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Bosco di Gioia

Geografia di MilanoPagine con mappeSenza fonti - ecologiaSenza fonti - novembre 2012
Boscodigioia
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Il cosiddetto "Bosco di Gioia" era un'area verde in via Melchiorre Gioia 39 a Milano, precedentemente occupata da un vivaio, sulla quale a partire dal 2006 è stato poi costruito Palazzo Lombardia. Si trovava sui resti della proprietà di Giuditta Sommaruga che, alla propria morte nel 1964, lasciò in eredità all'Ospedale Maggiore per scopi umanitari, continuando comunque a ospitare il vivaio Fumagalli, in affitto. Dopo anni di contenzioso sui progetti urbanistici cominciò la costruzione di Palazzo Lombardia nell'area del Bosco Gioia, che venne abbattuto nei primi giorni del 2006. Nel testamento, Giuditta Sommaruga indicava tale condizione: che «la proprietà di via Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell'Ospedale Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà, per lenire le sofferenze dell'umanità, e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone vedova Sommaruga, portando il nome della stessa». L'Ospedale Maggiore accettò l'eredità e la tenne come cespite a reddito, incassando l'affitto del vivaio Fumagalli. In seguito alla divisione dell'Ospedale Maggiore nei due enti ospedalieri Policlinico e Niguarda, la proprietà del terreno passò a quest'ultimo. Nel 1983 il Niguarda decise di venderlo insieme ad altri terreni ed immobili: essendo un bene inalienabile, chiese e ottenne l'autorizzazione dalla Giunta Regionale presieduta da Giuseppe Guzzetti. Tuttavia si dimenticò della particella catastale n. 20 e dovette richiedere una nuova autorizzazione, che venne ottenuta solo nel 1988 dalla giunta di Bruno Tabacci. Nel frattempo il terreno di 12.000 m² era utilizzato come vivaio dalla floricoltura Fumagalli, e questo suo utilizzo spiega la varietà e la qualità di essenze arboree che caratterizzarono il parco. L'area, che nel piano regolatore del 1980 era destinata a verde comunale, entrò poi a far parte della variante Z2, che ivi prevedeva la creazione di un centro direzionale, condividendo i diritti volumetrici con gli altri terreni della zona. Il valore del terreno, in base alla valutazione di un perito, ammontava a circa 11 miliardi di lire, e questa cifra costituì la base dell'asta che venne effettuata il 18 dicembre 1989 presso il notaio Michele Marchetti. Tale asta, dopo numerosi rilanci, venne vinta con un'offerta di 20 miliardi dall'impresa Cogefar Torno, che già possedeva il terreno adiacente. In seguito a fusioni tra società i due terreni divennero di proprietà della ILIM S.p.A.. La variante Z2 venne annullata dal TAR nel 1990, e nel 1991 venne bandito il concorso per una nuova sistemazione dell'area, vinto dall'architetto Nicolin. Il progetto vincitore non prevedeva nulla per via Algarotti, ma nel 1999 Nicolin, che aveva ricevuto un incarico ufficiale di pianificazione da parte del Comune, preparò un progetto in cui si prevedeva il mantenimento del verde e la costruzione di una serie di edifici bassi lungo viale Restelli. L'edificio della Regione era collocato vicino al grattacielo attuale del Comune, alla fine di via Restelli. Solo nel 2000, con l'accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune, e nel 2001, con il P.I.I. Garibaldi-Repubblica, venne previsto di collocare l'altra sede della Regione Lombardia tra viale Restelli e via Melchiorre Gioia: nelle tavole dell'accordo di programma, la sede fu indicata come una torre a pianta ellittica al centro del terreno. Il vivaio Fumagalli venne sfrattato e lasciò libero il terreno nel 2001. Le piante del vivaio crebbero allora incolte e costituirono un fitto bosco con più di 200 esemplari, un'area verde di 12.000 m² che gli abitanti del quartiere chiamarono appunto "Bosco di Gioia". Alcuni abitanti dell'Isola e di via Algarotti presentarono un ricorso al TAR contro il Programma Integrato di Intervento e cercarono di salvare le piante del bosco di Gioia, chiedendo alla Provincia di dichiarare alberi monumentali le piante più significative e alla Soprintendenza di porre un vincolo ambientale sull'area, ma senza successo. Il vincolo non fu concesso, vista l'origine artificiale del popolamento arboreo, costituito da un ex vivaio (pertanto non classificabile come "bosco" in base alla allora legge forestale regionale 27/2004, articolo 3), come dimostrava il fatto che la quasi totalità delle piante fossero delimitate da rete metallica per zolle, com'è d'abitudine nei vivai di piante arboree. Non fu possibile ricorrere contro la violazione del testamento in quanto i discendenti di Giuditta Sommaruga non erano legittimati a farlo ed era passato troppo tempo dalla vendita all'asta. Nel marzo 2005 si costituì il Comitato Giardino in Gioia e furono raccolte più di 15.000 firme su una petizione per salvaguardare il bosco; due abitanti del quartiere, il tastierista Rocco Tanica del gruppo Elio e le Storie Tese e l'informatico Paolo Macchi portarono avanti un digiuno nel mese di aprile in un camper parcheggiato davanti al bosco, che fu ripreso dalla stampa e dalla televisione. Gli stessi Elio e le Storie Tese hanno dedicato alla vicenda il singolo Parco Sempione. La Regione e il Comune non accolsero le richieste dei firmatari e si limitarono a promettere che i due alberi più grandi, una magnolia e un faggio, fossero mantenuti sul posto e che le altre piante fossero traslocate in altre aree del quartiere. Attualmente sopravvive solo la magnolia (visibile percorrendo via Francesco Algarotti), essendo il faggio morto durante i lavori di costruzione dell'edificio. Il 27 dicembre 2005 l'impresa incaricata del taglio e trasloco iniziò i lavori, i residenti tentarono sotto la neve un'ultima difesa delle piante, l'ambientalista Michele Sacerdoti si arrampicò su un faggio per impedirne il taglio, Dario Fo e Milly Moratti portarono il loro sostegno, ma intervennero le forze dell'ordine per allontanare chi protestava. Al 7 gennaio 2006 dieci piante erano già state trasferite nei parterre di largo De Benedetti, viale Restelli e piazza Carbonari, le altre - insalvabili - vennero abbattute. Quel giorno si svolse una grande manifestazione di protesta, ma ormai l'area si presentava già come una distesa di terra brulla. Alla fine del 2006, completate le pratiche autorizzative e la gara di appalto della costruzione vinta da Impregilo e Techint, fu avviato il cantiere di costruzione di Palazzo Lombardia sul terreno appartenuto a Giuditta Sommaruga e sull'area contigua, precedentemente adibita a parcheggio. Giuditta Sommaruga Palazzo Lombardia Parco Sempione (singolo) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bosco di Gioia Elio e le storie tese rifiutano l'Ambrogino d'Oro a causa della distruzione del Bosco di Gioia, su 02blog.it. URL consultato l'11 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2012). La distruzione del Bosco di Gioia, su stefanocosta.it. URL consultato il 25 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010). È morto l'ultimo faggio dell'ex Bosco di Gioia, su acquabuona.it. Notizie sul Bosco di Gioia sul sito www.msacerdoti.it

