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Teatro Metastasio

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Prato teatro Metastasio vista notturna 02
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Il Teatro Metastasio è il teatro stabile della Toscana e ha sede a Prato. La nascita del teatro Metastasio è legata all'intraprendenza del notaio pratese Benedetto Cecconi che nel 1820 si fece promotore di un'iniziativa per la realizzazione di un nuovo teatro a Prato che sostituisse il vecchio Teatro dei Semplici giudicato non più rispondente alla nuova domanda proveniente dai ceti borghesi e popolari della prospera città toscana. Dopo alcuni problemi sia progettuali che nel reperimento dell'area, la vicenda si sbloccò verso la fine degli anni venti con l'incarico del progetto definitivo affidato all'affermato architetto fiorentino Luigi De Cambray Digny e con l'inizio dei lavori nel marzo del 1829. Il teatro venne realizzato in tempi rapidi e venne inaugurato l'8 ottobre 1830 con l'Aureliano in Palmira di Rossini. Il teatro presentava una particolare facciata ad andamento semicircolare perché costruita in curva seguendo l'andamento della strada principale in modo da evitare un orientamento diverso che avrebbe fatto prospettare l'ingresso su vicoli e stradine più angusti. All'interno la sala, a ferro di cavallo, non corrispondeva a quella attuale; 80 palchi erano suddivisi su quattro ordini e dal terzo si accedeva a un ampio salone di rappresentanza; non esisteva la fossa dell'orchestra e da un lato del palcoscenico si aprivano i camerini per gli artisti. L'arredo era in velluto rosso e contrastava volutamente con il bianco e il fregio d'oro della decorazione delle pareti e dei palchi. Le decorazioni pittoriche furono realizzate da Antonio Marini che dipinse a tempera anche il sipario con la scena di Romolo e Tazio nell'atto di unificare il popolo romano con quello sabino. A pochi anni dalla sua costruzione il teatro ebbe bisogno di nuovi interventi: fra il 1850 e il 1852 le stagioni teatrali furono addirittura sospese per risistemare gli scenari, restaurare l'impiantito della platea e sostituire alcune travi del soffitto. Fra il 1867 e il 1869 su progetto dell'architetto Telemaco Bonaiuti venne rettificata la curva della sala, vennero risistemati i camerini degli artisti, e fu realizzato un nuovo ingresso; nel 1871 si procedette alla ristrutturazione del sottopalco per creare due ambienti per gli orchestrali. Nel 1922 poi su progetto di Marcello Piacentini si procedette all'ampliamento del loggione al di sopra del quarto ordine dei palchi. E quindi il palco reale fu modificato per realizzarvi la cabina di proiezione cinematografica. La sempre più costosa gestione del teatro indusse nel 1939 gli Accademici a vendere l'immobile al Comune di Prato che lo cedette in gestione all'Opera Nazionale Dopolavoro. Dopo la guerra, nonostante non avesse riportato particolare danni, cominciò la serie degli interventi volti a rimediare a un suo sempre più evidente degrado: dal 1956 al 1964 il teatro dovette sospendere la sua attività per l'opera di ammodernamento e restauro eseguita su progetto dell'architetto Nello Baroni. Nei decenni successivi il teatro si riscattò con produzioni di grande livello culturale, soprattutto di prosa. Durante gli anni settanta si formarono diversi gruppi di giovani autori, che crearono sotto la supervisione di Luca Ronconi interessanti laboratori che portarono alla formazione e al lancio di attori come Pamela Villoresi, Francesco Nuti, Roberto Benigni e tante illustri personalità del teatro. Dopo nuovi lavori di adeguamento alle norme di sicurezza vigenti realizzati alla metà degli anni ottanta, il teatro è giunto alla redazione attuale grazie ai lavori di restauro eseguiti su progetto dall'architetto Carlo Coppola. Nonostante queste travagliate vicende il Teatro Metastasio ha svolto negli ultimi decenni un ruolo di primo piano a livello nazionale nel teatro d'avanguardia e di produzioni prestigiose. Nel 1998 il Metastasio diventa teatro stabile pubblico nonché riconosciuto come "Teatro Stabile della Toscana". Massimo Castri rimane alla guida del neonato Stabile fino al 2000. Dopo un breve interregno di Renato Borsoni, la direzione passa a Massimo Paganelli (settembre 2000 - aprile 2002), Massimo Luconi (aprile 2002 – aprile 2005), Josè Sanchis Sinisterra (maggio 2005 – febbraio 2007), Federico Tiezzi (marzo 2007 – marzo 2010), Paolo Magelli (giugno 2010 - settembre 2015), Franco D'Ippolito (novembre 2015 - ottobre 2021), Massimiliano Civica da novembre 2021. Prato Teatri della Toscana Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teatro Metastasio Sito ufficiale, su metastasio.it. Scheda della Regione Toscana, su cultura.toscana.it. URL consultato il 7 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2005). Niccolò Luccarelli, I cinquanta anni del Teatro Metastasio, in "Prato storia e arte", n. 116, dicembre 2014, pp. 38-48 (PDF), su fondazionecrprato.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Teatro Metastasio (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Teatro Metastasio
