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Pusterla delle Azze

Pagine con mappePorte di Milano

La Pusterla delle Azze era una delle porte minori (chiamate anche "pusterle") poste sul tracciato medievale delle mura di Milano. Sorgeva in uno spazio corrispondente agli attuali piazzale Marengo, via Lanza e via Tivoli, che sarebbe poi stato inglobato dalle successive fortificazioni del Castello Sforzesco, scomparendo definitivamente con una sorte analoga a quanto accaduto alla vicina Porta Giovia. Della pusterla già da allora non è rimasta più traccia, neppure sui documenti, né si è giunti a una spiegazione attendibile riguardo alla sua denominazione. Una possibile ricostruzione vedrebbe nelle vicinanze della pusterla la presenza di una piazza, di una contrada o di un borgo detto delle Azze, presumibilmente abitato da azzaioli (acciaioli), che qui svolgevano le proprie attività nelle proprie botteghe. Secondo alcuni questi artigiani producevano azze o acce (asce) servendosi delle acque del Nirone, che scorreva non distante. Secondo altri il termine azze potrebbe derivare dalle lame delle mazze, o anche da un'ipotetica famiglia chiamata Azzi, magari appartenente alla corporazione degli azzaioli. Anticamente dalla pusterla delle Azze entrava in città il torrente Nirone.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Pusterla delle Azze (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Pusterla delle Azze
Foro Buonaparte, Milano Municipio 1

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20121 Milano, Municipio 1
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Luoghi vicini

Casa Bottelli (piazza Castello)
Casa Bottelli (piazza Castello)

Casa Bottelli, anche noto come Palazzo Rusconi Clerici e Casa Rusconi Clerici, è un palazzo storico di Milano situato in piazza Castello al civico 16. Il palazzo fu costruito alla fine del XIX secolo (tra il 1895 e il 1897) in concomitanza con la sistemazione dell'area antistante al castello Sforzesco su progetto di Romeo Bottelli. Dopo il trasferimento da Via Meravigli 16, la famiglia nobile dell'ingegner Giulio Rusconi Clerici acquista l'edificio , stabilendovi la residenza e, più tardi, lo studio di ingegneria aperto dal figlio Giuseppe nel 1908. Dal 1973 per alcuni anni, il palazzo ospitò lo studio associato di Enzo Berlanda prima che si trasferisse in Via dei Cappuccini. La facciata, curva per adattarsi alla forma circolare della piazza, è un perfetto esempio di architettura tardo eclettica in cui elementi classici di diversi stili convivono con inserzioni moderne dell'epoca: il palazzo è tuttavia prevalentemente ispirato dagli stilemi del tardo rinascimento lombardo. Il fronte presenta quindi giustapposizioni molto fitte di vari elementi architettonici: a colonne di ordine dorico vengono aggiunte colonne a candelabro e finestre con timpani curvi, con medaglioni e graffiti negli spazi tra le finestre, mentre la balconata del piano nobile è realizzata in ghisa e ferro battuto. Attilia Lanza, Marilea Somarè, Milano e i suoi palazzi: porta Vercellina, Comasina e Nuova, Vimercate, Libreria Meravigli editrice, 1993. Ville e palazzi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa Bottelli

Teatro Fossati
Teatro Fossati

Il Teatro Fossati, dal 1986 noto come Piccolo Teatro Studio e dal 2013 come Teatro Studio Melato, è una struttura teatrale storica di Milano situata tra corso Garibaldi e via Rivoli, accanto al Teatro Studio Strehler. Il Teatro Fossati venne fondato dall'imprenditore Carlo Fossati e progettato dall'architetto Fermo Zuccari. La prima si tenne il 25 aprile 1859, quando ancora l'ingresso si affacciava su via Rivoli. Il teatro divenne uno dei più attivi del panorama milanese e proponeva spettacoli diurni. Nel 1881 fu il primo teatro in Italia a sperimentare la luce elettrica. Accolse ospiti di rilievo, tra i quali Franz Kafka nel 1912. Le ultime locandine risalgono al 1925. Negli anni successivi fu adibito a cinema e successivamente chiuso. Dopo una fase di crescente degrado, fu recuperato nel 1979 da Giorgio Strehler che lo inserì nel più ampio sistema teatrale costituito col Piccolo Teatro. Finanziando un restauro curato da Marco Zanuso per un costo complessivo di 10 miliardi di lire e durato quattro anni, dal 1982 al 1986, il Fossati ne uscì restaurato e divenne il "Teatro Studio". Svuotato all'interno, è diventato un laboratorio sperimentale destinato alla recitazione. È intitolato a Mariangela Melato dalla scomparsa dell'attrice nel 2013. Il teatro ha due facciate, una verso via Rivoli, l'altra, su Corso Garibaldi, ornata da decorazioni in cotto di Andrea Boni, fra le quali una statua di Giuseppe Garibaldi. Dopo la ristrutturazione l'interno si presenta vuoto, ad eccezione di alcune postazioni per sedersi. Fornace Curti Piccolo Teatro (Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piccolo Teatro Studio Sito ufficiale, su piccoloteatro.org.

