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Ardeatino

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Roma fosseardeatine6
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Ardeatino è il ventesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XX. Prende il nome dalla via Ardeatina. Si trova nell'area sud della città, a ridosso delle Mura aureliane. Il quartiere confina: a nord con i rioni R. XXI San Saba e R. XIX Celio a est con i quartieri Q. IX Appio-Latino e Q. XXVI Appio-Pignatelli a sud-est con la zona Z. XXI Torricola a sud con la zona Z. XXII Cecchignola e il quartiere Q. XXXI Giuliano-Dalmata a ovest con i quartieri Q. XXXII Europa e Q. X Ostiense Nei primi giorni di settembre del 1943, dopo l'armistizio, il quartiere, come molte altre zone a sud della città fu teatro di diversi combattimenti tra la popolazione resistente e i nazifascisti. Nel dopoguerra fu eretto, nella piazza della zona detta Montagnola, un monumento ai caduti circondato da un parco pubblico, a ricordo dei tragici eventi del 1943. Il 24 marzo 1944, presso le Fosse Ardeatine, avvenne uno dei più efferati atti di rappresaglia dell'esercito di occupazione tedesco. Casale de Merode o di Tor Marancia, su via delle Sette Chiese. Casale del VII secolo. 41.857844°N 12.507428°E41°51′28.24″N, 12°30′26.74″E Casale della Vignacce, lungo il vicolo di Tor Carbone, nella tenuta Muracci dell'Ospedaletto. Casale del XVII secolo. 41.839088°N 12.524514°E41°50′20.72″N, 12°31′28.25″E Casale di Vigna Viola, lungo via Ardeatina, nella tenuta Zampa di Bove. Casale del XVIII secolo. 41.845978°N 12.51919°E41°50′45.52″N, 12°31′09.08″E Casale Torlonia, al III miglio di via Appia Antica. Casale del XVII secolo. 41.845055°N 12.528417°E41°50′42.2″N, 12°31′42.3″E Casale Caribelli, su viale Pico della Mirandola. Casale del XVIII secolo. 41.846721°N 12.485256°E41°50′48.2″N, 12°29′06.92″E Basilica di San Sebastiano fuori le mura, su via Appia Antica. Chiesa del IV secolo. Chiesa dell'Annunziatella, su vicolo dell'Annunziatella. Chiesa del XIII secolo. Chiesa di Santa Francesca Romana, su via Augusto Franzoi. Chiesa del XX secolo (1936). 41.862305°N 12.501927°E41°51′44.3″N, 12°30′06.94″E Edificio in stile razionalista dell'architetto Giuseppe Zander. Parrocchia eretta il 23 maggio 1959 con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara "Supremam in Ecclesia". Chiesa di Gesù Buon Pastore, nel piazzale dei Caduti della Montagnola. Chiesa del XX secolo. (1950-57). Chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia, su via Andrea Mantegna. Chiesa del XX secolo (1957). Chiesa dei Santi Martiri dell'Uganda, nel largo Santi Martiri dell'Uganda. Chiesa del XX secolo (1971). 41.845203°N 12.48979°E41°50′42.73″N, 12°29′23.24″E Parrocchia eretta il 4 settembre 1970 con il decreto del cardinale vicario Angelo Dell'Acqua "Pervigili cura". Chiesa della Santissima Annunziata a Via Ardeatina, su via di Grotta Perfetta. Chiesa del XX secolo (1987). Edificio in stile modernista dell'ingegnere Ignazio Breccia Fratadocchi. Chiesa di San Vigilio, su via Paolo di Dono. Chiesa del XX secolo (1990). 41.829812°N 12.492576°E41°49′47.32″N, 12°29′33.27″E Edificio in stile modernista dell'architetto Lucio Passarelli. Parrocchia eretta il 22 maggio 1968 con il decreto del cardinale vicario Angelo Dell'Acqua "Quotidianis curis". Chiesa di San Josemaría Escrivá, su largo Josemaría Escrivá de Balaguer. Chiesa del XX secolo (1996). Cappella della Madonna di Fatima, su via Giuseppe Cerbara. Cappella del XX secolo. 41.854425°N 12.502694°E41°51′15.93″N, 12°30′09.7″E Chiesa annessa ad un Istituto religioso, e luogo sussidiario di culto della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes. Il complesso abbaziale delle Tre Fontane Il complesso dell'Abbazia delle Tre Fontane si trova su via di Acque Salvie, lungo la via Laurentina. Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane. Chiesa del VII secolo. Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane. Chiesa del XVI secolo. Chiesa di Santa Maria Scala Coeli. Chiesa del XVI secolo. Forte Appia Antica, al IV miglio di via Appia Antica. Forte del XIX secolo. Forte Ardeatina, su via di Grotta Perfetta. Forte del XIX secolo. Villa di Tor Carbone Domus marmeniae, al IV miglio di via Appia Antica. Villa del I secolo. 41.838465°N 12.534035°E41°50′18.47″N, 12°32′02.53″E Basilica paleocristiana circiforme, lungo via Ardeatina. 41.861428°N 12.505883°E41°51′41.14″N, 12°30′21.18″E Villa romana, presso il casale della Vignacce. 41.835675°N 12.521106°E41°50′08.43″N, 12°31′15.98″E Chiesa di San Nicola a Capo di Bove, al III miglio di via Appia Antica. Chiesa del XIII secolo. Sull'antica via Appia, II miglio Sepolcro di Priscilla. Sepolcro del I secolo. Catacombe di San Callisto. Catacombe del II secolo. Catacombe di Domitilla (a circa 470 m., su via delle Sette Chiese). Catacombe del II-III secolo. Catacomba dei Santi Marco e Marcelliano. Catacombe di tarda antichità. Catacomba di Balbina. Catacombe di tarda antichità. Sull'antica via Appia, III miglio Catacombe di San Sebastiano. Catacombe del I secolo. Altorilievo marmoreo con personaggio in nudità "eroica". 41.866641°N 12.50299°E41°51′59.91″N, 12°30′10.76″E Sull'antica via Appia, IV miglio Mausoleo di Sant'Urbano martire. Sepolcro del II secolo. Tomba dei Licini. 41.8384°N 12.535899°E41°50′18.24″N, 12°32′09.24″E Tomba del fregio dorico. Sepolcro ad ara dell'età sillana. 41.838344°N 12.535973°E41°50′18.04″N, 12°32′09.5″E Sepolcro di Hilarus Fuscus. Tomba di Tiberio Claudio Secondino. 41.837247°N 12.537199°E41°50′14.09″N, 12°32′13.92″E Colombario. 41.83759°N 12.536748°E41°50′15.32″N, 12°32′12.29″E Tomba di Quinto Apuleio. 41.837252°N 12.537193°E41°50′14.11″N, 12°32′13.89″E Sepolcro a tempietto rettangolare. 41.836258°N 12.538247°E41°50′10.53″N, 12°32′17.69″E Tomba dei Rabiri. Sepolcro del I secolo. 41.835865°N 12.538787°E41°50′09.11″N, 12°32′19.63″E Sepolcro a torre con porta ad arco. 41.835385°N 12.539269°E41°50′07.39″N, 12°32′21.37″E Tomba dei Festoni. 41.835074°N 12.539647°E41°50′06.27″N, 12°32′22.73″E Tomba del frontespizio. 41.835024°N 12.539698°E41°50′06.09″N, 12°32′22.91″E Colonna di Pio IX, su via Appia Antica. Memoriale del XIX secolo (1851). 41.856117°N 12.516303°E41°51′22.02″N, 12°30′58.69″E Fu commissionata da Pio IX e posta di fronte alla basilica di San Sebastiano fuori le mura, sul lato opposto di via Appia Antica. Monumento ai Martiri delle Fosse Ardeatine, su via Ardeatina. Memoriale del XX secolo. 41.856667°N 12.510278°E41°51′24″N, 12°30′37″E Dedicato ai martiri delle Fosse Ardeatine, fu inaugurato il 24 marzo 1949. Monumento ai caduti della Montagnola, nel piazzale dei Caduti della Montagnola. 41.845226°N 12.483391°E41°50′42.81″N, 12°29′00.21″E Dedicato ai caduti della Montagnola del 10 settembre 1943. In via di Vigna Murata c'è un murales chiamato La cascata. Il murales è stato realizzato nel 2013 da Alessandro Sabong con vernice spray insieme alla Fondazione Insieme per Roma. Parco regionale dell'Appia antica, settore compreso fra la via Appia Antica e via Ardeatina. 41.861172°N 12.507515°E41°51′40.22″N, 12°30′27.05″E Tenuta di Tormarancia. 41.847487°N 12.504343°E41°50′50.95″N, 12°30′15.63″E Tenuta Zampa di Bove. 41.846873°N 12.520081°E41°50′48.74″N, 12°31′12.29″E Giorgio Carpaneto e altri, I quartieri di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, ISBN 978-88-8183-639-0. Marina De Franceschini, Ville dell'Agro romano, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2005, ISBN 978-88-8265-311-8. Alberto Manodori, QUARTIERE XX. ARDEATINO, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 7, Roma, Newton Compton Editori, 1991. Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3. Claudio Rendina, I quartieri di Roma, vol. 2, Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-0595-9. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ardeatino Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Ardeatino

