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Chiesa della Santissima Trinità a Viaccia

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Santissima Trinita' a Viaccia 1
Santissima Trinita' a Viaccia 1

La chiesa della Santissima Trinità a Viaccia si trova nel comune di Prato. Il complesso di chiesa, canonica e opere parrocchiali (completato nel 2004 dall'impresa di costruzioni Co.e.g. di Ivan Galotta s.n.c. su progetto di Teo Giorgi e Dania Brogi) è ricollegato da uno spazio aperto porticato. L'aula liturgica ha pianta quadrangolare e copertura a doppia falda con colmo inclinato. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Santissima Trinità a Viaccia Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa della Santissima Trinità a Viaccia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa della Santissima Trinità a Viaccia
Via Aspromonte, Prato Viaccia

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Chiesa della Santissima Trinità a Viaccia

Via Aspromonte 24
59013 Prato, Viaccia
Toscana, Italia
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Santissima Trinita' a Viaccia 1
Santissima Trinita' a Viaccia 1
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Luoghi vicini

Galciana
Galciana

Galciana è una frazione del comune di Prato in Toscana, attraversata dal Fosso di Iolo, situata nella zona occidentale della provincia di Prato. Le prime notizie del centro abitato risalgono al VI o VII secolo quando si insediarono i longobardi e iniziò la coltivazione del riso nella zona forse prima paludosa. La prima fonte scritta sull'esistenza di Galciana risale al 1040. Secondo alcuni cenni storici sembra che la frazione sia la più antica della provincia di Prato. Il quartiere si è successivamente sviluppato intorno alla chiesa di San Pietro. Insieme a tutto il territorio pratese, Galciana conosce un periodo di notevole sviluppo demografico tra il Trecento e il Cinquecento, grazie alla favorevole collocazione del territorio vicino ai maggiori crocevia del tempo. Il territorio di Galciana è circondato da alcuni piccoli riferimenti toponomastici che hanno una propria storia, identità e riconoscibilità: Borgo Organo, Case Landini, il Paradisino, le Lame, i Trebbi, Valdingole e il Fondaccio. La chiesa di San Pietro a Galciana risale al XII secolo, ed è stata oggetto di restauro ottocentesco. Conserva all'interno dell'abside affreschi del tardo Trecento, opera di Antonio Vite (un redentore benedicente, luminosa figura giovanile, e gli Apostoli), e un ciborio quattrocentesco a tempietto di ambito michelozziano. Tra il 1956 e il 1965, alla vecchia chiesa, è stata affiancata l'attuale chiesa parrocchiale, realizzata da Ivo Lambertini con la collaborazione di Primo Saccardi, caratterizzata dalle numerose vetrate di Tito Amodei e dagli spazi liturgici curati dallo scultore pistoiese Iorio Vivarelli nel 1965-66, con un drammatico crocifisso e un originale ciborio. La costruzione della villa risale agli inizi del 1600. Nel XIX secolo fu acquistata dallo scrittore e filologo italiano Cesare Guasti. La Colombaia, composta da un corpo allungato e una robusta torre, è stata edificata in epoca medievale. La torre ha una muratura in mattoni e ciottoli di fiume. Il corpo allungato aggiunto, presenta una loggia al primo piano adesso murata. Non è chiara la proprietà originaria della villa. Si ipotizza che fosse della famiglia di Matteo degli Organi, detto Matteo da Prato, celebre organaio pratese del '400. Quest'edificio è oggetto di una leggenda diffusa a Galciana, che narra di una festa interrotta dalla visita del diavolo in persona. È una villa ottocentesca che in passato è stata oggetto di avvenimenti particolari: nel 1917 il padre di famiglia, nonché proprietario della villa, Baroncello Baroncelli uccise i suoi figli. Negli anni successivi, Ferruccio Baroncelli, un discendente, raccontava di aver trovato delle monete di epoca romana nei campi di sua proprietà. Casa Fondaccio è un'antica dimora di origine contadina, edificata in via del Fondaccio intorno al 1820 all'interno della vecchia Tenuta del Fondaccio. Nel corso dei secoli la Tenuta si è ridotta lentamente fino a quasi scomparire ed essere inglobata nell'attuale zona residenziale della parte vecchia della frazione. L'antica dimora ha subito nel tempo diverse ristrutturazioni, in particolar modo dopo la seconda guerra mondiale, quando fu aggiunto il secondo piano mansardato. A tutt'oggi Casa Fondaccio appartiene ai discendenti della famiglia che la fece edificare, nel XIX secolo, a presidio della Tenuta. Il ponticino pedonale Il ponticino pedonale più noto come "ponticino di Galciana" venne costruito sul fosso di Iolo, alla fine del 1800 per collegare a piedi le due sponde del quartiere, ovvero