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Lido di Milano

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Lido di Milano, scorcio dell'ingresso visto dal piazzale Lotto
Lido di Milano, scorcio dell'ingresso visto dal piazzale Lotto

Il Lido di Milano è una grande area attrezzata per attività sportive situata nella parte occidentale della città di Milano, con ingresso da Piazzale Lotto (Municipio 8). Intorno alla metà degli anni venti vi fu il desiderio di costruire in un'ampia area intorno all'ippodromo del galoppo di San Siro una sorta di "città dello sport" con diversi impianti dedicati alla pratica sportiva ma anche allo svago. La società incaricata della costruzione del Lido si chiamò "Società Anonima del Luna Park Lido di Milano", il progetto, a cura dell'ingegneri Cesare Marescotti e Cadario, ma soprattutto dell'Architetto Armando Titta, prevedeva la costruzione di piscine di forme irregolari appositamente create per lo svago e di giochi e attrezzature ludiche. L'inaugurazione della struttura ebbe luogo il 5 luglio 1931 e l'impianto iniziale consistette di due vasche separate da un molo finto con degli scogli e un ponticello, finti pontili e attracchi e lampioni in stile veneziano, nel padiglione centrale vi era un ristorante con una pista da ballo. La formula ebbe però scarso successo e nel 1936 l'impianto fu acquistato dal comune di Milano che diede alla struttura un indirizzo più sportivo eliminando gli elementi "frivoli" e trasformando alcune aree in attrezzature sportive, furono aumentati i campi da tennis, eliminate le barchette, costruiti i campi da bocce e la pista di pattinaggio. La svolta ebbe successo, tra la fine degli anni trenta e l'inizio del decennio successivo il Lido era uno dei luoghi più frequentati dai milanesi. Attualmente al Lido sono presenti: 4 campi da tennis in materiale sintetico, illuminati, di cui 3 con copertura invernale 1 muro di allenamento per il tennis 2 campi sintetici di calcio a 5 1 pista coperta di pattinaggio (al momento non in uso) 1 campo di minigolf 1 piscina scoperta di circa 8.000 m²; profonda dai 0,20 ai 2,7 m non più presente 1 piscina scoperta di 50x25 profonda dai 0,20 ai 2,50 m, al suo posto 1 campo da beach volley Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lido di Milano Pagina dedicata del sito del Comune, su comune.milano.it. Milanosport, su milanosport.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Lido di Milano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Lido di Milano
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Lido di Milano, scorcio dell'ingresso visto dal piazzale Lotto
Lido di Milano, scorcio dell'ingresso visto dal piazzale Lotto
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Luoghi vicini

Palalido (Milano)
Palalido (Milano)

Il Palalido, conosciuto anche con la denominazione sponsorizzata di Allianz Cloud, è un palazzo dello sport della città di Milano. La struttura è polivalente, ed ospita manifestazioni sportive (tra le quali, prima della ristrutturazione, le gare interne dell'Olimpia Milano, quando queste non sono state ospitate nel più capiente Mediolanum Forum), concerti e congressi. Nel febbraio 2011 si pensava venisse intitolato a Cesare Rubini, mitico personaggio della pallacanestro e della pallanuoto milanese e nazionale, l'unico atleta entrato nella Hall of Fame di due diverse discipline a squadre, ma così non è avvenuto. Nel 2010 viene presentato il progetto di ristrutturazione del PalaLido. Nella primavera del 2011 iniziano i lavori di ristrutturazione che avrebbero dovuto avere un contributo dalla sponsorizzazione di Giorgio Armani cambiando nome in "Pala AJ", ma nel gennaio 2016, dopo che il termine dei lavori è slittato più volte, Armani rinuncia e annuncia che l'Olimpia sarebbe rimasta perennemente al Mediolanum Forum. Dopo aver ripreso i lavori per l'ennesima volta nel settembre 2015, si prevedeva di completarli per l'estate del 2016. Dopo le difficoltà dell'impresa aggiudicatrice, che hanno fermato il cantiere per anni, in luglio 2016 il Comune revoca l'appalto e dopo una perizia in novembre affida ad altra ditta che doveva finire i lavori per fine 2017. Ma anche la seconda ditta è in difficoltà e a febbraio 2017 chiede il concordato preventivo. Si affidano i lavori ad una terza ditta dalla fine del 2017. Nel febbraio 2018 si è svolto il bando per i naming rights, il quale è stato aggiudicato dalla società Allianz che darà così il nome al palazzetto di Allianz Cloud per 5 anni. La nuova inaugurazione vi è stata il 21 giugno 2019 con la disputa di alcuni incontri di Volleyball Nations League 2019 alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e del presidente del CONI Giovanni Malagò. Il 16 novembre 2019 l'Allianz Cloud ha ospitato la ventiquattresima edizione della Supercoppa italiana di pallavolo femminile. Dal 2019 al 2022 ha ospitato il torneo di tennis Next Generation ATP Finals. Pallacanestro Olimpia Milano Cesare Rubini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su PalaLido

