place

Rigossa

Fiumi della provincia di Forlì-CesenaPagine con mappe
Rigossa
Rigossa

Il Rigossa (anticamente Butrium) è un torrente, affluente di destra del Pisciatello, che nasce nella fascia collinare della provincia di Forlì-Cesena.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Rigossa (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Rigossa
Via Antonio Vivaldi, Unione Rubicone e mare

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: RigossaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.167466 ° E 12.426214 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Via Antonio Vivaldi 2d
47030 Unione Rubicone e mare
Emilia-Romagna, Italia
mapAprire su Google Maps

Rigossa
Rigossa
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Pisciatello
Pisciatello

Il Pisciatello è un torrente, affluente di sinistra del Rubicone, che nasce nella fascia collinare della provincia di Forlì-Cesena. Sgorga a 380 metri s.l.m. alle pendici del monte Strigara, presso il passo dei Meloni, nel territorio Sogliano al Rubicone, nella località di Strigara. Incassato in una stretta valle e circondato da boschi, il Pisciatello entra nel comune di Roncofreddo scorre sinuosamente verso nord sino alla frazione di Ardiano, dove volge il suo percorso verso nord-est. Presso Sorrivoli, dove la valle si apre e le macchie boscose lasciano spazio ai campi coltivati, interseca la strada provinciale 75 e, una volta superata quest'ultima località marca il confine tra i territori comunali di Cesena e Montiano. Nel tratto fra Montiano e Calisese, il torrente scorre fra le ultime colline cesenate entrando quindi in pianura e mantenendo un andamento sinuoso. Lasciata Calisese il torrente volge verso nord-ovest lambendo la frazione cesenate di Case Castagnoli, dove interseca la via Emilia e riceve in sinistra orografica il rio Donegallia. Dopo aver formato un'ansa verso nord-est, interseca la ferrovia Bologna-Ancona e la strada statale 726 Tangenziale di Cesena. Dopo aver ricevuto in sinistra idrografica le acque del rio Marano, bagna la frazione di Ponte Pietra e assume quindi un percorso regolare venendo al contempo fiancheggiato dalla strada statale 304. Dopo aver toccato Villa Casone e Macerone, entra nel territorio del comune di Cesenatico. Qui prosegue il suo percorso ormai canalizzato sino alla frazione di Villamarina dove curva verso est ricevendo alla destra orografica il Rigossa e sfociando poco dopo, a sud dell'abitato di Gatteo a Mare, in sinistra del Rubicone. Il corso d'acqua, avendo un carattere torrenziale e una portata instabile nonché fortemente mutevole nel corso delle stagioni, ha modificato parecchie volte il proprio corso nelle zone di pianura. Per quanto riguarda le zone collinari invece il fiume ha mantenuto immutato nel tempo il suo corso. Il bacino imbrifero di raccolta acque del Pisciatello è di 116 km2 mentre la portata media si attesta intorno a 0,63 m3/s. Alcuni storici sostengono che il Pisciatello possa associarsi al Rubicone, il famoso fiume che Gaio Giulio Cesare attraversò rendendo palese il suo attacco al senato romano. Nelle zone collinari, fino alla località di Calisese, il fiume è chiamato in dialetto romagnolo Urgon (traduzione dialettale di Rubicone). Localizzazione dell'antico Rubicone Mare Adriatico

San Mauro Mare
San Mauro Mare

San Mauro a Mare è una frazione del comune italiano di San Mauro Pascoli, nella provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna. Sorge sulle rive del mare Adriatico nella parte meridionale della pianura Padana ad un'altezza di 2 m s.l.m.; l'abitato si sviluppa su un territorio pianeggiante che digrada dolcemente verso il mare. È situata nella Riviera romagnola, a 7 km dal centro di San Mauro Pascoli, situata tra i paesi di Savignano a Mare e Bellaria-Igea Marina. La spiaggia dove sorgono gli stabilimenti balneari è lunga 700 metri ed è costituita da sabbia finissima e acque molto basse particolarmente adatte alla balneazione. Il clima è temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda (classificazione Köppen-Geiger Cfa). La Stazione meteorologica del parco Panzini si trova a 700 m dal centro del paese, i dati riportati in tabella fanno riferimento all'anno 2015. Nel 1827 nasce il Comune di San Mauro di Romagna affacciato sul mare Adriatico con un tratto costiero di 700 m compreso tra le località Due Bocche e Cagnona, che coincidono con le attuali Savignano a Mare e