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Aeroporto di Catania-Fontanarossa

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Catania Airport Panorama
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L'Aeroporto di Catania-Fontanarossa (IATA: CTA, ICAO: LICC) è il quarto aeroporto italiano per traffico passeggeri. La tratta Catania-Roma è la più trafficata a livello nazionale, con oltre 150 voli settimanali, nonché la quarta in Europa. La storia dell'aeroporto risale ai primi anni del Novecento, quando venne costruito un campo di volo per scopi militari. Successivamente, negli anni Venti, fu avviato un servizio di linea aerea tra Catania e Palermo. Durante la Seconda guerra mondiale, l'aeroporto subì gravi danni a causa dei bombardamenti, ma fu successivamente ricostruito e ampliato per far fronte all'aumento del traffico aereo commerciale. Negli ultimi decenni, ha visto un rilevante incremento del numero di passeggeri, che lo ha portato a diventare il principale aeroporto dell'Isola. Nell'aeroporto sorge la base MARISTAELI della Marina Militare; inoltre, non molto distante dall'aeroporto si trova la base aerea di Sigonella. È il primo aeroporto del Mezzogiorno seguito da Napoli. Il traffico dello scalo resta in continua espansione, con numerosi voli di linea e charter favoriti dalla posizione geografica e dai collegamenti stradali. Vista l'inadeguatezza del precedente impianto, progettato negli anni settanta per accogliere un traffico massimo di un milione di passeggeri annui, in anni recenti è stata realizzata poco distante un'aerostazione più capiente. È stata, inoltre, ampliata l'area di sosta per i velivoli e realizzata una nuova pista di rullaggio che collega il piazzale di sosta aeromobili con la testata pista 08. La consegna dei lavori del nuovo impianto e delle opere connesse è avvenuta il 21 dicembre 2006, con un ritardo di quasi due anni rispetto alle previsioni iniziali (inverno 2005) ed è stato aperto al pubblico l'8 maggio 2007. Inoltre, nel 2018 è stato aperto al pubblico anche il Terminal C. Lo scalo è, talvolta, soggetto a limitazioni operative o temporanee chiusure a causa delle ceneri vulcaniche emesse durante le eruzioni dell'Etna che possono invadere lo spazio aereo e le piste obbligando, per motivi di sicurezza, a dirottare i voli sugli altri aeroporti della regione. Per gestire tale fenomeno, nel gennaio 2010 il Dipartimento della Protezione Civile ha installato nell'air-side dell'aeroporto un radar in banda X in doppia polarizzazione per il monitoraggio delle nubi di cenere vulcanica emesse dall'Etna, a supporto delle autorità preposte alla regolamentazione e al controllo del traffico aereo. L'aeroporto di Comiso è stato acquisito dall'aeroporto di Catania nel 2019. Nucleo elicotteri Vigili del Fuoco Scuola di volo "Aeroclub di Catania" ATO.IT.0043 Nell'aeroporto è presente la Marina Militare con la base di MARISTAELI Catania-Fontanarossa "Mario Calderara", con il 2º e il 3º Gruppo elicotteri e la 2ª Sezione Volo Elicotteri della Guardia costiera. È inoltre sede del 12º Nucleo elicotteri carabinieri e di una Sezione aerea della Guardia di Finanza. L'aerostazione civile venne ufficialmente inaugurata nel maggio 1924 dall'allora Presidente del Consiglio Benito Mussolini. Dall'ottobre 1935 vi operò il 17º Gruppo caccia fino all'agosto 1936. Nel gennaio 1936 arrivò anche il 1º Stormo caccia (poi 1º Stormo caccia Ogni Tempo). Dal 15 giugno 1941 vi operò il 10º Gruppo fino al 6 ottobre. Nel maggio 1943 torna il 17º Gruppo caccia fino a luglio 1943. Il 5 maggio 1947 atterrò il volo inaugurale delle Linee Aeree Italiane Internazionali (che poi diverrà l'Alitalia) proveniente da Torino (Aeroporto di Collegno). Alla fine degli anni quaranta il governo stanziò diversi fondi per la costruzione di un'aerostazione più grande, che venne quindi realizzata e dedicata all'illustre meteorologo catanese Filippo Eredia, ed inaugurata dal Ministro Mario Scelba nel 1950. Tuttavia il traffico passeggeri stentò fino a tutti gli anni cinquanta. Nel 1962, parte proprio dall'aeroporto di Catania il Morane-Saulnier MS.760 Paris per l'ultimo viaggio del fondatore e presidente dell'ENI Enrico Mattei, che si concluderà tragicamente a seguito di un presunto attentato nei pressi di Bascapè a pochi km dallo scalo di Linate. Negli anni sessanta si ebbe un notevole incremento dei viaggiatori, che già nel 1966 superarono quota 260.000. Questo rese l'infrastruttura nuovamente inadeguata e la pista si rivelò troppo corta per aerei sempre più grandi e veloci. Negli anni settanta, con un traffico passeggeri in continuo aumento (500.000 in media) si realizzò una nuova Aerostazione unitamente alla Torre di Controllo, Scalo Merci, Caserma dei Vigili del Fuoco e un allungamento della pista su progetto dell'architetto Manfredi Nicoletti. L'impianto, inaugurato il 5 agosto 1981 per una capacità di 800.000 passeggeri annui, risultò ben presto inadeguato ai nuovi sorprendenti tassi di crescita del traffico passeggeri ed aeromobili. All'inizio del XXI secolo, quindi, si dedicò tutta la vecchia struttura alle sole partenze realizzando, contestualmente, un piccolo terminal arrivi a fianco. Successivamente si è realizzato un nuovo molo aeroportuale di 44.460 m² (di cui oltre 20.000 a disposizione del pubblico), articolato su due livelli (arrivi e partenze), dotato di 6 pontili d'imbarco, 20 uscite d'imbarco ed una torre alta circa 30 metri (destinata ad accogliere uffici ed un ristorante panoramico). Tale struttura può assorbire un traffico annuo di circa 6.500.000 passeggeri. Il 5 maggio 2007 l'aerostazione è stata intitolata a Vincenzo Bellini. La scelta ha fatto discutere, in quanto molti avrebbero voluto che l'aeroporto fosse intitolato ad Angelo D'Arrigo, aviatore originario di Catania, autore di numerosi primati del mondo, quali il volo sopra l'Everest e l'Antartide in deltaplano e molti altri. Importanti opere sono state realizzate sull'area esterna. La nuova via di rullaggio per la testata pista 08 (in uso dal 2006) ha elevato la capacità oraria a 16 movimenti. Nel gennaio 2007 sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione di una nuova via di rullaggio (che collegherà il piazzale di sosta aeromobili alla testata della pista 26) e di una bretella che consentirà agli aeromobili in atterraggio di liberare rapidamente la pista 08 elevandone la capacità oraria a 20 movimenti. Questo raccordo è stato ultimato ed è diventato operativo dal 15 gennaio 2009. Il piazzale di sosta misura 179.900 m², con una capacità di 26 aeromobili in configurazione standard. Dal 12 aprile 2013 è operativo un sentiero di avvicinamento luminoso ALS CAT I di metri 279 per la pista 08 e di uno semplificato SALS di metri 300 per la pista 26. A partire dal 5 novembre 2012 l'aeroporto è stato chiuso per lavori sulla pista. Tutti i voli sono stati dirottati nella vicina base NATO di Sigonella. I lavori sull'area di pista di Fontanarossa, costati poco meno di 20 milioni di euro, hanno riguardato la riqualifica strutturale e funzionale della pavimentazione e del relativo sottofondo della pista, oltre alla riqualifica delle strisce laterali di sicurezza e della pavimentazione delle testate, strutture queste usurate da 50 anni di attività. I lavori si sono resi necessari anche in considerazione dell'attuale traffico aereo nel aeroporto, per numeri di passeggeri il primo nel mezzogiorno, e in previsione del futuro incremento. Il 5 dicembre 2012, dopo 30 giorni di lavori, con il volo Catania-Napoli effettuato da un MD-80 della Meridiana Fly, lo scalo è stato riaperto. Il 22 dicembre 2017 è stata raggiunta la cifra, record per lo scalo, di 9.000.000 di passeggeri, mentre i 10.000.000 sono stati superati nel 2019. Il 14 luglio 2018 è stato aperto il Terminal C, inizialmente adibito solamente per i voli in area Schengen della compagnia aerea EasyJet, ma durante la pandemia di COVID-19 iniziata nel 2020 è stato utilizzato come presidio sanitario per il rilevamento di infezioni dal virus SARS-CoV-2. Dal 13 marzo 2021 lo scalo è servito anche dalla nuova fermata ferroviaria delle Ferrovie dello Stato di Catania Fontanarossa - Aeroporto. Nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2023 un vasto incendio si è sviluppato al piano terra dell'aerostazione, causando la chiusura del Terminal A ai voli commerciali. Gran parte dei voli sono stati dirottati verso gli altri aeroporti dell'isola, mentre alcuni voli sono stati trasferiti al Terminal C. Il Terminal A ha riaperto il 6 agosto, dopo più di tre settimane dal rogo. L'aeroporto di Catania si compone di tre terminal, di cui uno in disuso dal 2007. Il Terminal A ha sostituito il Terminal B a partire dal Maggio del 2007. Si articola su due livelli, per un totale di 44.460 m2. Il terminal è stato costruito per ospitare 6,5 milioni di passeggeri ogni anno. Al piano terra vi sono gli arrivi, qui ci sono 8 nastri adibiti al ritiro dei bagagli, la dogana, negozi, punti ristoro, bancomat e i banchi delle aziende di autonoleggio. Al piano superiore vi sono le partenze con 55 banchi di check-in e drop-off e 12 varchi di controllo passeggeri. Nell'area imbarchi sono presenti 6 jetbridges e 22 gates oltre a una lounge VIP, negozi, punti ristoro, bancomat e postazioni di ricarica. Questo terminal opera anche destinazioni extra-schengen, il controllo passaporti è ubicato sul lato ovest del terminal e i gate adibiti a queste operazioni sono i gate da 18 a 22. Il Terminal B è il vecchio terminal dell'aeroporto di Catania e non viene più usato dal 2007 anno di inaugurazione del nuovo Terminal A. Sono previsti progetti di riqualificazione di questo Terminal. I primi render e un tour virtuale di come sarà il terminal B nel futuro sono stati pubblicati dallo studio di architettura Pascall+Watson. Ex area arrivi del terminal B è stata riqualificata ed inaugurata nel 2018 come Terminal C adibito alle sole partenze dei voli in area Schengen di easyJet. L'aeroporto si compone di 4 banchi check-in e drop-off, 4 varchi di sicurezza e 4 gate di imbarco distribuiti su un'area di 3800 m2. Può ospitare fino a 600.000 passeggeri annualmente. Il 30 aprile 2016 alle ore 12 si verifica un guasto idraulico ad un aeromobile modello Fokker 50 proveniente da Rimini che impedisce l'apertura del carrello anteriore e il Fokker 50 si avvicina alla pista il più lentamente possibile, tocca l'asfalto con le ruote posteriori e poi riesce a 'poggiare' la fusoliera dell'aereo a terra, con una manovra da manuale. Non vi sono feriti tra le 18 persone e i 3 membri di equipaggio a bordo del volo che sono stati fatti scendere dalla porta anteriore. Un Boeing 737 della compagnia aerea Ryanair partito il 4 maggio 2022 da Catania e diretto a Malpensa, è dovuto rientrare all’aeroporto di Catania subito dopo il decollo a causa di un bird strike. Nessuna conseguenza per i passeggeri e per l’equipaggio. Il 26 giugno 2021 un aereo partito da Catania per Roma della compagnia Bulgarian Air Charter, con 42 passeggeri a bordo, di cui 34 poliziotti e otto migranti è tornato all’aeroporto di Catania per un'avaria al motore. Intervenute diverse squadre dei Vigili del fuoco. L'aeromobile, come apprende l'Adnkronos, dopo l'atterraggio, è stato ispezionato. I poliziotti erano in missione per Roma per accompagnare nella Capitale il gruppo di migranti che erano sbarcati di recente sulle coste siciliane. Il 30 agosto 2023 un aereo della compagnia aerea Volotea partito da Catania e diretto ad Ancona è rientrato in aeroporto poco dopo il decollo a causa di un incendio sviluppatosi su uno dei due motori. Nessun ferito a bordo tra passeggeri ed equipaggio. Al fine di mitigare i rischi per la popolazione derivanti da eventuali incidenti aerei nelle direzioni di decollo e atterraggio, con Deliberazione consiliare dell'8 novembre 2013 il Comune di Catania ha approvato il Piano di rischio aeroportuale (PRA) in attuazione dell'obbligo previsto dal Codice della navigazione italiano. È prevista la demolizione e ricostruzione della vecchia aerostazione intitolata a Filippo Eredia, chiusa nel 2007, con la creazione, così, di terzo terminal (B). Nei piani vi è anche la costruzione di una nuova pista parallela a quella utilizzata, il collegamento con la metropolitana e la riqualificazione di tutto il territorio circostante attraverso la costruzione di parcheggi multipiano e nuove aree commerciali. A progetto ultimato la capacità annuale di traffico passeggeri dell'aeroporto potrebbe arrivare vicino ai 14.000.000 di passeggeri annuali. Aviation Services Fly Service Aviapartner ASC Handling GH RA15 - Tangenziale di Catania, svincolo "Asse dei servizi". L'aeroporto è raggiungibile mediante autobus grazie alle seguenti autolinee: Collegamento AMT linee Alibus, 524, 524S e 538 Collegamento AST con i Comuni di Avola, Caltagirone, Carlentini, Francofonte, Grammichele, Ispica, Lentini, Mazzarrone, Mirabella Imbaccari, Modica, Noto, Palagonia, Piazza Armerina, Pozzallo, Rosolini, S. Michele di Ganzaria, Scicli e Sigonella Collegamento Circumetnea con i Comuni di Adrano, Misterbianco, Paternò, Randazzo, Linguaglossa e Fiumefreddo Collegamento Etna Trasporti con i Comuni di Aidone, Fiumefreddo, Gela, Giardini Naxos, Licata, Niscemi, Piazza Armerina, Ragusa, Marina di Ragusa, S. Croce Camerina, Taormina, Valguarnera e Vizzini. Collegamento Interbus con i Comuni di Agira, Avola, Catenanuova, Leonforte, Militello in Val di Catania, Nicosia, Nissoria, Noto, Pachino, Portopalo, Priolo, Regalbuto, Scordia e Siracusa. Collegamento SAIS Autolinee con i Comuni di Agrigento, Caltanissetta, Canicattì, Enna, Messina e Palermo. Collegamento Giamporcaro tra l'aeroporto etneo e l'aeroporto di Comiso. Stazione di Catania Aeroporto - Fontanarossa Si prevede che entro il 2026 l'aeroporto sia servito da una fermata apposita della metropolitana di Catania, situata in corrispondenza del Terminal B. Ad aprile 2019 è stato erogato il finanziamento europeo per la realizzazione della tratta Stesicoro-Aeroporto, comprendente dunque la fermata di fronte all'aerostazione, che costituirà il capolinea. L'inizio dei lavori è previsto entro il 2021. Presso l'aeroporto di Catania sono presenti le filiali delle più note società di autonoleggio, tra cui: Locauto SIXT Avis Hertz Aeroporti più trafficati in Italia Catania Società Aeroporto Catania Stazione meteorologica di Catania Fontanarossa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'aeroporto di Catania-Fontanarossa Wikivoyage contiene informazioni turistiche sull'aeroporto di Catania-Fontanarossa Sito ufficiale, su aeroporto.catania.it. (EN) Aeroporto di Catania-Fontanarossa, su Structurae. Foto dei cantieri della nuova aerostazione, su web.tiscali.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Aeroporto di Catania-Fontanarossa (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