Pudiga
Pudiga

Il Pudìga (Pudìga in lingua lombarda; chiamato anche Fugone oppure Mussa nel suo tratto milanese) è un torrente che attraversa la città metropolitana di Milano e il Parco delle Groane. È l'ultimo affluente dell'Olona, in cui confluisce alla sua sinistra idrografica. Il Pudiga nasce a Senago, all'interno del Parco delle Groane, dall'unione dei torrenti Cisnara e Lombra. Prosegue poi il suo corso attraversando i comuni di Bollate, dove scorre in gran parte tombinato, e Novate Milanese, dove prosegue nuovamente a cielo aperto: giunto a Milano assume la denominazione di Mussa. A Milano scorre nel sottosuolo di via Espinasse e piazzale Accursio e sotto la circonvallazione filoviaria. Raggiunge infine piazza Carlo Stuparich, dove si immette nel fiume Olona. Il suo percorso a Milano è totalmente tombinato: la copertura (tombinatura) del tratto milanese del Pudiga, già canalizzato all'inizio del XX secolo, è avvenuta tra il 1955 e il 1967. Il suo bacino idrografico, che comprende anche parte del Parco delle Groane, è lungo e stretto. Il regime del torrente è caratterizzato da un flusso costante tutto l'anno, determinato principalmente dall'apporto di alcuni depuratori a monte di Limbiate. Nel tragitto che va da Bollate a Novate Milanese, non essendoci apporti idrici significativi mantiene costante sia il suo flusso che la qualità delle acque. Giunto a Milano, probabilmente per alcuni scarichi abusivi all'altezza di Baranzate, la qualità peggiora. Un tempo riceveva, a partire dal polo industriale della SNIA viscosa a monte di Limbiate, notevoli reflui industriali, caratterizzati da inquinanti quali coloranti, solventi organici, metalli pesanti ecc., che rendevano questo torrente uno dei più inquinati del Nord Italia. Queste testimonianze sono state raccolte tra alcuni cittadini di Senago , i quali affermarono che dagli anni '50 agli anni '80 circa le acque si coloravano ogni giorno di un colore diverso e il fetore emanato era insopportabile. In origine il percorso del Pudiga aveva una lunghezza maggiore: le acque del torrente non sono infatti sempre finite nell'Olona, che è stato deviato verso Milano solo successivamente, dagli antichi Romani. Anticamente il Pudiga percorreva il suo alveo naturale ricevendo da sinistra il torrente Bozzente e lambendo il centro storico di Milano. Garantiva così, insieme al Seveso, le acque necessarie all'approvvigionamento idrico dei milanesi. Dopo aver lambito il lato occidentale del centro storico di Milano il Pudiga proseguiva verso sud seguendo il proprio alveo naturale, corrispondente a quello del moderno colatore Lambro Meridionale, confluendo poi nel Lambro presso Sant'Angelo Lodigiano. In origine, all'altezza del centro abitato di Milano, il Pudiga compiva un'ampia ansa verso est, che lo portava a sfiorare la città all'altezza della moderna piazza Vetra, nei pressi dell'alveo naturale del torrente Nirone, per poi piegare verso meridione seguendo l'alveo del moderno Lambro Meridionale. Originariamente, alla sua sinistra idrografica, il Pudiga, in luogo dell'Olona, riceveva il Bozzente. Il Bozzente in origine aveva infatti un alveo naturale autonomo che lo portava a raccogliere le acque del Lura e del Merlata per poi confluire nel Pudiga. Come già accennato, furono a gli antichi Romani a deviare l'Olona, all'altezza di Lucernate, frazione di Rho, nel letto del Bozzente e quindi poi verso l'alveo del Pudiga. Il tratto milanese dell'Olona corrisponde pertanto agli antichi alvei naturali del Bozzente e del Pudiga. Come destinazione finale del nuovo percorso dell'Olona fu scelto il fossato delle mura romane di Milano, dove riversava le sue acque nel canale Vetra (nome dato dagli antichi Romani al tratto terminale dell'alveo naturale del Nirone) all'altezza della moderna e omonima piazza: per realizzare questo obiettivo, gli antichi Romani prolungarono e allargarono il "canale Vetra" verso la già citata ansa naturale del Pudiga così da raccogliere anche le acque dell'Olona. Il motivo della deviazione dell'Olona verso Milano va ricercata nel fabbisogno d'acqua della popolazione della città, diventata molto numerosa con il passare dei secoli: il modesto regime idrico di Seveso e Pudiga non era infatti più sufficiente a soddisfare le loro necessità. Gli antichi Romani decisero così di deviare il fiume Olona, che scorreva nelle campagne ad ovest di Milano. L'Olona garantiva infatti una quantità d'acqua di gran lunga superiore a quella di Seveso e Pudiga. Il nuovo alveo artificiale dell'Olona fu scavato ex novo solo per un breve tratto: giunti a Rho al torrente Bozzente, i progettisti allargarono il suo letto per poter accogliere una maggior portata d'acqua, quella dell'Olona. L'Olona originariamente proseguiva lungo il suo alveo naturale verso sud attraversando la moderna Settimo Milanese e passando a diversi chilometri da Milano per poi percorrere l'alveo dell'Olona inferiore o meridionale e sfociare nel Po a San Zenone. Con questa deviazione l'Olona cessò di esistere come fiume continuo dalle sorgenti alla foce. L'Olona fu deviato verso Milano anche per un altro motivo: avere un corso d'acqua che costeggiasse interamente la via Severiana Augusta, antica strada romana che congiungeva Mediolanum (la moderna Milano) con il Verbannus Lacus (il Lago Verbano, ovvero il Lago Maggiore). Parte del tracciato della via Severiana Augusta, che venne utilizzato anche nel Medioevo e nei secoli seguenti, fu ripreso da Napoleone Bonaparte per realizzare la strada statale del Sempione. Gli antichi Romani reputarono fondamentale avere una via d'acqua che costeggiasse la via Severiana Augusta per dare un cospicuo incremento ai commerci lungo questa strada, soprattutto considerando il maggiore carico trasportabile sui barconi fluviali rispetto al semplice trasporto terrestre. L'opera di deviazione dell'Olona verso Milano venne realizzata in concomitanza alla costruzione della via Severiana Augusta, ovvero nei primi anni dell'Era volgare, cioè tra la fine dell'era repubblicana e i primi decenni dell'età imperiale romana. All'altezza del sottopasso del Canale Scolmatore di Nord Ovest, vi è una paratia che fa confluire eventuali portate, dal canale scolmatore al torrente Pudiga. Questo è possibile in quanto il torrente Pudiga rimane ad un'altezza inferiore rispetto al canale scolmatore. Fatto curioso in quanto il C.S.N.O fu progettato per raccogliere le acque in eccesso dei torrenti delle groane, ma non del torrente Pudiga in quanto passa ad un piano più basso di quest'ultimo. Autori vari, Di città in città – Insediamenti, strade e vie d'acqua da Milano alla Svizzera lungo la Mediolanum-Verbannus, Soprintendenza Archeologia della Lombardia, 2014. URL consultato il 16 gennaio 2017. Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBN IT\ICCU\RAV\0221175. Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano. Una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBN IT\ICCU\RMR\0096536. Parco delle Groane Merlata Olona Idrografia di Milano Relazione idrologica-idraulica del progetto preliminare della variante di Baranzate dell'autostrada Rho-Monza, su va.minambiente.it.

