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Villa Brignole Sale

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Villa Brignole Sale, foto di Paolo Monti
Villa Brignole Sale, foto di Paolo Monti

La villa Brignole Sale è una storica dimora nobiliare di Genova. Situata in via San Nazaro, storica crêuza del quartiere residenziale di Albaro, fu realizzata all'inizio del Seicento con il rifacimento di un precedente edificio cinquecentesco.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Brignole Sale (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Brignole Sale
Via San Nazaro, Genova Albaro

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.397036 ° E 8.956986 °
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Indirizzo

Via San Nazaro 19
16145 Genova, Albaro
Liguria, Italia
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Villa Brignole Sale, foto di Paolo Monti
Villa Brignole Sale, foto di Paolo Monti
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Luoghi vicini

Chiesa di Nostra Signora del Rosario (Genova)
Chiesa di Nostra Signora del Rosario (Genova)

La chiesa di Nostra Signora del Rosario è un luogo di culto cattolico situato nel quartiere di Albaro, in via Carlo e Nello Rosselli, nel comune di Genova nella città metropolitana di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Albaro dell'arcidiocesi di Genova. La chiesa fu progettata dal noto ingegnere e architetto Giuseppe Crosa di Vergagni a partire dal 1952. La posa della prima pietra avvenne il 7 ottobre del 1954 alla presenza del cardinale e arcivescovo di Genova Giuseppe Siri. I lavori per la sua costruzione durarono tre anni e fu proprio lo stesso cardinale Siri a benedire il nuovo edificio aprendolo al culto religioso il 22 dicembre del 1957. La chiesa fu affidata all'Ordine dei Frati Minori Conventuali dell'annesso convento. Eletta l'11 giugno del 1968 con il titolo di chiesa parrocchiale, fu consacrata il 20 aprile del 1974 dal cardinal Siri. Nella facciata è presente una statua della Madonna col Bambino, benedetta dal cardinal Siri il 27 novembre del 1977. Nel 1980, il 21 settembre, lo stesso cardinale consacrò le campane della chiesa. All'interno è conservata una caratteristica Via Crucis dello scultore Giovanni Battista Airaldi che realizzò l'opera con pietra del Finalese. In travertino oniciato e bronzo è invece il battistero sempre opera dell'Airaldi. Albaro Arcidiocesi di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Nostra Signora del Rosario Chiesa di Nostra Signora del Rosario, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Fatti della scuola Diaz
Fatti della scuola Diaz

I fatti della scuola Diaz sono avvenuti al termine delle tre giornate del vertice G8 di Genova 2001, nel quartiere di Albaro, a Genova. Nella notte del 21 luglio 2001, nel complesso scolastico Diaz-Pertini e Pascoli, in quell'occasione adibito a centro stampa del coordinamento del Genoa Social Forum, rappresentato da Vittorio Agnoletto, facevano irruzione i Reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto operativo di alcuni battaglioni dei Carabinieri. Furono fermati 93 attivisti e di questi, 63 furono poi portati in ospedale, tre dei quali in prognosi riservata e uno in coma. Il primo giornalista a entrare nella scuola Diaz fu Gianfranco Botta e le sue immagini fecero il giro del mondo: le immagini testimoniavano quello che fu definito lo scenario di un pestaggio da "macelleria messicana" dal vicequestore Michelangelo Fournier. Finirono sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra. Tra i 93 giornalisti e attivisti, ospiti all'interno della scuola per passare la notte, dopo l'irruzione della polizia, 82 furono feriti e 63 finirono in ospedale, da qui parte di loro fu nella notte prelevata dalla polizia e portata nella caserma del reparto mobile di Genova Bolzaneto, i restanti 19 seppur feriti, vi furono portati direttamente dalla scuola. All'operazione di polizia ha preso parte un numero tutt'oggi imprecisato di agenti: la Corte di Appello di Genova, pur richiamando questo fatto nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, basandosi sulle informazioni fornite durante il processo dal questore Vincenzo Canterini, lo stima in circa "346 Poliziotti, oltre a 149 Carabinieri incaricati della cinturazione degli edifici". I procedimenti penali aperti in merito alle responsabilità delle violenze, alle irregolarità e ai falsi dichiarati nelle ricostruzioni ufficiali sui fatti avvenuti alla Diaz e a Bolzaneto, si sono svolti nei successivi tredici anni, concludendosi nella maggior parte dei casi con assoluzioni, dovute all'impossibilità di individuare i diretti responsabili delle stesse o per l'intervenuta prescrizione dei reati. Nell'aprile del 2015 la Corte europea dei diritti dell'uomo, ha condannato lo Stato italiano al pagamento di un risarcimento di 45.000 euro nei confronti di Arnaldo Cestaro, uno dei feriti che aveva fatto ricorso alla Corte europea, evidenziando così come durante l'operazione fossero avvenuti eventi contrari agli articoli 3, 6 e 13 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, relativi alla tortura, alle vessazioni e condizioni degradanti e inumane. Il codice penale italiano, non prevedendo il reato di tortura, non ha permesso attribuzione di capi d'imputazione commisurati alle violenze verificatesi in quei giorni. Il 22 giugno 2017 la stessa Corte ha nuovamente condannato l'Italia per i fatti della scuola Diaz, riconoscendo che le leggi dello Stato risultano inadeguate a punire e a prevenire gli atti di torture dalle forze dell’ordine.