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Dirottamento del volo AZ 871
Dirottamento del volo AZ 871

Il dirottamento del volo AZ 871, operato da Alitalia sulla tratta Algeri-Roma da un Boeing 727 con 101 passeggeri e 8 persone di equipaggio (com.te. pil. Leonardo Sinisi; 1º uff.le pil. Ezio Bertolini), fu un atto di pirateria aerea perpetrato il 25 settembre 1982. Il dirottamento aereo fu attuato da Igor Shkuro, 32 anni, cittadino sovietico di fede ebraica (refusenik), ex marittimo che viveva a Roma dopo essere stato espulso dall'Australia per aver espresso sentimenti contro l'Occidente capitalista nonostante ne avesse acquisito il passaporto. Nostalgico dell'URSS e desideroso di tornare a Leningrado (che aveva lasciato nel 1977), dopo essere volato da Roma ad Algeri in cerca di un visto per farvi ritorno, viene espulso anche dalle autorità algerine che gli negano tale possibilità, venendo quindi da queste reimbarcato sul volo per Roma. Shkuro, frustrato dal susseguirsi degli avvenimenti decise quindi di prendere il controllo dell'aereo. Il sequestratore, armato di un lungo coltello, chiese di fare rotta dapprima su Tripoli, in Libia, poi su Malta infine su Mosca ma i piloti, dopo averlo convinto che il carburante stesse finendo, optarono per lo scalo siciliano di Catania; una volta a terra, in un momento di distrazione venne quindi disarmato e immobilizzato dal motorista Donato Longo e arrestato dalle forze dell'ordine. Philip Baum, Violence in the Skies. A History of Aircraft Hijacking and Bombing, Chichester (West Sussex), Summersdale, 2016, ISBN 9781849538381. Dirottamento aereo Pirateria aerea

Stazione meteorologica di Catania Fontanarossa
Stazione meteorologica di Catania Fontanarossa

