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Stazione di Coriano-Cerasolo

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La stazione di Coriano-Cerasolo era situata lungo la linea ferroviaria a scartamento ridotto Rimini-San Marino, a servizio della frazione di Cerasolo, nel comune di Coriano, in provincia di Rimini.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Coriano-Cerasolo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Stazione di Coriano-Cerasolo
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47891
Emilia-Romagna, Italia
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Luoghi vicini

Cerasolo
Cerasolo

Cerasolo (Ceraṡùl o Ciraṡùl in romagnolo) è una frazione di 1 500 abitanti del comune di Coriano in provincia di Rimini. Al confine con San Marino si trova dal 1993 il Ponte di Confine. Si trova sul torrente Ausa ed è attraversata dalla SS 72, che collega Rimini con il confine di stato sammarinese. Citato per la prima volta come pieve in un documento del 1059 con cui il vescovo di Rimini, Uberto, concedeva ai conti Everardo e Marozia alcuni appezzamenti di terreno, tra i quali i fondi Paterno, Firmano e Falciano ubicati appunto "in plebe Sancti Iohannis qui vocatur in Cella Iovis", la pieve fu eretta probabilmente su un precedente tempio pagano dedicato a Giove . Nel 1292 Cerasolo è definito "castelari", termine che indicava fortificazioni non più esistenti, ma il 3 marzo 1321 vennero costruite di nuovo a causa delle scorribande delle truppe ghibelline. Fortilizio con il nome di Castrum Ceresolo, nel XIV secolo fu luogo delle battaglie tra i guelfi capeggiati da Pandolfo I Malatesta e i ghibellini guidati dai conti di Montefeltro. Nel 1371 nel censimento del legato pontificio Anglico de Grimoard figura ancora come "villa" che pagava un censo per 16 fuochi, poi nel 1380 venne ricostruito da Galeotto Malatesta e rimase un possesso dei Malatesta di Rimini fino al 1469. Dal 1463 si trova al confine con la Repubblica di San Marino, precisamente con le curazie di Rovereta, Falciano e Dogana, appartenenti al Castello di Serravalle in seguito alla Guerra sammarinese, insieme a Rimini furono l'unico castello rimasto a Sigismondo Pandolfo Malatesta nel 1463. Nel 1469 venne occupato dalle truppe del vescovo di Rimini Egidio da Carpi, poi nel 1504 venne occupato dai veneziani e il provveditore veneziano Malipiero descrisse Cerasolo con queste parole: Dopo l'occupazione napoleonica entrò a far parte della Legazione apostolica di Forlì e dal 1850 della Legazione delle Romagne. Il 5 febbraio 1860 venne annesso al Regno di Sardegna e il 17 marzo 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia di cui ne seguì la storia. Il 12 giugno 1932 venne aperta la Stazione di Coriano-Cerasolo della Ferrovia Rimini-San Marino che venne chiusa in seguito ai danneggiamanti dei bombardamenti alleati il 4 luglio 1944 e tuttora l'ex stazione è una abitazione privata. Il 17 settembre 1944 la frazione veniva liberata dalle truppe alleate provenienti da Ancona e Rimini. Ha avuto un notevole sviluppo dal Dopoguerra, che ha portato nella frazione diversi servizi. Il 14 gennaio 1994 la Banda della Uno bianca rapinò il Credito Romagnolo di Cerasolo tentando di uccidere Fiorenzo Torri e Luigino Vandi. Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista che contiene una Madonna con Bambino di autore anonimo del XVI secolo. Cimitero di guerra, con i caduti Gurkha della Battaglia di Monte Pulito (San Marino). È presente la scuola elementare "H.C. Andersen" che dispone anche di una biblioteca: la scuola primaria dipende dal Circolo Didattico di Coriano con l'asilo "Peter Pan". La principale squadra di calcio della città è l'A.C.D. Cerasolo 2002 che milita nel girone A riminese di 3ª Categoria. È nata nel 2002. I colori sociali sono: il verde ed il giallo. La squadra è stata sciolta nel 2019 in seguito a problemi finanziari. Ponte di Confine Ausa (torrente) Coriano Dogana (San Marino) Serravalle (San Marino) Patti di Fossombrone Comitato territoriale d'area di Cerasolo e Cerasolo Ausa, su cerasolo.com. Comitato Cerasolo, su cerasoloausa.net. URL consultato il 5 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012). Parrocchia di San Giovanni Battista Archiviato il 4 settembre 2013 in Internet Archive. sul sito della diocesi di Rimini Il cuore antico di Cerasolo, su chiamamicitta.net. URL consultato il 6 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2013). Storia di Cerasolo, su rimini-it.it. Informazioni su Cerasolo, su riviera.rimini.it.

Chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa
Chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa

La chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa, nota anche come chiesa del Crocefisso, è una chiesa sconsacrata sita a Rimini, piccola architettura superstite fra gli edifici religiosi del XIII secolo. Sembra che la chiesa sia stata voluta nel 1253 da Benno, iudex riminese. Grazie alla sua donazione, alla licenza concessa dal Vescovo Giacomo di Rimini e dal pontefice Innocenzo IV, venne fondato un piccolo monastero femminile damianita detto di Mirasole, trasferito solo pochi anni dopo nel centro storico della città. Il titolo di chiesa e di parrocchia di S. Andrea dell'Ausa viene assegnato al complesso nel 1952 dopo che l'originaria chiesa di S. Andrea, molto più antica e ubicata vicino all'attuale chiesa di San Gaudenzo, venne a trovarsi in condizione di rudere. Si ricorda inoltre che nel 1547 era stato collocato un grande crocefisso ligneo in una celletta esterna alla chiesa, da cui l'appellativo di Chiesa del Crocefisso. La chiesa e i suoi annessi furono pesantemente danneggiati in seguito al terremoto del 1786, Giuseppe Valadier nelle sue perizie ci fa sapere che la chiesa, dotata altari, necessita dell'inserimento di una "Chiave di ferro nel muro della facciata. Nel 1834 fu costruita un'ampia cappella a sinistra dell'entrata della chiesa per custodire un antico crocefisso ritrovato e donato dai fratelli Barbieri. Nel 1911 la facciata della chiesa venne ristrutturata trasformando le finestre in stile neogotico. Nel 1944 il complesso venne gravemente danneggiato durante i bombardamenti: la casa parrocchiale crollò così come la cappella del Crocefisso. Nel 1951 una perifizia tecnica ne dispose la chiusura al culto e la non agibilità della casa del parroco. In seguito al ripristino la struttura continuò la sua funzione di chiesa parrocchiale fino al 1957 quando la parrocchia trovò nuova sede nell'attuale via del crocefisso. Negli anni '70 venne acquistata da Giuseppe Ferri e Carla Catolfi e grazie al loro intervento venne riportato in vita l'edificio dopo lo stato di abbandono che in circa vent'anni aveva portato al crollo del tetto e al dissesto del pavimento. Dal 2019 è sede di un'azienda privata. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Andrea dell'Ausa

Vergiano
Vergiano

Vergiano è una frazione dell'entroterra riminese che conta circa 1.500 abitanti. Sita a 7.0 km dal centro storico di Rimini e 9.0 km dalla spiaggia, Vergiano si sviluppa principalmente ai lati della via Marecchiese con il "Borgo dei Ciliegi", il "Ghetto Randuzzi" ed il "Ghetto Montanari", mentre nella parte più interna si estende tra le vie Mirandola e Rodella, oltre che nella zona denominata "Gaiofana di Vergiano". Secondo lo storico Tonini, il nome Vergiano deriva dal terreno posseduto dalla Gente Virgilia, antica famiglia romana, che ebbe la sua sede proprio in queste zone. Probabilmente è una leggenda, tramandatasi nei secoli; pare che dopo avere subito la confisca dei terreni di Mantova, peregrinado verso il suo esilio romano, il Sommo Poeta Virgilio abbia soggiornato in una locanda di Vergiano che ha preso il nome di "Virgiliana". Fino a pochi anni fa quel locale, che era un circolo ricreativo e si è trasformato in "Ristorante Le Ruote" era chiamato Cooperativa "Virgigliana". Sulle colline del Riminese, più precisamente a Vergiano, sorge una villa che fu costruita a metà '800 per volontà del marchese Audiface Diotallevi, che approfittò della presenza in città dell'ingegnere ed architetto Luigi Poletti dello Stato Pontificio, e che fu incaricato della costruzione. Dalle fonti si evince che la Tomba di Vergiano era presente sin dal 1485; dotata di torre e di un cortile era circondata da un frutteto. Le tombe erano fattorie fortificate ed avevano funzione di controllo del territorio agricolo. Sorgevano spesso su di un'altura da cui dominare il paesaggio (per questo venivano chiamate anche tumulus), ma anche in pianura, talvolta circondate da aree acquitrinose. Nel medioevo assieme a palazzi e torri hanno costituito un passaggio significativo del popolamento delle campagne.