Museo d'arte e scienza

Il Museo d'Arte e Scienza di Milano, a due passi dal Castello Sforzesco, nasce nel 1990, per volontà del fisico tedesco Gottfried Matthaes. Ospita importanti collezioni d'Arte buddhista e africana ed una sezione didattica dedicata a Leonardo Da Vinci, ma il suo fiore all'occhiello è il percorso sul riconoscimento dell'autenticità nell'arte e nell'antiquariato. Ogni sala affronta un tema fondamentale: dalla pittura su tela e su legno alla ceramica da scavo, dai mobili d'antiquariato all'ambra e all'avorio, dagli argenti alle stampe e ai libri antichi, dagli arazzi ai tappeti, spiegando per ciascun argomento quali sono le caratteristiche che aiutano a riconoscere l'oggetto autentico da quello falso. Numerose sono inoltre le "test station", postazioni con microscopi, lenti d'ingrandimento, lampade speciali a disposizione per i visitatori per effettuare prove pratiche. La didattica del museo prevede inoltre un percorso speciale dedicato ai bambini. Altra particolarità del Museo d'Arte e Scienza è la presenza al suo interno di un laboratorio scientifico, visitabile su richiesta, dove vengono utilizzate le moderne strumentazioni che permettono di analizzare, studiare e datare la materia di cui sono fatti gli oggetti d'arte. La collezione d'arte buddhista si distingue per il numero e la qualità degli oggetti provenienti dalla Birmania e dalla Thailandia tanto da farla diventare la più importante raccolta italiana d'area indocinese. La collezione d'arte africana raccoglie invece oggetti soprattutto dalle regioni centro occidentali dell'area Sub-sahariana con oggetti di rara qualità provenienti dal Mali, dalla Costa d’Avorio e dalla Nigeria. A Leonardo Da Vinci sono invece dedicate due mostre didattiche: una al suo "Trattato della pittura", l'altra ai "vent'anni trascorsi a Milano". Il Museo è tradotto nelle principali lingue europee e dotato di testi in Braille. La sala conferenze "Sala degli Arazzi" ospita moltissimi eventi, presentazioni, conferenze ed eventi musicali. Le sale Leonardo al piano superiore ospitano mostre temporanee e corsi d'arte. Sebbene aperto nel 1990, le origini del museo sono molto più antiche: il suo fondatore, infatti, nacque a Dresda, in Germania, nel 1920 da una famiglia di antica tradizione artistica che nel 1906, grazie ai coniugi Matthaes – Kurau aprì a Dresda, allora centro dell'arte moderna europea, una scuola di pittura che successivamente fu trasferita a Berlino dove rimase attiva fino al 1936. La ricerca di nuove ispirazioni da parte degli artisti di quel periodo spiega la raccolta di alcune collezioni di cui si avvalse la scuola per uso didattico. Parte di tali collezioni sono ora esposte in questo museo, come quella di ceramica greco-romana, dichiarata dal Ministero dei Beni Culturali di eccezionale interesse storico-artistico. Gottfried Matthaes, oltre che acuto scienziato, fu un appassionato collezionista e non perse l'occasione, durante i suoi numerosi viaggi di lavoro, di raccogliere raffinati oggetti d'arte provenienti da molte parti del mondo. Nel 1990, cessata l'attività dedicata ai circuiti stampati, e mosso dal delicato tema dell'autenticità nell'arte, acquistò un'area di Palazzo Bonacossa, in piazza Castello a Milano, dove fondò il museo con il nome iniziale di "Musei Didattici per il riconoscimento del falso". Grazie alla sua formazione scientifica, nel 1992 brevetta un sistema innovativo per la datazione di oggetti in legno: la datazione con spettroscopia infrarossa. Nel 1993 il Museo prende il nome "Museo del Collezionista d'Arte" a sottolineare il suo esclusivo scopo di insegnare al collezionista di un oggetto d'arte a riconoscere un pezzo autentico da un oggetto falso attraverso basi oggettive e attraverso lo studio della materia. Nel 1996 il fondatore Gottfried Matthaes viene affiancato nella conduzione dal figlio Peter, dottore in chimica, che prende in mano la direzione del laboratorio scientifico. Poiché Gottfried Matthaes basa tutta la sua filosofia di vita sul connubio tra arte e scienza, il suo cammino evolutivo lo porta nel 2004 a trasformare il nome del Museo in "Museo d'Arte e Scienza". Nel 2010, in occasione dell'inaugurazione della mostra d'arte buddhista, avviene il primo restyling di alcune sale del museo che si conclude nel 2012. Sito ufficiale, su museoartescienza.com.

