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Colli Aminei (metropolitana di Napoli)

Pagine con mappeStazioni della metropolitana di NapoliStazioni ferroviarie attivate nel 1993
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Colli Aminei è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli. La stazione entrò in funzione nel 1993 come capolinea provvisorio della prima tratta della metropolitana. Fu costruita su progetto dell'architetto Domenico Orlacchio. Il 19 luglio 1995 venne attivato il prolungamento verso nord fino a Piscinola-Scampia. La stazione è molto frequentata per la vicinanza di molti istituti medi superiori presenti nel quartiere. Il 13 aprile 2016 venne inaugurata la seconda uscita della stazione, denominata "Cardarelli", a pochi metri dall'ingresso dell'omonimo ospedale, raggiungibile ora anche in ascensore dai tunnel della metropolitana e dove è stato realizzato anche uno stazionamento per i bus di linea. Nel 2018 il piazzale esterno alla stazione ha preso il nome di "piazza Imparato", data la vicinanza alla vicina Cupa Imparato. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Biglietteria a sportello Bagno Fermata filobus Fermata autobus Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Colli Aminei Sito ufficiale, su metropolitanadinapoli.it. (EN) Colli Aminei, su Structurae.

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Colli Aminei (metropolitana di Napoli)
Napoli Municipalità 3

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Colli Aminei
Colli Aminei

I Colli Aminei sono una zona del comune di Napoli facente parte della municipalità Stella-San Carlo all'Arena, segnatamente del quartiere Stella. È delimitata a ovest e a nord dal Vallone di San Rocco, a est dalla salita di Capodimonte, a sud dai valloni dello Scudillo e delle Fontanelle. Il nome "Colli Aminei" è stato coniato in epoca antica: la bellezza dei luoghi, adibiti ad orto cittadino, colpì gli abitanti partenopei, che li definirono colli ameni, da cui per deformazione ne derivò il nome attuale. Un'altra interpretazione fa risalire il nome "Aminei" ad una popolazione della Tessaglia, ricordata anche da Aristotele, che colonizzò la zona nel periodo dorico, impiantando sulla collina oggi chiamata di Capodimonte numerosi vigneti che producevano il famoso vino amineo, citato da Macrobio, che i Romani chiamarono Falerno. Fin dall'epoca romana, i Colli, insieme a Capodimonte, erano considerati un rinomato luogo di villeggiatura e di aria salubre, grazie alla presenza di folti boschi. La presenza romana è testimoniata dai ruderi del Mausoleo della Conocchia, un monumento sepolcrale romano, che ebbe molta fama anche in età romantica, contribuendo ad attirare nell'area viaggiatori stranieri e turisti. A seguito delle limitazioni estrattive decretate nei confini cittadini, nel XVIII secolo la zona (allora esterna alla città, come le altre zone collinari del Vomero, Posillipo e dell'Arenella) vide iniziare l'estrazione del tufo, in particolare nei pressi del vallone di San Rocco, sia a cielo aperto, sia tramite cave sotterranee con accesso dall'alto (latomie) o laterale dal vallone stesso (grotte). Durante la Seconda guerra mondiale le grotte