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Monumento a Cesare Beccaria (1871)

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Giuseppe Grandi Monumento a Cesare Beccaria
Giuseppe Grandi Monumento a Cesare Beccaria

Il monumento a Cesare Beccaria è una scultura in bronzo posta in piazza Cesare Beccaria a Milano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Monumento a Cesare Beccaria (1871) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Monumento a Cesare Beccaria (1871)
Piazza Cesare Beccaria, Milano Municipio 1

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Statua a Cesare Beccaria

Piazza Cesare Beccaria
20122 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Giuseppe Grandi Monumento a Cesare Beccaria
Giuseppe Grandi Monumento a Cesare Beccaria
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Luoghi vicini

Teatro Trianon (Milano)
Teatro Trianon (Milano)

Inaugurato nel 1903, il Teatro Trianon rappresentò un'icona dell'architettura liberty nel campo milanese. Situato inizialmente al piano terra dell'Albergo del Corso, accanto alla Galleria Tre Arti, il Trianon si distinse per la sua eleganza e innovazione. Progettato dagli architetti Angelo Cattaneo e Giacomo Santamaria, l'edificio, originariamente l'Hotel Splendid al Corso, sostituì il precedente Teatro Milanese di Cletto Arrighi e fu inizialmente diretto da Alfredo Bracchi e Arturo Boccassini. Sul suo palcoscenico si esibirono artisti di spicco, tra cui Ettore Petrolini, che nel 1908 lo scelse per il suo ritorno sulle scene in Italia dopo una tournée in America del Sud. Caratterizzato dall'uso abbondante del colore rosa negli arredi, il Trianon poteva ospitare circa mille persone e presentava una balconata innovativa. Oltre allo spazio principale il teatro comprendeva il Pavillon dorè, una sala sotterranea dove gli spettatori potevano socializzare con gli artisti dopo lo spettacolo. Durante l'estate, gli spettacoli si trasferivano nel giardino, trasformando il Trianon in Trianon-Giardino. Il teatro ospitava anche una saletta secondaria, dove nel 1936 venne eseguita per la prima volta La Madonina di Giovanni D'Anzi. Rinomato per la sua programmazione variegata che spaziava dal teatro di varietà alla prosa, divenne rapidamente un luogo di ritrovo alla moda, richiamando sia i futuristi di Marinetti sia i nostalgici della "belle epoque". Tra gli eventi degni di menzione ospitati vi è l'esordio de Il Nuovo Teatro futurista l'11 gennaio 1924, con rappresentazioni di opere sintetiche e sperimentali, che vedevano la partecipazione di personalità come il citato Marinetti, Rodolfo De Angelis e Diana MacGill. Nel 1938, il teatro fu ribattezzato Mediolanum per conformarsi alle nuove leggi fasciste sulla lingua italiana e successivamente fu convertito in un cinema. Tuttavia, nel 1943, un bombardamento devastò la zona circostante, danneggiando gravemente l'edificio. Nonostante ciò la facciata rimase intatta e fu ricollocata sul Palazzo della Società Reale Mutua di Assicurazioni. Dopo la guerra, il Mediolanum riaprì, seppur in condizioni semi-diroccate (mentre il sotterraneo fu trasformato nel Cinema Mediolanum), continuando a essere un punto di riferimento culturale. Questo periodo segnò anche un'attenzione crescente da parte del teatro verso il repertorio partenopeo, riflettendo l'influenza dell'immigrazione meridionale a Milano, con opere come "Napoli milionaria", "Questi fantasmi" e "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo, che fecero il loro debutto al nord proprio al Mediolanum. Nel 1954, l'edificio venne demolito. Il sotterraneo Pavillon dorè fu usato quale sala da ballo e night club fino al 1985.