Porta Comasina (medievale)
Porta Comasina (medievale)

Porta Comasina (pronunciato Comàsina) o Porta Comacina era una delle porte maggiori poste sul tracciato medievale delle mura di Milano, che dava origine all'omonimo sestiere. La porta Comasina (o Comacina) medioevale si trovava sull'asse di via Ponte Vetero-via Mercato; era così detta perché la strada cui la porta dava/chiudeva accesso era/è indirizzata verso la città di Como. Non esistendo mappe antiche raffiguranti questa porta, per capire dove fosse situata si può fare riferimento alla mappa moderna riprodotta qui a fianco: "Mure e porte di Mediolanum" (pubblicata anche in Porte e pusterle di Milano), dove la porta Comasina è indicata col numero 7 (colore rosso). La porta medievale doveva essere collocata circa nel medesimo luogo di quella romana. Nel XVI secolo la porta, con la realizzazione delle nuove mura spagnole perse ogni funzione difensiva e venne abbattuta per fare spazio alle nuove fortificazioni circondanti il Castello Sforzesco. Le sculture che ornavano la porta, una raffigurante la Madonna e l'altra Sant'Ambrogio, sono oggi conservate nel museo del Castello Sforzesco. Dopo l'abbattimento della porta Comasina medievale la sua funzione fu poi svolta da un modesto edificio facilmente confondibile con una qualsiasi abitazione della zona; era posto, sul tracciato delle nuove mura spagnole, più esterno delle precedenti medievali rispetto al centro di Milano, al termine nord della strada che oggi ha il nome di corso Garibaldi. Oltre la porta la strada prosegue, ancora verso nord, con il nome di corso Como, attribuitole con delibera comunale del 1878. Solo nel 1826-27 il modesto edificio venne sostituito dalla monumentale porta che esiste tuttora (ma dal 1860 rinominata Porta Garibaldi), progettata dall'architetto Giacomo Moraglia. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Comasina

Chiesa di San Protaso alle Tenaglie

La chiesa di San Protaso alle Tenaglie, chiamata anche San Protaso in Campo foris, era una chiesa di Milano. Situata nell'attuale via Legnano (in corrispondenza del civico 14) non lontano dall'incrocio con via Anfiteatro, fu demolita nel 1786. L'origine della chiesa è fatta risalire a prima dell'anno 1015 grazie a delle iscrizioni sepolcrali dove si indicava la sepoltura di tale Andrea Martignoni nella chiesa in tane anno: il suo nome "in Campo foris" era dato in quanto situata fuori dalle mura dell'epoca , per distinguerla dalla vicina Chiesa di San Protaso al Castello detta al contrario "in Campo intus" in quanto dentro le mura. La chiesa assunse più tardi, dopo il XVI secolo, il nominativo "alle Tenaglie" per la vicinanza alle tenaglie delle nuove mura spagnole di Milano: nello stesso secolo la chiesa fu completamente ricostruita. Serviliano Latuada descrive la chiesa alla sua epoca con un solo altare, mentre altri due furono tolti nei primi anni del '700 in quanto "la ristringevano ed erano indecenti": i due altari erano dedicati a Sant'Antonio Abate e al santo titolare della chiesa. L'altare maggiore era decorato con una pala d'altare raffigurante Maria Vergine dei Sette Dolori, Santo Antonio Abate e San Protaso. Serviliano Latuada, Descrizione di Milano, vol. 5, Milano, 1738. Lorenzo Sonzogno, Vicende di Milano rammentate dai nomi delle sue contrade, Milano, 1835. Paolo Rotta, Passeggiate storiche, ossia Le chiese di Milano dalla loro origine fino al presente, Milano, 1891. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano Chiesa di San Protaso al Castello