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Chiesa della Resurrezione (Prato)

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Resurrezione facade 05
Resurrezione facade 05

La chiesa della Resurrezione si trova a Prato, nella zona di Mezzana / centro.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa della Resurrezione (Prato) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa della Resurrezione (Prato)
Alarichstraße, Kolonia Deutz (Innenstadt)

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N 43.87072 ° E 11.10441 °
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Indirizzo

Alarichstraße 85
50679 Kolonia, Deutz (Innenstadt)
Nadrenia Północna-Westfalia, Niemcy
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Resurrezione facade 05
Resurrezione facade 05
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Luoghi vicini

Sede INAIL (Prato)
Sede INAIL (Prato)

La Sede INAIL di Prato si trova in piazza Europa 3 e rappresenta un'interessante architettura moderna delle città. Venne realizzata nel 1952/4 su progetto dell'architetto Raffaello Fagnoni. L'edificio occupa un intero quadrante della piazza ad emiciclo posta in asse alla stazione ferroviaria cittadina e collegata ad essa dal ponte sul Bisenzio. La configurazione del lotto, a settore di corona circolare, genera un impianto planimetrico articolato risultante dalla sommatoria di più corpi. Il blocco principale di quattro piani fuori terra, presenta un fronte convesso come una quinta prospettica sulla piazza. Alle estremità si prolunga lungo le due vie che convergono alla piazza, assecondando l'andamento del lotto. Sul retro una serie di corpi minori a un piano si innestano a pettine al blocco principale. All'articolazione dei volumi esterni corrisponde internamente una distribuzione di funzioni diverse. l carattere più importante dell’edificio INAIL, che mostra meglio il contrasto con il successivo degrado della cultura architettonica a Prato e non solo, è la capacità di adeguarsi alla struttura urbana, senza impoverirsi, ma anzi traendo dai vincoli urbanistici elementi di qualità e ricchezza compositiva. L’edificio sorge infatti sull’emiciclo di una piazza pianificata, secondo modelli urbanisticamente sorpassati, nel primo dopoguerra per fare da terminale al nuovo ponte della Vittoria; dopo decenni, negli anni’50, il nuovo edificio si adeguò alla sistemazione di stampo ottocentesco, senza rinunciare al suo carattere moderno. Il lotto si configura dunque come un settore di corona circolare, ma l’impianto planimetrico pur assecondando l’andamento dell’isolato, è molto articolato. Il corpo principale presenta sulla piazza un fronte curvo di quattro piani caratterizzato dal rivestimento in laterizio e segnato dalla presenza di lesene in cemento e fasce marcapiano che individuano i telai strutturali e inquadrano le ampie aperture. Ai lati si sviluppano due ali convergenti anch’essi a quattro piani; sul retro (Via Cimabue) completano il complesso edilizio alcuni corpi bassi a copertura piana innestati sul blocco principale a formare piccoli cortili interni. All’articolazione dei volumi corrisponde una varietà di funzioni diverse: infatti oltre agli uffici dell’INAIL sono presenti attività commerciali, uffici e ambulatori medici, abitazioni, attività artigianali. Gli uffici dell'Inail occupano propriamente il blocco centrale con accesso da piazza Europa. Il piano terra ospita attività commerciali di vario genere, uffici e ambulatori medici, i tre piani soprastanti sono destinati a residenza, mentre il piano interrato è adibito ad autorimesse e officine per riparazioni meccaniche. La tessitura continua in laterizio del rivestimento esterno è scandita dalla presenza di lesene e fasce marcapiano che inquadrano la trama delle aperture evidenziate da stipiti e davanzali in travertino. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sede INAIL Scheda su Regione Toscana, Architetture del Novecento, su web.rete.toscana.it.

Sede della Cassa di Risparmio di Firenze (Prato)

