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Piazza Alimonda

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Nostra Signora del Rimedio Genova 03
Nostra Signora del Rimedio Genova 03

Piazza Gaetano Alimonda è una piazza di Genova situata poco distante dalla stazione ferroviaria di Brignole. Su di essa si affaccia la chiesa di Nostra Signora del Rimedio, un tempo ubicata nell'antica via Giulia, oggi via XX Settembre. Prende nome dal cardinale genovese Gaetano Alimonda.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Piazza Alimonda (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Piazza Alimonda
Piazza Gaetano Alimonda, Genova Foce

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Piazza Gaetano Alimonda

Piazza Gaetano Alimonda
16145 Genova, Foce
Liguria, Italia
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Nostra Signora del Rimedio Genova 03
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Luoghi vicini

Villa Saluzzo Bombrini
Villa Saluzzo Bombrini

Villa Saluzzo Bombrini, detta il Paradiso è una storica dimora nobiliare nel quartiere genovese di Albaro, alla confluenza delle vie Albaro e Francesco Pozzo. Edificata per i marchesi Saluzzo da Andrea Ceresola, detto il Vannone, è un tipico esempio di architettura tardo manierista. Nei pressi sono presenti altre due ville appartenute alla famiglia Saluzzo, la villa Saluzzo Mongiardino, dove dimorò per alcuni mesi tra il 1822 e il 1823 il poeta George Byron, e la villa Saluzzo Carrega Parodi, sede dal 1967 al 1993 della Società Ligure di Storia Patria, entrambe di più recente costruzione ma egualmente imponenti. Costruita dal Vannone nell'ultimo decennio del XVI secolo su committenza di Giacomo Saluzzo come residenza di villeggiatura della famiglia, nel 1837 la villa, al cui acquisto era interessato anche il celebre violinista Niccolò Paganini, divenne proprietà del marchese Henri de Podenas; nel 1886 fu venduta dagli eredi del nobile francese alla famiglia Bombrini, nelle cui mani è rimasta fino agli anni duemila quando è stata acquisita (2005) da una società immobiliare che intendeva farne un albergo di lusso; venuta meno questa ipotesi per il diniego opposto dalla Sovrintendenza per i Beni architettonici della Liguria, poiché questa soluzione avrebbe comportato uno stravolgimento dell'edificio originario, la villa è stata acquistata nel 2007 da privati per destinarla ad abitazioni e uffici. In tempi recenti fu suddivisa in tre appartamenti, uno dei quali, con annesso un seminterrato, fu abitato dal 1959 al 1995 dalla famiglia del cantautore Fabrizio De André che qui compose i suoi primi lavori. Attualmente la villa, essendo di proprietà privata, non è visitabile; eccezionalmente è stata aperta al pubblico in occasione della XV edizione delle Giornate FAI di Primavera del 2007 organizzate il 24 e 25 marzo 2007 dal Fondo per l'Ambiente Italiano, sotto la cui egida l'edificio è posto. Villa Saluzzo Bombrini, posta più in alto rispetto alle altre ville di Albaro, è circondata da un ampio parco con retrostante bosco ricco particolarmente di pini marittimi mentre di fronte al prospetto principale, in posizione leggermente digradante, si trova un elegante giardino all'italiana ornato da una fontana con grandi rane in bronzo. Il Vannone volle distaccarsi dallo stile alessiano in voga in quel tempo a Genova, caratterizzato da una struttura cubica, tripartita da lesene, e con tetto piramidale: l'architetto lombardo realizzò invece un corpo architettonico di impianto rettangolare, privilegiando la forma allungata rispetto all'altezza, con una doppia loggia angolare aperta sul paesaggio circostante (quella di ponente, unico caso nelle ville genovesi, si estende per l'intera profondità dell'edificio, offrendo un'ampia vista sulla città). Gli interni, articolati su un piano terra, un piano nobile e un mezzanino, sono impreziositi da affreschi e decorazioni di Giovanni Andrea Ansaldo nell'atrio, di Lazzaro Tavarone nel salone centrale (Genovesi alla presa d'Anversa, 1622) e nella loggia di levante e Bernardo Castello nella loggia di ponente e in una delle stanze. Il giardino è collegato al piazzale superiore attraverso rampe di scale e vialetti. L'asse di ingresso che conduce alla villa, congiunto da una stretta salita, è leggermente sfalsato rispetto al portone principale che porge sull'atrio principale. Il giardino, che ha sostanzialmente conservato l'aspetto originario, è stato identificato con quello raffigurato nel dipinto di Alessandro Magnasco Trattenimento in un giardino di Albaro (1735), conservato a Palazzo Bianco; il pittore ci ha lasciato un'istantanea della vita e dell'ambiente in cui la società ricca trascorreva la sua villeggiatura nella prima metà del XVIII secolo. Nel dipinto si vedono piccoli gruppi di persone nel giardino della villa intente a conversazioni, danze e giochi di carte, sullo sfondo della piana del Bisagno, nella zona di San Fruttuoso, ancora tutta coltivata a orti. La villa ha sul retro un edificio simile conosciuto come il Paradisetto, edificato alla fine dell'Ottocento per un erede dei Bombrini e ristrutturato nel 1935 da Robaldo Morozzo della Rocca. Anche questa costruzione è stata abitata, in tempi recenti, da un esponente della scuola genovese dei cantautori, Gino Paoli. Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, Milano, 2009 Ville di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Saluzzo Bombrini Filmato con visita di esterni e interni della villa, su youtube.com. Altro filmato degli interni sul sito dell'emittente televisiva Primocanale Galleria di immagini della villa su Flickr

