Il forte appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano. La batteria sorge al di sotto della gemella batteria Roncogno alla quota di 697 m s.l.m. da dove riusciva a tenere sotto il suo controllo il fianco sinistro della valle del Fersina. Purtroppo già ad inizio della prima guerra mondiale, ovvero nel 1915, venne parzialmente demolita in quanto considerata di concezione antica e la prova sta in alcune macerie disposte lungo la strada che porta alla fortificazione. Attorno al forte vennero invece scavate trincee, alcune di queste portavano al forte Roncogno. Inoltre era in grado di comunicare mediante segnali visibili con le altre fortezze in vista. Edificata come l'opera gemella su pietre squadrate reperite in loco, all'ingresso si trovavano gli alloggiamenti, cinque a destra e tre a sinistra in grado di ospitare 155 soldati. Proseguendo, a sinistra si incrociavano la cucina e 2 magazzini per i viveri mentre a destra gli alloggi per ufficiali, depositi per le munizioni e i bagni. Sui lati della fortificazione erano poste alcune feritoie per la difesa da vicino, mentre quello posto a sud-ovest era armato con i tre cannoni da 150 mm collocati. L'artiglieria era tutta esposta all'aperto, precisamente in barbetta e consisteva in: 3 cannoni da 150 mm in barbetta; 3 cannoni da 70 mm in barbetta. Una seconda fonte riferisce invece che l'armamento era invece costituito da 6 cannoni da 12 cm e 4 M75 da 9 cm. Mentre una terza scrive che era previsto un armamento di 10 cannoni da 9 cm M75/96 F.K. Per accedere al forte vi sono due possibilità: la prima da Trento, si seguono le indicazioni stradali per Povo e da lì verso il passo del Cimirlo; lasciata lì la macchina si tratta di svalicare solamente. altra possibilità è da Pergine Valsugana, ovvero dalla sua frazione di Roncogno. Da li, lasciata la macchina alla fine della via degli Alpini, si percorre il sentiero per la Marzola. Dopo circa venti minuti vi è un bivio: la prima strada conduce sul "sentiero storico" mentre l'altra è una stradina. Entrambe conducono al forte. Fortezza di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su batteria Cimirlo

Chiesa di San Rocco (Trento)
Chiesa di San Rocco (Trento)

La chiesa di San Rocco è una chiesa sussidiaria a Gabbiolo, frazione di Trento. Risale al XVI secolo e fa parte della zona pastorale di Trento. Si trova in via Gabbiolo, al bivio con via ai Casoti di Povo e via alla Cros. La prima menzione della chiesa, che venne probabilmente eretta dopo l'epidemia di peste che colpì il Trentino nel 1523-25, risale al 1579, data di una visita pastorale di Lodovico Madruzzo; in quell'occasione venne trovata "in condizioni pietose", strutturalmente instabile, con il tetto sfondato e adoperata da riparo anche dagli animali. Fu poi rimaneggiata nel 1836, anno che è inciso sulla soglia, sul gradino più alto della scalinata che porta ai piedi del portale di ingresso. È stata ulteriormente restaurata nel 1882,, e poi di nuovo negli anni 1980. La chiesetta, orientata a est, presenta una pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Il tetto a due falde è coperto da tegole in laterizio, ed è dotato di campanile a vela. Sulla facciata a due spioventi si apre un portale architravato posto su una doppia scalinata; ai suoi lati vi sono due finestrelle quadrate, ed è sovrastato da un'apertura quadrilobata. L'interno è pavimentato con quadrotte di pietra calcarea bianca e rossa, disposte in corsi diagonali, e le rifiniture delle pareti sono a intonaco. È presente un'unica navata voltata a botte; il presbiterio, preceduto da un arco santo, è rialzato su una pedana in legno ed è coperto da volta a crociera. L'altare maggiore ospita una pala raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Sebastiano e Rocco, di ambito trentino, realizzata nel 1836. Aldo Gorfer, Trento - Città del concilio, 2ª ed., Gardolo, Edizioni Arca, 1995 [1963]. Gabbiolo Arcidiocesi di Trento Regione ecclesiastica Triveneto Chiese di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Rocco Chiesa di San Rocco , su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 aprile 2022.