Bellaria. Nell'ottobre 1828 la cessione di 2075 tornature di terreno da parte della famiglia Braschi alla famiglia romana dei Torlonia porta alla formazione di uno dei latifondi più grandi di Romagna, all'interno del quale si trova il territorio costiero dove sorgerà San Mauro a Mare. La successiva bonifica di 200 ettari tra le linee dei poderi Capanni, Torretta, Cagnona e il mare trasforma una porzione di terreni improduttivi in un'area agricola in cui saranno messe a dimora culture di gelso e tabacco, le nuove terre bonificate vedranno la nascita della nuova località rivierasca. Nel gennaio 1889 viene inaugurato il tratto Cesenatico–Rimini della Ferrovia Ferrara-Rimini, determinante per la nascita del primo nucleo urbano di San Mauro a Mare. Nel 1928 con l'istituzione della Strada Statale SS16 la località viene collegata a tutta la costa adriatica, l'anno seguente il Touring Club Italiano descrive “San Mauro al Mare” come un gruppo di villette ad un km dalla nuova statale, con alcune botteghe ed una trattoria. L'arenile all'epoca è descritto essere largo dai 20 ai 30 m pianeggiante e formato da sabbia fine con dune retrostanti. Nel 1932 per Regio Decreto il nome di San Mauro di Romagna viene cambiato in San Mauro Pascoli e quello di San Mauro al Mare diviene San Mauro a Mare. Fino al termine degli anni '30 del XX secolo l'economia del paese resta prevalentemente legata all'agricoltura ed alla piccola pesca costiera svolta con le tipiche imbarcazioni in fasciame armate con vele al terzo (battane), l'attività turistica è ancora agli albori. Durante il Secondo conflitto mondiale la località si trova coinvolta nei combattimenti sulla Linea Christa attestata sul fiume Rubicone ( Linea Gotica - Fiumicino ); le forze Alleate a causa delle forti piogge e della resistenza delle truppe tedesche impiegarono dal 1 al 10 ottobre 1944 per attraversare la linea di difesa della Wehrmacht ed avanzare verso Cesenatico. Nel territorio è ancora visibile la torretta affiorante di un bunker tedesco tipo Tobruk. Negli anni 50 del XX secolo ha inizio lo sviluppo turistico con la costruzione di alberghi e strutture per i villeggianti, l'economia del paese diviene prettamente turistica e raggiunge l'apice negli anni 70. Chiesa di Santa Maria Goretti Parco Stefano Campana Parco Benelli - 21400 m²; Parco Mare Blu - 6123 m²; Parco Stefano Campana - 3000 m². Il territorio del comune è inserito all'interno dell'area naturale protetta dell'Oasi costiera dei 4 comuni, area creata nell'ambito del programma Agenda 21. Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2011 la popolazione residente nella frazione era di 1 238 abitanti, gli stranieri residenti 224, pari al 18,1% degli abitanti. Le provenienze maggiormente rappresentate erano: Europa 185 abitanti Africa 18 abitanti Asia 15 abitanti America 6 abitanti La locale parrocchia Santa Maria Goretti fa parte della Diocesi di Rimini, venne formalmente istituita con il decreto del vescovo Emilio Biancheri il 1º giugno 1963. Ne fa parte anche la chiesa Sant'Antonio in località Capanni. Ultimo sabato di maggio, Benedizione del mare e processione della Madonna del Mare. 6 luglio, processione di Santa Maria Goretti, patrona del paese. Fiera della Conchiglia, il primo weekend di luglio. La Notte Rosa, il primo weekend di luglio. Il primo nucleo cittadino sorse nei pressi dell’attuale Piazza Cesare Battisti (già Piazza Guglielmo Marconi), per poi occupare l'area fino al vecchio tragitto della Strada Statale Adriatica che ne rappresenta il confine sud-ovest. In base ai dati ISTAT gli edifici presenti alla data del 31 dicembre 2011 erano stati costruiti nei seguenti intervalli temporali: I residenti alla data 31 dicembre 2011 erano 1238 distribuiti su una superficie di 0,450 m², gli edifici complessivamente 277 di cui 271 utilizzati, di questi 225 erano classificati come edilizia residenziale, gli altri 46 edifici sono classificati come commerciali o produttivi. Le strutture alberghiere presenti nell’anno 2015 erano 39 e per la quasi totalità situati tra la linea ferroviaria ed il mare. L'unico campeggio presente occupa una area di 16700 m² a valle della ferrovia. Tabella arrivi turistici Certificazioni ambientali Il territorio di San Mauro a Mare è certificato secondo la norma UNI EN ISO 14001:2004 dal febbraio 2008 e registrato secondo il Regolamento EMAS (Eco Management and Audit Scheme), dal giugno 2008, la certificazione