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Torbole Casaglia

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Torbole Casaglia (Turbole Casai in dialetto bresciano) è un comune italiano di 6 445 abitanti della provincia di Brescia, situato nella Bassa pianura bresciana, in Lombardia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Torbole Casaglia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Torbole Casaglia
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Mandolossa
Mandolossa

Mandolossa (La Mandolòsa in dialetto bresciano) è una frazione in provincia di Brescia. È suddivisa nei territori di tre comuni: Brescia, quartiere della Badia, Gussago e Roncadelle, di quest'ultimo è l'unica località. Sono presenti in modo misto abitazioni e capannoni industriali. La località è pianeggiante, ubicata a circa 4 km a ovest da Brescia e a 135 m s.l.m., alla biforcazione fra la strada per Milano e quella per Iseo e Corna di Darfo. Dalla congiunzione del ramo sinistro del Gandovere con la roggia Canale (o La Canale) si forma il torrente omonimo. Fappani (1991) riporta che il toponimo possa provenire dal nome dell'albero e del frutto del mandorlo o da un cognome. Riporta anche l'ipotesi alternativa che possa provenire dal nome di una taverna, detta della "Mandola". La località viene citata per la prima volta, come Mandolocia, in un ritmo del XII secolo, opera del monaco Bertario dedicata alle origini e allo sviluppo della congregazione vallombrosana. In esso, l'abbazia di san Giacomo era collocata fra il ponte sul Mella e la Mandolossa. In un documento del 1256 è indicata una villa alla Mandolossa, mentre da atti del Quattrocento risulta che la taverna godeva di privilegi ed esenzioni, mentre il monastero era in decadenza. Nel 1797, durante la Repubblica Bresciana, la Mandolossa fu inquadrata nelle chiusure a sera del Garza come luogo fuori di Porta San Giovanni. Prima dell'unità d'Italia, alla Mandolossa vi furono due episodi risorgimentali: nel 1850, un maresciallo austriaco fu aggredito da un gruppo di ribelli, mentre nove anni dopo le autorità cittadine incontrarono Giuseppe Garibaldi, diretto in città. Nel 1933 fu aperto il casello daziario, mentre nel secondo dopoguerra, su un terreno acquistato appositamente dalla Diocesi di Brescia, fu innalzato il prefabbricato metallico che funzionò come chiesa locale, dedicata alla Madonna alla Strada, fino alla fine del 2021. La località è sita fra la Tangenziale Sud di Brescia, alla quale è collegata con uno svincolo, e la strada SS 11 "Padana Superiore". È inoltre vicina allo svincolo "Brescia Ovest" dell'Autostrada A4. Il territorio è attraversato dalle ferrovie Brescia-Iseo-Edolo e Milano-Venezia. Sulla prima, nei pressi del passaggio a livello della strada per Roncadelle, è presente la stazione di Mandolossa. Baldassare Bacchi, Alberto Bonfadelli e Milena Dallera, Studio idrologico a scala di sottobacino dei bacini dell’Ovest Mella confluenti nel Torrente Gandovere e Roggia Mandolossa (PDF), Gussago, 2013 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2016). Antonio Fappani (a cura di), Mandolossa, in Enciclopedia Bresciana. Vol. 8: [M-Masi], Brescia, Voce del Popolo, 1991, p. 133. Governo provvisorio della Repubblica bresciana, Raccolta dei decreti del Governo provvisorio bresciano e di altre carte pubblicate a quell'epoca colle stampe, II, Brescia, Tipografia Dipartimentale del Mella, 1804. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mandolossa

Castegnato
Castegnato