Estratto dall'articolo di Wikipedia Bosco di Gioia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

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The Corner (palazzo)

The Corner, chiamato precedentemente Palazzo Stipel, è un palazzo costruito tra il 1960 e il 1964 e ristrutturato nel suo aspetto tra il 2014 e il 2019. Il palazzo è situato a Milano, all'angolo tra via Melchiorre Gioia e Viale della Liberazione; proprio la posizione all'angolo tra le due vie ha dato l'odierno nome all'edificio. Progettato dall'architetto Melchiorre Bega e completato nel 1964, fu precedentemente concepito per ospitare gli uffici della Stipel e si trovava vicino alla Torre dei Servizi Tecnici Comunali, all'epoca nel nuovo centro direzionale di Milano. Il palazzo, dalla sua costruzione in poi, ha ospitato uffici dell'Inps, della Telecom e infine della Generali. Sotto la gestione Generali, dal 2014 al 2019 l'edificio ha subito una profonda ristrutturazione e riqualificazione ad opera dell'architetto Alfonso Femia. Il palazzo dopo il rifacimento è stato inaugurato il 13 giugno 2019. All'epoca della sua costruzione, presentava gli stessi elementi estetici caratteristici della Torre Galfa e tipici dello stile architettonico di Bega, caratterizzato da un'estetica minimale e da una facciata razionale, con finestre disposte in griglie simmetriche. Dal 18 giugno 2019 gli ultimi 5 piani dell'edificio ospitano la sede ufficiale del club calcistico Inter. Progetto Porta Nuova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su The Corner Sito ufficiale, su thecornermilano.it. URL consultato il 27 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2019).