Villa Saluzzo Bombrini
Villa Saluzzo Bombrini

Villa Saluzzo Bombrini, detta il Paradiso è una storica dimora nobiliare nel quartiere genovese di Albaro, alla confluenza delle vie Albaro e Francesco Pozzo. Edificata per i marchesi Saluzzo da Andrea Ceresola, detto il Vannone, è un tipico esempio di architettura tardo manierista. Nei pressi sono presenti altre due ville appartenute alla famiglia Saluzzo, la villa Saluzzo Mongiardino, dove dimorò per alcuni mesi tra il 1822 e il 1823 il poeta George Byron, e la villa Saluzzo Carrega Parodi, sede dal 1967 al 1993 della Società Ligure di Storia Patria, entrambe di più recente costruzione ma egualmente imponenti. Costruita dal Vannone nell'ultimo decennio del XVI secolo su committenza di Giacomo Saluzzo come residenza di villeggiatura della famiglia, nel 1837 la villa, al cui acquisto era interessato anche il celebre violinista Niccolò Paganini, divenne proprietà del marchese Henri de Podenas; nel 1886 fu venduta dagli eredi del nobile francese alla famiglia Bombrini, nelle cui mani è rimasta fino agli anni duemila quando è stata acquisita (2005) da una società immobiliare che intendeva farne un albergo di lusso; venuta meno questa ipotesi per il diniego opposto dalla Sovrintendenza per i Beni architettonici della Liguria, poiché questa soluzione avrebbe comportato uno stravolgimento dell'edificio originario, la villa è stata acquistata nel 2007 da privati per destinarla ad abitazioni e uffici. In tempi recenti fu suddivisa in tre appartamenti, uno dei quali, con annesso un seminterrato, fu abitato dal 1959 al 1995 dalla famiglia del cantautore Fabrizio De André che qui compose i suoi primi lavori. Attualmente la villa, essendo di proprietà privata, non è visitabile; eccezionalmente è stata aperta al pubblico in occasione della XV edizione delle Giornate FAI di Primavera del 2007 organizzate il 24 e 25 marzo 2007 dal Fondo per l'Ambiente Italiano, sotto la cui egida l'edificio è posto. Villa Saluzzo Bombrini, posta più in alto rispetto alle altre ville di Albaro, è circondata da un ampio parco con retrostante bosco ricco particolarmente di pini marittimi mentre di fronte al prospetto principale, in posizione leggermente digradante, si trova un elegante giardino all'italiana ornato da una fontana con grandi rane in bronzo. Il Vannone volle distaccarsi dallo stile alessiano in voga in quel tempo a Genova, caratterizzato da una struttura cubica, tripartita da lesene, e con tetto piramidale: l'architetto lombardo realizzò invece un corpo architettonico di impianto rettangolare, privilegiando la forma allungata rispetto all'altezza, con una doppia loggia angolare aperta sul paesaggio circostante (quella di ponente, unico caso nelle ville genovesi, si estende per l'intera profondità dell'edificio, offrendo un'ampia vista sulla città). Gli interni, articolati su un piano terra, un piano nobile e un mezzanino, sono impreziositi da affreschi e decorazioni di Giovanni Andrea Ansaldo nell'atrio, di Lazzaro Tavarone nel salone centrale (Genovesi alla presa d'Anversa, 1622) e nella loggia di levante e Bernardo Castello nella loggia di ponente e in una delle stanze. Il giardino è collegato al piazzale superiore attraverso rampe di scale e vialetti. L'asse di ingresso che conduce alla villa, congiunto da una stretta salita, è leggermente sfalsato rispetto al portone principale che porge sull'atrio principale. Il giardino, che ha sostanzialmente conservato l'aspetto originario, è stato identificato con quello raffigurato nel dipinto di Alessandro Magnasco Trattenimento in un giardino di Albaro (1735), conservato a Palazzo Bianco; il pittore ci ha lasciato un'istantanea della vita e dell'ambiente in cui la società ricca trascorreva la sua villeggiatura nella prima metà del XVIII secolo. Nel dipinto si vedono piccoli gruppi di persone nel giardino della villa intente a conversazioni, danze e giochi di carte, sullo sfondo della piana del Bisagno, nella zona di San Fruttuoso, ancora tutta coltivata a orti. La villa ha sul retro un edificio simile conosciuto come il Paradisetto, edificato alla fine dell'Ottocento per un erede dei Bombrini e ristrutturato nel 1935 da Robaldo Morozzo della Rocca. Anche questa costruzione è stata abitata, in tempi recenti, da un esponente della scuola genovese dei cantautori, Gino Paoli. Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, Milano, 2009 Ville di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Saluzzo Bombrini Filmato con visita di esterni e interni della villa, su youtube.com. Altro filmato degli interni sul sito dell'emittente televisiva Primocanale Galleria di immagini della villa su Flickr

