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Stazione di Settimo Torinese

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Stazione di Settimo Torinese 03
Stazione di Settimo Torinese 03

La stazione di Settimo Torinese è una stazione ferroviaria sulla ferrovia Torino-Milano, a servizio della città di Settimo Torinese. L’impianto è diramazione della ferrovia Canavesana. La stazione venne attivata nel 1856, con la realizzazione del primo tratto della ferrovia. Nei pressi della stazione si trovava il capolinea della Tranvia Torino-Settimo Torinese, attiva tra il 1884 e il 1954. La stazione dispone di due fabbricati di stazione, originariamente in capo a RFI e GTT. Il piazzale è composto da 5 binari. Per l'attraversamento dei binari è presente un sottopassaggio pedonale che collega la stazione al parcheggio a nord della stessa. Sino agli anni 1990, il piazzale dei binari era provvisto di uno scalo merci ubicato a est, che disponeva di un magazzino merci e di un piano caricatore rialzato, entrambi serviti da un binario tronco. Presso lo scalo erano presenti altri due brevi binari tronchi; lo stesso venne dismesso dopo la chiusura delle Acciaierie Ferrero. La stazione ha subìto un'importante ristrutturazione terminata nel gennaio 2018. Sono stati innalzati i marciapiedi a 55 centimetri (standard previsto a livello europeo per i servizi ferroviari metropolitani) per consentire l'incarrozzamento a raso; è stato completato il restyling del fabbricato sia della parte esterna sia dei locali interni (biglietteria e sala d’attesa) del sottopassaggio, di tutte le pensiline e dei servizi igienici; è stato attivato un nuovo sistema di informazioni ai viaggiatori e un servizio wifi. L'intervento ha richiesto un investimento complessivo di 5,6 milioni di euro da parte di RFI. A gennaio 2021 è iniziato l'ammodernamento dell'armamento del 5º binario, riattivato nel dicembre dello stesso anno e rinumerato come 4º binario. Il precedente binario 4 invece è diventato tronco e rimane disattivato. Nell'estate 2021 il binario 3 ha visto l'ammodernamento dell'armamento con l'eliminazione del prolungamento lato Milano (già scollegato da diversi anni), la conseguente eliminazione del deviatoio di ingresso e uscita dalla Canavesana e nuove traversine, a cui si è aggiunta anche la sistemazione del marciapiede. Dal 19 dicembre 2021 è stato anche attivato l'Apparato centrale computerizzato a capo di RFI per gli impianti da e per la Ferrovia Canavesana, il che esclude quindi Settimo Torinese dalle stazioni controllate anche da GTT in quanto con questa modifica, la stazione di Settimo e i relativi impianti sono ora totalmente in mano a RFI. La stazione è servita da treni del Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino da e per Rivarolo Canavese / Chivasso (linee 1 e 2). I binari 1 e 2 sono i binari di corsa della ferrovia Torino-Milano, utilizzati per la fermata dei regionali Torino - Novara e dei treni della linea SFM2 Pinerolo-Chivasso del SFM; i binari 3 e 4 (ex 5) sono serviti dai treni della linea SFM1 Rivarolo - Chieri (è stato eliminato il prolungamento del binario 3 lato Milano già scollegato e dunque inutilizzato). L'effettivo binario 4 resta invece disattivato, già diventato tronco da alcuni mesi. La stazione dispone di: Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Sala d'attesa Servizi igienici Nei pressi della stazione fermano bus di linea urbani, suburbani e interurbani. Ferrovia Chivasso-Asti Stazione di Chivasso Stazione di Volpiano Stazione di Brandizzo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Settimo

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Stazione di Settimo Torinese
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Stazione di Settimo Torinese 03
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Settimo Torinese
Settimo Torinese

