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Chiesa di San Vitale (Ceggia)

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Chiesa di San Vitale (Ceggia) 01
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La chiesa di San Vitale è la parrocchiale di Ceggia, in città metropolitana di Venezia e diocesi di Vittorio Veneto; fa parte della forania di Torre di Mosto. La prima citazione di un edificio di culto a Ceggia risale al 1334; da un documento del 1474 s'apprende che era una piccola cappella e che versava in pessime condizioni. Questa chiesa era, all'origine, filiale della pieve di San Bartolomeo Apostolo di Chiarano, ma nel 1506 è menzionata come parrocchiale. Il 3 gennaio 1513 la cura d'anime fu affidata ai canonici regolari del Santissimo Salvatore di Venezia da papa Leone X; nel 1773 la parrocchia ritornò al clero diocesano di Ceneda. La chiesa venne riedificata verso la fine del XVIII secolo.Tra il 1871 ed il 1873 la struttura subì importanti lavori di ampliamento e restauro, in occasione dei quali la pianta della parrocchiale fu ruotata di 180° con l'allungamento della navata, la sostituzione dell'abside, e la formazione della nuova facciata addossata al campanile.. Il 4 maggio del 1873 venne impartita dal vescovo Corradino Maria Cavriani la consacrazione. L'edificio fu dotato delle navate laterali nel 1906. Subì gravi danni durante la prima guerra mondiale, con il crollo della cupoletta e la distruzione di parte del presbiterio, in seguito ai quali dovette essere ristrutturata tra il 1918 ed il 1919 e riconsacrata nel 1921. Nel 2007 l'edificio subì un crollo strutturale con il distacco di cornicioni e parte degli affreschi con danni che richiesero un intervento di restaturo conservativo con contributo economico da parte della Soprintendenza, nonché della regione Veneto. La facciata preceduta dal campanile, è tripartita da tre paraste che hanno un'alta zoccolatura e terminanti con capitelli ionici, e da un timpano triangolare con oculo. Il lato sinistro è nascosto dal campanile e il destro presenta la struttura della navata, di altezza inferiore con un'apertura a bifora centinata e un piccolo oculo centrale. La parete esterna meridionale conserva due bassorilievi in marmo risalenti al VII e VIII secolo provenienti da plutei o sarcofagi raffiguranti un cervo che beve a un corso d'acqua e rosoni che si alternano con la raffigurazione di palme, provenienti probabilmente da Cittanova. I due rilievi sono stati uniti e formano un unico blocco. Tra le opere di pregio conservate all'interno della chiesa vi è il grande affresco del soffitto della navata centrale, raffigurante il Martirio e gloria di San Vitale, dipinto attribuito a Giovan Battista Canal che rimase integro malgrado i danni subiti dalla chiesa durante i bombardamenti della primo conflitto mondiale; il dipinto però non è più leggibile nella sua visione originale, essendo variato l'asse della chiesa durante il rifacimento della fine del XVIII secolo che ne ha variato l'orientamento, e quindi la visione stessa dell'affresco. La chiesa conserva inoltre l'affresco dell'Immacolata, eseguito nell'Ottocento da Giacomo Casa, la pala dell'altare maggiore con soggetto San Vitale, realizzata da Alessandro Toniolo, e sulla parete del coro la Deposizione di Paolo de Lorenzi da Soligo. Del medesimo artista, che ne faceva da pendant, vi era il dipinto raffigurante la Natività rubato, col altri sette dipinti nel 1918 dall'esercito austriaco.. Ceggia Diocesi di Vittorio Veneto Parrocchie della diocesi di Vittorio Veneto Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Vitale Parrocchia di S. VITALE MARTIRE, su parrocchiemap.it. URL consultato il 2 giugno 2022.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Vitale (Ceggia) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Vitale (Ceggia)
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Cittanova (Veneto)
Cittanova (Veneto)

