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Albergo alla Corona

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L'Albergo alla Corona a Montagnaga (provincia di Trento) è una casa museo, testimonianza di un edificio di fine ottocento progettato appositamente per svolgere funzioni di albergo. Costruito tra il 1883 e il 1886 da Giovanni Maoro di Pergine e viene inaugurato nell'agosto del 1886 da Carlo Tommasini senior e da sua moglie Luigia Froner. L'albergo è stato mantenuto intatto e attivo da tre generazioni di Tommasini fino alla fine del 2002. Nel 2007 viene acquistato dal Comune di Baselga di Piné per destinarlo a museo, gli arredi sono stati invece donati dalla famiglia Tommasini. Dal 2007 è sede del Museo del turismo trentino. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Albergo alla Corona Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina: Albergo alla Corona

Estratto dall'articolo di Wikipedia Albergo alla Corona (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Albergo alla Corona
Via Domenica Targa, Comunità Alta Valsugana e Bersntol

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 46.0987 ° E 11.2359 °
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Indirizzo

Romantik Hotel Posta 1899

Via Domenica Targa
38042 Comunità Alta Valsugana e Bersntol
Trentino-Alto Adige, Italia
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Luoghi vicini

Monumento al Redentore (Montagnaga)
Monumento al Redentore (Montagnaga)

Il monumento al Redentore è un luogo di culto cattolico situato a poca distanza dal paese di Montagnaga (frazione di Baselga di Piné), sull'altura sovrastante la "Conca della Comparsa" dove sono avvenute alcune delle apparizioni della Madonna di Piné. Il monumento al Redentore venne edificato su iniziativa di don Giuseppe Zanotelli, cogliendo l'invito di Papa Leone XIII a costruire in ogni diocesi un memoriale in ricordo dell'anno santo della redenzione; il progetto venne affidato al capomastro di Montagnaga Fortunato Bernardi, poi modificato dall'ingegnere Emilio Paor. Poiché il terreno su cui sarebbe sorto l'edificio appartiene giuridicamente al comune di Pergine Valsugana, la posa della prima pietra venne affidata, il 14 maggio 1900, a don Giovanni Battista Inama, parroco di Pergine e presidente del comitato diocesano per l'Azione Cattolica. Completato nel 1906, venne consacrato dal vescovo di Trento Celestino Endrici. All'interno del monumento si trova una copia della Scala Santa (e della relativa cappella) di San Giovanni in Laterano a Roma, nei cui gradini sono conservati ventotto campioni di terra provenienti dalla Terrasanta, inviati sempre da don Zanotelli; le decorazioni della scala e della cappella furono affidate a Sigismondo Nardi, aiutato da Antonio Mosca e Igino Simboli; gli stucchi furono realizzati da Pasquale, Antonio e Pasqualino Bianchi e i dorati da Carlo Pontata di Borgo Valsugana. L'edificio venne consacrato nel settembre 1906, e fu oggetto di vari restauri nella seconda metà del XX secolo e un altro, piuttosto importante, fra il 2011 e il 2012, supervisionato dagli architetti Alessandro Giovannini e Cristina Mayer e dall'ingegnere Paolo Mayr. Il monumento consiste di un grande edificio orientato ad est, realizzato in muratura di pietrame intonacata sia dentro, sia fuori, con un avancorpo a pianta rettangolare. La facciata, rettilinea, è affiancata da due torrette rientranti percorse da paraste tuscaniche e dotate di finestre con frontone ad arco ribassato; ciascuna termina con una cella campanaria a quattro fronti, con colonne tuscaniche che sostengono un frontone triangolare e chiusa da una cuspide ottagonale. La facciata è ripartita in tre da paraste ioniche e in ciascun settore si apre un portale architravato (quelli laterali sormontati da un timpano triangolare e da una finestra centinata, quello centrale, più grande, da un frontone ad arco ribassato e da una cartella con arme). La cima della facciata è costituita da un basso attico su cui svettano tre statue (di cui una di Cristo Redentore) e due vasi. Dai tre portali partono altrettante scalinate (quella centrale è la replica della Scala Santa di Roma, e può essere percorsa solo in ginocchio), che lateralmente si aprono all'esterno con sei arcate rampanti con balaustra e cancellata, che seguono l'ascesa dei gradini; i soffitti sono a volta a crociera sulle scalinate laterali, e a volta a botte su quella centrale. Tutte e tre le scalinate conducono ad una cappella sopraelevata, preceduta da un atrio con volta a botte unghiata; la cappella è chiusa da una cupola sorretta da quattro pennacchi e dotate di catino absidale. Sotto alla cappella si trova una cripta. L'ambiente della Scala Santa è decorato da opere che raffigurano episodi della vita di Gesù: appena oltre l'ingresso, due gruppi lignei rappresentano l'Ecce Homo e il bacio di Giuda, mentre varie scene sono affrescate sulle pareti laterali. Nella cappella si trova un altare con un Calvario ligneo, copia esatta di quello esposto nel duomo di Trento. Madonna di Piné Santuario della Comparsa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul monumento al Redentore Sito ufficiale, su santuariodipine.it. Monumento al Redentore, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Chiesa di Santa Caterina (Pergine Valsugana, Riposo)
Chiesa di Santa Caterina (Pergine Valsugana, Riposo)