via sulla Vella e via Valdingole e Fossetto. Distrutto durante la seconda guerra mondiale in seguito a un bombardamento, venne ricostruito negli anni ‘50. Dichiarato inagibile nel 2011, è stato oggetto di una raccolta di firme che ha portato a una ristrutturazione e alla successiva riapertura nel 2019. Nel 1977 Galciana fu il set di alcune scene di Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci. Nella pellicola sono riconoscibili le vie storiche della frazione ed il circolo "Renzo degli Innocenti". Nel 1982 Galciana fu il set di una scena di Madonna che silenzio c'è stasera di Maurizio Ponzi. Nella pellicola si vede uno scorcio del passaggio a livello, un tempo posto in via Ciulli. Una manifestazione religiosa del venerdì Santo con processioni in costume. Manifestazione dedicata ai festeggiamenti in onore di San Pietro Apostolo patrono di Galciana. L'iniziativa si svolge per un periodo di circa 10 giorni e termina il 29 giugno con una celebrazione pirotecnica. Il quartiere di Galciana ospita dal settembre 2013 il nuovo Ospedale di Prato che è situato tra l'abitato di Galciana a sud e la ferrovia a nord, delimitato ad est da via Becherini ed a ovest da via Ciulli. La Biblioteca della Circoscrizione Ovest, comunemente conosciuta come Biblioteca di Galciana, appartiene alla rete bibliotecaria urbana del Comune di Prato, coordinata dalla Biblioteca comunale "A. Lazzerini" e possiede circa 15000 documenti Nel 1856 venne fondata la banda musicale A. Boito in onore del noto compositore italiano. Dopo un periodo di inattività, fu ricostituita nel 1979 con l'attuale nome di Filarmonica G. Puccini e dal 1990 fa parte del Comitato Cittadino Attività Musicali e più recentemente si è iscritta all'associazione nazionale Anbima (Associazione Nazionale delle Bande Italiane Musicali Autonome). Il teatro di Galciana è un teatro di performance d'arte costruito nell'ex cinema dell'abitato che si chiamava "Nuovo Cinema". Il teatro si trova in Via Girolamo Frescobaldi, 10 La frazione è collegata alla rete autostradale nazionale tramite L'autostrada A11, nota anche come Firenze-Mare, tramite lo svincolo di Prato ovest. Il quartiere è collegato al sistema ferroviario nazionale tramite la Stazione di Prato Borgonuovo. Il tratto è servito dalla Autolinee Toscane tramite la linea 3+. I primi documenti noti a riguardo risalgono al 1733. Quasi scomparsa all'epoca del secondo dopoguerra, è stata rilanciata a partire dagli anni '90 da parte di un salumificio di Galciana che le diede rapida diffusione. La ricetta originale è stata modificata, all'inizio del millennio, da un salumificio di Prato, unico produttore a livello provinciale, per renderla più adeguata ai gusti contemporanei. Si abbina ai fichi, preferibilmente di varietà dottato di Carmignano, al miele, ai carciofini all'olio, con pecorino stagionato e alla "bozza" pratese, un tipico pane locale. Presidio Slow Food dal 2000, ha acquisito il marchio IGP dal febbraio 2016. Il giorno della Pasqua, in genere a pranzo, secondo la tradizione viene preparato riso in brodo di carne con un uovo benedetto sbriciolato. La mattina di Pasqua le uova, tipicamente di gallina, vengono immerse in acqua bollente con le loro conchiglie integre e cotte in modo tale che l'albume e il tuorlo si solidifichino. Successivamente vengono portate in chiesa per la messa e, una volta benedette, vengono sgusciate e sbriciolate all'interno di una scodella e successivamente viene aggiunto il riso in brodo di carne. Elemento distintivo della ricetta galcianese, rispetto ad altri piatti simili, sta nel fatto che l'uovo deve essere "spiaccicato" con una forchetta nel piatto. La principale squadra di calcio del quartiere è la S.S.D. Galcianese, fondata nel 1952 sulle ceneri della "Gioventù Nuova" di Prato. Il periodo di maggiore successo della società è stato negli anni '50, con la partecipazione al campionato di Prima Divisione, fino agli inizi degli anni '60. Negli anni a seguire si succedono promozioni in Prima Categoria e retrocessioni in Seconda Categoria. Nel giugno del 2017, piazzandosi come seconda classificata nel girone D del campionato di Seconda Categoria della Toscana, chiede ed ottiene il ripescaggio in Prima Categoria. Dal campionato 2017-18 è stata inserite nel girone B della Toscana. La Galcianese disputa le sue partite interne presso lo Stadio Comunale Luca Conti. AA.VV, Misteri e manicaretti del territorio pratese, a cura di Luca Martinelli, collana Brividi a cena, Modena, Edizioni del Loggione, 2018 [2018], ISBN 978-88-93470-582. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galciana Galciana di Prato, su welcome2prato.com. Emanuele Repetti, Galciana, in Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, su archeogr.unisi.it.

