place

Chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco

Chiese dedicate a santa Maria degli AngeliChiese dell'arcidiocesi di MilanoChiese di MilanoChiese francescaneChiese neogotiche della Lombardia
Pagine con mappe
Chiesa via novara milano panoramio
Chiesa via novara milano panoramio

La chiesa di Santa Maria degli Angeli e san Francesco è una chiesa in piazzale Velasquez a Milano. La presenza dei frati cappuccini a Milano è documentata già nel Cinquecento con Giovanni da Fano che si stabilì presso la cappella di San Giovanni alla Vepra grazie il permesso di Francesco Sforza, costruendo poi il complesso nel Borgo Orientale, ma con le soppressioni napoleoniche l'ordine dovette allontanarsi e per ben 40 anni non fare ritorno a Milano. Solo nel 1897 i frati cappuccini riuscirono a ottenere un terreno dove poter riedificare la chiesa e il convento. La nuova chiesa fu consacrata nel 1907 e dedicata alla Madonna degli Angeli mentre il convento con la scuola di teologia erano già attive dal 1899. I frati del convento vengono identificati come quelli “della Maddalena”, per la vicinanza con la chiesa intitolata alla santa. Costruita negli anni tra il 1897 e 1899, è un edificio in stile neogotico lombardo, tipico del gusto di fine XIX secolo, progettato dall’architetto Cesare Nava in conformità alle esigenze costruttive dell'ordine cappuccino improntate alla ricerca di una semplice funzionalità strutturale e decorativa. La facciata tripartita a salienti è in cotto a vista con inserti intonacati ed è preceduta da un pronao a tre archi. Al centro della facciata è un grande rosone centrale mentre due rosoni minori laterali sovrastano altrettante bifore. L’interno è a navata unica conclusa da un presbiterio a terminazione piatta. La parte superiore absidale conserva la tela di Ponziano Loverini Il santo Perdono del 1901. Il soffitto è a capanna con struttura in legno sorretto da arconi ogivali mentre le nove cappelle laterali hanno copertura con volte a crociera. Ai lati della chiesa sono due simmetrici edifici conventuali nello stesso stile della chiesa. F. Merelli, I frati cappuccini in piazzale Velasquez di Milano,. Cento anni di spiritualità, solidarietà e cultura, Milano, 1992. Ordine francescano Rosetum Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco Chiesa di S. Maria degli Angeli e S. Francesco d'Assisi, su lombardiabeniculturali.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco
Avenue du Général Eisenhower, Paris 8th Arrondissement of Paris (Paris)

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Numero di telefono Sito web Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa di Santa Maria degli Angeli e San FrancescoContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.467053 ° E 9.140738 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Grand Palais

Avenue du Général Eisenhower
75008 Paris, 8th Arrondissement of Paris (Paris)
Ile-de-France, France
mapAprire su Google Maps

Numero di telefono

call+33144131717

Sito web
grandpalais.fr

linkVisita il sito web

Chiesa via novara milano panoramio
Chiesa via novara milano panoramio
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Chiesa di San Protaso
Chiesa di San Protaso

San Protaso è una chiesa di Milano, situata all'angolo tra piazzale Brescia e via Osoppo, nel Municipio 7; su di essa insiste l'omonima parrocchia di rito ambrosiano appartenente al decanato di San Siro-Sempione-Vercellina della zona pastorale I dell'arcidiocesi di Milano. Il quartiere San Siro sorse alla periferia occidentale di Milano a partire dalla seconda metà degli anni 1920, nell'area dell'antico centro abitato omonimo, inglobato nella città alla fine del XIX secolo. Essendo necessaria la costruzione di una chiesa nella zona, l'arcidiocesi di Milano, nel 1931, acquistò a tal fine un terreno prospiciente piazzale Brescia; lo stesso anno, ebbe inizio da parte dell'Impresa di costruzioni Antonio Bassanini, l'edificazione della chiesa su progetto degli architetti Luigi e Felice Nava, per una spesa di 3 883 304 di lire. Terminata nella struttura ma non nell'apparato decorativo (che venne realizzato negli anni immediatamente successivi), venne consacrata dall'arcivescovo cardinale Alfredo Ildefonso Schuster l'11 aprile 1933; il giorno 8 dello stesso mese, era stata elevata a sede dell'omonima parrocchia, il cui titolo venne mutuato da quello della chiesa di San Protaso ad Monachos, situata nel centro di Milano e demolita nel 1930. L'esterno della chiesa è caratterizzato dal paramento murario in mattoncini, elemento tipico dell'architettura religiosa degli anni 1930. La facciata, preceduta da un sagrato, è a capanna, e presenta nella parte inferiore un portico a tre arcate, separate da lesene, delle quali la centrale è più ampia rispetto alle due laterali; al di sotto di esso si aprono tre portali e altrettanti finestroni ad arco. La parte superiore del prospetto è movimentata dalla presenza di monofore più piccole e nicchie, e termina in alto con un semplice timpano triangolare sormontato da una croce. Sul retro della chiesa vi è il campanile a torre; esso ospita, nella cella, un concerto di 5 campane in Re♭4. L'interno della chiesa è a pianta a croce latina; l'aula è costituita da un'unica navata coperta con volta a vela lunettata e affiancata da due cappelle per lato; la crociera è coperta con volta a vela con oculo centrale che, esternamente, è chiusa da una cupola con alto tamburo. Sia nella navata, sia nel transetto, la parte inferiore delle pareti è rivestita in marmo, quella superiore e la volta sono intonacate, con decorazioni ad affresco. In asse con la navata centrale si trova l'abside semicircolare, con l'altare maggiore marmoreo. Le finestre sono chiuse con vetrate policrome, di epoche e soggetto diversi. A ridosso della parete dell'abside, su un'apposita cantoria, si trova l'organo a canne della chiesa. Questo venne costruito dalla ditta Balbiani-Vegezzi Bossi nel 1961 e dispone di 32 registri, con trasmissione elettropneumatica; la consolle, mobile indipendente, è a pavimento, ed ha due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Protaso Sito ufficiale, su sanprotaso.org. Chiesa di San Protaso, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Pio Albergo Trivulzio
Pio Albergo Trivulzio

