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Bovezzo

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Piazza G. Rota Bovezzo
Piazza G. Rota Bovezzo

Bovezzo (Boès in dialetto bresciano) è un comune italiano di 7 299 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia, situato nella Valle del Garza alla confluenza con la Val Trompia, afferente a quest'ultima. Fa parte della Comunità montana della Valle Trompia e della Regione agraria N.7 - Montagna della media Val Trompia. Bovezzo si trova sul versante di destra della Valle del Garza, alla confluenza con la Val Trompia, ad un'altitudine di 207 m s.l.m. Confina con il comune di Nave a est, con il comune di Concesio a ovest e con il comune di Brescia a sud (quartieri Villaggio Prealpino e Mompiano). La cima del Monte Spina delimita i territori di Bovezzo, Nave, Concesio e Lumezzane. Bovezzo dista 6 chilometri dal centro di Brescia. Bovezzo presenta generalmente le stesse caratteristiche del clima di Brescia, vista la breve distanza dal centro del capoluogo. Secondo la classificazione dei climi di Köppen, gode di clima temperato delle medie latitudini (Cfa), piovoso o generalmente umido in tutte le stagioni, con estati molto calde e piogge concentrate tra marzo e maggio e tra ottobre e novembre inoltrato. Nel territorio di Bovezzo scorre il torrente Garza, seguendo il percorso della Strada statale 237 del Caffaro. Con i suoi 42 chilometri di lunghezza e con una portata di 1,2 m³/s è il maggior corso d'acqua del territorio. In prossimità del quartiere conosciuto come "Le Brede", sul confine con il comune di Concesio, scorre il torrente Tronto. Il Fosso della Valle del Cannone è un affluente del Garza che segna il confine con il comune di Nave. Svolge la funzione di colatore montano per l'omonima valle. Bovezzo sorge ai piedi del monte Spina (detto anche monte Sant'Onofrio), sotto l'appendice del Dosso Pentere (comunemente chiamato solo Pentera). Il monte Spina è una montagna delle Prealpi Bresciane nelle Prealpi Bresciane e Gardesane, che raggiunge un'altitudine di 962 m s.l.m. È il punto di unione tra la val Trompia e la dorsale che delimita la valle del Garza. L'origine del nome di Bovezzo è ancora incerta: la forma letteraria attuale, infatti, non corrisponde a quella della parlata dialettale Boés o Bués, poi divenuta in latino Buetium, e in italiano Bovezzo. A tal proposito, le riflessioni dello studioso Monsignor Paolo Guerrini risultano ancora oggi le più attendibili. Lo storico esclude che il toponimo possa derivare da un nome personale romano, quale Bovo o Boezio; così pure egli nega che si possa riferire il nome al latino bos-bovis. Ripercorrendo i nomi che nel passato hanno indicato Bovezzo (Buecium, Buetium), l'etimologia si dovrebbe piuttosto ricondurre alla natura geologica del luogo: per somiglianza fonetica, il nome di Bovezzo si accosta a Boés, parola da cui deriva Bova, o Boa, che significa fango, melma, caratteristica dei luoghi acquitrinosi. Del resto il territorio di Bovezzo anticamente sorgeva su due sponde di una fonte. Questa ipotesi è inoltre confermata dal fatto che la frazione di Conicchio derivi probabilmente il suo nome da cuniculum, piccolo canale, forse a testimoniare il passaggio dell'antico acquedotto romano, che alimentava la città di Brescia. Il nome di Bovezzo appare per la prima volta in documenti storici degli anni 1226 e 1232, ove si accenna a una eclesia de Buetio, senza titolo, ma certamente, fin da allora, dedicata al vescovo di Brescia Sant'Apollonio, retta da un sacerdote che doveva celebrare i divini uffici sotto la giurisdizione della pieve di Concesio. I primi insediamenti storici sul territorio di Bovezzo risalgono al passaggio dei Galli Cenomani (200 a.C.), mentre abbastanza numerosi risultano i reperti archeologici di epoca romana fra cui possono essere ricordate un'armilla e una fibula in bronzo (databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.) ed un'ope di terracotta rossa-mattone. Una delle più evidenti prove della presenza romana sul territorio sono le tracce dell'antico acquedotto, realizzato all'epoca dell'imperatore Ottaviano Augusto (I secolo d.C.) L'acquedotto romano attraversava la Valle Trompia, convogliando le acque della Valle Gobbia sino a Brescia e fu utilizzato integralmente per tutta la lunghezza del percorso originario sino al V secolo d.C. Attualmente parti ben conservate dell'acquedotto sono presenti nel piano interrato di alcune palazzine private del paese. Durante il periodo medioevale Bovezzo è sotto la giurisdizione religiosa della pieve di Concesio, e risulta compreso — fra il 1385 e il 1403 — nella quadra di Nave, insieme a Caino, Lumezzane, Concesio e San Vigilio. Sempre in questo periodo Bovezzo si unisce sempre più a Concesio, tanto che nell'estimo del territorio bresciano del 18 gennaio 1435 viene indicato quale comune de Bovetio et Consetio. Le lotte che coinvolgono la Repubblica di Venezia nel XVI secolo per il predominio sui territori della terraferma fra cui l'agro bresciano su cui insiste Bovezzo culminano nella battaglia di Agnadello, presso Cremona, dove il 14 maggio 1509 l'esercito Veneto viene travolto dalla poderosa lega di Cambrai, composta da francesi, spagnoli e soldati delle signorie dei Gonzaga e degli Estensi. Durante l'assedio di Brescia, avvenuto nel 1512 in seguito alla sconfitta della Serenissima, Bovezzo e i paesi limitrofi sono soggetti al saccheggio da parte dei francesi. Dopo alterne vicende ed occupazioni la provincia bresciana ritorna sotto il dominio veneziano il 26 maggio 1516, per rimanervi sino alla caduta della Serenissima Repubblica avvenuta nel 1797 ad opera di Napoleone Bonaparte. Durante la dominazione di Venezia la vita di Bovezzo segue le sorti dei paesi vicini e non è protagonista di particolari episodi, eccetto le pestilenze del 1576-77 e del 1630 che provocano numerosi morti e l'occupazione da parte della cavalleria imperiale austriaca nel 1704, all'epoca della guerra di successione spagnola. Alla caduta del governo veneto segue un periodo di influenza francese che determina la diffusione degli ideali della rivoluzione francese in gran parte dell'Europa e la creazione della Repubblica Cisalpina nell'Italia nord-orientale. Nel 1797 le truppe francesi e gli alleati bresciani si scontrano presso Nave con i valsabbini, fedeli a Venezia, derubano la sacrestia della parrocchiale e assaltano l'oratorio di San Carlo in Palazzo Rota. Nell'Ottocento Bovezzo segue le sorti della Lombardia: dapprima inclusa, dopo il congresso di Vienna del 1815, nel Regno Lombardo-Veneto, sotto influenza asburgica, è poi annessa al Regno d'Italia nel 1859, a seguito della seconda guerra di indipendenza. Nel 1893 per risolvere una lunga siccità, la popolazione di Bovezzo, allora ridente borgo agricolo, fa un pellegrinaggio sul monte Palosso al santuario dedicato a sant'Onofrio, per invocare la pioggia per intercessione dei santi Onofrio e Fermo, molto venerati nel paese. L'acqua arriva e, a ricordo della giornata, rimane un ex voto. L'ultimo secolo di storia coincide per Bovezzo con le vicende del capoluogo bresciano al cui territorio si unisce sempre più strettamente. Nel 1910, ad opera del senatore Angelo Passerini, viene eretto ad ente morale l'omonimo asilo per l'infanzia che ancora oggi opera in collaborazione con l'Amministrazione comunale. Particolare menzione merita la figura del partigiano Gigi Rota, a cui è dedicata la piazza principale del paese. Luigi Rota, Gigi per i familiari e per gli amici, studente del politecnico di Milano, entra dopo alterne vicende di guerra, nella divisione partigiana autonoma "Brigata Vecchia Centro Croci" che opera fra la Val di Taro e il passo del Bracco. Cade il 22 gennaio 1945 a Carrodano in provincia di La Spezia, nel tentativo di rompere l'accerchiamento delle truppe tedesche e repubblichine che si erano attestate sulla linea Gotica. Nel 1951 il Consiglio Comunale gli dedica la piazza principale del paese, che tra l'altro era stata donata in precedenza al comune proprio della famiglia Rota. Nel 1979 viene fondata l'Accademia Musicale Giovanni Gabrieli, che ha come scopo la diffusione della musica attraverso vari corsi strumentali e con un'attività concertistica di tutto rispetto. Negli ultimi anni il paese ha conosciuto uno sviluppo edilizio ed un incremento demografico di notevoli proporzioni che ha fatto più che raddoppiare la popolazione residente, con insediamenti industriali e artigianali che hanno mutato il tessuto socioeconomico della comunità locale. Il 2 aprile 2000 scoppia una palazzina in via Brede per via di una fuga di gas, causando cinque morti. Il parco urbano del paese verrà poi ribattezzato "Parco 2 Aprile" per commemorare le vittime. Oggi il territorio di Bovezzo non conosce praticamente soluzioni di continuità con quello della città di Brescia, se si eccettua la collina di S. Onofrio che sovrasta il nucleo storico dell'abitato. Il gonfalone è un drappo di azzurro. Chiesa parrocchiale di Sant'Apollonio, ricostruita nel XIX secolo, sita in piazza Gigi Rota. La chiesa contiene un organo di Serassi e numerosi affreschi di Giulio Motta. Chiesa di San Rocco, edificio religioso di piccole dimensioni risalente al XVIII secolo. La chiesa sorge sui resti di un'edicola del XVI secolo. Santuario di Sant'Onofrio, risalente al XV secolo, sito sulla cima del monte Spina. Contiene una statua (Madonna con bambino) attribuita a Vincenzo Foppa e una serie di affreschi attribuiti al Romanino. Palazzo Rota, risalente al XVIII secolo, ad opera dell'ingegner Vincenzo Berenzi. Palazzo Rampinelli, risalente al XV secolo e ingrandito nel XVIII secolo dai Bordogni. Casa Avogadro, risalente al XV secolo. Casa Mazzini, risalente al XV secolo Villa Riva del XVI secolo Insieme ai comuni di Collebeato, Brescia, Botticino, Cellatica, Rodengo-Saiano, Rezzato è stato istituito il Parco delle colline. Abitanti censiti Secondo le statistiche demografiche del 2016 la popolazione straniera presente sul territorio di Bovezzo era di 563 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano: Albania, 155 Romania, 66 Moldavia, 53 Pakistan, 49 Ucraina, 44 Sri Lanka, 27 Marocco, 24 Egitto, 21 La biblioteca comunale è attiva dal 1979 ed è sita all'interno del Centro Civico di Via Vittorio Veneto. Sul territorio opera l'Istituto comprensivo di Bovezzo e una scuola paritaria dell'infanzia aperta dal 1905. Il comune è interessato dalla strada provinciale Bresciana 237 (ex Strada statale 237 del Caffaro) I trasporti interurbani di Bovezzo vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da Brescia Trasporti. Di seguito l'elenco dei sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1995): Le due società di calcio della città sono l'"U.S.O. UNITED", nata nel 2012 e precedentemente attiva sul territorio come U.S.O. Bovezzo, e l'"U.S. Bovezzo 2000 Calcio", nata nel 2000 e militante nel girone G lombardo di 1ª Categoria. La squadra maschile di basket "A.S.D. Basket Bovezzo" rappresenta la città nel campionato F.I.P. di Promozione. Il maggiore impianto sportivo di Bovezzo è lo stadio "Roberto Coltrini" (noto anche come Stadio Comunale), adibito al calcio. Altri importanti impianti sono il "Centro Tennistico Comunale Gianluigi Pasotti" gestito dal Tennis Club Bovezzo ed il Bocciodromo gestito dalla Bocciofila Valle del Garza. Questi tre impianti si trovano in Via della Libertà all'interno del "Parco Urbano 2 aprile". Altri sport (tra cui Basket e Volley) vengono praticati presso la palestra comunale "Candido Cannavò" di Via Paolo VI. Lombardia BS-CO (Pag.37) - Pasquale Passarelli, Istituto Enciclopedico Italiano, 2001. ISBN 8887983135 Bovezzo. Vicende storiche e patrimonio artistico - Carlo Sabatti e Domenico Larovere, Civiltà bresciana, 1985. I luoghi del sacro i giorni degli uomini. Un itinerario storico artistico a Bovezzo - Vittorio Nichilo, Fondazione Civiltà Bresciana, 2009. ISBN 8855900080 Monte Sant'Onofrio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bovezzo Sito ufficiale, su comune.bovezzo.bs.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Bovezzo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Bovezzo
Strada della Todt, Comunità montana della valle Trompia

