place

Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia

Contestualizzare fonti - agosto 2017Contestualizzare fonti - arteMonumenti di TorinoMonumenti equestriPagine con mappe
Wikificare - aprile 2015Wikificare - arte
Torino Caval ëd Brons latoB particolare statua
Torino Caval ëd Brons latoB particolare statua

Il monumento a Emanuele Filiberto di Savoia, comunemente noto col nome piemontese di Caval ëd Bronz ([ka'val əd brʊŋz], cioè cavallo di bronzo), è un monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia, opera di Carlo Marochetti, e collocato in piazza San Carlo a Torino nel 1838. Questo monumento è uno dei simboli della stessa città di Torino. Dai contemporanei, per l'imponenza e la maestosità, venne considerato degno di rivaleggiare con le più famose sculture equestri di Bartolomeo Colleoni o del Gattamelata.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia
Flughafenstraße, Dresden Hellerau (Klotzsche)

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Sito web Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Monumento a Emanuele Filiberto di SavoiaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.0677 ° E 7.68258 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Flughafen Dresden

Flughafenstraße
01109 Dresden, Hellerau (Klotzsche)
Saxony, Germany
mapAprire su Google Maps

Sito web
dresden-airport.de

linkVisita il sito web

Torino Caval ëd Brons latoB particolare statua
Torino Caval ëd Brons latoB particolare statua
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Galleria San Federico
Galleria San Federico

La Galleria San Federico è un edificio commerciale del centro storico di Torino. Realizzato negli anni Trenta del XX secolo, ospita al suo interno numerosi locali commerciali, uffici e uno storico cinema. Nel 1931, su proposta del podestà Thaon di Revel, avanzò l'ipotesi della ristrutturazione della precedente Galleria Natta (poi Geisser) presente nell'Isolato San Federico, creando una nuova area commerciale coperta che andasse ad aggiungersi alle già esistenti Galleria Subalpina e Galleria Umberto I. Il progetto fu dunque inserito nel contesto dell'imponente ristrutturazione di via Roma e degli isolati circostanti avvenuta tra il 1931 e il 1937; nel 1932 venne avviato il cantiere su progetto dell'ingegnere Giovanni Canova e dell'architetto Vittorio Bonadè Bottino, che si occupò anche della contestuale realizzazione del vicino Hotel Principi di Piemonte. Il progetto si contraddistinse subito per i suoi connotati di modernità e prestigio rispetto alla precedente struttura, prevedendo ampi spazi per negozi, la realizzazione di magazzini e autorimesse sotterranee e, inoltre, numerosi locali per uffici e un nuovo cinematografo, in sostituzione del vecchio Cinema Meridiana. I lavori si caratterizzarono per il loro ritmo serrato e terminato nel 1933, ad appena un anno dall'apertura del cantiere. Ad occupare i primi uffici fu la sede storica del quotidiano La Stampa e, nel 1934, venne inaugurato anche il grande Cinema Rex. In seguito stabilì qui la sua sede anche la compagnia assicuratrice SAI. Da allora la Galleria San Federico è prestigiosa sede di negozi, gioiellerie, studi professionali, ospitando anche la sede sociale della società calcistica Juventus dal 1965 al 1985. Sempre nel corso degli anni duemila, la galleria è stata sottoposta a restauri che hanno anche compreso la totale ristrutturazione dello storico Cinema Lux. La Galleria San Federico è un tipico esempio di edificio "cielo-terra" in stile eclettico, presente nelle maggiori città italiane ed europee. La sua impostazione, con planimetria a "T", consente tre vie d'accesso dalle circostanti via Bertola, via Roma e via Santa Teresa. Essa si sviluppa per sei piani, di cui quattro fuori terra, più il relativo ammezzato e il sottotetto. La copertura è caratterizzata da una volta ellittica a botte, sormontata da cupole in corrispondenza dei tre accessi e dalla grande cupola centrale che sovrasta lo scalone d'accesso dell'attuale Cinema Lux. Al piano stradale trovano sede numerosi locali commerciali, mentre nel mezzanino e i piani superiori ospitano uffici di rappresentanza e studi professionali. Una rampa d'accesso posta in via Bertola conduce ai due piani sotterranei adibiti ad autorimessa e area magazzino. Progettato dall'architetto Eugenio Corte e dall'ingegner Giovanni Canova, fu inaugurato il 31 marzo 1934 come Cinema Rex e, con i suoi 1 573 posti, fu il più grande e moderno cinematografo di Torino. Rinominato Dux nel 1942, assunse l'attuale nome Lux nel 1945, quando venne rilevato dalla G.I.A.C. Dopo oltre settant'anni di servizio pressoché ininterrotto, nel 2004 è stato oggetto di un'attenta, ma radicale ristrutturazione, che ha visto la realizzazione di tre sale cinematografiche e di un'area ristorante. All'interno della galleria vennero girate alcune scene del celebre thriller Profondo rosso di Dario Argento, nonché la scena finale di Giallo, del medesimo regista. In occasione delle celebrazioni, organizzate dal Comune di Torino, per i dieci anni dalle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, a Febbraio 2016, sono stati organizzati anche Dj-Set nei luoghi più belli della movida Torinese, compreso quello in Galleria San Federico che ha raccolto la folta comunità di ballerine e ballerini di Tango Argentino di Torino https://www.youtube.com/watch?v=Uf6Y70IBuVY Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Luciano Re, Guida all'architettura moderna di Torino, Lindau, Torino 1995 Galleria Subalpina Galleria Umberto I (Torino) Via Roma (Torino) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galleria San Federico Sito ufficiale della Galleria San Federico, su sanfederico.it.