Castegnato (Castignàt in dialetto bresciano), in passato noto anche come Castegnatto, è un comune italiano di 8 379 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia. Il comune di Castegnato fa parte del movimento Patto dei sindaci, un'iniziativa della Commissione Europea lanciata nel 2008 per riunire in una rete permanente le città che intendono avviare un insieme coordinato di iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici. Castegnato si trova nella parte meridionale della Franciacorta, in un contesto sostanzialmente pianeggiante. Dista otto chilometri dal capoluogo di provincia. Si estende su una superficie di 9,17 km² e si trova ad un'altezza di 143 m s.l.m. circa. Dal punto di vista idrografico, il territorio comunale viene attraversato ad est dal torrente Gandovere e ad ovest dal canale della Seriola Nuova di Chiari (che per un certo tratto del suo percorso funge da linea di confine con il comune di Rodengo Saiano). Il clima a Castegnato è caldo e temperato, con piovosità significativa durante tutto l'anno. La temperatura media annuale è di 12,1 °C, essendo luglio il mese con temperature più alte (22,1 °C) e gennaio il mese con temperature più basse (2,0 °C). La piovosità media annuale è di 1077 mm. In particolare le piogge sono più scarse nel mese di gennaio (54 mm) e più abbondanti nel mese di novembre (122 mm). Classificazione sismica: zona 3 (zona con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti), Ordinanza del PCM n. 3519/2006 Classificazione climatica: zona E, 2410 GR/G Classificazione dei climi di Köppen: Cfa Le origini della città di Castegnato siano incerte; alcuni indizi sulle sue origini sono un ritrovamento archeologico risalente all'epoca imperiale romana e l'etimologia di alcuni toponimi (tra cui la località "Moie" e il torrente "Gandovere"), derivati dalle lingue celtiche. L'origine del toponimo "Castegnato" è dibattuta: secondo lo storico Gianmaria Biemmi potrebbe fare riferimento ad un bosco di castagni che si trovava a sud del centro abitato, analogamente ad altri toponimi di centri abitati vicini (Castenedolo, Carpenedolo, Rovato, Canelo) che secondo lo stesso autore farebbero riferimento anch'essi alla vegetazione che si trovava attorno a tali centri abitati (rispettivamente: castagni, carpini, roveti e canneto). Secondo Dante Olivieri deriverebbe invece dal gentilizio latino Castinus, da cui sarebbe poi derivato Castinea e infine Castegnato. La presenza di alberi di castagno nel luogo è attestata in un documento dell'estimo del 1641, in cui è indicata "una pezza di terra castagniva" nella zona del Paradello dell'estensione di un piò, appartenuta alla signora Aloisia Nassino. Probabilmente tali alberi di castagno non costituivano un bosco, bensì erano parte di una vegetazione mista, nella quale i castagni, che sono normalmente presenti in collina, costituivano un fatto curioso nel territorio pianeggiante del luogo, per cui il toponimo sarebbe stato scelto da tale "eccezionalità". Secondo molti storici bresciani dell'Ottocento (tra cui Cocchetti e Odorici), in epoca romana Castegnato era attraversata da un'importante strada romana consolare che metteva in comunicazione Brescia (lat. Brixia) con Bergamo e la Val Camonica (in latino Vallis Camunnorum), costeggiando il lago d'Iseo (in latino Sebinus lacus, da cui il nome della strada) e terminando a Rognum (Rogno). È probabile che il paese abbia fatto parte del Territorium Civitatis e perciò dipendente spiritualmente dalla Plebs urbana, che si estendeva per un raggio di circa 10 km intorno alla città. Nel periodo medievale il territorio di Castegnato appartenne almeno in parte al monastero di Santa Giulia, mentre la parte più a nord-est fece parte dei beni del monastero di Rodengo. Dall'inventario del monastero di Santa Giulia (la cui redazione, tra l'879 e il 906, è attribuita alla badessa Berta, figlia del re d'Italia Berengario), risulta che tale monastero avesse una corte dominica a Castegnato (chiamato nell'inventario "Castaneto"). L'inventario indica che nel villaggio di Castegnato e all'interno della corte si trovavano una cappella (con altare, arredi sacri e cinque libri sacri), due case, una "caminata", e decine di moggi di terra