La filiale della Cassa di Risparmio di Firenze sita in viale Vittorio Veneto 7 a Prato (ex sede dell'Istituto Bancario San Paolo) nella città toscana rappresenta un'interessante architettura moderna delle città. Il progetto per l'allora sede di Prato dell'Istituto Bancario San Paolo, firmato da Cristiano Toraldo di Francia con la collaborazione di Fabrizio Natalini, è uno degli esempi più rappresentativi della ricerca progettuale condotta, nei primi anni di formazione, dal gruppo Superstudio di Firenze. Questa architettura di interni è stata concepita come una vera cittadella fortificata, intesa come un insieme di luoghi urbani protetti dall'involucro murario esterno. L'impianto planimetrico, rigido e vincolato dallo spazio trapezoidale, frammezzato dai due volumi dei blocchi scala che servono i piani superiori dello stabile, è stato reinterpretato realizzando un ambiente interno funzionale e articolato. Tutti i condizionamenti posti da questa occasione operativa sono stati sfruttati adottando soluzioni di notevole originalità adeguati a ricreare spazi di immediata fruizione destinati al contatto diretto con il pubblico e locali più riservati per consentire ai clienti della banca di usufruire della massima discrezione durante le trattative commerciali personali. Il ritmo regolare del fronte esterno, interrotto dai tre ingressi protetti da torri cilindriche rivestite di acciaio, si sviluppa per circa 150 metri con rifiniture in acciaio e lamiera verniciata di colore rosso su un basamento di granito rosa. Lo spazio principale, caratterizzato dal rigore modulare del colonnato, è stato concepito come un loggiato coperto da voltine ribassate su colonne rivestite in lamiera di acciaio. Il disegno delle volte di lamiera traforata sperimenta, per la zona più frequentata e rumorosa, un sistema integrato di impianti di illuminazione indiretta, climatizzazione dell'area e con caratteristiche di fonoassorbenza. La rigida maglia strutturale preesistente è stata movimentata dalla linea sinuosa del lungo bancone in granito rosa che si sviluppa intorno alle colonne della sala destinata al pubblico. I pavimenti sono in parte di lastre di granito rosa mentre in alcune zone è stata adottata una pavimentazione sopraelevata formata da piastre di alluminio componibili e rivestimento in moquette. L'elemento compositivo che funge da filtro tra la zona pubblica delle contrattazioni e quella retrostante riservata alle trattative private è costituito da un passaggio obbligato, contraddistinto da quattro torri cilindriche in acciaio lucido poste su un basamento in granito rosa, che immette direttamente al caveau. Per questa stanza destinata a custodire cassette di sicurezza, è stato scelto un trattamento delle pareti interne in stucco colore argento. I cilindri cavi con rivestimento in acciaio inox sono piccole cabine di attesa per i clienti che accedono alla stanza del tesoro. Una parete curvilinea, trattata a encausto di colore blu, sezionata da un piano vetrato inclinato nasconde la scala che conduce al piano degli uffici dei dipendenti. Il livello superiore, anch'esso concepito come una porzione di città, risulta dall'aggregazione di una serie di volumi guida degli ambienti lavorativi, delimitati dai percorsi di distribuzione, previsti in modo da poter essere facilmente riposizionati ad assumere nuove configurazioni adeguate alle diverse esigenze future. Per le finiture si sono impiegati vari materiali accostati armoniosamente tra loro mettendo in evidenza la loro diversità, gemellando alle calci naturali, al legno e alla pietra, vernici epossidiche, acciaio inox e plastiche colorate ottenendo per contrasto di effetti un interessante assortimento materico e cromatico. Nel corso del 2014 un intervento di ristrutturazione ha completamente cancellato sia l'intervento architettonico, sia per quel che riguarda le finiture esterne, sia quelle interne. Koenig G. K., 1982, Una Banca per Prato, "Domus", n. 634, dicembre, p. 60. Toraldo di Francia C., 1982, Urbanesimo di interni, "Casa Vogue", n. 134, ottobre, p. 204. Pettena G. (a cura di), 1988, Toraldo di Francia, progetti e architetture 1980-1988, Milano. Scheda su Regione Toscana, Architetture del Novecento , su web.rete.toscana.it.

