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Europa (metropolitana di Brescia)

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Europa stazione metropolitana lucernari 20210707
Europa stazione metropolitana lucernari 20210707

Europa è una fermata della metropolitana di Brescia situata nell'omonimo viale della città. Si trova in prossimità delle facoltà di Medicina e Ingegneria dell'Università di Brescia. La fermata fu inserita nei primi studi di fattibilità della linea metropolitana stesi nella primavera del 1987. Denominata provvisoriamente Viale Europa, fu pensata per essere a servizio del polo universitario delle facoltà di Ingegneria e Medicina dell'Università degli Studi di Brescia e della zona residenziale presso la strada omonima. Nel progetto definitivo presentato dall'ASM nel 2000, la fermata di Europa si sarebbe dovuta trovare nel tratto in galleria Kossuth-Bresciadue. In sede di Valutazione di impatto ambientale (VIA), divenne invece una fermata in trincea coperta dopo che si decise di convertire in tale forma il tracciato a nord della fermata di Ospedale fino al capolinea. Fu inaugurata il 3 novembre 2012, nell'ambito di una serie di cerimonie in cui le singole fermate della metropolitana furono mostrate al pubblico prima dell'effettivo inizio del servizio metropolitano, ed entrò in servizio il 2 marzo 2013, assieme a tutta la linea. La fermata riprende le stesse strutture degli altri impianti di tipo seminterrato: le due banchine a servizio dei binari di corsa hanno accesso separato con una rampa di scale e una linea di ascensori ciascuna, mentre l'illuminazione delle stesse è naturale, fornita da otto lucernari a forma piramidale. Come in tutte le stazioni sono presenti le porte di banchina, che impediscono ai viaggiatori di accedere ai binari in assenza del treno. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Fermata autobus Loris Zanirato (a cura di), Stazioni metropolitane = Underground-upperpeople, Brescia, Brescia Mobilità, 2012. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Europa

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Europa (metropolitana di Brescia)
Viale Europa, Brescia Mompiano (Zona Nord)

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N 45.562778 ° E 10.234722 °
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Europa

Viale Europa
25133 Brescia, Mompiano (Zona Nord)
Lombardia, Italia
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Europa stazione metropolitana lucernari 20210707
Europa stazione metropolitana lucernari 20210707
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Luoghi vicini

Mompiano (metropolitana di Brescia)
Mompiano (metropolitana di Brescia)

Mompiano è una fermata della metropolitana di Brescia a servizio dell'omonimo quartiere. La fermata fu inserita nei primi studi di fattibilità della linea metropolitana stesi nella primavera del 1987 dall'ASM Brescia. Fu denominata Kossuth dal nome del piazzale dove fu posizionata inizialmente, in prossimità dello Stadio Mario Rigamonti, entrambi nel quartiere di Mompiano. Nel progetto definitivo presentato dall'ASM nel 2000, la stazione Kossuth fu posizionata al termine settentrionale della galleria diretta a Bresciadue. In sede di Valutazione di impatto ambientale (VIA), divenne invece una fermata in trincea coperta dopo che si decise di convertire in tale forma il tracciato a nord della fermata di Ospedale fino al capolinea. Fu spostata a sud-est dalla precedente posizione, nel piazzale compreso tra via Ildebrando Vivanti e via Famiglia Boccacci, e le fu cambiato nome in Mompiano, dal nome del quartiere. I lavori di costruzione furono occasione per riqualificare l'area, armonizzando la fermata con l'ambiente e migliorando l'illuminazione pubblica. L'impianto fu inaugurato il 3 novembre 2012, nell'ambito di una serie di cerimonie in cui le singole fermate della metropolitana furono mostrate al pubblico prima dell'effettivo inizio del servizio metropolitano. Fu aperta al servizio pubblico il 2 marzo 2013, assieme al resto della linea. Mompiano riprende le stesse strutture delle altre fermate di tipo seminterrato: le due banchine a servizio dei binari di corsa hanno accesso separato con una rampa di scale e una linea di ascensori ciascuna, mentre l'illuminazione delle stesse è naturale, fornita da otto lucernari a forma piramidale. Come in tutte le stazioni sono presenti le porte di banchina, che impediscono ai viaggiatori di accedere ai binari in assenza del treno. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Accesso per persone con mobilità ridotta. Fermata autobus Loris Zanirato (a cura di), Stazioni metropolitane = Underground-upperpeople, Brescia, Brescia Mobilità, 2012. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione Mompiano

