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Isola d'Asti

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Italy provincial location map 2016
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Isola d'Asti (Ìsola d'Ast in piemontese) è un comune italiano di 1 948 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Isola d'Asti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Isola d'Asti
Birger Jarls Torg, Stockholms kommun Riddarholmen (Södermalms stadsdelsområde)

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Latitudine Longitudine
N 44.834167 ° E 8.181389 °
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Birger Jarls Torg 4
101 23 Stockholms kommun, Riddarholmen (Södermalms stadsdelsområde)
Sverige
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Luoghi vicini

Stazione di Isola d'Asti
Stazione di Isola d'Asti

La stazione di Isola d'Asti è una fermata ferroviaria posta sulla linea Castagnole-Asti-Mortara, che serve l'omonimo comune piemontese. La stazione fu inaugurata il 12 luglio 1870 contestualmente all'apertura della ferrovia Castagnole-Asti-Mortara, il cui esercizio fu ceduto dallo Stato alla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia (SFAI) in virtù della legge di riforma del 1865 nel frattempo intervenuta. In base alla legge "Baccarini" del 27 aprile 1885, la concessione fu trasferita in tale anno alla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo, con servizi eserciti dalla Rete Mediterranea, per poi passare nel 1905 alle neocostituite Ferrovie dello Stato. Sul finire del Novecento la stazione, privata del binario d'incrocio, venne trasformata in fermata. Passata in gestione nel 2001 a Rete Ferroviaria Italiana, il 6 settembre 2010 il servizio fu interrotto tra Asti e Mortara, a causa di cedimenti strutturali della galleria presso Ozzano Monferrato, ponendo l'intera linea a rischio di chiusura. Considerata la pesante situazione economico-finanziaria della Regione Piemonte, che a differenza della confinante Lombardia non intese avviare un programma di valorizzazione del trasporto su ferro, nel 2012 la stessa decretò la sospensione dei contratti di servizio su numerose linee secondarie di propria competenza, portando alla definitiva sospensione del traffico sia sulla Castagnole-Asti che sulla Asti-Mortara. L'11 novembre 2018 la stazione è stata reinaugurata al passaggio di un treno storico di Fondazione FS Italiane, in occasione della riapertura turistica delle tratte Asti-Castagnole e Castagnole-Canelli-Nizza Monferrato. Dall’11 settembre 2023, l’impianto è stato riaperto al traffico regionale assieme a tutta la tratta ferroviaria Asti - Alba. Dotata di un fabbricato viaggiatori, la fermata dispone di un unico binario. Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 12. Isola d'Asti Ferrovia Castagnole-Asti-Mortara Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Isola d’Asti Informazioni sulla stazione, su treni-internazionali.com. URL consultato il 6 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2016).

Castello di Costigliole d'Asti
Castello di Costigliole d'Asti

Il castello di Costigliole d'Asti è un castello di origine medievale, ristrutturato durante i secoli. Fa parte del circuito "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Nel 1041 fu riconosciuto da Arrigo III quale possesso della Chiesa di Asti, poi passò alla giurisdizione di Bonifacio del Vasto e nel 1198 fu occupato da Asti, dando ai cittadini vere norme statutarie che ebbero vigore per molto tempo (Codice Malabaila). Dopo il 1255 il castello divenne sede di guerra contro Carlo I d'Angiò e poi contro Guglielmo VII del Monferrato e fu poi conteso nelle lotte interne tra guelfi e ghibellini. Nel 1315 i ghibellini furono scacciati da Asti e, grazie al castellano Sandrono Asinari, riuscirono a occupare il castello. Nel 1620 Amelio Asinari nominò erede la figlia Ottavia, moglie di Giovanni Antonio Verasis, il quale fu nominato nel 1621 conte di metà di Costigliole, con l'obbligo di assumere nome ed arma degli Asinari. Ottavio III acquistò nel 1658 i diritti sull'altra metà, apportando molte modifiche alle strutture. Nel 1775, si festeggiò il re Vittorio Amedeo III che visitò il castello e nel 1821 ospitò il marchese Carlo Asinari ed altri liberali, prima dell'esilio dovuto ai moti costituzionali. Nel mese di luglio 1854 vi giunse, sposa di Francesco Verasis, Virginia Oldoini, contessa di Castiglione. Attualmente l'ala nord è di proprietà comunale, mentre l'ala sud è di proprietà di una nota famiglia discendente dai Medici del Vascello. Costruito sul vertice della rocca di Costigliole, di pianta quadrangolare di 60 metri di lato, con un'altezza di 25 metri e con le quattro torri che arrivano a 28 metri, è uno dei castelli più imponenti dell'Astigiano. Una lapide posta sul frontone di una porta secondaria ricorda i lavori compiuti da Corrado Asinari nel 1582. A ponente, una grande porta si apre su una scala, opera di Filippo Juvarra, che varia a seconda del piano a cui si accede. Il lato ovest ha un portale d'ingresso su una scalinata bilaterale, munita di parapetto e piastrini, con lo stemma marmoreo della famiglia Asinari. A sud è presente un giardino pensile e la facciata si espone con due torrette medievali centrali, tra le quali primeggia il ponte levatoio. Sulla facciata, tra le finestre del penultimo piano, svettano due statue marmoree rappresentanti Aurelio e Giorgio Verasis Asinari in vesti di guerrieri. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Costigliole d'Asti

