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Palazzo Albertini di Cimitile

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Palazzo Albertini di Cimitile
Palazzo Albertini di Cimitile

Palazzo dei principi Albertini di Cimitile, già Palazzo Calabria, è un edificio di valore storico e architettonico di Napoli, ubicato in via Santa Teresa degli Scalzi 76, nei pressi dell'omonima chiesa.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Albertini di Cimitile (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Albertini di Cimitile
Vico Cimitile, Napoli Municipalità 3

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Vico Cimitile
80136 Napoli, Municipalità 3
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Palazzo Albertini di Cimitile
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Luoghi vicini

Chiesa della Santissima Annunziata a Fonseca
Chiesa della Santissima Annunziata a Fonseca

La chiesa della Santissima Annunziata a Fonseca è una chiesa di Napoli che sorge in via Fonseca, nel quartiere Stella, a ridosso del centro storico. Fu fondata nel 1620 dall'allora Arcivescovo di Napoli Cardinale Decio Carafa su un suolo appartenente alla nobile famiglia dei Fonseca acquistato nel 1616, allora detto extra moenia (al di fuori delle mura) in quanto l'area urbana si fermava al largo delle pigne (odierna piazza Cavour), che peraltro era facilmente visibile dall'alto del colle su cui la chiesa sorgeva. Ampliata nel XIX secolo, fu seriamente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Dal 2003 accanto all'antica denominazione di Santissima Annunziata la chiesa è stata dedicata a Santa Giovanna Antida Thouret, santa francese che si è prodigata a Napoli in favore dei malati degli Incurabili e che ha creato l'ordine delle Suore della Carità, presente anche nel quartiere. La facciata è costituita da quattro lesene ioniche, poggianti su una base di piperno e interrotte da una spessa cornice marcapiano. Le lesene continuano anche nella parte superiore della facciata, ma presentano in questa parte un capitello composito. Alternati alle lesene, due archi ciechi e al centro un ampio finestrone arcuato. Sul portale, sormontato da una cornice, è presente una nicchia in cui è collocata una statua della Madonna di Lourdes. L'interno a navata unica, presenta una volta a botte lunettata. Sulla volta si alternano fasce a elementi geometrici, che terminano nella semplice abside. La volta era decorata con affreschi scomparsi per i danni dei sopra citati bombardamenti che costrinsero ad un rifacimento del tetto, con la conseguente perdita delle pitture. Su ogni lato si innalzano quattro lesene composite e intervallate da tre arcate cieche sul lato destro, un'arcata cieca e due cappelle sul lato sinistro. Aprono e chiudono ogni lato due paraste dello stesso tipo. Presenti anche due lesene sull'abside, ai lati dell'altare maggiore. L'altare maggiore in alabastro cotognino proviene dalla chiesa del Divino Amore. È stato donato nel 1873 dalla chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, alla quale era stato precedentemente donato dal demanio, al parroco Eduardo Menna, in futuro anche Vicario Generale della Diocesi di Napoli. Il tabernacolo, interamente di marmo, presenta due teste alate di putti che sovrastano la porticina del tabernacolo, dalla quale sembrano dispiegarsi due ali scolpite. Infine, nella parte più alta, una colomba in bassorilievo simboleggiante lo Spirito Santo. Al di sopra dell'altare, in una cornice dorata, il quadro raffigurante l'Annunciazione, opera di un discepolo di Luca Giordano. Era opinione comune ritenere il quadro opera dello stesso maestro napoletano, anche se gli studiosi non glielo hanno mai attribuito. Si è avanzata l'ipotesi che l'autore fosse il pittore manierista Sabato Giordano. Un po' di luce è stata fatta il 24 marzo 2004 quando, in occasione della solennità dell'Annunciazione, la tela è stata esposta dopo un necessario restauro e si è comunicata la scoperta della firma dell'autore, "Gio. Lonardo". Nelle terze cappelle laterali si ammirano altre due tele seicentesche prive di attribuzione: un Sant'Antonio da Padova con il Bambino e una Madonna con il Bambino e le Anime Purganti. Sono presenti soltanto due cappelle propriamente dette, sul lato sinistro, ma si sa con certezza che almeno fino alla seconda guerra mondiale insistevano anche delle cappelle sul lato destro. I marmi degli altari delle cappelle destre sono stati “riciclati”. Alcuni decorano gli elementi che sorreggono la mensa (aggiunta dopo la rivoluzione liturgica del Concilio Vaticano II) altri, costituiti da due paliotti, decorano la nicchia della sede (dove il sacerdote siede) e la fascia immediatamente sotto il quadro dell'Annunciazione. Nell'archivio della parrocchia è custodito l'atto di morte di Giacomo Leopardi: egli morì il 14 giugno 1837 in vico Pero 2, poco distante dalla chiesa, durante l'epidemia di colera. Questo atto ha dato origine a molte discussioni tra gli studiosi per quanto riguarda l'amministrazione dei sacramenti al poeta e la sua sepoltura. E. Manco, SS. Annunziata a Fonseca. Origini e Storia, tip. Gaeta, 2000 Chiese di Napoli Stella (Napoli) Giacomo Leopardi Monumenti di Napoli

Palazzo di Majo
Palazzo di Majo

Palazzo De Majo è un palazzo di Napoli situato all'inizio del Rione Sanità nel quartiere Stella; l'ingresso è ubicato in Discesa Sanità 68, mentre da via Santa Teresa degli Scalzi è visibile il cortile. L'edificio venne eretto nel XVIII secolo su volontà del nobile Bartolomeo de Majo. Da fonti cartografiche e documentali si è appurato che l'edificio esisteva già nel 1718 e che nel 1726 Ferdinando Sanfelice vi lavorasse per eseguirne una ristrutturazione, ricreando una suggestiva abitazione barocca al di fuori delle mura urbane. Il Sanfelice realizzò maestosamente il portale con arco mistilineo, su modello delle decorazioni borrominiane. Al di sopra del portale, un cartiglio reca la volontà del di Majo di realizzare un palazzo al di fuori della città: Il punto più pregevole è la scala tipicamente barocca: a pianta romboidale, ha una struttura a sbalzo dove sui ballatoi di riposo sono posti gli ingressi ai locali interni (che ripetono lo stesso disegno del portale), su di esse sono posizionati dei busti. La scala è posta sulla sinistra del cortile. Bernardo De Dominici, nelle sue Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani, non destina la minima critica alle scelte adoperate dal Sanfelice nel rifacimento del palazzo, lodando anzi ogni minimo aspetto. Il palazzo fu coinvolto nella creazione del corso Napoleone nei primi del XIX secolo. Infatti gli sbancamenti che investirono il cortile poligonale durante il decennio francese resero possibile la creazione di questa nuova arteria cittadina. Per permettere che questa scorresse in maniera rettilinea, il cortile venne tagliato, perdendo l'aspetto chiuso e assumendo una forma emiciclica. Inoltre la nuova strada fu realizzata ad una quota superiore rispetto a quella di calpestio del palazzo. Negli ultimi anni i condomini hanno provveduto al restauro dei prospetti su via Santa Teresa degli Scalzi. Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli, Newton Compton Editori, Napoli, 2001 Palazzi di Napoli Rione Sanità Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul palazzo di Majo