Il Pio Albergo Trivulzio è una casa di cura di Milano destinata da oltre due secoli agli anziani meno abbienti. Unito con l'Orfanotrofio dei Martinitt e l'Orfanotrofio delle Stelline subito dopo l'Unità d'Italia, dal 2003 forma con gli stessi l'Azienda di servizi alla persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio, un ente pubblico collocato nella città di Milano che opera in ambito sociosanitario, sociale e educativo. La sede attuale è situata lungo la strada che conduce dal centro al quartiere Baggio di Milano ed è pertanto comunemente soprannominata «Baggina». Il Pio Albergo Trivulzio nasce dalle disposizioni testamentarie del 26 agosto 1766 del principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio (1692-1767), nobile milanese e filantropo, attraverso le quali ne ordina la fondazione all'interno del suo stesso palazzo di abitazione, a Milano, in Contrada della Signora. Le opere di ristrutturazione del Palazzo vengono affidate al Padre barnabita Ermenegildo Pini che progetta di demolire e ricostruire intere parti dell'edificio; l'eccessiva spesa che questi interventi avrebbero comportato, spinge gli esecutori testamentari del Principe a decidere di eseguire solo degli adattamenti funzionali sull'edificio, come il miglioramento della ventilazione delle camere e l'introduzione di acqua corrente e latrine. Il Pio stabilimento apre nel 1771 con il ricovero dei primi cento assistiti. Tra il 1780 e il 1790 la città di Milano è soggetta ad una serie di riforme assistenziali volute dall'Imperatore Giuseppe II che portano alla formazione di quattro categorie di luoghi di assistenza: Ospedali Orfanotrofi e Istituti per l'educazione Luoghi Pii elemosinieri Alberghi per i vecchi e incurabili Molti enti assistenziali vengono soppressi e i ricoverati trasferiti negli enti maggiori rimasti operativi, cosa che succede anche al Pio Albergo Trivulzio infatti nel 1786 viene unito l'"Ospedale dei Vecchi", conosciuto anche con il nome di "Ospedale dei vecchi di Porta Vercellina", nel 1772 l'"Opera Pia sartoria" e poi ancora nel 1787 il Luogo Pio Pertusati di Pavia. L'aumento del numero dei ricoverati comporta la necessità di un cambiamento degli spazi; il piano di ampliamento dell'edificio viene affidato all'architetto regio Giuseppe Piermarini e per l'occasione vengono acquistati degli edifici contigui al Palazzo. Alla fine del Settecento gli spazi all'interno del Pio Albergo sono così distribuiti: i vari locali di servizio (portineria, segreteria, refettorio, magazzino) sono collocati al piano terreno mentre i dormitori, i locali per il lavoro e le infermerie sono collocate al primo e al secondo piano. Negli anni trenta e negli anni settanta dell'Ottocento l'edificio subisce dei nuovi rimaneggiamenti e ampliamenti e negli ultimi anni del secolo l'edificio venne dotato di un impianto di riscaldamento. Il Palazzo in Contrada della Signora rivela ad inizio del Novecento tutta la sua inadeguatezza in termini di spazio, igiene e comfort e per questo motivo viene presa la decisione di costruire una nuova sede. Tra il 1907 e il 1910 viene quindi realizzato il nuovo Pio Albergo Trivulzio sulla strada che conduce a Baggio, Via Baggina (da qui il nome con cui è conosciuto in tutta la zona di Milano ovvero Baggina) con un progetto firmato dagli ingegneri Carlo Formenti (1847-1918) e Luigi Mazzocchi (1844-1925). Il nuovo edificio, inaugurato con una grande festa il 22 maggio 1910, aderisce agli standard della moderna architettura sanitaria, dotato di un impianto a padiglioni ben collegati tra loro, aerati e soleggiati, e disposti attorno ad una corte centrale che divide la parte maschile (a sinistra) dalla parte femminile (a destra). Ancora oggi il Pio Albergo Trivulzio è collocato in questa sede. Il Pio Albergo Trivulzio divenne noto ai fatti di cronaca nel 1992 per essere legato alle prime indagini legate a Tangentopoli. Difatti, l'incipit delle inchieste giudiziarie di Mani pulite ebbe luogo il 17 febbraio 1992, quando Il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese e ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura per l'ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del PSI milanese. L'azienda dei Servizi alla Persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio gestisce tre delle Istituzioni cardine della città di Milano: Pio Albergo Trivulzio, Orfanotrofio dei Martinitt e Orfanotrofio delle Stelline. Questi tre enti hanno accumulato attraverso i secoli un patrimonio storico, documentario e artistico di grande rilievo. Parte di questo patrimonio è custodito presso il Museo Martinitt e Stelline (Corso Magenta 57, Milano) dove grazie ad installazioni digitali si possono vedere una piccola parte dei documenti e delle foto conservati negli archivi storici di questi enti, nonché alcuni dei dipinti che fanno parte della galleria di benefattori che hanno contribuito al mantenimento di questi luoghi. Il Trivulzio è un ente pubblico che opera in ambito sociosanitario, sociale ed educativo sul territorio della Regione Lombardia indirizzandosi principalmente alla città di Milano. Per questo motivo la Regione Lombardia designa il Direttore Generale e legale rappresentante dell'Azienda d'intesa con il Sindaco della città di Milano e nomina, insieme al Comune, i componenti del Consiglio d'indirizzo aziendale. Il Direttore Generale insieme al Direttore Amministrativo, il Direttore Sociosanitario e alla Dirigente delle Professioni Sanitarie compone la Direzione Strategica che garantisce e supervisiona l'operato aziendale a carattere sanitario, sociale ed economico-organizzativo. Il Consiglio di indirizzo è composto da 5 membri, 3 di nomina Comunale (tra cui il presidente) e 2 di nomina Regionale; le funzioni del Consiglio sono definite dalla L.R 1/2003 e successive modifiche e integrazioni dello Statuto Aziendale e dallo statuto aziendale su proposta del Direttore Generale. Il Pio Albergo viene citato nella canzone La domenica delle Salme di Fabrizio De André. Il Pio Albergo è ritratto in molte opere del pittore Angelo Morbelli interessato alla rappresentazione dei cosiddetti "vecchioni". Maria Gaetana Agnesi Vincenza Cerati Rivolta Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pio Albergo Trivulzio Sito ufficiale, su iltrivulzio.it.