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Piazza G. Rota Bovezzo
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Luoghi vicini

Villaggio Prealpino
Villaggio Prealpino

Il Villaggio Prealpino è un quartiere del comune di Brescia. L'area occupata dal quartiere è sostanzialmente pianeggiante. Esso si pone a nord del territorio comunale, confinando a nord con i comuni di Bovezzo e Concesio, a ovest con quello di Collebeato. A sudovest confina coi quartieri di San Bartolomeo e Casazza e a sudest con Mompiano, delimitato rispettivamente dalla tangenziale detta Montelungo, da via Triumplina (parte dell'ex statale delle Tre valli) e da via Conicchio, parte dell'ex statale del Caffaro. Presso la cascina «Miracampo» avviene la derivazione del canale "Bova" dal fiume Grande. Il toponimo deriva dalla contrazione del nome originario dell'area residenziale. Inizialmente si chiamava Villaggio Famiglia Prealpina, dal nome delle due cooperative, legate a Ottorino Marcolini, che l'avevano costruito: «La Famiglia» e «Prealpina». Fino alla prima metà degli anni Cinquanta del Novecento, l'area del futuro quartiere del Villaggio Prealpino era per la maggior parte rurale, tra le località abitate della Stocchetta e Conicchio. La prima era suddivisa fra Brescia e Concesio, mentre la seconda era condivisa con il comune di Bovezzo. Tra il 1958 e il 1971 su quest'area agricola fu edificato un "villaggio" secondo i principi espressi da padre Ottorino Marcolini. La costruzione fu effettuata da due cooperative a lui legate: «La Famiglia» e «Prealpina». Da subito furono costruite le scuole elementari, che per i primi anni funzionarono anche da centro aggregativo con l'attivazione di un cinema provvisorio nello scantinato. Nel 1960 fu aperto l'Oratorio e nel 1961 la chiesa di Santa Giulia. Qualche anno più tardi fu aperto il Cinema-Teatro «Excelsior», con 600 posti, che a partire dagli anni Ottanta assunse il nome di Teatro Santa Giulia. Fu ristrutturato negli anni Duemila. Nel 1965, la mancanza di servizi, come le linee di trasporto urbano, e di infrastrutture adeguate, spinsero alcuni abitati a organizzare un comitato. L'esperienza fu di breve durata, ma tre anni dopo fornì l'esperienza per costituire nella vicina Mompiano un comitato di quartiere. Nel 1970, quello del Prealpino si ricostituì e si tennero nuove elezioni. Solo nel luglio 1972, il consiglio comunale diede una struttura organizzata e ufficiale agli organismi di rappresentanza locale, istituendo i consigli di quartiere e suddividendo la città in trenta quartieri, tra cui quello denominato "Villaggio Prealpino". Il primo consiglio di quartiere fu eletto il 27 ottobre 1974. Nell'aprile 1977, il consiglio comunale approvò il regolamento predisposto dalla Giunta Trebeschi per l'attuazione delle circoscrizioni secondo quanto stabilito dalla legge 278/1976. Il Villaggio fu assegnato alla Seconda circoscrizione. Trent'anni dopo, con la riforma voluta dalla Giunta Corsini, il quartiere divenne parte della Circoscrizione Nord. Nel 2014, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di riattivare i consigli di quartiere: le prime elezioni del nuovo organismo si tennero il 14 ottobre Con l'occasione furono ridefiniti i confini di alcune suddivisioni: la località della Stocchetta, fino a quel momento suddivisa tra il quartiere del villaggio e quello di Casazza, fu assegnato completamente al primo. All'interno del territorio sono presenti due chiese parrocchiali: santa Giulia, a servizio del villaggio Prelpino. All'interno si conservano la maggior parte delle reliquie della martire. Nei pressi del complesso parrocchiale è presente il Teatro Santa Giulia, gestito da un'associazione culturale di quartiere. san Giovanni Battista, a servizio della frazione della Stocchetta, eretta nel 1860 e situata nel limite ovest del quartiere. Il quartiere è collegato al centro cittadino dalla linea 10 (Concesio - Poncarale) della rete di trasporti urbani, mentre la frazione Stocchetta è servita dalla linea 11 (Collebeato - Botticino). Prealpino, capolinea della linea metropolitana, formalmente si trova nel territorio del quartiere Casazza, ma è anche a servizio del Villaggio. È presente inoltre una stazione di Bicimia all'incrocio tra via Tovini e traversa Decima. Il quartiere ha una società di calcio, due di pallavolo ed una di atletica: la Running Prealpino che annovera una settantina di tesserati. Nel 2012 è nata una nuova società calcistica con denominazione USO UNITED che ha raggruppato le società dell'USO Bovezzo, dell'oratorio della Stocchetta e dell'Uso Prealpino Santagiulia. Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Nord, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 28 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Ottorino Marcolini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villaggio Prealpino Parrocchia Santa Giulia, su parrocchiasantagiulia.org. Teatro Santa Giulia, su teatrosantagiulia.org.

Chiesa di San Giovanni Battista (Brescia)
Chiesa di San Giovanni Battista (Brescia)

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Stocchetta, frazione di Brescia, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale di Brescia Nord. Una cappella a Stocchetta risultava già esistente nel Seicento; questo edificio venne interessato da un rifacimento nel XVIII secolo. La chiesa fu eretta a parrocchiale il 27 febbraio 1860 dal vescovo di Brescia Girolamo Verzeri; all'epoca faceva parte del vicariato di Concesio. Nel 1932 venne costruito il campanile e, il 18 aprile 1954, la chiesa entrò a far parte del vicariato urbano di Brescia, come decretato dal vescovo Giacinto Tredici il 24 marzo precedente. Il nuovo altare postconciliare rivolto verso l'assemblea venne realizzato nel 1971 e nel 1982 si provvide ad eseguire le decorazioni dell'interno; il 14 aprile 1989, in ossequio al Direttorio diocesano per le zone pastorali, la parrocchia fu aggregata alla zona pastorale di Brescia Nord. La facciata a capanna della chiesa, rivolta ad occidente, è suddivisa da una cornice marcapiano in due ordini, entrambi tripartiti da quattro lesene tuscaniche: quello inferiore presenta al centro il portale d'ingresso con coronatura mistilinea e in quello superiore, terminante con il timpano semicircolare, si apre invece una finestra. Ad alcuni metri dalla parrocchiale sorge il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora ed è coronata dalla cupola poggiante sul tamburo. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali e le cui pareti sono scandite da lesene sorreggenti il cornicione aggettanti sopra il quale si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio a base quadrangolare. Brescia Regione ecclesiastica Lombardia Diocesi di Brescia Parrocchie della diocesi di Brescia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giovanni Battista Chiesa di San Giovanni Battista, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Parrocchia di S. GIOVANNI BATTISTA, su parrocchiemap.it. URL consultato il 1º febbraio 2022. PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA IN STOCCHETTA, su chiese.top10posti.it. URL consultato il 1º febbraio 2022.

Prealpino (metropolitana di Brescia)
Prealpino (metropolitana di Brescia)