interessa tutto il Comune di San Mauro Pascoli. Bandiera blu, San Mauro a Mare ha ottenuto il riconoscimento assegnato dalla FEE (Foundation for Environmental Education) dal 2006 al 2015. San Mauro a Mare è una località balneare dotata di strutture alberghiere, stabilimenti balneari e servizi collegati. L'abitato è costeggiato dalla Strada statale 16 Adriatica, dalla quale è raggiungibile l'autostrada A14, caselli di Valle del Rubicone (10,40 km) e Rimini nord (22,47 km). I trasporti interurbani di San Mauro a Mare vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalla società Start Romagna. La principale società calcistica è la A.S.D. Virtus San Mauro Mare, fondata nel 1973. Milita attualmente nel campionato di serie C femminile. Touring Club Italiano, Guida turistica del Touring Club Italiano, Milano 1929 Susanna Calandrini, San Mauro, Giovedìa, la Torre, Pazzini Editore 1989 Amedeo Montemaggi, Linea Gotica 1944 pagg. 215, Editrice Museo dell'Aviazione, Rimini 2002 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Mauro Mare Wikivoyage contiene informazioni turistiche su San Mauro Mare Informazione turistica del Comune di San Mauro Pascoli, su sanmauromare.net. Parrocchia S. Maria Goretti - San Mauro Mare, su sanmaurogoretti.it. URL consultato il 23 luglio 2016 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2016).

Colonia Agip

La Colonia Agip è un complesso architettonico situato a Cesenatico, costruito tra il 1937 ed il 1938 per ospitare durante l'estate i figli dei dipendenti dell'omonima azienda. L'opera è stata realizzata su progetto dell'architetto bolognese Giuseppe Vaccaro in stile razionalista. La colonia fu voluta dall'allora presidente dell'AGIP, Umberto Puppini, per i figli dei dipendenti. L'edificio venne intitolato a Sandro Italico Mussolini, nipote del Duce, morto prematuramente. La sua costruzione si inserisce nel filone della realizzazione di colonie estive promosso dal regime fascista. Il complesso si sviluppa su quattro corpi di fabbrica disposti su un'area di 270 metri per 80. Il corpo centrale, con la direzione e i dormitori, si innalza su quattro piani e si affaccia sul mare. I corpi bassi di servizio, posti ai lati, sono disposti ortogonalmente al mare e ospitano la mensa, le cucine, l'infermeria e i locali di ritrovo. L'edificio è caratterizzato da una grande linearità e razionalità, con un'estrema attenzione alla funzionalità e all'igiene. L'uso del cemento armato ha permesso di realizzare ampie vetrate e terrazze, che garantiscono una vista panoramica sul mare. I pilotis liberano il piano terra, creando un porticato che offre riparo dal sole e dalla pioggia. La colonia Agip è stata concepita come un luogo di villeggiatura per i figli dei dipendenti dell'azienda. Offriva loro un ambiente sano e sicuro, con attività ricreative e sportive. La colonia poteva ospitare fino a 800 bambini ed era dotata di tutti i comfort: dormitori, refettorio, infermeria, piscina, palestra e teatro. Fu usata come ospedale militare e deposito di automezzi militari durante la seconda guerra mondiale. Dopo la seconda guerra mondiale, la colonia è stata utilizzata anche come scuola e centro di accoglienza per bambini in difficoltà. Oggi è ancora di proprietà dell'ENI ed è utilizzata come colonia estiva per i figli dei dipendenti. È stata inoltre aperta al pubblico per eventi culturali ed è fruibile in occasione delle annuali giornate promosse dal FAI durante le quali si organizzano visite guidate. L'edificio è inserito nel progetto europeo ATRIUM. Valentina Orioli, Cesenatico - turismo e città balneare fra Otto e Novecento, Alinea, 2008, p. 91, ISBN 9788860553317. Elena Mucelli, Colonie di vacanza italiane degli anni '30 - architetture per l'educazione del corpo e dello spirito, Alinea, 2009, p. 52, ISBN 9788860554253. Colonia Marina AGIP La colonia marina "Sandro Mussolini" a Cesenatico

Bellaria-Igea Marina
Bellaria-Igea Marina