San Rocchino
San Rocchino

San Rocchino (fino al 2013, San Rocchino-Costalunga) è un quartiere di Brescia, comprendente l'area degli ospedali (Spedali Civili di Brescia, «Città di Brescia» e «Domus Salutis») e la località Costalunga. Il quartiere si estende a nord della fascia pedemontana dei Ronchi e del Monte Maddalena sviluppandosi in parte sulla pianura verso il torrente Garza. L'area è delimitata a est, da via Guglielmo Marconi, via Attilio Tosoni e da via Bonizzardi, comprendendo sia l'Ospedale Civile sia la clinica «Città di Brescia»; a nord, dall'Ospedale Civile, via Riccobelli e dalla fascia pedemontana della Maddalena fino al Ronco Fiorentino. A ovest e a sud, il confine è delimitato dalla fascia pedemontana dei ronchi Goletto e San Gottardo. Il torrente Celato attraversa il territorio del quartiere su un percorso parzialmente tombinato. Il toponimo deriva dalla chiesa di San Rocchino, presente in zona già nel Seicento. Nel XIII secolo, l'area di Costalunga era detta "Cogolo" o "Quintasio in Costalonga". Nel XV secolo per iniziativa di un eremita, l'ex soldato di ventura Marino di Montelupo, fu edificato un oratorio dedicato a san Bernardo attorno al quale si sviluppò un piccolo borgo. Fino al Novecento, l'area rimase rurale, caratterizzata da alcune ville padronali. Negli anni Trenta, iniziò la costruzione dell'Ospedale Civile, che fu aperto completamente nel 1954, mentre lo sviluppo urbanistico arrivò negli anni Sessanta, con la costruzione di un villaggio «La Famiglia» sotto i dettami di Ottorino Marcolini. La nascita del consiglio di quartiere risale al luglio 1972, quando il consiglio comunale votò l'istituzione di tali organismi su tutto il territorio cittadino. San Rocchino-Costalunga fu uno dei quartieri più popolosi, con più di 14 000 abitanti, e le elezioni si tennero il 24 novembre 1974. Tre anni dopo, la Giunta Trebeschi recepì la legge 278/1976, istituendo le nuove circoscrizioni. Il quartiere fu assegnato alla Seconda circoscrizione, assieme a Crocifissa di Rosa, Mompiano e il Villaggio Prealpino. Nel 2007, la giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque: San Rocchino-Costalunga fu assegnata alla nuova Circoscrizione Nord. Sette anni dopo, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organi consultivi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere, con l'occasione ribattezzato semplicemente San Rocchino, si tennero in tutta la città il 14 ottobre. Chiesa di san Rocchino, edificio del Quattrocento. Chiesa di san Bernardo di Chiaravalle, l'edificio originario era del Quattrocento, ma è stato riedificato nella prima metà dell'Ottocento. Chiesa della Santissima Trinità (Brescia), consacrata nel 1961. Monastero delle Suore della Visitazione Spedali Civili di Brescia, costruito fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento. Città di Brescia, clinica costruita negli anni Cinquanta del Novecento. Domus Salutis. Il quartiere è suddiviso fra due parrocchie appartenenti alla Diocesi cattolica di Brescia: quella di san Bernardo di Chiaravalle e quella della santissima Trinità. La parte occidentale del quartiere è attraversata dalla linea metropolitana che percorre, parzialmente in galleria e in trincea coperta, via san Rocchino, via Schivardi e viale Europa. Nei pressi del Civile sorge la stazione dell'Ospedale. L'Ospedale è servito anche dalle linee 10 e 15 della rete di trasporto urbano della città di Brescia. Il villaggio Marcolini della località Costalunga è capolinea della linea 17. Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Nord, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 9 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Antonio Fappani, Enciclopedia Bresciana. Vol. II. C - Cont, Brescia, La Voce del Popolo, 1974. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Rocchino

