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Uruguay (metropolitana di Milano)

Gallaratese (Milano)Linea M1 (metropolitana di Milano)Pagine che utilizzano l'estensione KartographerStazioni della metropolitana di MilanoStazioni ferroviarie attivate nel 1980
Uruguay M1 Milano 05
Uruguay M1 Milano 05

Uruguay è una stazione della linea M1 della metropolitana di Milano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Uruguay (metropolitana di Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Uruguay (metropolitana di Milano)
Via Benedetto Croce, Milano Quartiere Gallaratese

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.4935 ° E 9.12055 °
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Via Benedetto Croce

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20151 Milano, Quartiere Gallaratese
Lombardia, Italia
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Uruguay M1 Milano 05
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Luoghi vicini

Merlata

Il Merlata (Merlada in lingua lombarda) è un torrente che si origina a Baranzate dall'unione dei torrenti Nirone e Guisa e che termina il suo corso a Milano confluendo nell'Olona. È il penultimo affluente dell'Olona, alla sua sinistra idrografica. Nasce a Baranzate dall'unione del torrente Nirone e del torrente Guisa e prosegue il suo corso verso sud. Giunto a Milano attraversa i quartieri di Gallaratese e di Lampugnano: poco più a ovest del versante meridionale del Monte Stella confluisce nell'Olona. La qualità delle acque del Merlata è scadente. Lungo le sue rive si trovava, fino alla fine del secolo XIX, un'area boschiva planiziale chiamata Bosco della Merlata, che è poi scomparsa a inizio del XIX secolo a causa di disboscamenti. Il torrente dà il nome anche alla Cascina Merlata, quartiere di Milano adiacente al sito espositivo di Expo 2015 confinante con i quartieri di Roserio, Gallaratese e Musocco, nonché con il comune di Pero. Le acque del Merlata non sono sempre finite nell'Olona, che è stato deviato verso Milano solo successivamente, dagli antichi Romani. Anticamente il Merlata confluiva nel torrente Bozzente garantendo, insieme agli altri corsi d'acqua appartenenti all'idrografia milanese, le acque necessarie all'approvvigionamento idrico della città. Il Bozzente in origine aveva infatti un alveo naturale autonomo che lo portava a raccogliere le acque del Lura, del Merlata per poi confluire nel Pudiga. Come già accennato, furono gli antichi Romani a deviare l'Olona, all'altezza di Lucernate, frazione di Rho, nel letto del Bozzente e quindi poi verso l'alveo del Pudiga. Come destinazione finale del nuovo percorso dell'Olona fu scelto il fossato delle mura romane di Milano, dove riversava le sue acque nel canale Vetra (nome dato dagli antichi Romani al tratto terminale dell'alveo naturale del Nirone) all'altezza della moderna e omonima piazza: per realizzare questo obiettivo, gli antichi Romani prolungarono e allargarono il "canale Vetra" verso un'ansa naturale del Pudiga così da raccogliere anche le acque dell'Olona. Il motivo della deviazione dell'Olona verso Milano va ricercata nel fabbisogno d'acqua della popolazione della città, diventata molto numerosa con il passare dei secoli: il modesto regime idrico di Seveso e Pudiga non era infatti più sufficiente a soddisfare le loro necessità. Gli antichi Romani decisero così di deviare il fiume Olona, che scorreva nelle campagne ad ovest di Milano. L'Olona garantiva infatti una quantità d'acqua di gran lunga superiore a quella di Seveso e Pudiga. Il nuovo alveo artificiale dell'Olona fu scavato ex novo solo per un breve tratto: giunti a Rho al torrente Bozzente, i progettisti allargarono il suo letto per poter accogliere una maggior portata d'acqua. L'Olona originariamente proseguiva lungo il suo alveo naturale verso sud attraversando la moderna Settimo Milanese e passando a diversi chilometri da Milano per poi percorrere l'alveo dell'Olona inferiore o meridionale e sfociare nel Po a San Zenone. Con questa deviazione l'Olona cessò di esistere come fiume continuo dalle sorgenti alla foce. L'Olona fu deviato verso Milano anche per un altro motivo: avere un corso d'acqua che costeggiasse interamente la via Severiana Augusta, antica strada romana che congiungeva Mediolanum (la moderna Milano) con il Verbannus Lacus (il Lago Verbano, ovvero il Lago Maggiore). Parte del tracciato della via Severiana Augusta, che venne utilizzato anche nel Medioevo e nei secoli seguenti, fu ripreso da Napoleone Bonaparte per realizzare la strada statale del Sempione. Gli antichi Romani reputarono fondamentale avere una via d'acqua che costeggiasse la via Severiana Augusta per dare un cospicuo incremento ai commerci lungo questa strada, soprattutto considerando il maggiore carico trasportabile sui barconi fluviali rispetto al semplice trasporto terrestre. L'opera di deviazione dell'Olona verso Milano venne realizzata in concomitanza alla costruzione della via Severiana Augusta, ovvero nei primi anni dell'Era volgare, cioè tra la fine dell'era repubblicana e i primi decenni dell'età imperiale romana. Autori vari, Di città in città – Insediamenti, strade e vie d'acqua da Milano alla Svizzera lungo la Mediolanum-Verbannus, Soprintendenza Archeologia della Lombardia, 2014. URL consultato il 16 gennaio 2017. Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBN IT\ICCU\RAV\0221175. Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano. Una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBN IT\ICCU\RMR\0096536. Bosco della Merlata Guisa (torrente) Idrografia di Milano Lambro Meridionale Nirone (torrente) Olona Pudiga Relazione idrologica-idraulica del progetto preliminare della variante di Baranzate dell'autostrada Rho-Monza, su va.minambiente.it.