Maliseti
Maliseti

Maliseti è una frazione di oltre 6.000 abitanti del comune di Prato, al confine con il territorio comunale di Montemurlo. Sorto lungo la direttrice Prato-Pistoia, l'odierna via Montalese, di impianto pressoché moderno, l'agglomerato si è decisamente sviluppato a partire dagli anni '60 e '70. Al suo interno coesistono zone miste industriali e residenziali. Il nucleo originario data alla fine del XII secolo, quando, nella zona dell'odierna Maliseti, sorgeva uno "spedale" per pellegrini e viandanti, nato per volere del benefattore Martino Maleseti. Il nome di Maleseti è rimasto pressoché inalterato nella toponomastica della frazione. Nell'abitato di Maliseti è presente il penitenziario di Prato, detto della Dogaia, costruito negli anni '80. La parrocchia è quella della chiesa di San Giovanni Battista, costruzione degli anni Settanta. Nei dintorni del quartiere sorge l'area protetta del Monteferrato, importante complesso collinare ricchissimo di vegetazione mediterranea, già abitato durante il paleolitico e di notevole interesse dal punto di vista geologico. Le rocce presenti, di struttura ofiolitica, sono infatti costituite da magma eruttivo di intrusione, formato da minerali diversissimi, tra i quali il serpentino, noto come marmo verde di Figline (o di Prato). Il particolare tipo di roccia fa sì che sul Monteferrato vegetino esemplari unici di licheni. A Maliseti ha sede una società hockeystica, l'H.P. Maliseti, che gioca le sue partite in casa al PalaRogai e attualmente milita in Serie A2. Nel calcio, invece, conta sull'A.C. Maliseti, attualmente militante nel campionato di Promozione, con un florido settore giovanile, che in passato, dal 1985 al 1991, ha avuto come giocatore delle giovanili Ighli Vannucchi, ex fantasista dell'Empoli FC in Serie A e della Nazionale Olimpica di Calcio. Le scuole presenti nel quartiere sono la scuola media "Don Bosco" e l'Istituto comprensivo "Claudio Puddu". Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maliseti

Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Montemurlo)
Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Montemurlo)

La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi è un edificio sacro di Montemurlo situato lungo la via di Galceti in zona Bagnolo. Nata come oratorio della vicina villa di Galceto, deve la sua origine a un oratorio dedicato prima a san Giustino e poi a sant'Isidoro, documentato dal 1638. L'aspetto attuale risale però a lavori condotti nella seconda metà dell'Ottocento, quando nella villa abitarono importanti personalità russe. Oggi chiesa parrocchiale, è caratterizzato da una facciata dotata di pronao in muratura, arricchito da una serliana con membrature in pietra artificiale, pilastri tuscanici e un timpano triangolare. All'interno, dall'aspetto neoclassico, si nota un arcone ellittico del presbiterio su robuste colonne ioniche; sopra di esso sono dipinti degli angeli del pittore Giovanni Cirri (1908-1959) risalenti agli anni trenta del Novecento. Sul presbiterio una cupoletta cieca è decorata da un'Assunzione della Vergine del pistoiese Pietro Ulivi, che aveva anche dipinto gli Evangelisti nei pennacchi, oggi perduti e sostituiti da angeli, sempre degli anni trenta. In controfacciata un'acquasantiera neoclassica in marmo a forma di conchiglia. La tela con Santa Maria Maddalena è opera della fine del XX secolo di Simona Bruni. Vi fu sepolto il politico e generale dell'Impero russo Arsenij Andreevič Zakrevskij nel 1865. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Villa di Galceto
Villa di Galceto