Spedali Civili di Brescia
Spedali Civili di Brescia

Gli Spedali Civili di Brescia (ufficialmente Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia), sono un ospedale e un'Azienda Sanitaria Locale che dispone di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale. È stato dichiarato secondo miglior ospedale italiano nella classifica stilata dall'Agenas nel 2013. La storia dell'odierna Azienda Ospedaliera ha origini risalenti al XV secolo ed è legata a quella della città. Gli Spedali Civili furono fondati nel 1427 con il nome Hospitale unum magnum et universale, conosciuto anche come Ospedale di San Luca, ma il nome odierno è entrato nell'utilizzo comune dalla fine dell'Ottocento. L'antico ospedale fu costituito dall'insieme delle istituzioni che si preoccupavano di soccorrere infermi ed indigenti. All'inizio del Novecento, l'insufficienza dei locali adibiti ad uso ospedaliero, unito al grande fabbisogno dei cittadini, portò alla costruzione di un nuovo ospedale. I lavori partirono nel 1938 e vennero conclusi più di dieci anni dopo, anche a causa della seconda guerra mondiale. La nuova struttura venne inaugurata il 10 dicembre 1950. Per ulteriori richieste, nel 1966 vennero avviati i lavori per la costruzione del Policlinico Satellite. Terminati i lavori nel 1972, si avviò la ristrutturazione di parte dell'ospedale. Nel 1997 al nome Spedali Civili, a seguito della D.C.R. 18/11/97 n. VI/742, venne aggiunta la sigla Azienda Ospedaliera e l'anno successivo vennero annessi all'ospedale i Presidi ospedalieri di Gardone Val Trompia e di Montichiari, e l'Ospedale dei Bambini. Nell'ottobre 2013 gli Spedali Civili arrivano al secondo posto nella classifica dei migliori ospedali d'Italia stilata dell'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, dietro al San Raffaele di Milano. Dal 1º gennaio 2016 a seguito dell'entrata in vigore della legge Regionale 11 agosto 2015 - n. 23 viene convertita in ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) degli Spedali Civili di Brescia. Gli Organi Istituzionali dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale sono: il Direttore Generale, Luigi Cajazzo, cui fanno capo tutti i poteri di gestione; il Direttore Sanitario Aziendale Frida Fagandini; il Direttore Amministrativo Aziendale Fabio Agrò; il Direttore Socio Sanitario Enrico Burato. Inoltre, nell'Azienda sono presenti organi di consultazione e organi di supporto per i dirigenti, e altri organismi di tutela dell'utente. L'Azienda Socio Sanitaria Territoriale si articola nelle seguenti strutture: L'ospedale è raggiungibile tramite la fermata Ospedale della metropolitana di Brescia. Statuto degli Spedali Maggiore e Donne in Brescia, Brescia, Tipografia Pio Istituto Pavoni, 1880. Giuseppe Bonelli, L'archivio dell'ospedale di Brescia. Notizia e inventario (PDF), Brescia, Tipografia Pio Istituto Pavoni, 1916. URL consultato il 7 aprile 2019. Ospitato su misinta.it. (IT, EN, FR, ES, DE) Felice Grondona, Centro italiano di storia ospitaliera, Assistenza ospitaliera a Milano e Brescia nella campagna del 1859, Atti del primo congresso europeo di storia ospitaliera, Reggio Emilia, 6-12 giugno 1960, Rocca San Casciano, Arti Grafiche Cappelli, 1962. Marcello Zane, Il "Civile" di Brescia. Mezzosecolo, Brescia, Fondazione Luigi Micheletti, 1988. Franco Robecchi, Spedali civili di Brescia: mezzo millennio di carità e di assistenza sanitaria, vol. 1, Brescia, Edimet, 2000, ISBN 9788886259200. Franco Robecchi, Spedali civili di Brescia: mezzo millennio di carità e di assistenza sanitaria, vol. 2, Brescia, Edimet, 2001, ISBN 9788886259217. Francesco Gussago, Radici bresciane. La proprietà immobiliare extra-moenia, Brescia, Azienda Ospedaliera "Spedali Civili di Brescia", 2004. Università degli Studi di Brescia Istituto superiore di sanità Brescia Metodo Stamina Ospedale Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su azienda socio sanitaria territoriale degli Spedali Civili di Brescia Sito ufficiale, su spedalicivili.brescia.it.

