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Stazione di Mandolossa

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Stazione di Mandolossa lato binari 2008
Stazione di Mandolossa lato binari 2008

La stazione di Mandolossa è una fermata ferroviaria della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, chiusa al servizio viaggiatori. Serviva la località omonima, posta a cavallo dei territori comunali di Brescia, Gussago e Roncadelle. Nel progetto originario di costruzione della ferrovia Parma-Brescia-Iseo, presentato al Consiglio superiore dei lavori pubblici nel 1880, era previsto che per il tronco Brescia-Iseo si impiegasse parte della ferrovia Milano-Venezia tra la stazione di Brescia e la località Mandolossa. In questa località sarebbe sorta una stazione dalla quale si sarebbe diramata la tratta diretta a Monterotondo e a Iseo. La SFAI, che ai tempi ebbe in gestione la linea per Milano, respinse la possibilità di utilizzare il tratto Brescia-Mandolossa anche ai treni per Iseo, quindi l'Ufficio Tecnico della Provincia di Brescia ripensò il tronco su un percorso separato che transitasse per Fiumicello. Nel nuovo progetto non fu previsto alcun scalo a servizio degli abitanti della piccola località. Su richiesta di questi ultimi, dopo il completamento dei lavori di costruzione, la SFAI decise di attivare una fermata nei pressi della casa cantoniera situata nei pressi del passaggio a livello della strada che collegava la frazione a Roncadelle, nel territorio del comune di Brescia. Entrò quindi in funzione il 22 giugno 1885, con l'apertura al servizio pubblico della nuova linea ferroviaria. La fermata fu soppressa al servizio viaggiatori il 1º giugno 1996. Dal 11 giugno 2007 al 15 giugno 2008, la fermata fu ripristinata con servizio a richiesta. A causa della sua genesi, la fermata non è dotata del classico fabbricato viaggiatori delle fermate della Brescia-Iseo, ma solo del marciapiede per garantire l'accesso ai treni al singolo binario di corsa. Al 2021, il vicino casello ferroviario risulta adibito ad abitazione privata. La fermata è chiusa al servizio viaggiatori. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Mandolossa Ferrovienord.it - Stazione di Mandolossa, su ferrovienord.it (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Mandolossa (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Mandolossa
Via Roncadelle, Brescia Villaggio Badia (Zona Ovest)

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N 45.5471 ° E 10.1532 °
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Mandolossa

Via Roncadelle
25132 Brescia, Villaggio Badia (Zona Ovest)
Lombardia, Italia
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Stazione di Mandolossa lato binari 2008
Stazione di Mandolossa lato binari 2008
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Luoghi vicini

Mandolossa
Mandolossa

Mandolossa (La Mandolòsa in dialetto bresciano) è una frazione in provincia di Brescia. È suddivisa nei territori di tre comuni: Brescia, quartiere della Badia, Gussago e Roncadelle, di quest'ultimo è l'unica località. Sono presenti in modo misto abitazioni e capannoni industriali. La località è pianeggiante, ubicata a circa 4 km a ovest da Brescia e a 135 m s.l.m., alla biforcazione fra la strada per Milano e quella per Iseo e Corna di Darfo. Dalla congiunzione del ramo sinistro del Gandovere con la roggia Canale (o La Canale) si forma il torrente omonimo. Fappani (1991) riporta che il toponimo possa provenire dal nome dell'albero e del frutto del mandorlo o da un cognome. Riporta anche l'ipotesi alternativa che possa provenire dal nome di una taverna, detta della "Mandola". La località viene citata per la prima volta, come Mandolocia, in un ritmo del XII secolo, opera del monaco Bertario dedicata alle origini e allo sviluppo della congregazione vallombrosana. In esso, l'abbazia di san Giacomo era collocata fra il ponte sul Mella e la Mandolossa. In un documento del 1256 è indicata una villa alla Mandolossa, mentre da atti del Quattrocento risulta che la taverna godeva di privilegi ed esenzioni, mentre il monastero era in decadenza. Nel 1797, durante la Repubblica Bresciana, la Mandolossa fu inquadrata nelle chiusure a sera del Garza come luogo fuori di Porta San Giovanni. Prima dell'unità d'Italia, alla Mandolossa vi furono due episodi risorgimentali: nel 1850, un maresciallo austriaco fu aggredito da un gruppo di ribelli, mentre nove anni dopo le autorità cittadine incontrarono Giuseppe Garibaldi, diretto in città. Nel 1933 fu aperto il casello daziario, mentre nel secondo dopoguerra, su un terreno acquistato appositamente dalla Diocesi di Brescia, fu innalzato il prefabbricato metallico che funzionò come chiesa locale, dedicata alla Madonna alla Strada, fino alla fine del 2021. La località è sita fra la Tangenziale Sud di Brescia, alla quale è collegata con uno svincolo, e la strada SS 11 "Padana Superiore". È inoltre vicina allo svincolo "Brescia Ovest" dell'Autostrada A4. Il territorio è attraversato dalle ferrovie Brescia-Iseo-Edolo e Milano-Venezia. Sulla prima, nei pressi del passaggio a livello della strada per Roncadelle, è presente la stazione di Mandolossa. Baldassare Bacchi, Alberto Bonfadelli e Milena Dallera, Studio idrologico a scala di sottobacino dei bacini dell’Ovest Mella confluenti nel Torrente Gandovere e Roggia Mandolossa (PDF), Gussago, 2013 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2016). Antonio Fappani (a cura di), Mandolossa, in Enciclopedia Bresciana. Vol. 8: [M-Masi], Brescia, Voce del Popolo, 1991, p. 133. Governo provvisorio della Repubblica bresciana, Raccolta dei decreti del Governo provvisorio bresciano e di altre carte pubblicate a quell'epoca colle stampe, II, Brescia, Tipografia Dipartimentale del Mella, 1804. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mandolossa