destinata all'agricoltura. Tra il IX e il X secolo fu edificata la prima chiesa di Castegnato, ovvero la chiesa di San Zenone (con una singola navata e un altare), che fu demolita alla fine del Seicento, senza lasciarne traccia, al fine di riutilizzare i suoi materiali per la costruzione della nuova chiesa di San Giovanni Battista. L'autorità vescovile diede il consenso a tale demolizione e riuso dei materiale della chiesa di San Zenone a patto che il luogo dove sorgeva la vecchia chiesa di San Zenone fosse stato "considerato luogo sacro e conservato". Probabilmente la chiesa di San Zenone era situata dove fu successivamente costruito il cimitero di Castegnato: tale ipotesi è rafforzata dal ritrovamento delle fondamenta e i ruderi durante i lavori di ampliamento del cimitero nel 1877 e dal fatto che nel catasto napoleonico era indicato che i terreni nella zona del cimitero stavano in "S. Zeno" o "S. Zenino". Castegnato era probabilmente dotata di un castello situato in contrada Torre. Il nome della contrada Torre potrebbe derivare forse da una torre presente in tale castello o più in generale dalla presenza a Castegnato di fortificazioni o cascine fortificate. Secondo Don Piccinelli il castello era stato fatto costruire dal feudatario Beniamino da Manerba, che avrebbe avuto il feudo di Castegnato dall'imperatore Federico II, ma dalla lettura del diploma di Federico II pubblicato nel Codice Diplomatico Bresciano dell'Odorici risulta che il feudo chiamato "Castignati" e assegnato a Beniamino da Manerba in realtà fosse un feudo situato nel territorio di Manerba, quindi non corrispondente a Castegnato. Da un estimo risalente al 1385 si legge che il comune di Castegnato faceva parte della quadra di Rovato. Successivamente, secondo un documento ducale della Repubblica di Venezia risalente al 1450, Castegnato fu inserito nella quadra di Gussago, assieme a Gussago, Cellatica, Rodengo, Ronco, Saiano, Brione, Ome, Polaveno, Monticelli Brusati, Provezze, Provaglio d'Iseo e Valenzano. Nel 1493 la popolazione di Castegnato ammontava a 310 abitanti. Tale numero scese nel 1505 a 250, come conseguenza di una pestilenza, per poi salire a 587 abitanti nel 1561. Nel 1600 Castegnato fu sede di diversi episodi di criminalità, con aumento di risse e omicidi, spesso legati all'utilizzo dell'acqua, a dispute su confini dei terreni o altri torti subiti. Tali episodi includono una rissa con sparatoia del 1605, iniziata nella contrada dello Stallo, e l'uccisione di quattro persone nel 1646. La peste del 1630 provocò circa un centinaio di morti a Castegnato, portando la popolazione a circa 640 presenze. In ricordo di tale tragico periodo, fu eretta una santella nei pressi del lazzaretto. Le prime scuole sorsero intorno al 1650 e in seguito fu aperto un collegio femminile presso il convento. Nel 1686 fu edificata la nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, che fu consacrata sei anni dopo, nel 1692. Tra il 1701 e il 1707 Castegnato, come altre città bresciane, subì gravi conseguenze economiche e morali causate dai soldati coinvolti nella battaglia di Chiari, che saccheggiarono le case dei cittadini derubandoli di foraggio e altri beni, come testimoniano le 66 polizze di rimborso dei danni subiti, conservate nell'Archivio Storico Civico di Brescia. In seguito alla conquista di Napoleone Bonaparte, nel 1797 è istituito lo Stato della Repubblica Cisalpina, e di conseguenza è abolita la precedente organizzazione comunale basata sulle "quadre" per introdurre una nuova organizzazione basata sui dipartimenti. Castegnato entra così a far parte del Dipartimento del Mella. Durante la dominazione napoleonica, attraverso il catasto napoleonico sono stilate mappe dettagliate che permettono di avere una rappresentazione attendibile del territorio di Castegnato, che include la dislocazione dei fondi e degli edifici castegnatesi. In