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Stazione di Riminifiera

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Stazione di Rimini Fiera (railway station)
Stazione di Rimini Fiera (railway station)

La stazione di RiminiFiera è una fermata ferroviaria situata sulla linea Bologna-Ancona nel comune di Rimini. Si trova sul territorio della Fiera di Rimini, a pochi metri dall'ingresso principale. La fermata di RiminiFiera venne attivata il 17 gennaio 2004 e inaugurata lo stesso giorno con un treno speciale. Complessivamente l'opera ha comportato un costo di 5,8 milioni di euro, tutti a carico della società che gestisce la fiera. La stazione è formata da tre livelli: un sottopasso che permette l'accesso all'area fieristica vera e propria, salendo si accede al parcheggio, mentre sul livello più alto sono presenti i binari e le banchine. La piattaforma ha una lunghezza di circa 350 metri, con una copertura di una pensilina di 100 metri in acciaio. Sono presenti i seguenti servizi: Sala d'attesa Biglietteria automatica Al 2007, l'impianto risultava frequentato da un traffico giornaliero medio di circa 210 persone. La stazione è classificata da RFI nella categoria bronze. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Riminifiera

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Riminifiera (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Riminifiera
Via Emilia, Rimini

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47922 Rimini
Emilia-Romagna, Italia
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Stazione di Rimini Fiera (railway station)
Stazione di Rimini Fiera (railway station)
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Luoghi vicini

Rimini Fiera
Rimini Fiera

La Fiera di Rimini è il polo fieristico della città di Rimini, gestito dalla società Italian Exhibition Group S.p.A. Completato nel 2001 ed ampliato nel 2017, rappresenta un moderno e funzionale quartiere fieristico, capace di attirare milioni di visitatori ogni anno. È particolarmente attivo nel campo del Travel & Tourism, Technology & Enviroment, Entertainment & Leisure e Hotel & Food Industry. Le prime manifestazioni fieristiche di Rimini si svolsero nel dopoguerra, al Grand Hotel, con esposizioni dedicate al settore alberghiero. Negli anni cinquanta nasce la MAPIR Mostra dell'Artigianato riminese. Tra gli anni sessanta e settanta vengono costruiti i primi padiglioni del vecchio quartiere e costituito (1972) l'Ente Autonomo Fiera di Rimini. Tra gli anni ottanta e novanta vengono costruiti ulteriori padiglioni e all'attività fieristica si affianca quella congressuale. Lo sviluppo del portafoglio manifestazioni, la crescita del tasso d'internazionalità, l'aumento esponenziale di espositori e visitatori apre la strada, nella seconda metà degli anni novanta, al progetto di realizzazione di un nuovo quartiere fieristico da realizzarsi a nord della città e la cui prima pietra viene posata nel giugno 1999. Il nuovo quartiere fieristico verrà costruito a tempo di record e sarà portato a termine nel 2001. I lavori non termineranno, poiché nel 2017 verrà ulteriormente ampliato. L'Ente Autonomo Fiera di Rimini venne trasformato nel 2000 in Rimini Fiera S.p.A. per rivolgersi al mercato interno e a quello internazionale. L'assetto societario di Rimini Fiera S.p.A. vedeva quali soci pubblici Provincia di Rimini, Comune di Rimini e CCIAA, ognuno con il 26,44% delle quote sociali mentre la Regione Emilia-Romagna partecipava col 5,80% delle azioni; il restante 14,88% del capitale era detenuto da soci privati. Nel 2016 Rimini Fiera S.p.A. diviene Italian Exhibition Group S.p.A., a seguito del conferimento in Rimini Fiera S.p.A. dell’azienda condotta da Fiera di Vicenza S.p.A. (ora Vicenza Holding S.p.A.). L’organizzazione e la gestione degli eventi fieristici, nel riminese, è realizzata presso le seguenti strutture: Quartiere Fieristico di Rimini, sito in via Emilia n. 155, Rimini; Palacongressi di Rimini, sito in via della Fiera n. 23, Rimini; Il quartiere fieristico è di proprietà della Capogruppo Italian Exhibition Group S.p.A., il centro congressi di Rimini è condotto in locazione. Progettata dalla GMP di Amburgo, la nuova Fiera di Rimini, varata nel 2001, si estende su un'area complessiva di 460 000 m²: tre diversi ingressi, 168000 m² di superficie utile - 109000 m² di superficie espositiva lorda e 59 000 per servizi - articolata su 16 padiglioni (alti 20 metri, larghi 60, profondi 100; monoplanari, cablati, condizionati, oscurabili, a campata unica, privi di pilastri interni, collegati fra loro tramite un percorso coperto di logge, porticati e fontane). Rimini Fiera dispone di 24 sale convegni fino a 730 posti, business center, sale stampa con centro riversamento televisivo su reti nazionali, due ristoranti, tre free-flow, nove bar, una gelateria e due pizzerie-kebab. Ancora: servizi bancari, assicurativi, di autonoleggio, agenzia viaggi, prenotazioni alberghiere, area shopping, pronto soccorso, nursery. Rimini Fiera è dotata di una stazione ferroviaria interna posta di linea (sulla linea adriatica) dove, in contemporanea con le manifestazioni, fermano ogni giorno numerosi treni; dispone di un terminal bus interno per un accesso diretto a chi arriva con i mezzi pubblici o con i bus dagli alberghi e dall'aeroporto; e di un'elisuperficie con servizio di elitaxi su prenotazione. I parcheggi sono 11 000, attrezzati a camper service e intercollegati tramite servizio navetta. Il quartiere fieristico di Rimini presidia quattro distretti economici (Travel & Tourism, Technology & Enviroment, Entertainment & Leisure e Hotel & Food Industry) con manifestazioni ad alta specializzazione (35 tra annuali e biennali, 11 delle quali con la qualifica di internazionale e per la maggior parte organizzate direttamente). Le principali manifestazioni sono: Sigep: Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianali e Caffè. Nel 2023 si terrà la 44ª edizione. Beer&Food Attraction, per gli operatori dell’Out of Home (bar, pizzerie, birrerie, ristorante) nel 2023 verrà abbinata al Sigep. ABTech expo: per gli operatori inerenti alla produzione di materie prime, agenti e additivi, tecnologie di produzione e di processo, tecnologie di imbottigliamento e riempimento, tecnologie packaging, contenitori, materiali per l’imballo, sistemi di chiusura e logistica. RiminiWellness: tra le più grandi kermesse al mondo dedicata a fitness, benessere, business, sport, cultura fisica e sana alimentazione. Un evento che racchiude tutte le maggiori aziende dell'universo wellness: dai produttori di macchine per l'attività fisica alle palestre, le scuole e le associazioni di categoria, ai cultori del fisico, passando per le SPA del relax, le scienze riabilitative, la danza, ma anche il turismo e il design. Expodental meeting: La fiera espone attrezzature e materiali per odontoiatria e odontotecnica e offre una serie di corsi ECM ai professionisti che partecipano all’evento. Meeting per l’amicizia tra i popoli: una manifestazione organizzata dal movimento ecclesiale cattolico di Comunione e Liberazione. Macfrut: per gli operatori ortofrutticoli. Fieravicola: una mostra internazionale di avicoltura e cunicoltura (un tempo tenuta a Forlì) Enada: manifestazione dedicata agli operatori nel sud Europa e nell’area mediterranea per il settore gaming Tecnargilla: Salone Internazionale delle Tecnologie e delle Forniture all'Industria Ceramica e del Laterizio Superfaces: è la manifestazione dedicata ai materiali innovativi per l’interior, rivestimenti, pannelli e pavimentazioni e per il design e l’architettura. TTG, travel experience: Fiera Internazionale del Turismo SIA HOSPITALITY DESIGN: Salone Internazionale dell'Accoglienza SUN BEACH & OUTDOOR STYLE: Salone Internazionale dell'Esterno. Progettazione, Arredamento, Accessori. ECOMONDO: Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile per l'innovazione tecnologica e industriale dell'economia circolare. KEY ENERGY: Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile per la decarbonizzazione dell'economia. Il nuovo Palacongressi di Rimini sorge dove un tempo si trovava il vecchio quartiere fieristico riminese. Progettato dalla GMP di Amburgo e costruito ex novo dalla Società del Palazzo dei Congressi di Rimini sorge su un'area di 38.000 metri quadri e ha una capienza complessiva di 9 300 posti. Completano la struttura un'area servizi, ristoranti e centri di ristoro e un sistema di 500 parcheggi interrati. La contestualizzazione di Rimini Fiera in un territorio caratterizzato da una vastissima offerta alberghiera, culturale, di leisure ne fanno il partner per eccellenza della clientela d'affari, come dei grandi eventi per il pubblico. La facile raggiungibilità del quartiere rappresenta un plus per aziende e pubblico. L'aeroporto internazionale "Federico Fellini" è collegato con voli quotidiani con Roma e con le principali capitali europee. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rimini Fiera Sito ufficiale, su riminifiera.it. Sito ufficiale del gruppo Italian Exhibition group, su iegexpo.it. Sito del Palacongressi, su riminipalacongressi.it.