sono state utilizzate per garantire la continuità produttiva delle industrie aeronautiche napoletane (per esempio l'IMAM - Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali) anche sotto i bombardamenti alleati. L'estrazione a cielo aperto, seppur in forma ridotta, prosegue ancora oggi. Le grotte e le latomie sono invece abbandonate, pur presentando un rilevante potenziale turistico come reperti di archeologia industriale e per il contesto naturalistico in cui sono inserite. L'urbanizzazione delle colline napoletane ha raggiunto il quartiere negli anni sessanta; fortunatamente le latomie e la topografia impervia hanno limitato il deturpamento edilizio. Oggi il quartiere presenta una zona densamente abitata, con una popolazione di circa 30 000 abitanti, circondata da una zona verde, adibita a parco pubblico o a coltivazioni agricole. Il quartiere è prevalentemente residenziale. Sono presenti numerosi piccoli esercizi commerciali, oltre ad un piccolo indotto derivante dai numerosi ospedali presenti nella Zona Ospedaliera, nonché del Tribunale per i minorenni di Napoli e del relativo Centro di prima accoglienza. Ospita la sede del Seminario Arcivescovile di Napoli, e della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale. I Colli Aminei costituiscono una cerniera dei collegamenti cittadini sull'asse nord-sud, anche per la presenza della stazione Colli Aminei della Linea 1 (metropolitana di Napoli) con annesso parcheggio di scambio multipiano. Gli assi viari sono il viale Colli Aminei e la via Nicolardi; da entrambi si dipartono numerose traverse, denominate con nomi di piante e fiori, a ricordo della storica bellezza naturalistica dei luoghi. In origine le traverse di viale Colli Aminei erano stradine private che facevano parte di grossi condomini (Parco La Pineta, Rione Sapio). Le traverse in seguito sono state acquisite dal Comune. Diversi parchi urbani sono presenti nel quartiere o nelle sue immediate vicinanze. Di rara bellezza è il Parco del Poggio, aperto nel 2001, che si snoda sul versante della collina che affaccia verso il mare. Dà un panorama di Napoli da un punto abbastanza elevato che abbraccia il Vesuvio, quasi di fronte, e la zona di piazza Municipio con la collina del Vomero che la sovrasta. Al suo interno il Parco ha un percorso pergolato che discende verso il suo punto più basso (giusto sopra la Tangenziale di Napoli), un'area attrezzata per bambini, un mini orto botanico con esposizione di piante esotiche, e soprattutto un lago artificiale, circondato da sedili in muratura a mo' di arena. Al centro del lago è situato un palco per dar modo, nel periodo estivo, di rappresentare spettacoli canori e vari o proiezioni di film. Il 5 aprile 2008 è stato aperto il Parco di Via Nicolardi, più piccolo del Parco del Poggio, dotato di pista di pattinaggio e percorso natura. Il contiguo Vallone di San Rocco, benché non facilmente accessibile al pubblico, è tutelato come polmone verde ed inserito nella riserva urbana delle colline napoletane. A poca distanza dal quartiere sono presenti il Parco di Capodimonte, con la storica reggia borbonica e il Museo di Capodimonte, nonché il grande e selvaggio Parco dei Camaldoli. Zone di Napoli