Villaggio Badia
Villaggio Badia

Il Villaggio Badia è un quartiere di Brescia. L'area del quartiere è delimitata a ovest, dai comuni di Gussago e Roncadelle con i quali condivide la frazione Mandolossa; a nord, da via del Santellone e dalla chiesa di Sant'Antonio alla Badia, che tuttavia appartiene al vicino quartiere delle Chiusure; a est, da via Fortunato Canevali, via Violino di Sotto, la ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, via Colombaie e ancora via Violino di Sotto; a sud, dal comune di Roncadelle. Il toponimo deriva dalla corruzione del termine "Abbadia": l'abbazia dei santi Gervasio e Protasio fondata dai monaci appartenenti alla Congregazione vallombrosana e poi passata ai frati cappuccini. L'abbazia, dedicata ai santi Gervasio e Protasio, fu fondata nel XII secolo alle pendici occidentali della collina di sant'Anna dai monaci della congregazione benedettina di Vallombrosa. Nel Cinquecento, il cenobio passò ai frati cappuccini che l'amministrarono fino alla fine dell'Ottocento. A eccezione della località Mandolossa, condivisa con Gussago e Roncadelle, l'area occupata dall'attuale quartiere rimase profondamente rurale. Fino al 1880 appartenne al comune di Fiumicello Urago, per poi entrare nel territorio comunale cittadino. Nel 1955, fu costruito un nuovo villaggio per iniziativa di padre Ottorino Marcolini: case costruite su larga scala, a basso costo e sotto forma di cooperativa, utilizzando finanziamenti provenienti dalle banche d'orientamento cattolico, come la «Banca San Paolo di Brescia». Il primo esempio era stato il vicino villaggio Violino, ma la forte domanda di case convinse Marcolini a costruire un altro villaggio proprio alla Badia. Nei primi due anni furono costruiti settecento alloggi; nel 1967 avevano superato il migliaio. Nel 1972, il consiglio comunale approvò il progetto sperimentale dei consigli di quartiere, suddividendo l'area cittadina in trenta quartieri. Il consiglio del Villaggio Badia, con una popolazione di 4 158 abitanti, fu eletto l'11 novembre 1973. Quattro anni dopo, la Giunta Trebeschi recepì le disposizioni previste dalla legge 278/1976 e istituì nove circoscrizioni che accorparono i trenta quartieri. Villaggio Badia, assieme a Chiusure, Urago Mella e Villaggio Violino, entrò a far parte della Terza circoscrizione, che fu subito ribattezzata "dell'Oltremella" perché raggruppava i quartieri che risultavano separati dal resto della città dal fiume. Nel 2007, la giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque: Villaggio Badia, come tutto il resto della Terza Circoscrizione, fu assegnata alla nuova Circoscrizione Ovest. Nel 2014, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organi consultivi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere si tennero in tutta la città il 14 ottobre. chiesa della Madonna del Rosario, aperta nel 1958, ospita il dittico dell'Annunciazione un tempo all'interno della chiesa di Sant'Antonio alla Badia; chiesa della Madonna alla strada, in località Mandolossa. monumento ai Caduti La chiesa della Madonna del Rosario appartiene all'unità pastorale Sacra Famiglia Padre Marcolini dei villaggi Badia e Violino della diocesi cattolica di Brescia. Nel quartiere è presente la scuola secondaria di primo grado Kennedy. Il quartiere è servito da due linee di trasporto urbano: la 3 (Mandolossa-Virle) e la 9 (Violino-Buffalora). Sulla ferrovia Brescia-Iseo è presente la fermata della Mandolossa, priva di servizio viaggiatori dal 2008, mentre da dicembre 2023 è attiva la fermata di Brescia Violino, vicina all'area residenziale del quartiere omonimo da cui è stato tratto il nome. Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Ovest, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 13 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villaggio Badia