Bellaria-Igea Marina (Belèria-Igéa in romagnolo) è un comune italiano di 19.495 abitanti della provincia di Rimini in Emilia-Romagna. L'abitato si sviluppa lungo la riviera romagnola, presso la foce nel mare Adriatico del fiume Uso. Il capoluogo comunale Bellaria, situato a 14 km a nord-ovest di Rimini, si trova lungo la sponda sinistra dell'Uso. Il territorio comunale occupa una superficie di 18,17 km² e confina a nord-est con il mare Adriatico, a sud con Rimini e ad ovest con San Mauro Pascoli. È situata all'estremità meridionale della Pianura Padana e risente, seppur marginalmente, del suo clima: affacciandosi sull'alto Adriatico, la località è tra il clima mediterraneo e il continentale temperato. Se le estati sono molto calde ma costantemente ventilate e poco piovose, gli inverni hanno invece caratteristiche prettamente padane. Le precipitazioni si concentrano principalmente in primavera e autunno. L'inverno è alquanto freddo poiché esposto alle rigide correnti balcaniche e in alcuni casi siberiane che portano neve e gelo, specialmente in presenza del vento buran. Il toponimo Bellaria compare per la prima volta in un documento del 1359, come nome di una fattoria fortificata che si trovava vicino alla chiesa di Santa Margherita, presso la foce del fiume Uso. Nel 1382, posseduta dai Malatesta, vi soggiornò a forza Luigi I d'Angiò, venuto in Italia con un forte esercito francese alla conquista del regno di Napoli: … A dì XVIII d'agosto venne il duca (Luigi) e sua gente ad albergo a Bellaire e lì bruciò e guastò ciò ch'era fuori de la fortezza […] e ciò avvenne perché misser Galaotto de' Malatesti non volle dargli punto di vittovaglia per tutte le sue terre. Che nel Basso Medioevo si trattasse, come concordano le fonti, di una fortezza o comunque di un luogo fortificato spiegherebbe il toponimo Bellaria (in latino "cose atte all'uso bellico"); possiamo supporre che i Malatesta vi tenessero un deposito di armamenti e attrezzature da guerra. Nel 1412 vi fu ospite il papa Gregorio XII durante il Grande scisma d'Occidente. La località passò in diverse mani, fra cui appunto quelle dei Malatesta: attualmente ne rimane solamente il ricordo nel toponimo popolare del luogo e Castèl. Per ordine delle autorità pontificie, tra il 1673 e il 1697 venne eretta una torre di avvistamento per far fronte alle sempre più frequenti e minacciose incursioni costiere della pirateria barbaresca, la torre saracena, poco oltre l'Uso. Alla fine del XIX secolo si estendeva sulla sinistra della foce una borgata di case di pescatori, che ricoveravano le proprie barche nel fiume. Agli inizi del '900 Vittorio Belli, medico e umanista riminese, vagheggiò la fondazione di un'accademia artistica dove uomini illustri avrebbero potuto stabilirsi e creare nuove opere. Scelse un terreno di sua proprietà tra il torrente Uso e la "Torre Pedrera": beneficiava dell'aria salubre del mare ed era protetto alle spalle dalla pineta. La sua proprietà fu attraversata da un viale parallelo al mare intitolato a Tibullo, seguito da strade perpendicolari dedicate a Giovenale, Marziale, Terenzio, Perseo ed altri personaggi della Roma classica. La battezzò Igea, dea dell'igiene figlia di Asclepio. Nessuno l'aiutò a concretizzare il progetto, ma il nome Igea rimase. "Marina" le fu associato quando nella zona meridionale si installarono colonie estive per i bambini. Il comune fu istituito nel 1956 per scorporo di tre frazioni del comune di Rimini: Bellaria, Igea Marina e Bordonchio. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 18 novembre 1959. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro. Casa Rossa, dimora estiva dello scrittore Alfredo Panzini aperta al pubblico e sede dell'"Accademia Panziniana" Torre saracena, eretta nel XVII secolo dai pescatori; all'interno ospita una raccolta malacologica e di carta moneta Parco del Gelso, vasto polmone verde, intorno all'omonimo lago, raggiunge a sud il centro di Igea Marina Parco Pavese, ubicato più a sud, in un'area attigua alla spiaggia libera. Castello Benelli, eretto per volere del conte Pietro Spina, nelle campagne di Bordonchio. Lungo il fiume Uso è stata realizzata, in occasione della risistemazione degli argini, una pista ciclo-pedonale della lunghezza di circa 6 km, che arriva verso l'interno sino a San Mauro Pascoli. Lungo il percorso sono presenti aree attrezzate per la sosta. Lungo il corso dell'Uso, in prossimità di Bellaria, sono presenti alcuni esemplari di querce e piccoli boschi a prevalenza di pioppi bianchi e neri, di salici e di pini mediterranei, ma si incontrano anche alberi da frutto e piante esotiche. Verso Igea Marina i percorsi attraversano inizialmente fitti canneti per poi proseguire in un paesaggio solcato da canali. La fauna presenta diverse specie di volatili comuni, ma non è raro incontrare anche l'airone cinerino o il martin pescatore, che nidifica nella zona. Vi si trova anche il rospo smeraldino. Tra