Stadio dei Pirati
Stadio dei Pirati

Lo Stadio dei Pirati è lo stadio di baseball della città di Rimini. Di proprietà del Comune di Rimini, lo stadio è situato nei pressi di via Circonvallazione Nuova e via Circonvallazione Ovest, sulla sponda sinistra del fiume Marecchia. Adiacenti al campo principale sono presenti altri due campi più piccoli, dedicati alle attività giovanili. La sua inaugurazione risale all'anno 1973: da allora iniziò infatti ad essere la sede abituale degli incontri casalinghi dei Pirati, ovvero la squadra del Rimini Baseball Club che si apprestava a diventare protagonista nel panorama del baseball nazionale e continentale. Grazie anche all'intervento di Cesare "Rino" Zangheri, storico patron del Rimini Baseball, furono eseguiti alcuni importanti interventi, tra i quali la realizzazione di nuove tribune e dell'impianto di illuminazione. Questi lavori permisero allo stadio di essere (insieme a Bologna e Parma) sede nel 1978 del primo campionato mondiale di baseball che si sia disputato in Italia. Durante questa manifestazione, la sfida riminese tra Italia e Stati Uniti ha attirato un pubblico stimata tra le 8 e le 10.000 persone. Successivamente, la struttura è stata nuovamente designata per ospitare partite di altri due campionati mondiali, rispettivamente nelle edizioni del 1988 e del 1998. Per questa ragione, in passato lo stadio aveva assunto la denominazione di Mondiale. Nel corso dei decenni, su questo campo hanno giocato i migliori giocatori del baseball italiano. Sotto la presidenza di Zangheri, infatti, il Rimini Baseball riuscì a vincere 13 scudetti, oltre che 3 Coppe dei Campioni in campo europeo. Zangheri, ottantacinquenne, ha ceduto la società prima della stagione 2018, ma dopo una sola annata la nuova proprietà non ha più iscritto la squadra ad alcun campionato FIBS. Negli anni immediatamente seguenti, la gestione dello stadio è stata oggetto di una battaglia legale tra la proprietà del club e il comune di Rimini. Lo Stadio dei Pirati è tornato ad ospitare gare di Serie A in occasione della stagione 2022, quando la risoluzione di alcune questioni burocratiche ha permesso al New Rimini (società al suo secondo anno di esistenza composta prevalentemente da giovani giocatori locali) di giocare qui per la prima volta, dopo un anno di "esilio" a Riccione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio dei Pirati

