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Quartiere Stadio

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Piazzale Olimpia
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Il quartiere Stadio è un quartiere (più precisamente, una zona omogenea all'interno di Borgo Milano) di Verona, denominato così per la presenza dello stadio Marcantonio Bentegodi. Esso è uno dei quartieri più popolosi della città, con i suoi oltre 15 000 abitanti e fa parte della 3ª circoscrizione, la quale comprende anche le zone di Chievo e Borgo Nuovo e il quartiere di San Massimo. La circoscrizione conta un totale di 59 819 abitanti e le famiglie sono 28 277.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Quartiere Stadio (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Quartiere Stadio
Via Jacopo Sansovino, Verona Borgo Milano

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Latitudine Longitudine
N 45.435808333333 ° E 10.97 °
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Via Jacopo Sansovino

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37138 Verona, Borgo Milano
Veneto, Italia
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Piazzale Olimpia
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Luoghi vicini

Stadio Marcantonio Bentegodi
Stadio Marcantonio Bentegodi

Lo stadio Marcantonio Bentegodi è un impianto sportivo di Verona. Con 39 211 posti complessivi, di cui solo 31 045 omologati, risulta l'ottavo stadio italiano per capienza. Lo stadio è sede degli incontri interni dell'Hellas Verona. Ha inoltre ospitato le partite di Women's Champions League del Bardolino Verona, alcuni incontri di squadre giovanili, partite di rugby, manifestazioni di atletica leggera e saltuariamente anche concerti musicali. Fu progettato dall'ing. Leopoldo Baruchello secondo una soluzione molto rara nel panorama degli impianti sportivi italiani, ovvero sovrapponendo tre ordini di scalinate. Inaugurato il 15 dicembre 1963, ha sostituito il vecchio e omonimo stadio comunale che era sito nella zona di piazza Cittadella. È dotato di una pista di atletica ad otto corsie che nell'agosto del 2010 è stata rivoluzionata (la vecchia pista si era deteriorata) e sostituita da una nuova pista in asfalto, dipinta con i colori blu e giallo e aperta al pattinaggio. La sua capienza è variata nel corso degli anni, soprattutto dopo i mondiali di Italia 90 quando vennero coperti tutti i settori ed eliminati i posti liberi. Attualmente è di 42 160 posti, distribuiti su un parterre (di cui solo la parte est è oggi aperta al pubblico, limitatamente ai disabili e ai loro accompagnatori), tre anelli sovrapposti (poltronissime, tribuna e tribuna superiore) ed una tribuna stampa (182 posti). Soprannominato all'epoca della costruzione stadio dei quarantamila, il Bentegodi si presenta all'interno come un ampio anfiteatro a forma ellittica. È intitolato alla memoria di Marcantonio Bentegodi, storico benefattore dello sport veronese del XIX secolo. Progettato per rimpiazzare il vecchio "Bentegodi" che esordì nel 1910, il nuovo stadio, costato circa un miliardo di lire dell'epoca (11420000 €) fu inaugurato il 15 dicembre 1963 in occasione dell'incontro di serie B tra Verona e Venezia, vinto 1-0 da quest'ultima. L'affluenza record fu registrata il 23 gennaio 1983 in occasione di Verona-Roma, 47 896 spettatori (di cui 38 767 paganti e 9 129 abbonati). Nella stagione 1984-85 fu il teatro della conquista dello scudetto da parte del Verona, mentre nell'annata 2000-01 vide la prima promozione in Serie A del Chievo. Nel 1985 iniziarono i lavori di costruzione del terzo anello e della copertura, in vista dei Mondiali di calcio Italia 1990. Lo stadio quindi si ingrandiva ma senza una significativa variazione del numero dei posti in quanto venivano allargati i percorsi di fuga e venivano installati i seggiolini numerati. Nei Mondiali di calcio Italia 1990 il Bentegodi ha ospitato il gruppo E (Belgio, Corea del Sud, Spagna, Uruguay) e l'ottavo di finale fra Spagna e Jugoslavia. Il record di spettatori del Bentegodi ampliato e coperto si avrà il 6 novembre 1988 con un Verona-Milan da 47.798 spettatori (35.077 paganti e 12.721 abbonati), inferiore di 98 persone al record del 1983. Fu anche sede della finale del campionato di rugby 1996-97 tra Benetton Treviso e Milan, incontro vinto dai veneti per 34-29. La curva Sud è storicamente riservata ai tifosi dell'Hellas Verona, mentre dalla stagione 2015-16 la curva Nord è riservata ai supporter del Chievo, dopo una piccola "lotta" durata diversi anni per ottenere la curva che, per motivi organizzativi, il comune non concedeva loro; conseguentemente, i tifosi ospiti prendono posto nella curva Nord Superiore in occasione delle partite casalinghe degli scaligeri, e nella curva Sud Superiore in occasione delle sfide interne dei clivensi. La tribuna Ovest (lato delle panchine) è invece attrezzata per la stampa. Il terreno di gioco misura 105x68 m. Tra luglio e dicembre del 2009 sulla copertura del Bentegodi è stato installato un impianto fotovoltaico del valore di circa 4 milioni di euro e della potenza nominale di circa 1 MW (9591 m² di pannelli per una potenza di 999 kWp), diventando così il primo stadio solare d'Italia ed il più grande impianto fotovoltaico d'Italia su una struttura sportiva, grazie all'installazione di 13 328 pannelli solari; con il ricavato dall'energia prodotta vengono coperti ampiamente i costi di manutenzione dell'impianto sportivo. Il 13 ottobre 2010 l'impianto ospitò un incontro della nazionale di rugby a 15 dell'Italia, contro l'Argentina e terminato con la sconfitta degli Azzurri con il punteggio di 16 a 22. Il 6 aprile 2014 il Bentegodi ospitò per la prima, e allo stato attuale unica, volta il terzo club professionistico cittadino, il Virtus Verona, impegnato in Lega Pro contro l'Alessandria. Lo stadio Marcantonio Bentegodi è stato sede di tre incontri amichevoli della nazionale di calcio dell'Italia: il 7 aprile 1984 contro la Cecoslovacchia, terminato 1-1; il 22 aprile 1989 contro l'Uruguay, terminato anche in questo caso 1-1; il 6 giugno 2016 contro la Finlandia, vinto dagli Azzurri con il punteggio di 2-0. Dati di affluenza media spettatori delle due squadre cittadine beneficiarie dell'impianto: Stadio Marcantonio Bentegodi (1906-1963) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stadio Marcantonio Bentegodi Speciale Stadio Bentegodi su Hellastory.net, su hellastory.net. Mappa degli stadi italiani, su maps.google.it.

