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Castel dell'Ovo

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Castel dell' Ovo
Castel dell' Ovo

Il Castel dell'Ovo (in latino Castrum Ovi) è il castello più antico della città di Napoli ed è uno degli elementi che spiccano maggiormente nel celebre panorama del golfo. Si trova tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, di fronte a via Partenope.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Castel dell'Ovo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Castel dell'Ovo
Avinguda de la Mare de Deu de Montserrat,

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.828238 ° E 14.247288 °
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Indirizzo

Avinguda de la Mare de Deu de Montserrat 18
08870
Catalogne, Espagne
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Castel dell' Ovo
Castel dell' Ovo
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Luoghi vicini

Palazzo d'Aquino di Caramanico al Chiatamone
Palazzo d'Aquino di Caramanico al Chiatamone

Il Palazzo d'Aquino di Caramanico al Chiatamone è un palazzo storico di Napoli, ubicato in via Chiatamone, nel quartiere San Ferdinando. Il palazzo venne probabilmente costruito agli inizi del XVII secolo e successivamente fu la residenza temporanea del viceré Iñigo Vélez de Guevara. Nel tempo ebbe vari cambi di proprietà. Un'incisione di Etienne Giraud del 1771 (nel quale è chiamato Palazzo Marotti; in quanto all'epoca il proprietario era il duca di Castelnuovo, Alessandro Marotta) ci permette di vedere l'aspetto che possedeva all'epoca: il palazzo allora si presentava come un edificio di soli tre piani dal pregevole portale cuspidato ricoperto di bugne; mentre le finestre del piano ammezzato erano munite di grate "protettive" e quelle dei due piani superiori sormontate da eleganti timpani che si alternavano in forme triangolari e curve. Agli inizi dell'Ottocento venne acquistato (e lo testimonia il Catasto "murattiano" del 1815) dai D'Aquino, principi di Caramanico, i quali possedevano anche una grandiosa villa a San Giorgio a Cremano. I D'Aquino attuarono un profondo rifacimento del palazzo (forse in seguito ai danni del terremoto del 1805): venne innalzato fino a quattro piani; mentre il portale cuspidato a bugne di gusto barocco venne sostituito da un sobrio portale in piperno dall'arco a tutto sesto. Sempre i D'Aquino (che tutt'oggi ne abitano alcune porzioni) realizzarono nei primi decenni del secolo scorso un'ulteriore sopraelevazione di un piano e mezzo che rende asimmetrico il profilo della facciata. Ci visse nei suoi ultimi anni Bartolommeo Capasso, ricordato con una lapide posta nel 1904 sulla facciata.