La chiesa di Santa Caterina è una chiesa cattolica situata nella località di Riposo, nel comune trentino di Pergine Valsugana; è sussidiaria della parrocchiale di San Pietro di Alcantara di Vigalzano e fa parte dell'arcidiocesi di Trento. La data di costruzione della chiesa è ignota, e secondo alcuni studi potrebbe collocarsi nel XIV secolo, mentre altre fonti la pongono addirittura nel XII; la prima fonte a citarla è un documento del 1414; da un'altra fonte del 1448, emerge che nel sacello era celebrata la messa ogni anno il 25 novembre, memoria di santa Caterina d'Alessandria. La chiesa venne forse costruita su iniziativa dei germanofoni residenti nel Perginese che si occupavano di dissodare i terreni boschivi. Venne ristrutturata nel corso del Seicento (è documentata la consacrazione nel 1636), e verso la fine del secolo successivo la navata venne accorciata, e la nuova facciata venne poi dotata di un portico, portando la chiesa all'aspetto attuale. Un restauro venne eseguito nel 1839. La chiesa è situata in un piccolo spiazzo sotto alla strada provinciale 66, nella località di Riposo, anticamente chiamata Roncomartello (Roncamartèl o Roncomartèl), a 740 metri di altitudine; orientata in direzione nord-est, è caratterizzata da facciata a capanna, sostenuta da un contrafforte sul lato destro, e preceduta da un portico a due spioventi che insiste sull'area un tempo occupata dalla navata; sotto al portico, sostenuto da due pilastri in muratura e pavimentato in ciottoli, si aprono la porta d'ingresso e, ai suoi lati, due finestrelle rettangolari con inferriate: l'unica altra finestra della struttura è una lunetta sul lato destro. Ciò che resta della navata è uno spazio a pianta rettangolare con asse maggiore traversale, coperto da una volta a botte unghiata; esso termina con un'abside poligonale di forma irregolare, rialzata di un gradino, separata dall'aula da un arco a sesto ribassato e coperta da tre unghie. L'unico arredo degno di nota dell'interno è l'altare, in legno dorato, con antipendio grezzo in muratura; la pala d'altare è opera di Elia Naurizio e raffigura, sullo sfondo della piana perginese, santa Caterina d'Alessandria inginocchiata davati alla Madonna con Bambino, e attorniata da altre figure, fra cui san Pietro; si tratta di una copia, con l'originale sotto custodia del museo diocesano tridentino. Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986. Pergine Valsugana Chiese della Comunità Alta Valsugana e Bersntol Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Caterina

Chiesa della Madonna della Neve (Pergine Valsugana)
Chiesa della Madonna della Neve (Pergine Valsugana)

La chiesa della Madonna della Neve è una chiesa sussidiaria nella frazione di Buss a Pergine Valsugana. Risale al XVII secolo. La chiesa fu costruita nel 1679 su un'altura che domina tutta la valle da Pergine alla valle dei Mocheni. Nel 1719 si decise di erigere una piccola cappella, sul fianco destro della chiesa, dedicata a San Raffaele e verso la fine del secolo si costruì una nuova sacrestia di maggiori dimensioni rispetto alla preesistente. Ottenne la concessione del fonte battesimale nel 1827 e nel 1874 si pose mano alle intonacature esterne ed alla copertura della torre campanaria. Nell'ultimo decennio del secolo venne sistemata una nuova pavimentazione nella sala, fu costruita una nicchia per il confessionale e si iniziò ad intervenire sulla struttura portante del sagrato per consolidarla. Si pensò anche alla costruzione di una nuova strada di accesso che unisse il centro abitato alla chiesetta. Nella seconda metà del XX secolo la sala fu oggetto di adeguamento liturgico e nella zona presbiteriale venne demolito l'antico altare in legno che fu sostituito da uno nuovo in pietra (a sua volta sostituito nel 2006). A partire dal 1984 la gradinata di accesso alla chiesa venne rifatta e sia la chiesa sia la torre campanaria vennero restaurate. Col nuovo secolo venne progettato un piano di interventi per ripristinare la sicurezza delle coperture, realizzare la pulizia generale delle parti in pietra e marmo e il rifacimento degli intonaci. Venne installato anche un impianto anti intrusione. Gli ultimi lavori sono iniziati nel 2016. Pergine Valsugana Valsugana Arcidiocesi di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa della Madonna della Neve Chiesa della Madonna della Neve, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web. URL consultato il 13 dicembre 2019.

