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Oratorio di San Girolamo e Santa Maria Maddalena dei Pazzi

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Oratorio maria maddalena de pazzi bagnolo
Oratorio maria maddalena de pazzi bagnolo

L'oratorio di San Girolamo e Santa Maria Maddalena dei Pazzi si trova nel comune di Montemurlo, all'interno della villa Pazzi al Parugiano. Fu interamente affrescato nel 1583 – 1584 dal fiammingo Giovanni Stradano con scene di notevole vivacità e fantasia narrativa. Nel centro della volta è dipinto Dio Padre, con ai lati la Creazione degli elementi, il Peccato originale, la Cacciata dal Paradiso, il Giudizio Universale e l'Inferno. La decorazione prosegue sulle pareti coi Santi Penitenti (Antonio abate e Paolo, Onofrio, Girolamo, Giovanni Battista) immersi nella natura. La vita contemplativa e il lavoro sono richiamati dalle vedute di eremi e della Rocca di Montemurlo. Nella fascia inferiore sono affrescati gli Apostoli e la Natività della Vergine, l'Annunciazione e l'Adorazione dei pastori. Il prezioso organo (1713) è del napoletano Felice Cimmino. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su oratorio di San Girolamo e Santa Maria Maddalena dei Pazzi Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Oratorio di San Girolamo e Santa Maria Maddalena dei Pazzi (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Oratorio di San Girolamo e Santa Maria Maddalena dei Pazzi
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Oratorio maria maddalena de pazzi bagnolo
Oratorio maria maddalena de pazzi bagnolo
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Luoghi vicini