Chiesa di Sant'Agata (Genova)
Chiesa di Sant'Agata (Genova)

Il complesso e chiesa di Sant'Agata è luogo di culto cattolico situato nel quartiere di San Fruttuoso, in via Giuseppe De Paoli, nel comune di Genova nella città metropolitana di Genova. Il complesso conventuale di Sant'Agata con annesso ospitale di via, situato presso l'originaria imboccatura di levante del ponte omonimo, è citato per la prima volta in documenti del 1191 come S. Agata de capite pontis Bisannis. Il monastero ospitò inizialmente le Monache Cistercensi. Il 30 settembre 1452 fu gravemente danneggiato da una eccezionale piena del Bisagno; le cistercensi vi rimasero fino al 1514, quando vi si insediarono le Canonichesse Lateranensi e dal 1531 i frati agostiniani. Chiuso nel 1797 in seguito alle leggi di soppressione degli ordini religiosi, il convento fu venduto a privati; nel 1825 il complesso fu acquistato dal sacerdote don Angelo Cervetto che lo mise a disposizione di suor Vittoria Giorni, fondatrice dell'Istituto delle Maestre Pie di Sant'Agata che vi si trasferì con le consorelle nel 1827 dopo i necessari lavori di ristrutturazione; ancora oggi le Maestre Pie operano nel complesso, dove tengono una scuola materna ed elementare. Si accede al complesso per uno stretto archivolto, sormontato da un dipinto murale raffigurante Sant'Agata e due santi, identificati come san Fruttuoso di Tarragona e sant'Antonio; appena fuori dall'ingresso del convento una breve rampa dissestata è quanto rimane dell'antico accesso al ponte di Sant'Agata, del quale si possono ancora vedere due arcate, parzialmente interrate, incluse in un cortile privato. La chiesa attuale, integrata nel complesso conventuale, ha tre navate. La navata centrale ha quattro campate, di cui tre coperte da volte a crociera sostenute da massicci pilastri. Le navate laterali, di altezza inferiore, hanno ciascuna tre campate, anch'esse con volte a crociera. La chiesa ospita al suo interno la statua di Sant'Agata, opera di Filippo Parodi, eseguita fra il 1680 ed il 1690. Guida d'Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009. Corinna Praga, Genova fuori le mura, Genova, Fratelli Frilli Editori, 2006, ISBN 88-7563-197-2. Arcidiocesi di Genova Maestre pie di Sant'Agata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Agata

Chiesa di Nostra Signora Assunta e Santa Zita
Chiesa di Nostra Signora Assunta e Santa Zita