Ospedale Antonio Cardarelli
Ospedale Antonio Cardarelli

L' Azienda ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione Antonio Cardarelli, meglio conosciuto come ospedale Cardarelli, è una struttura ospedaliera ed universitaria ubicata nella Zona Ospedaliera di Napoli; è il maggior ospedale della Campania e dell'intero Meridione, nonché un'eccellenza nazionale per la cura dei grandi ustionati. Inoltre è sede del Dipartimento di emergenza-accettazione (DEA) di secondo livello, del Centro Antiveleni, del Centro per i Trapianti Epatici e del Centro di Terapia Iperbarica. La costruzione dell'ospedale iniziò nel 1927, (progetto ed esecuzione dell'architetto Alessandro Rimini) e fu terminata nel 1934 nel solo edificio centrale, destinato agli uffici amministrativi, mentre negli anni 1939-1940 furono completati i padiglioni retrostanti il corpo di fabbrica principale. L'intera struttura fu ufficialmente aperta e messa in funzione nel 1942. Il complesso venne edificato su una collina, con alle spalle i Camaldoli (458 s.l.m.) e di fronte un'ampia spianata panoramica sulla città, e quindi ottimamente esposta nella zona dell'attuale Rione Alto ritenuta ideale sia per l'altitudine (circa 250 m s.l.m.), sia per la possibilità di collegamento rapido da diverse direttrici cittadine. Al nome previsto inizialmente (Nuovo Ospedale Moderno di Napoli) fu inizialmente preferito quello di 23 Marzo; questo nome voleva ricordare, nel clima politico del tempo, la data di fondazione dei fasci di combattimento. Il 19 agosto del 1943 il complesso fu intitolato, definitivamente, ad Antonio Cardarelli clinico di chiara fama e famoso per le sue ricerche. L'eliporto presente nella struttura venne realizzato nel 1974, permette rapidi trasferimenti anche extra regionali ed è operativo anche in ore notturne. Nel 1988 venne inaugurata la struttura dedicata all'ortopedia ed alla riabilitazione, mentre nel 1990 fu inaugurato da Papa Giovanni Paolo II il nuovo padiglione dell'emergenza, un'eccellenza in campo nazionale. L'ospedale occupa una superficie di 250 000 m2, di cui 50 000 da 21 edifici di altrettanti padiglioni e i rimanenti da viali alberati e pinete. I padiglioni, costruiti tra il 1927 ed il 1990, sono collegati anche in sotterranea ad uso esclusivo delle attività tecniche e di servizio. Sette dei 21 padiglioni sono adibiti per i sevizi tecnico/amministrativi, mentre nei rimanenti sono dislocati le seguenti Unità Operative complesse e dipartimentali: Di seguito sono riportati i Dipartimenti ed i reparti: U.O.C. Ematologia U.O.C. Ematologia con Trapianto di midollo U.O.C. Oncologia U.O.C. Pneumologia U.O.C. Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria U.O.C. Servizio Pneumologia Interventistica U.O.C. Servizio di Terapia del Dolore U.O.S.D. Malattie Rare del Globulo Rosso U.O.C. Radiologia Generale e Pronto Soccorso U.O.C. Radiologia Vascolare ed Interventistica U.O.C. Neuroradiologia U.O.C. Medicina Nucleare U.O.C. Anatomia Patologica U.O.C. Patologia Clinica U.O.C. Genetica Medica e di Laboratorio U.O.C. Farmacia U.O.S.D. Fisica Sanitaria U.O.S.D. Diagnostica Senologica U.O.C. Immunoematologia e Medicina Trasfusionale U.O.C. Ortopedia 1 U.O.C. Ortopedia 2 U.O.C. Oculistica U.O.C. Otorinolaringoiatria U.O.C. Urologia U.O.C. Ostetricia e Ginecologia U.O.S.D. Andrologia U.O.S.D. “Day Surgery e Chirurgia Ambulatoriale Oculistica” U.O.C. Medicina interna 1 U.O.C. Medicina interna 2 U.O.C. Medicina interna 3 U.O.C. Cardiologia Riabilitativa U.O.C. Riabilitazione Specialistica U.O.C. Neurofisiopatologia U.O.C. Nefrologia ed Emodialisi U.O.C. Lungodegenza U.O.S.D. Dermatologia U.O.S.D. Diabetologia U.O.S.D. Servizio di Endocrinologia U.O.S.D. Reparto Detenuti U.O.C. Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato U.O.C. Gastroenterologia U.O.C. Epatologia U.O.C. Terapia Intensiva Fegato (UTIF) U.O.C. Chirurgia U.O.C. Chirurgia 2 U.O.C. Chirurgia 3 U.O.C. Chirurgia Vascolare U.O.C. Chirurgia Maxillo Facciale U.O.C. Chirurgia Toracica U.O.C. Odontostomatologia U.O.C. Terapia Intensiva Post Operatoria U.O.S.D. Senologia Chirurgica U.O.S.D. Chirurgia Metabolica Grandi Obesi U.O.S.D. Day Surgery Chirurgico U.O.C. Terapia Intensiva Neonatale (T.I.N.) U.O.C. Cardiologia con UTIC U.O.C. Neurochirurgia U.O.C. Neurologia e Stroke Unit U.O.C. Centro Grandi Ustionati- Chirurgia Plastica ricostruttiva U.O.C. Rianimazione U.O.C. Terapia Intensiva Grandi Ustionati (T.I.G.U.) U.O.C. Pronto Soccorso – Osservazione Breve Intensiva (OBI) U.O.C. Chirurgia D’Urgenza U.O.C. Medicina DEA U.O.S.D. Trauma Center U.O.S.D. Coordinamento Attività Prelievi di Organo e Tessuti Centro Anti Veleni U.O.C. Direzione Medica U.O.C. Programmazione e Pianificazione Sanitaria U.O.C. Appropriatezza ed Epidemiologia Clinica e Valutativa U.O.C. Formazione, Ricerca e Cooperazione Internazionale U.O.C. Servizio Infermieristico Tecnico e Riabilitativo – SITR U.O.S.D. Attività Libero Professionale Intramoenia U.O.S.D. Gestione dell’Emergenza e Bed Management U.O.S.D. Medicina Legale e Rischio Clinico U.O.S.D. PreOspedalizzazione Centralizzata U.O.S.D. Ufficio Relazioni col Pubblico e Marketing sanitario U.O.C. Servizio Ispettivo U.O.C. Affari Generali e Patrimonio U.O.C. Affari Legali, Appalti e Contratti U.O.C. Gestione delle Risorse Umane U.O.C. Gestione delle Risorse Economico-Finanziarie U.O.C. Approvvigionamento Beni, Servizi e gestione Economato e magazzini U.O.C. Pianificazione e Controllo di Gestione U.O.C. Gestione Attività Tecniche e di Ingegneria Clinica U.O.C. Gestione Sistemi Informatici U.O.C. Servizio Prevenzione e Protezione e Sicurezza Antincendio U.O.C. Comunicazione e Innovazione In collaborazione con l'Università degli Studi di Napoli Federico II e con la Seconda Università di Napoli, presso l'Ospedale Cardarelli sono attivi i seguenti corsi di laurea: Corso di Laurea in Fisioterapia Corso di Laurea in Tecniche di Laboratorio BioMedico Corso di Laurea in Infermieristica Corso di Laurea in Tecniche Radiologiche L'ospedale è raggiungibile tramite: Metropolitana di Napoli Policlinico ingresso pedonale (Collegamenti con: Funicolare Centrale (piazza Fuga) – Funicolare di Montesanto) Colli Aminei ingresso principale (Collegamenti con: Funicolare Centrale (piazza Fuga) – Funicolare di Montesanto) Linee autobus 139 Cardarelli – Dante 143 Cardarelli (Ospedale) – Via Marano/Quarto (percorso suburbano) 144 Cardarelli (Ospedale) – Via Marano/Pianura (percorso suburbano) 150 Piazza Garibaldi – Piazzale Ruggieri (Ospedale Monaldi) 165 Marano (Castel Belvedere) Cardarelli (Ospedale) 540 Piazza Garibaldi – Ospedale Cardarelli C38 Cardarelli (Ospedale) – Via Gemito C40 Piazza Garibaldi – Cardarelli (Ospedale) C41 Piazzale Ruggieri (Osp. Monaldi) – Via Tino da Camaino C44 Via Suarez – Via dell’Eremo C51 Piazza Cavour – Fontanelle C76 Cardarelli (Ospedale) – Via Comunale Margherita R4 Cardarelli (Ospedale) – Via San Felice 540 Piazza Garibaldi – Ospedale Cardarelli C38 Cardarelli (Ospedale) – Via Gemito C40 Piazza Garibaldi – Cardarelli (Ospedale) C41 Piazzale Ruggieri (Osp. Monaldi) – Via Tino da Camaino C44 Via Suarez – Via dell’Eremo C51 Piazza Cavour – Fontanelle C76 Cardarelli (Ospedale) – Via Comunale Margherita R4 Cardarelli (Ospedale) – Via San Felice Tangenziale di Napoli Uscita Zona ospedaliera Azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione Zona Ospedaliera di Napoli Antonio Cardarelli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ospedale Antonio Cardarelli Sito ufficiale, su ospedalecardarelli.it.

