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Piazza Indipendenza (Roma)

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Piazza dell’Indipendenza Rome 2024
Piazza dell’Indipendenza Rome 2024

Piazza dell'Indipendenza è una piazza del rione Castro Pretorio a Roma. Sorta nel nuovo quartiere costruito dopo la presa di Roma nel 1870, il nome venne scelto per ricordare le guerre d'indipendenza italiane così come i nomi di tutte le vie della zona, destinata ad accogliere tutta la nuova classe dirigente piemontese di alto livello e la nobiltà. Nella piazza si incrociano le vie Solferino e Via Goito/Via dei Mille, i due assi viari fondamentali del piccolo quartiere. Sulla piazza si affacciano diversi edifici che hanno fatto la storia d'Italia: la sede della Federconsorzi fino al suo fallimento nel 1991, il Palazzo dei Marescialli sede del Consiglio Superiore della Magistratura, l'appartamento dove è morto nel 1957 Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la sede centrale del Corriere dello Sport e altro ancora. La piazza è stata leggermente riqualificata nel 2023. Palazzo dei Marescialli Consiglio Superiore della Magistratura Federconsorzi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piazza Indipendenza

Estratto dall'articolo di Wikipedia Piazza Indipendenza (Roma) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Piazza Indipendenza (Roma)
Piazza dell'Indipendenza, Roma Municipio Roma I

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Piazza dell'Indipendenza

Piazza dell'Indipendenza
00185 Roma, Municipio Roma I
Lazio, Italia
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Piazza dell’Indipendenza Rome 2024
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Luoghi vicini

Villino Centurini

Il Villino Centurini è un edificio di Roma nel quartiere Castro Pretorio; il suo fronte principale si affaccia su piazza Indipenzenza, e fa angolo con Via Vittorio Bachelet. Fu edificato nel 1874 su ordine di Alessandro Centurini. L'edificio fu progettato e costruito nel 1874 dall'architetto svizzero Enrico Kleffler (1840-1891) per il committente Alessandro Centurini (1830-1916), industriale genovese. Il palazzo, costruito nell'attuale quartiere Castro Pretorio, fu uno dei primi a sorgere nel nuovo quartiere noto come "Macao", in Piazza dell'Indipendenza, conosciuta all'epoca come Piazza del Macao. La tipologia del villino ricorda i modelli francesi o tedeschi, e soddisfa le esigenze della classe dirigente della nuova Italia unificata. Nel 1933 fu venduto dagli eredi al Comune di Roma e, due anni dopo, iniziò a ospitare il Liceo-Ginnasio "Giulio Cesare". Dal 1936 ospitò anche la sede del Regio Istituto Magistrale Alfredo Oriani, ed oggi il Liceo Statale Niccolò Machiavelli. Un anno prima, per soddisfare la domanda di maggior spazio per gli studenti, era stato costruito un nuovo edificio attaccato alla vecchia dimora, che cambiò irrimediabilmente il suo carattere, a causa della perdita della facciata sul giardino, che si estendeva precedentemente fino a Via Vicenza. Nel corso degli anni, gli interni del villino sono stati modificati e trasformati per adattarsi a nuove realtà scolastiche. Di conseguenza, le stanze, i salotti e persino la cucina sono stati trasformati in aule, laboratori ed uffici. Nel 1996 iniziarono i primi lavori di restauro dell'edificio: furono recuperate la facciata principale su Piazza dell'Indipendenza e quella su Via Bachelet. Nel 1999, dopo il crollo di una parte interna sopra la scala di accesso al primo piano, iniziarono i lavori per la conservazione e il restauro degli interni, conclusisi nel maggio 2002. Foto del Villino Centurini - Piazza Indipendenza

