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Chiesa di San Nicola da Tolentino (Genova)

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Genova chiesa san nicola da tolentino
Genova chiesa san nicola da tolentino

La chiesa di San Nicola da Tolentino è un edificio religioso di Genova in salita della Madonnetta, sul percorso per il santuario della Madonnetta, e la sua comunità parrocchiale fa parte del Vicariato di Castelletto dell'arcidiocesi di Genova.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Nicola da Tolentino (Genova) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Nicola da Tolentino (Genova)
Salita della Madonnetta, Genova Righi

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N 44.420042 ° E 8.931231 °
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Indirizzo

Chiesa di San Nicola

Salita della Madonnetta
16136 Genova, Righi
Liguria, Italia
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Genova chiesa san nicola da tolentino
Genova chiesa san nicola da tolentino
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Luoghi vicini

Castello Bruzzo
Castello Bruzzo

Il Castello Bruzzo (già Villa Micheli) è una villa situata nella zona collinare di Genova (in via Piaggio, sopra la circonvallazione a monte), commissionata all'architetto Gino Coppedè nel 1904 dall'ingegner Pietro Micheli e che riprende il modello del castello Mackenzie, dello stesso architetto. La villa si trova in una zona panoramica dove vennero realizzate altre ville tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, tra i quali il villino Govi (Ingegner Canessa, 1903) ed il villino Flavia (Ingegner Tallero, 1904). Coppedè vi aveva già realizzato la villa Dellepiane, in forma di chalet e subito dopo il villino Cogliolo (1904-1905) e la villa Canepa (1906). Al progetto della villa Micheli collaborò l'ingegnere Giuseppe Predasso. Nel 1912 l'edificio fu acquistato da Lorenzo Bruzzo e venne sopraelevato. L'edificio è costituito da un blocco centrale quadrangolare in forma di castello, con un'alta torre conclusa da un tetto a padiglione, al quale sono aggiunti altri corpi di fabbrica. I muri sono in bugnato di pietra grigia con inserti in mattoni e rilievi decorativi in marmo; è presente una ricca decorazione in ferro battuto (porta-torce, anelli, reggi-aste per bandiere). La loggia verso sud ha volte affrescate con le allegorie delle e i segni dello Zodiaco entro riquadri con motivi floreali stilizzati. Il salone centrale presenta un grande camino in pietra con l'iscrizione "optima pandens" ("che mostra cose ottime") e sulla cappa un tondo con San Giorgio che trafigge il drago. Le altre pareti, affrescate con decorazioni di nastri, trofei, rami e grottesche, presentano ampie vetrate. incorniciate in legno scolpito, che mettono in comunicazione il salone con il deambulatorio del piano superiore. Il soffitto è a cassettoni lignei separati da travi intagliate con patere dorate; i cassettoni sono affrescati con putti isolati o in coppie che sorreggono festoni o cartigli (uno di questi riporta la data del 1913 e le iniziali L.B. del nuovo proprietario Lorenzo Bruzzo); al centro un lacunare più ampio con l'allegoria del Trionfo dell'industria e del commercio, del pittore Luigi Morgari. Dal soffitto pende un lampadario in bronzo. La sala "dei suonatori e delle danze", originariamente sala da gioco, presenta il soffitto con cassettoni lignei e pareti affrescate dal pittore Enrico Bernardi: alle pareti, in riquadri delimitati da una fascia con fiori stilizzati e nastri, sono raffigurate quattro "scene galanti" con suonatori e fanciulle, su uno sfondo appena delineato con fronde. La sala "delle rose stilizzate", originariamente biblioteca, presenta le pareti affrescate con rose stilizzate disposte a moduli ricorrenti sullo sfondo azzurrino, al di sopra di una boiserie, ora dipinta in verde La sala ospita un grande camino in granito rosato e presenta il soffitto a travature lignee con specchiature lunghe e strette con fitta decorazione policroma. Le pareti sono affrescate con ramoscelli e frutti disposti a reticolato in moduli ricorrenti su uno sfondo rosso cupo; al centro è un grifone stilizzato. Nella fascia di raccordo tra soffitto e pareti sono dipinti ghirlande, festoni di fogliame e graticole stilizzate (strumento del martirio di san Lorenzo), intervallati da tondi con motti in latino ("ferreo labore", "ex igni resurgo") Genova nuova, Genova 1902. G. Coppedè, Castelli e ville in carattere quattrocentesco di Gino Coppedè, con 8 foto del Castello Bruzzo, Milano, 1914. A. Cappellini, La via di Circonvallazione a monte, collana 'Genova, vol. 3, 1933, pp. 215-235. R. Bossaglia, M. Cozzi, I Coppedè, Genova 1982. A. Maniglio Calcagno, Giardini, parchi, paesaggio nella Genova dell'Ottocento, Genova 1984. AA VV, Le ville del Genovesato, il centro, Genova 1985. F. Sborgi (a cura), Il mito del Moderno. La cultura liberty in Liguria, Genova 2003. Mario Bottaro, Palazzo Pastorino e Gino Coppedè a Genova, Genova 2006. G. Bozzo (a cura di), Il Castello Mackenzie a Genova. L'esordio di Gino Coppedè, Silvana Editore, 2007 (a p.62 riproduzione di un particolare dell'affresco di Enrico Bernardi nella sala dei suonatori e delle danze). Art Nouveau Castelletto (Genova) Ville di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello Bruzzo

Chiesa di San Barnaba (Genova)
Chiesa di San Barnaba (Genova)