questo periodo sono inoltre istituite le prime scuole gratuite a Castegnato, con la scuola maschile nell'antica chiesa parrocchiale e la scuola femminile nei locali dell'orfanotrofio (successivamente adibito a convento delle suore). In seguito al Congresso di Vienna del 1814 il governo austriaco instaurò il Regno Lombardo-Veneto e una nuova organizzazione comunale, che vedeva Castegnato aggregato al II Distretto di Ospitaletto. Quest'ultima dominazione terminò all'alba del 14 giugno 1859, quando gli eserciti dell'avanguardia di Vittorio Emanuele II e di Napoleone III entrarono in paese, a cui seguì, tre giorni dopo, la visita a Brescia di Vittorio Emanuele II e Napoleone III, che intanto sostarono rispettivamente a Travagliato e Castegnato. In particolare, Vittorio Emanuele II ebbe il suo quartier generale presso il palazzo di proprietà di Panzerini e Franzoni. Ne rimangono tangibili tracce nell'attuale dimora dei signori De Leone, in località Case. Nel 1869, attraverso apposito Regio Decreto, le frazioni di Borbone e Case furono staccate dal comune di Rodengo (a cui erano state aggregate nel 1816, staccandole da Castegnato) e riunite al comune di Castegnato. Dieci anni dopo, al comune di Castegnato fu unita anche la frazione di Pianera, staccata dal comune di Travagliato. All'inizio del 1869 Castegnato aveva un solo mulino, detto "il Molinetto" e situato nella contrada Molino. Con l'aggregazione delle frazioni Borbone e Case, avvenuta nello stesso anno, si aggiunge un secondo mulino, più grande, chiamato "il Molinasso". Nel 1919, terminata la prima guerra mondiale, risultavano aperti a Castegnato il Circolo operaio, l'Associazione nazionale combattenti (promotore dell'erezione del monumento ai caduti della prima guerra mondiale) e la sezione del Partito popolare. A queste iniziative popolari, si aggiunge nel 1920 la Lega dei contadini. A seguito di un'aggressione, lo storico di Castegnato don Piccinelli muore nel 1924 a Ospitaletto. Il 28 aprile 1945 si svolse tra le strade di Castegnato una battaglia che si concluse con la morte di 3 patrioti e di 9 civili e 30 feriti. Tale battaglia ebbe inizio quando, in risposta al transito di automezzi tedeschi che svetolavano la bandiera bianca della resa, i patrioti castegnatesi spararono alcuni colpi di fucile come avvertimento, a cui gli avversari risposero sparando su case, patrioti e cittadini. Qualche giorno dopo, il 1 maggio 1945, venne costituito a Castegnato il Comitato di Liberazione Nazionale. Nel 2012 Castegnato ha costituito un accordo di collaborazione con gli altri comuni della Franciacorta. Lo stemma del comune è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 3 aprile 1933. È un'arma parlante ed è documentata almeno dal 1783, quando nel frontespizio del registro d'estimo del borgo compare un ramoscello di castagno come simbolo della Comunità di Castegnato. Il gonfalone è un drappo di bianco. La prima chiesa di San Giovanni Battista fu edificata nel Quattrocento, utilizzando i materiali della chiesa di san Zenone, anticamente presente nella zona del cimitero. In seguito alla costruzione della nuova chiesa di San Giovanni Battista, la prima chiesa di San Giovanni Battista (che si trova nella stessa piazza della nuova chiesa) cambiò il suo nome in chiesa di Santa Maria. Essendo stata utilizzata per usi civili durante la dominazione napoleonica, fu oggetto di restauro e impreziosita negli anni '90. L'attuale chiesa di San Giovanni Battista è la chiesa parrocchiale del paese. Nella seconda metà del XVII secolo, come conseguenza dell'aumento demografico in seguito alla peste del 1630, sorse la necessità della costruzione di una nuova chiesa. La cerimonia della posa della prima pietra della nuova chiesa ebbe luogo nel 1682. La progettazione della chiesa fu probabilmente opera dagli architetti e capomastri Antonio e Bartolomeo Spazio (padre e figlio), mentre la direzione dei lavori fu svolta probabilmente dal figlio Bartolomeo. All'esterno il portale è composto da una statua di San Giovanni Battista, sorretta da cherubini e da due colonne a tutto tondo in marmo Botticino. La navata risulta del XVII secolo, mentre transetto, cupola e presbiterio sono ben più recenti a causa degli ampliamenti degli anni '40 e '80 del 1900. La pala (in olio su tela) dell'altare maggiore, opera di Sante Cattaneo, raffigura la Sacra Famiglia con san Vitale, san Giovannino e sant'Antonio da Padova in una fastosa cornice barocca. Lungo tutta la navata sono presenti i ritratti dei Dodici Apostoli del 1714, dipinti da Antonio Paglia. A destra, nel primo altare detto "di Sant'Anna", vi è una tela raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Angelo Custode, Anna e Gioacchino, mentre nella nicchia del secondo altare a destra vi è una statua della Beata Vergine affiancata dai misteri dal Rosario e dalle statue di san Giovanni evangelista e san Marco; sotto alla statua della Madonna è presente la teca contenente i resti mortali del patrono, san Vitale. Sul lato sinistro il primo altare detto "dei Santi Filippo Neri e Francesco di Sales" ospita un dipinto di sante Cattaneo; nel secondo altare è presente un dipinto della Santa Croce affiancato dalle statue di san Luca e san Matteo. Nella controfacciata vi è una grande tela (450 × 280 cm) raffigurante la decollazione di san Giovanni Battista. Maestosa è anche la tela (390 × 340 cm) raffigurante l'Imposizione del nome del Battista, collocata nel transetto destro. La costruzione della chiesa di Sant'Antonio, ad opera della famiglia Mainetti, risale al 1683. All'interno si trovano una statua di Sant'Antonio, una statua della Madonna con Bambino e una pala dell'Apparizione della Madonna con Bambino a sant'Antonio. Nella frazione denominata "Pianera", a sud dell'abitato di Castegnato sul confine con il comune di Travagliato, sorge l'antico Oratorio di Santa Maria in Silva. La frazione prende la denominazione da una nobile famiglia bresciana originaria di Quinzano d'Oglio: i Pianeri. Il Monsignor Paolo Guerrini riporta uno scritto di Giuseppe Nember nel quale così parla dei Pianeri: «I Planeri ebbero case e fondi anche nel territorio fra Travagliato e Castegnato, e la grande fattoria Pianera ebbe da loro il nome perché era di loro proprietà [...] il 13 gennaio 1452 il Comune di Brescia concedeva la cittadinanza bresciana ai due fratelli Andreolo e Bartolomeo qm. Pietro Bono de Planeris. I Planeri erano emigrati in città di Quinzano loro patria natia». Certamente la famiglia aveva la residenza sui possedimenti in Pianera, poiché nell'estimo delle contrade Borbone e Pianera del 1641 si legge: «Pianeri Francesco quondam Andrea - un casamento da padrone e massaro a mezzodì della terra con sette corpi di stanze, quattro terranee e tre superiori, con aia, brolo, orto e colombaia, corcondata da muro...». Francesco Pianeri, unitamente al fratello Andrea, nel Seicento fece costruire un oratorio privato dedicato a Santa Maria in Silva, che serviva per le celebrazioni liturgiche alle quali partecipavano, oltre ai loro famigliari, i contadini della frazione e dei cascinali limitrofi. Chiamata così perché Camillo Benso, conte di Cavour pernottò qui per una notte. La via si chiama proprio via Cavour in Località Case, che confina con il comune di Rodengo-Saiano e bagnata dalla Seriola Nuova. La località conta circa 180 abitanti ed è formata da 12-13 abitazioni. Dietro le abitazioni più a sud della località è presente un campo da calcio dove giocano le giovanili del Brescia Calcio e del Castegnato. Palazzo Chizzola Palazzo Rodengo Palazzo De Leone Villa Baitella è una grande tenuta agricola al confine tra Castegnato e Ospitaletto. Comprende un nucleo centrale costituito da una villa settecentesca e da abitazioni