Palazzo dei Marescialli
Palazzo dei Marescialli

Palazzo dei Marescialli è un palazzo di Roma sito in piazza dell'Indipendenza, nel rione Castro Pretorio. Dal 1962 è sede del Consiglio superiore della magistratura. Nell'ambito della realizzazione di piazza dell'Indipendenza nel 1877 fu ottenuta una licenza edilizia per la costruzione di un villino tra la piazza e via San Martino della Battaglia su progetto dell'ingegnere Luigi Bedeschi. Tale progetto non fu mai realizzato ma due anni dopo il direttore della Banca Tiberina presentò al sindaco reggente di Roma Emanuele Ruspoli un altro progetto per la realizzazione di un palazzo alto 19 metri per quattro piani di proprietà del senatore Giacomo Astengo. Il progetto fu approvato nel giugno 1879 e i lavori, iniziati nello stesso anno, si conclusero presumibilmente nel 1881, anno a cui risalgono le licenze di abitabilità dei vari piani del palazzo. Alla morte di Astengo nel 1884 il palazzo fu ereditato dalla figlia Elisa sposata con Enrico Baldini mentre dalla voltura del 6 agosto 1919 risulta proprietario il conte Silvio Brunori. Quest'ultimo commissionò un progetto di ampliamento dell'immobile, realizzato dagli ingegneri Guido Romanelli ed E. Ambrosini, che però non fu mai attuato poiché il 26 agosto 1920 la proprietà fu acquistata da Rosa Sestieri in Castelnuovo ed Enrico Castelnuovo. Quest'ultimo ottenne la licenza per l'ampliamento dell'edificio, accorpando il vicino villino Castelnuovo, ed affidò il progetto all'ingegnere Enrico Paniconi. I lavori iniziarono nello stesso anno e si conclusero nel 1923. Sotto il governatorato di Roma nel 1935 il palazzo fu selezionato come sede dei Marescialli d'Italia e furono portati avanti, soprattutto negli ambienti interni, dei lavori di ristrutturazione sotto la direzione dell'architetto Costantino Costantini e dell'ingegnere Michele Oddini. I Castelnuovo risultano proprietari dell'immobile fino al decreto di esproprio del prefetto di Roma del 1939. Nel secondo dopoguerra il palazzo diventò residenza del Ministro delle finanze mentre nel 1960 fu individuato dal neoistituito Consiglio superiore della magistratura come propria possibile sede. Tra il 1960 e il 1961 il ministero ha formalizzato il passaggio dell'immobile al CSM, con un valore stimato di 530 milioni di lire, mentre la cerimonia di inaugurazione si è tenuta il 15 febbraio 1962. L'edificio è intitolato, dal 12 Febbraio 2024, a Vittorio Bachelet, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura assassinato nel 1980 dalle Brigate Rosse. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo dei Marescialli

Porta Viminale
Porta Viminale

Al centro del tratto maggiormente esposto delle mura serviane, quello cioè tutto in pianura tra la porta Collina e l'Esquilina, si apriva la Porta Viminalis, che insieme alle due citate e alla Querquetulana, è tra le più antiche porte dell'intera cinta difensiva dell'antica Roma. La loro edificazione risale infatti ad un periodo molto antico, circa un paio di secoli precedente a quello della costruzione delle mura repubblicane nel 378 a.C. Sembra infatti che le quattro porte originarie si possano datare all'epoca dell'ampliamento della città operato dal re Servio Tullio, che comprese nel territorio dell'Urbe, oltre alle alture già inserite tra gli iniziali sette colli, anche il Quirinale (Collis Quirinalis), il Viminale, l'Esquilino e il Celio (chiamato allora Querquetulanus, cioè coperto di boschi di querce). Della stessa epoca è ovviamente anche il primo baluardo difensivo che le collegava tra di loro, quell’agger costruito lungo tutto il tratto dei circa 1.300 m dalla Porta Collina all'Esquilina, per tentare di difendere con la massima cura la zona più pericolosa della città. Un ulteriore indizio dell'antichità di queste porte è fornito, secondo gli studiosi, anche dal loro nome, che deriva direttamente da quello dell'altura cui davano accesso, anziché essere l'aggettivazione di qualche monumentalizzazione (templi, altari, ecc.) lì presente, che non può che essere successiva all'inglobamento dell'area nel perimetro urbano. La porta Viminalis si apriva all'incirca al centro del lungo tratto di mura tuttora esistente in piazza dei Cinquecento (il reperto più imponente ancora visibile), sul lato destro di chi esce dalla Stazione Termini. Il giardino che contorna le mura copre il terrapieno dell'antico aggere (e la lieve pendenza sul lato della piazza ne è un pallido ricordo), il cui muro di sostegno è ancora visibile nel piano sotterraneo dell'edificio della stazione, di fronte al ristorante McDonald's. È tuttora argomento di discussione tra gli studiosi l'individuazione della strada o delle strade a cui la porta dava accesso: le ipotesi riguardano la via Collatina, o la via Tiburtina, o magari che non si aprisse su nessuna strada importante. Di certo le distruzioni operate nel tempo già in epoca imperiale per l'edificazione delle Terme di Diocleziano, poi da papa Sisto V per la sistemazione urbanistica della zona, e da ultimo per la costruzione della stazione di Roma iniziata dopo il 1856, hanno cancellato buona parte delle tracce non solo delle mura ma anche delle porte (forse c'era anche una Porta Collatina nei pressi di via del Castro Pretorio o nell'area della stazione ferroviaria) e delle strade originarie in tutto il perimetro adiacente. I lavori per la sistemazione della stazione Termini hanno però avuto almeno il pregio di riportare alla luce i resti delle mura, che fino al 1892 erano rimasti sepolti sotto un accumulo di detriti, chiamato “Monte della Giustizia”, derivati dai lavori per la costruzione delle vicine Terme di Diocleziano. Strabone, Geografia, V. Mauro Quercioli: Le mura e le porte di Roma. Newton Compton Ed., Roma, 1982 Laura G.Cozzi: Le porte di Roma. F.Spinosi Ed., Roma, 1968 Filippo Coarelli: Guida archeologica di Roma. A.Mondadori Ed., 1984 Le porte e le mura serviane, su giardinodivenere.it. URL consultato l'8 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2007).