Chiesa di San Bernardo (Brescia)
Chiesa di San Bernardo (Brescia)

La chiesa di San Bernardo è la parrocchiale di Costalunga, frazione di Brescia, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale di Brescia Nord. Il primitivo oratorio di Costalunga sorse poco dopo la metà del XV secolo, fondato da tale Marino da Montelupo e dedicato a San Bernardo. L'edificio, ristrutturato nel Settecento, venne ricostruito nel 1825 e consacrato il 16 ottobre di quell'anno dal vescovo di Brescia Gabrio Maria Nava; la chiesa fu poi eretta a parrocchiale nel 1922. La facciata a capanna della chiesa, rivolta a settentrione e tripartita da quattro lesene ioniche sorreggenti il timpano di forma triangolare, presenta al centro il portale d'ingresso, sormontato da una mensola, e sopra una finestra rettangolare. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta una monofora per lato ed è coperta dal tetto a quattro falde. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali e le cui pareti sono scandite da lesene sorreggenti il cornicione sopra cui si imposta la volta a botte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dal fondale piatto. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la pala raffigurante San Bernardo che mira la Croce ai cui piedi sta la Madonna Addolorata, risalente alla fine del XVIII secolo, la tela con soggetto San Fermo, dipinta nel 1867 da Giuseppe Ariassi, e il quadro con soggetto l'Addolorata, eseguita da Francesco Rovetta. Costalunga (Brescia) Diocesi di Brescia Parrocchie della diocesi di Brescia Regione ecclesiastica Lombardia Chiesa di San Bernardo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Parrocchia di SAN BERNARDO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 31 gennaio 2022.

Casazza (Brescia)
Casazza (Brescia)

Casazza è un quartiere del comune di Brescia. L'area occupata dal quartiere è pianeggiante e urbanizzata. I confini sono delimitati a est da via Triumplina, tratto nel comune di Brescia dell'ex statale delle Tre valli, a nord dalla tangenziale detta Montelungo, a ovest da via Stretta e a sud da via Mortirolo e da via Fisogni. Il toponimo deriva dalla corruzione del nome della cascina «Casaccia» che sorgeva all'interno del perimetro del quartiere. All'inizio del Novecento via Casazza era detta "strada consorziale della Casazza" e collegava la «Conceria Girelli», sul Bova, al centro di Mompiano. L'urbanizzazione della zona iniziò negli anni Sessanta del Novecento quando si costruirono le prime case IACP. Nel 1970, si manifestò l'intenzione di istituire un comitato di quartiere sulla falsariga di quanto effettuato a San Polo e a Mompiano. Spinto dai vari comitati che sorsero in quegli anni, nel luglio 1972, il consiglio comunale approvò l'istituzione dei consigli di quartiere. Nonostante le ridotte dimensioni, nel quartiere c'erano 2 703 residenti, a Casazza fu costituito un consiglio che fu eletto per la prima volta il 16 dicembre 1973. Nel 1977, il quartiere fu assegnato alla Seconda circoscrizione, assieme ai quartieri di Mompiano, Prealpino, San Rocchino-Costalunga e Crocifissa di Rosa. Trent'anni dopo, con la riforma delle circoscrizioni voluta dalla Giunta Corsini, il quartiere fu assegnato alla nuova Circoscrizione Nord. Nel 2014, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di riattivare i consigli di quartiere: le prime elezioni del nuovo organismo si tennero il 14 ottobre. La chiesa locale è dedicata a Maria "Madre della Chiesa" e appartiene alla Diocesi di Brescia. Dal 2 marzo 2013, il quartiere è servito sia dalla stazione omonima che da quella di Prealpino della linea metropolitana. Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Nord, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 28 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casazza