Stadio Lungobisenzio
Stadio Lungobisenzio

Lo stadio comunale Lungobisenzio è uno stadio polisportivo ubicato nella città italiana di Prato. Costruito tra il 1938 e il 1941 e più volte ristrutturato nei decenni successivi, è principalmente adibito alla pratica del calcio: storicamente ospita (fatta salva una parentesi tra il 2017 e il 2022) le gare interne del maggior club cittadino dedito a tale disciplina, il Prato. Ha inoltre accolto alcune partite del club di rugby a 15 I Cavalieri. Inaugurato il 7 settembre 1941 con la disputa di un'amichevole tra Prato e Genoa, lo stadio sorge nei pressi del fiume Bisenzio (da cui poi trasse il nome ufficiale). Originariamente capace di 10.000 posti (suddivisi tra la tribuna centrale sul lato del fiume e una gradinata in legno sul lato opposto), lo stadio mostrava una vocazione marcatamente polisportiva, giacché attorno al campo erboso si sviluppava una pista d'atletica leggera. Oltre al campo da gioco principale, esso disponeva di un campo accessorio (c.d. antistadio) sul lato settentrionale. Pur se gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale (terminata la quale venne ristrutturato), lo stadio pratese mantenne siffatte caratteristiche. Alla metà degli anni 1960 l'impianto iniziò a palesare i propri limiti strutturali, rivelandosi troppo piccolo e poco funzionale ad ospitare le partite del maggior club calcistico cittadino. La dirigenza di quest'ultimo richiese di poter realizzare un nuovo stadio da 30.000 posti e demolire il Lungobisenzio, ma l'amministrazione comunale non concesse il nullaosta. Dovendo comunque far fronte al pubblico sempre più numeroso che assisteva alle partite di calcio, lo stadio dovette comunque essere ampliato, pur se in maniera posticcia: accanto e sotto alla tribuna centrale furono aggiunte due tribune laterali e un parterre in legno, che portarono la capienza totale a 15.000 posti. Di queste, la tribuna sinistra venne dedicata alle tifoserie ospiti. Neppure la crisi che nei decenni successivi investì il Prato (tale da farlo retrocedere dalla Serie B fino al Campionato Interregionale) intaccò l'affluenza allo stadio, che finanche negli anni di militanza del club tra i dilettanti registrò più volte il tutto esaurito. L'arrivo di Andrea Toccafondi alla presidenza del Prato consentì l'avvio dei lavori di ricostruzione del Lungobisenzio. Nel corso degli anni '80 vennero demolite le tribune in legno a lato ferrovia, sostituite da tre nuove gradinate: a nord la "curva ferrovia", al sud la "maratona scoperta" (prive di tettoia) e al centro la "maratona coperta" (dotata di tettoia). Il settore "maratona scoperta" venne riservato ai tifosi ospiti (onde sommarsi alla preesistente tribuna laterale sinistra), mentre la "curva ferrovia" divenne la sede dei tifosi organizzati pratesi. A fronte di tale ammodernamento la capienza venne ridotta a 10.000 posti e conferì allo stadio un aspetto peculiare: mentre le tribune "propriamente dette" si presentavano tutte perfettamente allineate al terreno di gioco, gli spalti a lato ferrovia erano sfalsati e disallineati, con la curva e la "maratona scoperta" inclinate verso gli angoli del campo. A fine anni '90 furono abbattute la tribuna parterre (ubicata al di sotto della tribuna centrale) e la tribuna laterale destra, ormai vetuste e pericolanti per via della loro ultraventennale struttura lignea. Non venne interessata dall'intervento la tribuna laterale sinistra, pur se coeva della destra. Nel 2003 fu implementato un nuovo impianto di videosorveglianza sull'area dello stadio e si provvide a smantellare la pista di atletica (caduta ormai in disuso), nonché ad aprire una nuova entrata agli spalti a beneficio dei tifosi locali. La capienza calò ulteriormente da 10.000 a 5.000 posti. Con l'avvento degli anni 2000 i problemi del Lungobisenzio si acuirono: il Prato dovette spesso ricorrere a deroghe per mantenere l'agibilità dello stadio, le cui strutture (complice la carente manutenzione) s'erano vieppiù fatte obsolescenti, pericolanti e limitate. Nel 2004 la società Valore, interessatasi all'acquisto dell'A.C. Prato, presentò un progetto denominato Prato Plaza Stadium: esso prevedeva l'edificazione di un nuovo stadio da 20.000 posti (con annessi centro commerciale, palestra e piscine) in un'altra zona della città; ciò avrebbe permesso la demolizione del Lungobisenzio, sul cui terreno sarebbero poi sorte palazzine residenziali. Tutto ciò rimase lettera morta e l'impianto pratese continuò ad essere fonte di problemi. Nel febbraio 2012, poco prima dell'inizio della partita Prato-Fidelis Andria, una forte raffica di vento provocò il distacco di un riflettore da una delle torri faro: la lampada cadde però su una parte delle tribune priva di pubblico, senza creare danni a persone o cose. Nello stesso anno la scadenza della deroga d'agibilità al settore ospiti obbligò il Prato a giocare una giornata di campionato ad Agliana. Nell'estate del 2012 il perdurante stato di degrado dello stadio portò il Prato vicino all'estromissione dal campionato di Lega Pro Prima Divisione 2012-2013: l'ipotesi fu scongiurata solo previo consolidamento e messa a norma dell'impianto d'illuminazione. Un primo intervento di ristrutturazione venne intrapreso nell'estate 2014, con la demolizione della vecchia tribuna laterale sinistra, destinata alla tifoseria ospite, e la chiusura al pubblico della Tribuna Maratona scoperta e della Curva Ferrovia. La nuova tribuna ospiti, ricollocata al posto della precedente, venne inaugurata il 7 settembre 2014 in vista della partita Prato-Tuttocuoio, terminata 1-4 per i ponteaegolesi. Contestualmente venne formulato ed approvato il progetto del "nuovo Lungobisenzio", volto a conseguire la totale ristrutturazione dell'arena. L'attuazione del progetto vero e proprio prese il via nel 2015, allorché si provvide a costruire una vera e propria "curva" dietro la porta settentrionale (a beneficio dei tifosi organizzati locali) e a demolire le ormai