Cittanova (Çitanova [t͡siˌtaˈnɔva] in veneto) è un centro abitato della città metropolitana di Venezia, diviso tra i comuni di San Donà di Piave (che lo considera come frazione) ed Eraclea (che lo classifica come località). Il confine tra i due comuni è segnato dal canale Ramo. L'attuale abitato, sorto dopo le bonifiche concluse nel Novecento, è l'erede di un centro ben più antico, tra i più importanti della Laguna Veneta medievale. Cittanova fu fondata all'inizio del IX secolo come Civitas Nova Heracliana (Nuova Città di Eraclea) sulle rovine dell'antica Heraclia, distrutta durante gli scontri tra le fazioni rivali dei filo-franchi e dei filo-bizantini (804) e quindi da Pipino (810). L'iniziativa venne dal doge Angelo Partecipazio, di famiglia eracleense, che vi fece costruire un palazzo di villeggiatura. Il nuovo centro mancava però di un sistema difensivo adeguato, e gli assalti ricominciarono: nell'880 fu devastata dagli Slavi, nel 900 fu la volta degli Ungari; a ciò si aggiunsero pestilenze ed alluvioni. A poco servirono dunque gli interventi dei dogi, che speravano in un ritorno all'antico splendore. Nel corso del X secolo, durante un periodo di tensione tra il ducato di Venezia e il Sacro Romano Impero, Cittanova fu soggetta al vescovo di Belluno (nonostante ospitasse una diocesi sin dai tempi di Heraclia). Nonostante la riappacificazione tra doge e imperatore, i vescovi restituirono il territorio solo nel 996, quando intervenne lo stesso Ottone III. Il 7 gennaio 999 lo stesso imperatore estese l'influenza della diocesi locale aggiungendovi nuovi possedimenti sino alle Mussette e alle Grassaghe (verso l'odierna San Donà di Piave), sino ad allora dipendenti dalla diocesi di Treviso. Ottone concesse anche il permesso di ampliare le difese di Cittanova con un sistema di torri di guardia contro le scorrerie dei pirati Illirici: la Turris Ducis, la Torre de Mossoni, la Torre da Fin, la Torre de Mezo e la Torre de Caligo. La fine giunse con la grande alluvione del 1110, quando il Piave mutò il suo corso, finendo per sfociare al Cavallino e trasformando le terre di Cittanova in una palude malarica. In breve tempo, dell'antica città non rimase più nulla, se non la cattedrale di San Pietro, periodicamente visitata in occasione delle solennità religiose dal vescovo, altrimenti residente in Venezia o in uno dei vicini monasteri. La diocesi venne infine soppressa nel 1440 e aggregata al patriarcato di Grado. San Donà passò dalla diocesi di Cittanova a quella di Treviso nel 1334. Tra il 1543 e il 1664 l'area fu interessata dalle imponenti opere idrauliche ordinate dalla Repubblica di Venezia per evitare l'impaludamento della sua laguna. Il Piave venne deviato e portato a sfociare in un vasto lago artificiale d'acqua dolce nei pressi di Cittanova chiamato Lago della Piave, dove oggi ci sono le frazioni di Passarella e Palazzetto. La situazione sembrava ideale per favorire il rifiorire della zona, ma nemmeno vent'anni dopo un'altra alluvione spinse il fiume ad assumere l'attuale corso e si dovette attendere la fine del primo conflitto mondiale perché si giungesse alla Bonifica di Eraclea. Oggi Cittanova è una località prettamente agricola. L'attuale chiesa della frazione fu costruita nel 1927 sul terreno donato dall'ingegner Francesco Velluti, come ricordato in una lapide affissa sul muro della Chiesa nel 1940. Nel 1954 il Patriarca di Venezia Angelo Roncalli eresse Cittanova a parrocchia del vicariato di Eraclea con primo parroco don Giovanni Bessegato, già cappellano del Duomo di San Donà. Molti reperti dell'antica Eraclea-Cittanova sono andati perduti negli anni cinquanta, quando vennero alla luce i basamenti di una chiesa paleocristiana del 639, poi distrutti dai proprietari del terreno. Recenti fotografie aeree hanno confermato che la città si estendeva sulle isole della laguna opitergina poste fra le attuali località di Fiorentina, Fossà, Staffolo e Stretti. Posizionata sopra il canale Ramo sorge l'impianto di pompaggio più antico, costruito nel 1905. Se si osserva il livello dell'acqua del retrostante Canale Brian (verso cui le pompe sollevano l'acqua e direttamente comunicante col mare) si nota che i terreni circostanti sono al di sotto del livello del mare. Si tratta dell'impianto a maggior portata del Basso Piave, sulla cui facciata campeggia una lapide che ricorda le illustri origini di Cittanova. Teodegisillo Plateo, Il territorio di S. Donà nell'agro d'Eraclea: cenni storici, Treviso, Trevigiana Editrice, 1908. Pierluigi Tozzi e Maurizio Harari, Eraclea Veneta: immagine di una città sepolta, Parma, The Compagnia, 1984. Diocesi di Eraclea Bonifica di Eraclea Sito istituzionale di San Donà, su sandonadipiave.net. Sito istituzionale di Eraclea, su comune.eraclea.ve.it. Sito ufficiale della parrocchia, su parrocchiacittanova.it. URL consultato il 27 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013). La nascita di Cittanova: Il declino di Eraclea, su comune.eraclea.ve.it.

Stazione di San Donà di Piave-Jesolo
Stazione di San Donà di Piave-Jesolo

La stazione di San Donà di Piave-Jesolo è una stazione ferroviaria a servizio della città di San Donà di Piave, posta sulla linea Venezia-Trieste. Serve inoltre la località balneare di Jesolo e l'intero comprensorio del Basso Piave. Nel 2009, in previsione della ristrutturazione dei servizi di cui al Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale è stato attuato uno spostamento della stazione qualche centinaio di metri più a est in direzione Trieste. Verso la fine del 2014 è stata annunciata la sostituzione dell'Apparato Centrale Elettrico a leve individuali con un moderno Apparato Centrale Elettrico a Itinerari. Il piazzale è dotato di tre binari passanti; fino a qualche anno fa era presente uno scalo merci, la cui area è stata impiegata per un parcheggio, gestito dalla Metropark. La circolazione dei treni viene gestita tramite un banco di manovra tipo ACEI, telecomandato dall'ACC di Mestre. La stazione è dotata di un bar e di un servizio automatico di distribuzione di cibo e bevande. È presente una biglietteria con personale. La stazione è servita da treni regionali e regionali veloci operati da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Veneto, oltre che da InterCity, Frecciarossa e Italo. La stazione dispone dei seguenti servizi: Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Servizi igienici Sala di attesa Bar Dal lato opposto rispetto al fabbricato viaggiatori è presente una fermata ATVO raggiungibile tramite il sottopassaggio di stazione. Fermata autobus Stazione taxi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di San Donà di Piave-Jesolo