Chiesa di Sant'Anna Matrona
Chiesa di Sant'Anna Matrona

La chiesa di Sant'Anna Matrona è una chiesa parrocchiale cattolica di Milano, posta in zona Fiera del quartiere Portello. Per servire le necessità spirituali di un quartiere in fase di progressiva crescita demografica, nel 1959 l'arcivescovo Montini istituì una nuova parrocchia, intitolata a Sant'Anna Matrona, scorporandone il territorio dalle parrocchie di San Pietro in Sala e di San Protaso. I lavori di costruzione della chiesa parrocchiale, progettata dall'architetto Cassi Ramelli, ebbero inizio nel marzo 1959 e si conclusero l'anno seguente; la chiesa fu inaugurata dall'arcivescovo il 18 dicembre 1960. Nel 1976 l'area presbiteriale fu ridisegnata per adattare l'altare alle nuove prescrizioni del Concilio Vaticano II. La chiesa, a pianta basilicale, ha la facciata posta a sud-ovest, in fregio a via Francesco Albani, e il presbiterio a nord-est. Il campanile, di forme slanciate, è posto sul fondo della chiesa, sul lato destro. A sinistra della facciata sorge la canonica. La facciata a capanna, preceduta da una scalinata, è rivestita nella parte superiore da mattoni a vista e nella parte inferiore da lastre di marmo Botticino; nella facciata si aprono tre ingressi, dei quali il centrale è sormontato da un motivo traforato in forma di croce. L'interno è a tre navate divise da pilastri a pianta pentagonale; il presbiterio è illuminato da un tiburio ottagonale. Nel seminterrato sono posti i locali parrocchiali. Arturo Faccioli (a cura di), Le nuove chiese di Milano 1950-1960, Milano, Arcivescovado, Comitato per le nuove chiese, 1962, pp. 94-98, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\MIL\0184068. Elena Pedrali, S. Anna Matrona, in Cecilia De Carli (a cura di), Le nuove chiese della Diocesi di Milano, 1945-1993, Milano, Vita e Pensiero, 1994, p. 153, ISBN 88-343-3666-6. Elisabetta Susani, Cassi Ramelli. L'eclettismo della ragione, Milano, Jaca Book, 2005, p. 280, ISBN 88-16-60339-9. G. Mugnai, La parrocchia di Sant'Anna, in Diocesi di Milano, n. 3, 1961, pp. 141-145. Documentazione 1950-1960, in Fede e Arte, n. 10, 1962, p. 257. A. Coccia, La scultura nelle nuove chiese, in Nuove Chiese, n. 2, 1967, p. 47. A. Mosca, L'ammirevole semplicità di una chiesa, in Nuove Chiese, 1 bis, 1967, pp. 13-19. Chiese di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant’Anna Matrona Chiesa di Sant'Anna Matrona, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Sant'Anna Matrona, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Chiesa di Sant'Anna Matrona, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