Corpi Santi di Milano
Corpi Santi di Milano

I Corpi Santi di Milano (Corp Sant in dialetto milanese) sono stati un comune istituito nel 1782 comprendente le cascine e i borghi agricoli che si trovavano attorno alla città di Milano, appena oltre le mura spagnole del capoluogo lombardo. Corpi Santi è infatti la denominazione con cui si indicava, fino al XIX secolo circa, la fascia di territorio del suburbio extramurale della maggior parte delle città lombarde e piemontesi. Nei territori soggetti agli Asburgo d'Austria, tra cui ci fu Milano, la riforma generale dello Stato del 1755 ne modificò la denominazione in Comuni rurali, ma il vecchio nome rimase nell'uso comune. Uniti in un primo tempo a Milano nel 1808 durante il periodo del Regno d'Italia, ma repentinamente ripristinati nel 1816 con il ritorno degli austriaci, vennero definitivamente annessi alla città nel 1873. Il nome dei Corpi Santi è da legarsi alla legislazione sanitaria austriaca che impose di spostare i cimiteri fuori dalle mura spagnole del capoluogo lombardo: la dizione di corpi santi è infatti un altro modo di chiamare i fuochi fatui, ossia le piccole fiammelle che possono sprigionarsi dalle tombe. Una leggenda popolare lega invece il nome dei Corpi Santi di Milano alla presenza delle salme dei tre Re Magi al di fuori delle mura spagnole della città. Il carro che portava le sacre reliquie si fermò inspiegabilmente in questo luogo, senza che gli uomini del santo convoglio riuscissero ad andare avanti: le ruote erano diventate pesanti come macigni, e buoi e cavalli non la vincevano. Così il vescovo dovette abbandonare l'idea di avere i tre santi corpi nella basilica di Santa Tecla, la più importante della città prima della costruzione del Duomo di Milano, facendo edificare un nuovo luogo di culto fuori le mura cittadine, la basilica di Sant'Eustorgio, per ivi deporli. Lo scorporo dei Corpi Santi dalla città di Milano fu previsto in origine dal comparto territoriale del Ducato di Milano emanato dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria il 10 giugno 1757, ma il governo austriaco preferì sospendere l'applicazione del provvedimento per la ferma opposizione della Congregazione del patrimonio, ossia il consiglio provinciale dell'epoca che era dominato dai rappresentanti cittadini. Il comune dei Corpi Santi venne quindi istituito da suo figlio, l'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, con reale dispaccio del 21 luglio 1781, con il quale il nuovo sovrano decise di concedere meno spazio alle opposizioni conservatrici che avevano contrastato il programma illuminista di sua madre. Il nuovo municipio venne attivato col capodanno del 1782, quando entrarono in carica i deputati (ossia i consiglieri comunali), il cancelliere (il segretario comunale), il sindaco, l'esattore e sei consoli, uno per ciascuna delle sei partizioni, corrispondenti ai sei sestieri di Milano, che erano legati ad altrettante porte cittadine, in cui il nuovo comune fu articolato ai fini della riscossione fiscale sulle merci in entrata verso la città. La superficie dei Corpi Santi di Milano ammontava a 66,35 km². Si trattava di una vasta area che circondava la città per un raggio molto variabile, da un minimo di 3 km a un massimo di 7 km. Il comune dei Corpi Santi era una zona prettamente agricola alle porte della città, ricca di campi e soprattutto di orti che producevano prodotti deperibili e costosi, che per essere commercializzati con la città necessitavano di brevi distanze dal luogo di produzione al mercato cittadino. L'orticoltura era favorita dalla presenza di corsi d'acqua e dalla facilità di commercializzazione sia con la vicina città, ma anche con la provincia, rispetto alla quale non erano previsti dazi doganali a cui erano invece