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Tor Marancia
Tor Marancia

Tor Marancia è la zona urbanistica 11E del Municipio Roma VIII di Roma Capitale. Si estende sul quartiere Q. XX Ardeatino. Il nome di Tor Marancia deriva probabilmente dalla deformazione medievale di Amaranthus, nome di un liberto che prese in gestione la tenuta agricola e la villa della famiglia Numisia Procula nel II secolo d.C. I resti di tale villa sono ancora visibili oggi nei pressi di via Giulio Aristide Sartorio. Un atto di vendita, tramandato da tradizione manoscritta, riporta la trascrizione di un'epigrafe latina CIL VI 10233 in cui sono menzionati i praedia Amarantiana, nome prediale derivato quasi sicuramente da Amaranthus, i cui praedia (poderi) erano appartenuti prima di passare a nuova proprietà. Si potrebbe anche pensare che data la vicinanza del piccolo fiume Almone, detto anche "Marrana" dell'Acquataccia, si sia generato "Marancia", da una distorsione di "Marana Accia'". La torre originale, torre Marancia, è andata distrutta tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, nella mappa del Catasto Alessandrino del 1660 già non è più presente. Si trovava su via delle Sette Chiese nell'attuale proprietà degli Horti Flaviani, cioè appartenente alla famiglia imperiale dei Flavi, nei pressi delle Catacombe di Santa Domitilla. Quella attuale, presente su viale di Tor Marancia, è stata chiamata sino al XVIII secolo torre di San Tommaso e solo successivamente ha assunto la denominazione dell'omonimo viale. Costruita nel XIII secolo, in blocchetti di tufo, alta circa 15 metri per 6 metri di lato, conserva ancora i resti della merlatura originaria. Ebbe inizialmente lo scopo di torre semaforica per l'avvistamento dei pirati saraceni che venivano dal mare, successivamente, con l'inasprimento delle lotte baronali ebbe anche uno scopo militare per la difesa del territorio. Le antiche mappe permettono di ubicare altre torri, oggi distrutte, presenti nella tenuta tra cui: la torre di Santa Maria nei pressi dell'odierno palazzo della Regione Lazio, demolita nel 1941 per far spazio alla via Cristoforo Colombo; la torre Fonte de Papa una piccola struttura con a fianco una sorgente di acqua potabile, fu demolita alla fine degli anni '50 del XX secolo per lasciar spazio ai nuovi edifici e la sorgente venne interrata, sorgeva all'incrocio tra Via G. A. Sartorio e Via dell'Annunziatella; e infine la torre delle Vigne che sorgeva nei pressi di piazza F. M. Lante. La tenuta di Tor Marancia, con una superficie di circa 253 ettari, confinava con la limitrofa tenuta di Grottaperfetta e con le strade di San Paolo, del Divino Amore e dell'Annunziatella. Due fiumi, oggi canalizzati e coperti, attraversavano la zona: a nord l'Almone e a sud il fosso di Grottaperfetta. Nel XV secolo la Tenuta era conosciuta anche come casale delle Peschiere. Vi si succedettero varie nobili famiglie: i Porcari, i Leni, i Tebaldi e i Bottoni. Dal 1481 al 1797 appartenne all'Ospedale del SS. Salvatore al Sancta Sanctorum; successivamente la proprietà passò al duca Luigi Braschi Onesti nipote di papa Pio VI, poi al Conte Domenico Lavaggi. Dal 1816 al 1824 la tenuta appartenne a Maria Anna di Savoia duchessa di Chiablese, figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III di Savoia, che oltre a sfruttare le cave di pozzolana presenti nell'area, intraprese nel 1817 con l'archeologo Luigi Biondi una campagna di scavi da cui emersero i resti di due antiche ville romane: di Munatia Procula e di Numisia Procula. I pregiati ornamenti ritrovati (mosaici, statue ed epigrafi antiche) andarono a nobilitare le residenze aristocratiche savoiarde dell’epoca. I reperti sono oggi in parte esposti nella Galleria dei Candelabri presso i Musei Vaticani e a Palazzo Guglielmi Chiablese in piazza dell'Enciclopedia Italiana 