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Via Melchiorre Gioia

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Via Melchiorre Gioia è una delle principali arterie viarie di Milano. Si dipana radialmente da sud a nord est, dai Bastioni di Porta Nuova fino alla Cassina de' Pomm, superando l'incrocio con viale Lunigiana nei pressi della Stazione Centrale. Ha una lunghezza di circa 2,46 km e ricalca il percorso dell'antica Strada postale per Monza, arteria regionale di primaria importanza.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Via Melchiorre Gioia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Via Melchiorre Gioia
Via Melchiorre Gioia, Milano Municipio 2

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Via Melchiorre Gioia
20124 Milano, Municipio 2
Lombardia, Italia
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Luoghi vicini

Sondrio (metropolitana di Milano)
Sondrio (metropolitana di Milano)

Sondrio è una stazione della linea M3 della metropolitana di Milano. La stazione venne attivata il 12 maggio 1991, come capolinea del prolungamento proveniente da Centrale FS. Rimase capolinea fino al 16 dicembre 1995, quando venne attivato il prolungamento fino alla stazione di Zara La fermata rimase chiusa al pubblico tra il 19 e il 27 settembre 2010 a causa di una esondazione del fiume Seveso, che allagò la tratta Maciachini-Repubblica. Sempre a causa dell'esondazione del Seveso, la stazione è stata chiusa dal 15 al 16 novembre 2014. Sondrio, come tutte le altre stazioni della linea M3, è accessibile ai disabili. Rientra inoltre dall'area urbana della metropolitana milanese. Sorge sotto viale Sondrio, da cui prende il nome. È presente un'uscita all'interno di un palazzo, mentre le altre si trovano tutte in via Melchiorre Gioia. La stazione di Sondrio dista 694 metri da Centrale FS. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, filoviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata filobus (Sondrio M3, linee 90, 91 e 92) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata La stazione appare in una scena del film Anni 90 (1992). Pietro Ferrari, Milano ha la linea 3, in "I Treni Oggi", anno XI, n. 106 (luglio-agosto 1990), pp. 16–22. ISSN 0392-4602 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sondrio