QT8
QT8

Il QT8, acronimo di Quartiere Triennale 8, è un quartiere di Milano, appartenente al municipio 8. Il quartiere, progettato da Piero Bottoni, venne concepito nell'ambito dell'ottava edizione della Triennale di Milano, svoltasi nel 1947. La città era nel vivo della ricostruzione all'indomani della guerra, e fu proprio Piero Bottoni in particolare, commissario straordinario della Triennale di Milano, che nel 1945 promosse la realizzazione di questo "Quartiere sperimentale" e al suo interno del Monte Stella, un'altura artificiale costituita con le macerie di tutti gli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti dalla città. La realizzazione del quartiere richiese diversi anni. Tra il 1946 e il 1947 si realizzarono le prime case, per ospitare molti fra gli sfollati, seguendo undici modelli diversi, progettati da architetti che avevano vinto un concorso nazionale. Nel 1948 si realizzarono per la prima volta in Italia case prefabbricate a quattro piani. Anche la chiesa del quartiere (dedicata a Santa Maria Nascente), a pianta circolare, venne realizzata sulla base di un progetto vincitore di un concorso. Molta attenzione venne prestata agli spazi verdi, sia con la realizzazione dei primi campi gioco per ragazzi, sia con aree verdi condominiali, sia infine con la creazione di un vasto parco di circa 375.000 m², in grado di soddisfare non solo le esigenze degli abitanti del quartiere ma anche, in generale, di tutta la città, di cui costituisce un importante "polmone" verde. Grazie alla particolare tensione ispiratrice del progetto, e alle particolari circostanze che hanno reso possibile la sua realizzazione, il quartiere è tuttora un ottimo esempio di vivibilità urbana. Nel 2015 è stato classificato dal Comune di Milano come una delle aree della città soggette a fenomeni di dismissione ed abbandono e candidato per una riqualificazione urbanistica. Nel quartiere sorge il "Giardino dei Giusti", vicino al Monte Stella, interessato da una proposta di vincolo paesaggistico. Linea M1: stazione di QT8 Il QT8 è lambito a est dalla circonvallazione esterna, servita dalle linee filoviarie 90 e 91, e a nord-est da viale De Gasperi, tratto di penetrazione urbana dell'autostrada A8 Milano-Laghi. Il quartiere è servito dall'omonima stazione della linea M1 della metropolitana. Varie linee di autobus e di filobus, gestite da ATM, collegano il QT8 ai quartieri limitrofi, al centro di Milano e a tutti i quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Al quartiere la band di rock progressivo italiano PFM ha dedicato la canzone Quartiere Otto (QT8), inserita nel concept album Come ti va in riva alla città. È originario del QT8 il rapper Ernia, il quale ne parla spesso nelle sue canzoni (chiamandolo "QT" e "King QT"). Piero Bottoni, QT8 : quartiere sperimentale della triennale di Milano, in "Edilizia Moderna", n.46 (1951) (testo online) Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive.. Graziella Tonon, QT8: Urbanistica e architettura per una nuova civiltà dell'abitare, in Graziella Leyla Ciagà e Graziella Tonon (a cura di), Le case nella Triennale. Dal parco al QT8 (catalogo della mostra alla Triennale di Milano, 19 maggio-24 luglio 2005), Electa, Milano 2005 - ISBN 88-370-3802-X. Piero Bottoni, Ascensione al Monte Stella, s.d. [1967 circa], in Piero Bottoni, Una nuova antichissima bellezza. Scritti editi e inediti 1927-1973, a cura di Graziella Tonon, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 457–479 - ISBN 88-420-4790-2. Maria Antonietta Crippa, Daniela Mericio, Ferdinando Zanzottera, Milano 1943-1955: bombardata e ricostruita, Milano, Istituto [Ortopedico] Gaetano Pini, 2001. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su QT8 Archivio Piero Bottoni, Dpa, Politecnico di Milano, su bottoni.dpa.polimi.it. Sito dedicato al quartiere, su qt8.it.