La Villa di Galceto, o Focanti o Druzkoj, è un edificio storico di Montemurlo in provincia di Prato, situato in via Montalese 55, località Bagnolo. In questo sito la famiglia Temperani possedeva almeno dalla fine del XV secolo una casa "da signore" dotata di torre, che ai primi del Settecento passò ai Buondelmonti. Entro il 1740 furono condotti ampi lavori di ammodernamento, e nel 1809, quando la possedevano i Doupouny, ottenne l'aspetto attuale. Dal 1863 la villa fu abitata dal principe Demetrio Droutskoy Sokolinskoy, accompagnato dal conte Arsenij Zakrevskij, che fu governatore di Mosca e di Finlandia, oltre che ministro dell'Interno dell'Impero russo e generale aiutante militare dello zar durante le guerre napoleoniche (alla sua morte fu sepolto nell'attigua chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi). Nel 1877 la villa fu visitata da Giosuè Carducci. Si alternarono poi i San Giorgio, i Calamai e, ai giorni nostri, i Focanti, con una parentesi nel 1944 quando ospitò temporaneamente l'ospedale della Misericordia. Adesso è di proprietà della famiglia Fanti. La villa è scenograficamente arretrata rispetto al passaggio della strada, collocata in posizione leggermente rialzata alle pendici del Monte Chiesino, in fondo a un vialone fiancheggiato da siepi di bosso e ulivi. La facciata, attribuita a Giuseppe Valentini, dovrebbe risalire al primo quarto dell'Ottocento. Aperture si aprono simmetriche sui tre livelli, con maggior risalto al centro, dove una scala doppia rampa porta a prospetto al piano nobile scandito da tre arcate con lesene ioniche, trabeazione e finto bugnato, in uno stile neocinquecentesco che in passato fece anche favoleggiare un disegno dovuto a Michelangelo. Al piano superiore le tre finestre ripropongono un'analoga scansione in forme più leggere. Oltre la gronda l'edificio è coronato da una terrazza con attico al centro, e balaustra su cui si intervallano vasi e statue di gusto tardobarocco. Gli interni conservano la struttura settecentesca, con un grande salone a doppio volume, dotato di ballatoio che era usato dai musicisti durante le feste da ballo, e di un camino neorinascimentale. Attorno al salone si articolano i vari ambienti, tra cui un saloncino con pitture settecentesche inquadrate da stucchi. Nel parco si trovano una limonaia e un granaio settecenteschi, oltre a una fattoria che ha un fastigio ornato da una maiolica con l'Adorazione della Vergine, che si ricorda come copia ottocentesca di un originale di Andrea della Robbia trafugato in quegli anni. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Montemurlo) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa di Galceto

Villa Strozzi di Bagnolo
Villa Strozzi di Bagnolo

La Villa Strozzi di Bagnolo (o anche solo villa di Bagnolo) è un edificio storico di Montemurlo in provincia di Prato, situato in via Montalese 158, località Bagnolo. Costruita tra il XVI e il XVII secolo, riadattando probabilmente una struttura medievale più modesta, la villa appartenne agli Strozzi di Firenze dai primi del Cinquecento. Vi risiedette ad esempio Piero, capo della sommossa antimedicea del 1537. Fu rimodernata verso il 1742, quando venne probabilmente definito l'aspetto della facciata oggi visibile, e poi di nuovo a fine del secolo e nell'Ottocento. Passata di erede in erede fino ai giorni nostri, non è mai stata messa in vendita, sebbene dal 1863 la linea maschile di questo ramo si sia estinta. Arretrata rispetto all'asse viario, presenta un vialone di accesso in ghiaia che taglia il prato in uno scenografico emiciclo, con ippocastani lungo il muro di cinta. La facciata principale mostra tre piani e sette assi, con ha un corpo centrale caratterizzato da una scala a doppia rampa e da una torre colombaria. Ai lati si trovano due ali più basse, destinate agli ambienti di servizio della servitù e della fattoria. Vicino si trova un oratorio dedicato a santa Lucia, decorato internamente da quadrature ottocentesche, un altare in stucco con edicola e una pittura parietale con la santa titolare riferibile al pratese Antonio Marini (prima metà del XIX secolo). A monte si trova una facciata più semplice, che conserva un aspetto tardo cinquecentesco organizzato su sei assi con finestre del piano nobile dai davanzali sorretti da mensolette con voluta; più tardo è solo il portalino, settecentesco. All'interno, nel piano seminterrato, si conserva un grande camino cinquecentesco con arme degli Strozzi. Al piano nobile si accede con scala a doppia rampa, che porta a un grande salone sul quale si affacciano stanze decorate ai primi dell'Ottocento con grottesche, putti e finte architetture. Nel giardino si trovano grandi aiuole tra tigli e querce secolari, con una dolce pendenza. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Strozzi di Bagnolo