50 (già piazza Paganica) a Roma. Nei primi anni '30 del XX secolo, i cittadini espulsi dai rioni centrali di Roma, a seguito dei primi sventramenti fascisti per "bonificare" il centro dalle manifestazioni più visibili di disagio sociale, assieme agli emigrati provenienti dall'Italia meridionale e alle famiglie messe sul lastrico dalla liberalizzazione degli affitti, si costituì la borgata governatoriale di Tor Marancia (conosciuta anche come Tormarancio). I lavori iniziarono nel maggio del 1933 e furono affidati alla ditta "F.lli Giovannetti" già specializzata in questo genere di appalti. La borgata era formata da un assembramento di baracche, casette in muratura o in legname e sorgeva in un'area prevalentemente paludosa e insalubre (la tubercolosi era molto diffusa). Le case avevano i pavimenti in terra battuta, senza acqua, i servizi igienici erano in comune e spesso guasti, erano inesistenti: le scuole, i trasporti pubblici e il pronto soccorso. Nelle vicinanze vi era l'Istituto Romano San Michele, costruito nel 1932 e il comprensorio delle Sette Chiese: una casa di riposo per anziani e un agglomerato di "casa rapide". A causa dei periodici allagamenti, per l'infelice collocazione in una zona infossata, la piccola borgata assunse il nomignolo di Shanghai". «Ebbene, io vivo a Tormarancio, con mia moglie e sei figli, in una stanza che è tutta una distesa di materassi, e quando piove, l'acqua ci va e viene come sulle banchine di Ripetta», lamentava il protagonista di uno dei racconti romani di Alberto Moravia (Il Pupo, 1954). La costruzione delle attuali case popolari iniziò nel 1947 per l'intercessione dei due senatori del PCI: Edoardo D'Onofrio e Emilio Sereni, a seguito della legge De Gasperi sul risanamento delle borgate, conclusasi nel 1960. Chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia, su via Andrea Mantegna. Dal 2015 al numero civico 63 di viale di Tor Marancia, un gruppo di artisti internazionali, specializzati nelle decorazioni murali, ha realizzato sulla facciata di ciascuna palazzina una serie di murales di varia tematica e diversi stili. Il quartiere ha una squadra di calcio a 11, il Tormarancio M.C., fondato nel 2002 e conquista la sua prima promozione in seconda categoria vincendo la "coppa provincia di Roma" nel 2005, alcuni degli artefici di quell'impresa sono Vigliotti, D'Agostino, Giancaterini, Gherzevic e come allenatore Pugnalini, si succederanno molte stagioni in seconda categoria fino alla promozione in prima categoria con l'allenatore Paterniani, sarà poi Bussone a portare il Tormarancio in promozione e a mantenere la categoria fino al 2014\2015, a quel punto la vecchia presidenza composta da Cavalli, Sacco e Menotti lasciano spazio a Cirulli, le nuove scelte fanno in modo che la squadra arrivi ultima nel girone. Ad agosto 2015 il Tormarancia M.C. lascia la matricola ed il posto in Prima Categoria al neonato Play Eur, ricominciando l'attività agonistica dalla Terza Categoria con la presidenza di Cavalli, già ex presidente. Il rinato club passa dopo solo una stagione in Seconda categoria, sfiorando l'impresa di vincere la finale provinciale di terza categoria. La stagione successiva vede il club trionfare in Seconda Categoria arrivando primi in classifica e guadagnando la Prima Categoria dopo appena due anni dalla rifondazione. A settembre 2014 viene fondata anche, da quattro soci del quartiere, il Tormarancia M.VIII, iscritto alla serie B della Lega Calcio a 8. A settembre del 2015 la stessa Lega Calcio a 8 ratifica l'ammissione in serie A2 nazionale per il club del quartiere. Alla fine della stagione 15-16, il club del presidente Caterini Fabio sfiora l'ingresso ai playoff per l'accesso alla serie A nazionale, piazzandosi al quarto posto della regular-season, guadagnando l'iscrizione alla serie cadetta anche per la stagione futura. All'alba della stagione 16-17 il sodalizio cambia nome diventando Tormarancia C8 