Bosco di Gioia
Bosco di Gioia

Il cosiddetto "Bosco di Gioia" era un'area verde in via Melchiorre Gioia 39 a Milano, precedentemente occupata da un vivaio, sulla quale a partire dal 2006 è stato poi costruito Palazzo Lombardia. Si trovava sui resti della proprietà di Giuditta Sommaruga che, alla propria morte nel 1964, lasciò in eredità all'Ospedale Maggiore per scopi umanitari, continuando comunque a ospitare il vivaio Fumagalli, in affitto. Dopo anni di contenzioso sui progetti urbanistici cominciò la costruzione di Palazzo Lombardia nell'area del Bosco Gioia, che venne abbattuto nei primi giorni del 2006. Nel testamento, Giuditta Sommaruga indicava tale condizione: che «la proprietà di via Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell'Ospedale Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà, per lenire le sofferenze dell'umanità, e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone vedova Sommaruga, portando il nome della stessa». L'Ospedale Maggiore accettò l'eredità e la tenne come cespite a reddito, incassando l'affitto del vivaio Fumagalli. In seguito alla divisione dell'Ospedale Maggiore nei due enti ospedalieri Policlinico e Niguarda, la proprietà del terreno passò a quest'ultimo. Nel 1983 il Niguarda decise di venderlo insieme ad altri terreni ed immobili: essendo un bene inalienabile, chiese e ottenne l'autorizzazione dalla Giunta Regionale presieduta da Giuseppe Guzzetti. Tuttavia si dimenticò della particella catastale n. 20 e dovette richiedere una nuova autorizzazione, che venne ottenuta solo nel 1988 dalla giunta di Bruno Tabacci. Nel frattempo il terreno di 12.000 m² era utilizzato come vivaio dalla floricoltura Fumagalli, e questo suo utilizzo spiega la varietà e la qualità di essenze arboree che caratterizzarono il parco. L'area, che nel piano regolatore del 1980 era destinata a verde comunale, entrò poi a far parte della variante Z2, che ivi prevedeva la creazione di un centro direzionale, condividendo i diritti volumetrici con gli altri terreni della zona. Il valore del terreno, in base alla valutazione di un perito, ammontava a circa 11 miliardi di lire, e questa cifra costituì la base dell'asta che venne effettuata il 18 dicembre 1989 presso il notaio Michele Marchetti. Tale asta, dopo numerosi rilanci, venne vinta con un'offerta di 20 miliardi dall'impresa Cogefar Torno, che già possedeva il terreno adiacente. In seguito a fusioni tra società i due terreni divennero di proprietà della ILIM S.p.A.. La variante Z2 venne annullata dal TAR nel 1990, e nel 1991 venne bandito il concorso per una nuova sistemazione dell'area, vinto dall'architetto Nicolin. Il progetto vincitore non prevedeva nulla per via Algarotti, ma nel 1999 Nicolin, che aveva ricevuto un incarico ufficiale di pianificazione da parte del Comune, preparò un progetto in cui si prevedeva il mantenimento del verde e la costruzione di una serie di edifici bassi lungo viale Restelli. L'edificio della Regione era collocato vicino al grattacielo attuale del Comune, alla fine di via Restelli. Solo nel 2000, con l'accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune, e nel 2001, con il P.I.I. Garibaldi-Repubblica, venne previsto di collocare l'altra sede della Regione Lombardia tra viale Restelli e via Melchiorre Gioia: nelle tavole dell'accordo di programma, la sede fu indicata come una torre a pianta ellittica al centro del terreno. Il vivaio Fumagalli venne sfrattato e lasciò libero il terreno nel 2001. Le piante del vivaio crebbero allora incolte e costituirono un fitto bosco con più di 200 esemplari, un'area verde di 12.000 m² che gli abitanti del quartiere chiamarono appunto "Bosco di Gioia". Alcuni abitanti dell'Isola e di via Algarotti presentarono un ricorso al TAR contro il Programma Integrato di Intervento e cercarono di salvare le piante del bosco di Gioia, chiedendo alla Provincia di dichiarare alberi monumentali le piante più significative e alla Soprintendenza di porre un vincolo ambientale sull'area, ma senza successo. Il vincolo non fu concesso, vista l'origine artificiale del popolamento arboreo, costituito da un ex vivaio (pertanto non classificabile come "bosco" in base alla allora legge forestale regionale 27/2004, articolo 3), come dimostrava il fatto che la quasi totalità delle piante fossero delimitate da rete metallica per zolle, com'è d'abitudine nei vivai di piante arboree. Non fu possibile ricorrere contro la violazione del testamento in quanto i discendenti di Giuditta Sommaruga non erano legittimati a farlo ed era passato troppo tempo dalla vendita all'asta. Nel marzo 2005 si costituì il Comitato Giardino in Gioia e furono raccolte più di 15.000 firme su una petizione per salvaguardare il bosco; due abitanti del quartiere, il tastierista Rocco Tanica del gruppo Elio e le Storie Tese e l'informatico Paolo Macchi portarono avanti un digiuno nel mese di aprile in un camper parcheggiato davanti al bosco, che fu ripreso dalla stampa e dalla televisione. Gli stessi Elio e le Storie Tese hanno dedicato alla vicenda il singolo Parco Sempione. La Regione e il Comune non accolsero le richieste dei firmatari e si limitarono a promettere che i due alberi più grandi, una magnolia e un faggio, fossero mantenuti sul posto e che le altre piante fossero traslocate in altre aree del quartiere. Attualmente sopravvive solo la magnolia (visibile percorrendo via Francesco Algarotti), essendo il faggio morto durante i lavori di costruzione dell'edificio. Il 27 dicembre 2005 l'impresa incaricata del taglio e trasloco iniziò i lavori, i residenti tentarono sotto la neve un'ultima difesa delle piante, l'ambientalista Michele Sacerdoti si arrampicò su un faggio per impedirne il taglio, Dario Fo e Milly Moratti portarono il loro sostegno, ma intervennero le forze dell'ordine per allontanare chi protestava. Al 7 gennaio 2006 dieci piante erano già state trasferite nei parterre di largo De Benedetti, viale Restelli e piazza Carbonari, le altre - insalvabili - vennero abbattute. Quel giorno si svolse una grande manifestazione di protesta, ma ormai l'area si presentava già come una distesa di terra brulla. Alla fine del 2006, completate le pratiche autorizzative e la gara di appalto della costruzione vinta da Impregilo e Techint, fu avviato il cantiere di costruzione di Palazzo Lombardia sul terreno appartenuto a Giuditta Sommaruga e sull'area contigua, precedentemente adibita a parcheggio. Giuditta Sommaruga Palazzo Lombardia Parco Sempione (singolo) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bosco di Gioia Elio e le storie tese rifiutano l'Ambrogino d'Oro a causa della distruzione del Bosco di Gioia, su 02blog.it. URL consultato l'11 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2012). La distruzione del Bosco di Gioia, su stefanocosta.it. URL consultato il 25 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010). È morto l'ultimo faggio dell'ex Bosco di Gioia, su acquabuona.it. Notizie sul Bosco di Gioia sul sito www.msacerdoti.it