La stazione di Prealpino è la fermata della metropolitana di Brescia a servizio dell'omonimo quartiere. È il capolinea settentrionale della linea. La stazione fu aggiunta nel 2004 in sede di Valutazione di impatto ambientale (VIA). Nel progetto definitivo presentato dall'ASM nel 2000, infatti, il capolinea era posizionato ai confini con il comune di Concesio al termine del tracciato in viadotto iniziato a Kossuth. Quando si decise di convertire il tracciato su viadotto in trincea coperta, per contenere i costi di costruzione il capolinea fu spostato più a sud, nei pressi del Villaggio Prealpino. L'impianto fu concepito con la possibilità che la metropolitana potesse proseguire a nord in direzione della Val Trompia, com'era nelle intenzioni degli amministratori locali agli inizi degli anni Novanta. Fu inaugurata il 2 febbraio 2013 alla presenza del Sindaco Adriano Paroli, nell'ambito di una serie di cerimonie in cui le singole fermate della metropolitana furono mostrate al pubblico prima dell'effettivo inizio del servizio metropolitano. Il Sindaco colse anche l'occasione per annunciare pubblicamente l'apertura della linea completa il 2 marzo: due settimane dopo la conclusione del preesercizio, per evitare di far coincidere l'evento con le elezioni politiche del 24-25 febbraio. All'infrastruttura ferroviaria fu affiancato un parcheggio scambiatore di circa cinquecento posti che, a causa di ritardi nella conclusione dei lavori, fu messo in funzione solo nel mese di maggio 2013. Data l'elevata richiesta di parcheggi, nel 2021 l'amministrazione Del Bono iniziò le procedure per portare a un migliaio i posteggi disponibili costruendo una struttura multipiano che funga anche da terminal per le autolinee extraurbane e da nuova sede di Brescia Infrastrutture. Nel maggio 2017, dopo circa sei mesi di lavori, furono completate le coperture agli accessi in superficie, aggiungendo due strutture in vetro e acciaio. Per quanto riguarda l'estensione verso la Val Trompia, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) di Brescia, approvato nel 2018, inserì la possibilità di proseguire in direzione di San Vigilio, a nord di Concesio. Tuttavia, il progetto preliminare del prolungamento triumplino risale al 2001 e rispetta le specifiche del tempo con il tracciato settentrionale ancora in viadotto. Di conseguenza, secondo Federico Manzoni, assessore alle politiche della mobilità del comune di Brescia, nel lungo termine dovrà essere avviata una procedura di riprogettazione complessiva del prolungamento che richiederà la compartecipazione di Concesio e degli enti sovracomunali della comunità montana triumplina e della provincia. L'impianto rispetta le specifiche delle altre fermate di tipo seminterrato della metropolitana bresciana: le due banchine a servizio dei binari di corsa hanno accesso separato con una rampa di scale e una linea di ascensori ciascuna, mentre l'illuminazione delle stesse è naturale, fornita da otto lucernari a forma piramidale. Come in tutte le altre stazioni della linea, sono presenti le porte di banchina che impediscono ai viaggiatori di accedere ai binari in assenza del treno. Fermata autobus La stazione dispone di: Biglietteria automatica Loris Zanirato (a cura di), Stazioni metropolitane = Underground-upperpeople, Brescia, Brescia Mobilità, 2012. Gianpiero Belotti e Mario Baldoli, Una corsa lunga cent'anni - Storia dei trasporti pubblici di Brescia dal tram a cavalli al progetto Metrobus, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 1999. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Prealpino

Mompiano
Mompiano

Mompiano (Mompià in dialetto bresciano) è un quartiere di Brescia, già comune autonomo fino al 1880. L'area del quartiere è delimitata a nord, da via Conicchio e dal confine comunale con Bovezzo e con Nave; a est, dal territorio montuoso del monte Maddalena; a ovest, da via Triumplina, parte dell'ex statale delle Tre valli; a sud, dallo Ospedale Civile, da via Riccobelli e dalla parte pedemontana della Maddalena appartenente al quartiere di San Rocchino. La parte settentrionale del territorio è dominata dalla collina del Monte San Giuseppe (393 m), mentre quella orientale corrisponde a una parte della fascia pedemontana del Monte Maddalena. Il resto del territorio è pianeggiante. Il torrente Garza attraversa la parte occidentale del quartiere, mentre il canale Celato, derivato dal fiume Mella, corre nella zona centrale. Il toponimo deriva da Monte Plano che designerebbe il territorio pianeggiante delimitato dal colle San Giuseppe, a nord, e dal Monte Maddalena, a sud e a est. L'area occupata dall'attuale quartiere fu bonificata dall'intervento dei monaci benedettini del cenobio di san Faustino maggiore nell'XI secolo. In epoca medievale, Mompiano fece parte delle "chiusure" di Brescia: tra le aree abitate al di fuori della cinta muraria, ma sottoposta agli statuti comunali della città. Nel Quattrocento, fu inserita tra le quadre di San Faustino, come ottava in ordine di numero. Di Mompiano è originario il francescano Giovanni Bodeo che il 15 febbraio 1611 fu martirizzato a Praga dai protestanti insieme ad altri colleghi. Furono proclamati beati da papa Benedetto XVI. Alla fine del Settecento, l'arrivo dei rivoluzionari francesi portò alla costituzione della repubblica Bresciana (1797) presto sostituita dalla Cisalpina (1797-1802) e dall'Italiana (1802-1805). Nel 1797, Mompiano fu indicato come luogo appartenente alle "Chiusure a mattina della Garza fuori di Porta Pile" del Cantone di Garza Orientale. Nel settembre 1798, fu definito come comune appartenente al Dipartimento del Mella. A seguito della riorganizzazione della Repubblica in Regno d'Italia, nel giugno 1805 il comune di Mompiano fu soppresso e aggregato al comune di Brescia. Riottenne l'autonomia comunale il 1º maggio 1816, con la riorganizzazione amministrativa del Regno Lombardo-Veneto prevista dalla notificazione 12 febbraio 1816. Appartenne al I Distretto della Provincia di Brescia. Il confine del comune era più esteso di quello dell'odierno quartiere, perché occupava tutta l'area nord-orientale dell'attuale comune di Brescia: a nord, comprendeva il Conicchio e a sud la Pusterla, arrivando fino alle pendici del colle Cidneo. Dopo l'esito della Battaglia di Solferino e San Martino e secondo quanto previsto dalla legge Rattazzi, San Bartolomeo mantenne l'autonomia comunale sia sotto il Regno di Sardegna (1859-61) sia sotto il Regno d'Italia. Nella nuova riorganizzazione amministrativa fu inserito nel III III Mandamento e nel I Circondario della nuova Provincia di Brescia. Negli anni Settanta dell'Ottocento, la politica locale discusse la necessità di accorpare i comuni delle chiusure, tra cui Mompiano, al capoluogo. Nonostante le resistenze delle amministrazioni comunali del suburbio, i comuni furono soppressi e i territori assegnati a Brescia. Nel Novecento, la frazione di Mompiano ebbe l'illuminazione elettrica, ottenne l'ampliamento delle scuole e fu servita, dal 1915 fino al secondo dopoguerra, da una linea tranviaria. A partire dagli anni Cinquanta fu oggetto di successive urbanizzazioni che ridussero le aree rurali: si segnalano le edificazioni del villaggio Giorgio Montini, costruito secondo i dettami di Ottorino Marcolini, e del quartiere «Europa 70». Nel marzo 1967, a Mompiano fu uno il secondo quartiere della città dove si costituì un comitato, dopo l'esperienza di San Polo. Questi organismi, del tutto spontanei, chiedevano alla Giunta Boni un riconoscimento ufficiale e la disponibilità di mezzi e strumenti per partecipare alla stesura del bilancio comunale e per intervenire nelle decisioni urbanistiche a carattere locale. Il dibattito fu stimolato dalla nascita in altri quartieri di nuovi comitati, arrivando all'istituzione dei consigli di quartiere: organismi elettivi ufficiali previsti dallo Statuto. Nel luglio 1972, il consiglio comunale ne votò l'istituzione suddividendo la città in trenta quartieri. I nuovi consigli si insediarono in tempi diversi tra il 1973 e il 1974 e per un periodo sperimentale di diciotto mesi: le elezioni di quello di Mompiano si tennero il 16 dicembre 1973. Nel 1977, la Giunta Trebeschi recepì la legge 278/1976, riorganizzando i quartieri in nove circoscrizioni. Mompiano fu assegnato alla Seconda circoscrizione, assieme a Crocifissa di Rosa, San Rocchino-Costalunga e Villaggio Prealpino. Nel 1989, alcuni componenti dell'originario comitato di quartiere di fine anni Sessanta si organizzarono per evitare la trasformazione di un'area verde in parcheggio per il vicino Stadio. Le loro iniziative portarono alla costituzione del «Parco Castelli» nella prima metà degli anni Novanta. Nel 2007, la Giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque e Mompiano fu assegnato alla nuova Circoscrizione Nord. Sette anni dopo, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organismi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere si tennero in tutta la città il 14 ottobre. Chiesa di sant'Antonio Abate, annessa all'istituto canossiano Chiesa di sant'Antonino, edificata nel Trecento Chiesa di san Calimero Chiesa di san Cristoforo, annessa alla chiesa di sant'Antonino, risale all'XI secolo Chiesa di san Gaudenzio, chiesa parrocchiale del quartiere Chiesa di santa Maria, originaria chiesa parrocchiale di Mompiano Chiesa del santo Crocifisso, annessa al cenobio delle Ancelle della carità Acquedotto di Mompiano, la condotta originaria fu costruita sotto l'amministrazione del re longobardo Desiderio e poi completamente ricostruita in ghisa nel 1902 Stadio Mario Rigamonti, dal 1959 è utilizzato dal Brescia Calcio Parco Benedetto Castelli, istituito negli anni Novanta, su richiesta di alcuni abitanti del quartiere Parco Croce Rossa italiana Presso il quartiere hanno sede le facoltà di medicina e d'ingegneria dell'Università degli Studi di Brescia e il secondo campus dell'Università Cattolica di Brescia. Mompiano è servito dalla scuola primaria Cesare Arici e dalla scuola secondaria di primo grado Virgilio. Nel quartiere ha sede l'ITC Astolfo Lunardi. Nel quartiere è presente la parrocchia di san Gaudenzio, appartenente alla diocesi di Brescia. Dal 1915 al secondo dopoguerra, Mompiano ebbe una linea tranviaria che la collegava a Piazza della Loggia. Dal 2013, il quartiere è attraversato dalla metropolitana di Brescia ed è servito da due fermate: Mompiano, in Piazzale Vivanti, ed Europa, all'incrocio tra viale Europa e via Branze. Mompiano è anche servito da due linee della rete di trasporti urbani della città: la 10 (Concesio-Poncarale) e la 15 (Villaggio Montini-Noce). Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Nord, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 16 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Gianpiero Belotti, Mario Baldoli, Una corsa lunga cent'anni - Storia dei trasporti pubblici di Brescia dal tram a cavalli al progetto Metrobus, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 1999, ISBN 88-86670-13-3. Mompiano, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Raccolta dei decreti del Governo provvisorio bresciano e di altre carte pubblicate a quell'epoca colle stampe. Volume secondo, Brescia, Tipografia dipartimentale del Mella, 1804. Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi nell'anno VI Repubblicano. Tomo V, Milano, Luigi Velandini, 1798. Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi nell'anno VII Repubblicano. Tomo VI, Milano, Luigi Velandini, 1798. Bollettino delle leggi del Regno d'Italia. Parte Prima. Dal I gennaio al 30 giugno 1805, Milano, Stamperia Reale, 1805. Atti del Governo di Lombardia. Parte Prima. Dal 1° Gennajo al 30 Giugno 1816, Milano, Imperial Regia Stamperia, 1816. Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari pubblicate nell'anno 1859, Torino, Stamperia Reale, 1860. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mompiano