La stazione meteorologica di Catania Fontanarossa è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, relativa alla città di Catania. La stazione meteorologica, gestita dall'ENAV, si trova nell'Italia insulare, in Sicilia, presso l'aeroporto di Fontanarossa, a 17 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 37°27′52.79″N 15°03′30.65″E37°27′52.79″N, 15°03′30.65″E. In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,6 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +25,6 °C. Da segnalare, la temperatura massima media annua, superiore ai +23 °C, che costituisce uno dei valori più elevati di questo parametro nell'intero territorio nazionale italiano. Nel medesimo trentennio, la temperatura minima assoluta ha toccato i -4,0 °C nel febbraio 1962 e nel gennaio 1966 (media delle minime assolute annue di -1,3 °C), mentre la massima assoluta ha raggiunto i +46,0 °C nel luglio 1962 (media delle massime assolute annue di +40,1 °C). La nuvolosità media annua si attesta a 3,3 okta giornalieri, con minimo di 1,2 okta giornalieri a luglio e massimo di 4,4 okta giornalieri a gennaio. Le precipitazioni medie annue sfiorano appena 550 mm, distribuite mediamente in 56 giorni, con marcato minimo estivo, picco principale autunnale e massimo secondario in inverno. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 69,9% con minimo di 64% a luglio e massimo di 76% a dicembre. La pressione atmosferica media annua normalizzata al livello del mare è di 1015,3 hPa, con massimi di 1017 hPa ad ottobre e a novembre e minimi di 1014 hPa ad aprile, a maggio, a luglio e ad agosto. Il vento presenta una velocità media annua di 4,2 m/s, con minimo di 4 m/s ad agosto, a settembre, ad ottobre e a novembre e massimo di 4,5 m/s a febbraio; le direzioni prevalenti sono di ponente tra ottobre e marzo e di levante tra aprile e settembre. Nella tabella sottostante sono riportati i valori delle temperature estreme mensili registrate presso la stazione meteorologica dal 1943 ad oggi. Nel periodo esaminato la temperatura minima assoluta ha toccato i -4,0 °C nel febbraio 1962 e nel gennaio 1966, mentre la massima assoluta ha raggiunto i +46,0 °C nel luglio 1962. Catania Clima italiano Stazione meteorologica Stazione meteorologica di Catania Centro Stazione meteorologica di Catania Sigonella Dati in tempo reale, medie climatiche e previsioni del tempo per la stazione meteorologica di Catania Fontanarossa, su meteoam.it.

Stazione di Catania Aeroporto Fontanarossa
Stazione di Catania Aeroporto Fontanarossa

La stazione di Catania Aeroporto Fontanarossa è una fermata ferroviaria posta sul tronco comune alle linee Messina-Siracusa, Palermo-Catania, Catania-Agrigento e Catania-Gela. Serve il vicino aeroporto internazionale di Catania Fontanarossa, a cui è collegata tramite un servizio di bus navetta. La fermata di Catania Aeroporto Fontanarossa fu attivata il 13 dicembre 2020 ed aperta al pubblico il 13 marzo 2021. Non fu subito aperta al pubblico a seguito dell'attivazione tecnica in quanto non era pronta la strada di collegamento con l'aerostazione, la cui ultimazione fu portata a termine a cura della SAC (società di gestione dello scalo aereo etneo) nei tre mesi successivi. Attualmente la fermata viene impiegata nell'ambito del servizio ferroviario di carattere regionale, in attesa dell'istituzione di un servizio metropolitano con maggiori frequenze lungo il passante ferroviario di Catania. La fermata, posta alla progressiva chilometrica 235+522 fra le stazioni di Catania Acquicella e di Bicocca, conta due binari, uno per ogni senso di marcia, serviti da due marciapiedi laterali lunghi 200 m e alti 55 cm sul piano del ferro, e parzialmente coperti da pensiline. L'attraversamento dei binari avviene tramite sottopassaggio; le banchine sono raggiungibili attraverso rampe di scale e ascensori. È predisposta per la trasformazione in stazione, con l'aggiunta di almeno un ulteriore binario. La fermata dista, in linea d'aria, circa 700 metri dall'aeroporto di Catania Fontanarossa, per raggiungere il quale l'Azienda Metropolitana Trasporti di Catania offre un servizio di bus navetta, che collega anche il vicino parcheggio scambiatore, con un tempo di percorrenza di circa tre minuti. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Catania Aeroporto Fontanarossa

Asse attrezzato di Catania

L'asse attrezzato di Catania è una strada a doppia carreggiata con due corsie e corsia d'emergenza per ciascun senso di marcia. Essa collega l'autostrada A19 Palermo-Catania con il Corso Indipendenza, nelle immediate adiacenze del centro del capoluogo etneo. Il progetto di un asse attrezzato a Catania risale alla fine degli anni sessanta ed era incluso nel "Piano regolatore generale Piccinato" adottato nel 1969 con la funzione di asse di attraversamento urbano sud ovest-nord est della città. L'asse attrezzato, secondo l'originaria previsione del P.R.G. vigente, avrebbe consentito la penetrazione nella città del flusso veicolare proveniente dall'autostrada A19, la raccolta e lo smistamento veloce del traffico proveniente dai comuni a sud ovest della provincia e dalla periferia. Quattro svincoli erano previsti, alla zona industriale di Pantano d'Arci, in via Palermo, a Picanello - Rotolo e infine alla "Circonvallazione", con uno sviluppo complessivo di circa 15 km. Le continue deroghe e i ritardi nell'esecuzione dei lavori portarono alla realizzazione di un tratto intermedio (quindi inutilizzabile) che rimase abbandonato. L'approntamento di un nuovo PRG negli anni novanta ridusse l'estensione dell'asse attrezzato alla sola strada di collegamento dell'autostrada A19 Palermo-Catania con i quartieri periferici di Catania. Una serie di problemi tecnici e burocratici ritardò ancora l'iter costruttivo; l'asse attrezzato venne aperto al traffico nel suo intero sviluppo soltanto il 31 luglio 2010, mentre un primo tratto, inferiore al chilometro, era stato inaugurato il 23 marzo 2010. Per il completamento e l'apertura al traffico dell'infrastruttura è stato determinante un accordo di sponsorizzazione con l'intervento della società Auchan che gestisce un grosso centro commerciale, posto nei pressi della coda ovest dell'asse attrezzato; tale primo tratto, già realizzato ma non aperto, era stato danneggiato da una serie di atti vandalici che ne impedivano l'apertura al traffico. La suddetta società ha provveduto a riparare i danni ottenendo in cambio la possibilità di utilizzare spazi pubblicitari giovandosi anche del potenziale afflusso di clienti al centro commerciale. L'infrastruttura mette in comunicazione una vasta area periferica di Catania con il centro della città collegandolo con la tangenziale e le autostrade. L'asse attrezzato si innesta direttamente sulla A19 Palermo-Catania subito dopo l'incrocio con la Tangenziale di Catania. Percorrendolo in direzione centro si incontra quasi immediatamente l'uscita Catania Zia Lisa, la quale a sua volta è collegata tramite una bretella con l'Asse dei servizi (per il porto e l'aeroporto). Dopo aver attraversato i popolosi quartieri periferici di Librino, San Giorgio e Fossa Creta, l'asse attrezzato termina al Corso Indipendenza, nelle immediate adiacenze del centro storico. Renato D'Amico, Catania. I quartieri nella metropoli, Le nove muse, 2001, ISBN 88-87820-13-9. Giuseppe Giarrizzo, Catania, Bari, Editori Laterza, 1986, ISBN 88-420-2786-3. Fulvio Mazza, Catania: storia, cultura, economia, Rubbettino, 2008. Mappa, su openstreetmap.org. Lavori di costruzione del 1° e 2°stralcio della strada di penetrazione urbana alla città di Catania collegamento con corso indipendenza. Esecuzione dello svincolo “Pigno” di collegamento tra l’asse attrezzato e l’autostrada A 19 Palermo – Catania, e costruzione viadotto di collegamento tra l’asse attrezzato e la viabilità ordinaria, su gruppoicm.com. URL consultato il 23 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2016).