La chiesa di San Barnaba è un luogo di culto cattolico di Genova, situato nel quartiere di Oregina, in salita di San Barnaba, un'antica e tipica Crêuza che risale la collina da corso Firenze. Percorrendo l'ultimo tratto di corso Firenze in direzione ponente, circa a metà del breve rettifilo che porta a incrociare corso Ugo Bassi si stacca a destra la lunga salita di San Barnaba. Soffocata dai moderni condomini che la fiancheggiano, l'antica creuza conduce fino alla chiesa di San Barnaba, edificata alla metà del XIII secolo: le sue antiche origini sono testimoniate da una trifora (affiorata in facciata nel corso di recenti restauri) e da due lapidi, una del 1286 e l'altra del 1362. Sorta come cappella di un convento di monache cistercensi, nel 1538, dopo molti anni d'abbandono, fu affidata insieme al convento ai padri cappuccini, che vi sistemarono il loro noviziato; tra queste mura visse per alcuni anni (dal 1597 al 1608, quando lasciò l'ordine per sostenere finanziariamente la famiglia) il pittore Bernardo Strozzi, dedicandosi a soggetti devozionali. La piccola chiesa subì profonde trasformazioni nel Seicento e soprattutto nell'Ottocento; dei quadri dello Strozzi è conservata soltanto la replica di un'opera giovanile, raffigurante san Felice da Cantalice, il cui originale si trova presso la chiesa della Santissima Concezione. San Barnaba rappresentò nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento una delle tappe del famoso "itinerario dei presepi" - Cappuccini-Madonnetta-San Barnaba-Oregina - che costituiva una tradizione natalizia assai cara alle famiglie genovesi; il presepe qui esposto possiede alcune figurine attribuite ai Bissoni e al Maragliano. Nadia Pazzini Paglieri, Rinangelo Paglieri, Chiese in Liguria, Genova, Sagep Editrice, 1990, ISBN 88-7058-361-9. Genova Arcidiocesi di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Barnaba Approfondimenti sulla chiesa, su www.irolli.it, su irolli.it.

Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo
Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo

La chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo è un edificio di culto di Genova. È situata tra corso Carbonara e corso Firenze e fa parte del vicariato di Castelletto. Il primo edificio di culto, intitolato a san Gerolamo, fu fondato, secondo alcune fonti, nel 1405 ad opera del nobile Nicolò da Moneglia; altre fonti presumibilmente concordano che la sua reale edificazione avvenne però in un periodo molto più anteriore a tale data. Succursale delle parrocchie di San Siro, della Maddalena e di Nostra Signora del Carmine l'antica chiesa sorgeva sulla cima della salita di San Gerolamo avente una metratura di undici metri di lunghezza e otto di larghezza; terminava la struttura un'abside semicircolare largo circa cinque metri e profondo tre metri e mezzo. Presentava una copertura con volta a botte e una grande finestra nella facciata che illuminava la chiesa anche grazie a delle aperture nella volta. L'altare maggiore, diviso dal resto della navata da una balaustra in marmo, era dedicato a Nostra Signora delle Grazie e qui era collocata una statua della Vergine. Presentava inoltre due altari laterali, di cui uno intitolato a santa Rosalia, con l'esposizione del dipinto raffigurante La gloria di santa Rosalia del pittore Valerio Castello. Curata da appositi "massari" furono proprio questi ultimi, nel 1660, a nominare come rettore della chiesa il procuratore dei padri scolopi, ordine religioso trasferitosi temporaneamente nell'edificio. Con l'acquisto, nel 1756, di una attigua proprietà giurisdizionale della chiesa, i gesuiti si occuparono attivamente alla cura del tempio religioso con il rifacimento, nel 1782 e a loro spese, della pavimentazione. Con decreto arcivescovile di Tommaso Reggio, datato al 23 maggio 1898, la chiesa fu elevata al titolo di parrocchiale di Castelletto, precedentemente assunto dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie al Molo, e proprio da quest'ultima assunse la doppia intitolazione di Nostra Signora delle Grazie e san Gerolamo. All'inizio del XX secolo, con una comunità parrocchiale stimata, nel 1902, intorno ai quattromila abitanti, si evidenziò come l'antica chiesa non fosse più idonea alle varie esigenze parrocchiali. Per una nuova collocazione fu presa in considerazione la proposta di trasformazione dell'area del soprastante monastero della Santissima Annunziata, detto delle monache turchine, di proprietà comunale dopo la dismissione del convento a seguito degli editti napoleonici. Nell'elaborazione di un progetto parteciparono gli architetti Arturo Pettorelli, Pietro Fineschi e Maurizio Bruzzo i quali presentarono tre diversi abbozzi per l'erigenda chiesa. Si procedette, nel 1922, all'acquisto dell'area (1.400 metri quadri) per la cifra di settantamila lire e si diede così l'avvio ai lavori di preparazione del cantiere con la demolizione di parte delle mura cittadine medievali. Approvato il progetto dell'architetto Bruzzo, la posa della prima pietra avvenne il 21 aprile del 1929 alla presenza dell'arcivescovo di Genova cardinale Carlo Dalmazio Minoretti. Con sforzi economici notevoli nel reperire i fondi necessari al completamento dell'opera, fu in questa fase che nacque il bollettino parrocchiale L'Araldo di Castelletto, la chiesa fu terminata due anni dopo con la benedizione e apertura al culto religioso dal 20 dicembre 1931. Il 29 dicembre del 1951 il cardinale Giuseppe Siri consacrerà l'edificio. Arcidiocesi di Genova Castelletto (Genova) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo Sito della parrocchia, su chiesacastelletto.it. URL consultato il 10 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2010).