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Stazione meteorologica di Milano Brera

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La stazione meteorologica di Milano Brera è la stazione meteorologica di riferimento relativa all'area urbana della città di Milano. La stazione meteorologica, da sempre di tipo urbano, si trova nell'Italia nord-occidentale, in Lombardia, nel comune di Milano presso lo storico Palazzo Brera, a 122 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 45°28′19″N 9°11′20″E45°28′19″N, 9°11′20″E. Essendo attiva fin dal 1763 possiede una delle più lunghe serie storiche termo-pluviometriche italiane. Da sempre ubicata presso lo storico Palazzo Brera nel corso degli anni ha subito vari piccoli spostamenti e riposizionamenti, pur rimanendo sempre ubicata nel medesimo complesso architettonico, come di seguito elencato: Fra il 1763 e il 1834 era ubicata presso l'ala occidentale del palazzo a 131 metri s.l.m. Fra il 1835 e il 1963 venne alloggiata presso la vecchia finestra nell'angolo nord-occidentale del complesso architettonico a 145 metri s.l.m. Mentre si trovava in questa ubicazione furono prima introdotti i termometri a scala centigrada (1860) e poi la capannina lignea (1920). Tra il 1964 e il 1968 il sensore termometrico fu temporaneamente collocato presso il giardino botanico che si estende di fronte alla facciata meridionale a 121 metri s.l.m. Tra il 1968 e il 1987 fu ricollocata presso la precedente ubicazione a 145 metri s.l.m. Tra il 1987 e il 1993, in seguito al trasferimento dell'osservatorio meteorologico precedentemente costituito e del personale presso la nuova sede di Piazza del Duomo, le osservazioni furono portate avanti dal personale dell'osservatorio astronomico di Brera con la strumentazione ubicata presso il lato orientale della base della cupola a 143 metri s.l.m. Dal 1993 è stata infine posizionata in prossimità della precedente area di ubicazione sul lato nord-occidentale del complesso architettonico a 148 metri s.l.m. Dal 19 marzo 1990 la stazione meccanica è affiancata da una centralina automatica gestita dall'ARPA Lombardia che, successivamente, ha definitivamente rimpiazzato la vecchia stazione meccanica, dismessa alla fine del 2000, permettendo la continuità delle osservazioni presso la storica ubicazione di Palazzo Brera. In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +3,1 °C mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +24,6 °C; valori inferiori si registrano nelle campagne circostanti dove l'effetto "isola di calore" è assente. Le precipitazioni medie annue sono di 895 mm, mediamente distribuite in 81 giorni, con picco autunnale, massimi secondari primaverile ed estivo e minimo invernale. In base alla media secolare (1900-2000), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +2,6 °C mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +24,7 °C; valori inferiori si registrano nelle campagne circostanti dove l'effetto "isola di calore" è assente. Le precipitazioni medie annue sono di 983 mm, mediamente distribuite in 105 giorni, con picco autunnale, massimi secondari primaverile ed estivo e minimo invernale. Gli estremi termici assoluti registrati dal 1763 sono ad oggi i +38,3 °C dell'11 agosto 2003 e del 24 agosto 2023 e i -17,3 °C del 23 gennaio 1855. Milano Clima italiano Stazione meteorologica Stazione meteorologica di Milano Linate Dati in tempo reale dalla centralina di Milano Brera, su ita.arpalombardia.it. URL consultato il 26 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione meteorologica di Milano Brera (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione meteorologica di Milano Brera
Via Brera, Milano Municipio 1

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N 45.472 ° E 9.189 °
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Palazzo di Brera

Via Brera
20121 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria in Brera
Chiesa di Santa Maria in Brera