Viserba
Viserba

Viserba è la più importante frazione a nord di Rimini. Situata sulla costa del mare Adriatico, conta 8 556 abitanti. Situata a 4,07 km a nord dal centro storico di Rimini, Viserba si sviluppa principalmente lungo il litorale con una lunghezza complessiva di 3 km, in una zona pianeggiante divisa in "Viserba mare" e "Viserba monte". A nord-ovest confina con Viserbella, a sud-est con Rivabella, mentre nell'entroterra con San Martino in Riparotta; sono tutte frazioni di Rimini. In seguito alla costruzione della consolare Popilia (132 a.C.), oggi nota come via Romea, la zona, bonificata dagli acquitrini, fu suddivisa con il sistema della centuriazione, particolarmente adatta per gli ortaggi, grazie al terreno alluvionale prodotto dalle esondazioni del vicino fiume Marecchia, nonché per la presenza di alcune fonti superficiali. Da qui una possibile origine della denominazione, ovvero da vis herbae, per l'abbondanza, rigogliosità e vigore dell'erba, o dal carro chiamato veherba, ossia “trasportatore di erba”, usato per i mercati di erbe locali. Con la crisi dell'impero Romano, le invasioni barbariche crearono grandi difficoltà agli insediamenti, come per la coltivazione. La zona ritornò lentamente a carattere acquitrinoso, sia per il progressivo abbandono della manutenzione dei campi e della rete idrografica (cura degli argini, dei canali, ecc.), sia per l'aumento della piovosità, culminato nel X secolo col cambio dell'alveo del Marecchia, il quale produsse un ramo che sfociava sulla spiaggia di Viserba. La zona fu ribonificata dai monaci benedettini della Basilica di San Vitale a Ravenna. Forse a questo periodo è da attribuire l'ultima possibile origine del toponimo, ovvero fundus viserbae, nel senso di via acerba, cioè una strada aspra, difficoltosa. La denominazione della locale fonte Sacramora è dovuta al presunto luogo di ritrovamento (Sacra dimora) del corpo di San Giuliano Martire. Nel XII secolo, lungo la strada della Sacramora si correva il palio per onorare San Giuliano. Secondo il regolamento, contenuto nel codice Torsani (in cui, nel XV secolo, furono trascritti gli statuti trecenteschi di Rimini), il 22 giugno (giorno della sua festa) l'ufficialità municipale si recava a pregare nel relativo Santuario; successivamente si teneva il palio, per il quale i cavalli correvano dal ponte di Viserba a piazza Tre martiri, dove vi era il traguardo, posto dalla parte di Porta S. Genesio (arco d’Augusto), circa all'altezza della chiesa dei Paolotti. Un rilevante complesso di archeologia industriale fu la Corderia, già attiva nel XIX secolo, vasto opificio che utilizzava le acque della Fossa Viserba. Tra il 1840 e il 1850 fu realizzato un impianto di pillatura per il riso azionato da un mulino idraulico. Poco dopo il 1870, con l'aggiunta di un capannone di 240 metri, la struttura fu adattata per la torcitura della canapa. L'approvazione del piano particolareggiato nel 2011 ha permesso la demolizione della corderia nel 2016 e la conversione dell'area a edilizia residenziale e a verde attrezzato a partire dal 2022. Attorno al 1885, l'ingegnere bolognese Giambattista Bavassano, compresi alcuni capomastri della zona (fra i quali il costruttore riminese Sante Polazzi), cominciano a intravedere la possibilità di sfruttare la crescente diffusione della talassoterapia (il primo stabilimento balneare, a Rimini, fu aperto nel 1848) e della villeggiatura litoranea, iniziando a costruire villini per la facoltosa ed emergente borghesia, e facendosi promotori dello sviluppo urbanistico e viario, tuttora esistente, tra via della Sacramora e il nuovo tracciato della Romea (più a nord). Tra i villini si ricorda quello edificato nel 1892 da Luigi Graziosi, di Santarcangelo, che funse da prototipo per l'architettura gentilizia della zona litoranea. Nel 1909, a Viserba fu costruita una stazione ferroviaria, ubicata sulla linea Rimini-Ravenna-Ferrara, costruita a partire dal 1889, la quale diede un ulteriore impulso allo sviluppo del luogo, nel frattempo impreziositosi di diversi villini. Sopravvissuta è Villa Bonci, residenza del grande tenore cesenate Alessandro Bonci, rivale del celebre Enrico Caruso. In aggiunta alla chiesa di Santa Maria Vergine, a Viserba monte, e della chiesa di San Vicinio, nel 1908, in luogo di una vecchia cappella (alle dipendenze del parroco della vicina San Martino in Riparotta), si iniziò la costruzione della chiesa di Santa Maria a Mare, la cui edificazione, su disegno dell'ing. Ballarini, fu portata a termine nel 1910, per poi essere espansa dall'architetto Meloncelli nel 1929. La nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria in Viserba Mare voluta dall'allora parroco don Antonio Fillini e realizzata dall'architetto Luigi Fonti tra il 1968 e il 1971, è sorta sull'area della precedente chiesa e contiene diverse opere a smalto e a sbalzo su rame di Ettore Paganini. L'edificio è dominato da una grande cuspide piramidale e base quadrata in cemento armato che funge da campanile, e sovrasta la chiesa a pianta rettangolare. Nel 1881 Viserba contava 796 abitanti, dei quali 86 nel borgo posto lungo la consolare Romea, e i restanti sparsi nelle campagne. Nel 1936 erano già 3150 e nel 1950 divennero 5 123. Il numero degli abitanti, 8 556 nel 2010, sale a 9 937 considerando anche la zona artigianale Viserba monte, e a 18 886, in un'area di 4,78 km², comprendendo le frazioni Rivabella, Viserbella, San Martino in Riparotta, Orsoleto e Case nuove. Viserba è servita dalla stazione di Rimini Viserba, situata sulla linea Ferrara-Rimini, inaugurata nella seconda metà dell'Ottocento. Nel 2011 si è svolta una raccolta firme per indire un referendum sulla separazione di Viserba da Rimini, quale Comune autonomo. Delle 5.000 firme necessarie ne sono state raccolte 4.908. Nella disciplina basket, Viserba è rappresentata dalla Pallacanestro Taz Viserba, società amatoriale fondata nel 2002, partecipante al Campionato amatoriale NBU organizzato dalla Uisp Rimini. A livello pallavolistico, la squadra femminile di rappresentanza è la Greenline Pretelli Viserba, promossa per la prima volta in A2 nel campionato 2012/2013. Il 21 maggio 2015 nasce ufficialmente la società di calcio a 5 A.S.D. Solaris Viserba Futsal], che partecipa per la prima volta nell'anno 2014/2015 al campionato FIGC di serie D. Viserba è la città natale di Marco Bezzecchi, pilota del campionato mondiale MotoGP con il team Mooney VR46 Racing Team. Stazione di Rimini Viserba Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Viserba Riviera di Rimini informazioni turistiche Associazione Ippocampo laboratorio umano delle memorie