Chiesa di Santa Maria Nascente (Milano)
Chiesa di Santa Maria Nascente (Milano)

La chiesa di Santa Maria Nascente è un luogo di culto cattolico di rito ambrosiano costruito a servizio del quartiere QT8 a Milano da Vico Magistretti in collaborazione con l'architetto Mario Tedeschi, sede dell'omonima parrocchia facente parte del decanato di San Siro della zona pastorale I dell'arcidiocesi di Milano. L'VIII Triennale di Milano del 1947 fu la prima triennale dopo la seconda guerra mondiale; il suo tema fu quello dell'abitare che si concretizzò con la costruzione ex novo di un nuovo quartiere, il QT8. Nel 1946 venne bandito il concorso per la costruzione della chiesa del quartiere, a pianta libera e da collocarsi un un'area differente da quella attuale; vinsero gli architetti Vico Magistretti e Mario Tedeschi, i quali idearono un edificio a pianta centrale, che si adattò anche alla nuova collocazione dell'edificio, differente da quella prevista in precedenza. La costruzione del complesso parrocchiale è iniziata nel 1953, anno in cui venne presentato il progetto esecutivo, e terminò due anni dopo, nel 1955; la chiesa è stata inaugurata ed aperta al culto il 5 giugno 1955 ma consacrata soltanto il 30 maggio 1980 dal cardinale arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini. Rimasta pressoché immutata nel corso degli anni, è stata oggetto di un restauro conservativo tra il 2007 e il 2008. La chiesa di Santa Maria Nascente sorge nel centro abitato del QT8, isolata rispetto agli altri edifici da un giardino. L'edificio ha una pianta circolare basata sullo sfalsamento di due cerchi eccentrici, che delimitano l'invaso della chiesa vera e propria e il portico perimetrale che la circonda. Completano il complesso la sagrestia (di forma irregolare) e infine il battistero, anch'esso a base circolare e distanziato dal corpo della chiesa. La struttura portante è costituita da sedici pilastri in cemento armato lasciato a vista che sorreggono il tetto in tegole a canale, scandito all'intradosso da altrettante travi radiali saldate da un anello continuo, sotto cui si pone un serramento a nastro che determina uno stacco luminoso tra l'edificio e la sua copertura. Le pareti perimetrali sono invece costruite in mattoni, lasciati a vista sia verso l'esterno sia all'interno della chiesa, dove si trovano pannelli curvilinei in noce utilizzati come fondale per il matroneo. Il presbiterio è rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa ed è a pianta circolare, delimitato da una balaustra; al suo interno trova luogo in posizione centrale l'altare maggiore, in marmo bianco, sovrastato da un Crocifisso ligneo realizzato dagli artisti della Val Gardena. Alla sinistra del presbiterio vi è l'altare adibito a custodia del Santissimo Sacramento, sormontato da una statua della Madonna opera di Leone Lodi. Il battistero ha una copertura in lastre di rame che richiama quello utilizzato per i pluviali e la gronda della chiesa. Il suo paramento murario è in mattoni a vista ed è situato sul lato sinistro; adibito a cappella per le celebrazioni feriali, al suo interno vi è un altare moderno in bronzo. Sul matroneo, al di sopra del portale d'ingresso, si trova l'organo a canne Tamburini opus 406, costruito nel 1959 per la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Monza e successivamente trasferito in quella del QT8. Lo strumento è a trasmissione elettrica con sistema multiplo, dispone di 23 registri ed è completamente espressivo. La sua consolle, situata anch'essa sul matroneo nei pressi corpo fonico, ha due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note, con i registri azionati da placchette a bilico poste al di sopra del secondo manuale. Pubblicazioni QT8: un quartiere modello, in Metron, n. 11, 1946, p. pp. 76-79. Il quartiere sperimentale QT8 della Triennale di Milano, in Metron, n. 26-27, 1948. La triennale nel suo quartiere sperimentale, in Domus, n. 263, 1951, p. pp. 10-22. Franco Albini, Eugenio Gentili, Il quartiere sperimentale della Triennale di Milano, in Metron, n. 43, 1951, p. pp. 56-61. Chiesa al quartiere QT8 a Milano, in Casabella-Continuità, n. 208, 1955, p. pp. 44-48. Giovanna Veronesi, Chiese nuove: la situazione a Milano, in Comunità, n. 68, 1959, p. pp. 48-56. Roberto Pedio, Linea Lombarda. Opere di Vico Magistretti, in L'architettura. Cronache e storia, n. 57, 1960, p. p. 152. Paolo Bottoni, Chiesa al quartiere QT8, in Diocesi di Milano, n. 8-9, 1961, p. pp. 466-471. Libri Triennale di Milano, T8 - Ottava Triennale di Milano: esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura moderna - Catalogo guida, Milano, Stamperia Grafica Meregalli, 1947, ISBN non esistente. Piero Bottoni, Il quartiere sperimentale della Triennale di Milano QT8, Milano, Editoriale Domus, 1948, ISBN non esistente. Roberto Aloi, Arte e arredi sacri, Milano, Hoepli, 1957, p. pp. 61-67, ISBN non esistente. Catalogo degli organi costruiti dalla pontificia fabbrica d'organi comm. Giovanni Tamburini dal 1893 al 1973, Crema, Tamburini, 1977, ISBN non esistente. Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1980, p. scheda 356, p. 311, ISBN non esistente. Maurizio Boriani, Claudia Morandi; Augusto Rossari, Milano contemporanea: itinerari di architettura e urbanistica, Torino, Designers riuniti, 1986, p. p. 275, ISBN non esistente. Sergio Polano, Guida all'architettura italiana del Novecento, Milano, Electa, 1991, p. pp. 128-129, ISBN non esistente. Fulvio Irace, Vanni Pasca, Vico Magistretti architetto e designer, Milano, Electa, 1999, p. pp. 39-41, ISBN 88-435-5986-9. VIII Triennale di Milano QT8 Arcidiocesi di Milano Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Nascente Sito ufficiale, su marianascente.it. Chiesa di Santa Maria Nascente, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Santa Maria Nascente, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Parrocchia S. Maria Nascente, su to.chiesadimilano.it. URL consultato il 18 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2014). Santa Maria Nascente - Milano (MI), su sdpartners.it. URL consultato il 18 maggio 2014. Chiesa di Santa Maria Nascente (Milano) su BeWeB - Beni ecclesiastici in web