P&R, con il suffisso del nome societario legato allo sponsor "Pulcinella & Rugantino". Dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto, il team amaranto ha battuto ed eliminato nei play-off in serie: la S.S. Lazio Calcio a 8, Tony Ponzi Inv. V.L., Steaua 2005 ed in finale l'Atletico Winspeare, club con sede nell'isola di Ponza, col risultato di 1-0, diventando di fatto la regina del torneo di A2, guadagnando a pieno titolo anche l'accesso in Serie A nazionale. Nell'ottobre 2019 viene fondata la Rosarossashangai, la squadra viene iscritta alla serie A2 nella Lega Calcio a 8. Luciano Villani, 2.4 Tor Marancia, Gordiani, Pietralata (PDF), in Le borgate del fascismo. Storia urbana, politica e sociale della periferia romana, Milano, Ledizioni, 2012, pp. 70-82, ISBN 978-88-6705-014-7, OCLC 917209631. Alessandro Mazza, Via Delle Sette Chiese In Roma. Un percorso storico, archeologico, paesistico, a cura di Gabriele M. Guarrera, Roma, Gangemi editore, 1997, pp. 98-106, ISBN 978-88-7448-746-2. Lucrezia Spera, Via Ardeatina, collana Antiche Strade, Lazio, Istituto Poligrafico e Zecca Dello Stato, 2002, pp. 48-51, ISBN 978-88-240-3569-9. Luigi Biondi, I Monumenti Amaranziani illustrati. Appendice al Museo Chiaramonti, vol. III, Roma, 1843. A. Mosca, Disiecta Membra. Materiali archeologici di collezione e di provenienza ignota o incerta. 1) Gruppo di materiali archeologici conservati in Palazzo Guglielmi, in “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma” 94 (1990-1991), pp. 393– 400. A. Cipriani, A. Granelli, L'ultima campagna intorno a noi: ambiente ed evoluzione storica da Tor Marancia all'Annunziatella Archiviato il 19 marzo 2018 in Internet Archive. Ebook Tenuta di Tor Marancia. Paolo Petaccia e Andrea Greco, Borgate. L'utopia razional-popolare, collana Roma Capitale, Roma, Officina Edizioni, 2016, ISBN 978-88-6049-194-7. Milena Farina e Luciano Villani, Borgate romane: storia e forma urbana, collana Libria, Melfi, Casa Editrice Libria, 2017, ISBN 978-88-6764-106-2, OCLC 987026520. Tavolo Archivio Storico VIII Municipio di Roma, III quaderno di Moby Dick, Tor Marancia - Borgata di Roma. Dal fango di Shangai ai colori dei murales, Iacobelli Editore, 2019, ISBN 9788862524735 Borgate ufficiali di Roma Garbatella Via delle Sette Chiese Via Ardeatina Agostino Di Bartolomei Mario Dell'Arco Centro regionale Sant'Alessio - Margherita di Savoia per i ciechi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tor Marancia

Grottaperfetta
Grottaperfetta

Grottaperfetta o storicamente più corretto Grotta Perfetta, è la zona urbanistica 11G del Municipio Roma VIII di Roma Capitale. Si estende sul quartiere Q. XX Ardeatino. È situata a sud della capitale, internamente al Grande Raccordo Anulare e sul lato ovest di via Ardeatina. La zona urbanistica confina: a nord-ovest con la zona urbanistica 11E Tor Marancia a est con la zona urbanistica 11X Appia Antica Nord a sud con le zone urbanistiche 12E Cecchignola e 12B Villaggio Giuliano a ovest con la zona urbanistica 11F Tre Fontane Si ritiene che il toponimo derivi dall'antico nome di età medievale: Horti Praefecti o Praefectis. L'antico toponimo sembrerebbe indicare che in loco esisteva, ai tempi dei romani, o più probabilmente nell'alto medioevo qualche terreno di proprietà di un prefetto, ma non vi sono prove al riguardo; più probabile sembra che il fondo possa essere stata una delle dotazioni di chi ricoprisse la carica di Prefetto della città. Il territorio nel VI secolo doveva prendere nome dal corso d'acqua che vi scorreva noto come Fossa Latronis, essendo oggetto di una donazione fatta da papa Gregorio I insieme ad altri beni tra cui la massa delle Acque Salvie alla basilica di S. Paolo la cui memoria era presente su una delle colonne che sostenevano l'arco trionfale della antica basilica. Già nel X secolo era nota l'area con il nome di Horti perferie o perfecte quando nel 954 parte dell'area che