inagibili Curva Ferrovia e Tribuna Maratona scoperta. La nuova curva, costruita in prefabbricato metallico, venne inaugurata ufficialmente il 16 gennaio 2016 nel match Prato-Pisa terminata 0-1 per i nerazzurri. La capienza venne così transitoriamente attestata a 4.000 posti a sedere. Nel giugno 2017 sono ufficialmente cominciati i lavori di completo restyling e di ristrutturazione dello stadio. Il terreno di gioco viene spostato di 15 m in direzione ovest, onde avvicinarlo alla tribuna centrale Biancalani: la rizollatura viene effettuata ancora in erba naturale, anziché (come inizialmente pianificato) in erba sintetica. Per quanto concerne gli spalti, l'ultimo settore rimasto della Maratona (la tribunetta coperta) e i due settori a latere della tribuna coperta vengono abbattuti: sul lato orientale del campo viene poi implementata un'unica piccola gradinata in acciaio, che viene adibita a settore ospiti. Nessuna modifica interviene invece sulla curva nord. La capienza viene così decrementata sotto i 3.000 posti a sedere, tenendo però pronto un progetto supplementare che, in caso di necessità, consentirebbe di riportarla fino a perlomeno 6.000 unità. I lavori procedono però a rilento: tra i mesi di luglio e agosto 2017 il cantiere viene posto sotto sequestro dalla Procura cittadina su segnalazione dell'azienda sanitaria locale, che aveva ravvisato alcune carenze nella documentazione inerente ai lavori di abbattimento di parte degli spalti. I lavori ripartono solo a dissequestro avvenuto, a fine agosto; il ritardo fa dunque slittare la data di fine cantiere all'anno solare seguente, obbligando il Prato a giocare tutta la stagione 2017-2018 in campo neutro, presso lo stadio Ettore Mannucci di Pontedera. A far saltare la riconsegna dell'impianto intervengono tuttavia le vicissitudini del club cittadino, che nel maggio 2018 retrocede in Serie D e a stretto giro viene messo in vendita (senza esito) dal patròn Toccafondi. Il 3 agosto seguente il municipio, adducendo a motivo proprio la mancata cessione del sodalizio, col quale erano sorti ormai da tempo gravi dissapori, delibera lo sfratto dell'Associazione Calcio Prato dal Lungobisenzio, che il 3 settembre successivo viene forzosamente riacquisito dagli emissari comunali. La decisione viene poi confermata (previo respingimento del ricorso presentato dal club laniero) dal TAR della Toscana e dal Consiglio di Stato; da ultimo il 9 aprile 2019 il locale giudice per le udienze preliminari rigetta le opposizioni dell'A.C. Prato (che aveva anche denunciato per abuso d'ufficio il sindaco in carica Matteo Biffoni) e dispone l'archiviazione del caso. In ragione di ciò lo stadio, rimasto privo di gestore/usufruttario, rimase per mesi in stato di abbandono, per poi essere riaperto in occasione di estemporanei eventi ludico-sportivi patrocinati dal comune di Prato. Cinque anni dopo, a seguito del cambio di proprietà del club e della ricucitura dei rapporti con l'amministrazione, il Prato fa ritorno al Lungobisenzio in occasione della gara di campionato del 30 gennaio 2022 contro il Rimini. La prolungata assenza del calcio giocato dall'impianto ha comportato però la necessità di attuare alcuni interventi manutentivi, in particolare alla tribuna centrale, che in attesa di tornare agibile viene sostituita da una piccola gradinata coperta in tubolare metallico. Concluse tutte le operazioni, il 9 settembre 2022 anche il rettilineo coperto riapre al pubblico. A seguito degli ultimi lavori di ristrutturazione (2017-2018), lo stadio Lungobisenzio presenta una struttura a pianta rettangolare. Gli spalti si suddividono nei seguenti tre settori indipendenti: Tribuna centrale Marcello Biancalani: struttura permanente dotata di copertura, ospita i posti d'onore e le postazioni dedicate a giornalisti e radiotelecronisti. Al suo interno si collocano i locali tecnici principali dell'impianto. Dal 2014 è intitolata alla memoria di un dirigente in forza al Prato dal 1975 al 2013 (anno della sua scomparsa). Tribuna est: costruita opposta alla centrale, ma spostata verso il lato meridionale del rettangolo, assolve la funzione di settore riservato ai tifosi ospiti. La struttura è a impalcatura metallica. Curva Ferrovia Matteo Ventisette: costruita in tubolari metallici lungo il lato corto settentrionale del campo, è priva di copertura. Ospita i gruppi della tifoseria organizzata locale. Dal 2009 è intitolata alla memoria di un ultras pratese scomparso in giovane età a seguito di un malore. I settori dismessi nel 2014 e demoliti entro il 2017 erano invece i seguenti: Curva Ferrovia, Maratona coperta e Maratona scoperta: opposte alla tribuna centrale, erano costruite con una struttura mista in ferro e cemento. Erano destinate ad accogliere rispettivamente le tifoserie organizzate interne, il generico pubblico di casa e (dopo l'abbattimento della tribuna laterale sud) i supporters ospiti. Tribuna laterale sud e Tribuna laterale nord: costruite negli anni '60 con struttura lignea e poi riedificate nei decenni a seguire, era in parte dedicata ai tifosi ospiti. L'8 dicembre 2004, il Lungobisenzio ha ospitato un'amichevole tra le selezioni under-21 di Italia e Germania. Pur se dedicato principalmente al calcio, lo stadio Lungobisenzio ha anche ospitato partite di rugby a 15. La nazionale maggiore italiana vi ha disputato due amichevoli: nel marzo 2005 contro la Francia e nel novembre 2005 contro Tonga. Il club cittadino I Cavalieri (generalmente basato al più piccolo stadio Enrico Chersoni) ha invece utilizzato il Lungobisenzio nel 2011 come stadio di casa per i gironi della Challenge Cup 2011-12. Tra gli eventi non sportivi svoltisi al Lungobisenzio si annoverano i seguenti: 6 luglio 1989: Liberi liberi Tour (Concerto musicale di Vasco Rossi) 3 settembre 1991: Tour Le Nuvole (Concerto musicale di Fabrizio De André) 7 settembre 2007: Tutto Dante (Spettacolo teatrale di Roberto Benigni) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Lungobisenzio