La chiesa di Santa Maria in Brera era una chiesa di Milano, parzialmente demolita e stravolta fra il 1808 e il 1809 per ricavare nuove stanze della Pinacoteca, venendo di fatto inglobata nel palazzo di Brera. La chiesa di Santa Maria in Brera faceva parte del convento degli Umiliati, citata per la prima volta nella bolla con cui papa Innocenzo III nel 1201 approvava la regola del movimento. Nel 1346 venne chiamato Giovanni di Balduccio da Pisa per il rifacimento della facciata. Nel 1485 è realizzata qui la Madonna del tappeto, di Vincenzo Foppa. Nel periodo della Controriforma subentrano agli Umiliati i Gesuiti; nel 1572, anno di realizzazione del palazzo di Brera, venne ristrutturata dal Richini. La chiesa venne sconsacrata nel 1806. Nel 1808 si decise di tramezzare la chiesa, così da poter ricavare nuove sale - i cosiddetti Saloni Napoleonici - per ospitare la Pinacoteca di Brera, che stava prendendo forma proprio in quegli anni. I lavori, affidati all'architetto Pietro Gilardoni si protrassero fino all'anno successivo: il 15 agosto 1809 - in onore del compimento del quarantesimo anno di vita di Napoleone - vennero inaugurate le tre nuove sale, dominate dal grande gesso di Napoleone come Marte pacificatore, realizzato da Antonio Canova, mentre al piano terra trovava sede il nascente Museo archeologico. L'evento fu solo temporaneo; l'effettiva apertura della galleria delle statue e delle pitture avrebbe avuto luogo soltanto il 20 aprile 1810. Dopo la demolizione i bassorilievi e le sculture della facciata e frammenti del portale della chiesa di Santa Maria in Brera vengono trasferiti al Museo d'arte antica del Castello Sforzesco di Milano (dove ancora oggi sono visibili). Altre vennero reimpiegate dal Canonica per la realizzazione della facciata della cascina San Fedele, al parco di Monza. Altri frammenti si trovano nella villa Antona-Traversi di Desio. Le opere pittoriche (tele ed affreschi poi staccati) che ornavano l'interno della chiesa, di Bernardino Luini, Bernardino Zenale, Bartolomeo Suardi detto il Bramantino e Vincenzo Foppa, sono oggi conservati nella Pinacoteca di Brera e nel Museo della scienza e della tecnologia di Milano. Altre parti di affresco attribuite a Giusto dei Menabuoi, frammenti di vele, basamenti di colonne, capitelli e decorazioni murali sono ancora visibili negli spazi (esterni ed interni) adibiti alle aule di scenografia dall'attuale Dipartimento di progettazione e arti applicate dell'Accademia. Ad oggi, per quanto sia stata del tutto inglobata all'interno del palazzo di Brera, si possono ancora individuare le strutture originarie della chiesa: sono ancora visibili alcune campate di fondo, parte del presbiterio e la base del campanile. Lo spazio antistante la chiesa è conosciuto come "piazzetta di Brera", ed è dominato dalla statua di Francesco Hayez, realizzata nel 1890 da Francesco Barzaghi. Nei vecchi ambienti della chiesa è oggi ospitata l'aula di scenografia dell'Accademia di Brera. L'unica raffigurazione finora nota che raffigura la vecchia chiesa è un'incisione settecentesca di Giorgio Giulini. La chiesa si sviluppava su una pianta rettangolare, priva di transetto e terminante in tre vani absidali quadrati; gli interni erano suddivisi in tre navate, intervallate da eleganti colonne in serizzo, con basi modulate ad anelli e capitelli ascrivibili per il repertorio figurativo a decorazioni zoomorfe alla scultura lombarda del tardo Duecento. Le navate laterali contavano undici campate ciascuna; al di sopra dell'ultima campata orientale si innalzava la torre campanaria. Gli elementi strutturali e decorativi presentano una notevole affinità con San Pietro a Viboldone, appartenente anch'essa all'ordine degli Umiliati. La facciata della chiesa, particolarmente ricca e composita, risalirebbe secondo l'iscrizione posta al tempo sull'architrave del portale, al 1347 e sarebbe attribuibile a Giovanni di Balduccio da Pisa. Presentava un profilo a capanna e si caratterizzava per il grande portale a tutto sesto con profonde strombature, realizzato in marmo chiaro, coronato da un'alta ghimberga con un piccolo rosone cieco e una piccola edicola finale. La chiesa appariva fortemente slanciata verso l'alto, oltre che per il particolare portale, anche per la rapida successione dei quattro sottili contrafforti, che caratterizzavano gli interni. La facciata, interamente rivestita in lastre marmoree a bande orizzontali, si alternava con tonalità bianche e grigie, di cui è rimasto un frammento nell'esterno sud-ovest del Palazzo di Brera. Le aperture erano organizzate in tre ordini orizzontali: bifore in quello inferiore e centrale, trifore in quello superiore. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano Palazzo di Brera Cascina San Fedele Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria in Brera LombardiaBeniCulturali - Chiesa di Santa Maria in Brera, Milano, su lombardiabeniculturali.it.