Villa Pazzi al Parugiano
Villa Pazzi al Parugiano

La Villa Pazzi al Parugiano è un edificio storico di Montemurlo in provincia di Prato, situato in via Montalese 219, località Bagnolo. Il toponimo Palusano, lungo la via Cassia, è documentato fin dal 994, quando vi è ricordata una torre che, nel 1020, risulta già trasformata in una "corte a castello", appartenente ai conti Guidi. La conquista dei feudi della zona da parte di Firenze, compreso Montemurlo, fece sì che ai primi del Trecento il Parugiano diventi di proprietà della famiglia Pazzi, sebbene nel 1325 il complesso fosse espugnato e distrutto da Castruccio Castracani. Persa la sua funzione difensiva, nel XV secolo il complesso fu essenzialmente un centro agricolo rurale fatto di alcuni edifici attorno a una corte, ma a seguito di acquisti e nuove costruzioni i Pazzi vi crearono una villa turrita. Nonostante le travagliate vicende politiche della famiglia, i Pazzi rimasero proprietari del Parugiano per quasi 500 anni. Nel 1537 la villa, come altre della zona, fu interessata dai fatti della battaglia di Montemurlo: qui Piero Strozzi aveva fatto appostare una compagnia di archibugieri che tendessero un agguato alle truppe fiorentine medicee dirette ad assediare il castello. Nata in Firenze il 2 aprile 1566, vi visse per lunghi periodi estivi durante l'infanzia Caterina, poi nota come suor Maria Maddalena, la santa mistica canonizzata nel 1669 che tanta importanza ebbe nella vita spirituale fiorentina della sua epoca. Proprio qui la giovane ebbe la sua prima visione estatica, in una camera che ancora oggi è ricordata col suo nome. Vi visse anche Giovanni Girolamo Pazzi, fondatore dell'Accademia Colombaria, che qui sperimentò la coltivazione di piante officinali. Nel 1935 infine la villa fu acquistata da Adolfo Coppedè, i cui discendenti ne mantennero la proprietà fino al 1980. Delle originarie strutture medievali restano alcune tracce negli spessori di alcune pareti e nella struttura organizzata attorno alla corte. La facciata principale della villa ha forme cinquecentesche, con sei assi che al pian terreno mostrano due portali centinati (ma solo quello destro è antico) e quattro finestre inginocchiate. La torretta al centro è stata appesantita da ampliamenti recenti. Accanto al portale antico due busti settecenteschi in pietra sono attribuiti al fiorentino Vittorio Barbieri; sulla facciata si trovano anche uno stemma quattrocentesco dei Pazzi e, più in alto, quello dei Coppedè. Il prospetto sul lato ovest fu invece ristrutturato dai Coppedé con il riuso di alcuni elementi antichi, come un architrave quattrocentesco. Agli interventi del 1935-36 risalgono anche il collegamento della villa al granaio con un portico colonnato, il loggiato neocinquecentesco della limonaia (con colonne di recupero), e la tinaia del giardino. All'interno varie sale conservano le decorazioni settecentesche, come le cinque camere e l'alcova al primo piano, affrescate a prospettive, finte rovine e vedute "alla boschereccia " nel 1768 circa. Più recente è la galleria-vestibolo, realizzata dal Coppedè nel 1935-36, in stile razionalista, nata per fare da showroom ai pezzi di mobilio creati dalla sua ditta familiare. Sebbene la raccolta originale sia stata in larga parte dispersa, restano un soffitto intagliato di Mariano Coppedè del 1889 circa, un camino neomanierista del figlio di Adolfo e mobili intarsiati neocinquecenteschi, oltre calchi in gesso di sculture del XIX secolo. La cappella originariamente dedicata a san Girolamo, o oggi a santa Maria Maddalena dei Pazzi (dal 1728), fu realizzata tra il 1566 e il 1583, è nota per il ciclo di affreschi di Giovanni Stradano del 1583-84. Seguendo un complesso programma iconografico controriformato, l'artista raffigura sulla volta a padiglione sopra l'altare un Dio Padre tra grottesche, affiancato sui lati brevi dalla Creazione degli elementi, il Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso, mentre su quelli lunghi dal Giudizio universale e l'Inferno; negli spigoli si trovano gli Evangelisti, e lungo le pareti si trovano i santi penitenti entro paesaggi (Antonio Abate, Paolo Abate, Onofrio, Girolamo, Giovanni Battista). Arricchiscono il ciclo rimandi alla vita contemplativa nelle vedute di alcuni celebri complessi benedettini, quali la certosa del Galluzzo, Santa Maria dell'Impruneta, Vallombrosa, mentre andarono perduti con l'ampliamento della struttura il santuario di Loreto, l'eremo di Camaldoli e il santuario della Verna. Sulla parete d'ingresso si trova poi una nota veduta della Rocca di Montemurlo; completano nella parte inferiore delle pareti gli Apostoli a destra e le Scene della vita di Maria a sinistra, in parte ridipinti da Carlo Coppedè nel 1937-38. La tela del Redentore che appare ai santi Maria Maddalena de' Pazzi, Antonio abate e Romualdo è opera di Francesco Conti; anche l'organo è antico, opera del napoletano Felioce Cimmino risalente al 1713. Il vano aperto tramite un arco con colonne fu realizzato nell'ultimo quarto del Settecento e dipinto da Giovanni Venturini con scene della vita di santa Maria Maddalena de' Pazzi. Ai primi del XIX secolo risale il portico sulla facciata occidentale e al 1811 il coretto. La villa si affaccia su un prato arricchito da alti platani e una quercia, con al centro una fontana ricomposta nell'Ottocento con materiali di spoglio. Il resto del giardino è all'inglese, con copie di statue antiche. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Pazzi Oratorio di San Girolamo e Santa Maria Maddalena dei Pazzi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Pazzi al Parugiano