Italia in miniatura
Italia in miniatura

Italia in miniatura è un parco in miniatura situato nel comune di Rimini, nel quartiere di Viserbella. Fondato nel 1970 da Ivo Rambaldi, dal 2020 è di proprietà della Costa Edutainment (che possiede inoltre l'Aquafan e l'Oltremare di Riccione). L'area centrale del parco ospita oltre 270 riproduzioni in scala di monumenti, chiese, palazzi e piazze italiane ed è immersa in un paesaggio naturale in scala costituito da cinquemila veri alberi in miniatura. Attorno al nucleo sono presenti numerose attrazioni meccaniche e tematiche. La superficie complessiva del parco è di 85.000 m². Il parco, che dalla sua inaugurazione fino a tutto il 2019 è stato di proprietà della famiglia Rambaldi, totalizza 500 000 ingressi annui. La stagione di apertura al pubblico va dal mese di marzo all'inizio di novembre. Italia in miniatura è membro International Association of Miniature Parks (IAMP), l'associazione internazionale che riunisce i parchi in miniatura di tutto il mondo. Italia in miniatura fu fondata nel 1970 da Ivo Rambaldi, imprenditore nel settore dei termosanitari, ispirato dalla visita di un parco in miniatura compiuta all'estero. Parchi in miniatura erano stati aperti sin dal primo Novecento, e dagli anni 1930 si erano affermati in Europa come attrazioni turistiche. Tra i primi esempi Bekonscot in Inghilterra e Madurodam nei Paesi Bassi vicino all'Aia. Il primo monumento a vedere la luce fu la basilica di Sant'Apollinare in Classe di Ravenna, in omaggio alla città di nascita di Rambaldi. I lavori iniziarono alla fine del 1967 e dopo tre anni di lavoro e una spesa di 300 milioni di lire, il 4 luglio 1970 "Italia in miniatura" apriva al pubblico, esponendo le prime 50 miniature collocate su una superficie complessiva di 20.000 m². Il successo del parco e il numero crescente dei visitatori rese necessario un ampliamento, dapprima allo scopo di aumentare la superficie visitabile e introdurre nuove attrazioni, successivamente per estendere ulteriormente la tematizzazione del parco non solo alla geografia e all'architettura italiana, ma anche alle fiabe e agli stili di vita degli italiani. Italia in miniatura prende il nome dal nucleo originale del parco: una riproduzione della penisola italiana, sulla quale sono installate 253 miniature dei più noti monumenti, palazzi e chiese italiane, meticolosamente riprodotte in scala e rappresentanti tutte le regioni italiane. Le miniature sono circondate da un paesaggio di colline, fiumi, laghi, mari e ferrovie elettriche in scala funzionanti, fra oltre 5000 veri alberi in miniatura, che rispecchiano la distribuzione della flora italiana. A margine dell'Italia in miniatura esiste un'area più piccola dedicata all'Europa in miniatura, nella quale trovano posto venti monumenti in rappresentanza di tredici paesi europei. Nel 2012, in occasione del centenario dalla morte di Giovanni Pascoli, è stata aggiunta la miniatura n. 273 del parco, rappresentante la casa natale del poeta romagnolo. Tra le attrazioni presenti nel parco si contano una torre panoramica (mongolfiere), una piccola valle preistorica, una monorotaia a trazione elettrica che percorre il perimetro del parco, una simulazione della discesa delle rapide di un fiume su canoe (fino al 2017, dal 2018 prende il nome di Vecchia segheria subendo un completo restyling), Pinocchio, la riproduzione di una parte della città di Venezia in scala 1:5, un'area realizzata per ospitare spettacoli ed eventi, un padiglione dedicato alla comprensione di scienza e tecnologia, lo sling shot chiuso nel 2016, la scuola guida interattiva, la riproduzione della rocca Malatestiana di Rimini in scala 1:3, un'area dedicata ai videogiochi ma rimossa nel 2017, un'area riservata ai pappagalli e You Mini un'attrazione che permette di ottenere riproduzioni in scala delle persone. La mascotte del parco si chiama Emme e rappresenta un extraterrestre di color verde atterrato sulla Terra con la missione di studiare l'Italia e raccontarne le meraviglie. Emme è presente anche nelle strisce a fumetti The M-Files prodotte dal parco e disegnate da Alfredo Boschini e sulla comunicazione rivolta ai target più giovani. Rimini Rimini, film di Sergio Corbucci (1987) con Jerry Calà, Paolo Villaggio, Andrea Roncato, Gigi Sammarchi, Maurizio Micheli, Serena Grandi, Eleonora Brigliadori, Laura Antonelli. Da zero a dieci, film di Luciano Ligabue (2002) con Pierfrancesco Favino ed Elisabetta Cavallotti. Io & Marilyn, di Leonardo Pieraccioni (2009) con Leonardo Pieraccioni, Barbara Tabita, Massimo Ceccherini, Luca Laurenti, Francesco Guccini. Italy: Love It, or Leave It, documentario di Gustav Hofer e Luca Ragazzi (2011) Sigle di trasmissioni e collegamenti con vari programmi Rai e Mediaset sono stati realizzati al parco: Ma che sera (sigla: Tanti Auguri, di Raffaella Carrà) (Rai Uno 1978), Su le mani, con Carlo Conti e Pupo (Rai 2 1996), Melaverde (con Edoardo Raspelli e Gabriella Carlucci, puntata, Rete4, 2005), Occhio alla spesa (con Alessandro di Pietro, puntata, Rai 1, 2006), Quelli che il calcio (con Simona Ventura e Roberto Giacobbo, collegamento, Rai 2, 2007), Luce alle stelle (sigla di Rai2 notte, 2010), Lo show dei record (condotto da Gerry Scotti, puntata, Canale 5, 2011), Ciak, si canta! (Clip di Matilde Brandi, Rai Uno, 2011) e Il viaggio (documentario di Pippo Baudo, Rai Tre, 2012). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Italia in miniatura [1] Sito web ufficiale Italia in miniatura [2] Sito web del luna park della Scienza [3] Sling Shot