Grattacielo Pirelli
Grattacielo Pirelli

Il grattacielo (o palazzo) Pirelli è l'edificio di Milano dove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia. Spesso chiamato colloquialmente Pirellone, si innalza all'angolo sud-ovest di piazza Duca d'Aosta, dove si trova anche la stazione di Milano Centrale. Ha detenuto il record di edificio più alto dell'Unione europea dal 1958 al 1966, anno di costruzione della Tour du Midi di Bruxelles. È un'opera architettonica importante, propria del razionalismo italiano; con i suoi 127 metri di altezza, distribuiti su 31 piani (altri 2 piani sono sotterranei), è uno degli edifici in calcestruzzo armato più imponenti al mondo. Il grattacielo Pirelli fu progettato nel 1950 e incluso nel nascente "Centro Direzionale". In origine il palazzo era stato costruito per ospitare gli uffici della celebre azienda italiana di pneumatici Pirelli; nell'area su cui sorge esistevano degli stabilimenti del gruppo, distrutti dai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale. Nel 1977 il grattacielo fu acquistato dalla Regione Lombardia, che ne fece per 34 anni la propria sede principale, dopo una ristrutturazione a opera dell'architetto Bob Noorda. L'edificio è stato costruito tra il 1956 e il 1960 su progetto di Gio Ponti, Giuseppe Valtolina, Pier Luigi Nervi, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Rinardi e Egidio Dell'Orto; Ponti diresse anche tutte le fasi costruttive. L'aspetto strutturale venne curato da Giuseppe Valtolina, in collaborazione con i consulenti Pier Luigi Nervi, Arturo Danusso, Piero Locatelli e Guglielmo Meardi. Il ruolo di Nervi fu fondamentale nella progettazione di una struttura che, per il suo ridotto rapporto larghezza/altezza, è particolarmente soggetta alle azioni del vento; lo schema strutturale è composto da setti rigidi triangolari alle estremità, pilastri cavi e quattro grandi pilastri-parete centrali, tutti in calcestruzzo armato. La realizzazione venne affidata all'impresa della Bonomi in collaborazione con Comolli e Silce. Peculiare è stata la scelta progettuale dei materiali: l'intera struttura portante è in calcestruzzo armato, materiale raramente preferito all'acciaio per edifici di considerevole altezza. Gli elementi verticali dell'ossatura sono quattro piloni, visibili anche dall'esterno poiché percorrono a coppie l'altezza delle facciate. Sono pilastri rastremati: alla base sono larghi 2 metri, che diventano 50 cm in sommità. Travi orizzontali, colleganti i pilastri, fungono da basi per i solai dei piani. L'ingresso principale dell'edificio, per molti anni, è stato collocato in piazza Duca d'Aosta, rialzato rispetto al piano della piazza tramite una struttura detta "collina", che al suo interno contiene uno spazio adibito ad auditorium. Oggi si accede dal retro dell'edificio. La superficie del grattacielo è di 1.900 m², la sua pianta è lunga 75,5 metri e larga 20,5 metri. Si stima che per la sua costruzione siano stati usati 30.000 m³ di calcestruzzo e l'edificio complessivamente pesi 70.000 tonnellate per un volume di 125.324 m³. All'epoca della sua costruzione, era il grattacielo in calcestruzzo armato più alto d'Europa e il terzo nel mondo. Il Grattacielo Pirelli è uno dei simboli della Milano contemporanea ed è stato per quasi 50 anni l'edificio più alto della città, superato nel 2010 dal Palazzo Lombardia, alto 161 m, la nuova sede della Regione Lombardia, che sorge poco lontano, e nel 2011 dalla Torre Unicredit di piazza Gae Aulenti, alta 231 metri. Occupa attualmente il tredicesimo posto nella classifica dei grattacieli più alti d'Italia, classifica in cui è stato al primo posto dalla sua costruzione fino al 1995. Il design del grattacielo sarebbe stato inoltre d'ispirazione per la costruzione del Pan Am Building (oggi MetLife Building) a New York, della torre del Banco Atlantico di Barcellona e il grattacielo della Lonza Group di Basilea. È invece certo che gli architetti Schwebes e Schoszberger, dopo aver visitato il cantiere, ne rimasero impressionati e vi si ispirarono per il grattacielo Telefunken di Berlino. L'ultimo piano (32º) del grattacielo, raggiungibile tramite scale dal 31º piano (l'ultimo a