Librino
Librino

Librino (Libbrìnu, in dialetto catanese) è un quartiere della città di Catania, sito nella parte sud-ovest, progettato intorno alla metà degli anni sessanta come città satellite modello da Kenzō Tange. Dal 2013, dopo la riforma delle Municipalità, fa parte della vasta VI Circoscrizione, risultata dall'accorpamento delle ex IX e X Municipalità, la quale include tutti i quartieri a sud dell'aggregato urbano: San Giorgio, Fontanarossa (che comprende l'omonimo aeroporto), Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Pigno, Villaggio Santa Maria Goretti, Plaia, Primosole (dove sfocia il fiume Simeto), fino ad arrivare alla Zona industriale di Pantano d'Arci e Passo Martino. L'area in cui sorge il quartiere nelle antiche carte topografiche aveva il nome di Lebrino: il toponimo deriva dall'aggettivo latino leporinus (cioè "della lepre"). Il termine sostantivato leporinum è un evidente zootoponimo e costituisce una variante di leporarium o leporium, che identificava, nell'antica Roma, un "luogo dove abbondavano stanzialmente o venivano allevate le lepri in cattività a scopo venatorio". A tutt'oggi, infatti, nonostante l'abbondante urbanizzazione, vi sono presenti conigli selvatici e lepri. Area edificata ai margini sudoccidentali della città su terreni che prima erano agricoli, confina a nord con il quartiere San Giorgio, a nord-est con il quartiere Villaggio Sant'Agata, a sud-est con la contrada Gelso Bianco, a sud con il Pigno e a ovest con il comune di Misterbianco. Possiede sei contrade: Bummacaro, Cardinale, Castagnola, Nitta, Pozzillo e Moncada. La progettazione del quartiere fu prevista dal Piano Regolatore Generale di Luigi Piccinato, adottato nel 1964 e approvato nel 1969. Il progetto originale prevedeva l'accoglienza di circa 60.000 abitanti in un sistema moderno costituito da grossi anelli delimitati da larghe strade ed isole alberate, nonché strutture sociali, scolastiche, religiose ed amministrative tali da renderlo perfettamente autonomo dalla città. Nel 1970, in esecuzione del decreto dell'Assessorato Regionale allo Sviluppo Economico, il comune di Catania affidò al gruppo Kenzō Tange e Urtec di Tokyo la redazione di un piano particolareggiato e all'Italstat l'effettuazione degli studi preliminari. Il progetto di Tange fu consegnato nel 1972 e reso esecutivo come Piano di Zona nel 1976. Esso prevedeva anche la realizzazione di alcune lingue di verde, specificatamente dedicate ai vari gruppi di stabili abitativi e di un vasto parco di 31 ettari, un'area, dunque, di dimensioni tali da diventare meta di gite fuori porta per i cittadini catanesi. Librino, insomma, era stata pensata fin dall'inizio come una sorta di new town, collegata al centro da un asse viario. Il risultato fu ampiamente inespresso. Nella scelta della zona non si tenne però conto del problema del forte inquinamento acustico prodotto dagli aerei che decollavano ed atterravano nel prospiciente aeroporto di Catania-Fontanarossa. La natura argillosa del terreno non ne consentiva una valorizzazione immobiliare e, da un punto di vista climatico e ambientale, la zona non era molto amata dai catanesi, che preferivano le pendici dell'Etna. È evidente che non si poteva pensare ad un insediamento abitativo di pregio e di livello elevato e il quartiere "modello" divenne un insediamento di case popolari e cooperative edilizie. A ridosso della zona, inoltre, a partire dai primi anni settanta, si era sviluppata la costruzione di case abusive ai margini dei quartieri Fossa della Creta e San Giorgio, ambedue confinanti con Librino. Il progetto disatteso in diversi punti finì per essere parzialmente modificato anche in seguito alla legge regionale 71 del 27 dicembre 1978 emanata allo scopo di procedere al "riordino urbanistico-edilizio". Fu necessaria anche una variante progettuale sull'altezza di alcune torri previste nel piano in seguito al contenzioso con lo Stato maggiore dell'Aeronautica che contestava all'amministrazione comunale il superamento dell'altezza massima prevista dalla Legge 58 del 4 febbraio 1963 per gli edifici vicini agli aeroporti. In seguito, le varianti divennero una prassi; proseguiva la massiccia edificazione abusiva e la cattiva gestione del territorio da parte delle amministrazioni locali. Decenni di abbandono e degrado dei pur moderni edifici e delle strutture urbanistiche del quartiere, hanno favorito lo sviluppo della criminalità comune e organizzata e dei reati ad essa collegati. Nell'ultimo decennio è stata posta una maggiore attenzione alle problematiche del quartiere che ha portato un miglioramento dei servizi, della viabilità e dei collegamenti con il centro cittadino. Chiesa di Nostra Signora del Sacramento, via delle Susine, 15 Chiesa della Resurrezione del Signore, viale Castagnola, 4 Chiesa di Santa Chiara in Librino, viale Moncada, 17 Chiesa Cristiana Evangelica "Assemblee di Dio in Italia", viale Nitta, 2 Chiesa Cristiana Evangelica "Parola della Salvezza", viale Grimaldi, 16/c 2 Chiesa Cristiana Evangelica Battista - Catania, Viale Castagnola, 6 La Porta della Bellezza, è un'opera monumentale, inaugurata dopo dieci anni di impegno il 15 maggio 2009 utilizzando come supporto il lungo muro in cemento dell'asse di attraversamento viario: un sottovia è stato decorato e la lunga cinta muraria abbellita con oltre 9000 forme di terracotta realizzate da 2.000 bambini delle scuole di Librino sotto la direzione artistica del critico d'arte Ornella Fazzina. I due importanti progetti di arte contemporanea, definiti Terzocchio – Meridiani di Luce dal mecenate Antonio Presti, già ideatore del grande parco di sculture e museo all'aperto Fiumara d'arte, sono frutto di un progetto di riqualificazione del quartiere a carattere etno-antropologico che ha impegnato importanti fotografi del mondo nel fissare nei loro scatti la gente, l'anima del quartiere. Gli artisti che hanno collaborato sono: Giovanni Cerruto, Michele Ciacciofera, Fiorella Corsi, Rosario Genovese, Giuliana Lillo, Italo Lanfredini, Simone Mannino, Pietro Marchese, Giuseppina Riggi, Nicola Zappalà e gli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Catania, Tiziana Pinnale, Sergio Carpinteri, Maria Riccobene, Graziella Russo, Valeria Castorina, Valeria Sidoti, Miryam Scarpa, Corrado Trincali, Elisa Raciti, Marco Agosta, Alberto Celano. Dal 19 settembre 2015 è stata soppressa la linea 550 e la linea 555 è stata trasformata in Librino Express; la circolare di quartiere 802 è stata sdoppiata e potenziata in 802 rosso e 802 nero. La città satellite è collegata con il resto di Catania attraverso alcune linee di autobus urbani gestiti da AMT: Librino Express: linea veloce ad alta frequenza e con fermate dedicate, con partenza dalla stazione centrale, passaggio interno al porto, parcheggio scambiatore Fontanarossa, Librino. 439; stazione centrale, Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Librino, carceri Bicocca, Zona industriale. 523: Piazza Borsellino, San Cristoforo, Zia Lisa, Librino, Gelso Bianco, Pigno. 538: Piazza Borsellino, San Cristoforo, Zia Lisa, Villaggio Sant'Agata, Librino, aeroporto, San Giuseppe La Rena, collina Primosole, Vaccarizzo. 601: Nesima, Monte Po, San Giorgio, Librino, Villaggio Sant'Agata. 802N e 802R: circolari di quartiere con partenza dal parcheggio scambiatore Fontanarossa, collegano esso con Librino, Villaggio Sant'Agata, Pigno, San Giorgio. È in corso di costruzione il prolungamento della metropolitana FCE che attraverserà il centro della città satellite dotandolo di due stazioni sotterranee: "Verrazzano", sotto l'asse attrezzato, tra i viali Grimaldi e Nitta. "Librino", all'interno dell'anello viario omonimo, nell'area dove dovrebbe sorgere il centro direzionale del Comune di Catania. La linea collegherà il quartiere rispettivamente con il resto della città e con l'aeroporto Fontanarossa. Nel quartiere sono presenti una società di rugby, l'Associazione Sportiva Dilettantistica I Briganti Librino e una società di pugilato, l'Associazione Sportiva Dilettantistica Boxing Team Catania Ring. Vi sono poi due squadre di calcio: l'A.S.D. Librino 2012 Calcio, che dal 2012 ha lanciato un progetto sociale per dare la giusta dignità al quartiere, e l'A.S.D. Atletico Librino 2011 CT; entrambe militano nel girone H siciliano di 2ª Categoria. Infine, a Librino gioca anche la Catania F.C. Librino Calcio a 5, con sede però a Viagrande. Giuliana Gianino, Librino: un presente, per quale futuro?, IDOS, 2007.. Municipalità di Catania Sventramento di San Berillo Librino.it. https://web.archive.org/web/20160304102901/http://www.circumetnea.it/upload/tragittoMM.jpg http://www.comune.catania.it/la-citta/municipalita/municipalita/

