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Piazza Carlo Felice

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Porta Nuova Piazza Carlo Felice Torino
Porta Nuova Piazza Carlo Felice Torino

Piazza Carlo Felice è una piazza di Torino. Si trova alla congiunzione di via Roma con corso Vittorio Emanuele II, esattamente di fronte alla Stazione Porta Nuova. Nel primo ampliamento della città di Torino verso sud del 1620, questa zona ospitava semplicemente la primitiva "Porta Nova", di accesso al centro attraverso l'omonima via "Nova" (attuale via Roma). Fu poi Gaetano Lombardi che, nel 1822, disegnò il primo abbozzo di quello che diventerà il "Largo del Re", ovvero una normale espansione dell'omonimo viale (oggi corso Vittorio Emanuele II), attraverso la nascita di nuovi isolati neoclassici, sia a oriente (verso il nascente "Borgo Nuovo"), sia a occidente (ovvero il tratto terminale dell'attuale via XX Settembre). Sino agli anni 1980 la piazza era capolinea di linee di tram, con un doppio anello di binari, ora dismesso. Fu l'architetto francese Jean-Pierre Barillet-Deschamps, nel 1861, a dare alla piazza il disegno attuale, nel contesto dell'ulteriore sviluppo della città verso sud, che aveva precedentemente portato alla realizzazione definitiva di piazza San Carlo e che coinvolse la nascente stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova (opera di Alessandro Mazzucchetti e Carlo Ceppi, periodo 1853-1864). Gli eleganti portici della piazza furono opera di Giuseppe Leoni, Giuseppe Frizzi e Carlo Promis che, sul lato nord, si raccordano alla centrale via Roma con un'esedra semicircolare. In particolare il Promis si occupò del lato occidentale della piazza, dove aggiunse uno slargo di quella che sarà, nel 1870, la piazzetta dedicata al politico torinese Pietro Paleocapa (con annesso monumento opera di Odoardo Tabacchi del 1871). La manica di portici lungo Corso Vittorio Emanuele II verso oriente (via Lagrange) invece, fu ultimata da Barnaba Panizza. Una particolare attenzione la si deve invece alla manica di portici di Corso Vittorio Emanuele II verso occidente: attraversando via XX Settembre, in alto fu posizionata una curiosa statua, di un artista ignoto, con un mitologico Toro a tre teste. Al centro della piazza, sempre nel 1861, fu progettato un giardino, poi titolato Giardino Sambuy. Recintato ed organizzato su pianta regolare, è movimentato con ondulazioni del terreno e con un percorso di vialetti in porfido che lo attraversa diagonalmente, offrendo vedute con diverse prospettive. È impreziosito da piante rare e alberi monumentali, da statue dedicate a Edmondo De Amicis, a Massimo d'Azeglio e a Ernesto di Sambuy. Sempre all'interno del giardino, è presente un orologio floreale, dono della città di Ginevra, e una fontana ornamentale, a testimonianza dell'arrivo in città dell'acquedotto nel 1859. Sulla piazza si affacciano molte storiche attività, tra cui l'antica "Cioccolateria Giordano" e l'Hotel Roma, dove, nel 1950, Cesare Pavese si tolse la vita. In corso Vittorio Emanuele II, dentro la stazione ferroviaria, è collocata la fermata della Linea 1 della metropolitana. Sotto la piazza l'ampio sistema di parcheggi sotterranei comunicanti che si estende fino a piazza San Carlo. Nel 2017 la piazza fu parzialmente riqualificata, con il rifacimento di alcuni palazzi eleganti ottocenteschi. Di fronte alla piazza passano le principali linee di tram e bus. Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99, Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997 Corso Vittorio Emanuele II (Torino) Via Roma (Torino) Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piazza Carlo Felice

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Piazza Carlo Felice
Piazza Pietro Paleocapa, Torino Centro

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Porta Nuova Piazza Carlo Felice Torino
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Stazione di Torino Porta Nuova
Stazione di Torino Porta Nuova