RDS Stadium
RDS Stadium

L'RDS Stadium, noto fino all'agosto 2017 come 105 Stadium, è un impianto sportivo polivalente situato a Rimini. La sua capienza ufficiale per le partite di pallacanestro è di 4 703 posti, ampliabili all'occorrenza fino a 5 001 posti in assetto sportivo e fino a 7 500 posti in assetto concerti in piedi. Facendo seguito a un iter iniziato nel settembre del 1998 con la prima delibera di approvazione del piano integrato, l'edificazione effettiva dell'impianto iniziò nell'aprile 2000. All'epoca il Basket Rimini militava in Serie A1 al Palasport Flaminio, ma la Lega Basket prevedeva di eliminare la concessione di deroghe alla norma che prevedeva una capienza minima di 5 000 posti per la massima serie. Durante la sua costruzione, il nuovo palasport era convenzionalmente denominato PalaMulazzani, nome derivante dalla ditta costruttrice Mulazzani Italino S.p.A.. Denominato 105 Stadium per motivi di sponsorizzazione sin dall'apertura, la sua inaugurazione è avvenuta il 14 dicembre 2002 in occasione del concerto di Biagio Antonacci. Per quanto riguarda la pallacanestro, il battesimo risale al 23 gennaio 2003 con un'amichevole tra i Crabs e la Montepaschi Siena, mentre il primo incontro ufficiale è stato disputato qualche giorno più tardi, ovvero il successivo 2 febbraio, con la vittoria in campionato dei Crabs su Scafati. Nel 2010 ha ospitato le final four di Coppa Italia di pallavolo femminile, vinte per la prima volta da Villa Cortese. Sempre nel 2010, l'amministrazione comunale ha affidato per 50 anni il controllo della struttura alla ditta costruttrice, appunto la Mulazzani Italino S.p.A., che si è affiancata a Stadium S.r.l.. Quattro anni dopo, tuttavia, a seguito del fallimento dell'azienda edile in questione, il Comune di Rimini ha emanato un provvedimento di risoluzione anticipata della convezione con la stessa Mulazzani Italino S.p.A.. Complice la discesa dei Crabs nel dilettantismo per ragioni economiche, la squadra ha lasciato la struttura all'inizio del campionato di Divisione Nazionale B 2011-2012 per tornare a giocare al meno dispersivo Palasport Flaminio. Nonostante l'addio dei Crabs, il 105 Stadium è rimasto frequentemente utilizzato dai concerti di importanti artisti nazionali ed internazionali, oltre che, saltuariamente, da alcuni eventi sportivi. Dal 12 al 14 agosto 2011, ad esempio, si è tenuto qui il Trofeo Tassoni, un torneo amichevole di pallacanestro fra le nazionali maschili di Italia, Grecia, Polonia e Bosnia ed Erzegovina, impegnate nella preparazione agli Europei 2011. Il 22 settembre 2012 ha ospitato la finale di Supercoppa italiana di basket tra la Montepaschi Siena e la Pallacanestro Cantù, terminata 73-80 in favore dei brianzoli. Nel febbraio 2013, la nazionale femminile italiana di tennis ha eliminato quella degli Stati Uniti (privi delle sorelle Williams) dai quarti di finale della Fed Cup 2013. Nell'agosto del 2017 l'impianto ha cambiato denominazione passando da 105 Stadium a RDS Stadium, assumendo di fatto la sponsorizzazione di un'emittente radiofonica concorrente. Nell'aprile 2021 l'RDS Stadium ha ospitato le final eight della Coppa Italia 2020-2021 di calcio a 5. Nel febbraio 2023 l'arena è stata invece sede della final eight della Coppa Italia maschile e femminile di pallamano. Nell'aprile 2022 è stato reso noto che l'RDS Stadium sarebbe diventato il primo centro federale italiano della danza sportiva attraverso la creazione di due diverse aree: un'arena "on the floor" dedicata alle danze di coppia e un'altra "on stage" per le discipline artistiche, a fronte di una riqualificazione da 4 milioni di euro provenienti dal PNRR. Il concerto del duo composto da Antonello Venditti e Francesco De Gregori, svoltosi il 15 dicembre 2023, è stato l'ultimo qui organizzato sotto la gestione ventennale da parte della società Stadium S.r.l., durante la quale si è organizzato un totale di 1 400 eventi di vario tipo. I già menzionati lavori per trasformare l'impianto nella nuova casa nazionale della danza, con inizio programmato per l'8 gennaio 2024, comporteranno l'impossibilità di realizzare concerti per circa due anni. Sito ufficiale, su stadiumrimini.net.