Stazione di Bicocca
Stazione di Bicocca

La stazione di Bicocca è la principale stazione merci della città di Catania; è posta al km 233+287 della ferrovia Palermo-Catania e Messina-Siracusa. La stazione è di diramazione per i treni provenienti dalla stazione di Catania Centrale diretti verso Siracusa e Caltagirone o verso Caltanissetta Xirbi, Agrigento e Palermo e per la linea di Paternò (da tempo utilizzata solo come raccordo merci) nonché scalo di riferimento per l'interporto di Catania Bicocca. È anche un posto di passaggio dal doppio binario, con cui è collegata alla stazione di Catania Acquicella, al semplice binario per le due direzioni di Siracusa e di Palermo. È situata a ridosso della zona industriale di Catania, a sud-ovest dell'aeroporto di Fontanarossa. L'edificio di stazione è posto ad ovest dei binari. La stazione di Bicocca venne costruita nell'ambito del progetto di costruzione di ferrovie messo in atto dalla Società Vittorio Emanuele e proseguito con la Società per le Strade Ferrate della Sicilia, conosciuta anche Rete Sicula. Faceva infatti parte del progetto per connettere mediante la strada ferrata le aree del siracusano e quelle interne della Sicilia con il porto di Catania necessario per le zone zolfifere dell'area centro-orientale dell'Isola e per il convogliamento verso i mercati dei prodotti agricoli della Piana di Catania. La stazione venne costruita in prossimità del Pantano d'Arci e venne inaugurata il 1º luglio 1869 in concomitanza con l'apertura all'esercizio della tratta ferroviaria Catania Centrale-Bicocca di 7.468 metri. Il 15 maggio 1870 Bicocca venne collegata alla nuova linea per Palermo aperta fino alla Stazione di Catenanuova-Centuripe, il 27 giugno fino a Raddusa-Agira e il 15 agosto fino a Pirato. Si poté raggiungere la stazione di Enna solo il 1º febbraio 1876 e il 1º marzo dello stesso anno Santa Caterina Xirbi, divenuta in seguito stazione di Caltanissetta Xirbi. L'importanza della stazione fu relativa fino al secondo dopoguerra in quanto sita in zona acquitrinosa e malarica. A partire dagli anni trenta vennero intrapresi piani di bonifica e prosciugamento che portarono all'acquisizione di grandi aree coltivabili nelle aree circostanti. Ma solo negli anni cinquanta iniziarono i primi insediamenti industriali promossi dagli investimenti della So.Fi.S, (Società finanziaria regionale) e dal Ministero delle partecipazioni statali. Vennero così realizzati i primi raccordi ferroviari con la stazione di Bicocca a supporto della CESAME (nata nel 1955) importante industria produttrice di apparecchi igienico sanitari. I più consistenti insediamenti industriali, della ATES nel 1961, del settore elettromeccanico ed elettronico, del settore farmaceutico, della Montecatini nel campo chimico e dei fertilizzanti condussero ad ulteriori ampliamenti dei raccordi ferroviari mentre la potenzialità delle infrastrutture venne incrementata in seguito all'elettrificazione della stazione e della linea per Siracusa. Nei primi anni settanta Bicocca fu interessata da un programma di potenziamento in seguito al quale venne ricostruito interamente il vecchio e angusto fabbricato viaggiatori, elettrificati tutti gli enti di stazione (scambi, segnali bassi e passaggi a livello) fino ad allora a comando idrodinamico e meccanico ed ampliato il fascio merci soprattutto in direzione sud. Venne impiantato anche un moderno apparato centrale ad itinerari per la centralizzazione di tutti i comandi eliminando le vecchie cabine di comando "A" e "B". In seguito all'estendersi del traffico di containers nei primi anni ottanta fu costruito a sud della stazione il Centro Intermodale di Catania Bicocca (CEMAT)(dal 2007 gestito da Network Terminali Siciliani S.p.A., i cui soci fondatori sono RFI e Società degli Interporti Siciliani) e successivamente è iniziata la costruzione dell'Interporto. Fino alle soglie degli anni duemila era frequentata da viaggiatori pendolari diretti verso i posti di lavoro della zona industriale etnea ma la sua importanza in tale campo si è estremamente ridotta in conseguenza dell'accentuazione della crisi dei vari settori produttivi. La sua importanza permane tuttavia in relazione ai treni merci, sempre più a composizione bloccata. Fino ai primi anni ottanta lo scalo era sede di importanti manovre per la composizione dei treni merci in partenza composti con i carri provenienti dalle aree di produzione di derrate e prodotti agricoli e di agrumi, tra cui, primeggiavano le stazioni di Scordia, Palagonia, Lentini, Paternò, Schettino e Carcaci. Un buon volume di traffico era costituito dai prodotti finiti delle aziende industriali. Nello scalo di smistamento avveniva anche la scomposizione dei treni provenienti dal nord con prodotti industriali, semilavorati e materie prime. Il traffico merci della stazione tuttavia è divenuto, col passare del tempo, sempre più orientato ai trasporti a carro completo e containerizzato. Data la sua vicinanza all'aeroporto di Catania Fontanarossa, è previsto il suo spostamento lievemente più a sud per consentire la realizzazione di una nuova pista a servizio dello scalo aeroportuale, mentre è programmata la realizzazione di una nuova stazione tra Bicocca e Catania Acquicella per servire direttamente l'aeroporto, aperta al pubblico all'inizio del 2021. La stazione di Bicocca è la principale stazione merci della città di Catania. Consiste di un notevole fabbricato di linee funzionali, abbastanza anonimo, in stile ferroviario che ha sostituito quello originale, piccolissimo e scomodo. Il fascio binari comprende due binari di transito e un binario di precedenza, per servizio viaggiatori e un fascio merci, affiancato ad essi sul lato est, composto di binari passanti per partenza e arrivo di treni merci. Solo il primo binario è munito di pensilina. A sud-est della stazione si trova il grande fascio di smistamento ed all'estremità sud il terminale per carico e scarico dei container. Dalla stazione di Bicocca hanno origine i raccordi merci con le industrie e le imprese della zona industriale di Catania un tempo molto attivi, oggi in molti casi in disuso o soppressi. Dal fascio merci della stazione ha origine il raccordo ad uso esclusivo dell'Aeronautica Militare per l'aeroporto. Nell'area a sud ovest della stazione è sito il terminale CEMAT mentre è in avanzato stato di costruzione l'interporto di Catania Bicocca (del quale sono operative alcune parti). Nella stazione sono presenti, il servizio di verifica freni, la colonna idraulica di rifornimento, il ponte a bilico da 40 t e la sagoma limite. La stazione, presenziata da Dirigente Movimento sin dalla sua apertura è in atto esercita in telecomando DCO in seguito all'installazione degli impianti ACEI telecomandabili. L'assetto dell'area ferroviaria della stazione è destinato a subire consistenti variazioni e delocalizzazioni in conseguenza del completamento dei lavori del Nodo Catania; verrà infatti spostata l'attuale sede dei fabbricati di stazione per permettere ulteriori ampliamenti dell'area aeroportuale; verrà inoltre realizzata un'area destinata ad accogliere il ridimensionato deposito locomotive di Catania e tutti i collegamenti necessari alle funzioni ferroviarie dell'interporto di Catania Bicocca. L'orario ferroviario del 18 novembre 1938 riportava la fermata di 3 treni accelerati e 3 diretti per Siracusa e di 2 accelerati, 2 diretti e un rapido per Catania e Messina e di 2 accelerati, un diretto e un rapido per Palermo, un'automotrice in servizio locale e un treno omnibus per Caltanissetta. In senso inverso vi avevano fermata 2 accelerati e un diretto provenienti da Palermo e un'automotrice e un omnibus da Caltanissetta. Vi effettuavano fermata 5 coppie di treni di automotrici e una coppia di omnibus da e per Caltagirone e 4 coppie di treni di diverse categorie da e per Schettino. L'offerta di servizio nel 1975 riportava la fermata di 5 treni locali e di 3 diretti per Siracusa. In senso inverso di 4 accelerati, un diretto e un espresso per Catania, Messina e Roma Termini, di 2 treni locali per Caltanissetta e 2 per Catenanuova, di 2 diretti e un espresso per Palermo e di 2 espressi per Agrigento. Vi fermavano per servizio viaggiatori anche 2 coppie di automotrici in servizio locale da e per Regalbuto e 8 coppie di automotrici locali e un diretto da e per Caltagirone. L'orario di servizio 1981-1983 prevedeva la fermata di 3 treni viaggiatori locali per Caltanissetta, di 2 automotrici per Carcaci, di 3 diretti e un espresso per Caltanissetta e Palermo e di un diretto e 3 espressi per Agrigento. In senso inverso vi fermavano 7 treni locali, 4 diretti e 3 espressi provenienti dalle citate stazioni. Vi effettuavano servizio viaggiatori anche 9 treni locali di automotrici e un diretto per Caltagirone e Gela; in senso inverso 9 locali e un diretto. Dalla linea di Siracusa provenivano 3 treni locali, un diretto e un espresso aventi fermata mentre vi partivano per tale direzione 5 treni locali e 2 espressi L'orario di servizio 1995-1997 indica una contrazione dell'offerta relativa alla stazione che prevede la fermata di treni viaggiatori diretti per Palermo e una automotrice in servizio locale per Caltanissetta e Agrigento. In senso inverso la fermata di 2 regionali e di 2 diretti. Lo stesso prevedeva la fermata di 11 treni regionali di cui 8 per la linea di Caltagirone e Gela e 3 per Siracusa; in senso inverso vi effettuavano fermata 9 treni regionali di cui solo uno proveniente dalla linea di Siracusa. Sul piazzale esterno è possibile l'interscambio con linee di autobus urbano dell'AMT Fermata autobus Ferdinando Corriere, Il ruolo dei sistemi informativi regionali nell'adeguamento delle infrastrutture di trasporto. Accessibilità ed intermodalità nella Regione Sicilia, Franco Angeli, 2006. Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, fascicolo 152a, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo orario 152b, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1981. Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, fascicolo 153, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo orario 154, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1995. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione della Unità Periferica, ediz. in vigore dal 24 settembre 1995. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo linea 152, ediz. 2003 con aggiornamenti. Giuseppe Giarrizzo, Storia delle città italiane, Catania, Bari, Editori Laterza, 1986, ISBN 88-420-2786-3. Rosario Sommella (a cura di), Le città del Mezzogiorno. Politiche, dinamiche, attori, Franco Angeli, 2009. Passante ferroviario di Catania Interporto di Catania Bicocca Rete ferroviaria della Sicilia Società Vittorio Emanuele Società per le Strade Ferrate della Sicilia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Bicocca

Bicocca (Catania)
Bicocca (Catania)