Strage di piazza Fontana
Strage di piazza Fontana

La strage di piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico compiuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura che causò 17 morti e 88 feriti. È considerata «la madre di tutte le stragi», il «primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra», «il momento più incandescente della strategia della tensione» e da alcuni è ritenuta l'inizio del periodo passato alla storia in Italia come anni di piombo, ma è da ritenersi apice di azioni precedenti come gli attentati alla Fiera Campionaria di Milano nell'aprile 1969 e i falliti attentati coevi in piazza Scala e a Roma. La gravità dell'attentato e gli attentati che seguirono negli anni a venire lo resero un evento spartiacque nella storia della Repubblica, tanto da parlare di un prima e dopo piazza Fontana. Quello di piazza Fontana fu uno dei cinque attentati avvenuti in un lasso di tempo di appena 53 minuti e che colpirono contemporaneamente Roma e Milano, le due maggiori città d'Italia. A Roma ci furono tre attentati che provocarono 16 feriti, uno alla Banca Nazionale del Lavoro in via San Basilio, uno in piazza Venezia e un altro all'Altare della Patria; a Milano, una seconda bomba venne ritrovata inesplosa in piazza della Scala. Oltre a quelli menzionati, obiettivi degli attentati furono diversi edifici giudiziari a Torino, la Corte di Cassazione e la Procura Generale a Roma e il Tribunale di Milano, dove però, a causa di difetti tecnici, i dispositivi non esplosero. La strage della Banca dell'Agricoltura non fu la più atroce tra quelle che hanno insanguinato l'Italia, ma diede avvio al periodo stragista della "strategia della tensione", che vide realizzarsi numerosi attentati, come la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (8 morti), la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e la più sanguinosa strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti). Le lunghe, e innumerevoli indagini hanno rivelato che la strage fu compiuta da terroristi dell'estrema destra, probabilmente collegati a settori deviati degli apparati di sicurezza dello Stato con complicità e legami internazionali, i quali però non sono mai stati perseguiti. Nel giugno 2005 la Corte di Cassazione stabilì che la strage fu opera di «un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine nuovo» e «capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura», non più perseguibili in quanto precedentemente assolti con giudizio definitivo (ne bis in idem) dalla Corte d'assise d'appello di Bari nel 1987; non è mai stata emessa una sentenza per gli esecutori materiali, coloro che cioè portarono la valigia con la bomba, che restano ignoti. A causa del ricorso al segreto di Stato durante le indagini, la storia giudiziaria della strage di Piazza Fontana rappresenta sul versante terrorismo quello che il golpe Borghese rappresenta sul versante dell'eversione.

Terme Erculee
Terme Erculee

Le terme Erculee furono le più grandi terme della città romana di Mediolanum (la moderna Milano). Vennero erette tra la fine del III secolo e l'inizio del IV secolo dall'imperatore Massimiano, il cui appellativo specifico era "Erculeo", da cui le terme prendono il nome, nell'epoca in cui Mediolanum fu capitale dell'Impero romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 d.C. al 402 d.C.). Le terme Erculee vennero realizzate nella parte nord orientale di Mediolanum, nei pressi di Porta Orientale romana, nell'area conosciuta come "ampliamento massimianeo", ovvero nei nuovi quartieri che furono realizzati dall'imperatore Massimiano con lo scopo di ingrandire la città. Le terme Erculee sono quindi uno degli esempi più tipici di terme romane imperiali. Le terme andarono poi completamente distrutte durante le invasioni barbariche del V secolo oppure per opera dell'imperatore Federico Barbarossa durante l'assedio di Milano del 1162, che comportò la distruzione della città. Scavi effettuati nel XX secolo fecero scoprire l'esatta ubicazione delle terme Erculee, che erano situate vicino alla moderna piazza San Babila, tra gli attuali corso Vittorio Emanuele e corso Europa. Le terme Erculee misuravano 127 metri di lunghezza e 112 di larghezza (con una superficie complessiva di 14 500 m²), e possedevano muri spessi fino a un metro e mezzo. Sembra che le acque con cui si alimentavano provenissero dal corso dell'Acqualunga (roggia che proveniva da nord-est) oppure dal fiume Seveso. Sappiamo che la loro struttura complessiva assomigliava molto a quella delle Terme Imperiali di Treviri. Delle terme Erculee rimangono alcuni resti, portati alla luce soprattutto grazie agli scavi effettuati per la costruzione di un parcheggio sotterraneo in largo Corsia dei Servi. Molti reperti un tempo appartenenti alle terme Erculee sono conservati presso il Civico museo archeologico di Milano. Presso la chiesa di San Vito in Pasquirolo sono stati ritrovate porzioni di mosaici un tempo appartenenti ai suoi pavimenti; nei suoi giardini è anche conservato un tratto di muro appartenente all'antica struttura romana.