Faida (Baselga di Piné)
Faida (Baselga di Piné)

Faida (La Fàida in dialetto trentino) è una frazione del comune di Baselga di Piné, in provincia di Trento. Posta a 972 m slm al 31 dicembre 2015 contava 311 abitanti. Fino al 1875 faceva parte della Magnifica Comunità Piné (ed era frazione del Comune di Piné del Circolo di Trento del Tirolo (Impero austriaco e poi Austro-Ungarico), nato amministrativamente attorno alla fine del periodo napoleonico). Dal 1875 al 1928 è stata una frazione del comune di Miola. Assieme a Montagnaga e Bedollo il paese rientravia tra quelli di Piné colonizzati e abitati da minatori e dissodatori di origine bavarese (analoghi ai vicini mocheni) fin dal basso medioevo, la cui lingua di matrice germanico-bavarese era parlata dalla maggioranza della popolazione paesana fino a fine XVIII secolo, quando fu totalmente riassorbita dal dialetto trentino , pur lasciando delle tracce che continuano tuttora a resistere nel dialetto, nella toponomastica e nei cognomi locali (a Faida sono diffusi i cognomi Moser e Plancher). È posta sulle pendici occidentali dei Monti Calvo (1411 m) e La Brada (1583 m) - facenti entrambi parte della dorsale di Costalta - ed è composta dai nuclei abitati di Faida, Rauta (che negli ultimi decenni si è ingrandito assieme al nucleo di Faida, fino a fondersi in un unico centro abitato), Canè e dall'antico maso di Prada. È raggiungibile in 2 km dalla frazione di Miola, tramite una diramazione della SP83 di Pinè. È inoltre raggiungibile tramite strade secondarie intercomunali dalla località Riposo (comune di Pergine Valsugana) e da Mala (frazione di Sant'Orsola Terme), passando per i masi alti di Serso e Viarago (frazioni di Pergine Valsugana) posti sulle pendici meridionali del Monte Calvo. La chiesa della Santissima Trinità di Faida è stata costruita fra il 1857 e il 1871, dove in precedenza vi era una semplice cappella, documentata già nel 1600. Di quell'epoca rimangono due altari in stile barocco con intarsi policromi di marmo. L'interno è stato decorato nel 1927 da Agostino Aldi. Molte persone lavorano nell'edilizia. Sul territorio della frazione inoltre vengono coltivate fragole e lamponi. Dal 1981 al 1989 e poi dal 2001 al 2005 si è tenuta annualmente la "Lampofragola", una festa dedicata ai piccoli frutti. L'edizione 2004 ha visto 9000 visitatori. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Faida

Chiesa della Visitazione di Maria (Pergine Valsugana)
Chiesa della Visitazione di Maria (Pergine Valsugana)

La chiesa della Visitazione di Maria, chiamata anche chiesa della visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta, è una chiesa sussidiaria nella frazione di Canzolino a Pergine Valsugana. Risale al XVII secolo. Sin dal 1484 esisteva, sul sito della chiesa di Canzolino, un'edicola intitolata alla Madonna dell'Aiuto. La chiesa che ci è pervenuta è stata edificata a partire dal 1612, poiché in tale data una visita pastorale segnalò ancora la presenza di un'edicola. Più tardi, nel 1621, la nuova chiesa venne citata in un documento testamentario, e in questa data l'edificio religioso, che aveva inglobato l'antica cappella, era anche stato decorato con affreschi. Durante i primi decenni del XVIII secolo la chiesa fu oggetto di un ampliamento con la costruzione di una sacrestia e nel 1877 venne rifatta la copertura del tetto. Alla fine del secolo successivo gli interni vennero tinteggiati. Nel primo dopoguerra del XX secolo fu interessata da vari restauri che riportarono alla luce gli affreschi in parte imbiancati e si rimise mano alla decorazione a tempera delle pareri interne, delle volte e della controfacciata. Attorno alle metà del secolo venne edificata la torre campanaria, opera del perginese Eduino Maoro. Un ultimo ciclo di restauri conservativi è stato realizzato nel 1987. Pergine Valsugana Valsugana Arcidiocesi di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa della Visitazione di Maria Chiesa della Visitazione di Maria - Canzolino, Pergine Valsugana, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web. URL consultato il 13 dicembre 2019.