Liceo scientifico statale Vittorio Veneto

Il Liceo scientifico statale "Vittorio Veneto" è un liceo italiano, con sede a Milano in via De Vincenti, 7. Nato nell'anno 1923, il liceo Vittorio Veneto è tra i primi licei scientifici istituiti dalla Riforma Gentile che aveva definito il piano di studi di questa tipologia di istituti superiori. Nel corso del XX secolo, dagli anni sessanta agli anni settanta sono stati attivati vari corsi sperimentali. Dal 1987 è iniziata la sperimentazione legata al PNI e nel 1994 una sperimentazione bilinguistica. La prima sede storica del "Vittorio Veneto" è stata in via della Commenda; più tardi, per adeguarlo all'accresciuta necessità di spazi, il Liceo è stato trasferito in via Circo. Dall'anno 1958, il Liceo ha sede nell'attuale complesso in via De Vincenti. La struttura del complesso di via De Vincenti è costituita da due edifici gemelli, sedi rispettivamente del Liceo Vittorio Veneto e dell'ITIS Ettore Conti. Il "Vittorio Veneto" è dotato di laboratori di fisica, biologia, chimica, informatica e di varie aule speciali. Il Liceo dispone anche di una specola per le osservazioni astronomiche e di una fornita biblioteca. Possiede palestre coperte (una delle quali è dotata di parete per l'arrampicata) e dispone di varie attrezzature sportive all'aperto. Aspetti della I guerra mondiale nei suoi riflessi politici, sociali e culturali, Convegno di storia Auditorium Liceo Scientifico Statale "Vittorio Veneto", Milano 10 marzo 2005, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2006, OCLC 879230302, SBN IT\ICCU\MIL\0713049. Dai pianeti alle supernovae: quattro secoli di astronomia: 2009: anno mondiale dell'astronomia, Convegno di astronomia: Auditorium del Liceo Scientifico statale Vittorio Veneto: Milano, 11 e 12 febbraio 2009, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2009, OCLC 955239842, SBN IT\ICCU\BVE\0532836. Augusto Marinoni, I rebus di Leonardo da Vinci raccolti e interpretati: con un saggio su 'Una virtù spirituale', Firenze, Olschki, 1954, OCLC 65303610, SBN IT\ICCU\UBO\0085607. Stefano Bonfanti Tullio Crali Riccardo Giacconi, premio Nobel per la Fisica 2002 Tommaso Gnone Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liceo scientifico statale Vittorio Veneto Sito ufficiale, su liceovittorioveneto.edu.it.

