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Chiesa di San Giuseppe (Viggiù)

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La chiesa di San Giuseppe è la parrocchiale di Baraggia, frazione di Viggiù, in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato della Valceresio.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Giuseppe (Viggiù) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Chiesa di San Giuseppe (Viggiù)
Via Indipendenza, Comunità Montana del Piambello

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.8557 ° E 8.90792 °
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Indirizzo

Chiesa di San Giuseppe

Via Indipendenza
21050 Comunità Montana del Piambello
Lombardia, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di San Siro (Viggiù)
Chiesa di San Siro (Viggiù)

Vicino a Baraggia, al limite meridionale del territorio del Comune di Viggiù, sorge l'antica chiesa di San Siro con i resti dell'annesso convento. Esso era forse dipendente dal cenobio di Sant'Elia. L'edificio, per il quale negli anni 80 vennero iniziati i lavori di rinforzo della struttura, oggi attende un delicato intervento volto al restauro, alla valorizzazione ed alla salvaguardia dell'interessantissimo ciclo di affreschi che decora la calotta absidale. L'aula, con una sobria facciata aperta da un'unica porta, ha al suo culmine l'insolita apertura oculare, schermata dai raggi di un rosoncino in pietra. Sul lato sinistro della facciata poggia anche il leggero campanile che la innalza verso il cielo. All'interno la navata non ha alcuna decorazione pittorica. Gli affreschi, datati da alcuni storici al XV secolo, occupano l'abside. Una Teoria di otto Santi, tra i quali San Rocco e Sant'Ambrogio circonda l'immagine della Vergine che, con estrema dolcezza, tiene in braccio il Bambino. Nel catino absidale troneggia un Cristo Pantocratore, in una mandorla di elegante fattura, con ai lati gli Evangelisti: a sinistra Giovanni e Matteo, a destra Luca e Marco. Lo stato di degrado degli stabili, un tempo adibiti a convento, e del terreno circostante offusca la bellezza di questo complesso di edifici, che conserva vive testimonianze d'arte e di fede. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Siro

Chiesa di San Martino (Viggiù)

La chiesa di San Martino di Viggiù sorge su una piccola altura, un tempo quasi completamente terrazzata e coltivata (oggi incolta verso Sud ed edificata verso Nord), situata a meridione del nucleo abitato. Vi si accede mediante una piccola strada a "rizzada", che si stacca dalla comunale Viggiù - Baraggia, il cui ingresso è segnato da un arco settecentesco. Lungo la strada di accesso alla chiesa sorgono le cappelle della via Crucis, con bassorilievi bronzei, opera novecentesca dello scultore viggiutese Giacomo Buzzi Reschini. L'area in cui sorge la chiesa, secondo la tradizione e le testimonianze archeologiche, ha sempre costituito un luogo di particolare rilievo anche al tempo dei Romani, testimoniato dalla scoperta di monete romane e dai resti di un sarcofago tardo-romano, rinvenuto nei dintorni e visibile all'esterno della chiesa. L'edificio, in origine prima chiesa parrocchiale viggiutese, nel seicento divenne cappella privata della famiglia dei Longhi, che svolgeranno un ruolo di primo piano nell'architettura della Roma seicentesca, che la adibì a mausoleo di famiglia e la arricchirono di arredi sacri e preziosi. La chiesa, con elegante portale cinquecentesco (con al centro lo stemma dei Longhi), ha pianta ad aula profonda e riflette al suo interno la semplicità che ne caratterizza la parte esterna; le pareti, senza alcuna decorazione, illuminate a mezzogiorno da due semplici finestre ogivali, conducono lo sguardo dell'osservatore verso la pala dell'altare, che rappresenta la Crocifissione.

Chiesa della Beata Vergine del Rosario (Viggiù)

La chiesa della Beata Vergine del Rosario è un'antica chiesa di Viggiù, in Lombardia. A Viggiù la costruzione della chiesa della Beata Vergine del Rosario fu voluta per ospitare i padri domenicani che provenivano dal convento di Como e, durante la quaresima, offrivano il proprio apostolato di preghiera. Si hanno notizie dell'edificio sin dal 1539, in esso avevano sede i padri domenicani e i membri della Confraternita del Santo Rosario. Tra la fine del seicento e l'inizio del secolo successivo, per un contrasto con i padri domenicani, ospitati nella medesima struttura, si inizia, a cura dei confratelli, a edificare un nuovo oratorio dedicato a san Pietro Martire, alla Madonna delle Grazie e del Rosario. La progettazione dell'edificio, nel 1618 è dovuta al noto architetto viggiutese Onorio Longhi. Per problemi finanziari, il progetto non sarà portato a termine e le strutture verranno demolite a metà del XVIII secolo. Abbandonato questo progetto, si decide di investire tutte le forze per il rinnovo del vecchio edificio che assume quindi l'aspetto attuale. La chiesa della Madonna del Rosario sorge ai piedi della collina della Pessina, dalle cui pendici si può notare il contrasto tra la semplice facciata della chiesa ed il leggiadro campanile, coronato dall'aerea statua stellata della Vergine. Al suo interno, cupole, volte, colonne policrome, lesene, trabeazioni e leggere loggette sono a coronamento degli affreschi e delle tele che ne arricchiscono le pareti ed il soffitto. Alla parete di sinistra è appesa una tela del noto pittore viggiutese Carlo Maria Giudici, raffigurante il Battesimo di sant'Agostino alla presenza di santa Monica, mentre quella di destra (che sino al 1993 recava una pregevole tela di Francesco Salviati, ora alla Pinacoteca di Brera, raffigurante la Deposizione di Cristo), reca, ora, una tela dallo stesso soggetto ma, di autore ignoto e meno prestigioso. Il soffitto è decorato con affreschi di Carlo Maria Giudici. L'altare maggiore, di forme neoclassiche, è coronato dalle pregevoli statue in gesso: a sinistra di Re David e a destra il profeta Isaia, dello scultore Gaetano Matteo Monti di Ravenna.