Porta San Zeno (Verona)
Porta San Zeno (Verona)

Porta San Zeno è un monumentale accesso di Verona fatto erigere nel 1542 su progetto dell'architetto Michele Sanmicheli. La porta venne progettata dall'architetto veronese Michele Sanmicheli nel 1541, al ritorno dal suo viaggio nel mediterraneo orientale. Due iscrizioni situate sulla facciata anteriore e su quella posteriore della porta, recanti entrambe la data del 1542, fanno pensare che la sua costruzione fu estremamente breve, concludendosi in meno di un anno. La posizione venne stabilita ex novo, intermedia rispetto alle preesistenti porte medievali: porta Nova o di Santo Zenone, dove confluivano le strade provenienti da Brescia e dal Chievo, si trovava infatti più a nord; a sud, invece, si trovava porta San Massimo, attraversata dalla strada proveniente dall'omonima località. La porta è inserita nella cortina tra il bastione di San Procolo ed il bastione di San Zeno, in prossimità di quest'ultimo. La pianta è quadrata, articolata sul grande androne centrale voltato, nel quale si immette il passaggio carraio; lateralmente sono disposti un passaggio pedonale laterale e il vano per il corpo di guardia, mentre altri locali per il ricovero della guardia si trovano al secondo piano. La copertura è a tetto a padiglione. La porta era dotata di ponti levatoi lignei, i quali calavano sul ponte permanente di muratura che attraversava il fossato magistrale. I prospetti riprendono lo schema compositivo classico dell'arco trionfale, con fornice maggiore centrale ad arco a tutto sesto e due portali laterali quadrati. Le facciate, di laterizio e di pietra rustica, sono composte da paraste di ordine composito, da fregi e altri elementi ornamentali, come scudi, targhe, e medaglioni. Interessante è la motivazione che portò all'utilizzo dell'ordine composito abbinato al bugnato, in contrapposizione a quello dorico impiegato nella coeva porta Nuova, del medesimo architetto: questo era uno dei due principali punti di ingresso, insieme a porta San Giorgio, per i visitatori stranieri che provenivano dal passo del Brennero, ai quali si voleva manifestare due caratteristiche del buon governo veneziano, severità e garbo, due caratteristiche che, come spiegava l'architetto e teorico Sebastiano Serlio, bene erano espresse del bugnato; l'uso del capitello composito si spiega invece con il fatto che è un ordine tipicamente latino, si suggeriva così allo straniero che era arrivato in una città italiana. Si può notare una notevole somiglianza con la porta di Terraferma di Zara, sia per la composizione generale che per i dettagli. Il recupero del modello della porta di Zara, ma anche l'ampio utilizzo di materiale laterizio, più povero rispetto alla marmo utilizzato nelle altre due porte realizzate a Verona dal Sanmicheli, porta Nuova e porta Palio, sono spiegabili con la limitatezza del budget fornito dall'amministrazione veneziana per questo fabbrica e con il bisogno di terminarla in tempi molto rapidi. Paul Davies e David Hemsoll, Michele Sanmicheli, Milano, Mondadori Electa, 2004, ISBN 88-370-2804-0. Verona Monumenti di Verona Sistema difensivo di Verona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta San Zeno