sottoposte le merci transitanti per le porte cittadine di Milano. Il territorio agreste di quest'area era molto fertile e ricco di risorgive, oltre che di corsi d'acqua come i Navigli e i fiumi Olona, Lambro e Seveso. Grazie alla presenza di questi corsi d'acqua, i mulini erano numerosi e sorgevano un po' ovunque nel contado. Dopo soli tre lustri però, l'arrivo delle armate rivoluzionarie francesi aprì un processo inverso. Il nuovo parlamento repubblicano deliberò il 2 nevoso dell'anno anno VI la riannessione dei Corpi Santi a Milano con il nome di circondario esterno, ma anche questa volta il testo legislativo non trovò applicazione per i timori del governo cisalpino, che non volle scontrarsi con l'opposizione dei rappresentanti extramurari. Evoluta poi la situazione in senso monarchico il nuovo organo legislativo, il Consiglio di Stato, tornò a proporre, su sollecitazione del consiglio comunale di Milano, un decreto per la soppressione dei Corpi Santi, ma tale disegno di legge del 4 febbraio 1806 non trovò sanzione da parte del viceré, che ancora auspicava un consenso più ampio. La svolta avvenne quindi nell'ambito di un contesto più generale, quando Napoleone il 14 luglio 1807 emanò un decreto volto alla riduzione dei comuni del regno onde sortire risparmi nei costi di gestione. Fu così che il 9 febbraio 1808 fu promulgato il decreto che annetteva a Milano non solo i Corpi Santi, ma tutti i 35 comuni del circondario esterno posti nel raggio di 4 miglia dai bastioni, ossia entro le 5 miglia dalla piazza del Duomo: Affori, Bicocca, Boldinasco, Casa Nova, Chiaravalle, i Corpi Santi, Crescenzago, Dergano, Garegnano Marcido, Gorla, Grancino, Lambrate, Lampugnano, Linate superiore ed inferiore, Lorenteggio, Macconago, Morsenchio, Musocco, Niguarda, Nosedo, Poasco, Precentenaro, Precotto, Quarto Cagnino, Quinto Sole, Redecesio, Ronchetto, San Gregorio Vecchio, Segnano, Sella Nuova, Trenno, Turro, Vajano, Vigentino, Villapizzone. Tuttavia con il ritorno degli Austriaci tornarono immediatamente autonomi, e il comune di Milano tornò a coincidere con la cerchia dei Bastioni con notificazione del 12 febbraio 1816. La restaurazione del Comune dei Corpi Santi operata dagli austriaci fu anch'essa il frutto di un disegno politico generale. L'assetto amministrativo voluto dai ritornati governanti asburgici si ispirava su quello giuseppino che, in ambito municipale, si basava sui comuni censuari dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria. Questi ultimi nel Settecento erano risultati un'innovazione illuministica, ma dopo Napoleone sortirono un effetto reazionario che annullò la legislazione dell'imperatore francese. La notificazione del 12 febbraio 1816 ripristinò dunque tutti i vecchi comuni della Lombardia, e con esso quello dei Corpi Santi, a decorrere dal successivo 1º maggio. Nel 1821 si tennero le prime elezioni per il consiglio comunale, che l'anno successivo fu dotato dei poteri dei maggiori borghi del regno potendo assumere degli impiegati. Con l'unificazione italiana il comune fu dotato di un proprio sindaco con sei assessori, conservando il suo consiglio di trenta membri. Subito dopo vennero avanzate le prime proposte ufficiali di annessione al capoluogo lombardo, ma non si giunse a risultati concreti per l'opposizione dei Corpi Santi, fino a che non venne fatta una richiesta ufficiale del consiglio comunale di Milano al governo Lanza, che l'approvò con Regio decreto 8 giugno 1873, n. 1413. Il comune dei Corpi Santi si articolava ai fini censuari su sei sestieri corrispondenti alle porte di Milano attraverso le quali le merci dovevano pagare i dazi; fin dai tempi dell'arcivescovo Carlo Borromeo, ciascuno di questi sestieri, raggruppava sotto di sé le undici parrocchie extramurarie di