Archivio storico Ricordi
Archivio storico Ricordi

L'Archivio Storico Ricordi raccoglie i documenti dell'editore musicale Ricordi dalla fondazione nel 1808 fino al 1994 e costituisce una delle più importanti raccolte musicali private del mondo. Nel 1994 l'Archivio è acquisito dal gruppo dei media Bertelsmann che da allora ne garantisce la conservazione e lo sviluppo culturale. Dal 2003 è ospitato all'interno della Biblioteca Nazionale Braidense nel Palazzo di Brera a Milano. L'Archivio conserva le partiture autografe di 23 delle 28 opere di Giuseppe Verdi, di tutte le opere di Giacomo Puccini (con la sola eccezione de La rondine), nonché di opere di Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti, fino ai contemporanei come Luigi Nono, Salvatore Sciarrino e Sylvano Bussotti. L'Archivio custodisce inoltre un ricco patrimonio iconografico legato alle prime rappresentazioni operistiche, composto da bozzetti scenici, figurini dei costumi, schizzi e piante sceniche, il fondo fotografico e quello epistolare oltre a una documentazione aziendale che permette di ricostruire la genesi dei grandi capolavori operistici. La sezione iconografica dell'Archivio dà la possibilità di conoscere un patrimonio che non è solo legato all'attività strettamente musicale, ma si estende a quello pittorico, scenografico, e delle arti minori (come ad esempio la storia del costume, i gioielli, i diversi manufatti), aziendale (ricostruendo i rapporti che intercorrevano fra editore e artista, fosse musicista, poeta o grafico), e al mondo del teatro (dall'impresario ai cantanti ai direttori d'orchestra). La collezione permette di ripercorrere la vita umana e professionale dei compositori, partendo dalle loro primissime opere, ad esempio Oberto, Conte di San Bonifacio di Giuseppe Verdi e Le Villi di Giacomo Puccini, fino ad arrivare ai loro ultimi capolavori, come il verdiano Falstaff e l'incompiuta Turandot di Puccini.