Antignano
Antignano

Antignano (Antignan in piemontese) è un comune italiano di 956 abitanti della provincia di Asti, nel territorio storico dell'Astesana in Piemonte. Si trova a circa 13 km da Asti, sulla strada che porta da Variglie ad Alba. È un paese piccolo, affacciantesi sulle colline dell'Astesana. Sul suo toponimo la documentazione medioevale propone diverse varianti: si va da Anteljanus, che compare alla fine del X secolo insieme ad Anterjanus, ad Antessianus e ancora Antonianus. Più tardi si è assestato nel nome ufficiale italiano: Antegnanus, Antignanus. Non è ben chiaro a quale nome gentilizio si possa accostare: probabilmente Antenius o Antelius, comunque entrambi di origine latina. Da notare che Antignano è anche un noto quartiere di Livorno. Pare ragionevole ritenere che il nome attuale, anziché da incerta fonte medievale, derivi piuttosto, in modo trasparente e convincente, da quello dei legionari "antesignani" — truppe leggere d'élite, costituenti l'avanguardia di una legione — ai quali l'avamposto di Antignano era stato, fin dal tempo della sua costituzione, affidato dal "municipio" romano — allora una sorta di colonia — nel significato attuale e non romano del termine — con funzioni anche militari) di Hasta Pompeia; e infine, diviso in appezzamenti, ai medesimi legionari veterani trasferito in proprietà, anche in premio del servizio da essI reso in tale rischiosa posizione, confinante con i Celti e i Liguri, ostili e mai del tutto domi; i veterani legionari vi avevano introdotto, con un successo che dura tuttora, la vite, come tutti i veterani romani facevano in mezza Europa. Attraverso i secoli Antignano ha sempre adempiuto a tale vocazione difensiva che ancor oggi si manifesta con i resti del castello sulla sommità del suo colle. Le prime notizie certe si hanno a partire dall'anno 870, quando compare tra i possedimenti di Ludovico II, imperatore del Sacro Romano Impero. Sulla base di recenti studi (prof. Renato Bordone) si pensa che il paese fosse sede di una pieve fino alla fine del X secolo circa, probabilmente la pieve di San Giovanni, chiesa tuttora esistente e vicina al centro del paese, menzionata già in un documento del 964. Partendo dal presupposto che in tutti i paesi la chiesa fosse nel centro abitato, si può ipotizzare che il primo nucleo di Antignano sorgesse attorno alla chiesa di San Giovanni. Nell'anno 1000 venne edificata la nuova chiesa parrocchiale dedicata a santo Stefano, attuale cappella cimiteriale, ed il centro abitato si spostò attorno ad essa. Durante la realizzazione del nuovo centro abitato fu costruito anche il castello, di cui si ha traccia solo in un documento del 1165. Tra il X e XI secolo vennero infeudati come signori del paese i De Antignano, molto legati al vescovo di Asti; si pensa infatti che fino ad allora il paese abbia goduto di una certa libertà d'azione e che, in seguito all'arrivo dei nuovi signori, il suo destino venne legato alle sorti della città di Asti. In un documento del 1159 l'imperatore Federico I Barbarossa annovera tra i luoghi sottomessi al vescovo di Asti anche il paese di Antignano. Nonostante quest'ultimo cercasse di limitare molto le signorie locali, i De Antignano riuscirono comunque a mantenere una certa autonomia: nel 1165 il castello era ancora sotto il loro diretto controllo (a differenza dei vicini paesi di Celle, Revigliasco e Variglie) e come si evince da un documento del 1237 erano signori di quattro vassalli. Quando nel XIV secolo Asti passa sotto gli Orléans, Antignano segue il destino della città e il 18 maggio 1387 giura fedeltà ai nuovi signori. Nel 1419 Giovanni Turco, comandante dell'esercito del signore del Monferrato, dopo aver inutilmente tentato di occupare la cittadella di Asti, assediò Antignano. Sconfitto fu costretto alla fuga e all'abbandono delle macchine d'assedio, che i cittadini Antignanesi portarono in parata per le vie di Asti. Tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 il paese si sposta nell'attuale sito dove viene ricostruito il paese e un nuovo castello; in un documento del 1585 risulta che la chiesa parrocchiale di Santo Stefano fosse ormai all'esterno del paese e in stato di abbandono e che gli abitanti utilizzassero per le funzioni religiose l'oratorio della Beata Vergine Maria, probabilmente la cappella del Castello, demolita nel 1908 ormai pericolante per realizzare l'attuale chiesa parrocchiale. Di questo secondo castello è possibile