La stazione di Torino Porta Nuova (Pòrta Neuva in piemontese) è la principale stazione ferroviaria torinese, la terza in Italia per traffico dei passeggeri. Il nome di "Porta Nuova" lo si deve al nome della nuova Porta meridionale del 1620, dovuta al primo ampliamento del centro storico di Torino verso la cosiddetta "Città Nova", ovvero l'espansione urbana voluta soprattutto verso sud da parte di Carlo Emanuele I di Savoia. Abbattuta infatti l'antica porta meridionale di via Santa Teresa angolo via San Tommaso (detta "Porta Marmorea") agli inizi del XIV secolo, la prima "Porta Nuova" in muratura del 1620 fu solo provvisoria, posta tra l'attuale Piazza Carlo Felice e il tratto iniziale della cosiddetta Via Nuova (odierna via Roma). La "porta" doveva, infatti, far parte soltanto del più ampio progetto scenografico della città, organizzato essenzialmente per l'arrivo di Cristina di Francia, avvenuta lo stesso anno, in occasione delle sue nozze con il duca Vittorio Amedeo I di Savoia. La porta provvisoria fu abbattuta già nel 1622, mentre la "Porta Nuova" definitiva fu eretta alla convergenza della via Nuova (via Roma) con l'attuale via Gramsci: di piccole proporzioni, fu dotata di quattro colonne marmoree bianche, in stile ionico. Questa fu poi abbattuta durante l'occupazione napoleonica a Torino del 1802. Dopo il 1814, durante la Restaurazione torinese, comparve il nuovo progetto di ulteriore espansione della città verso sud, con il Borgo Nuovo, quindi l'unione col vicino quartiere San Salvario. Nel progetto, fu inserito anche il cosiddetto Viale del Re (l'attuale Corso Vittorio Emanuele II), il rimaneggiamento di Via Roma e il progetto della futura Piazza Carlo Felice, opera del 1861 di Jean-Pierre Barillet-Deschamps, con i portici di Giuseppe Leoni, Giuseppe Frizzi e Carlo Promis. Nel 1860 esisteva in zona una stazione provvisoria, denominata Scalo delle Ferrovie del Governo. I lavori per la costruzione dell'edificio principale della stazione, caratterizzato dalla tipica volta centrale e le ampie vetrate, iniziarono nel dicembre 1861, sotto la direzione di Alessandro Mazzucchetti e la collaborazione del giovane architetto Carlo Ceppi. I dipinti della sala d'aspetto furono opera di Francesco Gonin. La stazione fu parzialmente aperta alla viabilità urbana circostante il 22 dicembre 1864, mentre i lavori dell'edificio, con gli accessi laterali su via Nizza e via Sacchi, furono interamente completati soltanto nel 1868, tuttavia senza alcuna inaugurazione ufficiale. La stazione poi, fu ancora ampliata più volte lungo gli anni immediatamente successivi. Negli anni 1920, vennero elettrificati in trazione elettrica a corrente alternata trifase la ferrovia Torino-Bardonecchia (il 26 novembre 1920) e la ferrovia Torino-Genova conseguentemente anche il nodo di Torino e la stazione di Porta Nuova furono interessati; la conversione in trazione elettrica a corrente continua avvenne nel 1961, in concomitanza dell'elettrificazione della ferrovia Torino-Milano, e fu inaugurata festosamente il 9 giugno dello stesso anno, alla presenza del ministro dei Trasporti Giuseppe Spataro. Durante i lavori di conversione dalla corrente alternata alla corrente continua, le locomotive in corrente continua in arrivo e in partenza dallo scalo venivano scortate da locomotive a vapore o diesel. Dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, il complesso fu interamente riorganizzato fra il 1948 e il 1953, su progetto dell'ingegnere Paolo Perilli. In questo periodo, la stazione fu altresì dotata di lunghi passaggi pedonali sotterranei, collegati con la prospiciente Piazza Carlo Felice. È del 1995 invece, l'attivazione dell'ACEI per la gestione del traffico nel piazzale binari concentrato in un'unica cabina; prima di allora, questo era controllato da apparati ACE (originariamente ACI, trasformati in ACE nel 1972) distribuiti su quattro cabine (Cabina A Binari 1-8 e fascio ricoveri est, Cabina B Binari 9-20 e fascio ricoveri ovest, Cabina C arrivi e partenze da e per Torino Smistamento e da e per la Squadra Rialzo, Cabina D arrivi e partenze da e per il deposito merci a grande velocità di Via Nizza) sopraelevate sparse nel piazzale. Fu soltanto nel 2005, per i XX Giochi Olimpici Invernali del 2006, che