i luoghi di interesse dislocati lungo il percorso sono "Villa Torlonia" e la chiesa di Santa Margherita, del XVIII secolo, l'ex abbazia Donegallia e il castello Benelli entrambi risalenti al XIII secolo, e la recente "Fornace di Bellaria". Abitanti censiti Dall'anno di istituzione del comune la popolazione ha subìto un netto incremento. Alle famiglie occupate nelle attività legate alla marineria e al turismo si sono aggiunti cittadini provenienti da altre regioni italiane ed extracomunitari che hanno trovato lavoro nell'edilizia. La maggior parte delle attività commerciali si trova nella parte nord del comune, oltre il fiume Uso, mentre la parte sud, eccetto la zona litoranea costituita da alberghi (aperti solo nell'estate) ed ex colonie, con i quartieri del Belverde e Bordonchio, ospita nuovi complessi residenziali. Al 31 dicembre 2022 i residenti stranieri erano 2236, pari all'11,76% della popolazione. Il "Palio dei Saraceni" è una manifestazione storica in costumi d'epoca: vi si rappresenta lo sbarco di oltre trecento personaggi da dieci imbarcazioni storiche sul porto canale (lato Bellaria). Il corteo si snoda quindi lungo le principali vie cittadine, con spettacoli di combattimento delle "compagnie d'armi" e accompagnato da musiche orientali suonate da gruppi di musicisti, fino ad arrivare alla Borgata Vecchia, trasformata in un piccolo paese arabo. La manifestazione si conclude con il "palio del Saraceno", un combattimento su una trave sospesa in aria. Dal 1983 si svolge il Bellaria Film Festival, manifestazione dedicata al cinema indipendente italiano. Dal 1998, con cadenza annuale e nella seconda metà di maggio, il locale Centro Congressi ospita lo Starcon, un convegno di fantascienza che ospita lo Sticcon dedicato al media franchise Star Trek e organizzato dallo Star Trek Italian Club, a cui negli anni si è affiancata la Italcon, convention degli scrittori di fantascienza che assegna il Premio Italia. Si svolgono incontri con attori, registi e sceneggiatori del genere fantastico, e conferenze scientifiche e letterarie dedicate ad astronomia e fantascienza. . È attiva la tradizionale attività peschereccia di Bellaria: il porto fluviale, pur migliorato non consente tuttavia l'approdo di imbarcazioni di grandi dimensioni. Il settore occupa circa 100 addetti, riuniti nella Società cooperativa Marinara, mentre altri 20 addetti circa non sono associati. Vengono praticate: la pesca a strascico, la pesca delle vongole la pesca da posta con reti a tramagli, la pesca con i "cugulli" o "bertovelli" per la cattura delle seppie e con i cestelli per le lumache di mare. Viene praticato anche l'allevamento di mitili in mare aperto a circa 3 miglia dalla costa. La maggior parte del prodotto viene oggi commercializzato attraverso la grande distribuzione, ma è recentissima la costruzione del mercato ittico all'ingrosso e se ne attende l'apertura. Il turismo balneare è favorito dai 7 km di spiaggia e dal mare poco profondo in prossimità della spiaggia, con numerosi stabilimenti balneari. Fra le diverse strutture ricettive per una ventina di anni vi è stato anche un parco acquatico, l'Aquabell, chiuso dal 2008. Per quanto riguarda l'artigianato, Bellaria-Igea Marina è rinomata soprattutto per la produzione di ceramiche. Bellaria-Igea Marina è attraversata parallelamente alla costa dalla statale Adriatica, ricostruita in variante con caratteristiche di superstrada. Sull'autostrada A14 è presente il casello Rimini Nord - Bellaria - Santarcangelo. Il territorio comunale è servito dalla stazione di Bellaria e dalla stazione di Igea Marina, poste sulla ferrovia Ferrara-Rimini e servite da treni regionali Trenitalia Tper. I trasporti interurbani di Bellaria-Igea Marina vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da Start Romagna. La principale squadra di calcio della città è l'Associazione Calcio Bellaria Igea Marina. Nel corso del Giro d'Italia 1960 venne disputata una breve frazione a cronometro individuale con partenza a Igea Marina e arrivo a Bellaria vinta da Miguel Poblet. Il Giro ha fatto nuovamente tappa a Bellaria nel 1987 con l'arrivo della dodicesima tappa vinta da Guido Bontempi. Ha sede nel comune un "Palazzetto dello Sport" polivalente. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bellaria-Igea Marina Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Bellaria-Igea Marina Sito ufficiale, su comune.bellaria-igea-marina.rn.it.