Bicocca (a Bicòcca in dialetto catanese) è una frazione della città di Catania, comune italiano capoluogo dell'omonima provincia. Fa parte del VI Municipio (San Giorgio Librino - San Giuseppe La Rena Zia Lisa Villaggio Sant'Agata). La frazione Bicocca dista 6,9 km da Catania. Situata nella parte meridionale del territorio del capoluogo etneo, confina a nord con il quartiere Pigno, ad ovest con Librino, ad est con Fontanarossa e la Zona industriale di Catania, a sud con il comune di Lentini, in provincia di Siracusa. Comprende le contrade Bicocca, Passo del Fico e Passo Martino. Notizie storiche su Bicocca si hanno a partire dal XIV secolo, quando il re Martino di Sicilia la donò alla Diocesi di Catania assieme al feudo di Fontanarossa, per la fedeltà a questi dimostrata da parte del vescovo Pietro Serra. Il 19 settembre 1636, la terra della Bicocca venne infeudata dal nobile Alessandro La Torre. Feudo e titolo furono acquistati decenni più tardi da Agatino Paternò Castello, principe di Biscari, di cui ebbe investitura il 22 gennaio 1668. La baronia di Bicocca fu in possesso dei Paternò Castello fino all'abolizione del feudalesimo in Sicilia del 1812. L'ultimo barone di Bicocca fu Michele Paternò Castello, morto a Messina senza lasciare eredi diretti alla fine del secolo scorso. Dopo l'Unità d'Italia, la zona fu interessata dai lavori per la costruzione della tratta della Ferrovia Messina-Siracusa, e vi fu costruita anche una stazione. Nel 1987 è stata inaugurata la casa circondariale, la seconda della città etnea dopo quella di Piazza Vincenzo Lanza, dedicata proprio al giurista siciliano. Zona scarsamente abitata, sono presenti attività artigianali e per il commercio all'ingrosso. La zona è regolarmente servita dai mezzi pubblici dell'AMT e vi transitano gli autobus delle linee 439 e 927. Dal 1869 vi sorge la stazione di Bicocca, principale stazione merci della città etnea. R. D'Amico, Catania: i quartieri nella metropoli, Catania, Le Nove Muse, 2001, pp. 183-186, ISBN 8887820139. 10ª Municipalità San Giuseppe La Rena - Zia Lisa, su comune.catania.it. URL consultato il 01-10-2018 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2018).

Cimitero monumentale di Catania

Il cimitero monumentale di Catania sorge in via Acquicella, nell'omonimo quartiere a nord della Zia Lisa, fu aperto nel 1866, su di un terreno che in precedenza apparteneva alle monache di Santa Chiara. L'editto di Saint Cloud emanato da Napoleone Bonaparte nel 1804 vietò che le sepolture fossero effettuate all'interno delle chiese e, dopo il Congresso di Vienna, il Regno delle Due Sicilie legiferò nel 1817 seguendo proprio le direttive ereditate dalla Francia. In questo periodo il duca di Sammartino propose al consiglio provinciale di realizzare un cimitero per ottemperare al termine ultimo del 1º gennaio 1831 fissato dal decreto reale del 12 dicembre 1828, il quale affermava che entro tale data fossero ultimati tutti i cimiteri del regno. Nel 1835 nella zona della Plaia si iniziò la costruzione di un camposanto, per far fronte alla grave epidemia di colera del 1837, l'incarico fu affidato a Sebastiano Ittar, ma il luogo scelto non fu molto idoneo in quanto il terreno era fortemente sabbioso e i cani riuscivano a dissotterrare i corpi, e quindi non era conforme alle direttive vigenti in materia. A marzo del 1856, l'ingegnere Eligio Sciuto riceve l'incarico per redigere il progetto del cimitero che sarebbe sorto su di un terreno comunale, denominato "Fondo del Crocifisso", conforme ai regolamenti del regno, ma gli eventi politici accaduti nel 1860, quali lo sbarco a Marsala dei Garibaldini, la caduta dei Borboni e la costituzione del Regno d'Italia, ostacolano la prosecuzione del progetto. Le leggi Siccardi del 1866 e del 1867 abolirono le corporazioni religiose e ne confiscarono i beni, tra i quali la tenuta di Santa Chiara, ove vi era un vigneto. Il terreno, ritenuto adatto alla costruzione del camposanto, sia per le caratteristiche tecniche, per la sua posizione geografica, si trovava in contrada Acquicella. All'epoca il centro abitato era distante circa un chilometro dal luogo dove sarebbe sorto il cimitero, inoltre la sua posizione era favorevole ai venti dominanti, condizione necessaria per rispettare appieno la legge sulla sanità pubblica del 20 marzo 1865 e il successivo regolamento dell'8 giugno di quello stesso anno. Il cimitero aprì nel 1866, circoscritto da una recinzione in legno: ora non restava che provvedere al lato artistico del progetto, l'incarico di trovare un progettista fu dato all'ingegnere comunale Ignazio Landolina, che contattò dapprima il professor Mariano Falcini di Firenze, ma il suo progetto fu accantonato. In seguito la scelta cadde su Leone Savoja, che si era brillantemente occupato del cimitero monumentale di Messina; il 15 ottobre del 1871 fu emanata la delibera che rese Savoja ingegnere specialista per la sistemazione del camposanto. Furono costruiti due ingressi, quello principale, costituito da un corpo di fabbrica in stile neoclassico a tre fornici chiusi da cancelli e quello secondario che dà accesso diretto al viale delle Confraternite. Il terzo ingresso in Via Acquicella fu realizzato negli anni sessanta del Novecento, grazie all'opera dell'allora Assessore ai Servizi Cimiteriali, Cav. Uff. Antonino La Rosa, a seguito dell'ampliamento del camposanto. Nel 2017 fu approvato il "Regolamento cimiteriale e funebre di Polizia mortuaria" che unificava il regolamento del Cimitero (risalente al 1929) e quello dei trasporti funebri (redatto e approvato nel 1960 e successive modifiche): comprende 42 articoli con riferimenti al trattamento delle salme, ai trasporti funebri, alla concessione di aree e manufatti destinati alle sepolture, alla cremazione e conservazione, o eventuale dispersione, delle ceneri (individuando, nel caso della cremazione senza espressa volontà del defunto, anche chi ha diritto a decidere), le concessioni e le scadenze (compreso il destino di eventuali arredi funebri che rimarranno di proprietà del Comune), stabilendo di volta in volta come utilizzare le opere di valore artistico e storico e le cappelle sulle quali non ci siano vincoli. Nel 2022 il Consiglio comunale ha varato ulteriori modifiche con un nuovo "Regolamento dei servizi cimiteriali". La cappella Fichera (1915), la cappella Patanè (1918) e la cappella Fortuna (1927) realizzate dall'architetto Francesco Fichera; La cappella Sisto Alessi (1884), la cappella Spampinato (1900) e la cappella Tomaselli (1905) dell'architetto Carlo Sada; La stele Cardone di Antonio Ugo; Monumento alla Sapienza di Enzo Assenza (1948). La biga di Morgantina Giovanni Auteri Berretta (1851 - 1929), avvocato e politico. Boris Bilinskij (1900 - 1948), scenografo, costumista e cartellonista cinematografico. Enrico Boggio Lera (1862 - 1956), fisico e matematico. Vitaliano Brancati (1907 - 1954), scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e saggista. Brigantony (1948 - 2022), cantautore di musica popolare Antonio Canepa (1908 - 1945), militare, politico e politologo. Gabriele Carnazza (1871 - 1931), giurista, politico e imprenditore. Vincenzo Casagrandi (1847 - 1938), docente, storico e archeologo. Giuseppe de Felice Giuffrida (1859 - 1920), politico. Pietro Delogu (1857 - 1932), giurista e accademico. Federico De Roberto (1861 - 1927), scrittore, giornalista, drammaturgo. Filadelfo Fichera (1850 - 1909), ingegnere e architetto. Francesco Fichera (1881 - 1950), architetto, ingegnere e accademico. Francesco Paolo Frontini (1860 - 1939), compositore e direttore d’orchestra. Martino Frontini (1827 - 1909), compositore. Antonino Gandolfo (1841 - 1910), pittore. Giovanni Grasso (1873 - 1930), attore. Gilberto Idonea (1946 - 2018), attore. Angelo Massimino (1927 - 1996), imprenditore, dirigente sportivo e presidente del Catania. Beppe Montana (1951 - 1985), poliziotto e commissario vittima di Cosa nostra. Angelo Musco (1871 - 1937), attore. Turi Pandolfini (1883 - 1962), attore. Ercole Patti (1903 - 1976), scrittore, giornalista, sceneggiatore. Giuseppe Pizzarelli (1848 - 1923), politico. Pietro Platania (1828 - 1907), compositore. Mario Rapisardi (1844 - 1912), poeta, traduttore e docente. Giuseppe Sapienza (1884 - 1947), avvocato, sindacalista, politico e membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana. Giovanni Verga (1840 - 1922), scrittore, drammaturgo e senatore. Salvatore Borzì e Salvatore Tudisco, La Città senza tempo. L'area monumentale del cimitero di Catania, Roma, Aracne Editrice, 2006, ISBN 88-548-0397-9. Cettina Santagati, L'azzurro del cielo: un polo museale tra arte, architettura e natura nel Cimitero di Catania, Documenti DAU, n. 31, Palermo, Edizioni Caracol, 2006, ISBN 978-88-89440-12-4. Cimitero monumentale di Catania, su comune.catania.it. URL consultato il 19 ottobre 2022. Cimitero monumentale di Catania - Progetto del CSSSS, su mokazine.com. Cimitero monumentale di Catania - Antonio Canepa - Progetto del CSSSS, su csssstrinakria.eu. Cimitero monumentale di Catania - Mario Rapisardi - Progetto del CSSSS, su csssstrinakria.eu. Cimitero monumentale di Catania - Nino Martoglio - Progetto del CSSSS, su csssstrinakria.eu.