Settimo Torinese (Ël Seto in piemontese) è un comune italiano di 45 853 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte, conurbato nell'area metropolitana torinese. La città di Settimo Torinese sorge sulla pianura a nord-est di Torino, ed è bagnata dalle acque del Po nella sua parte sud-orientale. Il suo territorio ha subito grandi cambiamenti, mutando da un borgo principalmente agricolo ad una grande città di quasi cinquantamila abitanti, nel periodo di tempo degli ultimi 40-50 anni, grazie alla grande affluenza di immigrati provenienti prima dal Veneto e quindi da altre regioni del sud Italia. L'origine è sicuramente romana anche perché oltre al nome era posta lungo un tracciato romano, cioè Torino-Pavia-Piacenza. Nel Villaggio Fiat fu rinvenuta un'iscrizione votiva intestata a Giove Ottimo Massimo, iscrizione che ricorda "D.O.M. - A Dio Ottimo Massimo" che sta sul frontale di quasi tutte le chiese cattoliche. In epoca romana il territorio di Settimo Torinese era attraversato da un'importante strada romana, la via Gallica. La posizione di Settimo posta tra Torino e Milano ha sempre fatto gola ai potenti del passato. Pertanto la Città è sempre stata al centro di contese: infinite quelle tra i Marchesi del Monferrato e i Savoia che alla fine la spuntarono nel 1435. Gli ultimi feudatari furono i Marchesi Falletti di Barolo, conti di Settimo alla fine del XVIII secolo. Settimo è un grosso centro industriale nella cintura NE di Torino, risultato di un cammino iniziato sul finire del XVII secolo con il rinnovamento dell'agricoltura seguito dall'inizio del processo di industrializzazione all'alba dell'unità d'Italia. Scrivendo di Settimo Torinese non si può non ricordare don Luigi Paviolo, parroco di San Pietro in Vincoli. Il parroco si adoperò senza sosta nella protezione, dall'8 settembre alla Liberazione, di quanti erano ricercati dai nazisti. Vicino alla cascina Pramolle, sotto il cavalcavia dell'autostrada MI-TO che attraversava perpendicolarmente l'autostrada in corrispondenza di via Leini, l'8 agosto del 1944 furono impiccati dai tedeschi sei giovani partigiani. Il cavalcavia che oggi porta il nome "8 agosto 1944", in memoria dell'episodio, è recente ed è legato alla costruzione della linea TAV Torino-Milano, che nel tratto corre di fianco all'autostrada. Il presidente Giovanni Gronchi concesse a Settimo Torinese il titolo di "Città" il 28 settembre 1958. Nello stesso anno la frazione di Mezzi Po, appartenente al comune di Gassino Torinese fino a quel momento, è passata su propria richiesta sotto l'amministrazione di Settimo. Il 28 settembre 2008 è stato celebrato il cinquantesimo anniversario di "Settimo Città". La chiesa di San Pietro in Vincoli, parrocchiale dal XVII secolo, venne ampliata nel 1810, mentre la facciata fu rimaneggiata sul finire dell'Ottocento. La torre è l'ultimo elemento superstite dell'antico castello signorile, gravemente danneggiato e forse distrutto durante le guerre franco-asburgiche del sedicesimo secolo. La città di Settimo Torinese è inserita nel Parco Fluviale del Po (Tratto Torinese) e fa parte del progetto Tangenziale Verde insieme ai comuni di Borgaro e Torino. Negli ultimi venticinque anni il Comune di Settimo ha attrezzato ed inaugurato ben tre grandi aree verdi nella zona ovest della città, adiacenti tra loro lungo via Raffaello e via San Mauro: Parco Sandro Pertini di 17100 m². Parco Alcide De Gasperi di 23470 m². Parco Enrico Berlinguer di 14000 m²., inaugurato nel 2016 collegati da pista ciclabile con San Mauro Torinese da un lato e Castiglione Torinese dall'altro. Nel 2001, dopo lunghi restauri iniziati nel 1997, è stato aperto un Ecomuseo all'interno dell'area del Mulino denominato Freidano, collocato sul Rio omonimo, costituendo un nuovo luogo di attrazione aperto al pubblico su una pregressa architettura industriale. Sito web dell'ecomuseo: [1] Dal 2022 a Settimo è presente il MU-CH, Museo della Chimica, che sorge negli spazi dell’ex fabbrica di vernici SIVA, in cui Primo Levi operò come chimico dal 1947 al 1975. Si tratta di un Museo interattivo ad alto contenuto esperienziale dedicato alla Chimica e alle STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics). Il fulcro attorno al quale ruota il progetto museale è la divulgazione scientifica mirata ai più giovani tramite attività per le scuole ed un percorso di visita adatto ad ogni fascia d’età. Non mancano però, ad arricchire il percorso di visita, sezioni e attività per adulti e famiglie. Il museo si trova in via Leinì 84 ed è aperto sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso 17:30). Ingresso riservato a scuole, gruppi e associazioni solo su prenotazione dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso 17:30). Il museo è chiuso il 24 e 25 dicembre, il 31 dicembre e il 15 agosto. Sito web del museo: [2] La Suoneria (anche nota come "Casa della musica") è uno spazio dedicato a eventi, attività culturali e altre iniziative principalmente legate al mondo della musica gestito dalla società ATI Dandelion a partire dal 2021. Oltre ad avere una sala concerti, all'interno della struttura è possibile trovare studi di registrazione e sale prova, nonché aule multimediali usate nell'ambito dei corsi offerti in loco. Inoltre, a partire dal 2012, la Suoneria è anche sede del teatro civico Garybaldi. Sito web della struttura: [3] Il Comune di Settimo Torinese ha conosciuto una forte crescita di popolazione dal 1961 al 1971, con un incremento del 133% di residenti, a causa dell'immigrazione interna proveniente soprattutto dal Veneto e dal meridione, raggiungendo la punta massima di 47 000 abitanti nel 2002. Negli ultimi dieci anni, a partire dal 2011, vi è stata una lieve flessione dei residenti pari al 2,3 %. Abitanti censiti Al 31 dicembre 2023, la popolazione straniera è di 3 077 abitanti, pari al 6,43% della popolazione. Le fiere tradizionali che si svolgono a Settimo, una in primavera e l'altra in autunno, hanno avuto origine nel 1848 quando il Re Carlo Alberto di Savoia-Carignano autorizzò il Comune a organizzarle, ma soltanto nel 1853 esse divennero una realtà consolidata. Oggi rappresentano degli appuntamenti di notevole interesse, non solo per la popolazione settimese, ma anche per un folto pubblico di visitatori. Durante il terzo fine settimana del mese di novembre si svolge a Settimo la tradizionale Fera dji Còj ("Fiera dei Cavoli"), dedicata a uno dei prodotti tipici locali, il cavolo. Settimo può infatti vantare una produzione rilevante di questo ortaggio, avendo al suo attivo una varietà considerata tra le migliori attualmente sul mercato. Vengono riproposte diverse iniziative legate al "cavolo", con mostre, rassegne orto-floro-frutticole, zootecniche, delle macchine agricole, dell'artigianato e dell'hobbistica, con concorsi gastronomici, cene e iniziative varie. Legate a questa ricorrenza sono anche due figure tipiche: il "re dij Coj" (re dei cavoli) e la "regin-a dle verze" (regina delle verze). Nel terzo fine settimana di maggio si svolge la Fera dl'Arlev. Un appuntamento primaverile, riscoperto proprio nel 2001 dopo una pausa di diversi anni. Il significato della Fiera si trova nel nome stesso: Fera dl'Arlev, ovvero in piemontese "Fiera del risveglio". Nel passato, infatti, chiunque poteva partecipare vendendo o scambiando diversi prodotti. Proprio con questo spirito di recupero delle tradizioni e delle usanze tipiche settimesi è stata riproposta la Fiera che ogni anno è dedicata a temi e prodotti diversi. Nel 2016 Settimo si è candidata a Capitale italiana della cultura per il 2018 e nel mese di novembre la città è stata ammessa nella lista ristretta delle dieci candidature che si sono contese il titolo, pur non risultando alla fine vincitrice. Settimo Torinese è stata protagonista di un film documentario di Gabriele Vacis dal titolo "Uno scampolo di Paradiso", prodotto da Antonia Spaliviero e Indyca, presentato al "Torino Film Festival" e vincitore di diversi premi tra cui il premio della Giuria al Festival del Cinema Italiano di Annecy. A Settimo Torinese è stato girato il film SmoKings di Michele Fornasero, vincitore dell'edizione 2014 del Festival dei Popoli nella sezione Premio Cinemaitaliano.info. Tra i più illustri concittadini nell’ambito del cinema troviamo Gabriel Garko, famoso attore e Lucas Caruso, anche lui attore. A Settimo Torinese è presente la biblioteca "Archimede", così chiamata per il suo focus su materie scientifiche. Nata nel primo Novecento grazie agli sforzi del maestro elementare Cesare Gasti, nel 1963 assume il suo nome corrente e cambia sede, finendo prima nell'ex forno pubblico poi in un complesso scolastico. Avrà in seguito una sede ideata apposta dall'architetto Dario Berrino, vicino alla chiesa romanica San Pietro in Vincoli, in cui si trasferirà a partire dal 1969. Nel 1999 la biblioteca apre una sede secondaria in Piazza della Libertà, con scopo multimediale, che nel 2004 (assieme alla sede principale) entra a far parte dello SBAM. La biblioteca diventa Polo d'area nord-est. Fra il 2005 e il 2008 la biblioteca ha aperto altre tre sedi decentralizzate, che dal 27 novembre 2010 sono state riunite assieme alla sede principale e alla biblioteca multimediale nella nuova sede di Piazza Campidoglio, al posto dell'ampio spazio occupato in passato dalla fabbrica di vernici Paramatti. Oggi la biblioteca continua a espandere le sue attività in ambito scientifico, fra cui corsi di programmazione e robotica e aree riservate a giochi da tavolo e videogiochi. Dal 2013 a Settimo Torinese, nel mese di ottobre, si svolge il Festival dell'innovazione e della scienza, una manifestazione che propone laboratori, incontri, tavole rotonde, mostre e installazioni per approfondire e divulgare temi scientifici. Ogni edizione del Festival dell'Innovazione e della Scienza è legata ad un tema specifico che riguarda una disciplina scientifica o umanistica che si lega al mondo delle scienze, di cui vengono raccontati i risvolti innovativi nell'ambito di ricerca, del lavoro e delle notizie di attualità. Il Festival è realizzato dal Comune di Settimo Torinese attraverso la Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana, l'ente che svolge attività di promozione ed organizzazione di eventi culturali nelle strutture culturali cittadine che essa gestisce, tra cui la Biblioteca Archimede, location principale degli eventi, e l'Ecomuseo del Freidano. Contribuiscono alla sua realizzazione enti pubblici, fondazioni bancarie e sponsor privati. A fianco degli eventi che si svolgono sul territorio di Settimo Torinese, dalla terza edizione