Torre XX Settembre
Torre XX Settembre

La Torre XX Settembre (anche conosciuta come Torre o Grattacielo Santa Teresa) è uno dei principali edifici residenziali multipiano del centro storico di Torino. L'edificio fu progettato dall'architetto Gino Salvestrini e dall'ingegner Gabriello Gabrielli di Quercita, e rappresenta oggi uno dei primi esempi emblematici di inserimento postbellico all'interno del contesto storico-architettonico di Torino. Posta all'incrocio di due storici assi viari della città: via XX Settembre e via Santa Teresa, con ingresso principale al numero 3 di quest'ultima, la costruzione trova la sua origine in un progetto della fine degli anni '30, concepito nell'ambito della ristrutturazione di via Roma. La configurazione attuale risale al 1947 (progetto presentato per conto della società IRAS) mentre, nella versione primigenia, l'edificio doveva contare un'altezza di ben 21 piani: la vicinanza con piazza San Carlo, tuttavia, contribuì alla correzione del progetto e alla riduzione dell'altezza e dei volumi complessivi. Iniziato nel 1947 e completato nel 1951, l'edificio è collocato a filo di via Santa Teresa, ma in posizione arretrata rispetto all'asse di via XX Settembre. La sua imponenza, seppur sgravata dalla tonalità chiara del rivestimento in tessere di pietra calcarea, è percepibile anche dalla vicina piazza San Carlo. L'edificio si compone di un corpo verticale (torre), posto in corrispondenza dell'incrocio viario, di quattordici piani fuori terra più attico, e di un corpo orizzontale posto lungo via Santa Teresa, di cinque piani fuori terra. Il basamento di entrambi i corpi, avvolgente i due piani inferiori degli stessi, presenta un rivestimento in pietra verde ed elementi metallici. Il corpo verticale dell'edificio è impostato al di sopra di una sorta di pensilina a sbalzo dove ampie finestre quadrangolari e file di balconi incassati caratterizzano i prospetti principali fino al tetto pensile con attico (già studio dell'ingegner Gabrielli) e giardino, mentre il corpo orizzontale presenta gli ultimi piani loggiati, a costituire un modulo di altezza inferiore che consente l'ideale raccordo visivo con la vicina chiesa barocca che dà nome alla via. Lo sviluppo delle facciate (ad esempio il rapporto dimensionale tra finestre e volume costruito), così come la decorazione dell'androne e degli spazi interni risentono ancora degli influssi del Razionalismo italiano, di cui l'edificio, nel suo complesso, costituisce un tardo esempio. A. Grelli, Torino e la ricostruzione post-bellica: i grattacieli, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1977-78, relatore G. Varaldo Gli edifici alti nell'area centrale, in Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Luciano Re, Guida all'architettura moderna di Torino, Lindau, Torino 1995, pp. 136–137 Razionalismo italiano Torre Solferino Casa Saiba Costruzioni di Torino più alte Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre XX Settembre