confinava con i beni del monastero di San Salvatore in Laterano, già donata probabilmente nel IX secolo ad opera di una nobile Maria vedova del superista Gregorio, fu oggetto di permuta tra il monastero di San Lorenzo fuori le mura e la chiesa di S. Gregorio al Clivo di Scauro, ancora nel secolo XIII erano presenti nel territorio fondi di diversi proprietari tra i quali i principali il monastero di Sant'Alessio all'Aventino e Giovanni de Papa proprietario del casale Orti Prefectis. Nello stesso territorio erano presenti sin dal 1339 delle vigne per circa 11 ettari tra cui quella detta della Castagnola appartenenti al Priorato di Santa Maria de Aventino dell'Ordine di Malta di provenienza dall'Ordine dei Templari. La tenuta omonima, censita extra Portam Appiam, fu poi proprietà della famiglia Mattei almeno dalla seconda metà del secolo XVI per passare ai Colligola che ne erano proprietari sul finire del XVIII per un'estensione di circa 250 ettari confinante con le tenute di Tor Marancia, Tre Fontane e Sant'Alessio, per divenire agli inizi del Novecento di proprietà dei Ceribelli. In Ortis Perfectis sin dagli inizi del XIII secolo, era testimoniata la presenza di una torre di proprietà della chiesa di San Tommaso in Formis poi identificata come Torre delle Vigne, talvolta erroneamente confusa con quella limitrofa di Tor Marancia, tra le cui pertinenze papa Onorio III designa una pedica di 30 rubbi confinanti con il ponticello de Tufo nei pressi dei prati di San Paolo; tale torre con le sue pertinenze risultava ancora nota nel secolo XV come possedimento fuori Porta San Paolo della famiglia romana dei Capodiferro, e sul finire del secolo XVI come proprietà anch'essa della famiglia Mattei. Il territorio che in passato era interessato dalla presenza di numerose cave di pozzolana, attività che molto probabilmente dette anche il nome al molo omonimo sul Tevere, noto nel medioevo come portus Grapigliani già vicus Alexandri nei pressi della via Ostiense, e largamente adibito al pascolo, era attraversato dal corso d'acqua omonimo noto come marrana di Grotta Perfetta oggi in gran parte intubato, nome con cui veniva individuato il tratto finale del fosso di Tor Carbone avente origine nella tenuta di Torricola presso l'ippodromo delle Capannelle e che, dopo aver percorso l'alveo nell'area tra le attuali viale Giustiniano Imperatore e via Alessandro Severo costeggiando la via omonima, nei pressi di Largo Leonardo da Vinci, piegava con un angolo di circa 90° percorrendo per intero in direzione Sud-Ovest l'attuale via Gabriello Chiabrera per giungere nei pressi dell'attraversamento con via Ostiense e via Laurentina, noto come Ponticello di San Paolo, di lì a poca distanza si gettava nel Tevere. Tale corso d'acqua, che probabilmente era lo stesso citato nella bolla di donazione di papa Gregorio I alla basilica di San Paolo col nome di Fossa Latronis, era altresì noto per le sue frequenti esondazioni, grazie anche ad opere di sbarramento realizzate sin dal XIV secolo dai monaci di San Paolo a fini agricoli, che interessavano per intero il suo alveo al punto da rendere spesso acquitrinosi i prati circostanti. Il territorio dà il nome all'omonima via di Grotta Perfetta, che collegava fin da quando se ne hanno notizie la via Ostiense all'altezza dell'Abbazia di San Paolo con la via Ardeatina dopo aver raggiunto il casale omonimo (posto, stante la cartografia I.G.M. del 1924, in prossimità della attuale via Vittore Carpaccio), prolungandosi poi fino alla chiesa dell'Annunziatella fino a collegarsi con la citata via Ardeatina. Tale arteria, il cui tracciato iniziale è identificabile orientativamente dalle attuali via Alessandro Severo e Via Aristide Leonori (Montagnola), ricalcava con ogni probabilità un antico tracciato basolato di età romana riconosciuto già nel 1850 durante la ricostruzione della basilica di San Paolo passante presso l'arco trionfale dell'edificio come