seicentesche. Il nome è derivato da quello dei Baitelli, una ricca famiglia bergamasca di commercianti di stoffe, che nel Trecento si trasferirono in Franciacorta acquisendo delle terre, facendo costruire il primo nucleo edilizio del complesso. Nel 1670 la proprietà passò alla famiglia Martinengo, che diede inizio alla costruzione della villa. Dal 1838, estintosi l'ultimo dei discendenti, la tenuta passò varie volte di mano, iniziando una fase di decadenza, che, alla fine della Seconda guerra mondiale, durante la quale la struttura fu occupata, si trasformò in abbandono, fino al successivo restauro, avvenuto nel 2000. Il complesso è circondato da un parco di 30.000 m2. Villa Calini si affaccia nel centro storico, sulla strada che dalla Parrocchiale porta all'oratorio e al cimitero. Costruita nel XVIII secolo, fu la residenza di campagna dei conti Calini. Ora è adibita ad abitazione privata. Villa Camadini Villa Rota Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT nel 2021 la popolazione straniera residente era di 924 persone (pari al 11,1%), con le seguenti nazionalità maggiormente rappresentate: Pakistan - 148 Egitto - 133 Romania - 102 Senegal - 95 Marocco - 79 India - 57 Albania - 48 Moldavia - 39 Ucraina - 36 A partire dal 1972 a Castegnato opera il "Complesso Bandistico di Castegnato", presente durante principali le feste e manifestazioni di Castegnato, tra cui 8 marzo, 25 aprile, la festa di San Vitale, la festa della Cultura (30 maggio), il concerto di primavera in Villa Bertoli (31 maggio), la festa della Repubblica (2 giugno), il Corpus Domini, "Franciacorta in Bianco", la festa delle Forze Armate (4 novembre) e il concerto di Natale. Dal 1996, anno in cui si esibisce per il concerto di chiusura delle manifestazioni per il Giubileo di San Vitale, il complesso bandistico è parte del "Comitato per la Festa di San Vitale". È gemellato con la banda musicale "Braccio Fortebraccio" di Montone. Dal 2020 ha assunto il nuovo nome "Corpo Bandistico Castegnato". Durante le celebrazioni del 2015 dedicate al santo patrono, il Comune di Castegnato ha indetto un concorso per scegliere la "Torta di San Vitale", destinata a diventare il dolce tipico di Castegnato. Il concorso è stato vinto dalla Pasticceria Sinigaglia di Castegnato, con la presentazione di una torta in pastafrolla con pralinatura e crema frangipane alle mandorle. La ricetta della torta di San Vitale è stata resa pubblica e depositata presso il Comune di Castegnato in modo da potere essere preparata da tutti. La seconda domenica di maggio si svolge a Castegnato la tradizionale festa del patrono, san Vitale martire. Tale tradizione ha inizio nel 1685 quando, durante la costruzione della nuova chiesa di Castegnato, vennero donate le reliquie del santo patrono dal cappuccino fra Giocondo da Padenghe al nobile Girolamo Clera. Tali reliquie sono conservate in un'urna all'interno di un altare della chiesa di San Giovanni Battista e sono portate in processione una volta ogni 25 anni durante il Giubileo. Sebbene siano note le vicende delle reliquie del santo patrono e sia particolarmente venerato dai castegnatesi, non è noto a quale dei tanti "san Vitale martire" appartengano tali reliquie. Dal 1974 a Castegnato, il primo sabato di ottobre, si svolge il "Palio delle antiche contrade", una gara a staffetta sulla distanza di 1 km, a cui partecipano quattro squadre, una per ogni contrada della città. Dal 1985, una settimana prima del Palio, si svolge inoltre il "Minipalio", una gara a staffetta su un percorso tra le vie della città (con punto di partenza e arrivo in via Trebeschi) che si estende per circa 400 m. Al Minipalio partecipano quattro squadre di ragazzi, una per ogni contrada della città (in analogia alle regole del Palio delle antiche contrade). Tutti i sabati in piazza Dante si svolge il tradizionale mercato rionale. Il paese è suddiviso