Milano. Porta Orientale con Porta Tosa: Parrocchia di Santa Francesca Romana Parrocchia di Calvairate Parrocchia di Monluè Porta Romana con Porta Vigentina Parrocchia di San Rocco Porta Ticinese con Porta Lodovica Parrocchia di San Gottardo al Corso Parrocchia della Barona Parrocchia di Gratosoglio Parrocchia di Ronchetto delle Rane Porta Vercellina con Portello del Castello Parrocchia di San Pietro in Sala Porta Comasina con Porta Tenaglia Parrocchia della Santissima Trinità Parrocchia di Santa Maria alla Fontana Porta Nuova A queste porte andavano poi aggiunti i due varchi posti a controllo delle acque, ossia: il Tombone di San Marco, posto lungo il Naviglio della Martesana il Tombone di via Arena, posto a nord della Darsena Il comune dei Corpi Santi era esente da dazio, pertanto tutto ciò che ne proveniva costava meno. Dopo l'arrivo dei Savoia il comune fu articolato su due mandamenti concentrici che divennero il 7º e l'8º di Milano. Una volta che il comune venne inglobato a Milano, essi furono divisi in otto parti. I villaggi e borghi agricoli che componevano i Corpi Santi, una volta aggregati alla città divennero altrettanti quartieri. È il caso di San Siro, Barona, Gratosoglio, Ghisolfa, Bovisa, Calvairate, Tre Ronchetti, Monluè, ed altri. Le cascine, invece, una volta inglobate a Milano divennero parrocchie, scuole o edifici comunali. Spesso esse diedero il nome alle vie urbane o ai quartieri che vi si stavano formando appresso. Nel caso della Cascina Taliedo questa diede il nome, oltre che all'omonimo quartiere, anche al primo aeroporto di Milano, il campo di aviazione di Taliedo. 1805: abitanti 13.572; densità 204,5 ab./km² 1808: abitanti 17.357 (Milano nel 1805 ne aveva 115.290); densità 261,6 ab./km² 1817: abitanti 17.833; densità 268,8 ab./km² 1836: abitanti 25.768 (Milano ne aveva 156.617); densità 388,4 ab./km² 1853: abitanti 36.227; densità 546 ab./km² 1855: abitanti 38.424; densità 579,1 ab./km² 1859: abitanti 41.519; densità 625,8 ab./km² 1861: abitanti 48.359 (Milano ne aveva 196.109); densità 728,8 ab./km² 1871: abitanti 62.976 (Milano ne aveva 199.009); densità 949,1 ab./km² Tra il 1862 ed il 1863 il comune dei Corpi Santi ebbe anche un giornale: il Suburbano. Nel comune erano presenti undici asili, ventotto scuole elementari ed una Guardia nazionale italiana composta da una legione di due battaglioni. La zona del comune dei Corpi Santi era ricca di luoghi di culto come quella di San Siro, che sorgeva nel luogo in cui oggi sono situati l'omonimo quartiere, l'ippodromo di San Siro e lo stadio Giuseppe Meazza. Oratorio di San Carlo alla Corba Chiesa di San Fermo e Rustico Chiesa di San Gaetano alla Bolla Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo al Molinazzo Chiesa di San Giovanni Battista alla Cagnola Chiesa di Santa Maria Ara Coeli alla Bovisa Chiesa di Santa Maria Assunta alla Moja Chiesa di Santa Maria di Calvairate Chiesa di Santa Maria di Loreto Chiesa di Santa Maria di Morivione Chiesa di San Rocco Chiesa di San Rocco al Gentilino Chiesa di San Rocco alla Lupetta Chiesa di San Siro alla Vepra Giorgio Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città, e della campagna di Milano, ne' secoli bassi, Volume 7, Milano, Francesco Colombo Librajo, 1857. Comuni aggregati a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Corpi Santi di Milano L'annessione dei Corpi Santi e la nascita della grande Milano, su storiadimilano.it. Comune dei Corpi Santi 1782-1797, su lombardiabeniculturali.it. Comune dei Corpi Santi 1798-1808, su lombardiabeniculturali.it. Comune dei Corpi Santi 1816-1859, su lombardiabeniculturali.it. Comune dei Corpi Santi 1859-1873, su lombardiabeniculturali.it. Cartina di Milano all'annessione dei Corpi Santi nel 1873 (JPG), su storiadimilano.it.