Villaggio Violino
Villaggio Violino

Il Villaggio Violino è un quartiere di Brescia. L'area del quartiere è sostanzialmente pianeggiante ed è delimitata: a nord, dalla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo e da via Vallecamonica; a est, da via Violino di Sotto; a sud, dal confine con il comune di Roncadelle; a ovest, da via Colombaie. Il toponimo deriva dalle cascine Violino di Sopra e Violino di Sopra, nei pressi delle quali sorse il Villaggio costruito dalla cooperativa «La Famiglia» secondo i dettami di padre Ottorino Marcolini. Secondo lo studioso Paolo Guerrini, il nome alle due cascine deriva da quello della famiglia Violini, che le acquistò dall'Ospedale Maggiore nel 1621. Fino al 1807, la zona era indicata con il termine di "Castelletto", probabilmente dalla forma della vicina cascina Brione, che si trova nel comune di Roncadelle. In seguito, il territorio fu indicato e suddiviso dal nome delle tre cascine: Violino di Sopra, Violino di Sotto e Violino Brione. Con l'edificazione del villaggio, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta del Novecento, l'area fu identificata con il toponimo attuale. Nel Medioevo, l'area apparteneva alle chiusure o corpisanti di Brescia. Negli anni cinquanta dell'Ottocento fu coinvolta nella costruzione della ferrovia Milano-Venezia a cui seguì, nel 1885, la Brescia-Iseo. Negli anni Venti, alcuni terreni di proprietà del comune di Brescia furono ceduti al Ministero della guerra per farne un nuovo Campo di Marte in sostituzione della vecchia piazza d'armi. Dalle cronache locali sappiamo che nel 1925 e nel 1933 gli abitanti della zona chiesero l'illuminazione elettrica pubblica e l'acquedotto. La ruralità del territorio terminò negli anni Cinquanta del Novecento, quando Ottorino Marcolini scelse l'area del Violino per edificare il primo dei suoi villaggi che si diffusero presto in tutta la città e la provincia. Costruito dalla cooperativa «La Famiglia», la prima pietra fu posata il 4 luglio 1954, mentre nel maggio dell'anno seguente furono consegnati i primi 252 alloggi. Furono anche costruite la chiesa dedicata a san Giuseppe Lavoratore, la scuola materna e quella elementare. Nel 1971, sulla falsariga di quanto stava avvenendo in altri quartieri della città, sorse il comitato di quartiere, organismo spontaneo che chiedeva il riconoscimento ufficiale da parte del comune di Brescia e la possibilità di compartecipare nella stesura del bilancio e di esprimere pareri sullo sviluppo urbanistico della città. Nel luglio dell'anno seguente, il consiglio comunale votò l'istituzione dei consigli di quartiere, suddividendo il territorio comunale in trenta aree. Il consiglio del villaggio Violino fu eletto il 24 marzo 1974. Nel 1977, la Giunta Trebeschi recepì le disposizioni previste dalla legge 278/1976 e istituì nove circoscrizioni che accorparono i trenta quartieri. Il villaggio Violino, assieme a Chiusure, Urago Mella e il Villaggio Badia, entrò a far parte della Terza circoscrizione, che fu ribattezzata "dell'Oltremella", perché raggruppava i quartieri che risultavano separati dal resto della città dal fiume. Nel 1994, iniziarono i lavori per la costruzione della nuova parte del villaggio con 134 alloggi su 57 000 m2 e nuove aree verdi. L'anno precedente era arrivato il servizio di teleriscaldamento. Nel 2007, la giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque: il villaggio Violino, come tutto il resto della Terza Circoscrizione, fu assegnata alla nuova Circoscrizione Ovest. Nel 2014, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organi consultivi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni dei nuovi consigli si tennero in tutta la città il 14 ottobre. parco della musica John Lennon, sorto nella seconda fase di costruzione del villaggio a ridosso della ferrovia Milano-Venezia, si sviluppa su un'area di 34 000 m2 giardino chiesa del Violino di Sopra, sorge nei pressi della parrocchiale, si distribuisce su un'area di 34 000 m2 Il quartiere appartiene alla chiesa parrocchiale di san Giuseppe Lavoratore della diocesi cattolica di Brescia. Nei pressi del parco della musica sorge il «Centro Bresciano Down», istituito nel 2001 per la riabilitazione delle persone affette da quella sindrome. Nel quartiere ha sede l'associazione nazionale «Famiglie numerose»; dal 2005 al 2013, l'onorevole Mario Sberna ne fu presidente. Nel territorio del quartiere sorgono la scuola materna Sandro Bonicelli e la scuola primaria Eugenio Montale. Il quartiere è servito da tre linee di trasporto urbano: la 3 (Mandolossa-Virle), la 9 (Violino-Buffalora) e la 16 (Onzato-Sanpolino). Nel territorio del vicino quartiere di Villaggio Badia è presente la fermata di Brescia Violino della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo che prende il nome dal Violino per la sua vicinanza all'area residenziale. Giovanni Boccingher, Brescia Andata e Ritorno. Le molte vite di una stazione, Brescia, 2016. Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Ovest, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 24 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villaggio Violino