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Castello dell'Imperatore
Castello dell'Imperatore

Il castello dell'Imperatore si trova a Prato in piazza delle Carceri. È un esempio di architettura federiciana, costruita cioè per ordine dell'imperatore Federico II di Svevia, nell'ambito della lotta per il predominio in Toscana tra l'impero e il papato che caratterizzò i decenni a cavallo del 1200. Sul luogo dove si trova l'odierno castello sorgeva anticamente il forte degli Alberti di Prato, che venne quasi completamente raso al suolo nel 1107 durante l'assedio delle truppe di Matilde di Canossa; al suo posto un altro palazzo, detto "Palazzolo", venne ricostruito per ospitare i nunzi degli imperatori Arrigo VI di Svevia e Ottone IV di Brunswick (del quale restano due torri, quelle prive di merli, che fino al 1767-68 avevano circa il doppio dell'attuale altezza); l'area interessata dal Castello era da sempre strategica, tanto che esistono documenti fino dal 1035 che testimoniano la presenza di un più antico "palatium"; questa costruzione era il nucleo del Castrum Prati, il borgo che sorgeva a monte del palazzo che possedeva anche un'antica pieve (Santa Maria in Castello, oggi non più esistente). L'incarico della costruzione venne dato da Federico II a Riccardo da Lentini, probabilmente a partire dal 1240. Il castello, originariamente tangente alla seconda cerchia muraria (XII secolo), era parzialmente circondato da un fossato e collegato alle carceri albertiane dalla cui definizione "delle carceri" prese il nome il vicino santuario mariano. Esso presenta otto torri ed ha insiti, come per il Castel del Monte, svariati aspetti simbolici, sia nella struttura che nel portale. Una volta completato, avrebbe dovuto essere utilizzato come importante guarnigione dell'impero, a testimonianza della presenza dell'imperatore sui possedimenti del nord. La sua costruzione venne però interrotta verso il 1250, a causa della morte prematura dell'imperatore, e la struttura incompiuta venne utilizzata in seguito per molti altri scopi. Nel corso del Trecento, sotto il dominio fiorentino, il castello fu collegato alla terza cerchia di mura tramite un corridoio coperto chiamato "Corridore del Cassero" (cioè: corridoio del castello) o più semplicemente Cassero. In questo modo le truppe fiorentine potevano entrare da fuori le mura tranquillamente in città usando un passaggio protetto. Durante il corso dei secoli alcune case vennero costruite dentro e intorno alla struttura. Negli anni trenta, sotto il governo fascista, tutte le abitazioni vennero demolite e il castello assunse l'aspetto odierno, che consiste praticamente nelle sole mura esterne. La contemporanea apertura di viale Piave comportò inoltre la demolizione di gran parte della struttura del Cassero, di cui restano due tronconi. Interessante inoltre, sul retro dello stesso castello, i resti dell'ospedale e della corrispondente chiesa di San Giovanni Gerosolimitano (o dei cavalieri di Malta), edificata extra moenia a metà del XII secolo e attualmente dismessa, ma che conserva ancora piccole e rare tracce antropomorfiche in cotto di epoca romanica. Nel 1944 il castello fu usato dai fascisti per rinchiudere le centinaia di pratesi arrestati per lo sciopero di marzo. Sempre nel 1944, tra il 6 e 7 settembre, dopo l'occupazione della città da parte dei partigiani, ci fu un rastrellamento per la città, dove vennero catturati fascisti e presunti tali, e una volta condotti al castello, vennero fucilati. L'evento è ricordato come l'eccidio del Castello dell'Imperatore. Dopo il restauro degli anni '70 il castello è stato aperto al pubblico ed è visitabile. È possibile salire attraverso le antiche scale a chiocciola all'interno delle torri angolari e accedere al camminamento di ronda per godere del panorama della città di Prato. Il castello è anche utilizzato dal comune come luogo di manifestazioni ed eventi culturali, quali spettacoli, concerti o il cosiddetto "Cinema sotto le stelle", ovvero luogo di proiezioni cinematografiche nel periodo estivo, a cura di Terminale Cinema - Casa Del Cinema di Prato. Nel 1980, le Poste Italiane dedicarono al Castello un francobollo da 400 lire, facente parte della raccolta nota come "Castelli d’Italia". Marco Bini, Cecilia Maria Roberta Luschi, Andrea Bacci, Il castello di Prato, Alinea, 2005, ISBN 9788881259489. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castello dell'Imperatore