Cimitero monumentale di Rimini
Cimitero monumentale di Rimini

Il cimitero monumentale di Rimini, o cimitero civico di Rimini, è il principale cimitero della città di Rimini, nella regione dell'Emilia-Romagna, nord Italia. Consacrato nel 1813, il Cimitero Monumentale di Rimini è il luogo di riposo finale di diverse figure riminesi di spicco, tra cui il noto regista Federico Fellini. Il 12 giugno 1804, Napoleone Bonaparte promulgò l'Editto di Saint-Cloud, che decretava che i cimiteri dovessero essere collocati fuori dalle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, con tombe simili in maniera egualitaria. L'editto era motivato da preoccupazioni di igiene pubblica e da un interesse per l'egualitarismo nella morte. Il 5 settembre 1806, l'Editto sulla Polizia Medica estese le disposizioni dell'Editto di Saint-Cloud all'Italia napoleonica, provocando un dibattito pubblico che portò notevolmente alla pubblicazione del poema di Ugo Foscolo Dei sepolcri (1807). Rimini era da tempo abituata a sepolture nelle chiese o nei loro chiostri, con sedici chiese cittadine che avevano un cimitero di qualche tipo. Il più grande cimitero circondava il Tempio malatestiano, e c'era un cimitero ebraico fuori dalla Porta Montanara. Il comune di Rimini considerò l'idea di collocare il nuovo cimitero sulla collina di Covignano, al Santuario di Santa Maria delle Grazie, ma la proposta non fu popolare. Un'altra posizione proposta fu nell'area della Colonnella. Entro il marzo 1808, fu deciso di collocare il cimitero nell'area delle Celle. La località era stata utilizzata per sepolture per secoli: il suo nome derivava da un oratorio che era stato incaricato fin dal XII secolo della sepoltura dei prigionieri giustiziati, i quali sarebbero stati esposti per massima esposizione presso il bivio delle antiche strade romane via Emilia e via Popilia. Il comune acquistò cinque appezzamenti di terreno agricolo, formando un'area quadrata di terreno paludoso. L'area fu drenata, circondata da un muro e sopra l'arco d'ingresso fu inciso: "Ahi! misero teatro! ahi! fasto umano!". Il cimitero fu consacrato il 28 maggio 1813 da Gualfardo Ridolfi, vescovo di Rimini. La prima sepoltura fu quella di Giuseppe Receputi, un bambino di 25 giorni, il 3 giugno 1813. Il forno crematorio del cimitero fu inaugurato il 19 aprile 2016 e iniziò l'operatività il 21 luglio 2016 insieme a una sala del commiato. Nel gennaio 2019, il cimitero aveva quasi 1.500 posti di sepoltura disponibili, il numero più alto per qualsiasi cimitero a Rimini, seguito da Santa Maria in Cerreto con 226 posti. Il cimitero contiene viali alberati e diverse cappelle nobiliari. I suoi sentieri sono pavimentati in cubi di porfido levigato a martellina. La piazza subito all'interno delle mura del cimitero presenta due triangoli di porfido levigato divisi da una diagonale. A sud, il cimitero è delimitato dalla ferrovia Bologna–Ancona, cosa che ha portato Federico Fellini a descriverlo come uno dei "luoghi meno tetri della città, grazie alla gioiosa presenza del treno che passa nelle vicinanze". Su commissione del comune di Rimini,, Arnaldo Pomodoro ha scolpito il monumento funebre di Fellini all'ingresso del cimitero. Conosciuto come La grande prua, il monumento è un doppio triangolo di bronzo invertito, fissato per un punto stretto al suolo. Prende la forma di una prua di nave sopra un bacino d'acqua, verso il quale l'acqua viene incanalata dal monumento stesso, con il sistema idrico gestito da una stanza tecnica sotterranea. Nelle parole di Matteo Sintini, architetto, la struttura conferisce un drammatico "impulso di verticalità". Il monumento è ispirato ai temi nautici nei film di Fellini Amarcord (1973), ambientato a Rimini, e E la nave va (1983), e descritto da Pomodoro come "tagli[ante] un percorso ideale attraverso la terra, l'acqua, l'aria: per me, rappresenta la grandezza e la vera gloria del lavoro di Fellini". Fellini è sepolto con sua moglie, l'attrice Giulietta Masina, e il loro figlio Pierfederico, morto pochi giorni dopo la nascita. Nel novembre 2019, il bacino d'acqua è stato danneggiato dopo che un uomo di 80 anni di Riccione ha schiantato la sua auto contro il monumento. monumento è stato restaurato nel 2023 dalla Fondazione Pomodoro, con la rimozione delle parti ossidate e il ripristino della patina. Nel gennaio 2020, l'unica copia conosciuta del monumento è stata installata in Piazzetta Lorenzetti, nella località sciistica di Madonna di Campiglio. Il momento funebre di René Gruau consiste in un mosaico con il volto stilizzato di una donna su un cerchio di marmo bianco, con una stele di bronzo che emerge verticalmente dal marmo, contenente la firma di Gruau e sormontata da un asterisco. Il monumento, progettato dall'architetto Pier Luigi Foschi e dall'artista Vittorio d'Augusta, si trova all'ingresso del cimitero, in simmetria con La grande prua. Le ceneri di Gruau e di suo figlio sono state inaugurate dietro al monumento il 31 marzo 2009, dopo essere state precedentemente sepolte in un'altra locazione del cimitero. Svelato nel settembre 2015, il monumento funebre del fotografo riminese Marco Pesaresi è stato progettato da Jader Bonfiglioli, e consiste in un sarcofago di grezze lastre di travertino naturale, su cui si trova una croce di acciaio con un foglio di Plexiglass sull'arto sinistro come simbolo della Sacra Sindone. Pesaresi non è sepolto al cimitero: le sue ceneri sono state sperse nel mare Adriatico. Sulla tomba di Renzo Pasolini sono collocati il casco da motociclista e alcune testimonianze delle sue vittorie. Sulla tomba del sacerdote Giuseppe Maioli si trova una scultura in marmo di Paola Ceccarelli di un uomo con le braccia distese, ispirata a un disegno di Maioli nel giorno della sua ordinazione. Nel settembre 2022 è stata svelata una stele dedicata all'attrice Clara Calamai dietro La grande prua. Amintore Galli (1845–1919), editore musicale, musicologo e compositore Piero Guardigli Bagli (1898–1946), pittore e scultore Marina Polazzi (1892–1965), soprano d'opera Renzo Pasolini (1938–73), pilota di moto Gran Premio Federico Fellini (1920–93), regista Giulietta Masina (1921–94), attrice e moglie di Fellini Vincenzo Muccioli (1934-1995), imprenditore e fondatore della Comunità di San Patrignano Margherita Zoebeli (1912–96), educatore e pedagogista Clara Calamai (1915–98), attrice René Gruau (1909–2004), illustratore di moda Oreste Benzi (1926–2007), sacerdote e fondatore della Associazione comunità Papa Giovanni XXIII Amedeo Montemaggi (1923–2011), storico della Linea Gotica Giuseppe Maioli (1947–2016), sacerdote cattolico associato a Comunione e Liberazione Sergio Zavoli (1923–2020), giornalista documentarista e sportivo e senatore

Ausa (torrente)
Ausa (torrente)

