Il Castello Bruzzo (già Villa Micheli) è una villa situata nella zona collinare di Genova (in via Piaggio, sopra la circonvallazione a monte), commissionata all'architetto Gino Coppedè nel 1904 dall'ingegner Pietro Micheli e che riprende il modello del castello Mackenzie, dello stesso architetto.
La villa si trova in una zona panoramica dove vennero realizzate altre ville tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, tra i quali il villino Govi (Ingegner Canessa, 1903) ed il villino Flavia (Ingegner Tallero, 1904). Coppedè vi aveva già realizzato la villa Dellepiane, in forma di chalet e subito dopo il villino Cogliolo (1904-1905) e la villa Canepa (1906).
Al progetto della villa Micheli collaborò l'ingegnere Giuseppe Predasso.
Nel 1912 l'edificio fu acquistato da Lorenzo Bruzzo e venne sopraelevato.
L'edificio è costituito da un blocco centrale quadrangolare in forma di castello, con un'alta torre conclusa da un tetto a padiglione, al quale sono aggiunti altri corpi di fabbrica. I muri sono in bugnato di pietra grigia con inserti in mattoni e rilievi decorativi in marmo; è presente una ricca decorazione in ferro battuto (porta-torce, anelli, reggi-aste per bandiere). La loggia verso sud ha volte affrescate con le allegorie delle e i segni dello Zodiaco entro riquadri con motivi floreali stilizzati.
Il salone centrale presenta un grande camino in pietra con l'iscrizione "optima pandens" ("che mostra cose ottime") e sulla cappa un tondo con San Giorgio che trafigge il drago. Le altre pareti, affrescate con decorazioni di nastri, trofei, rami e grottesche, presentano ampie vetrate. incorniciate in legno scolpito, che mettono in comunicazione il salone con il deambulatorio del piano superiore.
Il soffitto è a cassettoni lignei separati da travi intagliate con patere dorate; i cassettoni sono affrescati con putti isolati o in coppie che sorreggono festoni o cartigli (uno di questi riporta la data del 1913 e le iniziali L.B. del nuovo proprietario Lorenzo Bruzzo); al centro un lacunare più ampio con l'allegoria del Trionfo dell'industria e del commercio, del pittore Luigi Morgari. Dal soffitto pende un lampadario in bronzo.
La sala "dei suonatori e delle danze", originariamente sala da gioco, presenta il soffitto con cassettoni lignei e pareti affrescate dal pittore Enrico Bernardi: alle pareti, in riquadri delimitati da una fascia con fiori stilizzati e nastri, sono raffigurate quattro "scene galanti" con suonatori e fanciulle, su uno sfondo appena delineato con fronde.
La sala "delle rose stilizzate", originariamente biblioteca, presenta le pareti affrescate con rose stilizzate disposte a moduli ricorrenti sullo sfondo azzurrino, al di sopra di una boiserie, ora dipinta in verde
La sala ospita un grande camino in granito rosato e presenta il soffitto a travature lignee con specchiature lunghe e strette con fitta decorazione policroma. Le pareti sono affrescate con ramoscelli e frutti disposti a reticolato in moduli ricorrenti su uno sfondo rosso cupo; al centro è un grifone stilizzato. Nella fascia di raccordo tra soffitto e pareti sono dipinti ghirlande, festoni di fogliame e graticole stilizzate (strumento del martirio di san Lorenzo), intervallati da tondi con motti in latino ("ferreo labore", "ex igni resurgo")
Genova nuova, Genova 1902. G. Coppedè, Castelli e ville in carattere quattrocentesco di Gino Coppedè, con 8 foto del Castello Bruzzo, Milano, 1914. A. Cappellini, La via di Circonvallazione a monte, collana 'Genova, vol. 3, 1933, pp. 215-235.
R. Bossaglia, M. Cozzi, I Coppedè, Genova 1982.
A. Maniglio Calcagno, Giardini, parchi, paesaggio nella Genova dell'Ottocento, Genova 1984.
AA VV, Le ville del Genovesato, il centro, Genova 1985.
F. Sborgi (a cura), Il mito del Moderno. La cultura liberty in Liguria, Genova 2003.
Mario Bottaro, Palazzo Pastorino e Gino Coppedè a Genova, Genova 2006.
G. Bozzo (a cura di), Il Castello Mackenzie a Genova. L'esordio di Gino Coppedè, Silvana Editore, 2007 (a p.62 riproduzione di un particolare dell'affresco di Enrico Bernardi nella sala dei suonatori e delle danze).
Art Nouveau
Castelletto (Genova)
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