Casazza (metropolitana di Brescia)
Casazza (metropolitana di Brescia)

Casazza è una fermata della metropolitana di Brescia a servizio del quartiere omonimo. La stazione fu inserita nei primi studi di fattibilità della linea metropolitana stesi nella primavera del 1987 dall'ASM Brescia, come capolinea settentrionale. Nei progetti successivi, il capolinea nord fu spostato all'altezza del confine del comune di Concesio, ma Casazza rimase come fermata al servizio sia del quartiere omonimo sia del flusso di traffico proveniente da Nave e Caino: per questo fu posizionata sul tracciato in viadotto all'incrocio fra l'ex statale delle Tre Valli e la ex statale del Caffaro. Nel 2003, in sede di Valutazione di impatto ambientale (VIA), il percorso fu convertito in trincea coperta, ma l'impianto mantenne comunque la sua posizione strategica. Fu inaugurata il 12 gennaio 2013, nell'ambito di una serie di cerimonie in cui le singole fermate della metropolitana furono mostrate al pubblico prima dell'effettivo inizio del servizio metropolitano. Fu quindi aperta al servizio pubblico il 2 marzo seguente, come il resto della linea. La fermata si trova lungo il tracciato in trincea coperta, ma ha la particolarità di avere una struttura molto più simile alle stazioni profonde che a quelle in trincea. È stata costruita su tre livelli: sul piano stradale si trovano cinque lucernari a forma piramidale che forniscono la luce naturale al piano banchina a 11 m di profondità. L'ingresso è unico, sotterraneo, posto sul secondo livello in direzione del complesso commerciale e amministrativo Futura. Le banchine sono collegate all'atrio d'ingresso grazie a due rampe di scale mobili e da due linee di ascensori. La struttura complessiva, comprendente anche la piazza aperta del complesso Futura, è stata concepita per essere al centro di un palcoscenico della cavea di un teatro. Come in tutte le altre stazioni della metropolitana, sono presenti le porte di banchina, che impediscono ai viaggiatori di accedere ai binari in assenza del treno. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Fermata autobus Loris Zanirato (a cura di), Stazioni metropolitane = Underground-upperpeople, Brescia, Brescia Mobilità, 2012. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione Casazza (EN) Casazza, su Structurae.