Termini (metropolitana di Roma)
Termini (metropolitana di Roma)

Termini è una stazione delle linee A e B della metropolitana di Roma. Quando fu inaugurata, il 9 febbraio 1955, Termini era il capolinea dell'unico tratto di linea metropolitana di Roma, che collegava la stazione ferroviaria con il quartiere EUR. Facevano capolinea a Termini anche i treni diretti al Lido di Ostia, l'attuale Ferrovia Roma-Lido, con frequenza di due convogli ogni ora. All'epoca i binari dell'attuale stazione della linea B erano dedicati uno per la metropolitana Termini-Laurentina, attualmente banchina in direzione Laurentina, l'altro per i rapidi Termini-Lido. Lo smistamento dei treni era regolato da due scambi posti dove oggi termina la stazione, lato Cavour, e controllati da una sala comandi (poi demolita) posta vicino alla banchina in direzione Laurentina. Nel 1980 divenne il nodo di scambio con la nuova linea A. Il capolinea di allora della linea B subì modifiche: proprio sopra la linea A venne creato uno spazio per la linea B (oggi occupato dalle banchine nuove in direzione Cavour) ed ancora più sopra da un nuovo atrio di ingresso. Dal 1987 i treni da Ostia non raggiungono più Termini, bensì terminano la corsa alla stazione Porta San Paolo, adiacente alla fermata Piramide. Pochi anni dopo, nel 1990, aprì al pubblico il prolungamento della linea B fino a Rebibbia. Ciò comportò lo spostamento di alcuni metri delle banchine verso la stazione Cavour, in quanto la costruzione delle nuove gallerie dovette avvenire a maggiore profondità rispetto al resto della linea. Tutt'oggi è possibile osservare parte della stazione originaria guardando in direzione Rebibbia, al termine delle attuali banchine. I lavori di rifacimento e ammodernamento del nodo di Termini tra il 2010 ed il 2013 hanno riguardato: la riorganizzazione dei percorsi di scambio tra le linee A e B; il rinnovo delle finiture; l'adeguamento dell'impianto antincendio, non ancora a norma di legge; il miglioramento dell'accessibilità mediante installazione di nuovi ascensori e scale mobili. Il progetto comprendeva anche la sistemazione e la regolarizzazione della planimetria di piazza dei Cinquecento, nonché la riallocazione delle strisce pedonali perpendicolari alle corsie di arresto degli autobus. Nel progetto era previsto anche l'abbattimento e la ricostruzione del manufatto di accesso alla metro B situato sulla piazza, mentre i lavori si sono limitati ad una ristrutturazione. Il costo complessivo venne stimato in 63 milioni di euro. La fermata è collegata alla stazione ferroviaria e permette quindi interscambi con i treni regionali e suburbani e con i treni nazionali di Trenitalia e Italo-NTV. È inoltre servita da due linee tranviarie, un filobus e numerose linee di autobus urbani gestiti da ATAC; poco distante su via Giolitti sorge il capolinea della ferrovia Roma-Giardinetti, Roma Laziali. La fermata è inoltre collegata con gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino tramite vari servizi di autobus navetta. Stazione ferroviaria ( Roma Termini) Stazione ferroviaria (Roma Laziali) Fermata tram (Termini, linee 5 e 14) Fermata filobus (Termini, linea 90) Fermata autobus ATAC e navette per gli aeroporti Stazione taxi La stazione della linea A si trova ad un livello inferiore rispetto a quella della linea B ed è collegata ad essa tramite scale interne; non è quindi necessario uscire dai varchi per passare da una linea all'altra. Sono presenti due collegamenti tra le linee (in salita e in uscita), mentre ne è presente uno solo dalla B alla A (in entrata e in discesa). La stazione, che è dotata di un impianto di videosorveglianza e di un parcheggio d'interscambio, è inoltre accessibile ai portatori di disabilità. Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Servizi igienici Vittorio Formigari e Piero Muscolino, La metropolitana a Roma, Cortona, Calosci, 1983. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Termini