Stazione di Brescia Violino
Stazione di Brescia Violino

La stazione di Brescia Violino è una fermata della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, a servizio dei quartieri del Villaggio Violino e di quello della Badia. Nella prima metà degli anni dieci del XXI secolo, l'amministrazione provinciale Molgora prospettò un rilancio della ferrovia Brescia-Iseo ripristinando la stazione di Mandolossa e attivando nuove fermate presso il Villaggio Violino e il quartiere Primo Maggio. Nel 2018, l'amministrazione regionale Maroni finanziò un piano di rilancio della ferrovia Brescia-Iseo che nel lungo termine consentisse di migliorare il cadenzamento delle corse, portando la frequenza a trenta minuti, tra Brescia e Iseo, e a quindici, fra il capoluogo e Castegnato. In questo piano fu inserita la costruzione della fermata di Brescia Violino. Il progetto definitivo dell'impianto fu presentato nel gennaio 2020 da Ferrovienord, con l'aiuto di Nord_Ing come consulente tecnico e ingegneristico, mentre il progetto esecutivo fu completato a dicembre 2021. L'appalto fu assegnato nell'estate 2022 all'impresa Ste.Pa. in collaborazione con il Consorzio Stabile Artemide. La consegna dei lavori, che furono finanziati dall'amministrazione regionale per tre milioni di euro, avvenne il 6 dicembre dello stesso anno. I lavori terminarono a dicembre 2023, poco prima dell'apertura al servizio pubblico, avvenuta il 10 dello stesso mese. L'infrastruttura fu poi inaugurata il 20 dicembre dello stesso anno in presenza delle autorità regionali e municipali. La fermata fu progettata considerando il potenziale raddoppio della ferrovia tra Brescia Borgo San Giovanni e Mandolossa. La parte realizzata è relativa al lato settentrionale del progetto originario che si addossa sulla linea esistente nei pressi del cavalcavia di via Rotari: la banchina è unica e si sviluppa per circa 101 m di lunghezza ad un'altezza di 55 cm dal piano del ferro. L'accesso è garantito da un corpo scala lungo 8,6 m e da una rampa d'accesso per le persone a disabilità ridotta con pendenza del 5% e lunghezza di 58,1 m. La banchina è protetta parzialmente da una pensilina metallica lunga 50 m. È servita dai treni regionali delle relazioni Brescia-Iseo e Brescia-Breno di Trenord. La fermata è servita dalle autolinee 9 e 16 della rete di trasporto pubblico urbano e da alcune autolinee extraurbane della Ferrovie Nord Milano Autoservizi e di Trasporti Brescia Sud. Nei pressi è presente anche la stazione 44 "Violino" del servizio di Bike sharing Bicimia. FerrovieNord e Nord_Ing, Relazione generale, in Linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Nuova fermata di Brescia Violino. Progetto definitivo, gennaio 2020. FerrovieNord e Nord_Ing, Relazione generale, in Linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Nuova fermata di Brescia Violino. Progetto esecutivo, dicembre 2021. FerrovieNord e Nord_Ing, Relazioni specialistiche. Relazione tecnica opere civili, in Linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Nuova fermata di Brescia Violino. Progetto esecutivo, dicembre 2021. Ferrovienord, Circolare Territoriale 30 ‐ 2023. Apertura all'esercizio della nuova fermata di «Brescia Violino», 6 novembre 2023. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Brescia Violino