Forte Palio
Forte Palio

Forte Palio, chiamato originariamente Werk Alt Wratislaw, è stata una fortificazione posta a sud di Verona, parte del complesso sistema difensivo cittadino e più in particolare del primo campo trincerato di pianura, messo in opera tra 1848 e 1856. Il forte fu realizzato tra 1848 e 1850 e completato del muro distaccato alla Carnot e di tre caponiere nel 1859; l'utilità del forte tuttavia diminuì già dopo il 1861, in seguito alla costruzione della linea più avanzata del secondo campo trincerato, anche se mantenne la funzione di sicurezza contro le infiltrazioni di fanteria. I lavori furono seguiti dal direttore dell'Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni di Verona, il maggiore Conrad Petrasch. Intitolato al conte Johann Wratislaw von Mittrowitz, capo dello Stato Maggiore d'Armata di Josef Radetzky durante la campagna del 1848-1849, il forte venne completamente spianato e demolito nel 1912 per fare spazio al nuovo grande scalo ferroviario per le merci di Porta Nuova. Si tratta di un forte a tracciato poligonale con ridotto centrale, terrapieno con impianto asimmetrico semiottagonale e fronte di gola a leggero rientrante. Faceva sistema con i forti Santa Lucia e di Porta Nuova, situato immediatamente a est della diramazione ferroviaria per Milano e per Mantova, che prendeva con tiri d'artiglieria d'infilata. Batteva inoltre la campagna antistante tra i borghi di Santa Lucia e Tomba, nonché la strada proveniente da Mantova. Il ridotto centrale del forte era a segmento di torre cilindrica, su un solo piano, con copertura terrapienata disposta a piattaforma per l'artiglieria; anche al piano terra potevano essere collocate artiglierie in casamatta. Due tratti di muro convergenti, a delimitare il cortile di sicurezza, collegavano la semitorre al centro del fronte di gola, il cui muro formava un tamburo difensivo per fucileria e artiglieria. Sull'ala destra del fronte di gola era inserito inoltre il portale d'ingresso con l'antistante ponte levatoio. Nel piazzale interno, sulla destra, si trovava un pozzo per la riserva d'acqua del presidio. Il terrapieno semiottagonale, con le postazioni di artiglieria, era difeso al livello del fossato asciutto dal muro distaccato alla Carnot, con le tre caponiere per il fiancheggiamento di artiglieria. Adiacenti al fronte di gola due poterne mettevano in comunicazione il piazzale interno con il cammino di ronda lungo il muro alla Carnot, ordinato per fucilieri, e con le tre caponiere. All'esterno completava l'opera la controscarpa del fosso raccordato alla campagna. L'armamento della fortificazione consisteva in: 8 bocche da fuoco Il presidio in caso di guerra della fortificazione consisteva in: 60 uomini Luigi Battizocco, Forte Palio, in Verona militare: studio storico militare, Verona, H. F. Münster, 1877, p. 91, SBN IT\ICCU\RML\0110150. Verona Monumenti di Verona Sistema difensivo di Verona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forte Palio