Casazza (metropolitana di Brescia)
Casazza (metropolitana di Brescia)

Casazza è una fermata della metropolitana di Brescia a servizio del quartiere omonimo. La stazione fu inserita nei primi studi di fattibilità della linea metropolitana stesi nella primavera del 1987 dall'ASM Brescia, come capolinea settentrionale. Nei progetti successivi, il capolinea nord fu spostato all'altezza del confine del comune di Concesio, ma Casazza rimase come fermata al servizio sia del quartiere omonimo sia del flusso di traffico proveniente da Nave e Caino: per questo fu posizionata sul tracciato in viadotto all'incrocio fra l'ex statale delle Tre Valli e la ex statale del Caffaro. Nel 2003, in sede di Valutazione di impatto ambientale (VIA), il percorso fu convertito in trincea coperta, ma l'impianto mantenne comunque la sua posizione strategica. Fu inaugurata il 12 gennaio 2013, nell'ambito di una serie di cerimonie in cui le singole fermate della metropolitana furono mostrate al pubblico prima dell'effettivo inizio del servizio metropolitano. Fu quindi aperta al servizio pubblico il 2 marzo seguente, come il resto della linea. La fermata si trova lungo il tracciato in trincea coperta, ma ha la particolarità di avere una struttura molto più simile alle stazioni profonde che a quelle in trincea. È stata costruita su tre livelli: sul piano stradale si trovano cinque lucernari a forma piramidale che forniscono la luce naturale al piano banchina a 11 m di profondità. L'ingresso è unico, sotterraneo, posto sul secondo livello in direzione del complesso commerciale e amministrativo Futura. Le banchine sono collegate all'atrio d'ingresso grazie a due rampe di scale mobili e da due linee di ascensori. La struttura complessiva, comprendente anche la piazza aperta del complesso Futura, è stata concepita per essere al centro di un palcoscenico della cavea di un teatro. Come in tutte le altre stazioni della metropolitana, sono presenti le porte di banchina, che impediscono ai viaggiatori di accedere ai binari in assenza del treno. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Fermata autobus Loris Zanirato (a cura di), Stazioni metropolitane = Underground-upperpeople, Brescia, Brescia Mobilità, 2012. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione Casazza (EN) Casazza, su Structurae.