Forma squadrata con taglio
Forma squadrata con taglio

Forma squadrata con taglio (Square Form with Cut) è una scultura monumentale in marmo bianco realizzata dell'artista inglese Henry Moore, che fu acquistata dalla città di Prato con l'aiuto di industriali locali, al termine di una sua mostra monografica del 1972 e rappresenta uno dei massimi esempi di scultura contemporanea presenti in Italia. È composta da 30 blocchi di marmo bianco provenienti dal monte Altissimo delle Alpi Apuane, precisamente dalla cava Mossa, fu realizzata presso il laboratorio Henraux a Querceta. Contraddistinta da linee fluide e morbide che definiscono volumetrie maestose ed essenziali, è caratterizzata da una spiccata pulizia visiva che colpisce fin dal primo colpo d’occhio. Gli spazi definiti, che giocano continuamente su un equilibrio di pieni e vuoti, rivelano un universo disadorno, privato di orpelli e quindi ridotto al suo prototipo primario ed essenziale. Moore asseconda e lavora la materia come fa la natura, capace di smussare angoli ed escrescenze con dolcezza e delicatezza, attraverso un dialogo muto e paziente. I vuoti creano un senso di continuità tra interno ed esterno, le sculture non vivono semplicemente nello spazio ma lo creano, come se spazio e materia plastica fossero fusi in un’unica entità. Esposta per la prima volta alla celebre mostre retrospettiva sull'artista a Forte Belvedere a Firenze nel 1972. La memorabile mostra fiorentina, con le opere monumentali esposte all'aperto, fu inaugurata ufficialmente dalla principessa Margaret il 20 maggio 1972. Trecentoquarantacinquemila visitatori accorsero negli oltre quattro mesi di apertura e la mostra decretò la consacrazione di Moore, riconoscendo la sua opera come tassello imprescindibile della tradizione artistica del Novecento. Fu posta nel 1974, al centro di Piazza San Marco, dove un tempo sorgeva Porta Fiorentina (demolita verso la fine dell'Ottocento per far passare la linea tranviaria che collegava Prato a Firenze e Poggio a Caiano, oggi non più esistente). La scultura è la più monumentale tra quelle create in quegli anni da Henry Moore, con aspirazione sempre più evidente a una forma architettonica. Tra le varie interpretazioni, la scultura potrebbe rappresentare la vertebra gigantesca di un animale preistorico, forata al centro. Una volta trasferita da Firenze a Prato, la scultura venne appositamente collocata nel centro cittadino in direzione del capoluogo toscano, a simboleggiare Prato "come città della modernità", in contrasto con Firenze "culla del Rinascimento". Fin dai primi anni della sua posa in opera, la scultura divenne un simbolo della città ed in particolare della sua aspirazione alla modernità ed al progresso industriale. Henry Moore realizzò altre versioni della scultura con materiali diversi ed in scala ridotta. Il bozzetto originale è conservato a Toronto presso la Art Gallery of Ontario. Le più importanti sono: Maquette for the Square form with cut, 1969, gesso, 1969, cm 16.1, Art Gallery of Ontario, Toronto (Canada) Square form with cut, 1969, black marble, cm 140, Fundacion Bartolome March, Palma de Mallorca (Spain) Square form with cut, 1969, edizione in bronzo, 1di 9 esemplari, cm 16.5, The Metropolitan Museum of Art, New York (USA) Square form with cut, 1969, calcestruzzo, cm 139.7, The Henry Moore Foundation, Perry Green, Much Hadham (Regno Unito) Square form with cut, 1969, fiberglass, cm 134, The Henry Moore Foundation, (Regno Unito) Due piccole versioni in bronzo (16,5 cm), della serie di 9, sono passate in asta in Germania (Grisebach, 31 maggio 2013, lotto 767) ed in Sud Africa (Strauss & Co, 13 novembre 2017, lotto 301), e sono state vendute per una cifra superiore ai 50.000 Euro ciascuna. Dopo Francis Bacon, Moore è il più costoso artista moderno britannico dopo che la sua opera intitolata Reclining Figure: Festival, lunga 230 cm, realizzata una edizione di 5, è stata venduta in asta da Christie's a Londra il 30 giugno 2016 per 24.722.500 di sterline, è facile ipotizzare che la scultura di Prato possa valere una cifra ampiamente superiore ai 70 milioni di euro, rendendola probabilmente la scultura d'arte moderna monumentale più importante d'Italia. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forma squadrata con taglio Forma squadrata con taglio - Mappa, su goo.gl. URL consultato l'8 aprile 2022. Forma squadrata con taglio, su visittuscany.com. URL consultato l'8 aprile 2022. Forma squadrata con taglio - Prato Turismo, su pratoturismo.it.