Centro sportivo San Filippo
Centro sportivo San Filippo

Il centro sportivo San Filippo è un impianto sportivo polifunzionale sito a Brescia, che comprende un palazzetto dello sport, tre campi da calcio a 11, due campi da calcio a 7, un campo da calcio a 6, un campo da calcio a 5, tre campi da tennis in sintetico, un campo da tennis in terra rossa, una piscina coperta, una piscina estiva all'aperto e altre strutture minori Il centro ospita le sedi del Brescia Basket Leonessa, del C.O.N.I., e di 17 Federazioni Sportive. Ha inoltre ospitato la sede del Brescia Calcio fino all'estate del 2018. Il palazzetto è la struttura predominante per dimensione, e costituisce il corpo centrale del centro sportivo. È sovrastato da una struttura in volta di legno lamellare, con pavimentazione in parquet. Ha una superficie di 2.400 m2. La planimetria è composta da 4 tribune, due fisse e due estendibili, ed è omologata per una capienza di 2.400 unità. È prevista una futura realizzazione dell'aumento della capienza fino a 3.500 posti. Ospita le gare interne della Pallamano Brescia, società che partecipa alla Serie A2 di Pallamano e della Icaro Basket Brescia, società che partecipa alla Serie B di Pallacanestro in carrozzina. In passato ha ospitato le gare del Basket Brescia, e della Pallavolo Brescia, e più recentemente del Basket Brescia Leonessa. Quest'ultima vi ha giocato fino ai Gara 2 dei quarti di finale play-off di Serie A2 2015/2016, mentre ha disputato Gara 5 dei quarti di finale al PalaRadi di Cremona, e le semifinali e le finali al PalaGeorge di Montichiari. Questa struttura è sede anche di concerti nazionali ed internazionali. In passato, tra quelli nazionali si possono ricordare quelli di Laura Pausini, Max Pezzali, Pino Daniele; tra quelli internazionali si ricorda quello del gruppo metal dei Manowar. Il centro sportivo permette lo svolgimento di molte attività tra cui calcio, tennis e nuoto. Nei campi da calcio a 11 hanno luogo le partite casalinghe della squadra primavera del Brescia Calcio, oltre alle partite casalinghe dell'Urago Mella, Società dell'omonimo quartiere cittadino che partecipa alla L.N.D. di Calcio a 11. Sito ufficiale, su sanfilippo.it.

Chiusure (Brescia)
Chiusure (Brescia)