nasce il "Festival Metropolitano" che vede l'organizzazione e lo svolgimento di eventi coordinati con i temi del Festival che si realizzano all'interno dei comuni dell'Area Metropolitana di Torino. Nel comune di Settimo Torinese hanno sede due istituti d'istruzione superiore statali che rappresentano singolarmente e ognuno nelle proprie offerte formative delle risorse importanti per la città. Istituto d'istruzione superiore "8 MARZO" polo liceale-tecnico (Istituto tecnico economico, liceo scientifico sportivo, scienze applicate, scientifico tradizionale e liceo delle scienze umane). Istituto d'istruzione superiore "G. FERRARIS" polo professionale-turistico (Istituto professionale manutenzione e assistenza tecnica, servizi commerciali, sanità e assistenza sociale, istituto tecnico turistico). Lungo l'asse di Via Italia, già profondamente mutato nel corso degli ultimi anni ed oggetto di costruzione di pista ciclabile e di pedonalizzazione nel suo tratto finale, è prevista la costruzione di tre torri-grattacielo sull'area dove dagli anni '60 era presente il supermercato Standa, la cui demolizione è iniziata nell'autunno 2017. Tale progetto è stato oggetto di molte discussioni e polemiche tra i cittadini e le forze politiche, specialmente sull'impatto che esso avrà, una volta realizzato, sul tessuto urbano storico del centro città e sulle sue ripercussioni sulla viabilità complessiva. Nell'intento di fare fronte alla forte ondata migratoria degli anni cinquanta e sessanta, nel gennaio 1962 la FIAT acquista 165000 m². di terreno tra la strada che conduce a San Mauro Torinese ed il Rio Fracasso per costruirvi abitazioni per i dipendenti del gruppo stesso. Il progetto è redatto dall'Architetto Guido Radic e prevede, oltre alle case, le scuole, un asilo, un campo sportivo e la chiesa per il quartiere. L'edificazione del villaggio ha luogo tra il 1962 ed il 1970 ed alla fine l'area occupata è composta da 43 edifici di quattro piani e 21 edifici di otto piani, per un totale di 1564 appartamenti, con una popolazione che raggiunge agli inizi del 1971 i 5 800 abitanti. La chiesa del quartiere è intitolata a "San Giuseppe Artigiano", patrono dei lavoratori ed entra in funzione nel 1966, inaugurata e consacrata dal Cardinale Michele Pellegrino. Nel corso degli anni ottanta le case verranno progressivamente vendute dal gruppo FIAT agli affittuari. Nel 2012 il comune di Settimo ha intitolato una piazza del villaggio all'architetto Guido Radic. Settimo Torinese è divisa in quattro quartieri: Borgo Nuovo, che comprende l'area nord della città ed il Villaggio Ulla Centro, che è il centro storico della città con la Torre civica S. Gallo, zona ad est della città, a cavallo dell'omonimo rio in parte interrato Borgo Provinciale, che comprende il Villaggio Fiat, ad occidente, che probabilmente prende il nome dall'attuale via Regio Parco che una volta era la strada provinciale per Torino Mezzi Po è una frazione rurale di Settimo Torinese, dalla quale dista 5,2 chilometri. Sorge a 188 metri sul livello del mare, nelle campagne a nord-est del comune d'appartenenza. Vi risiedono circa 400 abitanti. Confina a sud con l'abitato di Settimo, a est con il territorio comunale di Volpiano, a nord con quel di Brandizzo e, a est, il fiume Po la cinge dividendola dai paesi di Castiglione e Gassino, in linea d'aria molto vicini. La frazione ha fatto parte del comune di Gassino fino al 12 giugno 1957, anno in cui l'allora presidente della repubblica Giovanni Gronchi concesse a Settimo Torinese il titolo di città assegnandole, su richiesta dei mezzesi, la frazione, a causa della mancanza di collegamenti con il comune di Gassino. Oggi, tuttavia, la recente inaugurazione della S.P. 500 "Strada Provinciale della Collina Torinese" ha finalmente messo la parola fine alla situazione di paradossale isolamento tra il vecchio capoluogo -Gassino- e l'antica frazione. Il nuovo raccordo che si sviluppa dall'intersezione con la SP 40 di San Giusto all'incrocio con la SP 590 della Valle Cerrina, permette di collegare, per una lunghezza complessiva di km. 7,550 l'area di Gassino con quella di Volpiano, passando quindi per Mezzi Po, raccordandosi con la strada provinciale 11 Torino-Chivasso e con le autostrade A5 per Aosta e A4 per Milano. Villaggio Olimpia è la frazione di Settimo Torinese più vicina al comune di Torino, sull'asse di corso Romania e dista circa 3 km da Settimo: una pista ciclabile protetta unisce la frazione al capoluogo. Attualmente, il comune sta cercando di riqualificare la zona, facendola diventare più sicura per tutti e più integrata con il capoluogo. Fornacino è una frazione di Settimo, a circa 3 km verso nord ovest dalla città e dista 4 km dal comune di Leinì, stesso paese con cui divide l'omonimo territorio. È infatti curioso il fatto che gli abitanti posti sul lato sinistro della via principale, ovvero via Reisera, siano leinicesi, a differenza di quelli posti sulla destra, riconosciuti come settimesi. La Borgata Paradiso è una frazione del comune di Settimo, situata a circa metà strada tra Settimo e San Mauro Torinese (da non confondersi con l'omonima frazione di Collegno). È storica e rilevante la presenza all'interno del comune di grossi insediamenti industriali dei settori più svariati, quali GFT (ex Facis), Huhtamaki (ex Monoservizio-Bibo), Lavazza, L'Oreal, Olon (ex Antibioticos), Pilkington (ex Siv), Pirelli, Universal, Rejna-Framtek, Yesmoke. Molte aziende hanno aperto nel tempo i loro stabilimenti all'interno del territorio cittadino, entrando a far parte della storia di Settimo: basti ricordare la CEAT, la Lucchini Siderurgica, le acciaierie Ferrero, la Siva, dove è stato direttore generale di stabilimento Primo Levi, la Lecce-Pen, la Paramatti vernici, la Wilson, la Walker Pen, ed altre. La Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Settimo Torinese e "Pirelli Tyre" hanno firmato un accordo quadro finalizzato alla nascita di un polo tecnologico e industriale all'avanguardia per la produzione di pneumatici vettura sul territorio della città di Settimo, dove la società del gruppo Pirelli è attualmente presente con due siti produttivi. Il piano di rilancio industriale prevede il trasferimento delle attività produttive attualmente svolte nello stabilimento dedicato agli pneumatici vettura nello stabilimento per pneumatici autocarro. L'unificazione dei due impianti consentirà la realizzazione di un nuovo e moderno polo che si avvarrà delle più avanzate tecnologie produttive frutto della ricerca Pirelli, diventando così lo stabilimento del gruppo più all'avanguardia nel mondo.Il polo industriale, il 19 marzo 2011, ha ricevuto la visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Settimo è chiamata la "Città della penna" poiché storicamente la produzione di penne a sfera e stilografiche è una caratteristica industriale di quest'area. Autostrada A4 (Torino-Milano), uscita Settimo Torinese Autostrada A5 (Torino-Aosta), uscita casello Settimo Torinese Autostrada A55 (Tangenziale Nord di Torino), uscita casello Settimo Torinese Strada Statale 11 Padana Superiore (Torino-Chivasso-Vercelli-Novara-Milano) La stazione di Settimo Torinese è nodo di interscambio tra la Ferrovia Torino-Milano (gestita da RFI) e la Ferrovia Canavesana Settimo-Rivarolo-Pont Canavese (gestita da GTT). La Stazione di Settimo è servita dai treni delle linee SFM1 (Rivarolo-Chieri) e SFM2 (Pinerolo-Chivasso) del Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino e dai treni Regionali Torino - Novara gestiti da Trenitalia. Nei pressi della stazione si trovava il capolinea della tranvia per Torino, attiva tra il 1884 e il 1954. Settimo Torinese è servita da alcune linee suburbane GTT che la collegano a Torino e specificatamente le linee 49 (Cimitero - Torino Porta Susa), SE1 e SE2 (Cimitero - Torino Stura) e dalla linea SM1 che la collega al centro abitato di San Mauro. In città è presente anche un servizio urbano gestito dal Comune di Settimo Torinese, gratuito, costituito da 2 linee. 1946 : sindaco PSI (Luigi Raspini), giunta PSI-PCI 1956 : sindaco PSDI, giunta DC-PSDI 1960 : sindaco PSI (Ermanno Bonifetto), giunta PCI-PSI-Lista Civica 1965 : sindaco PSI (Ermanno Bonifetto), giunta DC-PSI-PSDI 1970 : sindaco PCI (Antonio De Francisco), giunta PCI-PSI 1975 : sindaco PCI (Tommaso Cravero), giunta PCI-PSI 1985 : sindaco PCI (Teobaldo Fenoglio), giunta monocolore PCI 1987 : sindaco PSI, (Giovanni Ossola), giunta PSI-DC-PLI-PRI Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune negli ultimi trent'anni : Valls Chaville Yangzhou Montalto Dora Cavarzere Montesilvano Ischitella Rionero in Vulture Il comune di Settimo Torinese nel 1995 ha ospitato i Campionati Europei di Softball femminili. La città è rappresentata da due squadre di calcio: l'Associazione Calcio Dilettantistica Settimo e la A.S.D Pro Eureka che disputano entrambi il campionato di Eccellenza. Settimo è rappresentato dalla squadra femminile di pallavolo Lilliput Pallavolo che ha militato in serie A2 e dalla Pallavolo Settimo, in prima divisione. Per quanto riguarda la pallacanestro, la A.S.D. Sea Basket Settimo Torinese milita correntemente in serie C Silver. Nel baseball il comune è rappresentato dalla società B.C. Settimo che gareggia nel campionato di serie A nazionale FIBS. La città di Settimo Torinese,insieme a Torino e Avigliana, ha ospitato alcune gare dei 36esimi Campionati Europei di Baseball 2021. È presente inoltre la Società di tiro con l'arco: A.S.D. Arcieri Varian 01052. Nel rugby la città è rappresentata dalla società ASD VIIº Rugby Torino che milita in Serie A, secondo livello del campionato nazionale. Gioca le sue partite allo Stadio Comunale di via Cascina Nuova. La città ospita la società di judo Akiyama Settimo, prima società del judo italiano. Tra i suoi atleti annovera Fabio Basile, duecentesima medaglia dello sport olimpico italiano. Un altro sport abbastanza praticato è l'Hit-ball che è stato ideato sul finire degli anni '70 a Settimo Torinese. La sede della Federazione Italiana Hit Ball (FIHB), che dal 1992 organizza il campionato nazionale, è stata invece fondata a Torino nei primi anni '90. Nel comune si trovano tre impianti sportivi dedicati al calcio: lo stadio Renzo Valla, con una capienza di circa 1 000 posti, lo stadio Primo Levi che può ospitare circa 500 persone e il Campo Comunale Guido Sattin. Wikinotizie contiene notizie di attualità su Settimo Torinese Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Settimo Torinese Sito ufficiale, su comune.settimo-torinese.to.it. Sèttimo Torinése, su sapere.it, De Agostini.