Casa a tre cilindri
Casa a tre cilindri

La cosiddetta “casa a tre cilindri” è un edificio residenziale in condominio di Milano, sito nel quartiere di San Siro, alla periferia nord-occidentale della città, in via Gavirate al civico 27. Costruita dal 1959 al 1962 su progetto di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti, rappresenta una delle opere più note dei due architetti, soprattutto a causa della sua immagine inconsueta. L'edificio venne commissionato agli architetti Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti da una cooperativa di funzionari statali, che richiesero appartamenti ben illuminati e indipendenti fra loro. I progettisti dovettero anche sottostare alle regole urbanistiche piuttosto restrittive per l'area in questione, inserita in un quartiere giardino di palazzine isolate all'interno di giardini privati, e anche l'irregolarità del lotto rappresentava un ulteriore vincolo; da tutte queste difficoltà maturò l'originale soluzione “a tre cilindri”. La costruzione iniziò nel 1959 e si concluse nel 1962. L’edificio è posto nel centro di un lotto di forma irregolare, posto lungo via Gavirate e piantumato a verde. La pianta consta di tre elementi cilindrici a torre, ognuno di tre piani, disposti a triangolo e collegati da un elemento centrale vetrato, contenente le scale e gli ascensori. Ognuno dei tre elementi circolari contiene un appartamento per piano, per un totale di nove appartamenti, a cui ne va aggiunto un decimo per il custode, posto al piano terreno di uno dei tre cilindri (negli altri due il piano terreno è libero). Alla sommità sono ospitate tre terrazze-giardino. Staticamente i tre cilindri sono sostenuti da una grande colonna centrale, che contiene anche gli impianti tecnici, e che dal primo piano in su si allarga dividendosi in svariati setti murari; l’originale schema statico fu progettato dall’ingegnere Aldo Favini, per lungo tempo collaboratore di Mangiarotti e Morassutti. Lo schema strutturale consentì una progettazione libera degli appartamenti, che si riflette nelle facciate esterne, disegnate con fasce continue in cui le finestrature si alternano a pannelli di legno. A S. Siro, Milano, in Domus, n. 360, Milano, Editoriale Domus, novembre 1959, pp. 1-2, ISSN 0012-5377. La casa “a tre cilindri„ a San Siro, Milano, in Domus, n. 387, Milano, Editoriale Domus, febbraio 1962, pp. 1-10, ISSN 0012-5377. Giulio Barazzetta e Roberto Dulio (a cura di), Bruno Morassutti, Milano, Electa, 2009, pp. 122-127, ISBN 978-88-370-6893-6. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa a tre cilindri Case in via Gavirate, su ordinearchitetti.mi.it. URL consultato l'8 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2015).

Liceo Stendhal (Milano)
Liceo Stendhal (Milano)

Il Liceo "Stendhal" (Lycée "Stendhal" in francese) è una scuola franco-internazionale primaria e secondaria di Milano, situata in via Laveno, vicino a piazzale Segesta. La scuola è in gestione diretta dall'Agence pour l'enseignement français à l'étranger e comprende vari gradi di istruzione dalla scuola materna sino al liceo, in preparazione al baccalauréat. Fino al 1948, i ragazzi francesi che vivevano a Milano venivano educati in un istituto religioso, la scuola "Jeanne d'Arc". Questo istituto non forniva un'istruzione fino al baccalaureato: gli studenti erano dunque obbligati a continuare i loro studi in Francia. Nel 1948, invece, i primi corsi di francese furono organizzati su iniziativa della Camera di Commercio Francese in Italia. Le lezioni furono fatte presso la sede della CFCI (Chambre Française de Commerce d'Industrie) a Milano, in via Meravigli. La prima classe era composta da sei studenti. Qualche anno dopo, la scuola accoglieva 42 studenti in un appartamento in via Rugabella. Nel 1955 aveva 133 studenti e nel 1960 c'erano alunni dalla sixième (primo media) alla terminal (ultimo anno del liceo) suddivisi in 7-8 stanze. Nel 1959, in occasione della visita del generale De Gaulle, il Comune di Milano concesse alla Camera di Commercio il terreno di via Laveno per costruire una scuola. Nel 1961 c'erano già 163 studenti divisi in 17 classi. Nel 1969 la scuola contava 430 studenti. Nel 1970 fu costruita la parte dedicata alla scuola primaria, nel 1979 la palestra e nel 1983 fu aggiunto un secondo piano. Per finanziare tutto questo, le sovvenzioni si moltiplicarono; anche l'ANEFE (Association Nationale des Écoles Françaises à l'étranger) fornì un aiuto finanziario. Durante questo periodo (fino al 1983) la scuola fu diretta dalla signora Michelle Meyer. Furono intrapresi dei lavori di ristrutturazione che durarono tre anni, ma, nonostante questo, la scuola continuò a funzionare. Furono costruite la nuova scuola elementare e la palestra così la scuola fu rinnovata. 23 febbraio 2000: L'ambasciatore francese e Gabriele Albertini, sindaco di Milano, firmano un accordo su una concessione allo Stato francese di 7500 m² e un'area adiacente di 8000 m². Maggio 2004: Gli alunni, dai corsi della materna al CM2 (5° elementare), si trasferiscono nei nuovi locali. Settembre 2006: L'intero edificio è finalmente aperto a tutti gli studenti. 10 maggio 2008: La scuola festeggia sessant'anni di attività. Dicembre 2010: Viene creata l' Association des Anciens du Lycée Stendhal de Milan (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2021). (Associazione degli ex-allievi del Liceo "Stendhal" di Milano), che raggruppa più di 500 ex-studenti. 19 maggio 2018: Il Liceo "Stendhal" di Milano festeggia settant'anni di attività. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liceo Stendhal Sito ufficiale, su lsmi.it.