Piazza dei Cinquecento
Piazza dei Cinquecento

Piazza dei Cinquecento, in precedenza compresa nell'ampia Piazza delle Terme (nota informalmente come Piazza Termini), è una piazza di Roma sita di fronte alla stazione di Roma Termini al confine tra i rioni Esquilino e Castro Pretorio. La piazza, in larga parte occupata dal principale capolinea dei bus urbani della città, è compresa tra via Giovanni Giolitti, largo di Villa Peretti e via Marsala. L'area occupata dalla piazza corrisponde alla zona altissimus Romae locus descritta nella pianta di Roma redatta da Leonardo Bufalini nel 1551; tale denominazione era dovuta alla presenza di una statua di Roma seduta, poi identificata erroneamente con la Giustizia, fatta sistemare dal cardinal Felice Peretti (futuro papa Sisto V) sulla sommità dell'agger di Servio Tullio, l'antico rilevato difensivo con fossato che proteggeva la città di età regia sul pianeggiante versante nord-orientale, nei pressi della propria villa. Tale rilievo fu poi definito Monte di Giustizia. Il Monte di Giustizia fu pian piano spianato nel corso dei lavori per la realizzazione della stazione ferroviaria tra il 1860 e il 1878 e la statua fu traslata ad Arsoli dai Massimo, divenuti proprietari della villa demolita per fare spazio al costruendo scalo ferroviario. Durante i lavori sono emersi anche alcuni tratti delle Mura serviane e resti di insulae, in larga parte demoliti o smantellati. Nel 1916 il Consiglio comunale deliberò il riordino della vasta area nota come piazza delle Terme, nome derivato dalle vicine Terme di Diocleziano, ed assegnò allo spiazzo antistante la stazione la denominazione di piazza dei Cinquecento, in ricordo dei 548 italiani caduti nella battaglia di Dogali del 1887; nella piazza era infatti presente il monumento ai caduti di Dogali, realizzato da Francesco Azzurri e traslato nel 1924 in un giardino lungo viale delle Terme (attuale viale Luigi Einaudi), in vista dei lavori di riqualificazione della piazza in occasione del Giubileo del 1925. Tali lavori di riqualificazione furono tuttavia iniziati nel secondo dopoguerra e si conclusero nel 1950 con la piantumazione di alcuni pini domestici e la riorganizzazione del capolinea degli autobus. Nel 1960 fu posizionata al centro della piazza la cosiddetta Lampada OSRAM, un lampione eretto dall'azienda tedesca OSRAM in occasione delle Olimpiadi di Roma con lampade a vapori di mercurio e smantellato tra il 1982 e il 1983. Tale lampada, particolarmente moderna per l'epoca, divenne un importante punto di riferimento per romani e non. Il 18 maggio 2011 nella piazza in corrispondenza dell'incrocio con viale Enrico de Nicola è stato inaugurato il monumento a Giovanni Paolo II, realizzato dallo scultore Oliviero Rainaldi e accolto da numerose critiche che hanno spinto l'autore a rivedere l'opera, riposizionata in loco il 19 novembre 2012. La piazza ha una forma quadrangolare ed è compresa tra l'ingresso principale al fabbricato viaggiatori della stazione di Roma Termini, via Cavour, via Giovanni Giolitti, largo di Villa Peretti, viale Enrico de Nicola e via Marsala. Gran parte del perimetro della piazza è occupato dal principale capolinea delle linee autobus urbane di Roma, presso cui transitano circa 20 linee diurne (inclusa la linea filoviaria 90) e 16 linee notturne a cui si aggiungono alcune linee bus turistiche ed una stazione per i taxi, e da un parcheggio di interscambio. Sulla piazza sono presenti anche diversi ingressi per la sottostante stazione della metropolitana mentre nel tratto compreso tra via Cavour e via Daniele Manin è situato il capolinea dei tram 5 e 14. Accanto al fabbricato viaggiatori della stazione, sul lato di via Marsala, sono presenti alcuni resti delle Mura serviane mentre sul lato verso largo di Villa Peretti è presente il Monumento a Giovanni Paolo II, eretto nel 2011. Sulla piazza si affacciano Palazzo Massimo alle Terme e le Terme di Diocleziano, entrambe sedi del Museo Nazionale Romano, oltre che l'ex edificio delle Poste Telegrafi e Telefoni. Piero Ostilio Rossi, Ilaria Gatti, Roma. Guida all’architettura moderna 1909-1991, 2ª ed., Bari-Roma, Laterza, 1991 [1984], ISBN 88-420-2509-7. Mariarosaria Barbera e Rita Paris (a cura di), Da villa Peretti a Piazza dei Cinquecento: i perché di una distruzione, in Antiche stanze. Un quartiere di Roma imperiale nella zona di Termini, Milano, Giorgio Mondadori, 1996, pp. 192-210, ISBN 88-374-1542-7. Claudio Rendina, Donatella Paradisi, Le strade di Roma. Volume primo A-D, Roma, Newton Compton, 2004, ISBN 88-541-0208-3. Mariarosaria Barbera e Marina Magnani Cianetti (a cura di), Archeologia a Roma Termini. Le Mura Serviane e l'area della Stazione: scoperte, distruzioni e restauri, Roma, Mondadori Electa, 2008, ISBN 88-370-5988-4. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza dei Cinquecento Piazza dei Cinquecento, su rerumromanarum.com. Piazza dei Cinquecento, su info.roma.it.