Mezzi Po
Mezzi Po

Mezzi Po (Mes Pò in piemontese) è una frazione rurale di Settimo Torinese, dalla quale dista 5,2 chilometri. Sorge a 188 metri sul livello del mare, nelle campagne a nord-est del comune d'appartenenza. Vi risiedono circa 500 abitanti. Confina a sud con l'abitato di Settimo, a est con il territorio comunale di Volpiano, a nord con quel di Brandizzo e, a est, il fiume Po la cinge dividendola dai paesi di Castiglione Torinese e Gassino, in linea d'aria molto vicini. La frazione ha fatto parte del comune di Gassino fino al 1957, anno in cui l'allora presidente della repubblica Giovanni Gronchi concesse a Settimo Torinese il titolo di città assegnandole, su richiesta dei mezzesi, la frazione, a causa della mancanza di collegamenti con il comune di Gassino. Ad oggi però, la distanza stradale tra Mezzi Po e il vecchio capoluogo Gassino, che era di circa 10 chilometri, per mancanza di ponti o attraversamenti sul fiume Po, si è ridotta notevolmente con la costruzione tra il 2007 e il 2009 di un nuovo ponte di 14 campate e lungo circa 2800 metri, che collega Il comune di Gassino alla frazione di Mezzi Po e al comune di Brandizzo, dando inoltre un acceso molto più veloce alla bretella autostradale A4 (Uscita autostradale Volpiano Sud-Brandizzo Ovest). Il ponte prende il nome di "Ponte Gassino". In linea d'aria i chilometri si riducono a 1,5-2. Nella frazione è presente un piccolo lago artificiale denominato "Verdelago", usato per la pesca sportiva e molto frequentato. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mezzi Po