Chiusure è un quartiere di Brescia. Il quartiere è delimitato a ovest, dal confine con il comune di Cellatica; a sud, da via Santellone, via Badia, via Vallecamonica e dalla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo; a est, dal fiume Mella; a nord, da via Crotte e via Torricella di Sopra. Il territorio è caratterizzato dal rilievo collinare di Sant'Anna, appartenente al Parco delle colline. Il toponimo deriva dalla via principale del quartiere via Chiusure. La denominazione ricorda i territori esterni alle mura della città che, a partire dall’epoca medievale furono entità amministrative a sé stanti, con propri statuti e apposite magistrature dette "giudici dei chiosi". Fino al 1936, la stessa strada si intitolava "Sei Ore" probabilmente per un'errata interpretazione del dialettale "Sesüre". L'area occupata dal quartiere rimase profondamente rurale fino agli anni Trenta del Novecento, quando l'amministrazione comunale fascista procedette alla costruzione del primo quartiere di case popolari detto "dei francesi" perché pensato ad ospitare gli italiani provenienti dalla Francia. Negli anni Cinquanta nacquero altre aree residenziali, presso la località Ponte Crotte, lungo le nuove strade, come via Colombo e via Caduti del Lavoro, e il quartiere Sant'Anna, ai piedi dell'omonima collina. Nel 1955 arrivò il filobus. Alla fine degli anni Sessanta, sulla falsariga di quanto avvenuto a San Polo e Mompiano, in diversi rioni delle Chiusure sorsero dei comitati di quartiere. Rispetto a quanto avvenuto nelle altre assemblee, le elezioni dei comitati delle Chiusure furono a suffragio universale e si tennero tra febbraio e maggio del 1971. In seguito, i comitati sorti in buona parte della città chiesero un riconoscimento ufficiale e l'impiego di mezzi e strumenti per poter partecipare alla discussione dei bilanci, per cui il consiglio comunale votò l'istituzione dei consigli di quartiere, a carattere sperimentale, nel luglio 1972. Le elezioni del consiglio delle Chiusure, che sostituì i precedenti comitati rionali, si tennero il 24 giugno 1973. Nel 1977, con l'intenzione di recepire quanto disposto dalla legge 278/1976, la Giunta Trebeschi istituì nove circoscrizioni che accorparono i trenta quartieri. Le Chiusure formarono la Terza circoscrizione, assieme a Urago Mella, Villaggio Badia e Villaggio Violino, che fu subito ribattezzata "dell'Oltremella" perché raggruppava i quattro quartieri che erano separati dal resto della città dal fiume. Nel 2007, la giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque: Chiusure, come tutto il resto della Terza Circoscrizione, fu assegnata alla nuova Circoscrizione Ovest. Sette anni dopo, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organi consultivi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere si tennero in tutta la città il 14 ottobre. chiesa di sant'Antonio alla Badia, pur dominando il villaggio Badia dall'alto del rilievo collinare, si trova nel territorio del quartiere Chiusure. chiesa di sant'Antonio da Padova, edificata negli anni Quaranta del Novecento. centro sportivo "San Filippo" Presso il quartiere operano tre parrocchie della diocesi cattolica di Brescia: sant'Anna, sant'Antonio da Padova, e san Giacomo. Nel quartiere è presente l'istituto clinico Sant'Anna del Gruppo ospedaliero San Donato. Alle Chiusure hanno sede il liceo delle scienze umane Fabrizio De André, e le scuole primarie Gianni Rodari e Cristoforo Colombo. Il quartiere è servito da diverse linee di trasporto urbano: la 2 (Pendolina-Chiesanuova), la 3 (Mandolossa-Virle), la 9 (Violino-Buffalora), la 13 (Gussago-Poliambulanza) e la 16 (Castelmella-Poliambulanza). Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Ovest, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 17 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chiusure

