place

Villa Colonna Bandini

Architetture neoclassiche di NapoliPagine con mappeSenza fonti - gennaio 2010Senza fonti - ville d'ItaliaStub - ville di Napoli
Ville di Napoli

La villa Colonna Bandini è una struttura ubicata sui Colli Aminei a Napoli. Costruita dai Borbone all'inizio dell'800 come casino di caccia corollario di palazzo Capodimonte, divenne proprietà dei Colonna nel 1829 per volontà della principessa Bianca Doria Colonna di Avella. In quel periodo venne ristrutturata dall'architetto fiorentino Antonio Niccolini. La facciata principale situata a sud presenta un colonnato ed un timpano prospiciente il giardino terrazzato. Il parco della villa è composto da essenze arboree provenienti anche dal Cile, dal Messico e dal Sud Africa.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Colonna Bandini (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Villa Colonna Bandini
West Broad Street, Columbus

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Villa Colonna BandiniContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.867539 ° E 14.245964 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

National Veterans Memorial and Museum (Veterans Memorial)

West Broad Street 300
43215 Columbus
Ohio, United States
mapAprire su Google Maps

Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte
Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte

La chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte è un luogo di culto di Napoli, sito in via Bosco di Capodimonte. La chiesa fu fondata nel 1575 ad opera del marchese Innocenzo Mazza per creare un luogo di culto per i pochi contadini locali: fu intitolata alla Madonna delle Grazie in quanto era presente un'edicola votiva dedicata proprio alla Madonna. Nel 1598 fu elevata al rango di parrocchia. Nel XVIII secolo la chiesa fu maggiormente frequentata e conosciuta in quanto a breve distanza venne costruita la Reggia di Capodimonte e molte famiglie nobili costruirono i loro palazzi a pochi passi dal tempio, tanto che il numero di fedeli subì un forte incremento. Nel XX secolo la chiesa ha subito varie trasformazioni e restauri. La prima prevedeva un ampliamento dell'edificio ed il rifacimento della facciata ma non fu mai compiuta, mentre la seconda, fra il 1997 e il 1999 ha riparato i danni provocati dal terremoto del 1980 e ha riportato all'antico splendore molte opere conservate nel tempio. L'interno è a navata unica, coperta da volta a botte, con decorazioni a stucco a motivi curvilinei. La zona absidale è sormontata da una calotta semicircolare e da un lanternino da cui proviene la luce, decorato da due angeli che sorreggono una corona. L'unico altare (presente nella Cappella della Confraternita) è decorato nella parte superiore da lesene leggere, sormontate da un timpano avente la scritta che ricorda ai fedeli che si tratta dell'altare privilegiato; vi è una pregevole tela che rappresenta la Vergine Annunciata con due confratelli oranti del XVIII secolo (artista ignoto). All'ingresso di quest'ultima cappella è posta una lapide che ricorda le indulgenze concesse ai confratelli nel gennaio del 1780 da papa Pio VI. Nella Cappella di Sant'Anna è posto un altare marmoreo di buona fattura, datato 1783 e dedicato a quest'ultima santa; alla sommità è presente il busto ligneo di Sant'Anna, figura alla quale è devoto sin dal Settecento il popolo di Capodimonte. L'altare fu probabilmente commissionato all'artista Tommaso Scotti come scritto nella parte sottostante del medesimo. I fedeli sono molto devoti a Sant' Anna ancora oggi: il suo busto ligneo viene portato in processione il 26 luglio. Fino al 1968, all'interno delle nicchie presenti nella navata centrale erano presenti sei altarini. Successivamente (1997) le nicchie sono state restaurate e all'interno di una di esse è stata sistemata una stupenda statua raffigurante l'Ecce Homo, anche quest'ultima restaurata. Napoli Chiese di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte Foto della Cappella della Confraternita o Congrega e dell'altare sullo sfondo (JPG), su parrocchie.it. Foto della navata centrale prima della rimozione degli altarini, a metà del Novecento (JPG), su parrocchie.it. Foto della facciata (JPG), su parrocchie.it.

Ospedale di San Gennaro dei Poveri
Ospedale di San Gennaro dei Poveri

L'ospedale di San Gennaro dei Poveri è una struttura ospedaliera di interesse storico-artistico di Napoli; è situata nel centro storico, nel Rione Sanità. La storia dell'ospedale è strettamente intrecciata a quella della basilica che sorge al suo interno, quella di San Gennaro fuori le mura. La chiesa, del V secolo d.C., dopo la traslazione delle reliquie di San Gennaro a Benevento (817-832), cadde in rovina. Tale condizione perdurò fino all'872, anno in cui, il vescovo Atanasio di Napoli, la fece restaurare e annettere al monastero benedettino dei Santi Gennaro e Agrippino. Nel XV secolo, l'intero monastero cadde in abbandono, ma nel 1468 venne riutilizzato dal cardinale Oliviero Carafa che lo trasformò in ospedale per gli appestati. Dopo la peste del 1656, l'ospedale fu ulteriormente ampliato e fu dotato anche di un ospizio dedicato ai Santi Pietro e Gennaro, le cui statue, opera di Cosimo Fanzago, furono esposte all'esterno. In seguito il complesso subì varie sciagure economiche, fino al generoso intervento del re Gioacchino Murat. Sul fondo del cortile, sulla verticale di un campanile a vela, si apre una scala a doppia rampa, che precede un vestibolo con affreschi cinquecenteschi di Agostino Tesauro, stemmi della città di Napoli, ed altre particolarità artistiche-architettoniche. Palazzi di Napoli Basilica di San Gennaro fuori le mura Storia degli ospedali Rione Sanità Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Ospedale di San Gennaro dei Poveri