Chiesa di San Pietro in Vincoli (Settimo Torinese)
Chiesa di San Pietro in Vincoli (Settimo Torinese)

La chiesa di San Pietro in Vincoli è la parrocchiale di Settimo Torinese, in città metropolitana e arcidiocesi di Torino; fa parte del distretto pastorale Torino Nord. La prima citazione di una chiesa intitolata a san Pietro risale al 1146, mentre la pieve, dedicata a santa Maria, fu menzionata per la prima volta nel 1173. La chiesetta di San Pietro in Vincoli fu eretta a parrocchiale nel XVII secolo; l'edificio venne ampliato nel 1810 mediante la costruzione del coro e del presbiterio, mentre sei anni dopo si provvide a consolidare le fondamenta. Nel 1892 fu posato il pavimento in seminato del presbiterio e, cinque anni dopo, la facciata venne rimaneggiata e il campanile rialzato; negli anni settanta, in ossequio alle norme postconciliari, si procedette alla realizzazione del nuovo altare rivolto verso l'assemblea. La facciata a salienti della chiesa, rivolta a settentrione e suddivisa da cornici in due registri scanditi da paraste, presenta in quello inferiore i tre portali d'ingresso, il maggiore dei quali protetto dal protiro sorretto da due colonne tuscaniche, e in quello superiore, che è affiancato da due volute, un grande affresco raffigurante una scena sacra. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, suddiviso da cornici marcapiano in più ordini; la cella presenta su ogni lato una monofora ed è coperta dalla guglia piramidale. L'interno dell'edificio, sviluppato su un impianto a croce latina, è suddiviso da una serie di arcate a tutto sesto rette da pilastri decorati con lesene ioniche in tre navate, sulle quali si aprono quattro cappelle per lato; l'ampia navata centrale è scandita in cinque campate coperte da volte a crociera, riccamente ornate con affreschi raffiguranti santi, mentre le navatelle sono coronate da volte a vela, interamente dipinte. La controfacciata accoglie sopra al portale principale una cantoria in legno, su cui è collocato l'organo. La crociera è chiusa superiormente da una volta a vela, decorata a trompe-l'œil come una cupola a finti cassettoni con vetrata centrale raffigurante l'Onnipotente, su quattro pennacchi contenenti medaglioni dipinti con gli evangelisti; i due bracci del transetto sono coperti da volte a botte riccamente affrescate, impostate sulla trabeazione modanata, che prosegue lungo tutto il perimetro dell'aula. Il presbiterio, lievemente rialzato, è coperto da una volta a botte dipinta; l'ambiente accoglie nel mezzo l'altare maggiore a mensa in legno dipinto, mentre più indietro è collocato l'antico altare in marmi policromi, sormontato da un grande crocifisso; l'abside, coronata dal catino dipinto a spicchi, ospita sul fondo, sopra al coro ligneo, un ampio affresco raffigurante San Pietro in Vincoli. Altre opere di pregio qui conservate, oltre al suddetto affresco, sono le statue raffiguranti i Santi Antonio di Padova, Rita e Teresa, l'altare minore della Madonna del Rosario, il fonte battesimale e un simulacro con soggetto il Sacro Cuore di Gesù. Settimo Torinese Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Arcidiocesi di Torino Regione ecclesiastica Piemonte Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Pietro in Vincoli Parrocchia di SAN PIETRO IN VINCOLI, su parrocchiemap.it. URL consultato il 4 dicembre 2021.

Torre di Settimo
Torre di Settimo

La torre di Settimo è un'antica struttura difensiva di Settimo Torinese, ultimo elemento superstite dello scomparso castello locale. Il castello, da tempo scomparso, e la relativa torre furono costruiti sul sito di un precedente fortilizio, noto solo per fonti d'archivio, probabilmente tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento. Planimetria e ambienti del castello di cui la torre faceva parte, tuttavia, non ci sono pervenuti. Fonti quattrocentesche attestano che il complesso difensivo, in ogni caso, era assai ampio. Oltre al castello, esso comprendeva la "villa", o borgo, e il ricetto, uno schema frequente nel tardo Medioevo. Il borgo era dotato di fortificazioni perimetrali e fossati il cui tracciato è ancora oggi ricalcato delle moderne vie Antonino, Roosevelt, Mazzini, Astegiano e Matteotti, mentre a sud doveva essere parzialmente delimitato dalle strutture del castello. A ridosso di quest'ultimo, verso il borgo, sorgeva il ricetto, un'ulteriore struttura difensiva destinata a proteggere gli abitanti del luogo e i loro beni, servendo da rifugio e forse anche da ridotto militare. Nei secoli successivi, l'importanza del borgo fortificato di Settimo si legò alla sorveglianza del tratto finale della strada del Ducato di Savoia che, uscendo dalla Porta Palatina di Torino, passava da Settimo per poi dirigersi a Milano (via publica peregrinorum et mercatorum, ossia "strada pubblica dei pellegrini e dei mercanti"). Nella seconda metà dell'Ottocento, la torre fu trasformata in residenza per conto di una ricca famiglia torinese. A ovest fu costruito un palazzo in stile liberty, mentre l'area del castello già distrutto era occupata da un giardino. La proprietà era chiamata "Villa Calma". Nel 1912, il Comune di Settimo acquistò l'intera area, torre compresa, e nel 1922-23 vi edificò la nuova scuola, poi convertita nel 1983 in sede del municipio. I lavori di sopraelevazione dello stabile comportarono la distruzione di alcune caditoie della torre. Per iniziativa della Pro Loco e della Consorteria dei Gamberai, tra il 1975 e il 1976, il pittore Giulio Boccaccio decorò le pareti e il soffitto di un intero piano della torre con scene tratte dalla storia di Settimo, letta in chiave popolare. Il restauro della torre ad opera dell'architetto Donatella D'Angelo e dell'adiacente palazzotto, si è concluso nel 2003; la torre è oggi adibita a più funzioni, ospitando cerimonie per matrimoni e conferenze in alcune sale, mentre altri spazi sono stati recuperati per la funzione espositiva. Dal 2022 la Torre di Settimo stilizzata compare nelle divise da gioco del Baseball Club Settimo militante in serie A del campionato Italiano. Silvio Bertotto, Quell'ultima freccia. La torre del castello di Settimo Torinese, 2003. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre di Settimo