cui arrivano gli ascensori), è aperto al pubblico in alcune giornate speciali, funge da belvedere con ampia vista panoramica sulla città e può ospitare mostre temporanee come spazio multifunzionale. Oggi il grattacielo, con i suoi 710 scalini è inserito nelle corse "run up", in cui gli atleti gareggiano salendo di corsa fino all'ultimo piano del grattacielo lungo le scale. Il cantautore Adriano Celentano ha scritto nel 1972 la canzone Un albero di trenta piani, che ha come tema principale l'ecologia ed attacca ferocemente l'inquinamento e la speculazione edilizia; l'"albero di trenta piani" citato nel titolo e nel testo sarebbe in realtà proprio il Pirellone. Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo pilotato dall'italo-svizzero Luigi Fasulo, 67 anni, si schiantò contro il 26º piano del palazzo a seguito di alcuni errori del pilota e guasti tecnici, danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani. La collisione causò tre vittime: il pilota e due donne, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, dipendenti della Regione Lombardia. Oggi il 26º piano ospita il "Luogo della memoria", dedicato alle vittime. Dall'edificio, dopo un completo restauro conservativo dei prospetti esterni in facciata continua e degli spazi interni, sono state rimosse le antenne radio e installate luci stroboscopiche di segnalazione agli aerei. Il grattacielo è stato riaperto e da fine maggio 2005 è tornato a ospitare il Consiglio regionale della Lombardia, che vi ha sede tuttora; la Giunta regionale vi è rimasta invece fino al 2011, anno in cui è stata spostata a Palazzo Lombardia. Al sesto piano l'edificio ospita la Biblioteca del Consiglio regionale della Lombardia. 12 luglio 1956: posa ufficiale della prima pietra - inizia la costruzione del grattacielo 4 aprile 1960: terminano i lavori - inaugurazione ufficiale giugno 1978: il grattacielo viene acquistato dalla Regione Lombardia 2 giugno 1980: prima seduta del Consiglio regionale nel grattacielo 18 aprile 2002: incidente aereo - il palazzo viene gravemente danneggiato e viene chiuso primavera 2003: iniziano i lavori di restauro 18 aprile 2004: il palazzo viene inaugurato con le sue facciate restaurate - viene attivato il rinnovato auditorium sotterraneo, intitolato al famoso cantautore e comico milanese Giorgio Gaber, deceduto l'anno precedente 18 maggio 2005: prima seduta della Giunta regionale nel grattacielo restaurato 31 maggio 2005: terminati i lavori interni, il palazzo viene occupato nuovamente dagli uffici regionali gennaio 2010: inaugurazione nuovo Belvedere La tradizione vuole che nessun edificio a Milano possa essere più alto della Madonnina del Duomo, tradizione che divenne negli anni trenta anche legge comunale, salvo deroghe. Quando fu realizzato l'edificio e quindi violata la tradizione, si decise di porvi in sommità, in segno di rispetto, una piccola replica della statua che sovrasta i marmi di Candoglia del Duomo. Dietro la sua costruzione sono sorti problemi tecnici e strutturali: pochi metri sotto la superficie della città c'è la falda freatica, presenza che aumenta i rischi di compattazione differenziale del sottosuolo: questo problema è stato superato grazie all'adozione di peculiari soluzioni progettuali. F. Brevini, Grattacielo Pirelli, T.C.I., 2005. P. Cevini, Grattacielo Pirelli, Roma 1996. Milano Lombardia Grattacieli più alti d'Italia Grattacielo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Grattacielo Pirelli Regione Lombardia, su regione.lombardia.it. Consiglio regionale della Lombardia, su consiglio.regione.lombardia.it. La storia del Grattacielo Pirelli, dall'edizione online del Corriere della Sera - Milano; storia fotografica della costruzione e del ripristino, su milano.corriere.it. URL consultato il 4 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2012). Grattacielo Pirelli, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Grattacielo Pirelli a Milano raccontato da Luca Molinari, su raiplaysound.it, 28 gennaio 2023. URL consultato il 1º marzo 2023. Grattacielo Pirelli a Milano raccontato da Luca Molinari. Seconda Parte, su raiplaysound.it, 29 gennaio 2023. URL consultato il 1º marzo 2023.