Il torrente Ausa (Ëuṡa in romagnolo) nasce alle pendici del monte Titano, dov'è conosciuto come Fosso della Flocca nei pressi di Cà Melone nel castello di Borgo Maggiore, e si sviluppa per una lunghezza di 17,2 km. Il corso dell'Ausa coinvolge nella Provincia di Rimini i comuni di Coriano e Rimini, mentre nella Repubblica di San Marino coinvolge i castelli di Serravalle, Domagnano e Borgo Maggiore. In origine l'Ausa tagliava in due la città di Rimini, passando a fianco delle mura del centro storico. Tra il 1967 e il 1972, per motivi di comodità, il suo tratto terminale fu deviato tramite un canale in cemento, facendolo confluire nel fiume Marecchia. Dalle fotografie aeree si può facilmente intuire l'originario percorso del torrente, grazie alla vegetazione cresciuta sulle sue sponde ancora presente. Il punto d'interruzione e deviazione dell'Ausa si trova a circa 500 m a sud del casello autostradale dell'Autostrada Adriatica Rimini sud, mentre il suo ingresso nel Marecchia avviene circa 2 km prima della foce di quest'ultimo, in corrispondenza del parco XXV aprile, proprio nel punto in cui anche il Marecchia è stato deviato dalla sua posizione originaria. Oggi l'ex letto del torrente è diventato un percorso ciclo-pedonale, i ponti fungono da sottopassi e la scia di vegetazione che attraversa la città è un lungo parco che assume nomi diversi nei vari tratti. Laddove l'Ausa sfociava nel mar Adriatico, l'estuario è ancora presente, ma è stato tombinato e trasformato in uno scarico a mare di acque meteoriche dell'impianto fognario. L'Ausa è un corso d'acqua a spiccate caratteristiche torrentizie e può essere senz'altro considerato quello con le caratteristiche qualitative peggiori tra tutti i corsi d'acqua che interessano il territorio della Provincia di Rimini, fungendo, per il tratto che attraversa San Marino, come una vera e propria fognatura a cielo aperto. Il massimo inquinamento lo si riscontra nelle zone più a monte (SS 72), in quanto l'acqua fluita è principalmente rappresentata dalla sommatoria degli scarichi riversati nel corpo idrico. Più a valle, la situazione, pur restando critica, migliora per gli apporti di scarichi meno inquinanti. Si ritiene che il torrente Ausa debba essere tenuto sotto particolare osservazione durante le normali uscite di vigilanza, soprattutto nei punti di più facile accesso come il ponte sulla via Marecchiese e il ponticello in prossimità della confluenza nel Marecchia, all'interno del parco XXV aprile; questo tratto, canalizzato e cementificato, ha infatti perso qualsiasi capacità di autodepurazione ed è un potenziale veicolo d'inquinamento. Bacino Idrografico del Fiume Marecchia - Sottobacino del Torrente Ausa su agricoltura.provincia.rimini.it (PDF), su agricoltura.provincia.rimini.it. URL consultato il 28 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2014).

