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Ponte di Pratantico

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Il Ponte di Pratantico è un viadotto monumentale che attraversa il Canale maestro della Chiana in Toscana, nei pressi della frazione di Pratantico a ovest della città di Arezzo lungo la SS69.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ponte di Pratantico (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Ponte di Pratantico
Località Pratantico, Arezzo

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Località Pratantico

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52100 Arezzo
Toscana, Italia
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Stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco
Stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco

La stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia relativa alla città di Arezzo. La stazione meteorologica è situata nell'Italia centrale, in Toscana, presso l'aeroporto Molin Bianco di Arezzo a 248 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 43°27′34.81″N 11°50′44.5″E43°27′34.81″N, 11°50′44.5″E. Oltre a svolgere funzioni di assistenza alla navigazione aerea, la stazione effettua osservazioni orarie sullo stato del cielo (nuvolosità in chiaro) e su temperatura, precipitazioni, umidità relativa, pressione atmosferica con valore normalizzato al livello del mare, direzione e velocità del vento. In base alle medie climatiche del trentennio 1971-2000, le più recenti attualmente in uso, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di 4,6 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di 22,2 °C; mediamente si contano 63 giorni di gelo all'anno e 42 giorni annui con temperatura massima uguale o superiore a 30 °C. Nel trentennio esaminato, i valori estremi di temperatura sono i +40,3 °C del luglio 1983 e i -20,2 °C del gennaio 1985. Le precipitazioni medie annue si attestano a 802 mm (valore maggiore della media 1961-1990), mediamente distribuite in 87 giorni, con minimo relativo in estate, picco in autunno e massimo secondario in primavera. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 70,7% con minimo di 63% ad agosto e massimo di 79% a dicembre; mediamente si contano 36 giorni annui con episodi nebbiosi. Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati nel trantennio 1971-2000 e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare relativo al medesimo trentennio. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, ancora in uso per l'Organizzazione meteorologica mondiale e attualmente definita Climate Normal (CLINO), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +4 °C; quella del mese più caldo, luglio e agosto, è di +21,6 °C ma con elevatissima escursione termica giornaliera. Mediamente, si contano 63 giorni di gelo all'anno. Nel medesimo trentennio, la temperatura minima assoluta ha toccato i -20,2 °C nel gennaio 1985 (media delle minime assolute annue di -9,0 °C), mentre la massima assoluta ha fatto registrare i +40,5 °C nel luglio 1962 (media delle massime assolute annue di +35,7 °C). La nuvolosità media annua fa registrare il valore di 4,5 okta giornalieri, con minimo di 3 okta giornalieri a luglio e massimi di 5,1 okta giornalieri a gennaio, ad aprile, a novembre e a dicembre. Le precipitazioni medie annue, di poco superiori ai 700 mm e concentrate mediamente in 83 giorni, si presentano con un picco autunnale ed un massimo secondario in primavera inoltrata. L'umidità relativa media annua si attesta a 72% con minimo di 66% ad agosto e massimo di 79% a dicembre. In base alle medie climatiche 1951-1980, effettivamente elaborate a partire dal 1957, la temperatura media del mese più caldo, luglio, si attesta a +21,1 °C, mentre la temperatura media del mese più freddo, gennaio, fa registrare il valore di +4,3 °C. Nel trentennio esaminato, la temperatura massima più elevata di +40,5 °C risale al luglio 1962, mentre la temperatura minima più bassa di -17,8 °C fu registrata nel gennaio 1968. Nella tabella sottostante sono riportate le temperature massime e minime assolute mensili, stagionali ed annuali dal 1957 ad oggi, con il relativo anno in cui si queste si sono registrate: la minima assoluta ha toccato i -20,2 °C nel gennaio 1985, mentre la massima assoluta ha fatto registrare i +40,5 °C nel luglio 1962. Di seguito sono riportate le temperature estreme decadali registrate dal 1957 in poi, con la relativa data in cui si sono verificate. Arezzo Stazione meteorologica Clima della Toscana Dati in tempo reale, medie climatiche e previsioni del tempo per la stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco, su meteoam.it.

Agazzi (Arezzo)
Agazzi (Arezzo)