Chiesa di San Giacomo al Mella
Chiesa di San Giacomo al Mella

La chiesa di San Giacomo al Mella è una chiesa di Brescia, situata lungo l'antico decumano massimo della città in direzione di Milano, oggi appunto via Milano. Di origine molto antica, era la chiesa di un ospizio gestito da una comunità di frati, a noi non pervenuto poiché demolito dopo la sua soppressione, nel corso dell'Ottocento. La chiesa è di solito nota ai più grazie alla sua bella abside romanica, ben visibile lungo la trafficata via Milano, in corrispondenza del collegamento fra questa e la tangenziale ovest. La presenza di un ospizio nella zona è documentata a partire dall'XI secolo, per l'esattezza dal 1080, anno a cui risale il documento più antico in assoluto che nomini il complesso: si tratta di una trascrizione di una bolla di papa Gregorio VII, nella quale il pontefice accoglie la domanda della mensa canonicale di unire ad essa il priorato del convento di San Giacomo della Mella, allo scopo di sostentare trentasei persone officianti quotidianamente nella basilica di San Pietro de Dom. È comunque probabile che l'edificio, così come la chiesa, siano stati costruiti precedentemente, forse sui resti di una stazione romana, vista anche la posizione strategica lungo la via per Milano, vicino al ponte sul fiume Mella, dal quale trae l'appellativo "al Mella". Seguono altre testimonianze, dalle quali si legge che, all'inizio del Duecento, il vescovo o i canonici della basilica di San Pietro de Dom affidano la struttura di assistenza agli umiliati, un ordine religioso che, nel medioevo, si occupava del ricovero e della cura di malati e infermi, i quali la gestiscono per circa un secolo. In quegli anni, l'ospizio è definito nei documenti con il nome "dei Romei" o "di San Giacomo di Galizia". Nel 1274, secondo le testimonianze, il complesso è gestito da cinque converse e cinque confratelli, diretti da Padre Giovanni da Cobiado. Inoltre, possiede numerosi fondi nella zona, sui quali lavorano numerose persone di sua diretta dipendenza. Nel Trecento l'ordine degli Umiliati declina rapidamente e nel 1334 il vescovo Bernardo Tricarico assegna l'ospedale ai canonici regolari di Sant'Antonio di Vienne i quali, fra l'altro, avrebbero fondato pochi anni dopo, nel 1367, l'ospedale di Sant'Antonio in contrada San Nazaro a Brescia, oggi corso Matteotti. La nuova gestione dell'ospedale di San Giacomo dei Romei è quindi composta da un precettore aiutato dai canonici dell'ordine: siccome questi, però, raramente erano numerosi, venivano spesso affiancati anche da famiglie che offrivano il loro aiuto e i loro beni per servire l'opera dei frati. Nel corso del Quattrocento viene aggiunta una cappella alla chiesa sul lato nord, oggi sacrestia. Più tardi, nei pressi della chiesa, nasce anche una delle più antiche fiere locali, la festa di san Giacomo, tenuta tradizionalmente il 25 luglio, che verrà poi progressivamente spostata verso la città. Da qui, inoltre, aveva inizio il 15 agosto la corsa dei cavalli che si concludeva in piazza della Loggia. Dal Cinquecento in poi l'ospizio vede una sempre maggiore decadenza: nel 1577 viene assorbito dalle proprietà fondiarie del seminario vescovile di Brescia, mentre nel 1810 la struttura viene definitivamente soppressa. La chiesa, però, resta aperta al pubblico grazie all'impegno di pochi religiosi e sacerdoti, che si preoccupano di amministrarla. Alla fine dell'Ottocento, la famiglia Rovetta, imparentata con l'ultimo religioso che aveva il compito di custodirla, acquisisce la proprietà dell'edificio, che viene completamente rinnovato all'interno dal pittore Francesco Rovetta con l'applicazione di affreschi e decorazioni neogotiche. Oggi, dell'antico ospizio rimane solamente la chiesa di San Giacomo, mentre le strutture adiacenti, persa ogni funzione di ricovero, sono state nel tempo riadattate e oggi convertite in edifici residenziali. La facciata è a capanna, con oculo al centro e portale d'ingresso originale. Quest'ultimo è decorato da una lunetta, affrescata durante la reggenza dei Canonici di Sant'Antonio, contenente riferimenti ai Templari. L'abside è l'elemento di spicco della chiesa, semicircolare e costruita con blocchi regolari di marmo botticino e medolo. La parete esterna è scandita da piatte e leggere lesene, che la dividono in cinque scomparti nei quali si aprono, nei tre centrali, tre monofore strombate, caratteristiche dell'epoca. La fascia di sottogronda è invece decorata da archetti pensili e da una cordonatura a dente di sega in cotto, altro elemento distintivo dell'architettura romanica. Il muro perimetrale dell'aula, invece, è composto in prevalenza da corsi regolari di sassi di fiume, con pochi inserti di mattoni sul fianco nord. Tale differenza nella composizione delle murature dell'abside e dell'aula permettono di retrodatare quest'ultima rispetto all'abside, fissando l'epoca di costruzione dell'aula all'XI secolo e quella dell'abside a cavallo fra il XII e il XIII secolo. Sul fianco nord sporge invece la cappella di epoca quattrocentesca, precedentemente accennata. L'interno, completamente rifatto nell'Ottocento, è impostato su una pianta a navata unica, spartita in tre campate. La copertura a capriate lignee originale copre solamente la prima campata d'ingresso, mentre le altre due sono coperte da due volte a crociera, quella centrale ottocentesca e la seconda, cioè l'ultima campata prima dell'abside, della fine del Quattrocento. La chiesa, oltre all'affresco del Trecento posto nella lunetta del portale d'ingresso, all'esterno, ospita poche ma notevoli opere d'arte, fra le quali spicca la grande Crocifissione del 1465 di Paolo Caylina il Vecchio. Dello stesso autore è anche l'affresco dell'Annunciazione, strappato all'inizio del Novecento dall'arco santo. Nella zona della copertura a capriate originale, sopra l'ingresso, sono inoltre presenti tracce di affreschi del Quattrocento e ampie aree dove si è mantenuto intatto fino ai giorni nostri l'antico intonaco bianco del Trecento. Della stessa epoca è anche il frammento di affresco raffigurante racemi vegetali nell'abside, dietro l'altare. Francesco de Leonardis, Guida di Brescia, Grafo Edizioni, Brescia 2008 Autori vari, Storia di Brescia, diretta da Giovanni Treccani, Morcelliana Brescia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giacomo al Mella Sito ufficiale, su parrsangiacomo.it. Chiesa di San Giacomo al Mella, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Fondazione Berardelli