in quattro contrade: la Piazzetta, il Molino, la Torre e le Porte: La Piazzetta si trova nella zona settentrionale della città, in località "Case". È simboleggiata dal colore rosso e non confina con il Molino. Il Molino (o Mulino, con riferimento ad un antico mulino fatto costruire in zona dalla famiglia Mainetti) è la contrada più estesa del paese. In passato era la meno abitata, ma la nuova urbanizzazione ha incrementato la popolazione della contrada. Rimane a sud del paese e i suoi colori sono il bianco con tinte d'azzurro. La Torre è la contrada meno estesa del paese, ma è una delle più abitate. È simboleggiata dal colore blu, comprende buona parte del centro storico e confina con tutte le altre contrade. Le Porte sono simboleggiate dal colore verde e giallo (o oro), che richiamano i grandi portoni caratteristici della contrada. Si sviluppa sulla parte ad est del paese e, come la Torre, confina con tutte le altre contrade. Tale suddivisione fu stabilita nel 1974, in occasione della prima edizione del "Palio delle antiche contrade". Intorno al XV secolo a Castegnato risultavano definiti due quartieri, uno a nord e uno a sud, all'interno dei quali si trovavano le contrade la Torre, la Piazzetta (o "Stallo"), il Bosco, la Baitella e il Barco. A queste si aggiungeva la contrada Porte, mentre le contrade Borbone, Pianera e Camaione appartenevano ai comuni di Rodengo e Passirano. Alle quattro contrade di Castegnato è stato dedicato nel 2018 un murale, opera dell'artista Mario Raineri. Il comune di Castegnato comprende le località di Baitella, Buca, Verginello, Pianera, Ponte Baitello e Romiglia. Storicamente, l'economia di Castegnato è stata basata principalmente sull'agricoltura. Nel 1548 Castegnato contava 1656 piò di terra, con più del 93% di tale superficie agricola posseduta dai cittadini. La maggior parte dei terreni agricoli (86%) era in mano a cinque famiglie: i Rodengo, i Baitelli, i Sala, i Dosso e i Bocca. In questo periodo, i prodotti delle coltivazioni comprendevano il vino, il frumento, la segale, il miglio, il panico e legumi. Le opere di sistemazione delle rogge e di realizzazione di nuovi canali per l'irrigazione dei terreni (tra cui l'escavazione della Seriola Castrina e della Seriola Nuova di Chiari), favorirono lo sviluppo agricolo nel territorio di Castegnato. Nella prima metà del XIX secolo si sviluppa nel territorio bresciano l'industria della seta, che comprendeva la gelsicoltura e l'allevamento dei bachi da seta. A Castegnato nel 1850 tre filatoi per la torcitura della seta, che risentirono dell'atrofia del baco da seta, per cui nel 1876 era rimasto a Castegnato solo un filatoio. Il territorio comunale è attraversato dall'Autostrada Torino-Trieste, presso il quale si trova l'uscita di Castegnato, che collega quest'ultima al raccordo autostradale dell'A35 con la Tangenziale Sud di Brescia. A sud del centro abitato passa la strada statale 11 Padana Superiore. Castegnato è servito dall'omonima stazione della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo. Castegnato è gemellata con: Trujillo, Spagna Montone, Italia Il campo sportivo comunale di Castegnato è stato lo stadio della squadra di calcio A.S.D. Atletico Castegnato, (che nel 2022 ha cambiato il nome in "Cast Brescia") e della A.S.D. Rigamonti Castegnato. Gianpietro Belotti, Storia di Castegnato dalle origini all'Ottocento, vol. 1, Comune di Castegnato, 2008. Gianpietro Belotti, Mario Baldoli, Storia di Castegnato Il Novecento, vol. 2, Comune di Castegnato, 2009. Parrocchia di San Giovanni Battista, Le chiese di Castegnato Arte e Storia, T. P FotoGafica, 1996. Paolo Guerrini, Memorie Storiche, Brescia, Edizioni del Moretto, 1934 Stazione di Castegnato Franciacorta Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castegnato Sito ufficiale, su comune.castegnato.bs.it. Castegnato, su sapere.it, De Agostini.