asse viario diramantesi dalla vicina importante area portuale del Tevere presso l'antico tracciato della via Ostiense, per inoltrarsi nelle campagne a sud-est di Roma fino a raggiungere quasi certamente l'area nota sin dal I secolo d.C. come "Granai di Nerva", con una frequentazione risalente ad età preistorica e identificata come tale da Rodolfo Lanciani. Un ulteriore breve tratto basolato molto ben conservato appartenente con ogni probabilità alla stessa via è stato rinvenuto nelle vicinanze presso il vicolo omonimo e la ferrovia Roma-Ostia nel febbraio 2017 durante le escavazioni per la realizzazione di abitazioni. A partire dalla seconda metà del XX secolo la via, scomparso il suo tratto iniziale che ricalcava in parte il percorso delle attuali viale Giustiniano Imperatore e via Alessandro Severo e ricordato dal solo vicolo omonimo, inizia il suo corso dalla via Cristoforo Colombo. Nella zona è presente la chiesa della Santissima Annunziata, la cui parte antica porta un'epigrafe di papa Onorio III datata 12 agosto 1220. Per un breve periodo la chiesa fu aggiunta da San Filippo Neri, insieme alla chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, all'itinerario delle Sette Chiese (che quindi divennero nove). In occasione della costruzione della nuova chiesa, progettata da Ignazio Breccia Fratadocchi, durante gli scavi vennero alla luce resti di antichi manufatti. Nella zona sono presenti alcune aree con diversa odonomastica. Per esempio l'area chiamata "Roma 70" è dedicata allo sport. "Rinnovamento" invece è dedicata ai drammaturghi, il "Sogno" e le zone limitrofe seguono il tema delle capitali europee. Infine l'odonomastica di una zona di recente edificazione, grazie anche all'iniziativa del Comitato per la Promozione della Fotografia, è stata dedicata all'arte fotografica.

Chiesa dell'Annunziatella (Roma)
Chiesa dell'Annunziatella (Roma)

La chiesa dell'Annunziatella è un luogo di culto cattolico di Roma, nel quartiere Ardeatino, nel vicolo omonimo, tra via Ardeatina e via di Grotta Perfetta. Un'epigrafe di papa Onorio III interna alla chiesa, datata 12 agosto 1220, la annovera tra quelle romane con il nome di Maria Annunziata, da cui il nome popolare di Annunziatella. Per un breve periodo la chiesa fu aggiunta da San Filippo Neri, insieme alla chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, all'itinerario delle Sette Chiese (che quindi divennero nove). Per questo motivo era dotata di un ospedale per l'assistenza ai pellegrini che vi giungevano. Nel 1640 fu ridotta alle forme attuali dai lavori di ristrutturazione operati dal cardinale Francesco Barberini, protettore della confraternita del Gonfalone, a cui la chiesa fu affidata. Nacque così la tradizione della distribuzione di viveri ai poveri il 25 marzo, giorno della festa dell'Annunciazione. La chiesa ha una struttura molto semplice, ad una sola navata. All'interno è conservato un Crocifisso ligneo che risale al XIX secolo; nel catino dell'abside vi è un affresco tripartito: al centro è ritratta l'Annunciazione, e ai lati la Madonna tra le anime del purgatorio e la Natività. Nei pressi di questa antica chiesa, vi è la chiesa della Santissima Annunziata a Via Ardeatina, costruita su progetto di Ignazio Breccia Fratadocchi nel 1987. In occasione della costruzione della nuova chiesa, durante gli scavi vennero alla luce resti di antichi manufatti. Darko Senekovic, S. Maria Annunziata, in: D. Mondini, C. Jäggi, P. C. Claussen, Die Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter 1050-1300, Band 4 (M-O), Stuttgart, 2020, pp. 69–77. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma 1891, pp. 913-914 C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton & Compton Editori, Roma 2000, p. 35 ISBN 978-88-541-1833-1 Gianfranco De Rossi, La Chiesa dell'Annunziatella, maggio 1998 Catacomba della Nunziatella Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dell'Annunziatella