San Mauro Torinese
San Mauro Torinese

San Mauro Torinese (San Mò in piemontese) è un comune italiano di 18.922 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte, conurbato nell'area metropolitana torinese. Il comune si trova ad est di Torino nel tratto dominato dalla Basilica di Superga, e la riva destra del fiume Po, lungo l'antica strada che un tempo collegava la Porta Praetoria di Torino (ubicata nell'attuale Piazza Castello) e la romana Industria (l'attuale Monteu da Po) con Valenza e Casale Monferrato. Una parte del comune, di sviluppo più recente, rimane anche sulla riva sinistra del Po, collegata attraverso il Ponte Vittorio Emanuele III (1912), oggi chiamato il "Ponte Vecchio", in quanto recentemente affiancato da un nuovo ponte, Ponte XI Settembre (2001). Il primo documento scritto in cui compare il comune di San Mauro riporta il nome di Pulchra Rada o Pulcherada (letteralmente "bella spiaggia" o "bella rada", probabilmente una denominazione che traeva origine dalle bellezze del luogo che anticamente era il letto del Po) e risale al 4 maggio 991: vi si legge che Anselmo, marchese del Monferrato, si impegna a ricostruire l'abbazia dei monaci benedettini distrutta nel corso di un'invasione dei Saraceni. In quell'occasione divenne Sancta Maria in Pulcherada: il centro monastico, ormai devastato dai Saraceni e abbandonato dai monaci, entrava a far parte della donazione del marchese Anselmo di Monferrato, della moglie Gisla, di Guglielmo e Riprando figli del defunto Oddone. In questa occasione viene citato per la prima volta il nome San Mauro, il santo monaco che fu fra i primi discepoli di San Benedetto. Il suo culto, molto diffuso in Francia, si radicò anche in Piemonte, dove la devozione popolare fu solita ricorrere a lui grazie soprattutto a molte guarigioni miracolose. Era anche conosciuto come patrono dei gottosi e degli zoppi. L'abbazia sorse intorno all'VIII-IX secolo su un preesistente insediamento romano risalente al periodo di fondazione di Augusta Taurinorum (l'attuale Torino) e divenne il nucleo centrale del primo centro abitato che si costituì intorno ad essa. Fu infatti ricostruita dopo l'anno 1000, quando in Piemonte cessarono le invasioni delle orde ungare e saracene. A capo della comunità vi era l'abate, che amministrava la vita religiosa e civile locale. Fu inoltre un periodo che vide una rinascita di monasteri e abbazie, favorita da una ripresa sia economica che demografica. Nell'anno 1029, Alrico, vescovo di Asti, il fratello Olderico Manfredi II, marchese di Torino, e Berta, cognata di Alrico, donarono alla chiesa di Susa alcuni beni, tra cui San Mauro. Nel 1055 il Monastero di Pulcherada venne unito a quello di Susa, ma in seguito ne venne nuovamente separato. Secondo il diploma imperiale di Federico I del 26 gennaio 1159, quello stesso anno il Monastero di Pulcherada venne eretto ad abbazia. L'imperatore confermò i privilegi del vescovo di Torino, elencando tra questi «... Abbatiam Sanctii Salvatoris et Sancti Mauri sitam in Vico Pulcherada cum suis pertinensis». Nel XII secolo l'abbazia raggiunse una notevole prosperità, ma, a causa della sua posizione al confine tra il Marchesato del Monferrato e il Ducato di Savoia, fu teatro di continui scontri armati tra le due casate. Ciò provocò un'inarrestabile decadenza, culminata nel 1474 con la sua soppressione e trasformazione in commendam. Nel 1420 la denominazione ufficiale della località divenne San Mauro, in onore di San Mauro abate, monaco benedettino che, diretto in Francia, sostò presso l'abbazia nel VI secolo. L'importanza del fiume Po nell'economia locale indusse già nel 1445 ad una regolamentazione della pesca, e con un'ordinanza del 1575 si fece obbligo di asportare dal fiume i grossi detriti che erano di impedimento al corso della navigazione. L'avvento degli abati commendatari, che si limitavano ad incassare le rendite vivendo altrove, favorì l'autonomia della comunità locale, che finalmente ottenne nel 1567 quei benefici e gli statuti che i precedenti abati avevano sempre negato. Fino al 1603 l'abbazia rimase ai Benedettini; in seguito fu conferita a membri del clero secolare. Alla decadenza dell'abbazia corrispose nella storia l'affermazione politica e territoriale della dinastia sabauda che, a partire dal duca Emanuele Filiberto, dette inizio ad una politica di rivendicazione dei poteri sovrani. Infatti sono del 16 ottobre 1671 le regie patenti con le quali il duca Carlo Emanuele II concedeva in feudo all'auditore Giuseppe Maria Filippone e ai suoi eredi la seconda cognizione, ossia l'appello di tutte le cause civili e criminali del luogo di San Mauro. Tale concessione suscitò l'indignazione dell'abate, che vide nell'atto sia un'intromissione alla sua autorità, sia una diminuzione del suo prestigio. Dopo schermaglie durate qualche anno, tuttavia, Filippone poté prendere possesso del suo feudo, tramandandolo ai suoi eredi, fino al 1720. All'arrivo dei rivoluzionari francesi i beni dell'abbazia furono confiscati e nel 1803 vennero venduti all'asta per la rilevante somma di 22.000 Lire. Il primo giugno dello stesso anno papa Pio VII decretò la soppressione del convento. La chiesa dell'abbazia, che aveva ormai subito diversi restauri, fu ridotta allo stato di semplice chiesa parrocchiale e di essa si fece carico la comunità. Durante questo periodo gli abitanti del paese, situato quasi esclusivamente sulla riva destra del fiume, passavano mediante barche alla sponda sinistra. Nel corso dell'Ottocento il comune iniziò il suo sviluppo, sia grazie al passaggio dell'abbazia al clero secolare, sia per il frazionamento delle proprietà effettuato durante l'occupazione francese. Nel 1814 tornò al potere Casa Savoia e la storia di San Mauro non si discostò più da quella di Torino e del Piemonte. Nel 1862 si giunse all'attuale denominazione di "San Mauro Torinese". Il 26 settembre 1880 fu inaugurata la linea tranviaria Torino-Brusasco, inizialmente a vapore e poi elettrificata. Ma il grosso dei collegamenti avvenne ancora per tutto il XIX secolo con l'attraversamento del fiume Po, che ha sempre avuto un importante rilievo nello sviluppo dell'economia locale: dal suo alveo vennero infatti derivati diversi canali impiegati per l'irrigazione dei campi e per muovere le ruote dei mulini. Il 17 febbraio 1907 fu deliberata la costruzione di un ponte sul Po tra San Mauro e Bertolla. I lavori iniziarono nell'aprile del 1911 su progetto dell'impresa Allegri e si conclusero il 15 agosto 1912 : il ponte fu inaugurato l'8 settembre 1912 dal sindaco Giovanni Mochino ed intitolato a Vittorio Emanuele III. Negli anni del secondo dopoguerra, sulla scia della massiccia industrializzazione dell'area torinese, San Mauro ha conosciuto un notevole sviluppo urbanistico ed un massiccio incremento demografico (gli abitanti sono cresciuti di ben tre volte negli ultimi sessant'anni), che hanno mutato radicalmente l'aspetto fisico ed il tessuto sociale del paese. La presenza del fiume Po, da cui viene presa l'acqua per il canale che alimenta la centrale elettrica nei pressi di Chivasso, e della collina, oltre all'esistenza di testimonianze storico-artistiche di pregio quali l'abbazia millenaria, il castello di Sambuy, la Torre di Moncanino e -nelle immediate vicinanze- la basilica di Superga, hanno contribuito a mantenere particolarmente interessante ed attraente questa località che, in passato, fu anche luogo di villeggiatura. Solo poche testimonianze sono giunte a noi dello splendore e potenza dell'antica Abbazia benedettina di San Mauro: l'abside centrale e la parte sinistra della navata della chiesa parrocchiale, già chiesa abbaziale, il campanile e la parte inferiore della Cappella della Madonnina. La chiesa parrocchiale di Santa Maria in Pulcherada è situata al centro del borgo più antico del paese, in una posizione più elevata. La navata e la facciata sono in stile barocco e furono restaurate nel 1665 grazie all'abate commendatario Petrinus Achemius. L'antica costruzione, già rivoluzionata tra il XII e il XIV secolo, fu notevolmente stravolta e quindi è difficilissimo cercare di ricostruirne le forme originali. È probabile che la costruzione sia stata edificata tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo. La caratterizzano profonde finestre monofore, originariamente cieche, suddivise da lesene, sovrastate ciascuna da tre nicchie cieche. Sul lato sinistro della facciata si eleva il campanile costruito tra il XII ed il XIII secolo ad alte monofore affiancate. Nel Medioevo ebbe non solo importanti finalità liturgiche, ma anche militari e difensive come torre di avvistamento e di segnalazione. Nel recinto dell'antico monastero di Santa Maria Pulcherada è situata la cappella della Madonnina, la cui parte inferiore a tre navatelle è forse precedente o contemporanea dell'antico cenobio. Sulla destra, giungendo da Torino lungo la statale per Casale Monferrato e prima del ponte sul Po, si nota la piccola chiesa di San Rocco, un tempo luogo di culto della Confraternita dello Spirito Santo. L'attuale chiesa fu costruita tra il 1728 ed il 1731 da Carlo Antonio Castelli. Il campanile è del 1760, mentre la facciata risale al 1781. La confraternita venne sciolta nel 1957 causando inevitabilmente il degrado della chiesa, ormai abbandonata. Solo nel 1978 venne restaurata con il contributo dei parrocchiani e nuovamente adibita a culto ed è tutt'oggi utilizzata per la messa feriale.Per l'aumento demografico vennero costruite tra il 1959 ed il 1966 tre nuove chiese: una intitolata a Sant'Anna, nell'antica borgata di Sant'Anna-Pescatori, l'altra dedicata a San Benedetto Abate in zona Oltre Po , l'altra ancora al Sacro Cuore di Gesù,in borgata Sambuy . Lungo il crinale situato tra la valle di Rivodora e quella del rio San Mauro è presente la chiesa di San Grato, un semplice e spoglio edificio settecentesco. Nei pressi del confine con Castiglione Torinese è presente la piccola Chiesa del Mariano, dedicata alla Madonna. A causa dell'intensa industrializzazione che caratterizzò i trascorsi decenni e che aveva messo in crisi l'intera collina adiacente al comune, venne definito un piano per la salvaguardia e la valorizzazione dell'intera collina. Il Parco naturale della Collina di Superga venne istituito nel novembre 1991 con la Legge Regionale 55/91 con finalità di tutela e di conservazione delle caratteristiche ambientali, naturali, faunistiche, storiche e paesaggistiche del territorio del parco. Degna di nota nella zona collinare è la "Villa Lavista", esempio sublime di architettura eclettica, nella quale si fondono e coesistono elementi barocchi e neoclassici e decorazioni pre-liberty. Lungo l'attuale Via del Moncanino, località panoramica e salubre, furono edificate tra il Settecento ed il Novecento numerose ville signorili, tra cui spicca la "Villa del Cavalier Ludovico Nicolis", sede fino al 1993 del Famulato Cristiano. Al bivio tra Moncanino e via Montenero si erge l'elegante figura di "Villa Soley", in stile neoclassico, con la caratteristica torre che domina San Mauro, circondata da un grande parco. La villa venne fatta costruire nel 1830 da Bernardo Soley e presenta una pianta rettangolare: è a tre piani, di cui l'ultimo è coronato da una balconata impreziosita da statue. Simbolo della collina di San Mauro è la "Torre del Moncanino", un edificio in stile neogotico fatto edificare nella seconda metà dell'Ottocento. La torre ha un'architettura alquanto stravagante sulla quale si aprono finestre a sesto acuto, bifore, trifore e balconate; ha sette lati, è completamente costruita in mattoni e raggiunge l'altezza di 52 metri. È sormontata da un angelo metallico che indica la direzione del vento. A nord-est del comune, percorrendo la strada nazionale della Valle Cerrina in direzione di Casale Monferrato, si incontra sulla sinistra un lungo muro di cinta che attornia il Castello dei Conti di Sambuy e il suo vasto parco. Il castello domina un poggio ed è a pianta rettangolare con una facciata in cotto ornata da una doppia rampa di scale.Si intravvede bella citronaia di Pelagio Palagi. Proseguendo sulla strada al confine con Castiglione Torinese si incontra il Mulino di Sambuy, progettato dal noto architetto Amedeo Peyron. Per San Mauro passa quel tratto di Via Francigena che valica le Alpi al Moncenisio o al Monginevro e si unisce a quella proveniente da nord presso il vercellese. Premettendo che il tracciato è piuttosto variabile nel corso del tempo, l'itinerario pubblicato dal sito della città metropolitana di Torino, segnato da volontari col simbolo verniciato del "pellegrino giallo", entra al confine con Torino sull'argine destro del Po, proveniente dal Parco del Meisino, continua così fino al centro e da lì segue più o meno da vicino l'argine destro del Canale Cimena fino alla zona del Pedaggio Vecchio, proseguendo poi per Gassino, Chivasso ed il vercellese. Sono presenti molti cartelli illustrativi e chilometrici sul percorso. Un moderno monumento dedicato ai pellegrini ed ai monaci della vicina Abbazia di Pulcherada si trova sul lato sinistro del fiume Po, nel Parco de L'Eliana. San Mauro ospita il singolarissimo edificio della ex sede dirigenziale e amministrativa torinese delle Cartiere Burgo, realizzato nel 1981 dall'architetto brasiliano Oscar Niemeyer, il creatore della città di Brasilia. La biblioteca civica "Germana Bocca" è stata istituita nel 1966: dal 2004, ha sede nel Centro Culturale Polivalente assieme al Centro Multimediale, l'Informagiovani e l'Ufficio Cultura della città. La biblioteca fa parte dello SBAM. Negli ultimi sessanta anni, dal 1961, la popolazione residente è raddoppiata. Abitanti censiti Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera residente era di 994 persone, pari al 5,34% della popolazione. La zona industriale del comune di San Mauro è chiamata "Zona Pescarito". Nel 1969 vi venne realizzato l'autoporto Pescarito, di circa 1 milione di metri quadrati. Da notare l'interessante architettura di un edificio a pianta circolare ospitante dal 1980 le Cartiere Burgo, progettato da uno dei più celebri architetti del XX secolo, Oscar Niemeyer, ideatore dei principali palazzi governativi della città di Brasilia: attualmente la struttura non è più usata e rimane in attesa di una nuova destinazione d'uso. La vocazione agricola del comune si è ridotta in proporzione alla cresciuta domanda industriale, ma nel territorio si coltivano ancora ortaggi, fiori e soprattutto fragole, per le quali il paese è famoso. L'origine delle coltivazione delle fragole pare risalire al 1706, quando il duca Vittorio Amedeo II, per risarcire i contadini del luogo che nella guerra contro i francesi avevano subito pesanti devastazioni, donò loro in esclusiva delle piantine di fragola importate dall'America. Il culmine di tale produzione venne raggiunto tra gli anni 1930 e 1950 e richiamava a San Mauro le frolere, ovvero le raccoglitrici di fragole che, tra maggio e giugno, lavoravano per raccogliere in tempo la rinomata "fragolina nera", prodotto tipico del paese.Attualmente, anche se la produzione è diminuita, tra maggio e giugno si celebra la "Festa delle Fragole", che attira numerosi turisti e coinvolge nella festa tutto il paese. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. L'Eliana Mirande Orsara di Puglia San Mauro Torinese possiede dalla fine del 2014 un consiglio comunale dei ragazzi ormai arrivato al secondo mandato. I ragazzi partecipanti (17) scelti tra gli alunni di 4°, 5° elementare e il triennio delle medie. I candidati vengono successivamente votati, una volta esposto il programma davanti a tutti gli alunni, in maniera anonima dai ragazzi frequentanti la stessa scuola del candidato. Le scuole sanmauresi concedono al consiglio: 6 ragazzi, scuola secondaria di 1º grado "Carlo Alberto Dalla Chiesa" 4 ragazzi, scuola secondaria di 1º grado "Silvio Pellico" 4 ragazzi, scuola primaria "Giorgio Catti" 2 ragazzi, scuola primaria "Nino Costa" 1 ragazzo, scuole primarie "Salvador Allende" e "Elsa Morante" Il presidente del consiglio, il vicepresidente e i presidenti delle commissioni di territorio e cultura vengono scelti dal consiglio con voto anonimo, preceduto da un discorso. La prima seduta è stata il 19 dicembre 2014. Il consiglio ha subito un riformamento dalla seduta del 16 dicembre 2016. Orazio Geraci, STORIA DI SAN MAURO, Edizioni Pagliero, - 1979 Carlo Bosco, Anche a Gassino sventolava il Tricolore (1848-1918). Cronaca e storia in Gassino e dintorni negli anni del Risorgimento Italiano, Torino, Scaravaglio, 2012. Il Piemonte paese per paese - Ed. Bonechi - 1993. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Mauro Torinese Sito ufficiale, su comune.sanmaurotorinese.to.it. San Màuro Torinése, su sapere.it, De Agostini.