Biblioteca europea di informazione e cultura

La Biblioteca europea di informazione e cultura - più conosciuta come Biblioteca europea di Milano, o BEIC - è una biblioteca digitale multimediale. Il progetto per la realizzazione di una nuova grande biblioteca moderna per la città di Milano - sul modello di quelle istituite a cavallo del II millennio a Parigi, Monaco di Baviera, San Francisco e altrove - nasce alla fine degli anni novanta del XX secolo per iniziativa dell'associazione "Milano Biblioteca del 2000". Con lo stanziamento di Fondazione Cariplo e altre istituzioni viene redatto lo studio di fattibilità, relativo alla configurazione architettonica e a quella biblioteconomica. Nel 1999 il progetto rientra nell'ambito di un accordo di programma tra il Ministero dei beni culturali, il Comune di Milano, la Regione Lombardia, l'Università degli Studi e il Politecnico di Milano. Il progetto prevede la creazione di «una grande biblioteca pubblica, capace di soddisfare i bisogni di informazione, divulgazione e cultura interdisciplinare di un'area metropolitana di oltre 7 milioni di cittadini, e che si proponga anche come luogo d'incontro e di socializzazione». La Fondazione BEIC - partecipata dal Ministero dei Beni culturali, dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia, dal Politecnico e dall'Università degli Studi di Milano - ha preso avvio nel 2004 con la messa punto del progetto architettonico e dando vita ad una grande nuova biblioteca digitale. La Fondazione è stata presieduta da Antonio Padoa-Schioppa, promotore del Progetto BEIC, dal 2003 al 2017; dal marzo 2017 è presieduta da Francesco Paolo Tronca, già prefetto di Milano e commissario del Comune di Roma; vicepresidente il prof. Padoa-Schioppa. Nel progetto la sede della nuova biblioteca è situata nell'area dell'ex stazione ferroviaria di Porta Vittoria, messa a disposizione dal Comune di Milano che la ha inserita nel proprio Piano regolatore (2001 e 2007). Lo studio Bolles+Wilson, vincitore del concorso internazionale di progettazione bandito dal Comune di Milano, ha predisposto il progetto architettonico definitivo e il progetto esecutivo validato dal Politecnico di Milano e approvato dal Consiglio dei lavori Pubblici nel marzo del 2009. La previsione di spesa per i lavori, gli arredi e gli oneri per la sicurezza ammontava a 152 milioni di euro. Le caratteristiche del piano architettonico e della biblioteca digitale della BEIC sono state descritte nel volume La Biblioteca Europea di Milano, edito da Skira nel 2014. In attesa dei finanziamenti richiesti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il progetto ha subito una battuta d'arresto. Nel 2012 si è formulata un'ipotesi alternativa, tale da poter eventualmente ridurre le superfici e conseguentemente i costi di costruzione. Il 30 dicembre 2021 è stata sottoscritta una convenzione per regolare i rapporti tra Ministero della Cultura, Comune di Milano e Fondazione BEIC in ordine all'attuazione dell'«intervento Biblioteca Europea di Informazione e Cultura - BEIC» all'interno del PNRR. Nel marzo 2022 è stato indetto un nuovo concorso, del quale a luglio è stato proclamato vincitore Onsitestudio: prevede la costruzione e ultimazione della "Nuova BEIC" per il 2026. La Fondazione Beic ha acquisito e catalogato la biblioteca e l'archivio di Giuseppe Pontiggia nonché l'Archivio fotografico Paolo Monti, depositato presso il Civico archivio fotografico del Castello Sforzesco di Milano. La biblioteca digitale (BeicDL) è stata inaugurata il 30 novembre 2012 e comprende, a dicembre 2016, 32.232 documenti digitali, 90.756 registrazioni bibliografiche, 4.200 autori, 912 siti web. Il patrimonio digitale accessibile è articolato in venti collezioni ed è consultabile dal catalogo in linea. Tra le collezioni figurano: incunaboli in lingua italiana, classici del diritto in manoscritti ed edizioni antiche, atti di Accademie, Biblioteca idraulica, biblioteca musicale, classici della pittura. BeicDL comprende inoltre una serie di mostre virtuali e una sezione di progetti didattici online. Le consultazioni di risorse di BeicDL sono circa 100.000 mensili (dati dicembre 2016). La Biblioteca europea di informazione e cultura è membro del Consortium of European Research Libraries e di Europeana. A seguito della legge sul deposito legale n. 106 del 15 aprile 2004 e del successivo regolamento, la Regione Lombardia ha affidato la gestione dell'Archivio della produzione editoriale lombarda alla Fondazione BEIC, con il sostegno della Biblioteca nazionale braidense. Nel sito della Biblioteca BEIC un OPAC specifico consente la consultazione di tale archivio. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Biblioteca Europea di Informazione e Cultura Sito ufficiale, su beic.it. Biblioteca europea di informazione e cultura, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico. Biblioteca europea di informazione e cultura, su Sistema archivistico nazionale, Istituto centrale per gli archivi.

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (Milano)
Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (Milano)