ancora vedere parte del muro di cinta di fronte alla barocca chiesa di San Rocco. Non si hanno notizie dei signori di Antignano dal XIV secolo fino al 1618. Durante la dominazione Orleanese si pensa che fossero dei podestà ad amministrare il comune, tra i quali venne nominato nel 1386 Francesco Ponte. Nel 1618 Antignano è ormai sotto il controllo dei Savoia che nominano come feudatario Gaspare Berlinghieri. I Berlinghieri terranno il paese fino al 1646 quando passò ai Malabayla o Malabaila. Nel 1700 signori dal paese sono i Roero di San Severino, che dalla metà del XVIII secolo ripassano la signoria ai Malabaila. Nel 1797 Durante i moti rivoluzionari che portarono alla fondazione Repubblica Astese (1797) fu un attivo partecipante un antignanese tale Giuseppe Merlone, poi fucilato assieme agli organizzatori della rivolta il 22 agosto. Il paese tenne un comportamento ambiguo nei confronti della repubblica: infatti i cittadini, nonostante nutrissero un parere favorevole nei confronti dei repubblicani, preferirono non schierarsi dalla parte di questi ultimi per timore delle rappresaglie che ne sarebbero scaturite dai Savoia. Il 18 maggio 1846 Antignano diede i natali a Francesca Armosino. Nata nella frazione Saracchi, al tempo sotto il comune di Antignano e ceduta in seguito a quello di San Martino alla fine del 1880, discendente da una nobile famiglia armena emigrata in Italia per sfuggire alle persecuzioni dei turchi contro i cristiani, Francesca fu l'ultima moglie di Giuseppe Garibaldi, da cui ebbe tre figli: Manlio, Clelia e Rosita (morta a diciotto mesi). Nell'archivio storico del comune sono presenti due lettere riguardanti il Generale. La prima è la missiva inviatagli dalla comunità antignanese per felicitarsi delle nozze con l'Armosino, la seconda è la risposta di Garibaldi alla comunità. Nel 1880 lo stesso Garibaldi venne ad Antignano per visitare le proprietà della moglie. Nei primi anni della seconda guerra mondiale, tra il 1941 e il 1943, Antignano fu uno dei comuni designati come luogo di internamento libero per ebrei stranieri. Vi soggiornarono due nuclei familiari (4 persone in tutto), poi trasferite agli inizi del 1943 al campo di Ferramonti. Lo stemma e il gonfalone del comune di Antignano sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 marzo 2001. Abitanti censiti Un evento importante è la Via Crucis che si svolge il venerdì Santo e alla quale partecipano 130 figuranti in costume d'epoca e una cinquantina di tecnici. Ogni anno ad aprile si svolge per le vie del paese una suggestiva rappresentazione: decine di persone in costume ripercorrono i vari momenti della passione di Cristo, dalla preghiera nell'orto di Getsemani fino alla Crocefissione. Tutte le fasi storiche vengono commentate e seguite da una voce narratrice e da tre voci per i dialoghi dei personaggi. Oltre al centro, il comune di Antignano comprende le frazioni di: Perosini, Nicola, Gonella, Morgnano, Montefiglie, Lanci, Genovesi, Marelli e Premes. Antignano è noto, oltre che per la produzione di ottima Barbera e Grignolino, anche per la produzione di un'antica varietà di mais "Mais otto file di Antignano". Nel comune è presente la Riserva naturale delle Rocche di Antignano, facente parte del Parco Paleontologico Astigiano. La riserva si trova presso la frazione Perosini e fiancheggia il corso del fiume Tanaro. Tra il 1882 e il 1935 il comune fu servito dalla tranvia Asti-Canale. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Renato Bordone, Città e territorio nell'alto medioevo. La società astigiana dal dominio dei Franchi all'affermazione comunale. Renato Bordone, Araldica Astigina. Gaspare Bosio, Storia della chiesa di Asti. G. Assandria, Il libro verde della Chiesa di Asti. Gian Secondo De Canis, Corografia astigiana. Antichi cronisti Astesi, edizione Cassa di Risparmio Ai asti. Ada Peyrot, Asti e l'astigiano. Anna Maria Cotto Meluccio, Cartulari notarili dell'Archivio capitolare di Asti. Cartulari notarili dell'Archivio Capitolare di Asti: i registri di Iacobus Sarrachus, notaio del vicario vescovile (1309-1316). Carlo Vassalo e Gabotto F., La chiesa dei Ss. Apostoli in Asti. Stefano incisa e Gabiani Nicola, Rivoluzione repubblica e controrivoluzione de Asti nel 1797: diario sincrono di Stefano Incisa, con documenti inediti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antignano Sito ufficiale, su comune.antignano.at.it. Antignano, su sapere.it, De Agostini.