Arenella (Napoli)
Arenella (Napoli)

L'Arenella è un quartiere facente parte della quinta municipalità del comune di Napoli insieme al quartiere Vomero. Confina, oltre che a sud con il Vomero: a ovest con Soccavo, a nord con Chiaiano e, per poco, anche col quartiere San Carlo all'Arena ed a est confina, infine, coi quartieri Stella e Avvocata. Secondo alcune fonti, l'origine del suo nome è probabilmente da ricollegarsi al fatto che uno dei nuclei antichi di tale zona, piazzetta Arenella, nei pressi della moderna piazza Muzij, si presentava e si presenta come una piccola arena, in cui in passato si svolgevano gli incontri, i mercati e le manifestazioni civili e religiose più importanti. Secondo il canonico Carlo Celano la denominazione (in comune con quella di Arenaccia), è dovuta ai detriti arenosi provenienti dalla collina dei Camaldoli trasportati dall'acqua piovana. In particolare prima del XX secolo nella zona collinare della città, costituita allora per lo più da zone agricole, non si denominavano mai o quasi gli spiazzi presenti sul territorio col termine di piazza o piazzetta, bensì col nome di "largo" (come ad esempio largo Antignano, tuttora esistente) o di "arena", le cui deformazioni quartierali sono appunto quelle di Arenella e Arenaccia. Il luogo, essendo isolato e molto scosceso, rimase, fino al '900, privo d'insediamenti di rilievo. Erano presenti, oltre a poche solitarie ville nobiliari (sorte dal '600 in poi ad opera di notabili napoletani, come dimore di villeggiatura), esclusivamente due nuclei abitativi rurali: il villaggio Arenella e le Due Porte. Le vie d'accesso erano sentieri in aspra salita, percorsi perlopiù a dorso d'asino. L'urbanizzazione del nuovo rione Arenella era già nei piani del Risanamento del 1886, ma la società Risanamento, per carenza di fondi, iniziò ad eseguire i lavori necessari solo nel 1926; con l'intenzione, peraltro, di destinare a giardini, vie e piazze più della metà del territorio da urbanizzare. Il nucleo della nuova sistemazione fu la struttura a raggiera di piazza Medaglie d'Oro. Prima della seconda guerra mondiale fu dunque realizzata l'ossatura dell'impianto viario, ma ben poche costruzioni abitative. Nel corso degli anni venti, inoltre, la salubrità dei luoghi spinse gli urbanisti a indicare la parte più alta dell'Arenella come sede più adatta per un grande complesso ospedaliero. Il nuovo rione Arenella iniziò gradualmente a rimodernarsi dal 1930, attraverso le costruzioni di nuove strade e palazzi, mentre il Vomero si avviava a diventare un quartiere residenziale signorile, espandendosi verso Posillipo e i Camaldoli. Configurandosi invece successivamente come un quartiere medio-borghese, incluse al suo interno il rione, non senza scempi edilizi. La crescita costruttiva del quartiere si arrestò durante gli anni quaranta. Precedentemente la zona, oggetto assieme al resto della quinta municipalità di un'urbanizzazione dalla bassa intensità caratterizzata dalla costruzione di un piccolo numero di palazzi sulle nuove strade, opere risalenti al regime fascista, rimase sostanzialmente invariata. La zona è stata massicciamente urbanizzata a partire dalla seconda metà del Novecento, conseguentemente alla saturazione edilizia del vicino quartiere del Vomero. Nei pressi della piazzetta Arenella, nel piccolo agglomerato di case attorno alla chiesa di Santa Maria del Soccorso all'Arenella (1607), era situata la casa natale del grande pittore Salvator Rosa, una vecchia masseria rurale sulla cui parete il 20 ottobre 1876 fu apposta una lapide commemorativa; ma nel 1938 l'edificio fu distrutto, insieme ad altre vecchie case contigue, per ottemperare al piano di ampliamento del rione Arenella e costruire nuovi palazzi. Nel febbraio del 1933 fu posto nella piazza un monumento in bronzo all'artista, su modello di una statua di Achille D'Orsi del 1871. Oggi è collocato al centro di piazza Francesco Muzii, nelle immediate vicinanze di piazzetta Arenella, essendo stato spostato da quest'ultima nel 1963 quando vi fu sistemata l'immagine della Madonna Immacolata. Altri importanti edifici di culto sono la parrocchia Beata Vergine Immacolata a piazza dell'Immacolata, la chiesa di Sant'Anna all'Arenella (1900), la Chiesa di Santa Maria della Provvidenza (1794) e la chiesa dell'Arciconfraternita di Santa Maria del Soccorso (1704), costruite prima del boom edilizio della seconda metà del XX secolo. In questo periodo infatti si aggiunsero il complesso parrocchiale di Santa Maria della Rotonda e la nuova Cappella Cangiani. Nel quartiere è anche presente una delle due statue dedicata a Totò, inaugurata il 17 aprile 1999, presso via Sigmund Freud, nella zona Rione Alto. Nel territorio dell'Arenella vi sono la zona ospedaliera (comprendente il Policlinico Universitario e le facoltà di Medicina, Farmacia e Biotecnologie dell'Università Federico II e gli ospedali Antonio Cardarelli, Pascale, Cotugno, e Monaldi), centri ricerca del CNR, del Tigem ed il parco urbano dei Camaldoli. Mimmo Piscopo, Vomero e dintorni: viaggio nella memoria di un vomerese accanito, Napoli, Guida Editori, 2000, ISBN 978-8871884196. Antonio La Gala, Vomero. Storia e storie, Napoli, Guida Editori, 2004, ISBN 978-8871888712. Vincenzo Vinciguerra, Dall’autenticità alla “McDonaldizzazione” di Napoli: Confronto tra storia e modernità di due realtà partenopee, PM edizioni, 2017, ISBN 978-8899565541. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arenella

Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II
Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II

L'Azienda Ospedaliera Universitaria "Federico II" (meglio conosciuto come policlinico di Napoli, o anche detto secondo policlinico o nuovo policlinico per distinguerlo dal primo policlinico di Napoli ubicato nel centro storico della città), è una attività universitaria di Napoli, gestita dall'Università Federico II. La costruzione, progettata da Carlo Cocchia e iniziata nei primi anni sessanta del XX secolo, terminò nel 1972. Nel 1995 diventa "azienda universitaria policlinico", e il 1º gennaio 2004 ha assunto l'attuale nome di "azienda ospedaliera universitaria" in seguito a un protocollo d'intesa stipulato nel 2003 tra l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e la Regione Campania. Il complesso è costituito da numerosi padiglioni e un grattacielo, è sito nella zona ospedaliera, tra i quartieri Arenella e Chiaiano. La struttura si estende su una superficie di 440.000 m² con 21 edifici a destinazione assistenziale, per un totale di 1000 posti letto per ricoveri ordinari e 200 posti letto per day hospital. Il totale di impiegati, tra medici, infermieri, tecnici, ausiliari e amministrativi è di circa 3400 unità. Si tratta di un complesso ospedaliero integrato con la Scuola di Medicina e Chirurgia della "Federico II", le cui aule didattiche sono ubicate nel complesso stesso. Presenta diverse eccellenze e primati, tra cui il primo intervento di asportazione di tumore al pancreas in via laparoscopica in una bimba (di appena due mesi) in Italia. Data l'estensione della struttura, è presente un servizio di navette interne che collegano i vari edifici che la compongono. La zona ospedaliera è servita dalle stazioni Policlinico e Rione Alto della linea 1 della metropolitana. La zona è altresì servita da uno svincolo della tangenziale di Napoli. Sono presenti i normali bus di linea sia urbani che extraurbani. Primo policlinico di Napoli Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Università degli Studi di Napoli Federico II Sito ufficiale, su policlinico.unina.it.