Chiesa della Madonna della Croce (Viggiù)
Chiesa della Madonna della Croce (Viggiù)

La chiesa della Madonna della Croce si trova a Viggiù. Il nome si riferisce alla collocazione della medesima in prossimità di un quadrivio, spazio in cui, nell'antichità, si solevano edificare cappelle o altri popolari luoghi di culto. Della chiesa della Madonna della Croce, chiamata anche beata Vergine dell'Assunta, si hanno notizie sul finire del secolo XV, i primi interventi di ampliamento sono avvenuti nel corso della prima metà del Settecento. La facciata, in chiaro stile bramantesco, fu realizzata verso la metà dell'Ottocento su disegno di Giacomo Buzzi Leone. Le parti di maggior rilievo sono: portali, finestre, elementi architettonici in pietra di Viggiù; ai lati della facciata, medaglioni in terracotta dello scultore Luigi Buzzi Leone raffiguranti: a sinistra Mosè, a destra Davide. È una specie di Pantheon dei Viggiutesi illustri; al suo interno si riscontrano diversi stili, dal barocco dell'altare al neoclassico di alcune statue, sino ai rilievi in stile moderno. Appoggiati alla parete di sinistra abbiamo: il monumento al Giureconsulto Paolo Piazza, opera del figlio scultore Giovanni, segue il monumento a Antonio Buzzi Quattrini (1807), dello scultore Stefano Butti, segue, dello stesso autore e l'altare di Sant'Apollonia, con statua in gesso, di stile neoclassico. Sulla parete destra trova collocazione un'Annunciazione del viggiutese Nando Conti. L'altare principale fu eseguito in stile barocco, su disegno dell'architetto Gabriele Longhi e dallo stesso donato alla chiesa. L'affresco al centro dell'altare, pur avendo subito dei ritocchi nel corso del tempo, attrae il visitatore per la sua composizione e la vivacità dei colori. Dipinto da un ignoto artista, verso la fine del XV secolo, è attribuito alla scuola del Bergognone. Rappresenta la "Vergine col Bambino", seduta sopra un ricco "trono" di stile gotico. Ai fianchi dell'altare, sulla parete, fra decorazioni a stucco, si trovano i dipinti dei Santi Lorenzo e Stefano, risalenti ai primi dell'800. Sulla volta dell'altare si trova l'affresco raffigurante la Santissima Trinità, mentre, in quella dell'aula, l'Assunzione di Maria in Cielo, con agli angoli i Quattro Evangelisti, opera della maturità dello scultore viggiutese Stefano Butti. Prima di uscire dalla chiesa si noti la bella e comoda loggia, che il defunto conte Renato Borromeo aveva fatto costruire per assistere alle funzioni religiose, collocandovi nel centro l'antico motto di famiglia in latino: "HUMILITAS". Il modesto campanile a tre campane, fu eretto nel 1859, in sostituzione del precedente a vela.

Stazione di Cantello-Gaggiolo

La stazione di Cantello-Gaggiolo è una fermata ferroviaria posta sulla linea Mendrisio-Varese. Serve la località di Gaggiolo, frazione del comune di Cantello. La fermata è stata costruita contemporaneamente alla realizzazione del raccordo internazionale Arcisate-Stabio della ferrovia Mendrisio-Varese; l'attivazione è avvenuta, contestualmente all'entrata in esercizio del suddetto raccordo, il 1º dicembre 2017. Si tratta della fermata della linea più prossima al confine elvetico tra quelle site in territorio italiano. Secondo il progetto esecutivo presentato nel 2016, la stazione si situa a ridosso dell'imboccatura orientale della galleria Bevera e a poche centinaia di metri dalla frontiera italo-svizzera. Come le nuove stazioni di Induno Olona e Arcisate (servite dalla medesima linea), lo scalo di Gaggiolo è costruito in trincea e dispone di due binari passanti serviti da due banchine (coperte da tettoie in acciaio e plastica). A livello del suolo, a formare un ponte sopra i binari, si situa il fabbricato viaggiatori (atto a incanalare l'accesso e il deflusso dei passeggeri: al suo interno sono alloggiati biglietteria, tornelli e sala d'attesa). A seguito del cambio d'orario del 9 giugno 2019, Stabio è servita tutti i giorni dalla linea S50 Malpensa Aeroporto-Varese-Mendrisio-Lugano-Bellinzona e dal lunedì al sabato dalla linea S40 Varese-Mendrisio-Como. Entrambe le relazioni operano con cadenzamento orario.