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Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta (Lezzeno)

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Lezzeno Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta
Lezzeno Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta

La chiesa dei Santi Quirico e Giulitta è la parrocchiale di Lezzeno, in provincia e diocesi di Como; fa parte del vicariato di Bellagio e Torno. La prima citazione di una cappella a Lezzeno, dipendente dalla pieve di Isola, risale al 1434, mentre una seconda menzione è datata 1453 e contenuta in un documento inserito nell'archivio parrocchiale. L'edificio fu interessato da un intervento di restauro o di ricostruzione nel 1520, come testimoniato dalla data incisa sul portale d'ingresso. Nel Seicento venne condotto un rifacimento della chiesa, in occasione del quale si provvide a risistemare il presbiterio, a modificare l'assetto della navata e delle cappelle e a costruire l'ambiente per l'organo; in quello stesso secolo la cappella di San Rocco fu ridedicata alla Beata Vergine di Caravaggio. La parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta nel 1788 risultava avere come filiali gli oratori della Beata Vergine del Ceppo, di San Giuseppe, di Santa Marta, di Sant'Antonio. Dalla relazione della visita pastorale del 1894 del vescovo di Como Andrea Carlo Ferrari si apprende che il numero dei fedeli era pari a 1800 e che la parrocchiale aveva alle proprie dipendenze gli oratori di Santa Marta, della Visitazione della Beata Vergine Maria, di Sant'Antonio di Padova, della Santissima Trinità, di San Rocco in Villa, di San Giuseppe in località Pescaù e della Beata Vergine delle Grazie in contrada Bognona. Nel 1895 si decise di ampliare la chiesa, ma soltanto nel 1928 fu redatto il progetto, secondo cui la navata sarebbe stata prolungata di una campata; l'autorizzazione per iniziare i lavori arrivò nel maggio del 1929 e prevedeva che il portichetto che proteggeva il portale maggiore venisse riutilizzato nella nuova facciata. La facciata a salienti della chiesa, rivolta a nordovest, presenta in basso i tre portali d'ingresso, di cui il centrale sormontato da una lunetta con raffigurazione della Madonna del latte tra un santo guerriero e san Giovanni Battista e protetto dal protiro sorretto da colonne tuscaniche, e sopra il rosone; sotto la linea degli spioventi corre una fila di archetti pensili. Annesso alla parrocchiale è il campanile a pianta quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora ed è coronata dalla nuvoletta poggiate sul tamburo a base ottagonale. L'interno dell'edificio si compone di quattro campate, di cui le prime due suddivise in tre navate e le ultime due composte da una sola, su cui si affacciano le cappelle laterali; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di due gradini e chiuso dalla parete di fondo. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la tela ritraente Sant'Antonio da Padova con il Bambino ed offerente, risalente al XVII secolo, la pala con San Carlo in adorazione del Crocifisso, gli affreschi raffiguranti la Flagellazione di Cristo, Cristo nell'orto degli ulivi, la Resurrezione e la Salita al Calvario, eseguiti da Giulio Quaglio, autore pure del dipinto con soggetto il Martirio dei santi Quirico e Giulitta, la tela dell'Adorazione dei Magi, la pala con l'Apparizione della Vergine alla beata Giannetta di Caravaggio, il dipinto seicentesco ritraente Sant'Emidio e il bassorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino ed il donatore. Lezzeno Diocesi di Como Parrocchie della diocesi di Como Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei santi Quirico e Giulitta Parrocchia dei SANTI QUIRICO E GIULITTA, su parrocchiemap.it. URL consultato il 22 marzo 2021. Chiesa: Chiesa SS. Quirico e Giulitta, su comune.lezzeno.co.it. URL consultato il 22 marzo 2022.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta (Lezzeno) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

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Villa del Balbianello
Villa del Balbianello

La villa del Balbianello è un edificio storico che sorge a Lenno, sulle sponde del lago di Como. La villa è collocata sulla punta della penisola di Lavedo, un promontorio che si spinge nello specchio d'acqua lariano e che proprio dall'edificio ha preso il nome di "Balbianello". Il toponimo è un vezzeggiativo di "Balbiano", nome di una villa sita in località Campo. Il complesso è di proprietà del Fondo Ambiente Italiano. La villa venne costruita nel 1787 su un preesistente monastero francescano dal cardinale Angelo Maria Durini, che dalla famiglia Giovio aveva ottenuto anche la vicina villa del Balbiano. Al cardinale, che nei periodi estivi e autunnali era solito ospitare presso la villa raduni di intellettuali (tra i quali Giuseppe Parini), si deve la realizzazione del loggiato settecentesco e dei due padiglioni da questo collegati. Alla morte del Durini, nel 1797 la villa passò dapprima a Giuseppe Sepolina, che la ribattezzò secondo il proprio cognome. Successivamente, il complesso finì nelle mani di Luigi Porro Lambertenghi (nipote del Durini), il quale ebbe Silvio Pellico come precettore dei propri figli. La gestione Porro Lambertenghi comportò un restauro della chiesa di San Giovanni e dell'ex-monastero, oltre alla realizzazione di opere finalizzate a collegare internamente tutti i corpi di fabbrica compresi tra il loggiato e la darsena. In seguito la proprietà venne acquistata da Giuseppe Arconati Visconti che, fra gli altri, ospitò nel suo salotto Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni. Il figlio di Giuseppe, Gianmartino Arconati Visconti, fece apportare miglioramenti al giardino e alla loggia, ma al graduale declino del casato corrispose un progressivo abbandono della villa, che per più di trent'anni fu lasciata a sé stessa. Il degrado fu la causa di una piccola torre-faro, dotata di orologio e campane, installata dagli Arconati Visconti all'ingresso del porto. L'edificio cadde in stato di abbandono finché un ufficiale statunitense, Butler Ames, la rilevò e ne rinnovò il giardino. Nel 1974 venne acquisita dall'esploratore Guido Monzino, erede della famiglia fondatrice della Standa. Il Monzino, che ambiva a fare della villa un polo d'interesse nazionale per quello che concerne le ricerche geografiche, arredò l'edificio con cimeli provenienti dalle sue spedizioni. Monzino morì senza eredi nel 1988, lasciando la villa al Fondo Ambiente Italiano, che divenne definitivamente proprietario dell'edificio. Da allora, la fondazione si occupa di mantenere la villa nelle condizioni in cui la lasciò l'esploratore lombardo. A partire dagli anni 90 del XX secolo, villa del Balbianello è stata ripetutamente richiesta come location cinematografica. Nelle sue sale e giardini sono state girate varie pellicole internazionali, tra cui Un mese al lago di John Irvin (1995), Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni di George Lucas (2002) e Casino Royale di Martin Campbell (2006). Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991. Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006]. Francesca Trabella, 50 Ville del Lago di Como, Lipomo, Dominioni Editore, 2020, ISBN 978-88-87867-38-1. Lago di Como Lenno Villa del Balbiano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla villa del Balbianello Villa del Balbianello, su fondoambiente.it.