Villa Castagneto-Caracciolo
Villa Castagneto-Caracciolo

Villa Castagneto-Caracciolo (in passato villa Regina Madre) è una struttura di interesse storico di Napoli; locata sulla sommità del poggio dello Scudillo, tra le colline dei Colli Aminei, Capodimonte e del Vomero. Realizzata interamente in tufo, fu costruita probabilmente nel XVIII secolo dal duca Francesco Caracciolo, celebre ammiraglio appartenente alla famiglia di San Francesco Caracciolo, che durante la sua carriera militare fiancheggiò anche il celebre ammiraglio Horatio Nelson. Poi passata al principe di Castagneto Nicola Caracciolo. Appare nella settecentesca mappa del duca di Noja, dove è rappresentata come un "casino di villa" a corte aperta. La salita che dalla Sanità portava al poggio dello Scudillo (l'odierna via del serbatoio) termina direttamente nell'androne, che dà sulla corte meridionale della villa aperta verso sud-est. Alle spalle dell'edificio, è rappresentato un giardino suddiviso in quadranti regolari. L'apertura di una nuova strada verso gli attuali Colli Aminei hanno trasformato l'assetto della villa: la corte diviene un belvedere dalla vista eccezionale, aperto su Capodimonte, la Certosa di San Martino, il centro storico, l'intero Golfo di Napoli ed il Vesuvio, mentre l'ingresso principale viene trasferito nella parte rivolta verso il giardino. Nella Pianta di Napoli del 1872-80, il giardino era stato espanso fino a circondare tutti i lati della villa, fino al belvedere, adattato al gusto romantico dell'epoca. Grazie alla sua ottima posizione dalla quale si vedono magnificamente famosi luoghi d'interesse del capoluogo campano come è considerato uno dei punti più panoramici di Napoli. Subì numerosi bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e i segni di questi sono tuttora visibili. Era inizialmente dotata di due torri e un piano superiore, oggi crollati, di un vasto giardino reale attraversato da numerose carrozze, una cantina con un antico torchio, numerose camere da letto e cucine; vi era anche una cappella personale del principe, oggi sconsacrata, ma ancora riconoscibile dall'architettura arcoidale e da un crocifisso sul suolo. All'inizio del XXI secolo, la villa è quasi allo stato di rudere. Presenta al proprio interno un altissimo numero di varietà di piante, tra cui un secolare albero di Magnolia grandiflora e un considerevole numero di Aptenia cordifolia e Castanea sativa, da cui il toponimo. Il panorama goduto dalla villa è stato oggetto di importanti rappresentazioni tra le quali il quadro "Napoli dalla Conocchia" di Giacinto Gigante ubicato presso il Museo Capodimonte e il quadro di Salvatore Fergola "Napoli dalla Conocchia di Capodimonte" custodito a Palazzo Reale. Yvonne Carbonaro, Le ville di Napoli, Tascabili Economici Newton, Newton e Compton Ed. 1999 Roma, ISBN 88-8289-179-8 Napoli Ville di Napoli Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Villa Castagneto-Caracciolo

Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori - fondazione Giovanni Pascale

L'Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori - fondazione Giovanni Pascale è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) con sede in Napoli. Prende il nome dal suo fondatore e primo presidente, senatore e medico Giovanni Pascale. L'istituto si occupa in particolare di cure oncologiche, ed è un centro di eccellenza italiano nella cura dei tumori, è infatti anche denominato come Istituto Nazionale Tumori. La Fondazione G. Pascale fu disposta con R.D. n. 2303 il 19 ottobre del 1933. Il 14 marzo del 1934 si diede inizio ai lavori per la costruzione del primo edificio. L'11 aprile 1940 si ebbe il primo riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), che negli anni successivi ha sempre trovato conferma. Con decreto del Medico Provinciale n. 8984 del 4.5.1963 l'Istituto venne classificato quale "Ospedale Specializzato" di I categoria. Dal 1936 l'Istituto ha progressivamente ampliato gli spazi e da un originario edificio, attualmente riservato ai Laboratori di Ricerca, si è esteso in quattro fabbricati nei quali sono attualmente ubicati gli uffici amministrativi, i reparti di degenza, i laboratori di ricerca, gli ambienti per le attività ambulatoriali e per il day hospital. Nel 2020 è stato accorpato all'ospedale Ascalesi e al Crom di Mercogliano, divenendo una sede del "Polo Oncologico Mediterraneo". Sito ufficiale, su newportal.istitutotumori.na.it.