Biblioteca Lazzerini
Biblioteca Lazzerini

La biblioteca comunale "Alessandro Lazzerini" è la principale biblioteca di Prato e centro di coordinamento del Sistema bibliotecario provinciale pratese. Il nucleo storico della Biblioteca è costituito dalla biblioteca privata del monsignor Alessandro Lazzerini (1765-1836) donata, per sue volontà testamentarie, alla città di Prato. Diverse difficoltà impedirono però di realizzare con questi libri una biblioteca aperta al pubblico. Nel 1928 questi volumi furono collocati in alcuni locali della Biblioteca Roncioniana. Alla fine degli anni '70 l'amministrazione comunale decise di creare una grande biblioteca pubblica inaugurata il 23 settembre 1978 in via del Ceppo Vecchio,7. Negli anni successivi, dato lo sviluppo dei servizi, l'Amministrazione comunale decise aprire una nuova sede più ampia nell'ex Cimatoria Campolmi, in Via Puccetti, 3. Il restauro dell'antico opificio tessile di origine ottocentesca, esempio di archeologia industriale, è stato affidato dal Comune di Prato alla Ditta Ediltecnica di Foligno, all'architetto Marco Mattei e ad un gruppo di lavoro interno per la progettazione esecutiva degli allestimenti. La nuova sede è stata inaugurata il 24 novembre 2009. Nuti Giuseppe e Livia Draghici, settembre 1978 - ottobre 1987 Livia Draghici, novembre 1987 - febbraio 1994 Franco Neri, giugno 1994 - ottobre 2016 Antonio Avitabile, novembre 2016 - luglio 2020 Rosanna Tocco, luglio 2020 - 31 dicembre 2021 Paola Pinzani, 1 gennaio 2022 - Complessivamente sono presenti 250.000 tra libri, opuscoli e periodi provenienti da diverse fonti: il fondo iniziale deriva dalla biblioteca di Alessandro Lazzerini, prelato romano discendente da famiglia pratese. Successivamente oltre agli acquisti correnti si sono aggiunti 10 fondi speciali proveniente da personalità legate alla storia della città. Di rilievo una consistente emeroteca e un fondo interculturale in 70 lingue avviato nel 1999. Rilevante anche il patrimonio storico di Cinquecentine e Settecentine. Sono presenti anche fondi speciali e una sezione locale con materiale relativo alla storia e alla cultura della città di Prato. Sono presenti attualmente 11 fondi di personalità legate alla città di Prato. Raccoglie opuscoli, i volantini, riviste e manifesti di propaganda legati alla Prima Guerra mondiale, alle lotte politiche del dopoguerra ed al ventennio fascista. Fondo Giovannini Raccoglie la biblioteca personale di Roberto Giovannini, ex sindaco di Prato con moltissimo materiale relativo alla storia locale di Prato ed una ampia sezione sul teatro. Fondo Innocenti 2500 volumi e 500 cataloghi di mostre italiane e straniere che facevano parte della biblioteca personale del giornalista e critico d'arte Mauro Innocenti (1923-1981) Fondo Lazzerini 8288 volumi e miscellanee cronologicamente compresi tra il 1500 e il 1834 appartenenti a Alessandro Lazzerini, (1765-1836) canonico, professore di diritto pubblico e socio di varie Accademie. Donò in vita la sua biblioteca a Prato, città di origine della sua famiglia. Fondo Melis Circa 6.000 pezzi di cui 2500 volumi e 3500 tra opuscoli, dattiloscritti e estratti dell'economista Federigo Melis (1914-1973). Fondo Meoni 7500 volumi, opuscoli e riviste, di carattere letterario dello scrittore pratese Armando Meoni (1894-1984). Fondo musicale Nannicini Donata da Sergio Nannicini il fondo comprende ca. 1000 CD di musica classica. Fondo Petri bibliofilo pratese Aldo Petri, 2065 volumi, 304 annate di periodici, oltre 2300 opuscoli, 1765 fra stampe e incisioni e conteneva opere rare e preziose. Fondo Vannini Fondo Zilli Raccolta Malaparte Raccolta delle edizioni italiane e straniere di tutte le opere di Curzio Malaparte. Biblioteca storica dell'Istituto Francese di Firenze Circa 35.000 volumi e 435 titoli di riviste, alcune delle quali dei primi decenni del sec. XIX, precedentemente collocati in Palazzo Lenzi, sede fiorentina dell'Istituto francese di Firenze. Nel 2003 la Regione Toscana ha affidato alla Biblioteca il compito di organizzare un servizio regionale a sostegno di biblioteche, scuole e associazioni che svolgono attività legate all'intercultura. Il servizio è volto a promuovere raccolte di libri in lingua, la valorizzazione della lingua madre, l'apprendimento dell'italiano come seconda lingua e il dialogo interculturale. Dal 2003 è una agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana, e da luglio 2005 ed è certificata ISO 9001:2008. Svolge formazione per adulti nel campo linguistico (corsi di italiano per gli stranieri immigrati), promozione della lettura e del multiculturalismo. Piera Codognotto, Il fondo documentario "Tempi e spazi" della Biblioteca Lazzerini di Prato, in Bibelot: Notizie dalle biblioteche toscane, n. 3, settembre-dicembre 2003 9, p. 1. Livia Draghici (a cura di), Archivi, biblioteche, musei pratesi: sistema integrato per la storia locale, guida descrittiva, Prato, Biblioteca comunale "A. Lazzerini", 1994. Prato Museo del tessuto ex Cimatoria Campolmi Sistema bibliotecario provinciale pratese Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biblioteca Lazzerini Sito ufficiale, su bibliotecalazzerini.prato.it. Biblioteca Lazzerini, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico.