Agazzi sorge in una collina a sud di Arezzo a 282 m s.l.m., dista 5 km da Arezzo e si può raggiungere sia da Via Chiarini venendo da Arezzo sia dal raccordo autostradale Arezzo-Battifole uscendo a Ponte a Chiani venendo dall'autostrada, fa parte del quartiere di Santo Spirito, ma essendo al di fuori della città fa parte della "Contrada Degli Azzi". La frazione si pensa che prenda il nome dalle sorelle Agazzi che fondarono l'Istituto di riabilitazione nei pressi della stessa frazione, ma ci sono anche altre fonti che testimoniano che Agazzi prenda il nome dall'antica e nobile famiglia degli Azzi (di origine longobarda) che possedeva terreni in questa zona, di cui se ne vede lo stemma in foto. La frazione risale sicuramente a prima del 1765, perché era già presente nel Catasto Leopoldino con alcune delle case in nella parte alta e la chiesa. Agazzi nasce in una collina a sud di Arezzo, alle pendici del monte Lignano, nel centro della parte nord della collina, in questa collina con altezza maggiore di 412 m s.l.m. nella pineta alta, sorgono anche le frazioni di San Zeno, Il Vignale, La Bagnaia, Santa Flora. La frazione di Agazzi comprende anche le località di Molin Bianco, Cà dei Frati, La Fonte, Le Capanne, Il Lancino, Capraia, Capo Di Monte, Fontanella, Palazzetto, Poggiolo, La Pillaccia e Le balze. È diviso in due parti, una parte alta con le case più vecchie, la chiesa ed il cimitero; ed una parte bassa con le case più recenti, la vecchia scuola elementare diventata oggi un ramo dell'istituto di riabilitazione, il centro di aggregazione sociale, il campo da calcio, il bar- tabacchi, il negozio di abbigliamento/cartoleria/profumeria, l'alimentari, la parrucchiera e l'edicola. L'aspetto recente della maggior parte delle case di Agazzi può far apparire il paese nuovo e privo di una sua storia, ma questa risulta essere solo un'impressione, dal momento che permangono case nella parte alta del paese dove il tessuto urbano si fa più fitto e coincide con il centro storico del paese. Non si sa bene la storia di come sia stato fondato Agazzi anche se l'ente parrocchiale è testimoniato sin dai secoli XII-XVI i documenti parlano per la prima volta di Agazzi con i termini di "Villa" e "Casale" nel 958 d.C. La chiesa di Agazzi, forse l'edificio più vecchio del paese nel 1027 fu donata insieme alla chiesa di S. Angelo di Capo Di Monte, oggi sconsacrata e diventata privata, alla Cattedrale di Arezzo. La chiesa di Capo Di Monte un tempo anche parrocchia ma poi distrutta nella seconda guerra mondiale conteneva l'antico cippo di pietra che sosteneva la mensa dell'altare e la campana che non si sa per quale motivo oggi si trovano nella chiesa di S. Croce ad Arezzo. La chiesa di Agazzi con la sua struttura architettonica, il campanile a vela e la sua facciata evidenziano lo stile settecentesco, sicuramente in quel periodo ci fu una ristrutturazione della chiesa, infatti sulla facciata c'è scritto "B.P.R.F.A.D. MDCCXCVIII" che significa "Bernardus Poggi Rector Fecit Anno Domini 1798", e ciò ci fa pensare che fu edificata nel 1798, però nella parte sinistra della facciata c'è una pietra con scritto che un parroco nel 1623 ristrutturò la chiesa ormai cadente e quindi vuol dire che la chiesa si portava dietro già allora molti anni. Un'altra chiesa sconsacrata e privata è la "Chiesina Delle Lampade" che rientra sempre nella parrocchia di Agazzi, questa chiesa è luogo di riunione nel giorno della Madonna Del Rosario dove accoglie persone anche dalle parrocchie vicine, ma la cosa più importante di questa chiesa è che secondo una tradizione locale le prime clarisse di Arezzo prima di rinchiudersi in clausura avrebbero dovuto iniziare la loro vita religiosa ritirandosi presso Le Lampade nel 1217. Le case di Agazzi sono sempre rimaste sparpagliate nei campi e nelle altre piccole località, oggi però il centro di Agazzi si è molto allargato ed infatti dove prima non c'era che quale casa sono iniziate a venir fuori le prime case nuove e così oggi Agazzi è più grosso rispetto alle altre località vicine. Nella metà del novecento le case erano concentrate nella parte alta del paese dove c'era anche l'alimentari, la chiesa, il cimitero, e la piazza principale del paese, nella parte bassa c'era solo la vecchia scuola elementare ormai oggi diventata un ramo dell'istituto di riabilitazione. Poi negli anni ottanta del 1900 si sono iniziate a costruire le case nella parte bassa dove prima c'erano i campi fino ad arrivare ad oggi dove si distingue una parte alta ed una bassa. Dal 2001 si festeggia in paese la "Sagra della Tagliata" arrivata ad Agosto 2018 alla sua diciassettesima edizione poi stop. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Agazzi