Lampugnano
Lampugnano

Lampugnano (Lampugnan in dialetto milanese, AFI: [lampyˈɲã:]) è un quartiere di Milano. Si trova nella zona ovest della città a ridosso del comune di Pero, nel Municipio 8 (Fiera, Gallaratese, Quarto Oggiaro). Accoglie l'omonima stazione della linea 1 della metropolitana di Milano e l'annesso parcheggio di interscambio. Fino al 1841 Lampugnano costituì un comune autonomo. Ci sono giunti documenti storici di Lampugnano dove viene nominata per la prima volta nel 1276. Nell'ambito della suddivisione del territorio milanese in pievi, apparteneva alla Pieve di Trenno ed era sulla direttrice che collegava Trenno ai Corpi Santi. Nel 1771 contava 245 anime. In età napoleonica, dal 1808 al 1816, Lampugnano fu temporaneamente aggregata a Milano, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1841 il comune di Lampugnano fu aggregato a quello di Trenno, che 82 anni dopo, a sua volta fu annesso a Milano nel 1923. Lampugnano conservò ancora per decenni la fisionomia di borgo agricolo: solo dopo la Seconda guerra mondiale la zona venne trasformata dall'espansione edilizia, con la realizzazione dei quartieri QT8 e Gallaratese. Nel 1980 fu aperta la tratta della linea M1 della metropolitana, che comportò la costruzione nella zona limitrofa al vecchio borgo di un centro di interscambio con un raccordo stradale verso l'Autostrada dei Laghi. Nei pressi sorse anche il Palatrussardi, oggi PalaSharp, dedicato ai grandi eventi di massa. Lampugnano Lampugnano è collegata al centro della città con la linea M1 della metropolitana, mentre viabilisticamente è lambita in senso longitudinale dal viale Sant'Elia, direttamente collegato a nord col cavalcavia del Ghisallo che permette un facile accesso all'autostrada dei Laghi. Comuni aggregati a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lampugnano Lampugnano, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Monte Stella (Milano)
Monte Stella (Milano)

