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Complesso della Santissima Trinità delle Monache

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Trinità monache
Trinità monache

Il complesso della Santissima Trinità delle Monache è uno dei più vasti complessi abbaziali di Napoli: esso comprende anche la monumentale chiesa della Santissima Trinità delle Monache. È locato nel centro antico della città. La struttura fu costruita nel quartiere di Montecalvario e confina con la Certosa di San Martino, il Castel Sant'Elmo e il complesso di Santa Lucia Vergine al Monte. La fondazione della struttura si deve alla nobildonna Vittoria de Silvia (XVII secolo). Ha assunto vari ruoli, da quelli religiosi a quelli pubblici e, già prima dell'Unità d'Italia, sotto Giuseppe Bonaparte, assunse la funzione di ospedale militare e lo restò fino al secondo dopoguerra. Il complesso, attualmente, è un insieme eterogeo caratterizzato da edifici di valore architettonico e storico; non sono mancate le costruzioni recenti, che hanno danneggiato, e, in alcuni casi, alterato l'impianto. L'intera struttura ha una superficie complessiva di circa 25.000 m² (la superficie utile di 9.000 m2, più altri 16.000 m2 distribuiti in aree verdi e cortili). Nella parte bassa dell'edificio, si trova la chiesa della Santissima Trinità delle Monache.

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Complesso della Santissima Trinità delle Monache
Vico Trinità delle Monache, Napoli Montecalvario

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Vico Trinità delle Monache
80135 Napoli, Montecalvario
Campania, Italia
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Trinità monache
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina
Chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina

La chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina (nota come chiesa di Santa Giovanna d'Arco o anche Rosariello a Portamedina) è una caratteristica chiesa di Napoli; si erge nel centro storico della città con precisione in via Rosario a Portamedina nei Quartieri Spagnoli. La fondazione dell'edificio sacro risale al 1568 ad opera della Congrega dello Spirito Santo e nel XVII secolo la chiesa venne completata con il chiostro. Tra il 1724 e il 1742 il complesso fu soggetto a due importanti rinnovi: l'aspetto attuale risale proprio al restauro del 1742, quando furono ridecorati a stucco gli interni e gli esterni in stile tardo-barocco con probabili interventi di Domenico Antonio Vaccaro e della sua scuola. Nel 1929 il conservatorio dei domenicani passò alle suore della Compagnia di Maria e nel 1937 venne riconosciuto legalmente come scuola; dalla metà del XX secolo la struttura è stata ampliata e profondamente alterata. La caratteristica facciata, che si insinua tra gli stretti vicoli del quartiere, presenta un portico ornato a stucco a pianta semiesagonale, sorretto da arcate a tutto sesto, sul quale poggia il coro. L'interno è a pianta centrale, con due cappelle per lato e presbiterio absidato rettangolare; la navata e le cappelle sono coperte da volte e non è presente una cupola. Tra le opere pittoriche conservate si annovera il "Sant'Antonio che adora il Bambino sulle braccia di San Giuseppe attorniato dai Santi Gennaro e Michele", tela firmata da Antonio Sarnelli. A pochi metri di distanza, nei pressi della chiesa, si trova il convento adibito a funzioni scolastiche private e quindi non visitabile. Il chiostro, fondato nel XVI secolo e ampliato in quello successivo, è formato da uno spazio centrale quadrato delimitato tre arcate per ogni lato; venne alterato nella sua forma nel Novecento per un rinnovamento generale degli ambienti.

Chiesa di Santa Maria di Montesanto
Chiesa di Santa Maria di Montesanto

La chiesa di Santa Maria di Montesanto e l'annesso monastero vennero costruiti a Napoli da una comunità di Carmelitani siciliani originari di Montesanto. La costruzione venne affidata all'architetto Pietro de Marino, ma i lavori vennero completati successivamente da Dionisio Lazzari, a cui si deve la cupola (1680). Gli stucchi della facciata, ricreati nel XIX secolo, sono di Angelo Viva e raffigurano la Madonna del Carmelo. L'interno ha una pianta a croce latina, a navata unica con quattro cappelle per lato. Sugli altari delle prime cappelle a sinistra e a destra sono collocate due tele di Paolo De Matteis, datate 1693, con L' Angelo Custode e Il Miracolo di Sant'Antonio. Nella seconda cappella a sinistra è conservato un simulacro ligneo di San Ciro e il Ritratto funebre di Carlo Franchi, avvocato del foro napoletano durante il XVIII secolo. Nella terza a cappella destra vi sono due tele ottocentesche di ignota mano. Nel braccio sinistro del transetto è collocato in una grande nicchia il Crocifisso tra la Madonna e San Giovanni, gruppo ligneo seicentesco di notevole qualità, tradizionalmente attribuito a Nicola Fumo, ma più probabilmente opera di Aniello Perrone, mentre in quello destro è posta una grande tela di Giovanni della Torre, seguace del Beinaschi, raffigurante La Sacra Famiglia davanti all'Eterno. Un cenno a parte merita la terza cappella a sinistra, dedicata a Santa Cecilia, la quale è rappresentata nel dipinto centrale di Giuseppe Simonelli (ritoccato - secondo il De Dominici - da Luca Giordano) e nei due laterali di Giuseppe Castellano. A lungo fu affidata alle cure dei Maestri di Musica della Real Cappella Palatina ed è nota perché in essa sono sepolti Alessandro Scarlatti († 1725), Leonardo Leo († 1744), Pasquale Cafaro († 1787) ed altri musicisti della Real Cappella, come si legge dalla lapide marmorea sulla destra appostavi dal Cafaro nel 1777 .