Concesio
Concesio

Concesio (Consés in dialetto bresciano, localmente pronunciato /konˈheːʰ/) è un comune italiano di 15 712 abitanti della provincia di Brescia, in Lombardia. Posto all'ingresso della Val Trompia, è noto per essere stato il paese natale di Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI. Concesio è situato nella bassa Valle Trompia, ai piedi del Monte Spina, che ne delimita i confini a nord-est con il comune di Lumezzane, e del Monte Stella che lo separa, a ovest, dal comune di Gussago. Con una superficie di circa 19 km², confina a ovest, appunto, con Gussago, a settentrione con il territorio di Villa Carcina, a est, con il comune di Bovezzo, a sud con la periferia nord di Brescia, e con Collebeato. Come tutta la zona presenta un livello di sismicità basso. Concesio presenta tendenzialmente le fasi climatiche cittadine, proprio per la vicinanza geografica che lega il comune al capoluogo, godendo di un clima temperato umido in tutte le stagioni, con precipitazioni concentrate nei periodi primaverili ed autunnali. È il fiume che scorre anche nel comune di Concesio. Nasce sui Monti Maniva, Colombine e Corna Blacca per poi confluire dopo circa 96 km nel fiume Oglio all'interno della stessa provincia. Denominato "la Mèla" dagli abitanti dei paesi che attraversa, il corso d'acqua deriva il suo nome dal latino Mel o Mellis che significano miele, forse ad indicare le antiche qualità ed abbondanza che lo distinguevano. Fino ad alcuni decenni fa Concesio ha sempre avuto uno stretto rapporto con il fiume Mella che, essendo un corso perenne e dalla portata praticamente costante, ha ricoperto un ruolo fondamentale nell'economia della Valle sia in campo agrario (grazie ai numerosissimi canali di irrigazione costruiti fin dal Medioevo) che industriale, oltre che per uso privato nelle case dei cittadini. Naturalmente il fiume è stato anche portatore di numerosi problemi: in passato, infatti, non sono mancate alluvioni e distruzioni. Cause principali: i torrenti che scaricavano l'acqua piovana nel fondovalle in modo irregolare; la mancanza di argini delimitati che non impediva l'esondazione e la creazione di zone paludose, nonché la distruzione di edifici e ponti. Questi problemi sono stati risolti solo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, con la costruzione intensificata di argini e protezioni in rete di ferro e pietre di fiume. L'ultima tragica alluvione risale al 1850. Importante da ricordare la presenza, più nota in antichità, di slarghi ed isolotti al centro del fiume, che permettevano il transito con carichi leggeri dove non fosse possibile con ponti. Al giorno d'oggi, sfortunatamente, il problema principale (in continuo aumento) riguarda il fattore inquinamento. L'origine toponomastica del nome Concesio è probabilmente da ricercare nel termine concaesa che indica l'operazione di taglio dei boschi cedui: il territorio che divideva la città di Brescia e la Val Trompia era infatti molto ricco di legname che veniva tagliato ed utilizzato per la costruzione dei tetti delle abitazioni o per il riscaldamento durante i freddi inverni. Il nome di Concesio (Conces(i)us) appare per la prima volta in un'epigrafe ritrovata ad Augusta, in Sicilia, anche se pare che un nome simile fu inciso su monete d'argento, risalenti al VI secolo, e riconducibili alle tribù galliche dei boi, o comunque transpadani. Per secoli la zona fu contesa tra valligiani e cittadini impedendo quindi la formazione di un centro di aggregazione urbano, pertanto non esistono documenti che testimonino la nascita di Concesio. È comunque probabile che il villaggio originario fosse prima triumplino, anche se per breve tempo, e poi romano. Data la sua posizione strategica tra la città e la valle, Concesio era il punto adatto dove porre il confine della colonia romana Brixia (l'attuale Brescia) ed alcuni storici ritengono che Concesio sia stato il punto di partenza delle truppe di Publio Silio Nerva, nel 16 a.C., per la guerra contro i triumplini che si trasformò successivamente nella guerra retica del 15 a.C. condotta da Druso. La storia medioevale di Concesio è comune a moltissimi altri villaggi lombardi, quindi anche a Concesio era presente un vero e proprio patriziato: questi cittadini amministravano il territorio e le sue risorse secondo il principio del bonus pater familias. Dopo secoli di sfruttamento però, la risorsa principale rappresentata dalla foresta andava piano piano esaurendosi per lasciare il posto alla campagna e con essa alle prime officine che battevano il ferro. Nacque così la "pieve" che fu fondamentale per l'aggregazione delle famiglie del paese e favoriva l'arrivo di nuovi nuclei familiari dalla città. Concesio fu il paese di origine di Rodolfo da Concesio, noto magistrato medioevale, che fu tra i promotori della resistenza a Barbarossa e della battaglia di Legnano del 29 maggio 1176 nonché firmatario della pace di Costanza. Il suo nome figurebbe anche tra quelli che parteciparono alla Crociata del 1189 (anche se a tal riguardo esiste un unico documento di dubbia provenienza). Fu poi parzialmente infeudato ai Lodron e agli inizi del XV secolo, molti nobili si spinsero dalla città fino a Concesio per acquistare terre coltivabili o per costruire case dove trascorrere i caldi mesi estivi. Tali arrivi portarono beneficio a tutti coloro che già abitavano a Concesio perché vennero impiegati nelle case nobiliari come contadini, donne di servizio o manodopera in genere; inoltre grazie alla presenza di queste famiglie, Concesio assunse un posto di competenza nella storia di Brescia. Ma un evento drammatico avrebbe colpito Concesio, infatti nel 1856 il fiume Mella straripò allagando le terre circostanti e riprendendosi quello che aveva dato al paese per tanto tempo: i campi vennero sommersi dall'acqua, le officine furono distrutte e le case vicine allagate. Ma come sempre il paese riprese pian piano a vivere superando anche questa prova. Oggi questo paese è un centro economico tra i più importanti della provincia di Brescia con attività industriali in continua espansione, anche se Concesio è soprattutto noto per essere stato il paese che ha dato i natali a papa Paolo VI nella casa che già fu dei Lodron. Concesio non ha avuto fino ai prima anni '60 del XX secolo uno stemma ufficiale che rappresentasse il Comune, bensì erano usati drappi che rappresentavano le varie zone del paese. Questo problema dovette essere affrontato a partire dal 1963, anno della nomina a pontefice massimo di Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, Paolo