Castro Pretorio (metropolitana di Roma)
Castro Pretorio (metropolitana di Roma)

Castro Pretorio è una stazione di profondità della linea B della metropolitana di Roma realizzata a foro cieco. Si trova nel rione Castro Pretorio su viale Castro Pretorio all'incrocio con via San Martino della Battaglia. La fermata fu inaugurata l'8 dicembre 1990 col prolungamento della linea B da Termini a Rebibbia. Il 5 ottobre 2020 è stata chiusa per permettere la sostituzione trentennale degli impianti di traslazione e la realizzazione di minori lavori infrastrutturali per eliminare le infiltrazioni d'acqua e adeguare la stazione alle norme antincendio. È stata riaperta il 13 ottobre 2021. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Servizi igienici Fermata autobus ATAC Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Castra Praetoria Città universitaria di Roma (Università degli Studi di Roma "La Sapienza") Porta Pia Porta Nomentana Piazza dell'Indipendenza (sede centrale del Consiglio superiore della magistratura) Piazza della Croce Rossa Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (sede centrale) Ferrovie dello Stato Italiane (sede centrale) Marcello Cruciani, Linea B fino a Rebibbia, in I Treni Oggi n. 112 (febbraio 1991), pp. 12–15. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castro Pretorio Wikinotizie contiene l'articolo Roma: dal 13 ottobre riapre la fermata Castro Pretorio Wikinotizie contiene l'articolo Roma: proseguono i lavori a Policlinico e Castro Pretorio Wikinotizie contiene l'articolo Roma: chiusure in arrivo per la metropolitana