Villa Strozzi di Bagnolo
Villa Strozzi di Bagnolo

La Villa Strozzi di Bagnolo (o anche solo villa di Bagnolo) è un edificio storico di Montemurlo in provincia di Prato, situato in via Montalese 158, località Bagnolo. Costruita tra il XVI e il XVII secolo, riadattando probabilmente una struttura medievale più modesta, la villa appartenne agli Strozzi di Firenze dai primi del Cinquecento. Vi risiedette ad esempio Piero, capo della sommossa antimedicea del 1537. Fu rimodernata verso il 1742, quando venne probabilmente definito l'aspetto della facciata oggi visibile, e poi di nuovo a fine del secolo e nell'Ottocento. Passata di erede in erede fino ai giorni nostri, non è mai stata messa in vendita, sebbene dal 1863 la linea maschile di questo ramo si sia estinta. Arretrata rispetto all'asse viario, presenta un vialone di accesso in ghiaia che taglia il prato in uno scenografico emiciclo, con ippocastani lungo il muro di cinta. La facciata principale mostra tre piani e sette assi, con ha un corpo centrale caratterizzato da una scala a doppia rampa e da una torre colombaria. Ai lati si trovano due ali più basse, destinate agli ambienti di servizio della servitù e della fattoria. Vicino si trova un oratorio dedicato a santa Lucia, decorato internamente da quadrature ottocentesche, un altare in stucco con edicola e una pittura parietale con la santa titolare riferibile al pratese Antonio Marini (prima metà del XIX secolo). A monte si trova una facciata più semplice, che conserva un aspetto tardo cinquecentesco organizzato su sei assi con finestre del piano nobile dai davanzali sorretti da mensolette con voluta; più tardo è solo il portalino, settecentesco. All'interno, nel piano seminterrato, si conserva un grande camino cinquecentesco con arme degli Strozzi. Al piano nobile si accede con scala a doppia rampa, che porta a un grande salone sul quale si affacciano stanze decorate ai primi dell'Ottocento con grottesche, putti e finte architetture. Nel giardino si trovano grandi aiuole tra tigli e querce secolari, con una dolce pendenza. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Strozzi di Bagnolo

Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Montemurlo)
Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Montemurlo)

La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi è un edificio sacro di Montemurlo situato lungo la via di Galceti in zona Bagnolo. Nata come oratorio della vicina villa di Galceto, deve la sua origine a un oratorio dedicato prima a san Giustino e poi a sant'Isidoro, documentato dal 1638. L'aspetto attuale risale però a lavori condotti nella seconda metà dell'Ottocento, quando nella villa abitarono importanti personalità russe. Oggi chiesa parrocchiale, è caratterizzato da una facciata dotata di pronao in muratura, arricchito da una serliana con membrature in pietra artificiale, pilastri tuscanici e un timpano triangolare. All'interno, dall'aspetto neoclassico, si nota un arcone ellittico del presbiterio su robuste colonne ioniche; sopra di esso sono dipinti degli angeli del pittore Giovanni Cirri (1908-1959) risalenti agli anni trenta del Novecento. Sul presbiterio una cupoletta cieca è decorata da un'Assunzione della Vergine del pistoiese Pietro Ulivi, che aveva anche dipinto gli Evangelisti nei pennacchi, oggi perduti e sostituiti da angeli, sempre degli anni trenta. In controfacciata un'acquasantiera neoclassica in marmo a forma di conchiglia. La tela con Santa Maria Maddalena è opera della fine del XX secolo di Simona Bruni. Vi fu sepolto il politico e generale dell'Impero russo Arsenij Andreevič Zakrevskij nel 1865. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Villa di Galceto
Villa di Galceto