Parco Industria Alfa Romeo - Portello
Parco Industria Alfa Romeo - Portello

Il Parco Industria Alfa Romeo - Portello è l'area verde all'interno dell'omonimo quartiere residenziale di Milano, sull'area omonima dismessa dello stabilimento Alfa Romeo del Portello negli anni ottanta. Il quartiere occupa una superficie di 370000 m², a cavallo del viale Renato Serra sopra il quale scorre la strada sopraelevata. È accanto al viale De Gasperi che si colloca il parco con i suoi 65.000 metri quadrati di superficie. Nel gennaio 2011, del parco stesso erano visibili solo i cocuzzoli delle due alture artificiali che ne formano la principale caratteristica, ora l'intero complesso è ultimato e aperto. Progettualmente, il parco vuole costituire una continuità, anche storica, con quello della Montagnetta di San Siro: come quella, le due collinette, assai più piccole, sono state costruite con macerie e terra di scavo e ad essa sono collegate da una passerella. Si divide in più aree, la prima delle quali è la collina della “preistoria”, con la sua forma ad esse che ripara dai rumori della strada e avvolge un grande specchio d’acqua. La sua forma riprende la prima grande struttura dell’universo, le spirali delle galassie e, infine, il tema della velocità in memoria delle attività passate. Scendendo da questa collina si arriva a quella della “storia”, a mezzaluna, che separa il “Time Garden” dal resto del parco. La collina più imponente, che guarda verso il centro della città è dedicata al “presente”, con un percorso che si dipana su una doppia elica culminante nel suo punto più alto (22 metri). In cima si trova una fontanella e una scultura metallica del DNA, in omaggio al tema della vita. Il “Time Garden”, invece, è lo spazio più raccolto e protetto del parco, con delle lastre bianche e nere a segnare la rotazione della Terra, le quattro stagioni con dei setti metallici, i 28 giorni del ciclo lunare in dei cerchi, i 12 mesi dell’anno come parole ritagliate nel metallo, i 365 giorni dell’anno e le onde del battito cardiaco, segnate sul pavimento tra lastre bianche e nere. L'intero parco sorge su un terrapieno di dieci metri d'altezza ottenuto con la costruzione di appositi muri di contenimento. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Parchi di Milano Collina dei Ciliegi Monte Stella (Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul parco del Portello Parco Industria Alfa Romeo - Portello, su comune.milano.it, comune di Milano. URL consultato il 27 gennaio 2011.

Monte Rosa 91

Monte Rosa 91, chiamato in precedenza Il Sole 24 Ore Headquarters (progettato da Renzo Piano e che ha ospitato la sede dell'omonimo quotidiano), è un edificio di Milano situato nel quartiere Fiera, in viale Monte Rosa al civico 91. Realizzato su un complesso composto da quattro edifici ad uso industriale e pesantemente modificato, originariamente presentava una pianta quadrata. Situato nella periferia nord-occidentale della città meneghina, fu realizzato negli anni 50 ed appartenuto prima all'Isotta-Fraschini e poi alla Siemens-Italtel. Negli anni 90 fu oggetto di un programma di riqualificazione urbana. Del vecchio complesso, è stato demolito un lato del perimetro quadrato che si affacciava sulla strada, realizzando una pianta a ferro di cavallo, con al centro una collinetta sormontata da un giardino, che nasconde al suo interno un parcheggio sotterraneo. La facciata in vetro si caratterizza per la presenza di persiane dal colore verde. L'edificio si sviluppa su 7 piani, di cui 2 interrati. Tra il 2020 e la fine del 2022, a seguito di un cambio di proprietà dell'immobile e del complesso edilizio, è stato pesantemente modificato e restaurato e viene cambiato sia il nome che la destinazione d'uso. Monterosa91, su monterosa91.it. Nuova sede "Il Sole 24 ore", su lombardiabeniculturali.it. (EN) Il Sole 24 Ore Headquarters, su rpbw.com. Headquarters Il Sole 24 Ore, su italian-architects.com. Il Sole 24 Ore, Milano, su unifor.it.