Stazione di Mandolossa
Stazione di Mandolossa

La stazione di Mandolossa è una fermata ferroviaria della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, chiusa al servizio viaggiatori. Serviva la località omonima, posta a cavallo dei territori comunali di Brescia, Gussago e Roncadelle. Nel progetto originario di costruzione della ferrovia Parma-Brescia-Iseo, presentato al Consiglio superiore dei lavori pubblici nel 1880, era previsto che per il tronco Brescia-Iseo si impiegasse parte della ferrovia Milano-Venezia tra la stazione di Brescia e la località Mandolossa. In questa località sarebbe sorta una stazione dalla quale si sarebbe diramata la tratta diretta a Monterotondo e a Iseo. La SFAI, che ai tempi ebbe in gestione la linea per Milano, respinse la possibilità di utilizzare il tratto Brescia-Mandolossa anche ai treni per Iseo, quindi l'Ufficio Tecnico della Provincia di Brescia ripensò il tronco su un percorso separato che transitasse per Fiumicello. Nel nuovo progetto non fu previsto alcun scalo a servizio degli abitanti della piccola località. Su richiesta di questi ultimi, dopo il completamento dei lavori di costruzione, la SFAI decise di attivare una fermata nei pressi della casa cantoniera situata nei pressi del passaggio a livello della strada che collegava la frazione a Roncadelle, nel territorio del comune di Brescia. Entrò quindi in funzione il 22 giugno 1885, con l'apertura al servizio pubblico della nuova linea ferroviaria. La fermata fu soppressa al servizio viaggiatori il 1º giugno 1996. Dal 11 giugno 2007 al 15 giugno 2008, la fermata fu ripristinata con servizio a richiesta. A causa della sua genesi, la fermata non è dotata del classico fabbricato viaggiatori delle fermate della Brescia-Iseo, ma solo del marciapiede per garantire l'accesso ai treni al singolo binario di corsa. Al 2021, il vicino casello ferroviario risulta adibito ad abitazione privata. La fermata è chiusa al servizio viaggiatori. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Mandolossa Ferrovienord.it - Stazione di Mandolossa, su ferrovienord.it (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013).

Stazione di Castegnato
Stazione di Castegnato

La stazione di Castegnato è una stazione ferroviaria della linea Brescia-Iseo-Edolo a servizio dell'omonimo comune. Si trova in via Roma a poca distanza dal municipio e dal centro storico del paese. Essa fu attiva fin dall'inaugurazione della linea ferroviaria, il 21 giugno 1885. Poco prima dell'inizio dei lavori del secondo lotto, tra il 1882 e il 1883, i comuni di Ome, Rodengo e Paderno chiesero che la stazione fosse posizionata in località Paradello, allo scopo di servire meglio anche questi tre abitati, ma la proposta fu rigettata dalla Società italiana per le strade ferrate meridionali. Tra il 15 giugno 2008 e il 12 giugno 2010, la stazione fu capolinea del servizio regionale denominato S/ con corse a cadenza oraria che collegavano il paese franciacortino al capoluogo. A paritre dal 2023 sono iniziati i lavori di ammodernamento in vista dei nuovi treni ad idrogeno. Il fabbricato viaggiatori si presenta nello stile architettonico previsto dalle stazioni della vecchia Brescia-Iseo di cui, fra l'altro, è l'unica che risulta ancora attiva, essendo state dismesse quelle di Passirano Superiore e Provaglio Superiore. Al piano terra si trovano il locale impianti, la sala d'attesa e la biglietteria (non più attiva); al piano superiore l'appartamento dell'assuntore. Il piccolo fabbricato dei servizi igienici, situato a breve distanza, è ancora presente, ma chiuso al pubblico. Il piazzale è composto da due binari, il primo di corsa e il secondo per gli incroci, serviti da altrettanti marciapiedi, collegati da attraversamenti a raso dei binari. In passato era inoltre presente un tronchino lato Iseo a fianco del primo binario, dotato di rampa di carico e destinato al traffico merci, a testimonianza del quale rimane oggi solo il paraurti in cemento. L'area è attualmente adibita a parcheggio a servizio della stazione. La stazione è stata declassata da Ferrovienord a fermata impresenziata. Presso la sala d'attesa è presente una sezione staccata della biblioteca comunale. La stazione è servita dai treni regionali (R) in servizio sulle relazioni Brescia-Iseo e Brescia-Breno, eserciti da Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia. La stazione dispone di: Sala d'attesa Biglietteria a sportello Antonio Burlotti. Stazioni e fermate della linea ferroviaria Brescia/Iseo/Edolo, in Mauro Pennacchio. La meccanica viabilità - La ferrovia nella storia del lago d'Iseo e della Vallecamonica. Marone, Fdp Editore, 2006. ISBN 889027140X Gianni Donni. Provaglio e i provagliesi. Provaglio d'Iseo, La Cartotecnica, 1998. ISBN non esistente Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Castegnato Ferrovienord.it - Stazione di Castegnato, su ferrovienord.it (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013).