La Villa di Galceto, o Focanti o Druzkoj, è un edificio storico di Montemurlo in provincia di Prato, situato in via Montalese 55, località Bagnolo. In questo sito la famiglia Temperani possedeva almeno dalla fine del XV secolo una casa "da signore" dotata di torre, che ai primi del Settecento passò ai Buondelmonti. Entro il 1740 furono condotti ampi lavori di ammodernamento, e nel 1809, quando la possedevano i Doupouny, ottenne l'aspetto attuale. Dal 1863 la villa fu abitata dal principe Demetrio Droutskoy Sokolinskoy, accompagnato dal conte Arsenij Zakrevskij, che fu governatore di Mosca e di Finlandia, oltre che ministro dell'Interno dell'Impero russo e generale aiutante militare dello zar durante le guerre napoleoniche (alla sua morte fu sepolto nell'attigua chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi). Nel 1877 la villa fu visitata da Giosuè Carducci. Si alternarono poi i San Giorgio, i Calamai e, ai giorni nostri, i Focanti, con una parentesi nel 1944 quando ospitò temporaneamente l'ospedale della Misericordia. Adesso è di proprietà della famiglia Fanti. La villa è scenograficamente arretrata rispetto al passaggio della strada, collocata in posizione leggermente rialzata alle pendici del Monte Chiesino, in fondo a un vialone fiancheggiato da siepi di bosso e ulivi. La facciata, attribuita a Giuseppe Valentini, dovrebbe risalire al primo quarto dell'Ottocento. Aperture si aprono simmetriche sui tre livelli, con maggior risalto al centro, dove una scala doppia rampa porta a prospetto al piano nobile scandito da tre arcate con lesene ioniche, trabeazione e finto bugnato, in uno stile neocinquecentesco che in passato fece anche favoleggiare un disegno dovuto a Michelangelo. Al piano superiore le tre finestre ripropongono un'analoga scansione in forme più leggere. Oltre la gronda l'edificio è coronato da una terrazza con attico al centro, e balaustra su cui si intervallano vasi e statue di gusto tardobarocco. Gli interni conservano la struttura settecentesca, con un grande salone a doppio volume, dotato di ballatoio che era usato dai musicisti durante le feste da ballo, e di un camino neorinascimentale. Attorno al salone si articolano i vari ambienti, tra cui un saloncino con pitture settecentesche inquadrate da stucchi. Nel parco si trovano una limonaia e un granaio settecenteschi, oltre a una fattoria che ha un fastigio ornato da una maiolica con l'Adorazione della Vergine, che si ricorda come copia ottocentesca di un originale di Andrea della Robbia trafugato in quegli anni. AA.VV., Prato e provincia, Milano, Touring Club Italiano, 2004. Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Montemurlo) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa di Galceto

Maliseti
Maliseti

Maliseti è una frazione di oltre 6.000 abitanti del comune di Prato, al confine con il territorio comunale di Montemurlo. Sorto lungo la direttrice Prato-Pistoia, l'odierna via Montalese, di impianto pressoché moderno, l'agglomerato si è decisamente sviluppato a partire dagli anni '60 e '70. Al suo interno coesistono zone miste industriali e residenziali. Il nucleo originario data alla fine del XII secolo, quando, nella zona dell'odierna Maliseti, sorgeva uno "spedale" per pellegrini e viandanti, nato per volere del benefattore Martino Maleseti. Il nome di Maleseti è rimasto pressoché inalterato nella toponomastica della frazione. Nell'abitato di Maliseti è presente il penitenziario di Prato, detto della Dogaia, costruito negli anni '80. La parrocchia è quella della chiesa di San Giovanni Battista, costruzione degli anni Settanta. Nei dintorni del quartiere sorge l'area protetta del Monteferrato, importante complesso collinare ricchissimo di vegetazione mediterranea, già abitato durante il paleolitico e di notevole interesse dal punto di vista geologico. Le rocce presenti, di struttura ofiolitica, sono infatti costituite da magma eruttivo di intrusione, formato da minerali diversissimi, tra i quali il serpentino, noto come marmo verde di Figline (o di Prato). Il particolare tipo di roccia fa sì che sul Monteferrato vegetino esemplari unici di licheni. A Maliseti ha sede una società hockeystica, l'H.P. Maliseti, che gioca le sue partite in casa al PalaRogai e attualmente milita in Serie A2. Nel calcio, invece, conta sull'A.C. Maliseti, attualmente militante nel campionato di Promozione, con un florido settore giovanile, che in passato, dal 1985 al 1991, ha avuto come giocatore delle giovanili Ighli Vannucchi, ex fantasista dell'Empoli FC in Serie A e della Nazionale Olimpica di Calcio. Le scuole presenti nel quartiere sono la scuola media "Don Bosco" e l'Istituto comprensivo "Claudio Puddu". Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maliseti