Forte San Giuliano
Forte San Giuliano

Il Forte San Giuliano (29 s.l.m.) è un forte posto sulla costa nel quartiere genovese di Albaro, tra Punta Vagno ed il piccolo promontorio di San Giuliano, a poca distanza dall'omonima abbazia. Con la Batteria del Vagno formava un fronte di protezione della costa a levante di Genova contro eventuali sbarchi nemici o bombardamenti navali. Forte San Giuliano si affaccia oggi su corso Italia, ma prima della costruzione della strada litoranea, iniziata nel 1908, la costa di Genova tra la Foce e San Giuliano consisteva in ripide scogliere a picco sul mare, raggiungibili solo attraverso strette crêuze che dall'attuale via Albaro scendevano verso il mare. Sulla scogliera nelle vicinanze del luogo dove ora sorge il forte era stata costruita alla fine dell'estate del 1745 la batteria Sopranis, prospiciente la villa omonima ed avente funzione antisbarco ed antinave. Al fine di ampliare il fronte difensivo, nel 1818 fu presentato il progetto di fortificazione della stessa villa Sopranis, in un primo tempo approvato ma poi accantonato nonostante fosse divenuto esecutivo. A lavori appena iniziati si preferì invece edificare un nuovo forte sul terreno adiacente alla villa, che venne inglobata all'interno del perimetro del nuovo edificio. I lavori di costruzione del forte San Giuliano, che prendeva il nome dalla vicina abbazia, iniziarono nel 1826 e tra varie vicissitudini terminarono nel 1836 con il completamento di tutte le strutture. Il forte terminava a mare la linea difensiva a levante della città, formata dai forti S. Martino, S. Tecla, Richelieu e Quezzi, che culminava nel forte Ratti. La struttura ospitava una guarnigione di circa 380 soldati, che potevano arrivare a circa 1200 in caso di necessità. Era armato con dieci cannoni, sette obici e una petriera, oltre a numerosi pezzi di artiglieria di minori dimensioni. Il forte durante i moti del 1849 fu occupato dagli insorti, ma prontamente rioccupato dalle truppe sabaude, grazie anche al tradimento del comandante della guarnigione. Nel 1889 nel perimetro del forte, fra le due caserme, fu installata una batteria costiera, denominata "Batteria San Giuliano", la cui realizzazione rese necessarie diverse modifiche strutturali, come la demolizione della terrazza dell'ex villa Sopranis, che avrebbe limitato la visuale del telemetro. La batteria, posta a difesa dello specchio acqueo a levante dell'imboccatura del porto di Genova, era armata con sei obici da 28 GRC (Ret). Al di sotto un sistema di gallerie ospitava le polveriere. Negli anni il forte ha subito diverse modifiche, la più vistosa delle quali si è avuta nel 1913 con la costruzione di corso Italia, che ha reso necessaria la demolizione di parte della galleria di controscarpa, i cui monconi sono ancora visibili dallo stesso lungomare. Nel 1937 sulla parte superiore del terrapieno a sud, fronte mare, venne realizzata una batteria contraerea, dotata di otto cannoni da 76/45. Durante la seconda guerra mondiale