Museo del tessuto
Museo del tessuto

Il Museo del Tessuto si trova a Prato in via Puccetti 3 ed è uno dei più importanti a livello nazionale ed europeo sulla storia e lo sviluppo della tessitura dall'antichità ai giorni nostri. Il primo nucleo del museo venne costituito nel 1975 grazie alla donazione di un corpus di tessuti del XIV - XIX secolo da parte del collezionista privato Loriano Bertini all'Istituto Tecnico Industriale "Tullio Buzzi", scuola per la formazione di periti chimici, tessili e meccanici. La scuola ha ospitato le collezioni fino al 1997 quando venne inaugurata la nuova sede di piazza del Comune dove il museo ha svolto la sua attività fino ad aprile 2003. Dal 1975 le collezioni tessili, grazie alle acquisizioni dell'associazione ex allievi dell'istituto tessile sono cresciute fino a raggiungere il patrimonio attuale che oggi è di assoluto rilievo a livello internazionale. L'arte della lavorazione tessile è documentata dall'era paleocristiana fino ai nostri giorni nelle varie tecniche di esecuzione, per un totale di circa seimila reperti. Completano il patrimonio del museo un fondo librario, una collezione di figurini di moda dell'800, macchinari, campionari di chimica tintoria e strumenti di preparazione alla tessitura di varia epoca. Attualmente il Museo del Tessuto è gestito da una fondazione costituita da comune di Prato, provincia di Prato, Unione Industriale, Cariprato, Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato. In un'altra parte del complesso è previsto che venga ospitata la biblioteca comunale e i servizi connessi. Dal 2003 il Museo ha sede presso l'ex Cimatoria Campolmi, una delle fabbriche più antiche del comune di Prato. L'area di familiarizzazione è stata creata per introdurre il visitatore alla fruizione consapevole delle collezioni del museo. Grazie a una lettura graduale del manufatto tessile, con un approccio diretto e facilmente comprensibile, il visitatore può capire, apprezzare e approfondire la propria conoscenza del settore. La possibilità di toccare alcuni dei materiali in mostra garantisce inoltre una partecipazione attiva. Il percorso tracciato lungo il corridoio iniziale presenta la [[filiera tesciao sile]], cioè il ciclo produttivo del tessuto nelle sue fasi essenziali. Una vasta sala con volte a crociera su pilastri neogotici (1869) accoglie la sezione storica, con allestimento flessibile, in grandi vetrine. Frammenti provenienti dalle aree geografiche dell'antico Perù (tessuti precolombiani) e dalle sepolture dell'Egitto cristianizzato (tessuti copti) costituiscono il nucleo archeologico. Molto ricca è la sezione che testimonia la produzione tessile dei secoli XIV - XVIII con frammenti provenienti dall'Italia, dall'Europa, dal Medio e dall'Estremo Oriente. L'Ottocento e il Novecento sono rappresentati da tessuti per abbigliamento e arredamento, alcuni dei quali d'autore (Henry Moore, Giò Ponti, Raoul Dufy), abiti, ricami, merletti e passamanerie, nonché da importanti campionari delle prime fabbriche di Prato. Di notevole interesse storico-antropologico sono i tessuti etnici del XIX e XX secolo provenienti da India, Cina, Giappone, Indonesia, America Centrale e Meridionale. I tessuti sono esposti all'interno di particolari e innovative teche mobili che permettono di modificare l'allestimento della sala secondo i diversi contenuti delle esposizioni. Ogni teca presenta un periodo storico e i tessuti sono soggetti a periodiche rotazioni. L'allestimento rispecchia i criteri conservativi ma al tempo stesso valorizza i tessuti sottolineandone gli aspetti artistici e tecnici. L'esposizione è arricchita dalle proiezioni di immagini artistiche e storiche per ricreare le suggestioni e l'atmosfera in cui i tessuti furono, nel corso dei secoli, progettati, realizzati e utilizzati. Le collezioni sono così classificate: Tessuti antichi e paramenti sacri. Questi sono materiali prodotti in Europa risalenti all'inizio del XIII sec. fino al XX secolo a testimonianza dei momenti più importanti dello sviluppo delle manifatture europee. Le tipologie sono varie, sono presenti tessuti figurati, velluti, tovaglie perugine, lampassi e damaschi. Tessuti e manufatti ricamati. Questa collezione è composta da una gamma di ricami realizzati su oggetti confezionati di origine Italiana ed europea dal XV al XX secolo e da una serie i frammenti provenienti da raccolte storiche. Tessuti e abiti etnici. Questa raccolta è di grande valore storico e antropologico. I tessuti provengono da India, Indonesia e dallo Yemen, America centrale e meridionale, Cina e Giappone. Questa vastità di decori e simbologie testimoniano il valore dell’arte tessile come strumento