Musei Reali (Torino)
Musei Reali (Torino)

I Musei Reali sono un ampio complesso museale, situato nel cuore della città Torino e comprendente il Palazzo Reale, i Giardini Reali, la Biblioteca Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità, il pian terreno di Palazzo Chiablese e la Cappella della Sacra Sindone. I Musei Reali offrono un itinerario storico, artistico e naturale che si estende su circa 50.000 mq, e che si è costituito progressivamente tra il XVI e il XX secolo, di pari passo con la storia della famiglia dei Savoia, inglobando anche reperti ben più antichi all'interno delle proprie collezioni. Il complesso museale dei Musei Reali nacque nel 2014 con il nome di Polo Reale per merito della art. 30 del D.P.C.M. n.171 del 29 agosto 2014 (la cosiddetta “Riforma Franceschini”, cioè il Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance). Si trattò di un'area museale comprendente istituti fino ad allora autonomi per gestione e controllo: il Palazzo Reale, l’Armeria Reale, la Biblioteca Reale, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità e i Giardini Reali. A seguito del D.M. n. 43 del 23/01/2016 (Modifiche al decreto 23 dicembre 2014, recante “Organizzazione e funzionamento dei musei statali”), il Polo Reale cambiò il proprio nome in quello attuale di Musei Reali, aggiungendo al percorso di visita anche la Cappella della Sindone e il pian terreno di Palazzo Chiablese. Il cambio del nome corrispose alla volontà di proseguire nel percorso di autonomia dell'istituto e di definizione di una sua nuova identità come organismo unico. Sin dal 2014 i Musei Reali si configurano come un unico museo, di rilevante interesse nazionale, dotato di autonomia speciale in ambito scientifico, finanziario, contabile e organizzativo. Nell'anno della sua istituzione (2016) è stato il ventiduesimo sito statale italiano più visitato, con 314.195 visitatori, che salgono a circa 470.000 aggiungendo gli ingressi allo spazio per le esposizioni temporanee di Palazzo Chiablese. Nel 2018 l'intero complesso, incluse le mostre ospitate nelle Sale Chiablese, è stato visitato da 515.632 visitatori. Musei di Torino Luoghi d'interesse a Torino Sito ufficiale, su museireali.cultura.gov.it. Musei reali, su residenzerealisabaude.com. è Reale – Il canale dei Musei Reali, su mrereale.cultura.gov.it. Musei Reali di Torino sul sito del MiBAC Musei Reali, già Polo Reale Torino (MuseoTorino)