Chiesa di Nostra Signora di Loreto (Costigliole d'Asti)
Chiesa di Nostra Signora di Loreto (Costigliole d'Asti)

La chiesa di Nostra Donna di Loreto di Costigliole d'Asti è un edificio costruito nel XIX secolo, sul sedime di due chiese precedenti, la prima romanica e la seconda rinascimentale-barocca. È situata nella zona più alta del paese definita tradizionalmente "la rocca" di fronte al castello ed è la chiesa parrocchiale della comunità costigliolese. La prima chiesa venne costruita nel periodo medievale ed era in stile romanico; le dimensioni erano molto ridotte e l'interno presentava pochi arredi. Tra il 1580 ed il 1595, il parroco Marco Antonio Asinari decise di ampliare l'edificio in stile barocco-rinascimentale e nei secoli seguenti le famiglie Verasis ed Asinari cofeudatarie di Costigliole arricchirono l'edificio con arredi ed opere d'arte. All'abbellimento della chiesa contribuirono anche le sei compagnie parrocchiali. Alla fine del XVIII secolo, l'edificio era notevolmente decaduto necessitando di opere per il consolidamento e nella notte dell'11 novembre 1811, a causa di molte infiltrazioni d'acqua, gran parte della chiesa crollò. Il parroco Lorenzo Pola in accordo con il consiglio comunale, affidò la ricostruzione all'architetto Carlo Ceroni che terminò i lavori nel 1816. La chiesa è di notevoli proporzioni (40 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 16 di altezza nella navata centrale) e presenta una facciata a due corpi sovrapposti, termina con un timpano e presenta un rosone centrale. La navata centrale presenta in controfacciata una balconata su cui è situato un organo opera di Carlo Bossi costituito da circa duemila canne. La cantoria in legno intagliato è opera di Francesco Novaro "Brassiè", noto artista che svolse anche attività presso la corte sabauda. La volta della navata presenta affreschi di Lorenzo Peretti che raffigurano alcune scene dell'Antico e Nuovo Testamento (Mosè con le tavole della legge, l'ascensione di Cristo, l'incoronazione della Madonna, l'adorazione del Santissimo Sacramento) oltre a scene della vita dei Santi (la gloria di sant'Ignazio di Loiola, Santa Polissena, San Siro) Dietro l'altare maggiore è presenta una tela raffigurante la titolare della chiesa, la vergine di Loreto, dipinta da Prospero Clori nel 1720 e commissionata dai conti Verasis come indicano gli stemma della famiglia presente sulla tela e sulla cornice marmorea realizzata su progetto di Filippo Juvarra. Nella parte bassa, sempre dietro l'altare è presente il coro ligneo stile impero realizzato nel 1824 dall'astigiano Giuseppe Conti. L'altare maggiore in marmo, con paliotto in legno intagliato e dorato, è stato disegnato anch'esso da Juvarra e commissionato dal ramo Asinari di San Marzano nel 1718. Le navate laterali presenta opere del pittore astigiano Michelangelo Pittatore e di Lorenzo Peretti. La chiesa custodisce anche i sepolcreti di due esponenti della famiglia Verasis e quello del marchese Filippo Antonio Asinari di San Marzano, diplomatico dei Savoia. La sacrestia, realizzata tra il 1784 ed il 1785 presenta l'opera L'Annunciazione di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e l'Assunta e i Santi Giovanni Evangelista e Secondo di Asti, opera del trinese Giovanni Crosio. P.Prunotto, La Parrocchiale Nostra Donna di Loreto a Costigliole d'Asti, Itinerario di fede e d'arte, a cura dell'Associazione "Confraternita di San Gerolamo", Costigliole dìAsti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Nostra Signora di Loreto