San Siro (Milano)
San Siro (Milano)

San Siro (San Sir in dialetto milanese) è un quartiere della periferia occidentale di Milano che ricade nel territorio del settimo Municipio cittadino. Confina a nord con Lampugnano e il QT8, a est con l'ex Fiera e ad ovest con Trenno; il confine meridionale è costituito da via Novara e via Rembrandt. In epoca asburgica borgo rurale facente parte dell'ex comune dei Corpi Santi, dopo l'Unità fu accorpato a Milano con regio decreto 1413/1873. Il quartiere è noto in Italia e all'estero perché in esso si trova lo stadio Giuseppe Meazza, un tempo noto come Stadio San Siro, sede degli incontri interni di Inter e Milan, nonché l'ippodromo di San Siro, struttura dedita alle corse al galoppo dei cavalli. San Siro fino al XIX secolo era un piccolo villaggio agricolo sulle rive del fiume Olona, il cui centro era situato nelle adiacenze dell'attuale piazzale Lotto; oggi non rimane quasi nulla di questo passato: le uniche importanti vestigia sono l'abside dell'antica chiesa di San Siro alla Vepra (affluente dell'Olona), che dette appunto il nome al villaggio e che era stata fondata oltre mille anni fa (il documento più antico noto risale all'anno 880). La chiesa fu probabilmente intitolata a San Siro, primo vescovo di Pavia. Già nel XVII secolo la parte anteriore della chiesa era scomparsa, sostituita da una casa, sulla cui area, ai primi del '900, venne poi costruita la villa tuttora esistente, nel 1944 purtroppo nota come "Villa Triste" e dal 1945 sede dell'Istituto della Congregazione delle Missionarie dell'Immacolata. L'abside dell'antica chiesa è stata dichiarata monumento nazionale nel 1911 ed è visibile nei pressi di via Masaccio. Sul piano urbanistico il quartiere è molto disomogeneo: alterna ampie aree verdi ad altre completamente cementificate, strade di varie categorie, villette a condomini, abitazioni popolari a palazzi e ville di prestigio. La maggior parte delle costruzioni risale all'ultimo mezzo secolo. Particolarmente importante il quartiere popolare di San Siro, soprannominato "quadrilatero", delimitato dalle vie Civitali, Ricciarelli, Dolci, Albertinelli e Paravia, con il suo "centro" in piazzale Selinunte. Ideato negli anni '30 (quando le prime palazzine vennero edificate), è di proprietà di Aler Milano salvo alcuni appartamenti venduti a privati a partire dagli anni '90 del XX Secolo. A San Siro si trovano lo stadio "Giuseppe Meazza", struttura polifunzionale e campo di gioco dei club cittadini Milan e Inter, e gli ippodromi del trotto e del galoppo, oltre a numerose altre strutture ippiche. A fianco dello stadio, fino al 1985 era presente anche il Palasport distrutto a seguito di una nevicata eccezionale. Il 27 maggio 2016 è stato inaugurato il giardino Giacinto Facchetti e Cesare Maldini, dietro lo stadio di San Siro a Milano, in via Tesio. Nel quartiere è presente, in piazzale Segesta, il Lycée Stendhal, scuola francese che accoglie gli alunni dai 3 anni al diploma di scuola superiore. Presenti inoltre due consolati: quello della Romania (in via Gignese) e quello della Federazione Russa (in via Sant'Aquilino). Linea M5: stazioni di San Siro Stadio, San Siro Ippodromo, Piazzale Segesta e Piazzale Lotto Linea M1: stazione di Piazzale Lotto Il quartiere di San Siro è attraversato a est dalla circonvallazione esterna (della 90/91) ed è lambito a ovest da Via Novara, ossia l'asse di penetrazione urbana della Strada Statale 11 Padana Superiore. Nel quartiere sono presenti varie stazioni della metropolitana: le stazioni di San Siro Stadio, San Siro Ippodromo e di Piazzale Segesta, lungo la linea M5 e la stazione di Piazzale Lotto, interscambio tra la stessa linea e la linea M1. Varie linee di autobus, tram e filobus, gestite da ATM, collegano San Siro ai quartieri limitrofi e a tutti gli altri quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Comuni aggregati a Milano Corpi Santi di Milano Stadio Giuseppe Meazza Palasport di San Siro Ippodromo del galoppo di San Siro