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore è una scultura in bronzo di Antonio Canova (copia dell'originale in marmo) posta al centro del cortile d'onore del palazzo di Brera a Milano. Nella primavera del 1807 il ministro Charles-Jean-Marie Alquier, ambasciatore di Francia a Roma, per disposizione del principe Eugenio di Beauharnais, viceré del Regno d'Italia nonché figliastro di Napoleone, commissionò ad Antonio Canova, per la cifra di cinquemila luigi francesi, una copia esatta in bronzo della statua marmorea di Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore. Il grande gesso preparatorio ora conservato nella sala XIV della Pinacoteca di Brera è uno dei cinque che furono commissionati dal Canova in preparazione alla fusione a cera persa del monumento a Napoleone. Realizzata come le altre quattro da Vincenzo Malpieri nel 1808, questa copia era stata destinata alla biblioteca dell'Università di Padova, per l'amico del Canova Daniele Francesconi. Le casse che contenevano il grande gesso, alto più di 3 metri e pesante quasi due tonnellate, rimasero però per lungo tempo presso gli uffici della dogana di Padova vista l'impossibilità del Francesconi di accollarsi il costo di 330 scudi dello sdoganamento dell'opera. Dopo trattative del Governo del Regno d'Italia il gesso venne acquistato in pessime condizioni per essere destinato all'Accademia Reale di Belle Arti. Rimossa dai saloni napoleonici già nel 1814, l'opera venne conservata negli scantinati dell'Accademia e poi nell'aula VI. Ritirato nel 2008 fu restaurato e collocato nella sala XIV della pinacoteca nel maggio 2009. Il bronzo necessario alla realizzazione della statua venne ottenuto fondendo alcuni cannoni di Castel Sant'Angelo, mentre per l'esecuzione furono incaricati Francesco e Luigi Righetti, fonditori romani. La perfetta fusione riuscì solamente al secondo tentativo a causa della difficoltà dell'operazione. Nel maggio 1812 lo stesso Viceré ordinò che la statua fosse innalzata a Milano in conveniente luogo per cui il Ministro dell'interno Luigi Vaccari (in carica dal 1809 al 1814) invitò il senatore Luigi Castiglioni, allora presidente dell’Accademia di belle arti, a proporre il luogo e un disegno del piedestallo. Quando l'opera giunse a Milano venne posta in un angolo del portico del palazzo delle scienze: i membri dell’accademia di Brera suggerirono di innalzare il monumento in piazza del Duomo o nell'attuale piazza Fontana nel nicchione dell'antica piazza de’ Tribunali, dove precedentemente si trovava la statua di Filippo II. Per via della divergenza di opinioni sul dove porre il monumento il viceré dispose che fosse provvisoriamente collocato nel secondo cortile del palazzo del Senato ma, ritardato l’adempimento di quest’ordine, il cavalier architetto Giuseppe Zanoia, allora presidente dell’Accademia, ottenne nel giugno 1813 che fosse temporaneamente deposto nella sala delle antichità. Caduto Napoleone la statua venne immagazzinata nei sotterranei dell’Accademia dove rimase finché, il 3 marzo 1857, l’Imperatore d’Austria, durante un suo soggiorno a Milano, ordinò che «per quella statua venisse sùbito eretto un conveniente piedestallo, a spese dello Stato, e che sovr’esso la si collocasse poi ne’ pubblici giardini di questa capitale». L'ordine, non eseguito, fu uno degli ultimi impartiti a Milano dall'Imperatore austriaco. Il monumento, grazie alla visita di Napoleone III a Milano, venne posto al centro del cortile d'onore del palazzo di Brera, sua collocazione attuale, il giorno 14 agosto 1859 con una grande manifestazione inaugurale e un discorso di Giulio Carcano. Una nuova inaugurazione fu fatta l'8 novembre 1864 per il posizionamento definitivo sul piedistallo disegnato da Luigi Bisi. Nel 1980 la Vittoria Alata venne sostituita in seguito al furto dell'originale avvenuto nel 1978. Nel 2014 il monumentale bronzo è stato sottoposto ad un meticoloso intervento di restauro volto a frenare l'azione degli agenti atmosferici e le conseguenti alterazioni chimico-fisiche del materiale. Giulio Carcano, Per l'inaugurazione della statua colossale di Napoleone I., opera di Canova, in Milano, il giorno XIV Agosto MDCCCLIX, Milano, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola, 1859. Palazzo di Brera Neoclassicismo a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore

Monumento a Pietro Verri
Monumento a Pietro Verri

Il monumento a Pietro Verri è un'opera scultorea realizzata da Innocenzo Fraccaroli (1805-1882) posta nel cortile d'onore del palazzo di Brera a Milano. L'idea di dedicare una statua a Pietro Verri, celebre filosofo, economista e storico milanese, venne nel 1843 in contemporanea a quella per il monumento a Bonaventura Cavalieri che doveva essere realizzato in occasione della sesta riunione degli scienziati italiani che si sarebbe tenuta a Milano proprio nel palazzo di Brera, sede dell'Istituto Lombardo di scienze, lettere e arti. Le due statue avrebbero occupato così posizioni contrapposte nel cortile. La sottoscrizione venne aperta dal 2 luglio 1843 e fu incaricato della realizzazione Innocenzo Fraccaroli. Il monumento fu inaugurato il 12 settembre 1844 (giorno successivo all'inaugurazione del monumento a Bonaventura Cavalieri). In occasione dell'inaugurazione venne anche coniata una medaglia con effigie di Pietro Verri. Dritto: CONTE PIETRO VERRI MILANESE Busto a sinistra.Esergo: F. PUTINATI Rovescio: Nel campo in dodici righe sormontate da corona di alloro: FILOSOFO ISTORIOGRAFO | CERCÒ E SCRISSE IL VERO GIOVEVOLE A TUTTI | MAGISTRATO DI RETTITUDINE E DI ZELO | CON SAPIENZA OPEROSA E CONSIGLIO MAGNANIMO | PROSPERÒ LA PATRIA E LO STATO | ITALIANI E STRANIERI | ALL'UOMO BENEMERENTE DEGLI UOMINI | ERESSERO IN MILANO PUBBLICA STATUA | L'ANNO MDCCCXLIV | PRESENTE PLAUDENTE | IL VI CONGRESSO SCIENTIFICO | DELL'ITALIA Venne inoltre realizzata un'edizione speciale delle Opere filosofiche ed economiche di Pietro Verri con inserite le riproduzioni del monumento e della medaglia. Palazzo di Brera Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su monumento a Pietro Verri