Gatteo
Gatteo

Gatteo (Gatì in romagnolo) è un comune italiano di 9 345 abitanti della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. Si trova a circa 35 km dal capoluogo, Forlì. Il territorio comunale di Gatteo, situato in una fertile pianura, ha una conformazione allungata ed è delimitato dal torrente Rigossa e dal fiume Rubicone, estendendosi fino al mare Adriatico. Confina a nord con il comune di Cesenatico, a nord est con l'Adriatico, ad est e a sud con Savignano sul Rubicone e ad ovest con Gambettola e Longiano. La zona era abitata già in epoca romana, trovandosi in vicinanza dell'antico "Compitum", l'attuale San Giovanni in Compito; ne sono testimonianza i numerosi reperti archeologici ritrovati in aree circostanti: mattoni, marmi, metalli, monete e statue. Gatteo è un nome fondiario (fundus Catei) ma formatosi nel Medioevo" (sec. XII) diventando poi nel 1311, "Tumba Ghatei", cioè casale con abitazione padronale o fortificata e successivamente "Commune" (1358) e "Castrum" (1371). Le prime opere di bonifica del territorio, fino ad allora selvaggio e paludoso, risalgono secolo IX a cura della Chiesa Ravennate e dei grandi monasteri e Abbazie. Alla fine del X secolo sorse l'"Aggero Gatthei" (l'ager romano era una fortificazione quadrangolare costituita da una staccionata e da un fossato), fortificato da un muro ad una testa, che cominciò a prendere le sembianze di "Castello". Nei secoli XIII - XIV Gatteo diventò comune. Con l'avvento del dominio dei Malatesta di Verucchio proseguì dal 1311 il consolidamento del castello, dotato di fossato e ponte levatoio. Nel 1353 "Castrum Gatthei", situato nella pianura tra la strada maestra e il mare Adriatico, faceva parte del Vicariato di Santarcangelo, dopo essere stato sottratto come Comune alla giurisdizione del Malatesta e posto sotto il dominio del Papa. Verso il 1431-1432, compare a Gatteo Erasmo da Narni detto Gattamelata, capitano di ventura agli ordini di Papa Eugenio IV. A questo personaggio venne erroneamente attribuito l'origine dello stemma comunale. Nel 1452 il Papa Niccolò V concesse tutto il territorio in feudo ai Conti Guidi di Bagno e nello stesso anno (il 19 agosto) vennero stabiliti i confini territoriali fra il Comune di Cesena e quello di Gatteo. A questo periodo risalgono l'Oratorio di San Rocco, costruito nel 1484, in seguito alla terribile pestilenza del 1458-1461 e la Chiesa di Sant'Antonio Abate con l'annesso ospedale in funzione già dal 1467. Agli inizi del Cinquecento Gatteo faceva parte del Ducato di Romagna, che ebbe vita breve in seguito all'invasione dei Veneziani, i quali spodestando il Duca Valentino nel 1505 permisero il ripristino del sistema feudale con il ritorno, nel 1516, dei Conti Guidi di Bagno, i quali, salvo brevi interruzioni, rimasero al potere fino al 1656, quando il Feudo di Gatteo tornò direttamente nelle mani del Pontefice. Da quel momento Gatteo ebbe un governo stabile e vide sorgere quella che è l'attuale struttura del paese, con l'ampliamento delle abitazioni attorno al castello. Nel 1541 la Chiesa di San Lorenzo diventa Parrocchia e nel 1554 viene tolta dalla dipendenza di San Giovanni in Compito ed ottiene un proprio Fonte battesimale. Nel 1576 il marchese Fabrizio Guidi Di Bagno, nell'area prospiciente il castello, edifica un oratorio o chiesa dedicata alla Madonna del Popolo nel luogo dove, già dal 1400, esisteva un sacello intitolato a Santa Maria in Lacrimis. Da qui ha origine poi l'attuale chiesa parrocchiale nel 1819. Nel 1610, il Consiglio della Comunità di Gatteo, su proposta del marchese Di Bagno, divise il territorio comunale in undici quartieri. Ad ogni quartiere veniva assegnato un capo-quartiere o balitore scelto - ad estrazione - fra tutti i residenti di un certo