Stazione di Catania Acquicella
Stazione di Catania Acquicella

La stazione di Catania Acquicella è una delle stazioni ferroviarie di RFI a servizio della città di Catania; è posta al km 237+832 della ferrovia Messina-Siracusa. È situata nei pressi del Cimitero monumentale di Catania, dal quale è separata da via Zia Lisa, uno degli assi di ingresso della città da sud-ovest. L'edificio principale della stazione è posto a est dei binari, lato mare, e si affaccia su di una piazza dalla quale è possibile raggiungere il porto di Catania e la Plaia. La stazione è la prima a essere incontrata dai treni che provengono dalla stazione di Catania Centrale per le linee ferroviarie per Siracusa, Caltagirone e Caltanissetta Xirbi, Agrigento e Palermo. Un tempo molto frequentata dai viaggiatori pendolari, ha visto pesantemente ridurre la sua importanza in seguito alla chiusura degli importanti impianti ferroviari adiacenti che davano lavoro a migliaia di lavoratori dell'indotto. Nessun treno vi effettua più fermata per servizio viaggiatori . Adiacente alla stazione, sul lato est, è ancor oggi visibile il grande impianto dell'Officina Veicoli di Acquicella in cui venivano effettuate revisioni integrali e grandi riparazioni dei rotabili ferroviari e, per un certo periodo, anche di automotrici. Dal lato ovest invece sono visibili i capannoni della Squadra Rialzo delle FS. La stazione, denominata "Acquicella" dal nome del torrente che vi scorre a margine, venne costruita nell'ambito del programma di costruzione di ferrovie avviato dalla Società Vittorio Emanuele con l'intento di raggiungere le aree zolfifere dell'area centro-orientale della Sicilia per convogliarne i prodotti mediante la strada ferrata verso il porto di Catania. I progetti attuati in seguito vi fecero confluire anche i prodotti agricoli dell'area sud-orientale dell'Isola e della Piana di Catania. La stazione venne costruita in prossimità dell'imbocco della galleria dell'Acquicella, costruita per percorrere in sottopassaggio la zona sud della città, e venne inaugurata il 1º luglio 1869 in concomitanza con l'apertura all'esercizio della tratta ferroviaria Catania-Bicocca di 7.468 metri. Il 1º luglio 1869 era anche la data in cui la Stazione di Catania Centrale veniva collegata al fascio binari del porto mediante un raccordo in discesa lungo 914 metri. Il 10 settembre 1909 la denominazione dell'impianto venne mutata in "Catania Acquicella". La stazione è destinata a convertirsi in fermata metropolitana in conseguenza dei lavori ferroviari del Nodo Catania. La stazione di Catania Acquicella consiste di un notevole fabbricato viaggiatori a due piani, in austero stile ferroviario costituito, dal lato esterno, di due corpi laterali a sei luci ciascuno collegati da un corpo centrale prominente a tre luci con un lieve rientro laterale simmetrico, a una luce per lato, che alleggerisce la prospettiva d'insieme. Il fabbricato è posto in prossimità dell'imbocco della galleria dell'Acquicella in posizione dissimmetrica rispetto al fascio binari. Il fascio binari comprende un binario di transito e tre binari di precedenza, di cui due per servizio viaggiatori e uno per servizio merci. Solo il primo binario è munito di una pensilina classica con struttura in ferro e colonne di ghisa. I binari del fascio merci e di smistamento (complessivamente 20 binari tronchi) si trovano sul lato orientale della stazione; dallo stesso lato si dipartono i raccordi per la dismessa Officina Grandi Riparazioni di Acquicella e per l'abbandonato fascio merci di San Giuseppe la Rena con la carbonaia e i dismessi mercati generali. Dalla stazione, in direzione di Siracusa ha origine il breve tratto a doppio binario per la successiva stazione di Catania Bicocca. Un terzo binario di collegamento tra gli scali merci delle due stazioni contigue non è mai stato utilizzato dopo la sua costruzione. Lo scalo è dotato di vari magazzini merci con relativo piano caricatore, sagoma limite e due ponti a bilico da 40 t di cui uno da 8 m di lunghezza e uno da 9 m. È presente anche un rifornitore di acqua per locomotive a vapore con colonna idraulica e rifornitori di gasolio e di carbone. Le infrastrutture sono in atto parzialmente inutilizzate a causa delle ristrutturazioni e riclassificazioni d'uso attuate o in corso di attuazione sulla rete ferroviaria. L'orario ferroviario del 18 novembre 1938 riportava la fermata di 3 coppie di treni accelerati da e per Siracusa e di una coppia di accelerati da e per Palermo, una coppia di automotrici in servizio locale e una coppia di omnibus da e per Caltanissetta. Vi effettuavano fermata 6 coppie di treni da e per Caltagirone e 4 coppie di treni di diverse categorie da e per Schettino. L'offerta di servizio nel 1975 riportava la fermata di 5 coppie di treni locali da e per Siracusa, di 3 coppie da e per Caltanissetta e una coppia da e per Catenanuova. L'orario di servizio 1981-1983 prevedeva la fermata di 2 coppie di treni viaggiatori locali da Catania per Caltanissetta e viceversa, di una coppia di automotrici da e per Catenanuova e di una coppia di espressi da e per Palermo. Vi avevano fermata anche le 3 coppie di treni viaggiatori da e per Carcaci. Vi effettuavano servizio viaggiatori 7 coppie di treni da e per Caltagirone (di cui una coppia di diretti). Dalla linea di Siracusa provenivano 5 treni locali mentre 3 vi partivano per tale direzione L'orario di servizio 1995-1997 indica una contrazione dell'offerta relativa alla stazione; non più alcuna fermata di treni viaggiatori provenienti da, o diretti a, Caltanissetta o Palermo ma solo di una automotrice da Catenanuova. Lo stesso prevedeva 7 coppie di treni regionali aventi fermata per Caltagirone e Gela e 3 in senso inverso. Un solo treno regionale da Siracusa vi effettuava fermata. Nonostante la potenzialità, data la vicinanza del cimitero e la popolosità dei quartieri limitrofi, la stazione è stata del tutto sottoutilizzata fino all'abbandono del servizio viaggiatori. Il futuro è incerto; resta il possibile riutilizzo quale stazione del passante ferroviario di Catania, per il servizio di trasporto metropolitano. Consistente era il traffico merci sia di derrate e ortofrutticoli sia di prodotti semilavorati industriali e minerari. Il traffico merci si è progressivamente ridotto dall'inizio degli anni ottanta anche in seguito all'attestamento dei treni nella stazione di Bicocca e alla trasformazione del trasporto merci in intermodale. La stazione è dotata di: Bar Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, fascicolo 152a, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo orario 152b, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1981. Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, fascicolo 153, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo orario 154, valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997, Genova, Ist. grafico S. Basile, 1995. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione della Unità Periferica, ediz. in vigore dal 24 settembre 1995. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo linea 152, ediz. 2003 con aggiornamenti. Passante ferroviario di Catania Ferrovie siciliane Società Vittorio Emanuele Società per le Strade Ferrate della Sicilia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Catania Acquicella