La chiesa di Nostra Signora Assunta e Santa Zita è luogo di culto cattolico situato nella zona di Borgo Pila nel quartiere della Foce, tra via di Santa Zita e corso Buenos Aires, nel comune di Genova nella città metropolitana di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Albaro dell'arcidiocesi di Genova. In passato in zona, sulle sponde del Bisagno, sorgeva una chiesa, costruita nel XIII secolo dai mercanti lucchesi viventi in quella zona che praticavano l'artigianato dei tessuti di lana e di seta, era dedicata al Volto Santo (culto importato dai Lucchesi), nome che mantenne fino a quando, nel 1278, una vergine lucchese di nome Zita non venne fatta santa. La comunità lucchese in Genova aveva nei secoli XV-XVI anche un'altra chiesa, poco distante, sempre nei pressi del Bisagno, la chiesa di Borgo degli Incrociati. Questo primo luogo di culto venne danneggiato gravemente da una piena del Bisagno e successivamente ricostruito nel 1452. Questo nuovo edificio venne poi restaurato nel 1833. Quando nel 1874 Borgo Pila si staccò da Albaro, Santa Zita divenne una parrocchia autonoma con una popolazione di circa quattromila persone, la maggior parte ortolani. La proclamazione venne fatta da monsignor Salvatore Magnasco il 7 luglio 1874, con la successiva approvazione della Santa Sede del 10 gennaio 1876. Alla fine del XIX secolo la chiesa divenne insufficiente rispetto alle necessità della popolazione, per cui se ne decise la demolizione. Una nuova chiesa, quella visibile attualmente, venne costruita a partire dal 1893 (l'arcivescovo Tommaso Reggio pose la prima pietra il 12 novembre di quell'anno) su un terreno donato fin dal 1879 dalla Duchessa di Galliera Maria Brignole Sale De Ferrari. La chiesa, in stile neorinascimentale fiorentino, fu realizzata su disegni di Angelo Del Vecchio, ripresi ed ampiamente variati da Maurizio Dufour. Officiata dal 15 agosto 1899 (ma mancava ancora la cupola), era stata costruita poco distante dalla precedente chiesa, la quale fu demolita (ne restano solo alcune parti di muratura inglobate nel cortile del palazzo di fronte all'attuale Santa Zita). Fortunatamente il portale della vecchia chiesa è stato salvato e collocato nella parte posteriore della chiesa. Il portale della vecchia chiesa porta sul suo architrave tre statue (un Crocifisso con ai lati la Madonna e san Giovanni Battista), provenienti da un altare scomparso della chiesa; sono tutte e tre opera del Paracca (XVI secolo). La nuova chiesa fu ultimata con la cupola in stile fiorentino realizzata dall'ing. Carlo Bagnasco su progetti del Dufour, tra il 1926 e il 1929, quest'ultima raggiunge un'altezza di 60 metri circa. Al suo interno conserva, ereditate dalla precedente Santa Zita, la statua della Madonna di Città ed una tela di Valerio Castello con il Miracolo di santa Zita. Il cardinale Giuseppe Siri benedisse la nuova pavimentazione il 21 dicembre 1958 e consacrò la chiesa il 28 giugno 1975. Arcidiocesi di Genova Borgo Pila Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Nostra Signora Assunta e Santa Zita Sito della parrocchia, su digilander.libero.it.

Corte Lambruschini
Corte Lambruschini

Corte Lambruschini è un moderno centro direzionale di Genova, situato nel quartiere di Borgo Pila, nell'ex comune della Foce, a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Genova-Brignole e da piazza della Vittoria. Progettista del complesso è stato l'architetto Piero Gambacciani. Il progetto strutturale è stato invece realizzato dall'ingegnere Elio Montaldo. L'edificio prende il nome da un caseggiato a corte ottocentesco, adibito a mercato e abitazioni popolari, chiamato appunto Corte Lambruschini, che sorgeva nell'allora Borgo Pila, demolito nel 1982 per lasciare il posto ai grattacieli del nuovo centro direzionale. L'antico edificio aveva preso il nome dalla famiglia Lambruschini, alcuni esponenti della quale ricoprirono nell'Ottocento importanti incarichi in ambito politico e religioso. Il centro direzionale di Corte Lambruschini è costituito da un elaborato complesso architettonico in vetro e acciaio che culmina con due identiche torri dalla caratteristica forma lamellare alte 86,90 metri, suddivise su 20 piani, ed è situato di fronte alla stazione di Genova Brignole, rimanendo ben visibile da tutta la zona orientale del centro di Genova e dalla bassa Val Bisagno. È il sesto edificio più alto della città. Il complesso ospita lo Starhotel President, realizzato dall'ing. Marco Dasso e dall'arch. Bruno Gabrielli e il Teatro della Corte, sede del Teatro Stabile di Genova e intitolato dal 2003 al drammaturgo e regista teatrale Ivo Chiesa. Dal 2002 al 2023 vi ha altresì avuto sede la Sampdoria. Ospita inoltre un parcheggio interrato su 4 piani. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Corte Lambruschini (EN) Scheda su www.emporis.com, su emporis.com. Immagini della costruzione della Corte Lambruschini, su fotoalbum.virgilio.it. URL consultato il 27 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016). Altre immagini del complesso di Corte Lambruschini, su zanleone.blogspot.it.