Mompiano
Mompiano

Mompiano (Mompià in dialetto bresciano) è un quartiere di Brescia, già comune autonomo fino al 1880. L'area del quartiere è delimitata a nord, da via Conicchio e dal confine comunale con Bovezzo e con Nave; a est, dal territorio montuoso del monte Maddalena; a ovest, da via Triumplina, parte dell'ex statale delle Tre valli; a sud, dallo Ospedale Civile, da via Riccobelli e dalla parte pedemontana della Maddalena appartenente al quartiere di San Rocchino. La parte settentrionale del territorio è dominata dalla collina del Monte San Giuseppe (393 m), mentre quella orientale corrisponde a una parte della fascia pedemontana del Monte Maddalena. Il resto del territorio è pianeggiante. Il torrente Garza attraversa la parte occidentale del quartiere, mentre il canale Celato, derivato dal fiume Mella, corre nella zona centrale. Il toponimo deriva da Monte Plano che designerebbe il territorio pianeggiante delimitato dal colle San Giuseppe, a nord, e dal Monte Maddalena, a sud e a est. L'area occupata dall'attuale quartiere fu bonificata dall'intervento dei monaci benedettini del cenobio di san Faustino maggiore nell'XI secolo. In epoca medievale, Mompiano fece parte delle "chiusure" di Brescia: tra le aree abitate al di fuori della cinta muraria, ma sottoposta agli statuti comunali della città. Nel Quattrocento, fu inserita tra le quadre di San Faustino, come ottava in ordine di numero. Di Mompiano è originario il francescano Giovanni Bodeo che il 15 febbraio 1611 fu martirizzato a Praga dai protestanti insieme ad altri colleghi. Furono proclamati beati da papa Benedetto XVI. Alla fine del Settecento, l'arrivo dei rivoluzionari francesi portò alla costituzione della repubblica Bresciana (1797) presto sostituita dalla Cisalpina (1797-1802) e dall'Italiana (1802-1805). Nel 1797, Mompiano fu indicato come luogo appartenente alle "Chiusure a mattina della Garza fuori di Porta Pile" del Cantone di Garza Orientale. Nel settembre 1798, fu definito come comune appartenente al Dipartimento del Mella. A seguito della riorganizzazione della Repubblica in Regno d'Italia, nel giugno 1805 il comune di Mompiano fu soppresso e aggregato al comune di Brescia. Riottenne l'autonomia comunale il 1º maggio 1816, con la riorganizzazione amministrativa del Regno Lombardo-Veneto prevista dalla notificazione 12 febbraio 1816. Appartenne al I Distretto della Provincia di Brescia. Il confine del comune era più esteso di quello dell'odierno quartiere, perché occupava tutta l'area nord-orientale dell'attuale comune di Brescia: a nord, comprendeva il Conicchio e a sud la Pusterla, arrivando fino alle pendici del colle Cidneo. Dopo l'esito della Battaglia di Solferino e San Martino e secondo quanto previsto dalla legge Rattazzi, San Bartolomeo mantenne l'autonomia comunale sia sotto il Regno di Sardegna (1859-61) sia sotto il Regno d'Italia. Nella nuova riorganizzazione amministrativa fu inserito nel III III Mandamento e nel I Circondario della nuova Provincia di Brescia. Negli anni Settanta dell'Ottocento, la politica locale discusse la necessità di accorpare i comuni delle chiusure, tra cui Mompiano, al capoluogo. Nonostante le resistenze delle amministrazioni comunali del suburbio, i comuni furono soppressi e i territori assegnati a Brescia. Nel Novecento, la frazione di Mompiano ebbe l'illuminazione elettrica, ottenne l'ampliamento delle scuole e fu servita, dal 1915 fino al secondo dopoguerra, da una linea tranviaria. A partire dagli anni Cinquanta fu oggetto di successive urbanizzazioni che ridussero le aree rurali: si segnalano le edificazioni del villaggio Giorgio Montini, costruito secondo i dettami di Ottorino Marcolini, e del quartiere «Europa 70». Nel marzo 1967, a Mompiano fu uno il secondo quartiere della città dove si costituì un comitato, dopo l'esperienza di San Polo. Questi organismi, del tutto spontanei, chiedevano alla Giunta Boni un riconoscimento ufficiale e la disponibilità di mezzi e strumenti per partecipare alla stesura del bilancio comunale e per intervenire nelle decisioni urbanistiche a carattere locale. Il dibattito fu stimolato dalla nascita in altri quartieri di