Chiesa di Santa Maria de La Salette
Chiesa di Santa Maria de La Salette

La chiesa di Santa Maria de La Salette è un luogo di culto cattolico di Catania, ubicata nell'omonimo quartiere del centro storico. Distrutta nel maggio del 1943 durante un bombardamento, fu ricostruita subito dopo. Fu fondata nella via omonima del nascente rione del centro storico di Catania, confinante a nord-ovest con il quartiere San Cristoforo e a nord-est con quello degli Angeli Custodi, col prospetto di pietra calcare, già in via di completamento a fine Ottocento, collocata ad oriente. Ispirata all'architettura neogotica, essa venne realizzata su progetto dell'ingegnere catanese Carmelo Sciuto Patti, molto attivo in città, disegnato analogamente al santuario di La Salette-Fallavaux in Francia. L'edificazione del tempio avvenne a spese dei fedeli e su iniziativa di Giuseppe Benedetto Dusmet, cardinale-arcivescovo della città, nato a Palermo ma venerato dai cittadini catanesi, spentosi il 4 aprile 1894. La data della posa della prima pietra fu il 29 giugno del 1872. Venne ufficialmente aperta al culto il 26 aprile del 1874 e, poco dopo, il 1º luglio 1897 vi fu fondata una Congregazione – come si leggeva fino al 1900 in una tabella esposta nell'Oratorio festivo salesiano – contigua alla stessa chiesa e per il finanziamento del quale oratorio si mosse la generosità del card. Giuseppe Francica Nava con una donazione di 647 lire. La descrizione tramandata è quella che fece lo storico Rasà nel 1900. Superata la soglia della porta maggiore, si osservava il vestibolo sul quale c'era la tribuna destinata alla collocazione di un organo ed illuminata, oltre che da quattro finestre piccole, da un finestrone circolare a foggia di rosone. A sinistra di questo vestibolo vi era murata una lapide con la seguente epigrafe: Sul muro a destra del medesimo vestibolo era collocata l'acquasantiera con dei rilievi rappresentanti il monogramma di Maria e gli strumenti della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Alla base di tali rilievi vi erano scolpite le parole: Nella chiesa ad un'ampia navata si ammirava – "opera stupenda!" a dire del Rasà – la volta di colore cilestro chiaro, ornata di stelle auree, come sotto l'abside a sesto acuto, illuminata da cinque finestre, disposte a semicerchio in fondo e da due grandi rosoni ai lati nord e sud. Fornite di cinque finestre archiacute con sottostanti altrettanti rosoni per ogni lato, le pareti laterali del sacro edificio avevano semicolonne piuttosto alte, ancora da intonacare agli inizi del '900. In esse erano incavate quattro cappelle destinate agli altari – ancora da costruire all'epoca dello storico Rasà –, sostituiti da due altari provvisori in legno sormontati, quello di destra da un piccolo quadro con l'immagine di San Giuseppe e quello a sinistra dal Crocifisso a grandezza naturale vicino a una piccola tela della Maria Addolorata. Attorno alle stesse pareti laterali erano disposte due porte a sesto acuto, una delle quali era a nord e l'altra a sud. Più in alto erano incavati quattro nicchioni, destinati ad accogliere dei simulacri, mentre più in basso erano fissati i 14 quadretti della Via Crucis. Nell'abside si scorgevano la balaustrata marmorea come il pavimento, un armonium provvisorio, due specie di usci a sesto acuto e l'altare maggiore tutto di marmo, eretto per devozione di Giovanni Marchese, come si legge al lato del vangelo ovvero in cornu evangelii. Sullo sportellino del ciborio era scolpito l'Agnus Dei e sulla tendina che lo copre erano ricamate a lettere auree le parole: Nell'abside vi era una grande nicchia ad arco ogivale, nella quale era conservata la statua di Nostra Signora di La Salette in cemento d'origine parigina. In fondo alla chiesa, lato nord, si vedeva un busto marmoreo che raffigurava papa Pio IX, poggiato su un piedistallo ligneo di fattura napoletana. Al posto dell'ambone era presente un confessionale. Dal lato sud c'era un'altra porta interna per la quale si passava in un oratorio con un altarino a sinistra ed uno di fronte, sul quale era posto un altro simulacro in legno rappresentante la Madonna della Salette, opera risalente al 1898 dello scultore catanese Lorenzo Grassi (o Grasso). Sulle pareti di quest'ultimo altare si trovavano appesi quadretti votivi. La maggiore delle tre campane fu benedetta il 16 maggio 1897 da mons. Antonio Cesareo, catanese, vescovo in partibus, essendone stato padrino il sig. Camillo Elia. Ad essa fu imposto il nome di Maria. L'11 maggio del 1943 la chiesa venne rasa al suolo, durante i bombardamenti in Sicilia. La ricostruzione nello stesso luogo, avviata nel secondo dopoguerra e diretta dall'arch. Raffaele Leone, tra il 1945 e il 1949, mutò il vecchio prospetto con la nuova caratteristica facciata esterna in mattoni rossi, cornicione, cornici e portale in pietra bianca decorato con una lunetta scolpita, raffigurante la Madonna della Salette, gli angeli e i due pastorelli, Maximin e Mélanie. Le due pareti laterali in marmo, presentano ciascuna due altari, anch'essi in marmo e a sesto acuto: l'altare della Carità e della Famiglia Salesiana a destra, quello della Sacra Famiglia e del Sacro Cuore a sinistra. L'altare maggiore, in marmo giallo con due angeli, e rivolto verso i fedeli. La statua lignea della Madonna della Salette, di origine francese, presenta ancora oggi, sul fianco destro, i segni del bombardamento del 1943. Il 19 marzo 1893, festa di San Giuseppe, alla presenza del cardinale Dusmet veniva affidato ufficialmente ai Salesiani l'Oratorio festivo che in onore del papa Leone XIII fu chiamato "Leone XIII alla Salette". Per decisione dell'arcivescovo mons. Carmelo Patanè, dal 1947 i Salesiani sono presenti alla "Salette" come Comunità religiosa regolare per offrire il lavoro a questo quartiere povero ed abbandonato con la Parrocchia, la scuola e l’Oratorio - Centro giovanile, il teatro. Infatti, è grazie all'opera dei Padri Salesiani, i quali, svolgendo la loro attività pastorale nel quartiere « della Salette », istituirono la scuola primaria, l'Oratorio, il Centro giovanile, i G.R.EST., i corsi professionali, i laboratori di formazione finalizzati all'inserimento nel mondo del lavoro, sia per ragazzi (elettricisti e termoidraulici) che per ragazze (sarte ed estetiste), combattono la cultura della strada e formano 'buoni cristiani ed onesti cittadini'. Il 19 settembre si celebra con molta devozione, ma senza grandi clamori, la festa della Madonna della Salette, voluta dal ricordato Cardinale Dusmet per ricordare l'evento accaduto in Francia. I festeggiamenti solenni sono preceduti da un triduo liturgico e dalla processione serale del simulacro della Madonna dalla chiesa parrocchiale per attraversare le vie adiacenti del quartiere, accompagnata dalle preghiere dei fedeli, la banda musicale e lo sparo dei fuochi d'artificio. Conclude la processione lo spettacolo pirotecnico di chiusura e la solenne benedizione ai fedeli. Nei giorni precedenti e in quelli successivi alla festa religiosa sono allestite numerose sagre e vari spettacoli musicali. Giuseppe Rasà Napoli, "Guida e breve illustrazione delle chiese di Catania e sobborghi", Catania, Tringale Editore, 1984 (ristampa dell'edizione dell'anno 1900), pp. 425-427. Vittorio Consoli (a c. di), "Enciclopedia di Catania", Catania, Tringale Editore, 1987 (seconda edizione riveduta e aggiornata), p. 163. Saverio Gaeta, "La Salette. Il pianto e le profezie della Bella signora", Cinisello Balsamo, San Paolo, 2017, ISBN 978-88-922-1166-7. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria de La Salette Chiesa di Santa Maria della Salette , su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 19 aprile 2022. Ispettoria Salesiana Sicula "San Paolo": Catania Salette, San Giovanni Bosco, su sdbsicilia.org. URL consultato il 18 aprile 2022. Oratorio Salesiano Don Bosco, Catania Salette, su donboscoitalia.it. URL consultato il 18 aprile 2022. S. Maria delle Salette - Catania, su isolainfesta.it. URL consultato il 19 aprile 2022. Oratorio Salesiano San Giovanni Bosco Salette - CT, su oratoriosgboscosalettect.wordpress.com. URL consultato il 19 aprile 2022.

San Leone (Catania)

San Leone (San Liuni in dialetto catanese) è un quartiere della città di Catania, facente parte dal 2013 della V Circoscrizione, risultata dall'accorpamento delle ex VII e VIII Municipalità, e comprendente anche i quartieri di Curìa, Nesima, Monte Po e una parte di San Nullo. È una zona molto trafficata per le numerose infrastrutture che ospita e per i numerosi collegamenti con le altre parti della città. È in questo quartiere che si trova il PalaCatania, la più importante sede dello sport di Catania, costruito per la XIX Universiade del 1997 svoltasi in Sicilia. Il quartiere nel suo complesso è tra quelli maggiormente degradati con forte presenza di malavita giovanile, che raggiunge l'apice nella zona che confina con il quartiere del Fortino e di San Cristoforo. Il quartiere è caratterizzato da enormi palazzi di stile popolare. Il quartiere è dedicato al vescovo Leone di Catania, quindicesimo della città, vissuto nell'VIII secolo d. C. al tempo della dominazione bizantina della Sicilia. Al vescovo è dedicata l'omonima parrocchia destinata, come del resto l'intero quartiere, a ospitare gli sfollati del quartiere San Berillo, sventrato negli anni cinquanta. San Leone confina a nord-ovest con il quartiere di Nesima, a nord e a nord-est con il quartiere Curìa, a sud-est con una zona senza nome storico al sud della quale c'è lo Zammataro e a sud-ovest con una zona non abitata chiamata Telegrafo Vecchio oltre la quale c'è il quartiere San Giorgio; il quartiere comprende la zona bassa tra il corso Indipendenza e via Palermo. Corso Indipendenza è l'arteria principale del quartiere: in questa strada sorge infatti il PalaCatania; il Corso si estende da piazza Risorgimento (nelle adiacenze del Fortino), separando proprio San Leone a sud da Curìa a nord, fino a piazza Eroi d'Ungheria (nel quartiere Nesima). Via Palermo è un'altra importante via del quartiere, è lunga circa 6 km e si estende da piazza Palestro, dove è sita la Porta Ferdinandea (nel quartiere Fortino) fino a piazza Guglielmo Marconi (nel quartiere Nesima). La via è collegata tramite una serie di infrastrutture ai quartieri di San Giorgio e Librino; inoltre tramite il Viale della Regione (fra Zammataro e Monte Pidocchio) il quartiere è collegato anche al cimitero comunale nel quartiere Acquicella. 522 Piazza Borsellino - Monte Po - Lineri 628N Circolare Esterna Destra 628R Circolate Esterna Sinistra 932 Piazza della Repubblica - Monte Po Chiesa di San Leone vescovo, via San Leone, 2 Catania Municipalità di Catania Sventramento di San Berillo PalaCatania San Leone-Rapisardi AMT Catania Leone II il Taumaturgo San Leone - Rapisardi, su comune.catania.it. URL consultato l'8 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2011). AMT Catania, su amt.ct.it. URL consultato il 10 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2011).