ceto di quel determinato quartiere. Tale carica durava quattro mesi. Giuseppe Garibaldi, diretto a dar man forte alla resistenza di Venezia, il 1º agosto 1849 attraversò il territorio passando per Gatteo con oltre duecento garibaldini; sostò nel borgo e proseguì per Sant'Angelo dove si fermò a riposare una notte in un'abitazione in via Fiume e si abbeverò nel vecchio pozzo davanti alla farmacia ora appena sotto il manto stradale per arrivare poi alle Due Bocche (Gatteo a Mare) e di qui giungere a sorpresa a Cesenatico, per salpare poi con tredici bragozzi chioggiotti alla volta di Venezia. Ammainata la bandiera dello Stato Pontificio e messa al suo posto quella tricolore, Gatteo, dopo essere passato al Regno d'Italia, divenne Comune autonomo con decreto del 30 marzo 1860. Chiesa di San Rocco. Rappresenta la chiesa più antica dopo la demolizione di San Lorenzo nel 1821, costruita nel 1484 circa in occasione delle pestilenze del 1435-36 e del 1458-61, nel rispetto del culto di San Rocco quale Santo al quale veniva richiesta protezione contro la peste. La struttura dell'Oratorio, o Chiesetta a capanna, è molto semplice: ha una sola navata con struttura lignea e pochissime aperture costituite da un piccolo rosone sul portale d'ingresso ed una finestra, anche se all'origine vi erano un'altra finestra ed una porta laterale che conduceva all'attiguo cimitero (poi trasferito alla periferia del paese), ora entrambe murate. Internamente era decorata con dipinti dei Santi più venerati in quel tempo e nel 1571 risulta fosse dotata di cinque altari con confraternita. L'altare maggiore era sovrastato da un'immagine di San Rocco piuttosto vecchia e corrosa, che fu poi ridipinta all'esterno della Chiesa sul timpano che si trova sulla porta d'ingresso. Gli affreschi originariamente presenti sulle pareti interne, sono stati completamente restaurati. fixLe pitture votive legate ai periodi di pestilenza risalgono ai secoli XV-XVI e rappresentano oltre a San Rocco e San Sebastiano, la Madonna con Bambino, Santa Lucia e la 'Crocifissione con la Maddalena e le pie donne. I Santi riportati negli affreschi sono: San Rocco, vestito da pellegrino che indica con la mano la coscia ulcerata da una piaga purulenta, oppure una ferita, come se ne fosse stata tratta una freccia; San Sebastiano, il quale trafitto dalle frecce vuole simboleggiare, metaforicamente, la scongiura del terribile morbo. Nella credenza popolare, riferita all'epoca degli affreschi, si voleva paragonare l'attacco della peste a quello delle frecce che si abbattono inaspettatamente sulle vittime ed il Santo allontana dai suoi protetti 'le frecce' della peste; San Cristoforo, secondo la credenza popolare bastava vedere la sua immagine per essere certi di non morire in giornata: 'guarda San Cristoforo e vai sicuro' si trova scritto in affreschi o statue; inoltre Sant'Antonio Abate, San Martino, San Giorgio, San Gregorio Magno, San Giovanni Battista, Santa Lucia, Santa Caterina da Siena ed altri. Chiesa di San Lorenzo Martire sorse nel 1290 circa all'interno del complesso del Castello e diventa Chiesa Parrocchiale nel 1541. Viene traslata nel 1819 nella Chiesa della Madonna del Popolo, costruita nel 1576 per volere del marchese Fabrizio Guidi di Bagno e della moglie Laura Colonna, nella piazza che fronteggia il Castello medievale e dove pare fosse ubicato un Sacello dedicato a S.Maria de Lacrimis utilizzato come rifugio dai viandanti che attraversavano la fitta boscaglia circostante. Nel corso degli anni la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo ospita le salme di molti membri della famiglia Guidi di Bagno di Romagna: il marchese Ferdinando Guidi di Bagno, che morto a Mantova ordinò di essere sepolto nella Chiesa di Gatteo, Fabrizio