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Villa Ebe

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Villa Ebe 1
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Villa Ebe (anche nota come Castello di Pizzofalcone) è una palazzina neogotica che sorge sul fianco occidentale del Monte Echia a Napoli, in cima alle antiche rampe di Pizzofalcone, nel quartiere San Ferdinando.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Ebe (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Ebe
Via Chiatamone, Napoli Municipalità 1

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.83087 ° E 14.246717 °
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Indirizzo

ASL NA1 - Poliambulatorio

Via Chiatamone
80121 Napoli, Municipalità 1
Campania, Italia
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Villa Ebe 1
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Luoghi vicini

Palazzo d'Aquino di Caramanico al Chiatamone
Palazzo d'Aquino di Caramanico al Chiatamone

Il Palazzo d'Aquino di Caramanico al Chiatamone è un palazzo storico di Napoli, ubicato in via Chiatamone, nel quartiere San Ferdinando. Il palazzo venne probabilmente costruito agli inizi del XVII secolo e successivamente fu la residenza temporanea del viceré Iñigo Vélez de Guevara. Nel tempo ebbe vari cambi di proprietà. Un'incisione di Etienne Giraud del 1771 (nel quale è chiamato Palazzo Marotti; in quanto all'epoca il proprietario era il duca di Castelnuovo, Alessandro Marotta) ci permette di vedere l'aspetto che possedeva all'epoca: il palazzo allora si presentava come un edificio di soli tre piani dal pregevole portale cuspidato ricoperto di bugne; mentre le finestre del piano ammezzato erano munite di grate "protettive" e quelle dei due piani superiori sormontate da eleganti timpani che si alternavano in forme triangolari e curve. Agli inizi dell'Ottocento venne acquistato (e lo testimonia il Catasto "murattiano" del 1815) dai D'Aquino, principi di Caramanico, i quali possedevano anche una grandiosa villa a San Giorgio a Cremano. I D'Aquino attuarono un profondo rifacimento del palazzo (forse in seguito ai danni del terremoto del 1805): venne innalzato fino a quattro piani; mentre il portale cuspidato a bugne di gusto barocco venne sostituito da un sobrio portale in piperno dall'arco a tutto sesto. Sempre i D'Aquino (che tutt'oggi ne abitano alcune porzioni) realizzarono nei primi decenni del secolo scorso un'ulteriore sopraelevazione di un piano e mezzo che rende asimmetrico il profilo della facciata. Ci visse nei suoi ultimi anni Bartolommeo Capasso, ricordato con una lapide posta nel 1904 sulla facciata.

Palazzo del convento dell'Egiziaca a Pizzofalcone
Palazzo del convento dell'Egiziaca a Pizzofalcone

Il palazzo del convento dell'Egiziaca a Pizzofalcone è un palazzo monumentale di Napoli, situato in via Egiziaca a Pizzofalcone, sull'omonima collina, nel quartiere San Ferdinando. Si ha traccia di documenti di compravendita del palazzo già nel maggio 1580. Il convento di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone ebbe origine nella prima metà del '600, grazie a cinque suore di Sant'Agostino di nobile famiglia: Teresa Tocco, Maria Francesca Lombardo, Eustachia Caracciolo, Eugenia Mattadara e Dorotea Severino. Queste cinque sorelle lasciarono il monastero di Santa Maria Egiziaca Maggiore (Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella) per trasferirsi sulla collina di Pizzofalcone per fondarvi un nuovo convento più rispondente alle regole di vita in clausura . Nel 1639 le suore agostiniane occuparono un palazzo con giardino in via Egiziaca a Pizzofalcone. Il palazzo edificato nel secolo precedente da Don Luigi de Toledo e lo trasformarono in convento con annessa una piccola chiesa. Il nome di via Egiziaca a Pizzofalcone deriva proprio dall'insediamento delle suore agostiniane, devote di Santa Maria Egiziaca, su questa strada. Nel 1648 il complesso fu ampliato grazie alle elargizioni del viceré Don Giovanni d'Austria. La piccola chiesa contigua al convento venne rifondata. I lavori di quella che diventerà la Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone furono affidati all'architetto Cosimo Fanzago. Per vari problemi l'opera fu terminata solo nel 1716 sotto la direzione dell'architetto Arcangelo Guglielmelli. Le monache agostiniane vissero in clausura nel complesso di Pizzofalcone fino a quando l'ordine fu soppresso, nel 1808. Oggi il palazzo è adibito ad uso residenziale.