vennero realizzate due postazioni Tobruk che ancora oggi affiorano dalla scarpata del terrapieno affacciato su corso Italia, nei pressi dell'attuale strada di accesso al forte. Dopo l'8 settembre 1943, la batteria ed il forte vennero requisiti dalla Wehrmacht e dall'esercito della RSI e vi fu stabilita una prigione per gli antifascisti ed i partigiani, dove venivano condotti interrogatori ed inflitte torture ai malcapitati prigionieri. Nel 1944, sulla piazzola della batteria avvennero più episodi di fucilazione di partigiani: il 3 marzo, all'alba, Giacomo Buranello, comandante dei GAP genovesi, fu fucilato dopo essere stato torturato per 24 ore; il 23 maggio venne fucilato Giovanni Battista Torre, furiere della Marina Militare italiana e partigiano combattente; il 29 luglio, sempre all'alba, vennero fucilati altri cinque partigiani; prima dell'esecuzione chiesero di essere fucilati al petto invece che alla schiena, ma la loro richiesta non venne accolta. Nel dopoguerra la batteria venne smantellata creando al suo posto un vasto piazzale. Il forte nel 1948 fu assegnato alla Legione Carabinieri Liguria ed il piazzale della ex batteria fu utilizzato come deposito dei mezzi di servizio. Dopo un periodo di abbandono dovuto ai lavori di ristrutturazione ed adeguamento il forte dal 13 maggio 1995 è divenuto sede del Comando Provinciale Carabinieri di Genova, motivo per cui il complesso non è oggi visitabile. Il complesso consisteva in due caserme ed era circondato da un fossato su tre lati ed un muro di controscarpa con andamento zigzagante. Erano inoltre presenti due gallerie, una di scarpa ed una di controscarpa, che circondavano il complesso. La galleria di scarpa, munita di numerose feritoie a difesa del fossato, collegava le due caserme con un percorso sotterraneo, lungo il quale si aprivano numerosi vani utilizzati come riservette (depositi di munizioni) e polveriere. La caserma nord, affacciata sull'odierna via Gobetti, si sviluppa su quattro piani; l'ingresso del forte, posto al terzo piano della caserma nord, era dotato di ponte levatoio. Questa parte, ben visibile da via Gobetti, è quella meglio conservata, con il ponte levatoio ancora presente insieme a tutti i relativi meccanismi di azionamento. La caserma sud è invece un edificio a tre piani posto contro il muro di controscarpa, sul lato a mare. Stefano Finauri, Forti di Genova, Servizi Editoriali, Genova, 2007, ISBN 978-88-89384-27-5 Difesa costiera di Genova Forti di Genova Resistenza italiana Batteria del Vagno Fortificazioni alla moderna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forte San Giuliano Mappe, itinerari e foto dei forti di Genova, su forti-genova.com. URL consultato il 4 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2010). Storia del Forte San Giuliano su http://www.fortidigenova.com, su fortidigenova.com. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2011). Immagini d'epoca del forte San Giuliano su www.genovacards.com, su genovacards.com.