VI. Gli allora amministratori cittadini furono quindi obbligati a colmare la lacuna, anche perché gli occhi del mondo si erano posati sul piccolo paese a nord di Brescia. Lo stemma del comune scelto è quello ancora in uso, e venne concesso assieme al gonfalone con D.P.R. del 27 ottobre 1965. È dunque diviso in quattro parti, ognuna delle quali contiene un simbolo araldico. Nel primo quadrante (in alto a sinistra) è riconoscibile lo stemma della famiglia Montini, la stessa di papa Paolo VI, rappresentato da tre colli verdi su sfondo purpureo, sormontati da tre gigli d'argento, a segnale del forte legame tra il paese e una delle famiglie storiche della zona. Nel terzo quadrante più in basso a sinistra invece è presente il simbolo della famiglia Belucanti, rappresentato da un abete in un prato con sfondo argento. Questa famiglia bresciana, ormai estinta, era dedita al commercio, e nel XVIII secolo si trasferì a Concesio, favorendo così il commercio locale e di conseguenza la propria economia. Passando al lato destro dell'emblema, nella parte superiore si trova un leone argenteo su sfondo rosso (anche se il blasone riporta, probabilmente per errore, «d’argento e di nero»; lo stesso è stato sempre rappresentato con il solo metallo) simbolo della famiglia Lodron, posti al comando delle tre valli di passaggio tra Trentino e Lombardia, dai vari imperatori di Germania e dai vescovi di Trento, che all'epoca era sotto il controllo tedesco. Questa famiglia dopo essersi stabilita in un casale di campagna proprio nei pressi di Concesio, divenne tra le famiglie più influenti della zona, ed è forse per questo che venne scelta per entrare nello stemma ufficiale. L'ultimo quadrante, posto in basso a destra, è ancora coinvolto in una disputa storica per quanto riguarda la sua attribuzione. Di certo si sa che appartenesse alla famiglia Caprioli, ma non si sa se attribuirlo ai Caprioli della frazione di San Vigilio o se invece agli omonimi residenti nell'altra frazione, la Stocchetta. Fonti storiche sostengono che si riferisca ai primi, data la beneficenza che questa famiglia esercitò sia nel XIX, che nel XX secolo. Il gonfalone è un drappo di azzurro. Casa natale di Paolo VI È la principale attrattiva culturale del paese, ed è situata nel cuore di Concesio, richiamando ogni anno il pellegrinaggio di molti fedeli. La casa venne acquisita dalla famiglia Montini nel 1863, dai conti Lodron, dopo che questi ultimi decisero di abbandonare le terre concesiane. L'acquisto dell'abitazione lodronica, da parte di Gaetano Montini (nonno di Paolo VI), che in origine portava Benedetti di cognome, spostando la propria residenza da Sarezzo (da qui il cognome Montini, in riferimento alla provenienza dalla montagna) a Concesio, fu dovuto alla tendenza che all'epoca era presente tra le famiglie nobili: ovvero quella di avvicinare il più possibile i propri possedimenti nei paraggi dei grossi centri abitati; in questo caso di Brescia. Oggi la casa è divenuta un museo, ed è stata apposta una lapide commemorativa sulla facciata a ricordo del pontefice: Pieve di Concesio La pieve è una chiesa fondata nel IX secolo, sulle rovine di un luogo di culto preesistente, forse un oratorio, alla quale venne poi aggiunto un piccolo cimitero e qualche costruzione correlata, che diede il nome alla zona (frazione) di Concesio in cui si trova: la pieve di Concesio. Consacrata nel 1540 da monsignor Gerolamo Vascherio, e dedicata a sant'Antonino di Piacenza, la chiesa mantiene ancora la forma e la posizione di allora.Il 31 gennaio del 1650 venne donato dall'arciprete Caradelli, il primo organo, mentre più tardi, dal 1727 al 1730, Giovanni Battista Marchetti, architetto del duomo nuovo di Brescia, realizzò, su incarico della parrocchia, le cappelle del Santissimo Sacramento, e le due adiacenti dedicate a san Carlo Borromeo e a santa Caterina d'Alessandria. Nel presbiterio campeggia l'altare maggiore, che colpisce per la propria maestosità, mentre sullo sfondo è raffigurato il Martirio di sant'Antonino, opera del bolognese Giovan Gioseffo Dal Sole. La navata di destra contiene l'altare di San Lorenzo, con un dipinto di Cristo spirante realizzato dal bresciano Daniele Olmi nel 1733; l'altare, opera di Pietro Scalvini e dedicato a Maria Assunta, contiene un affresco riguardante l'assunzione di Maria, considerato da molti, uno dei più bei capolavori del Settecento bresciano. Oratorio di San Rocco L'oratorio di San Rocco, edificato sicuramente prima del 1500, era un luogo di preghiera della famiglia Lodron. Al suo interno si possono ammirare affreschi di Jacopo Palma il Giovane, come "Madonna col Bambino e i santi Rocco, Girolamo, Elena e Sebastiano", incastonato in soasa lignea dorata, contenuta tuttora nella chiesa di San Rocco a Concesio. Nel 1928 venne costruita a lato una chiesa più grande, che predomina così sulla più piccola, ma più antica costruzione, che in seguito divenne abitazione privata, anche se nella controfacciata "moderna", compaiono due affreschi appartenenti all'oratorio originale. Oratorio di Sant'Andrea Un altro oratorio, quello di Sant'Andrea, situato presso la frazione chiamata Antegnago o Artegnago, dedicato al santo apostolo contribuirà a rinominare la frazione da Angegnago appunto in Sant'Andrea. È posto al di sotto del livello stradale, e tutt'oggi difficilmente visibile per via della posizione nei confronti della carreggiata stradale, viene fatto risalire intorno al XV secolo, così come il piccolo campanile annesso, che venne però ristrutturato nel 1620. Oggi è agibile, e completamente restaurata. Chiesa di San Vigilio al monte Nella zona di San Vigilio sorge la chiesa di San Vigilio al monte, una piccola costruzione, situata in prossimità del colle principale di San Vigilio, che alcuni studiosi ipotizzano possa risalire al XVI secolo, e possa aver contenuto delle reliquie del santo a lei dedicata: San Vigilio. Al suo interno si trovano affreschi (presumibilmente) cinquecenteschi, oltre a una statua di san Rocco del XVIII secolo. Chiesa di San Gregorio È la parrocchia di San Vigilio, intitolata a san Gregorio, e venne costruita nei primi anni del Trecento, e poi ristrutturata nel 1632. Al suo interno è presente una tela di una tela Paolo Caylina il Giovane del 1540, la Madonna col Bambino tra santa Caterina da Siena ed un'altra santa domenicana, insieme ad altre tele ed affreschi seicenteschi e settecenteschi. Santuario della Madonna della Stella Un particolare ruolo artistico-religioso è svolto dal santuario della Madonna della Stella, posto sul colle della Selva, poi