Falchera
Falchera

La Falchera (Farchera in piemontese) è un quartiere della Circoscrizione 6 di Torino, situato nell'estrema periferia nord della città. Sino al tardo Ottocento il territorio della Falchera era un'area prevalentemente rurale, costellata di terreni agricoli e pastorizi e di un discreto numero di cascine. Fra le più antiche, ad esempio, si ricordano le quattrocentesche Ranotte e Antioca, la cinquecentesca Ca Bianca, le settecentesche Barberina e Gli Stessi e infine la cascina Falchera, risalente anch'essa ai primi del Settecento. Proprio a quest'ultimo edificio, originariamente di proprietà della famiglia Falchero, deve il nome l'intero quartiere. Fin dai quei tempi la zona era attraversata da un'importante arteria stradale, il cosiddetto stradone o strada di Leinì (l'attuale strada provinciale di Cuorgnè), che collegava Torino con l'area nord del Canavese. Lungo questa strada nacque il primo nucleo della Falchera, oggi noto come il Borgo Vecchio, un agglomerato di poche case rurali ed alcuni esercizi commerciali (botteghe artigianali, negozi di generi alimentari, un'osteria, ecc.) che, fra l'altro, si dotò presto di una scuola elementare, la cosiddetta scuola di Ponte Stura (1898). Grazie alla sua particolare ubicazione, il Borgo Vecchio era un punto sia di transito sia di sosta per quei commercianti che, con i loro carretti, portavano le merci dal basso Canavese ai mercati della città. In quegli anni, inoltre, la provinciale di Cuorgnè era attraversata da una linea tranviaria detta Canavesana o tramway Torino-Leinì-Volpiano a vapore, che, dal 1883 al 1929, collegava la cintura nord di Torino al resto della città, giungendo fino a Porta Palazzo. Al di là della provinciale, altre strade di rilievo erano la strada del Villaretto e la strada vicinale dell'Abbadia di Stura, che conducevano rispettivamente allo storico borgo del Villaretto e all'antica Abbazia di Stura, di origine medievale. In passato entrambi questi luoghi erano dei punti di riferimento importanti per l'abitato dell'Oltrestura, tenendo presente che, già nel Settecento, gran parte di questa regione era compresa nel Contado di Villaretto e Cascinette e faceva parte della Parrocchia dell'Abbadia di Stura. Ad ogni modo, l'abitato del Borgo Vecchio si sviluppò principalmente lungo la strada di Cuorgnè, punto di ingresso significativo nella periferia nord di Torino. Al di fuori di quest'asse, nuclei minori di case sorsero anche attorno ai vecchi cascinali della zona, soprattutto nei pressi della Barberina e dell'Antioca e, nel lato est, in prossimità delle Ranotte. All'indomani della seconda guerra mondiale, di fronte alle necessità di "incrementare l'occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori", il Comitato di Attuazione dell'INA-Casa acquistò l'area a nord della ferrovia, ampiamente non urbanizzata, e sotto la direzione dell'architetto e urbanista Giovanni Astengo realizzò un quartiere ex novo, noto fin da subito col nome Falchera (l'attuale Falchera Vecchia). Il progetto, realizzato fra il 1952 e il 1954, diede vita a un borgo a sé stante rispetto al resto della città, caratterizzato da uno schema di condomini sistematicamente a tre piani e dalle caratteristiche facciate in mattone rosso; i caseggiati, articolati in tre o quattro ali che si raccolgono su ampie aree di verde pubblico, sono disposti a raggiera attorno a un centro comune, che ha il suo cuore nell'attuale piazza Giovanni Astengo (già piazza Falchera fino al 2007), la piazza centrale del quartiere. Attorno alla piazza, sul lato est, venne inaugurata nel 1957 la Parrocchia di San Pio X, con annesso l'ampio oratorio a tutt'oggi esistente, e negli anni furono realizzati diversi servizi quali, ad esempio, la scuola materna e la scuola elementare Antonio Ambrosini. Dal punto di vista urbanistico, i nomi delle vie furono curiosamente ispirati al mondo floreale (per la precisione ai nomi degli alberi), escludendo da questa logica solo il viale e la piazza centrali (viale Falchera e piazza Giovanni Astengo). Rimasero inalterati, tuttavia, i vecchi nomi delle strade preesistenti (strada della Barberina, strada dell'Antioca, strada vicinale dell'Abbadia di Stura, ecc.), mentre il circondario delle Ranotte sviluppò un'odonomastica tutta sua legata ai nomi dei fiumi (con l'unica eccezione di via Antonio Sant'Elia). Una breve parentesi riguardo a quest'ultima zona, mai interessata dai piani di edilizia pubblica (diversamente da gran parte del quartiere): per quanto piccola e circoscritta nell'ambito di poche vie, l'area delle Ranotte ha conosciuto uno sviluppo diverso rispetto a quello di Falchera Vecchia, sia sotto l'aspetto urbanistico-edilizio sia dal punto di vista commerciale e di servizi pubblici. Edificata in edilizia privata, la zona è infatti composta di qualche casa indipendente e di condomini di piccole o medie dimensioni, sviluppati in un classico sistema viario a griglia (secondo la concezione tipica dell'urbanistica torinese); ancora oggi sono attivi diversi servizi pubblici (studio medico, studio dentistico, centro di assistenza fiscale, ecc.) oltre a un certo numero di esercizi commerciali, mentre in passato la zona contava anche un cinema di quartiere. Un po' diverso è il caso di strada della Barberina, che, per via del suo isolamento rispetto al centro di Falchera, risulta meno sviluppata dal punto di vista di strade e abitazioni (frutto anch'esse di edilizia privata) e ancora oggi mantiene l'aspetto di un piccolo sobborgo rurale. Nei primi anni settanta, a seguito del costante aumento demografico in città, il quartiere della Falchera venne ampliato nei suoi confini settentrionali, realizzando così un nuovo nucleo urbano noto con il nome di Falchera Nuova. Caratterizzata da edifici parzialmente a schiera (di 4 piani) e parzialmente a torre (sedici edifici di 10 piani), disposti in maniera lineare e dalle facciate rosse o bianche, la Falchera Nuova conobbe uno sviluppo urbanistico e architettonico diverso da quello della Falchera Vecchia (fra le differenze maggiori, ad esempio, vi fu il ricorso a sistemi di prefabbricazione), uno sviluppo che, come nel caso dell'INA-Casa per Falchera Vecchia, fu strettamente vincolato alle richieste Gescal e IACP (l'attuale ATC). Già negli anni settanta il nuovo quartiere si dotò di strutture scolastiche (scuola materna, scuola elementare e scuola media) e di servizi sociali e commerciali (lungo via degli Abeti) e nel 1976 inaugurò la Parrocchia di Gesù Salvatore. Va ricordato, a difesa della memoria storica, che nell'area est dell'odierna Falchera Nuova un tempo sorgeva la cascina Gli Stessi, di origine settecentesca e ancora attiva alla fine degli anni sessanta. Anche noto come Gli Istesi o cascina della Mensa Arcivescovile di Torino, l'edificio venne abbattuto nei primi anni settanta per far posto al nuovo quartiere. A pochi passi dalla cascina si stendeva un boschetto molto fitto con al suo interno un piccolo specchio d'acqua, chiamato da tutti "Laghetto", dal quale la gente attingeva l'acqua per dissetarsi; nei medesimi anni, tuttavia, al posto del laghetto venne costruito il Centro Commerciale di Falchera Nuova, ancora oggi presente lungo via degli Abeti. Dal punto di vista urbanistico Falchera Nuova mantiene la stessa toponomastica stradale di Falchera Vecchia, ispirata ai nomi degli alberi, anche se la disposizione del tracciato stradale è notevolmente diversa rispetto a quella del vecchio quartiere. Le due eccezioni toponomastiche sono i casi di piazza Tonino Miccichè, dedicata ad un militante di Lotta Continua ucciso il 16 aprile 1975 da una guardia giurata durante le lotte per l'occupazione delle case , e piazzale Volgograd. È delimitato: a nord dai confini di Mappano (delineati indicativamente dalla tangenziale nord) a est dai confini di Settimo Torinese a sud dalla ferrovia Torino-Milano e da un breve tratto del torrente Stura di Lanzo a ovest dal raccordo autostradale Torino-Caselle Oltre ai comuni di Mappano e Settimo, la Falchera confina dunque con i quartieri del Villaretto (lato ovest) e di Pietra Alta (lato sud), assieme ai quali condivide buona parte dell'Oltrestura torinese (relativamente all'abitato della zona). Per consuetudine locale, la zona viene suddivisa in tre borgate: Borgo Vecchio Falchera Vecchia Falchera Nuova le quali da Strada Provinciale di Cuorgnè si sviluppano in direzione est; il versante ovest, dal canto suo, ha conosciuto una minore espansione urbanistica e architettonica (per lo più lungo strada della Barberina) e presenta ampi tratti di territorio a tutt'oggi non urbanizzati. Sul lato ovest di strada provinciale di Cuorgnè sorge la cascina Falchera, un antico cascinale di inizio Settecento che, grazie alla sua imponenza e centralità lunga la tratta del vecchio borgo, finì col prestare il suo nome all'intero quartiere. In origine la cascina apparteneva alla famiglia Falchero, che a partire dalla metà del Seicento fu tra le famiglie di maggior prestigio all'interno della Parrocchia di Lucento (comprendente un ampio territorio tra la Dora e lo Stura, oltre una parte dell'Oltrestura). Gestita a lungo dai Falchero, di cui si ricordano ad esempio i fratelli Giacomo e Francesco, proprietari nel 1790, col passare dei secoli la cascina cambiò proprietà finché, fra gli anni ottanta e novanta dello scorso secolo, l'Ufficio Tecnico del Comune di Torino modificò pesantemente il complesso rurale, allestendo al suo interno laboratori botanici e spazi didattici (a cura dell'Assessorato all'Ambiente in collaborazione con l'Assessorato all'Istruzione). Attualmente la cascina Falchera ospita il "Centro di Cultura per l'Educazione all'Ambiente e all'Agricoltura della Città di Torino", una fattoria didattica, cioè, con un'area dedicata all'allevamento e una alla coltivazione, un laboratorio di trasformazione alimentare, spazi polifunzionali e ricreativi, nonché una sala riunioni. Fanno inoltre parte della struttura un ristorante e un ostello. Nell'area a nord-est di Falchera Nuova, in una porzione di territorio mai edificato, si stendono i cosiddetti laghetti della Falchera, due grandi specchi d'acqua artificiali che, assieme ai campi circostanti, costituiscono l'estremo confine nord-est del quartiere, a ridosso della tangenziale nord. È interessante notare che questi laghetti non sono sempre esistiti, ma come il resto della Falchera fanno parte di un processo evolutivo che ha accompagnato la storia del quartiere. Fino alla fine degli anni sessanta, in effetti, il terreno su cui essi sorgono si presentava come una grande spianata di terra in superficie; il territorio, tuttavia, è sempre stato molto acquitrinoso e ricco di acque sorgive nel sottosuolo. Al momento di costruire la Falchera Nuova, poco più a sud dell'area in questione, ci si rese conto che il terreno presentava delle difformità in fatto di livelli, cosa che rendeva difficile l'edificazione dei nuovi caseggiati. Si pensò allora di ovviare all'inconveniente estraendo terra e ghiaia da riporto dalla spianata a nord-est, così da riutilizzarla per livellare la superficie del nuovo quartiere in costruzione. Per via indiretta, questa soluzione portò alla nascita degli odierni laghetti. Difatti, la terra e la ghiaia rimossi produssero un invaso molto grande nell'area di estrazione, facendo affiorare in superficie parte dell'acqua proveniente dal sottosuolo. Alla formazione dei laghetti, inoltre, contribuirono anche gli scavi per la costruzione della tangenziale nord, seguendo un processo simile a quello descritto per la Falchera Nuova. Nel corso degli anni, l'area dei laghetti è stata abbandonata all'incuria. Per via di ciò si è formulato un progetto di riqualificazione dell'intera zona, che ha visto nascere un parco urbano con pista ciclabile e giochi per bambini attorno ai laghi (inaugurato ad inizio agosto 2020). A Falchera vi sono due chiese, che in entrambi i casi sono anche due parrocchie. La più vecchia delle due, appartenente al territorio di Falchera Vecchia, è la Parrocchia di San Pio X (inaugurata nel 1957), mentre la più recente, sita a Falchera Nuova, è la Parrocchia di Gesù Salvatore (inaugurata nel 1976): sia l'una che l'altra dispongono anche di un piccolo oratorio con parco giochi. Se si esclude la vecchia scuola di Ponte Stura (attiva fino al 1983 come scuola media succursale), la Falchera conta due scuole materne, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado. Alla Falchera Vecchia hanno sede la scuola dell'infanzia San Pio X e la scuola elementare Antonio Ambrosini; alla Falchera Nuova risiedono la scuola materna Rosa Luxemburg, la scuola elementare Pablo Neruda e la scuola media inferiore Leonardo Da Vinci (anche nota come Istituto comprensivo Leonardo Da Vinci). Fra i servizi dedicati alla cultura e all'informazione vanno menzionati la biblioteca civica Don Lorenzo Milani, sita dal 2014 in una vecchia ala della scuola Antonio Ambrosini, e il giornale Gente di Falchera, un periodico locale che, a partire dal 1993, offre uno strumento di espressione e coinvolgimento riguardo alle vicissitudini del quartiere. Nell'ambito dei servizi sociali offerti ai giovani va ricordato il Centro per il Protagonismo Giovanile El Barrio, spazio di "creatività e socializzazione" dedicato a "musica, arte, creatività, solidarietà internazionale, stili di vita, sviluppo sostenibile". All'interno delle strutture oratoriali, in particolar modo presso l'Oratorio San Pio X, ha sede una polisportiva giovanile salesiana (PGS Conquista), che agli sport di squadra unisce attività di fitness, ginnastica dolce e ginnastica adulti. Sia alla Falchera Vecchia che alla Falchera Nuova, inoltre, vi sono due grandi impianti sportivi dotati di campi da calcio, campi da calcetto, campi da tennis e, nell'impianto della Falchera Vecchia, anche di un campo di tiro con l'arco. Grazie alla sua peculiare pianta urbanistica, la Falchera gode di molti spazi di verde pubblico, ai quali vanno aggiunti tre parco giochi attrezzati, rispettivamente a Falchera Vecchia, in via delle Betulle, e Falchera Nuova, in piazzale Volgograd. Un tempo in stato di degrado, inoltre, l'area dei laghetti è stata oggetto del sopra citato piano di bonifica e riqualificazione del quartiere, con l'intenzione di adibirla nuovamente a parco urbano (comprendente fra l'altro servizi e piste ciclabili). A causa del suo isolamento e della sua posizione periferica, la Falchera è un territorio di poco passaggio per i non residenti, che attraversano la zona principalmente da strada provinciale di Cuorgnè in direzione Torino o provincia. Questo fatto è dovuto allo sviluppo stesso del quartiere, che, racchiuso in gran parte nel quadrilatero ferrovia-autostrada-tangenziale-strada provinciale, era accessibile sino al 2020 quasi esclusivamente dalla provinciale di Cuorgnè, se si escludono due accessi più indiretti ed estremamente marginali nel sistema viario locale (uno proveniente da Settimo Torinese e l'altro dalle Basse di Stura). Da luglio 2020, dopo sei anni di lavoro dalla sua approvazione, un nuovo cavalcavia a due corsie, con annessa pista ciclopedonale, congiunge corso Romania alla Falchera, scavalcando la ferrovia e la stazione Stura. Il quartiere, ad ogni modo, gode di due piazze principali al suo interno, distribuite rispettivamente a Falchera Vecchia (piazza Giovanni Astengo) e Falchera Nuova (piazzale Volgograd). Falchera è raggiungibile sia attraverso la rete urbana e suburbana (le linee principali sono il 50 e il 46), sia attraverso la rete tranviaria di Torino (linea 4). Alla stessa maniera del 50, anche il 4 fa capolinea a Falchera Nuova, mentre il 46 prosegue in direzione Mappano. Altre linee secondarie (le cosiddette "navette" o gli "speciali stabilimento") attraversano ancora il quartiere e lo collegano sia a Torino sia alla provincia torinese, specialmente alla cintura nord. Va ricordato, inoltre, che l'allungamento della linea 4 sino a Falchera è relativamente recente (anno 2006) e, tramite un tunnel che passa al di sotto della ferrovia, permette di collegare i due poli opposti della città: la Falchera nella periferia nord e Mirafiori nella periferia sud. Fra le infrastrutture più importanti del quartiere vi è la stazione di Torino Stura, che, posta sul lato sud di Falchera (al confine con Pietra Alta), è attraversata dalla Torino-Milano e dal passante ferroviario di Torino. L'intera struttura, comprensiva di binari ferroviari e fabbricato viaggiatori, è stata ricostruita e potenziata fra il 2006 e il 2011. Nell'estate del 2015, RFI ha indetto un evento di arte urbana che ha portato alla realizzazione di numerosi murales lungo le pareti della stazione Stura, sui muri delle banchine nel sottopasso ovest e su una parete all'ingresso: all'opera hanno partecipato sessanta artisti provenienti dalla scena italiana ed europea. Urbanistica n. 7. Amilcare De Leo, Mario Alba, Umberto Grassi, Falchera 50 anni, Torino, Redazione "Gente di Falchera", 2004. Mario Alba, Amilcare De Leo, Umberto Grassi, L'altra storia - Vent'anni dopo: Falchera Nuova, Torino, Redazione "Gente di Falchera", 2009. Circoscrizioni di Torino Pietra Alta Villaretto Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Falchera Associazione Gente di Falchera, su gentedifalchera.it. URL consultato il 18 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2013). Biblioteca civica Don Lorenzo Milani, su comune.torino.it. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2014). Cascina Falchera, su cascinafalchera.it. URL consultato il 24 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2014). Centro per il protagonismo giovanile El Barrio, su elbarriotorino.wordpress.com. Istituto comprensivo statale Leonardo da Vinci, su icleonardodavincitorino.it. URL consultato il 24 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014). Scuola elementare Antonio Ambrosini, su 123click.it. Storia degli obiettori di coscienza a Falchera, su obiettoriafalchera.blogspot.com. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2019).