Campoluci
Campoluci

Campoluci è una frazione del comune italiano di Arezzo, nell'omonima provincia, in Toscana. La località di Campoluci è identificata probabilmente come lo stesso tratto di piana vicina all'Arno in cui ebbe luogo la battaglia di Arezzo del 284 a.C. in cui i romani furono sconfitti dai Galli Senoni e in cui trovò la morte Lucio Cecilio Metello Denter (secondo Polibio, console, mentre per Tito Livio "praetor"). Infatti i Galli, dopo la sconfitta nella Terza Guerra Sannitica (a cui avevano preso parte, oltre a Sanniti e Galli, anche Etruschi ed Umbri) durata dal 298 al 290 a.C., tentarono di riprendere terreno muovendo verso l'Etruria nel tentativo di sollevare una nuova insurrezione delle popolazioni italiche contro Roma. Gli Etruschi però, restarono fedeli all'alleanza ed ai trattati di pace stipulati con Roma nel 294 a.C., mentre giungeva in loro soccorso Lucio Cecilio Metello Denter a capo di due legioni. La battaglia, che appunto si svolse ad Arezzo, fu vinta dai Galli Senoni mentre l'esercito romano fu sbaragliato, Lucio Cecilio Metello Denter fu ucciso, insieme a sette tribuni militari e tredicimila soldati. Solo nell'anno successivo i romani riuscirono a sottomettere definitivamente i Galli Senoni, ponendo fine alle loro mire espansionistiche in Italia Centrale, e celebrando questa fine delle ostilità con la fondazione di una colonia in quella che era stata la capitale dei Galli in Italia, Sena Gallica, odierna Senigallia. L'origine del nome viene fatta risalire all'originale campus Lucii ("campo di Lucio") a memoria di Lucio Cecilio Metello Denter, console romano (pretore, secondo Tito Livio) che qui trovò probabilmente la morte durante la battaglia di Arezzo tra Romani e Galli Senoni del 284 a.C. È stata inoltre formulata una seconda ipotesi circa l'etimologia del toponimo, secondo cui potrebbe essere ricollegata a lucus (bosco sacro), in quanto la centuriazione romana che interessò i luoghi contigui non toccò Campoluci, forse a prova del fatto che l'area rivestiva una certa importanza sacra, appunto. Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruita nel 1755 e dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è la chiesa parrocchiale. La facciata, tipicamente settecentesca, presenta un portale sormontato da una finestra squadrata. La pianta interna è ad una sola navata, con affreschi settecenteschi raffiguranti le quattro virtù cardinali nella parte della cupola, venuti alla luce dopo l'ultimo restauro, sotto affreschi posteriori di epoca novecentesca. L'edificio ha probabilmente sostituito la precedente chiesa dedicata a San Pietro di Nofio o Noffio, toponimo forse di origine altomedievale ed oscuro a noi Chiesa di San Bartolomeo, risalente al X secolo. È situata in una posizione rialzata rispetto al paese, in un nucleo di abitazioni chiamato adesso Le Greppe o Le Greppie, ma in passato denominato La Corte o Le Corti, nome che riconduce senz'altro alla curtis del periodo altomedievale, ovvero l'insieme di campi coltivati, case dei coloni e dimore, dove il signore viveva ed esercitava la sua autorità di controllo sul territorio e sulle attività rurali ad esso connesso. Tale modello, denominato "curtense", rappresentò il passaggio decisivo dal tipo di divisione e gestione economica del territorio agricolo della villa romana alla signoria fondiaria di tipo feudale. La chiesa, purtroppo in stato di rovina, presenta delle modifiche romaniche del XII secolo, mentre già nel XV secolo risultava fatiscente, tanto da essere abbandonata nello stesso periodo. Molto interessante è un prezioso oggetto proveniente dalla chiesa e attualmente custodito al Museo statale d'arte medievale e moderna, un pluteo (balaustra che di solito serviva a dividere il presbiterio dalla cantoria) in arenaria, raffigurante due pavoni (nella tradizione simbolica cristiana indicavano l'immortalità e la Resurrezione di Cristo), che si abbeverano ad un kantharos, coppa di origine greco-romana caratterizzata da due alte anse verticali, e divenuta in epoca protocristiana simbolo di purificazione. Alberto Nocentini, Agli inizi della Toponomastica Aretina in “Atti e Memorie della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze di Arezzo”, vol. LXV, Lama (PG), Editrice Le Balze, 2003-2004, pp. 123-136. Gaetano De Sanctis, Storia dei Romani, vol. 2, Firenze, La Nuova Italia, 1960, pp. 357-358. Angelo Tafi, Immagine di Arezzo. La città oltre le mura medicee e il territorio comunale, Cortona, Calosci, 1985. Arezzo Lucio Cecilio Metello Denter Bosco sacro Etruschi Galli Senoni Battaglia di Arezzo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Arezzo) Museo statale d'arte medievale e moderna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Campoluci https://web.archive.org/web/20160811142540/http://parrcampoluci.altervista.org/joomla/component/content/article/39-home/46-parrocchia-di-campoluci-dei-santi-pietro-e-paolo, sito della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Campoluci. http://www.amarantomagazine.it/news_dett.php?id=275, chiesa di S. Bartolomeo. http://www.museistataliarezzo.it/museo-arte-medievale, Museo statale d'arte medievale e moderna, Arezzo.