rinominato "della Stella", proprio grazie alla presenza del santuario mariano, tra San Vigilio, Cellatica e Gussago. Realizzato nei primi del Cinquecento, al suo interno sono custoditi quadri e sculture di indubbio valore artistico, realizzate tra il 1500 e il 1700. Tra gli artisti maggiori che abbellirono questo luogo vi furono il Romanino e Luciano Minguzzi. Chiesa di Santa Giulia La chiesa di Santa Giulia a Costorio venne realizzata verso fine Ottocento, per rispondere alla crescita continua della popolazione residente, ma la cui struttura originale viene fatta risalire al XVI secolo, come cappelletta dedicata alla Maria Vergine e a santa Giulia martire. Venne inaugurata il 3 settembre del 1912, e finalmente intitolata alla Santa martire in Corsica. La facciata, divisa in tre parti da grossi cornicioni, presenta richiami ad elementi settecenteschi, oltre che quattro finte colonne ornamentali. All'interno si possono ammirare la pala de La Madonna col bambino e il quadro con I santi Giulia, Lucia e Francesco d'Assisi, disegnati da Jacomo Ferrabosco nel 1688. Abitanti censiti Al 2009 risultano in totale 878 persone, ovvero il 6,6% della popolazione residente; appartenenti alle principali comunità: La religione predominante in paese è cattolica; mentre sono presenti tra i residenti stranieri comunità Sikh e musulmane. Sono presenti quattro parrocchie: Santa Giulia, Sant'Andrea, Santi Vigilio e Gregorio Magno e Sant'Antonino, distribuite nelle varie frazioni, e appartenenti alla diocesi di Brescia. Concesio è inoltre meta di numerosi pellegrinaggi diretti alla casa natale di papa Paolo VI. Associazione Culturale Progetto Atlantide - Laboratorio Permanente della Memoria del Territorio di Concesio. Concesio è inserito in un circuito di progetti culturali condivisi insieme agli altri paesi aderenti al Sistema Bibliotecario della Valtrompia, come Gardone Val Trompia, Lumezzane, Villa Carcina, che prevedono una serie di rassegne musicali, letterarie e artistiche in generale, come mostre pittoriche, e rappresentazioni teatrali. In Concesio ha sede la Collezione Paolo VI, importante e ampia raccolta d'arte sacra contemporanea dedicata al Pontefice. Il Comune di Concesio è uno dei venti comuni aggregati nel sistema bibliotecario della Valtrompia, una rete di biblioteche e di punti prestito della Valtrompia. La Biblioteca di Concesio si trova in via Mattei, 99 nella sede inaugurata il 29 maggio 2004. È polo culturale del paese, sede di vari eventi culturali letterari, artistici e musicali. 29 maggio, giorno di San Paolo VI, copatrono. 16 agosto, giorno di san Rocco, copatrono. Festa di san Rocco patrono, primo fine settimana di settembre. Palio della contrade di San Vigilio, dall'11 al 20 settembre. Fiera di Sant Andrea. Festival della canzone per bambini, intitolato al maestro Vitaliano Caruso. Festa del Primo Maggio, nel parco di Campagnole. Attualmente Concesio è diviso in 8 frazioni distinte, ma confinanti una con l'altra, offrendo quasi sempre una certa soluzione di continuità del territorio. Nella zona sud-est, confinante con il comune di Bovezzo, sorge la frazione di Antegnago, o meglio conosciuta come Sant'Andrea, nata all'incirca nel XV secolo per via dell'oratorio, da cui poi prenderà anche il nome. A mezzogiorno si trova la frazione della Stocchetta, facente capo anche al comune di Brescia, e il cui nome risale al tempo dei longobardi, quand'era chiamata "Cà d'Esem", ovvero "Casa d'Esimo".Il nome Stocchetta deriva dalla probabile presenza nella zona d'una piccola fabbrica di stocchi, ovvero piccoli pugnali. Quest'ipotesi è accreditata anche da una satira di Vittorio Alfieri, il quale apostrofava le donne sue contemporanee per l'ostentata scollatura sul petto. È una frazione situata tra la "Stocchetta" e "Ca' de Bosio", e si caratterizza per l'esigua presenza di insediamenti abitativi per favorire uno sviluppo più che altro industriale. In passato la zona era adibita all'agricoltura, e alla pastorizia, oltre che alla pesca, data la vicinanza con il fiume Mella. Da qui il nome Campagnole. Sono la zona che congiunge "Sant'Andrea" e "Campagnole" dalla "pieve di Concesio". Oggi è caratterizzata da un discreto insediamento urbano, tenuto conto della situazione scoscesa e sconnessa del terreno, dovuta alla vicinanza con il monte Spina. Questa sua natura collinare gli è valso l'appellativo di Roncaglie. La pieve di Concesio prende il nome dalla chiesa edificata sul suo territorio, anche se documenti storici sul suo conto, dimostrano che questa zona era già insediata molto tempo prima. È il cuore del paese, sia per la disposizione geografica che dal punto di vista storico. Da qui infatti, partì il motore che sviluppò il paese moderno. Qui nacque Rodolfo da Concesio, magistrato medievale che fu tra i promotori della resistenza a Barbarossa, e firmatario della pace di Costanza. Situato in un'insenatura che dalla Val Trompia porta alla Franciacorta, ed attualmente confinante con i comuni di Cellatica e Gussago, era comune autonomo già nel 1297, e fu annesso al territorio comunale di Concesio nel 1928. Gli elementi storici riguardo a questa frazione risalgono almeno all'epoca romana, e per alcuni versi la sua storia differisce quasi integralmente da quella di Concesio paese. Costorio è l'ultima di Concesio prima del comune di Villa Carcina, ed è situato nella strozzatura che il fiume Mella dà con le colline circostanti. L'origine di questa frazione è attribuibile ai primi del Cinquecento quando venne edificata la piccola cappella dedicata a Santa Giulia. Ovviamente la forma e la densità abitativa attuali sono molto diverse da quelle che aveva all'epoca, quando ancora era una località agricola, più che altro di passaggio per raggiungere la Val Trompia. Lo sviluppo che ha permesso lo stato attuale delle cose è databile nei primi anni del 1830, quando lavori di ammodernamento della Via Triumplina, permisero di ampliare le soluzioni urbane preesistenti, e di fare di Costorio una vera e propria frazione. Fra il 1882 e il 1954 Concesio ospitò una stazione della tranvia della Val Trompia. La principale squadra di calcio della città è Concesio Calcio A.S.D. che milita nel girone D lombardo di Promozione. È nato nel 1974. Claudio Fiorini, Concesio - Itinerari di Fede, Arte e Cultura, Concesio, 2008. Carlo Sabatti, San Vigilio nella storia e nell'arte, Concesio, 1998. San Vigilio (Concesio) Provincia di Brescia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Concesio Sito ufficiale, su comune.concesio.brescia.it. Concèsio, su sapere.it, De Agostini.