Provincia di Rimini
Provincia di Rimini

La provincia di Rimini è una provincia italiana dell'Emilia-Romagna di 340 423 abitanti avente come capoluogo Rimini. È la provincia dell'Italia settentrionale situata più a sud. Confina a sud con le Marche (provincia di Pesaro e Urbino) e con la Repubblica di San Marino, a est con il Mar Adriatico, a nord con la provincia di Forlì-Cesena, a ovest con la Toscana (provincia di Arezzo). La provincia di Rimini è stata istituita sulla carta nel 1992, distaccandosi dal territorio dell'allora provincia di Forlì che diventava nello stesso momento provincia di Forlì-Cesena. Le prime elezioni e l'entrata in carica del primo consiglio provinciale sono avvenute nel 1995. Nel 2009 si è ingrandita inglobando sette comuni dell'Alta Valmarecchia: Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello, precedentemente compresi nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino, nella regione Marche. Dopo un referendum locale, il parlamento ha dato via libera al passaggio di regione dalle Marche all'Emilia-Romagna. Nel 2021 dopo un lungo iter parlamentare analogo a quello condotto dai comuni dell'Alta Valmarecchia anche i comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio sono entrati a far parte della provincia di Rimini. Territorio di lunga tradizione turistica, la provincia di Rimini è celebre per le località balneari della Riviera romagnola di Rimini, Riccione, Cattolica, Bellaria-Igea Marina e Misano Adriatico che si estendono lungo i suoi 30 km di costa lungo il Mare Adriatico. La provincia circonda anche un'enclave, quella toscana di Ca' Raffaello. Il territorio provinciale di Rimini, delimitato parzialmente a nord dal corso del torrente Uso, che lo divide dalla provincia di Forlì-Cesena e a sud dal torrente Tavollo, che lo separa dalle Marche (provincia di Pesaro-Urbino), si compone di cinque aree morfologicamente e paesaggisticamente omogenee. Il settore nord-orientale della provincia, costituito dall'estrema parte meridionale della Pianura Padana (tra i comuni di Rimini, Bellaria-Igea Marina e Santarcangelo di Romagna) è prevalentemente agricolo, anche se notevolmente trasformato dalla presenza di insediamenti residenziali (Santarcangelo, San Vito, Santa Giustina, Orsoleto), aree produttive (Santarcangelo e Rimini Nord), poli commerciali (Rimini Nord), infrastrutture stradali e ferroviarie (SS 9 Via Emilia, Autostrada A14, ferrovia Bologna-Ancona). Lungo il Mare Adriatico, che rappresenta il limite orientale del territorio provinciale, si estende una lunga e stretta fascia litoranea pianeggiante, interamente occupata dalla conurbazione costiera della Riviera romagnola, estesa senza soluzione di continuità da Cervia a Gabicce Mare. Il principale centro di questa conurbazione, nonché della provincia, è la città di Rimini, che rappresenta anche il maggiore snodo di comunicazioni verso le altre città della Pianura Padana e verso l'entroterra. La costa sabbiosa è particolarmente bassa ed è caratterizzata da una spiaggia molto ampia. La gran parte dei settori occidentali e meridionali della provincia (esclusa la zona costiera) è costituita da rilievi collinari, progressivamente più alti verso l'entroterra. Le due valli principali – quelle del Marecchia e del Conca – presentano caratteri molto differenti. La prima è caratterizzata da una serie di formazioni rocciose aspre e dirupate (gli speroni di Torriana, Montebello, Saiano, Verucchio, San Leo, Pietracuta e, fuori dal territorio provinciale, il Monte Titano, su cui sorge la capitale della Repubblica di San Marino), mentre il paesaggio della Valconca è costituito da colline basse e dal profilo più dolce. La porzione più sud-occidentale della provincia, corrispondente all'alta Valmarecchia e all'alta Valconca, comprende infine alcuni rilievi montuosi dell'Appennino tosco-romagnolo, con il massiccio del Monte Carpegna (1415 m) che divide le due vallate sopracitate e rappresenta anche la cima più elevata dell'intera provincia. In questa area, che presenta una bassa densità di popolazione e una relativamente modesta antropizzazione, il paesaggio agrario è limitato, e lascia spazio a pascoli e boschi misti di latifoglie decidue. La provincia di Rimini è percorsa da sette fiumi e torrenti: l'Uso, il Marecchia, l'Ausa, il Marano, il Conca, il Ventena e il Tavollo. Il fiume principale è il Marecchia, che nasce dalle sorgenti dell'Alpe della Luna, in provincia di Arezzo, e scorre per circa 70 km sfociando nel Mare Adriatico presso la città di Rimini. I torrenti Ausa e Marano nascono nella Repubblica di San Marino. Sul territorio provinciale non sono presenti laghi naturali di particolare importanza; l'unico invaso artificiale di rilevanti dimensioni è il bacino del Conca, costruito lungo il corso dell'omonimo torrente a ridosso del tracciato dell'autostrada A14 tra i comuni di Misano Adriatico e San Giovanni in Marignano. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 20 febbraio 1996: L'immagine dell'imbarcazione si ispira a un bassorilievo di Agostino di Duccio presente nel Tempio malatestiano di Rimini. Il gonfalone è un drappo in colore bianco. La provincia di Rimini è servita dall'Autostrada A14 Adriatica, attraverso quattro caselli: Rimini Nord, Rimini Sud, Riccione e Cattolica. I collegamenti con il resto della penisola sono garantiti anche da tre strade statali (la SS9 Via Emilia, diretta a Milano; la SS16 Adriatica, che conduce a Padova a nord e a Otranto a sud; la Strada statale 258 Marecchia, che conduce a Sansepolcro, dove si collega con la Strada europea E45), mentre la vicina Repubblica di San Marino è raggiungibile attraverso la SS72, che oltre il confine di stato assume la denominazione di Superstrada di San Marino. La provincia di Rimini è servita da due linee ferroviarie: la ferrovia Bologna-Ancona e la ferrovia regionale Ferrara-Rimini. L'unica stazione di diramazione del territorio provinciale, nonché la maggiore per flusso di passeggeri annuo, è la stazione di Rimini gestita da RFI. Le altre sono le stazioni di Bellaria, Cattolica-San Giovanni-Gabicce, Misano Adriatico, Riccione, Rimini Miramare, RiminiFiera e Santarcangelo di Romagna. Infine ci sono le altre stazioni della provincia – Igea Marina e le due stazioni secondarie del capoluogo sulla linea Ferrara-Rimini (Rimini Viserba e Rimini Torre Pedrera). Appartengono alla provincia di Rimini i seguenti 27 comuni: L'Alta Valmarecchia fece parte fino al 1796 della Legazione di Romagna (Stato Pontificio), ma fu annessa alla delegazione di Urbino e Pesaro con motu proprio di Pio VII il 6 luglio 1816. Con la fine del potere temporale della Santa Sede (1859), il territorio passò alla provincia di Pesaro (la provincia di Pesaro e Urbino è nata l'anno successivo); tale assetto rimase inalterato fino al 2009 quando, in seguito a diversi referendum popolari, i sette comuni dell'alta Valmarecchia votarono la ricongiunzione con il territorio riminese. In quell'anno l'alta Valmarecchia è entrata a far parte della provincia di Rimini e della regione Emilia-Romagna. Le Marche hanno interposto ricorso alla Corte costituzionale, ma esso è stato ritenuto infondato nel luglio 2010. Anche quattro comuni della valle del Conca hanno promosso referendum per l'aggregazione alla provincia di Rimini: Montecopiolo, Sassofeltrio, Monte Grimano Terme e Mercatino Conca, ma solo nei primi due è stato raggiunto il quorum con esito positivo. Sant'Agata Feltria è anche comune onorario della città metropolitana di Genova. Il 25 maggio 2021 si è concluso al Senato della Repubblica un lungo iter legislativo durato 14 anni che ha portato all'approvazione definitiva del disegno di legge di aggregazione dei comuni di Sassofeltrio e Montecopiolo alla provincia di Rimini, in Emilia-Romagna. La legge è entrata in vigore il giorno successivo rispetto alla data di pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il 17 giugno 2021. Di seguito sono riportati i comuni superiori ai 10 000 abitanti ordinati per popolazione: Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su provincia di Rimini Sito ufficiale, su provincia.rimini.it. Rìmini (provincia), su sapere.it, De Agostini. Legge 3 agosto 2009, n. 117, in materia di "Distacco di comuni dalle Marche all'Emilia-Romagna"

Chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa
Chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa

La chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa, nota anche come chiesa del Crocefisso, è una chiesa sconsacrata sita a Rimini, piccola architettura superstite fra gli edifici religiosi del XIII secolo. Sembra che la chiesa sia stata voluta nel 1253 da Benno, iudex riminese. Grazie alla sua donazione, alla licenza concessa dal Vescovo Giacomo di Rimini e dal pontefice Innocenzo IV, venne fondato un piccolo monastero femminile damianita detto di Mirasole, trasferito solo pochi anni dopo nel centro storico della città. Il titolo di chiesa e di parrocchia di S. Andrea dell'Ausa viene assegnato al complesso nel 1952 dopo che l'originaria chiesa di S. Andrea, molto più antica e ubicata vicino all'attuale chiesa di San Gaudenzo, venne a trovarsi in condizione di rudere. Si ricorda inoltre che nel 1547 era stato collocato un grande crocefisso ligneo in una celletta esterna alla chiesa, da cui l'appellativo di Chiesa del Crocefisso. La chiesa e i suoi annessi furono pesantemente danneggiati in seguito al terremoto del 1786, Giuseppe Valadier nelle sue perizie ci fa sapere che la chiesa, dotata altari, necessita dell'inserimento di una "Chiave di ferro nel muro della facciata. Nel 1834 fu costruita un'ampia cappella a sinistra dell'entrata della chiesa per custodire un antico crocefisso ritrovato e donato dai fratelli Barbieri. Nel 1911 la facciata della chiesa venne ristrutturata trasformando le finestre in stile neogotico. Nel 1944 il complesso venne gravemente danneggiato durante i bombardamenti: la casa parrocchiale crollò così come la cappella del Crocefisso. Nel 1951 una perifizia tecnica ne dispose la chiusura al culto e la non agibilità della casa del parroco. In seguito al ripristino la struttura continuò la sua funzione di chiesa parrocchiale fino al 1957 quando la parrocchia trovò nuova sede nell'attuale via del crocefisso. Negli anni '70 venne acquistata da Giuseppe Ferri e Carla Catolfi e grazie al loro intervento venne riportato in vita l'edificio dopo lo stato di abbandono che in circa vent'anni aveva portato al crollo del tetto e al dissesto del pavimento. Dal 2019 è sede di un'azienda privata. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa

Chiesa di San Giuliano Martire (Rimini)
Chiesa di San Giuliano Martire (Rimini)

La chiesa di San Giuliano è un luogo di culto cattolico di Rimini, situato al centro dell'omonimo Borgo San Giuliano. La chiesa, tra le più importanti della città, è frutto di un restauro operato alla metà del Cinquecento sull'antica struttura dell'XI secolo ed è pertanto caratterizzato da una sobria e regolare architettura rinascimentale. Contiene importati opere fra le quali spiccano un polittico di Bittino da Faenza ed una tela di Paolo Veronese. Le prime informazioni sulla chiesa risalgono all'XI secolo: in quel periodo, la chiesa fa parte di un'abbazia benedettina dedicata ai Santi Pietro e Paolo, costruito sopra un tempio Gentile. Il complesso, oltretutto, era stato fondato nelle vicinanze di un'importante strada consolare, la Via Emilia, che rendeva il luogo ideale per l'insediamento di un monastero. Ben presto, attorno all'abbazia si sviluppa un centro abitato, quello che oggi è ancora il Borgo di San Giuliano, sulla sponda occidentale del fiume Marecchia. Durante il Medioevo la chiesa doveva presentarsi a tre navate e caratterizzata dalle tecniche costruttive e architettoniche del romanico. Nel Duecento, inoltre, assume la dedica a San Giuliano, in corrispondenza della diffusione del culto del Santo. Fra il 1553 e il 1575, ormai diventato il fulcro religioso più importante della città, il monastero, assieme alla chiesa, viene restaurato e in parte ricostruito. La chiesa assume l'aspetto ancora visibile oggi, a navata unica. Per quanto riguarda il monastero, invece, scavi archeologici della seconda metà del Novecento hanno portato alla luce resti del portico e della pavimentazione dell'antico chiostro, tuttora visibili nell'annesso Cinema Tiberio, insieme ad alcune sepolture di una necropoli che occupava il sito precedentemente alla fondazione dell'abbazia. All'esterno, la chiesa si presenta con la veste classica e sobria assunta nei restauri di metà Cinquecento. Il prospetto, molto piatto e lineare, è caratterizzato da quattro paraste di ordine tuscanico che lo attraversano completamente e sostengono, in alto, una trabeazione a metope e triglifi su cui poggia un frontone triangolare. Le quattro paraste, inoltre, non sono equidistanti ma un più separate al centro, cosicché lo spazio centrale risulta essere più largo. In questa zona sono inseriti un portale, in basso, e una bifora in alto. Il portale, inoltre, è decorato da un ulteriore frontone triangolare come coronamento, mentre altre due finestre si aprono, sulla stessa linea del portale, negli spazi tra le due coppie di paraste. A sinistra della facciata, un poco più arretrato, si erge il campanile in mattoni. Internamente, la chiesa è a navata unica, con presbiterio e abside di fondo. Le pareti presentano ancora un motivo unitario di lesene di ordine tuscanico, fra le quali si sviluppano delle arcate che incorniciano le cappelle laterali incavate, per un totale di quattro cappelle per lato. Le cappelle ospitano vari altari, fra i quali molti sono stati aggiunti nel Seicento. Sulle lesene poggia poi una trabeazione sulla quale si imposta una lunga volta a botte di copertura. Dopo l'Arco Santo, un'ulteriore volta a botte copre il presbiterio e si conclude con una semi-cupola emisferica che copre l'abside. La chiesa di San Giuliano contiene numerosi dipinti, fra i quali ne spiccano due di notevole pregio. Il primo è il polittico di Bittino da Faenza con le Storie di San Giuliano, opera risalente ad inizio del Quattrocento conservata nella terza cappella a sinistra, il secondo è la pala centrale dell'abside, il Martirio di San Giuliano (prima del 1583), ritenuta una delle ultime, e più significative, opere di Paolo Veronese. Nella tela è raffigurato il martirio del Santo, che viene gettato in mare dentro un sacco pieno di serpenti. I laterali, che raffigurano i santi Giorgio e Lorenzo Giustiniani, sono opere giovanili del veronese Pasquale Ottino (eseguite fra il 1605 e il 1610 circa). Sul soffitto vi è dipinta una Gloria di San Giuliano, opera di Francesco Brici. Nella chiesa è anche conservato il sarcofago romano che conteneva le spoglie di San Giuliano prima del loro trasferimento, nel 1910, in un'urna posta sotto l'altare maggiore. La tradizione vorrebbe che il sarcofago, contenente le spoglie del Santo, sarebbe addirittura approdato sulla spiaggia di Rimini dalla Dalmazia o dalla Cilicia. Sulla cantoria a ridosso della parete destra dell'abside, si trova l'organo a canne Pinchi opus 404, costruito nel 1995 in stile secentesco; esso è alloggiato all'interno di una preesistente cassa lignea barocca, appartenente all'organo realizzato nel 1621 da Giovanni Battista Sormani. Lo strumento è attuale è a trasmissione integralmente meccanica, con 7 registri; la consolle è a finestra e dispone di unico manuale con prima ottava scavezza e pedaliera scavezza a leggio priva di registri propri. P. Cannata, Giuliano (santo), venerato a Rimini, in Bibliotheca Sanctorum, vol. VI, Roma 1965, col. 1213. Belmonte Cagnoli, La vita di san Giuliano martire in Anazarbe. Il suo corpo riposa in Rimini, in Venetia: appresso Antonio Pinelli, 1622 Giuseppe Gerola, La ricognizione della tomba di San Giuliano in Rimini , in "Bollettino d'Arte, Roma, 1911 Gino Ravaioli, Le particolarità stilistiche del Polittico Bitiniano, Forlì 1931 Giulio Cesare Mengozzi, San Giuliano e Rimini: tradizione culto ed arte, Rimini 1966 Davide Dossi, La giovinezza dell'Ottino e un dipinto inedito, in Proporzioni, 7/8, 2006/07 (2009), pp. 67–80. Federico Fellini e Renzo Renzi, La mia Rimini, Cappelli, 1967. Rimini Diocesi di Rimini Parrocchie della diocesi di Rimini Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giuliano Martire Visuale a 360° esplorabile dell'interno della chiesa sul sito riminibeach.it, su riminibeach.it. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2010). Giuseppe Gerola, La ricognizione della tomba di S. Giuliano in Rimini, Bollettino d'Arte, 3-4, 1911