De Angeli (metropolitana di Milano)
De Angeli (metropolitana di Milano)

De Angeli è una stazione della linea M1 della metropolitana di Milano. La stazione fu costruita come parte della tratta da Pagano a Gambara della linea M1 della metropolitana di Milano, entrata in servizio il 2 aprile 1966. Inizialmente era stata pensata per servire con la maggior comodità possibile il complesso dei palazzi affacciati sulla piazza e su via Frua: l'obiettivo fu perseguito tramite la costruzione di una lunga galleria sotterranea con diversi sbocchi e molti spazi per attività commerciali. Nel corso del tempo i negozi hanno cessato l'attività e la galleria, seppur aperta, versa in stato di abbandono a causa del rimbalzo di responsabilità fra ATM e i gestori degli stabili. Per ovviare al disagio causato dalla poca sicurezza e dal passaggio sgradevole, nel 2012 ATM ha aperto due nuove uscite sul lato destro della piazza che permettono di raggiungere i negozi in superficie senza attraversare il passaggio. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata tram (De Angeli M1, linea 16) Fermata autobus La stazione dispone di: Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Bar Giorgio Meregalli, Gli impianti ferroviari della linea 2 della Metropolitana di Milano, in Ingegneria Ferroviaria, maggio 1971, pp. 469-492, ISSN 0020-0956. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su De Angeli (EN) De Angeli, su Structurae.

Casa a tre cilindri
Casa a tre cilindri

La cosiddetta “casa a tre cilindri” è un edificio residenziale in condominio di Milano, sito nel quartiere di San Siro, alla periferia nord-occidentale della città, in via Gavirate al civico 27. Costruita dal 1959 al 1962 su progetto di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti, rappresenta una delle opere più note dei due architetti, soprattutto a causa della sua immagine inconsueta. L'edificio venne commissionato agli architetti Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti da una cooperativa di funzionari statali, che richiesero appartamenti ben illuminati e indipendenti fra loro. I progettisti dovettero anche sottostare alle regole urbanistiche piuttosto restrittive per l'area in questione, inserita in un quartiere giardino di palazzine isolate all'interno di giardini privati, e anche l'irregolarità del lotto rappresentava un ulteriore vincolo; da tutte queste difficoltà maturò l'originale soluzione “a tre cilindri”. La costruzione iniziò nel 1959 e si concluse nel 1962. L’edificio è posto nel centro di un lotto di forma irregolare, posto lungo via Gavirate e piantumato a verde. La pianta consta di tre elementi cilindrici a torre, ognuno di tre piani, disposti a triangolo e collegati da un elemento centrale vetrato, contenente le scale e gli ascensori. Ognuno dei tre elementi circolari contiene un appartamento per piano, per un totale di nove appartamenti, a cui ne va aggiunto un decimo per il custode, posto al piano terreno di uno dei tre cilindri (negli altri due il piano terreno è libero). Alla sommità sono ospitate tre terrazze-giardino. Staticamente i tre cilindri sono sostenuti da una grande colonna centrale, che contiene anche gli impianti tecnici, e che dal primo piano in su si allarga dividendosi in svariati setti murari; l’originale schema statico fu progettato dall’ingegnere Aldo Favini, per lungo tempo collaboratore di Mangiarotti e Morassutti. Lo schema strutturale consentì una progettazione libera degli appartamenti, che si riflette nelle facciate esterne, disegnate con fasce continue in cui le finestrature si alternano a pannelli di legno. A S. Siro, Milano, in Domus, n. 360, Milano, Editoriale Domus, novembre 1959, pp. 1-2, ISSN 0012-5377. La casa “a tre cilindri„ a San Siro, Milano, in Domus, n. 387, Milano, Editoriale Domus, febbraio 1962, pp. 1-10, ISSN 0012-5377. Giulio Barazzetta e Roberto Dulio (a cura di), Bruno Morassutti, Milano, Electa, 2009, pp. 122-127, ISBN 978-88-370-6893-6. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa a tre cilindri Case in via Gavirate, su ordinearchitetti.mi.it. URL consultato l'8 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2015).

Liceo Stendhal (Milano)
Liceo Stendhal (Milano)