Povo
Povo

Povo è dal 1926 una delle frazioni oltre ad essere la circoscrizione amministrativa numero 7 della città di Trento, nella provincia autonoma di Trento. Povo conta circa seimila abitanti, sorge a circa tre chilometri dalla città sulla collina est ai piedi del monte Chegul e del monte Celva, appartenenti al massiccio della Marzola, ad una quota variabile, intorno ai 400 metri s.l.m., è attraversata dal rio Salé, affluente del torrente Fersina. Con Celva, Cimirlo, Gabbiolo, Mesiano, Oltrecastello, Povo forma la circoscrizione amministrativa numero 7 del comune di Trento. Comune autonomo fino al 1926, è stato soppresso dal regime fascista, nell'ambito del progetto denominato "La grande Trento". Sede di insediamenti preistorici e poi romani testimoniati anche dal ritrovamento di quattro iscrizioni ritrovate in loco, è ricordato poi come "arimannia" longobarda. Il primo documento menziona Povo è datato 1151; si tratta, come riportato da molti storici locali dei secoli passati, di un canone del decreto di Graziano, che presenta per esteso l'accusa di simonia contro il vescovo Altemanno che, a detta degli accusatori, nel 1131: La cosa fece uno scalpore tale da giungere persino alle orecchie dell'allora Papa Innocenzo II. Ci fu un processo ed alla fine il vescovo fu prosciolto dall'accusa perché: Chiesa dei Santi Pietro e Andrea Chiesa di Sant'Agata A Povo sono presenti alcuni centri di ricerca: il centro di ricerca per la fisica fondamentale Trento Institute for Fundamental Physics and Applications (TIFPA), uno dei tre centri nazionali dell'Istituto nazionale di fisica nucleare; FBK-irst, centro di ricerca, polo scientifico della Fondazione Bruno Kessler; CoSBi (Centre for Computational and Systems Biology), centro di ricerca inaugurato nel 2003, frutto di una collaborazione tra Microsoft Research e Università di Trento, che si occupa di biologia computazionale e biologia dei sistemi; CREATE-NET, un centro di ricerca internazionale sull'ICT fondato da Imrich Chlamtac; Fondazione GraphiTech (Centre for Advanced Computer graphics Technologies), fondata nel 2002 con lo scopo di promuovere attività di ricerca scientifica nel campo della computer grafica e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione; CNR, sede locale del Consiglio Nazionale delle Ricerche comprendente gli istituti ISTC, IMEM, IFN, IBF e INO. Sul territorio della circoscrizione di Povo ci sono una scuola primaria e una secondaria di primo grado (quest'ultima si trova nella frazione di Gabbiolo). In varie zone della frazione sono dislocati: Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM), in località Mesiano; Ex Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, comprendente il Dipartimento di Matematica (DMath), il Dipartimento di Fisica (DPhys), il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII), il Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell'Informazione (DISI) e parte del Centro per la Biologia Integrata (CIBio), su vari edifici: Vecchia sede della Facoltà di Scienze MM. FF. NN. (informalmente "Povo 0") e laboratori didattici (malga); Polo Scientifico e Tecnologico "Fabio Ferrari" ("Povo 1" e "Povo 2"); Laboratori alla Cascata; Povo è gemellata con: Znojmo, dal 1996 Trento Oltrecastello Cimirlo Stazione di Povo-Mesiano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Povo Comune di Trento: Circoscrizione 7 Povo, su comune.trento.it. Cartografia di Povo (PDF), su comune.trento.it. URL consultato il 2 luglio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2015). Centre for Computational and Systems Biology, su cosbi.eu. Tuttapovo, su tuttapovo.it. Sito ufficiale dell'U.S.D. Vipo Trento, su vipotrento.it.