Casazza (Brescia)
Casazza (Brescia)

Casazza è un quartiere del comune di Brescia. L'area occupata dal quartiere è pianeggiante e urbanizzata. I confini sono delimitati a est da via Triumplina, tratto nel comune di Brescia dell'ex statale delle Tre valli, a nord dalla tangenziale detta Montelungo, a ovest da via Stretta e a sud da via Mortirolo e da via Fisogni. Il toponimo deriva dalla corruzione del nome della cascina «Casaccia» che sorgeva all'interno del perimetro del quartiere. All'inizio del Novecento via Casazza era detta "strada consorziale della Casazza" e collegava la «Conceria Girelli», sul Bova, al centro di Mompiano. L'urbanizzazione della zona iniziò negli anni Sessanta del Novecento quando si costruirono le prime case IACP. Nel 1970, si manifestò l'intenzione di istituire un comitato di quartiere sulla falsariga di quanto effettuato a San Polo e a Mompiano. Spinto dai vari comitati che sorsero in quegli anni, nel luglio 1972, il consiglio comunale approvò l'istituzione dei consigli di quartiere. Nonostante le ridotte dimensioni, nel quartiere c'erano 2 703 residenti, a Casazza fu costituito un consiglio che fu eletto per la prima volta il 16 dicembre 1973. Nel 1977, il quartiere fu assegnato alla Seconda circoscrizione, assieme ai quartieri di Mompiano, Prealpino, San Rocchino-Costalunga e Crocifissa di Rosa. Trent'anni dopo, con la riforma delle circoscrizioni voluta dalla Giunta Corsini, il quartiere fu assegnato alla nuova Circoscrizione Nord. Nel 2014, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di riattivare i consigli di quartiere: le prime elezioni del nuovo organismo si tennero il 14 ottobre. La chiesa locale è dedicata a Maria "Madre della Chiesa" e appartiene alla Diocesi di Brescia. Dal 2 marzo 2013, il quartiere è servito sia dalla stazione omonima che da quella di Prealpino della linea metropolitana. Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Nord, Brescia, Comune di Brescia, 2010. Maurillio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978. Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 28 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casazza