Palazzo Landriani (Milano)
Palazzo Landriani (Milano)

Palazzo Landriani è un palazzo storico di Milano, situato in via Borgonuovo n. 25. Il palazzo è attualmente sede dell'Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Il palazzo, di origine precedente al XVI secolo, fu costruito dalla famiglia Bossi, che lo vendette alla famiglia dei Landriani: nella prima metà del Cinquecento un incendio distrusse quasi completamente il palazzo, che venne riedificato su progetto di Cesare Cesariano, a cui è stato possibile attribuire l'opera solo grazie all'analisi di alcuni suoi progetti. Il palazzo fu rimaneggiato nel XVII secolo quando il palazzo passò in proprietà degli Imbonati, è tuttavia ben visibile e conservato, sulla parte sinistra della facciata, il prospetto originale cinquecentesco. Come appena specificato, il fronte si divide in due parti: sulla sinistra si trova la parte cinquecentesca originale della facciata scandita al pian terreno da lesene di ordine dorico mentre al piano superiore sono presenti finestre con decorazione in cotto e timpani triangolari. La parte secentesca si presenta più sobria, con il balcone in ferro battuto come unico elemento decorativo di spicco. All'interno è presente un porticato di gusto bramantesco con colonne di ordine corinzio: su una delle pareti del porticato erano un tempo presenti degli affreschi di Bernardino Luini, staccati e oggi conservati alla Pinacoteca di Brera. Tra gli elementi interni degni di nota si possono citare gli affreschi attribuiti a Cesare Cesariano nella Sala del Centenario raffiguranti segni zodiacali. Ville e palazzi di Milano Palazzo Landriani, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Palazzo di Brera
Palazzo di Brera