la stazione e le aree circostanti furono inserite nel programma di riqualificazione dei principali scali italiani, curato da "Grandi Stazioni". L'area si estende per 97.070 m², di cui i fabbricati occupano 92.747 m². Di questi, 44.146 sono stati oggetto della prima fase dell'opera di riqualificazione. I cantieri, tuttavia, si prolungarono per anni, quasi contemporanei alla costruzione della seconda stazione della città, la stazione sotterranea di Porta Susa. I disagi per i lavori in corso terminarono quasi completamente soltanto nel 2009, con una simbolica cerimonia d'inaugurazione. Gli atri interni all'edificio furono completamente modificati in funzione di tecnologie ed innovazioni più moderne. Altri importanti lavori furono terminati nel 2016, con l'inaugurazione del parcheggio sotterraneo, e nel 2017, con la riqualificazione dei negozi, dei portici di Piazza Carlo Felice, via Sacchi e Via Nizza e delle banchine dei 20 binari della stazione. Nel 2021, inoltre, è entrata in funzione la velostazione. L'impianto è gestito da RFI, è configurato come stazione di testa ed è composto da 20 tronchi di coppie di rotaie, numerati in modo crescente da sinistra a destra rispetto alla visuale dal fabbricato viaggiatori. Il fabbricato viaggiatori, la cui area commerciale è gestita da Grandi Stazioni, si articola su più livelli distinti: piano sotterraneo, occupato da locali delle divisioni FS e dai magazzini delle attività commerciali e dal collegamento diretto con la metropolitana; piano terra, sede dei binari, costituito dal fabbricato viaggiatori (dove si concentrano i servizi ai passeggeri, le attività commerciali, la chiesa cattolica, il Salone degli Stemmi e la Sala del Collegio degli Ingegneri, vale a dire la sfarzosa ex sala reale d'attesa di prima classe meglio nota come Sala Gonin) e da altri sette edifici distribuiti lungo via Nizza e via Sacchi, occupati dalla centrale termica, da uffici e locali tecnici delle divisioni FS; mezzanino, attività commerciali; piani superiori, sede di uffici e dei servizi postali; interno della stazione (dal 15 dicembre 2021), zona commerciale "Il Terrazzo Food Lounge", con Rossopomodoro, McDonald's, Kono Creperia, Starbucks, La Piadineria, Old Wild West, Heineken Beers & Bar, Harry's Bar e Waikiki Poke. Porta Nuova è la terza stazione italiana per flusso di passeggeri, con circa 192.000 transiti giornalieri e 70 milioni di frequentatori annui, su un totale di circa 450 treni al giorno. È capolinea della relazione dell'alta velocità per Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Salerno. È servita dai treni del Servizio ferroviario regionale del Piemonte e dai treni della linea 3 del Servizio ferroviario metropolitano di Torino, nonché dai collegamenti a lunga percorrenza gestiti da Trenitalia e da Italo-NTV. È inoltre punto di arrivo di diverse tratte ferroviarie nazionali e internazionali. La stazione, che RFI classifica nella categoria platinum, dispone di: Caffetteria Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Deposito bagagli Polizia ferroviaria Primo soccorso Ristorante Sala d'attesa Servizi igienici Ufficio oggetti smarriti Negozi La stazione consente l'interscambio con le linee di autobus del trasporto pubblico torinese e dei tram della rete tranviaria, oltre alla linea 1 della metropolitana. Vi fanno inoltre capolinea linee extraurbane da tutta la città metropolitana e la linea Sadem per l'aeroporto di Caselle. Fermata metropolitana (Porta Nuova) Fermata tram (linee 4, 9 e 7) Fermata bus GTT (linee 6, 11,12, 15, 33, 35, 52, 58, 58/, 61, 64, 67, 68) e navette per l'aeroporto Stazione taxi Autonoleggio Parcheggio d'interscambio Velostazione Stefano Garzaro, La stazione di Torino Porta Nuova, in I Treni Oggi n. 35, gennaio 1984. Luigi Ballatore e Fausto Masi, Torino Porta Nuova, Roma, Edizioni Abete, 1988. Architettura e progetti per la stazione di Torino Porta Nuova. Lo sviluppo urbano della Stazione di Torino P.N. in 150 anni di storia, in La Tecnica Professionale, n. 11, novembre 2015. Stazione di Torino Porta Milano Rete tranviaria di Torino Stazione di Torino Dora Stazione di Torino Porta Susa (1856) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Torino Porta Nuova Sito ufficiale, su torinoportanuova.it.