La Fondazione Berardelli è una raccolta privata d'arte contemporanea fondata nel 2007 a Brescia per volontà del collezionista Pietro Berardelli. Ha un archivio e propri spazi espositivi, destinati alla realizzazione di progetti di arte contemporanea, cinema, fotografia, filosofia. È inoltre presente una biblioteca con volumi, monografie e una collezione di libri d’artista, dedicata alle molteplici forme di sperimentazione verbo-visiva internazionale. La Fondazione Berardelli cura, inoltre, l’archivio di Ugo Carrega e il Mail Art archive. Ugo Carrega, La mente in mano, a cura di Achille Bonito Oliva (2007) Pierre Garnier, L'isola (2008) Bernard Aubertin, A ferro e fuoco (2008) Julien Blaine, Favole e altre storie (2008) Sarenco, Sono un poeta di montagna e me ne vanto (2008) Jean-François Bory, L'apocalisse di Gutenberg (2008) Giovanni Fontana, Testi e pre-testi (2009) Lamberto Pignotti, La poesia ve lo dice prima, la poesia ve lo dice meglio (2010) Lucia Marcucci, Sprintpoem (2012) Poesia visiva Vs Fluxus, opere di Vincenzo Accame, Nanni Balestrini, Gianni Bertini, Joseph Beuys, Luciano Caruso, Giuseppe Chiari, Emilio Isgrò, George Maciunas, Stelio Maria Martini, Eugenio Miccini, Gianni-Emilio Simonetti, Daniel Spoerri, Ben Vautier, William Xerra (2013) 6 Stanze, opere di Franco Angeli, Arman, Cesar, Christo, Marcel Duchamp, Filippo Tommaso Marinetti, Elio Marchegiani, Joan Mirò, Aldo Mondino, Gualtiero Nativi, Hermann Nitsch, Man Ray, Mario Schifano, Shozo Shimamoto, Jean Tinguely e Andy Warhol. Arturo Vermi, Figure in un tempo-spazio, a cura di Flaminio Gualdoni (2017) Arrigo Lora Totino, in fluenti traslati (2018) Pratiche sinestetiche, un progetto di Lamberto Pignotti: La poesia visiva come arte plurisensoriale, opere di Hans Clavin, Herman Damen, Giovanni Fontana, Claudio Francia, Arrigo Lora Totino, Eugenio Miccini, Michele Perfetti, Karel Trinkewitz, Ben Vautier (2020) Pratiche sinestetiche, un progetto di Lamberto Pignotti: La poesia visiva come arte plurisensoriale - L'olfatto, opere di Demosthenes Agrafiotis, Bernard Aubertin, Antonino Bove, Ugo Carrega, Lucia Marcucci, Serge Pey, Lamberto Pignotti, Arrigo Lora Totino (2021) Fernanda Fedi, Gino Gini, Segni, scritture e immagini (2023) Anna Villari, Melania Gazzotti (a cura di), Futurismo e dada - da Marinetti a Tzara : Mantova e l'Europa nel segno dell'avanguardia, (pp. 8, 102, 103), Milano, Silvana Editoriale, 2009, ISBN 9788836615667 Maddalena Carnaghi, Melania Gazzotti (a cura di), La visione molteplice: l'opera audiovisiva di Hermes Intermedia, Brescia, Fondazione Berardelli, 2019, ISBN 9788894347814 Marco Maria Gazzano, Punti di vista e di partenza, (p. 139), Roma, Armando Editore, 2019, ISBN 9788869923562 Pino Viscusi, Un fantasioso viaggio nell'intricato labirinto del colore, 2023, ISBN 9791221468625 Poesia visiva Fluxus Mail art Scrittura asemica Arte concettuale Fondazione Berardelli, su exibart.com. Fondazione Berardelli, su artribune.com.