Il palazzo di Brera è un edificio storico di Milano situato in via Brera n. 28. Il palazzo, costruito nel XVII secolo per ospitare il collegio della compagnia di Gesù, ospita oggi vari istituzioni, tra le quali la pinacoteca di Brera, la Biblioteca Nazionale Braidense e l'accademia di belle arti. Il termine brera deriva dal longobardo braida e rimase nel latino medievale per indicare un "campo o un terreno in prossimità dell'abitato" o come "terra chiusa". In alcuni dialetti lombardi il termine breda indicava un possedimento costituito da più campi con una casa colonica. Nel 1173 la zona era indicata come borgo nella brera del Guercio. In un atto del 7 novembre 1178 è indicato che un terreno di 12 pertiche e otto tavole, posto nella braida detta del Guercio di Baggio (braida que fuit de Guertio de Badagio), venne acquistato per alcuni religiosi che intendevano viverci. Nel 1198 Suzo, "prelato della congregazione dei frati della braida del fu Guercio da Baggio", acquistò altri terreni confinanti. Questi frati erano Umiliati, ordine religioso riconosciuto ufficialmente da papa Innocenzo III solo nel 1201; dediti principalmente alla lavorazione della lana, divennero una potente associazioni religiosa ed economica del tardo Medioevo milanese. Il monastero di Brera costituiva la casa madre dell'ordine ed era affiancato dalla chiesa di Santa Maria in Brera. L'ordine religioso fu abolito nel 1571 con bolla pontificia di papa Pio V e il convento di Brera fu ceduto ai Gesuiti per la realizzazione di un'istituzione a scopo d'istruzione. Si impose la necessità di costruire un nuovo e più ampio edificio. I primi progetti furono realizzati da Martino Bassi e prevedevano soluzioni diverse: un cortile quadrato o rettangolare oppure tre diversi cortili. I lavori iniziarono nel 1591, ma la morte di Bassi nello stesso anno, rallentò molto la realizzazione. Nel 1615 Francesco Maria Richini, importante architetto dell'epoca in Lombardia, fu incaricato della direzione dei lavori e presentò nuovi progetti. Anche a causa della pestilenza però, il progetto venne approvato solo nel 1651. Alla morte del Richini, la direzione dei lavori passò al figlio Giandomenico e successivamente fu assegnata a Gerolamo Quadrio e a Pietro Giorgio Rossone, che mantennero il progetto del Richini. Già nel 1760 all'interno del collegio era attivo un osservatorio e attorno al 1764-1765 fu realizzata la specola astronomica che fu potenziata negli anni successivi e fu diretta da importanti astronomi dell'epoca come Ruggero Giuseppe Boscovich. Soppressa la Compagnia di Gesù nel 1773, l'edificio era ancora incompiuto e privo della facciata. Il governo austriaco affidò il completamento a Giuseppe Piermarini che lo portò a termine tra il 1778 e il 1795. Divenuto Reale Palazzo, Maria Teresa d'Austria lo adibì a sede delle Scuole Palatine (un appartamento del Palazzo fu peraltro abitato, fino alla sua morte, da Giuseppe Parini, che a partire dal 1769 tenne la cattedra di Belle Lettere) e, oltre alle già esistente scuole aperte dai Gesuiti, vi trovarono sede nuove istituzioni. La biblioteca di Brera venne fondata grazie all'unione delle biblioteche di Brera e di San Fedele, lasciate dai Gesuiti. Si aggiunsero varie donazioni di biblioteche private come quelle di Carlo Pertusati e di Albrecht von Haller. L'orto, già dei Gesuiti, dal 1774 fu trasformato in orto botanico, diretto dal padre vallombrosano Fulgenzio Witman e destinato agli studenti di botanica officinale a Brera. Nel 1817 venne affidato al collegio di Sant'Alessandro. Nel 1863 passò all'Istituto tecnico superiore di Milano e ne fu direttore Théodore Caruel. L'Accademia di belle arti venne fondata nel 1776, dotandola di un contributo annuo di 10.000 lire provenienti dai soppressi beni ecclesiastici. Nel 1786 venne realizzato un orologio pubblico che doveva servire di riferimento agli altri orologi milanesi. All'inizio dell'Ottocento si aggiunsero nuove istituzioni. L'Istituto nazionale, fondato nel 1802 a Bologna, venne trasferito a Milano nel 1810 nel palazzo di Brera con il nome di Istituto di scienze, lettere ed arti. Nel 1838 venne suddiviso in Imperial Regio Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti e Istituto veneto. In concomitanza con le spoliazioni napoleoniche dei beni artistici italiani, parte dei dipinti sottratti alle chiese vennero fatti confluire nei centri principali per la creazione di pinacoteche a scopo didattico. A Milano nel primo decennio dell'Ottocento iniziò la creazione delle gallerie come parte dell'Accademia di belle arti; solo dal 1882 la pinacoteca di Brera si separò come istituzione autonoma ed ebbe come primo direttore Giuseppe Bertini. Dal 2013 la Società storica lombarda ha sede presso la Biblioteca Nazionale Braidense. L'edificio attuale rispetta il progetto del Richini con un esterno in mattoni di colore rosso scuro con rinforzi agli angoli. Presenta regolari paraste a bugnato e cornici sporgenti marcapiano. Le finestre hanno frontoni in pietra. Il palazzo si apre sul cortile d'onore circondato da un elegante porticato su due piani: gli archi al piano terreno sono alla serliana con colonne di ordine dorico, al primo piano gli archi alla serliana si ripetono ma con colonne di ordine jonico, mentre al centro è situato il Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, copia in bronzo di un marmo di Antonio Canova. Durante la prima guerra mondiale le sale del palazzo di Brera furono chiuse. Dopo la sconfitta di Caporetto, i quadri della pinacoteca furono temporaneamente trasferiti a Roma. Con l'inizio della seconda guerra mondiale i quadri furono immediatamente trasferiti. Il palazzo fu colpito dai bombardamenti tra 7 e 8 agosto 1943. Dopo il conflitto fu però rapidamente ricostruito e le sale riaprirono nel 1950. G. Tiraboschi, Vetera humiliatorum monumenta, vol. 2, Milano, 1767. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo di Brera Palazzo di Brera, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.