Palazzo Priotti
Palazzo Priotti

Il Palazzo Priotti è un edificio storico della città di Torino. Rappresenta una delle prime sperimentazioni che, da un'impostazione ancora evidentemente eclettica, lascia trasparire primi stilemi liberty. L'edificio è compreso nel quartiere Centro e sorge a pochi metri di distanza dalla stazione di Porta Nuova, anch'essa progettata da Carlo Ceppi. La progettazione di questo edificio risale a un periodo particolarmente felice per il capoluogo sabaudo. Nella seconda metà dell'Ottocento, infatti, la città visse un inatteso periodo di rinnovamento ed una nuova espansione in conseguenza della sua nuova vocazione industriale. La progettazione dell'edificio venne inizialmente affidata dalla famiglia Priotti all'architetto Camillo Riccio, rimaneggiando una costruzione preesistente risalente al 1861 e progettata dall'architetto Blachier. Il vecchio edificio era noto in città per ospitare sin dal 1865, sull'angolo dell'attuale via Urbano Rattazzi, il celebre Caffè Burello, abituale ritrovo di viaggiatori e dell'aristocrazia, ma anche dell'emergente borghesia torinese. In seguito all'improvvisa morte dell'architetto Riccio nel 1899 il progetto venne affidato a Carlo Ceppi, già noto per aver realizzato numerose residenze, alcune chiese e la recentissima stazione di Porta Nuova. La costruzione dell'edificio terminò nel 1901 e apparve da subito un elegante esempio di eclettismo già molto influenzato dal nascente stile liberty che caratterizzò il panorama architettonico torinese del successivo decennio. Nel 1913 l'edificio divenne proprietà della famiglia Frisetti che, al posto della patinoire ubicata nella corte interna, fece realizzare su progetto dell'architetto Eugenio Ballatore di Rosana una sala cinematografica che, dopo ulteriori riadattamenti, esiste ancora ai giorni nostri come Cinema Ambrosio. Risparmiata dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, l'edificio attualmente è sede di alcuni studi professionali e residenze private. Realizzato su progetto di Carlo Ceppi l'edificio sorge al confine del centro storico con il quartiere San Salvario e si sviluppa su cinque piani fuori terra, più il piano mansardato. Il piano stradale ospita locali commerciali e il noto Cinema Ambrosio sormontati dal tipico mezzanino e gode di una privilegiata collocazione lungo l'asse di corso Vittorio Emanuele II, mentre è percorso lateralmente da via Urbano Rattazzi e via Carlo Alberto. L'edificio presenta un largo uso di decorazioni in litocemento e si inserisce armonicamente nel contesto urbano del corso che, in quegli anni, fu rinominato intitolandolo alla memoria di Vittorio Emanuele II. L'architettura si distingue per un ricco apparato decorativo che manifesta una commistione di primi elementi liberty, allo stile barocco tanto caro al Ceppi. La facciata principale di corso Vittorio Emanuele II determina la fine del percorso porticato progettato dall’architetto Carlo Promis che coinvolge tutti gli edifici intorno alla stazione di Porta Nuova e all'adiacente piazza Carlo Felice. Essa è caratterizzata da grandi conchiglie che accolgono i bovindi, alternate da analoghe conchiglie fanno da sostegno ai balconcini riccamente decorati con ringhiere in ferro battuto. Il susseguirsi di decorazioni, stucchi, sculture, rendono i prospetti particolarmente ricchi e la cimasa centrale della facciata principale rappresenta la cifra stilistica tipica del Ceppi, quest'ultimo elemento decorativo già riscontrato in palazzo Ceirana-Mayneri, sormonta un ampio lucernario tripartito da colonne a torciglione, fregi, pinnacoli e abbondanti decori in litocemento. M1 Metropolitana Fermi - Lingotto (fermata Porta Nuova). AA.VV., Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Torino, Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, 1984, ISBN non esistente. Vera Comoli Mandracci, Le città nella storia d'Italia(collana), Roma-Bari, Laterza, 1983, ISBN non esistente. Paolo Scarzella (a cura di),, Torino nell'Ottocento e nel Novecento. Ampliamenti e trasformazioni entro la cerchia dei corsi napoleonici, Torino, Celid, 1995, ISBN non esistente. Mila Leva Pistoi, Mezzo secolo di architettura 1865-1915. Dalle suggestioni post-risorgimentali ai fermenti del nuovo secolo, Torino, Tipografia torinese, 1969, ISBN non esistente. Rossana Bossaglia, Il Liberty in Italia, Charta, 1997, ISBN 88-8158-146-9. Carlo Ceppi Eclettismo (arte) Liberty a Torino Ville e palazzi di Torino Caffè Burello Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Priotti