Batteria San Giuliano

La Batteria San Giuliano era una batteria costruita all'interno dell'omonimo forte in posizione intermedia tra le due caserme interne. La Batteria era composta da una linea di fuoco a cielo aperto, senza strutture protettive a copertura, ma protetta dalle mura del forte, sulla quale erano posizionati sei obici da 28 GRC Ret a puntamento indiretto guidati da un telemetro. Il compito di queste artiglierie era quello di battere lo specchio d'acqua a levante e l'imboccatura del porto. Sottostante al piazzale della batteria, erano sistemati un complesso sistema di gallerie e locali che ospitavano le riservette e le polveriere per gli obici; la caserma del forte ospitava la guarnigione. Nel 1913 parte della struttura del forte, furono demolite per permettere la costruzione del lungomare di Corso Italia. Nel 1937 nel forte fu ricavata una nuova batteria contraerea. Inizialmente presidiata da uomini del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, dopo l'8 settembre la batteria venne requisita da militi della RSI e della Wehrmacht. Nel dopoguerra la batteria è stata demolita; al suo posto è stato ricavato un piazzale. Il forte, adeguatamente ristrutturato, è oggi la sede del Comando provinciale Carabinieri di Genova, e per questo motivo non è visitabile. Stefano Finauri, Forti di Genova, Servizi Editoriali, Genova, 2007, ISBN 978-88-89384-27-5 Tarantino Stefano-Gaggero Federico-Arecco Diana, Forti di Genova e sentieri tra Nervi e Recco alta via dei monti liguri, Edizioni del Magistero, Genova. Roberto Badino, Forti di Genova, Sagep, Genova 1969 Riccardo Dellepiane, Mura e fortificazioni di Genova, Nuova editrice genovese, Genova, 2008, [prima edizione 1984]. Cappellini A., Le Fortificazioni di Genova, Ed. F.lli Pagano Editore, Genova, 1939 Forte San Giuliano Batteria (militare) Batteria del Vagno Batteria San Martino Informazioni sulle batterie costiere genovesi, su fortidigenova.com. URL consultato il 20 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2009). Storia del Forte San Giuliano, su fortidigenova.com. URL consultato il 3 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2011).

Genoa Open Challenger

Il Genoa Open Challenger, noto come AON Open Challenger - Memorial Giorgio Messina, è un torneo di tennis professionistico maschile che si tiene dal 2003 annualmente a Genova, in Italia, nel mese di settembre. L'evento fa parte dell'ATP Challenger Tour, è giocato sui campi in terra rossa all'aperto di Valletta Cambiaso nel quartiere di Albaro. Inaugurato nel 2003, segna il ritorno del grande tennis a Genova dopo l'ultima edizione dell'ATP di Genova disputata nel 1993. Il torneo è cresciuto di anno in anno in quanto a montepremi e livello tecnico dei giocatori. Per l'edizione del 2009, la prima con un montepremi di 85 mila dollari +H, il torneo prende il nome sponsorizzato AON Open Challenger Memorial Giorgio Messina e viene vinto da Alberto Martín che supera in finale Carlos Berlocq, autore di una straordinaria cavalcata partendo dalle qualificazioni. L'edizione del 2016 ha un montepremi 106 mila dollari e circa 24 mila spettatori e vede scendere in campo giocatori di altissimo livello, tra i quali gli ex top 10 Tommy Robredo e Nicolás Almagro e il vincitore Jerzy Janowicz, ex numero 14 al mondo e semifinalista al Torneo di Wimbledon 2013. Nel 2017 gli organizzatori daranno una wild card al giovane talento Stefanos Tsitsipas che vincerà il torneo battendo in finale Guillermo García López. Il successo rappresenta un trampolino di lancio per la carriera del tennista greco, che guadagna 41 posizioni nel ranking mondiale, sale alla 120ª e sei settimane dopo entra per la prima volta nella top 100 mondiale. Nel 2018 Lorenzo Sonego è il vincitore della sedicesima edizione e ripete il successo nel 2019 battendo in finale in tre set Alejandro Davidovich Fokina. La direzione del torneo è successivamente affidata a Sergio Palmieri, nome illustre del tennis internazionale, direttore organizzativo della Federazione Italiana Tennis (FIT), direttore degli Internazionali d’Italia e coordinatore del settore tecnico della FIT con l'incarico di organizzare tutti gli incontri di Coppa Davis e Fed Cup disputati in Italia. Nel corso degli anni, il torneo ha superato il tetto delle 25 mila presenze nell’arco della settimana. Nel 2020 e nel 2021 il torneo non si disputa a causa delle restrizioni per la pandemia di COVID-19. Dopo la pausa per la pandemia, una nuova edizione del torneo viene organizzata a settembre 2022, in concomitanza con il Salone nautico di Genova. Hypo Group Tennis International 1993 Sito ufficiale, su challengergenova.com. (EN) Il torneo sul sito dell'ATP Tour, su atptour.com.