Il Liceo "Stendhal" (Lycée "Stendhal" in francese) è una scuola franco-internazionale primaria e secondaria di Milano, situata in via Laveno, vicino a piazzale Segesta. La scuola è in gestione diretta dall'Agence pour l'enseignement français à l'étranger e comprende vari gradi di istruzione dalla scuola materna sino al liceo, in preparazione al baccalauréat. Fino al 1948, i ragazzi francesi che vivevano a Milano venivano educati in un istituto religioso, la scuola "Jeanne d'Arc". Questo istituto non forniva un'istruzione fino al baccalaureato: gli studenti erano dunque obbligati a continuare i loro studi in Francia. Nel 1948, invece, i primi corsi di francese furono organizzati su iniziativa della Camera di Commercio Francese in Italia. Le lezioni furono fatte presso la sede della CFCI (Chambre Française de Commerce d'Industrie) a Milano, in via Meravigli. La prima classe era composta da sei studenti. Qualche anno dopo, la scuola accoglieva 42 studenti in un appartamento in via Rugabella. Nel 1955 aveva 133 studenti e nel 1960 c'erano alunni dalla sixième (primo media) alla terminal (ultimo anno del liceo) suddivisi in 7-8 stanze. Nel 1959, in occasione della visita del generale De Gaulle, il Comune di Milano concesse alla Camera di Commercio il terreno di via Laveno per costruire una scuola. Nel 1961 c'erano già 163 studenti divisi in 17 classi. Nel 1969 la scuola contava 430 studenti. Nel 1970 fu costruita la parte dedicata alla scuola primaria, nel 1979 la palestra e nel 1983 fu aggiunto un secondo piano. Per finanziare tutto questo, le sovvenzioni si moltiplicarono; anche l'ANEFE (Association Nationale des Écoles Françaises à l'étranger) fornì un aiuto finanziario. Durante questo periodo (fino al 1983) la scuola fu diretta dalla signora Michelle Meyer. Furono intrapresi dei lavori di ristrutturazione che durarono tre anni, ma, nonostante questo, la scuola continuò a funzionare. Furono costruite la nuova scuola elementare e la palestra così la scuola fu rinnovata. 23 febbraio 2000: L'ambasciatore francese e Gabriele Albertini, sindaco di Milano, firmano un accordo su una concessione allo Stato francese di 7500 m² e un'area adiacente di 8000 m². Maggio 2004: Gli alunni, dai corsi della materna al CM2 (5° elementare), si trasferiscono nei nuovi locali. Settembre 2006: L'intero edificio è finalmente aperto a tutti gli studenti. 10 maggio 2008: La scuola festeggia sessant'anni di attività. Dicembre 2010: Viene creata l' Association des Anciens du Lycée Stendhal de Milan (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2021). (Associazione degli ex-allievi del Liceo "Stendhal" di Milano), che raggruppa più di 500 ex-studenti. 19 maggio 2018: Il Liceo "Stendhal" di Milano festeggia settant'anni di attività. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liceo Stendhal Sito ufficiale, su lsmi.it.

Liceo scientifico statale Vittorio Veneto

Il Liceo scientifico statale "Vittorio Veneto" è un liceo italiano, con sede a Milano in via De Vincenti, 7. Nato nell'anno 1923, il liceo Vittorio Veneto è tra i primi licei scientifici istituiti dalla Riforma Gentile che aveva definito il piano di studi di questa tipologia di istituti superiori. Nel corso del XX secolo, dagli anni sessanta agli anni settanta sono stati attivati vari corsi sperimentali. Dal 1987 è iniziata la sperimentazione legata al PNI e nel 1994 una sperimentazione bilinguistica. La prima sede storica del "Vittorio Veneto" è stata in via della Commenda; più tardi, per adeguarlo all'accresciuta necessità di spazi, il Liceo è stato trasferito in via Circo. Dall'anno 1958, il Liceo ha sede nell'attuale complesso in via De Vincenti. La struttura del complesso di via De Vincenti è costituita da due edifici gemelli, sedi rispettivamente del Liceo Vittorio Veneto e dell'ITIS Ettore Conti. Il "Vittorio Veneto" è dotato di laboratori di fisica, biologia, chimica, informatica e di varie aule speciali. Il Liceo dispone anche di una specola per le osservazioni astronomiche e di una fornita biblioteca. Possiede palestre coperte (una delle quali è dotata di parete per l'arrampicata) e dispone di varie attrezzature sportive all'aperto. Aspetti della I guerra mondiale nei suoi riflessi politici, sociali e culturali, Convegno di storia Auditorium Liceo Scientifico Statale "Vittorio Veneto", Milano 10 marzo 2005, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2006, OCLC 879230302, SBN IT\ICCU\MIL\0713049. Dai pianeti alle supernovae: quattro secoli di astronomia: 2009: anno mondiale dell'astronomia, Convegno di astronomia: Auditorium del Liceo Scientifico statale Vittorio Veneto: Milano, 11 e 12 febbraio 2009, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2009, OCLC 955239842, SBN IT\ICCU\BVE\0532836. Augusto Marinoni, I rebus di Leonardo da Vinci raccolti e interpretati: con un saggio su 'Una virtù spirituale', Firenze, Olschki, 1954, OCLC 65303610, SBN IT\ICCU\UBO\0085607. Stefano Bonfanti Tullio Crali Riccardo Giacconi, premio Nobel per la Fisica 2002 Tommaso Gnone Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liceo scientifico statale Vittorio Veneto Sito ufficiale, su liceovittorioveneto.edu.it.