Guidi di Bagno marchese di Montebello e conte di Cusercoli nel 1612, la moglie Laura Colonna marchesa di Montebello nel 1633, fondatrice nel 1614, in occasione della recente morte del marito, del Sacello di San Martino e donatrice di varie opere quali oro, pitture e paramenti sacerdotali in onore del Santo. In occasione di restauri le spoglie di questi e di tanti altri componenti della famiglia Guidi di Bagno vennero raccolte nel sarcofago del marchese Fabrizio nella cappella posta presso l'altare. Nel 1821 viene demolita la vecchia Chiesa di San Lorenzo all'interno del Castello e nel 1847 stessa sorte tocca al suo campanile. Nel 1868-1880 inizia l'ampliamento della Chiesa Parrocchiale con la costruzione delle cappelle laterali e nel 1917-1919 viene restaurata completamente la Chiesa con la riedificazione dell'abside e l'ingrandimento della navata. Campanile di Sant'Antonio Abate rappresenta i resti di una delle più antiche chiese di Gatteo, Sant'Antonio Abate, costruita nel 1467 o forse prima e distrutta nel 1944. Annesso alla Chiesa vi era un ospedale poi divenuto congregazione di carità. Castello Malatestiano Il castello sorge nel XIII secolo e nel corso dei secoli è soggetto a diverse trasformazioni. Ha una configurazione quasi quadrangolare ed è munito di una torre e cinque baluardi e circondato da una larga fossa, in origine sempre piena d'acqua, oltrepassabile con un ponte levatoio. Nel lato orientale della cinta muraria si trova l'ingresso, costituito da un arco a tutto sesto sormontato da una torre quadrata, il cassero, dove sono ancora visibili le corsie per lo scorrimento delle travi che azionavano il ponte levatoio; e sulla sommità del cassero la seicentesca torre civica. Nella seconda metà del Settecento le mura, ad eccezione del lato orientale che conserva avanzi dei beccatelli e della muratura, vengono abbassate e di conseguenza la fossa circondante il castello completamente riempita di terra ed il ponte levatoio, unico accesso all'edificio, sostituito con un ponte in pietra. Abitanti censiti Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 959 persone, pari al 10,26% della popolazione. Sono presenti scuole d'infanzia e primarie nel capoluogo e nelle principali frazioni, oltre a una scuola secondaria di primo grado nel capoluogo. 3ª settimana di luglio: "Settimana della Micizia", intera settimana dedicata al gatto, con concorsi fotografici, mostre d'arte, sculture di sabbia, spettacoli teatrali, concerti ed animazione per bambini, con tema principale il gatto. Il capoluogo Gatteo, con il suo castello fortificato, vanta tradizioni secolari quale fiorente centro artigianale e commerciale. Oggi vi sono concentrati tutti i servizi primari e dal punto di vista economico risulta essere in crescita il settore del terziario. Sant'Angelo è la frazione più consistente sia dal punto di vista demografico, sia da quello delle attività economiche. Già ricordato nel 1070 come "Plebem S.Angeli in Salute", è oggi centro produttivo e commerciale. Vi nacque Secondo Casadei, il principale esponente del liscio romagnolo. Anche la piccola frazione di Fiumicino (la gran parte del cui territorio appartiene al comune di Savignano sul Rubicone) è sede di attività industriali e artigianali. Gatteo a Mare, chiamato precedentemente "Due bocche”, è centro di attività turistiche. Nel suo chilometro quadrato di estensione vi sono 88 hotel, 30 stabilimenti balneari, circa 230 appartamenti da affittare, più un centinaio fra esercizi commerciali ed attività artigiane. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gatteo Sito ufficiale, su comunegatteo.it. Gatteo su The Campanile Project, su thecampanileproject.org. URL consultato il 3 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2013).