nuovi comitati, arrivando all'istituzione dei consigli di quartiere: organismi elettivi ufficiali previsti dallo Statuto. Nel luglio 1972, il consiglio comunale ne votò l'istituzione suddividendo la città in trenta quartieri. I nuovi consigli si insediarono in tempi diversi tra il 1973 e il 1974 e per un periodo sperimentale di diciotto mesi: le elezioni di quello di Mompiano si tennero il 16 dicembre 1973. Nel 1977, la Giunta Trebeschi recepì la legge 278/1976, riorganizzando i quartieri in nove circoscrizioni. Mompiano fu assegnato alla Seconda circoscrizione, assieme a Crocifissa di Rosa, San Rocchino-Costalunga e Villaggio Prealpino. Nel 1989, alcuni componenti dell'originario comitato di quartiere di fine anni Sessanta si organizzarono per evitare la trasformazione di un'area verde in parcheggio per il vicino Stadio. Le loro iniziative portarono alla costituzione del «Parco Castelli» nella prima metà degli anni Novanta. Nel 2007, la Giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque e Mompiano fu assegnato alla nuova Circoscrizione Nord. Sette anni dopo, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organismi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere si tennero in tutta la città il 14 ottobre. Chiesa di sant'Antonio Abate, annessa all'istituto canossiano Chiesa di sant'Antonino, edificata nel Trecento Chiesa di san Calimero Chiesa di san Cristoforo, annessa alla chiesa di sant'Antonino, risale all'XI secolo Chiesa di san Gaudenzio, chiesa parrocchiale del quartiere Chiesa di santa Maria, originaria chiesa parrocchiale di Mompiano Chiesa del santo Crocifisso, annessa al cenobio delle Ancelle della carità Acquedotto di Mompiano, la condotta originaria fu costruita sotto l'amministrazione del re longobardo Desiderio e poi completamente ricostruita in ghisa nel 1902 Stadio Mario Rigamonti, dal 1959 è utilizzato dal Brescia Calcio Parco Benedetto Castelli, istituito negli anni Novanta, su richiesta di alcuni abitanti del quartiere Parco Croce Rossa italiana Presso il quartiere hanno sede le facoltà di medicina e d'ingegneria dell'Università degli Studi di Brescia e il secondo campus dell'Università Cattolica di Brescia. Mompiano è servito dalla scuola primaria Cesare Arici e dalla scuola secondaria di primo grado Virgilio. Nel quartiere ha sede l'ITC Astolfo Lunardi. Nel quartiere è presente la parrocchia di san Gaudenzio, appartenente alla diocesi di Brescia. Dal 1915 al secondo dopoguerra, Mompiano ebbe una linea tranviaria che la collegava a Piazza della Loggia. Dal 2013, il quartiere è attraversato dalla metropolitana di Brescia ed è servito da due fermate: Mompiano, in Piazzale Vivanti, ed Europa, all'incrocio tra viale Europa e via Branze. Mompiano è anche servito da due linee della rete di trasporti urbani della città: la 10 (Concesio-Poncarale) e la 15 (Villaggio Montini-Noce). Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Nord, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 16 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Gianpiero Belotti, Mario Baldoli, Una corsa lunga cent'anni - Storia dei trasporti pubblici di Brescia dal tram a cavalli al progetto Metrobus, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 1999, ISBN 88-86670-13-3. Mompiano, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Raccolta dei decreti del Governo provvisorio bresciano e di altre carte pubblicate a quell'epoca colle stampe. Volume secondo, Brescia, Tipografia dipartimentale del Mella, 1804. Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi nell'anno VI Repubblicano. Tomo V, Milano, Luigi Velandini, 1798. Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi nell'anno VII Repubblicano. Tomo VI, Milano, Luigi Velandini, 1798. Bollettino delle leggi del Regno d'Italia. Parte Prima. Dal I gennaio al 30 giugno 1805, Milano, Stamperia Reale, 1805. Atti del Governo di Lombardia. Parte Prima. Dal 1° Gennajo al 30 Giugno 1816, Milano, Imperial Regia Stamperia, 1816. Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari pubblicate nell'anno 1859, Torino, Stamperia Reale, 1860. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mompiano