Il Monte Stella, noto ai milanesi anche come La Montagnetta di San Siro (La muntagna de San Sir in milanese) e semplicemente Montagnetta per i residenti del QT8, è un rilievo artificiale che si trova nella zona nord-ovest di Milano, nel quartiere Triennale 8, alto 50 metri (185 m s.l.m.). È uno dei parchi della città lombarda. Si tratta di una collinetta artificiale formata inizialmente con l'accumulo di macerie, provocate dai bombardamenti effettuati dalle forze angloamericane durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei Bastioni, avvenuta dopo il 1945. Nato su decisione di Agostino Giambelli, il progetto si deve all'architetto Piero Bottoni, che lo dedicò alla moglie Elsa Stella, da cui la collina prende il nome. Tale collinetta artificiale ha un'altezza di quarantacinque metri sul piano sottostante. Nel progetto originario del 1946, avrebbe dovuto essere alta il doppio, ma venne limitata a causa di spinte laterali del terreno che potevano creare problemi ai vicini edifici di via Isernia, sul lato orientale. Si provvide prima all'allestimento di gradoni in cemento e successivamente all'accumulo dei detriti e della terra di riporto realizzando il Parco Monte Stella, con una superficie di 370.000 metri quadrati tra zone boschive e prati. Il parco è realizzato su gradoni a salire, collegati da una strada panoramica che, girando attorno al monte, ne raggiunge la cima da dove si ha un'ampia vista della città e del suo hinterland e, in caso di visibilità favorevole, si riesce a vedere l'intero Arco Alpino e, a sudovest, l'Appennino emiliano. Negli anni ottanta sulla collinetta si disputarono alcune gare di slalom parallelo con i campioni del circus della coppa del mondo, con l'ausilio di neve artificiale. Nel settembre del 2010 si era invece svolta una gara di mountain bike, la "24 ore di Milano", una staffetta a squadre della durata, come dice il nome, di un'intera giornata. Con riferimento alla veduta notturna che era possibile ammirare dalla cima negli anni '60, il cantautore Roberto Vecchioni ha composto la celebre canzone Luci a San Siro. Dal 2003, un giardino situato al Monte Stella ricorda i Giusti che si opposero ai genocidi e ai crimini contro l'umanità. In esso sono piantati alberi in onore di Moshe Bejski, Andrej Sacharov, Svetlana Broz, Pietro Kuciukian e altri. Ogni anno la scelta delle personalità che Milano intende commemorare in questo giardino è affidata a un comitato composto da personalità di rilievo di tutti gli ambiti della vita culturale e civile.Inaugurato il 24 gennaio 2003, è il primo "Giardino dei Giusti di tutto il Mondo" italiano, voluto dal sindaco del Comune di Milano Letizia Moratti, dalla Unione delle comunità ebraiche italiane e da Gariwo la foresta dei Giusti per onorare coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi. Se si eccettua il piccolo bosco, con la sua flora volutamente "selvatica", la collina ha una vegetazione simile a quella degli altri parchi cittadini, con gruppi di piante d'alto fusto che si alternano ad ampi prati e aree di sosta. Tra le specie arboree ricordiamo: l'acero di monte, l'acero bianco americano, l'acero saccarino, il bagolaro, l'olmo, la quercia rossa americana, il carpino bianco, il faggio, la betulla bianca, il pioppo nero e il pioppo bianco, l'ippocastano, il tiglio selvatico, il platano comune, il cedro dell'Atlante, il peccio o abete rosso, il pino nero e, infine, la robinia con la sofora giapponese, molto simile alla precedente, e l'ailanto. Liliana Casieri, Lina Lepera; Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, supervisione botanica: Pia Meda; supervisione farmacognostica: Massimo Rossi; Illustrazioni e impaginazione: Linke Bossi, Consonni, Montobbio, Comune di Milano, settore ecologia, GAV. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. AA. VV. La magia delle piante, 1987, Segrate, Milano, Roland ed Elfie E. Wolf editore. Collina dei Ciliegi Giardino dei Giusti di tutto il mondo Luci a San Siro Parchi di Milano QT8 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monte Stella Scheda del Monte Stella, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011. Parco Monte Stella, su parcomontestella.it, Sito ufficiale. URL consultato il 4 maggio 2020. Archivio Piero Bottoni, su bottoni.dpa.polimi.it, Politecnico di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.