sociale di comunicazione. Tessuti archeologici. Questa rara collezione è composta da frammenti tessili ritrovati durante scavi o sepolture. Generalmente appartenenti al III-X sec. d.C., descrivono la cultura copta e colombiana. Campionari pratesi. Una raccolta di libri/campionari di storiche aziende di Prato. Lo scopo di questa collezione è quello di documentare l’evolversi del gusto e dello stile Pratese dal tardi 1800 al periodo contemporaneo. Bozzetti e tessuti d’artista. Questi esemplari sono realizzati da artisti del 1900 come Raoul Dufy e Thayaht e da maestri contemporanei, come Giò Pomodoro e Bruno Munari. Questi hanno trasformati il concetto di tessuto, facendone una forma espressiva della loro creatività. Tessuti contemporanei. Questa collezione contiene una selezione di tessuti appartenenti al 1976 e oltre. Questi prodotti sono ritenuti importanti per innovazione tecnologica ed espressione delle tendenze moda della città di Prato. Abiti e accessori. Questa sezione vuole testimoniare l’evoluzione del costume dal XVI secolo fino ad oggi. In particolare, si evidenziano alcuni modelli realizzati con tessuti pratesi per prestigiose produzioni cinematografiche. Macchinari. Questa collezione vuole mostrare tutti quegli strumenti di preparazione alla tessitura come telai manuali, follatrici, macchine battitore,... di manifattura italiana o frutto di progetti locali per la produzione pratese. Figurini di moda. Questa unica collezione raccoglie circa 1700 figurini maschili e femminili provenienti dalle principali riviste italiane e francesi del XIX secolo. L'intera gamma è consultabile nel catalogo on line. Il percorso prende in considerazione alcuni momenti significativi della straordinaria storia che lega il territorio alla produzione tessile e a quella laniera in particolare, dal medioevo fino agli anni novanta del XX secolo. La terra di Galceti, il fiume Bisenzio e la canalizzazione dell'acqua attraverso il sistema delle gore sono alcune caratteristiche del territorio pratese che hanno facilitato l'inizio dell'attività tessile. La prima sezione documenta la produzione del panno in epoca medievale attraverso materiale iconografico e documentario. La sezione dedicata al periodo preindustriale illustra un varco cronologico che dal Quattrocento arriva fino alla metà del XIX secolo. Nel Rinascimento e nel Seicento la produzione tessile pratese subisce forti limitazioni nella qualità e nell'esportazione a causa delle leggi imposte dai Granduchi di Toscana. Una prima fase di risveglio produttivo si avverte solo alla fine del Settecento grazie ad alcuni imprenditori e alla produzione dei cosiddetti "berretti alla levantina" (i fez). La prima metà del secolo successivo è caratterizzata dall'introduzione sul territorio del telaio Jacquard ad opera di Giovan Battista Mazzoni. L'evoluzione della produzione tessile pratese tra il 1850 e il 1950 è presentata attraverso un'installazione multimediale che illustra le evoluzioni tecnologiche dei materiali ed i mutamenti organizzativi, sociali e produttivi. Dalla seconda guerra mondiale in poi il percorso si concentra nell'illustrare il frenetico ritmo che dalla ricostruzione agli anni '90 ha permesso la strutturazione e la crescita del distretto tessile industriale con le caratteristiche che vediamo oggi. Sono presentate in forma semplice e sintetica la fase di passaggio dalla produzione tradizionale al prodotto moda vero e proprio attraverso le innovazioni nel campo della ricerca dei materiali, della struttura dei processi di nobilitazione. Sono gli anni in cui vengono introdotte le prime fibre sintetiche, si realizzano tessuti elasticizzati e finte pellicce, anni in cui il distretto pratese si pone lentamente come uno tra i principali centri della moda mondiale per i tessuti e per i filati. È presente un archivio di tessuti e campionari di epoca industriale prevalentemente realizzati da aziende locali dalla fine dell'Ottocento agli anni 2000. Inoltre si conserva un archivio di tessuti contemporanei denominato Textile Library consultabile su appuntamento. È presente una biblioteca specializzata che consiste in circa 4000 volumi che trattano argomenti dalle materie prime al design, dalla storia della moda all’arte tessile contemporanea. L'accesso alla biblioteca è possibile su appuntamento. Il catalogo può essere consultato su OPAC. Archeologia industriale ex Cimatoria Campolmi Glossario di tessitura Tessitura Tessuto Filatura European Route of Industrial Heritage Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo del tessuto Sito ufficiale, su museodeltessuto.it. Museo del tessuto, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.