Borgo Trento (Brescia)
Borgo Trento (Brescia)

Borgo Trento precedentemente noto come Borgo Pile è un quartiere cittadino di circa 7.000 abitanti appartenente al comune di Brescia inserito all'interno della Circoscrizione Nord. Sorto intorno al XII secolo al di fuori della cinta muraria urbana come borgo indipendente, fu unito definitivamente alla municipalità di Brescia nel 1881. Nel 1237 venne approvato il più antico piano regolatore della città di Brescia ad opera del frate umiliato Alberico da Gambara che prevedeva l'espansione del perimetro urbano e la costruzione di una nuova cinta muraria. Ciò favorì la nascita di un primo borgo extraurbano già nel 1254, che prese in nome di Borgo Pile dal nome della porta cittadina attraverso la quale era obbligatorio passare per raggiungere l'abitato. Nel 1512 Brescia, all'epoca sotto dominazione veneziana, fu temporaneamente conquistata dall'esercito francese durante la Guerra della Lega di Cambrai. I cittadini bresciani si ribellarono nei confronti della dominazione francese, ma il loro atto si concluse con il saccheggio della città ad opera delle truppe mercenarie guidate da Gastone di Foix. Dopo esser tornata in possesso della città, Venezia, al fine di prevenire eventi analoghi, decise di demolire qualsiasi casolare, chiesa o villa per circa un miglio di distanza dalla cinta muraria, al fine di creare una "spianata difensiva" attorno al perimetro urbano. Stessa sfortunata sorte toccò a Borgo Pile, ma già a distanza di meno di un secolo ne è documentata la ricostruzione. Nel 1609 il catasto del podestà veneziano Giovanni Da Lezze segnalava che il Borgo delle Pille contava una settantina di case e già dal 1580 gli abitanti avevano costruito a proprie spese una chiesa intitolata a San Giovanni Evangelista, tuttavia senza ottenere lo status di parrocchia Nel XIX secolo il Borgo Pile aumentò di dimensioni, estendendosi sino all'estremità meridionale dell'abitato di Isolabella, crebbe in numero degli abitanti e sorsero nuove attività commerciali ed artigianali. Il Borgo infatti rappresentava un punto nevralgico per il commercio diretto verso i paesi della Val Trompia e della Val Sabbia. Durante la dominazione austro-ungarica venne riorganizzata la municipalità di Brescia. Da un punto di vista amministrativo il centro cittadino venne isolato dal territorio circostante, che fu suddiviso in cinque comuni autonomi. Borgo Pile fu fatto rientrare all'interno del territorio del vicino Borgo di San Bartolomeo. Solo nel 1881 Brescia, ormai passata in mani sabaude ottenne la riaggregazione dei cinque comuni periferici. Nel 1886 fu completata la costruzione della nuova chiesa, i cui lavori erano cominciati nel 1879 ad opera dell'architetto Carlo Melchiotti e il Borgo poté così fregiarsi del titolo di parrocchia coprendo un territorio molto vasto: Costalunga, Sant'Eustacchio, San Bartolomeo e San Gottardo. Nel 1897 venne approvato un nuovo piano urbanistico sotto tale spinta si andò a riempire il vuoto esistente tra Borgo Pile e il centro cittadino. La spinta principale fu data dalla posatura della tramvia che da Brescia portava a Gardone Val Trompia e dalla realizzazione nel 1913 della linea n.2 del tram elettrico cittadino. Nel 1903 il Borgo Pile fu ribattezzato Borgo Trento in onore della città italiana non ancora redenta e successivamente l'edificio scolastico fu intitolato a Cesare Battisti, il martire trentino. Nel 1926 anche la Chiesa Parrocchiale del Borgo modificò il proprio titolo e fu dedicata a Cristo Re. L'insediamento più antico del Borgo sorge sulla riva destra del torrente Garza, a circa un chilometro dal centro cittadino. Il cuore dell'abitato si snodava lungo un'unica arteria principale, oggi via Trento, fiancheggiata ininterrottamente a destra e sinistra da due schiere di abitazioni. Le propaggini del nucleo storico del Borgo si estendono lungo l'asse nord-sud. A meridione sorge l'abitato di Isolabella, a settentrione quello delle Grazzine, entrambi sorti sempre lungo l'argine del Garza. Oggi il torrente è stato coperto dal manto stradale di Via Giambattista Cipani e Via Montesuello e vi sono soltanto alcune aperture di sfogo che permettono di vedere il greto del Garza. Attorno al nucleo storico del borgo antico sono sorte numerose abitazioni che hanno congiunto il quartiere con il resto del tessuto urbano. Il simbolo (+) indica una via in parte inclusa in un altro quartiere. Lino Monchieri (prefazione di Franco Nardini), Il mio Borgo, 1996. Brescia Quartieri di Brescia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgo Trento Comune di Brescia, su comune.brescia.it.