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Quartiere Harar

Architetture di Figini e PolliniArchitetture di Giò PontiComplessi di edilizia popolare di MilanoINA-CasaPagine con mappe
Milano quartiere Harar grattacielo orizzontale G
Milano quartiere Harar grattacielo orizzontale G

Il quartiere Harar è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano, posto tra i quartieri di Quarto Cagnino e San Siro, nei pressi dello stadio di San Siro. Il quartiere Harar fu costruito nell'ambito del piano INA-Casa per la costruzione di case popolari. La sua struttura urbanistica venne studiata dagli architetti Figini, Pollini e Ponti; venne realizzato dal 1951 al 1955. Il complesso occupa un'area di 137 000 m2, e conta 942 alloggi per un totale di 4800 vani; fu progettato per accogliere 5 500 abitanti. La struttura urbanistica, studiata dagli architetti Figini, Pollini e Ponti, si caratterizza per il contrasto fra i lunghi edifici in linea ("grattacieli orizzontali"), alti cinque piani, e le casette unifamiliari a due piani, raggruppate in piccoli isolati ("insulae"). I "grattacieli orizzontali" sono variamente disposti, delimitando uno spazio verde centrale in cui sono posti gli edifici scolastici; gli spazi residui verso le strade esterne sono invece occupati dalle "insulae", di forma irregolare. Le due tipologie edilizie contrastano anche per lo stile architettonico: mentre i "grattacieli orizzontali" sono disegnati in stile razionalista, nelle "insulae" si ritrovano elementi dell'edilizia rurale tradizionale. Nelle intenzioni dei progettisti, questa dualità avrebbe dovuto simboleggiare la progressiva trasformazione della campagna verso l'ambiente urbano. Complessivamente vennero costruiti 9 "grattacieli orizzontali" (indicati con lettere da A a I) e 12 "insulae" (indicate con numeri romani da I a XII); di seguito se ne riportano i singoli progettisti: A: Luigi Figini, Gino Pollini B: Paolo Antonio Chessa, Vito Latis C: Gio Ponti, Gigi Ghò D: Gio Ponti, Antonio Fornaroli E: Alberto Rosselli F: Alberto Rosselli G: Gianluigi Reggio, Mario Tevarotto H: Piero Bottoni, Mario Morini, Carlo Villa I: Piero Bottoni, Mario Morini, Carlo Villa I: Luigi Figini, Gino Pollini II: Luigi Figini, Gino Pollini III: Luigi Figini, Gino Pollini IV: Paolo Antonio Chessa V: Paolo Antonio Chessa VI: Luigi Figini, Gino Pollini VII: Luigi Figini, Gino Pollini VIII: Luigi Figini, Gino Pollini IX: Mario Tedeschi X: Tito Bassanesi Varisco XI: Tito Bassanesi Varisco XII: Tito Bassanesi Varisco Vie Harrar, Novara, Dessiè, in Urbanistica, anno XXV, n. 18-19, Torino, Istituto Nazionale di Urbanistica, marzo 1956, pp. 122-123, ISSN 0042-1022. Virgilio Vercelloni, Alcuni quartieri di edilizia sovvenzionata a Milano, in Casabella, n. 253, luglio 1961, pp. 42-51, ISSN 0008-7181. Cristoforo Bono, Virgilio Vercelloni, Il contesto e le opere, in Casabella, ottobre-novembre 1979, p. 58, ISSN 0008-7181. Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Vittorio Savi, Figini e Pollini. Architetture 1927-1989, Milano, Electa, 1990, pp. 62-67, ISBN 88-435-3162-X. Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano, Hoepli, 2001, pp. 272-273, ISBN 88-203-2913-1. Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, ISBN 88-400-1068-8. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su quartiere Harar Mappa del quartiere Harar, su openstreetmap.org.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Quartiere Harar (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Quartiere Harar
6323_31845, Milano San Siro

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6323_31845
20147 Milano, San Siro
Lombardia, Italia
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Milano quartiere Harar grattacielo orizzontale G
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Luoghi vicini

Palasport di San Siro
Palasport di San Siro

Il palasport di San Siro, ufficialmente palazzetto dello sport di Milano o colloquialmente Palazzone, era un'arena coperta senza colonne intermedie, a pianta circolare e con profilo a doppia curvatura (a sella di cavallo) edificata a fianco dello stadio Giuseppe Meazza di Milano e precisamente tra via Federico Tesio e via Patroclo. Inaugurato nel 1976, l'impianto polifunzionale poteva accogliere fino a 18.000 spettatori per competizioni di atletica leggera (fu la sede dei Campionati europei di atletica leggera indoor del 1978 e del 1982) e di ciclismo, oltre che manifestazioni e spettacoli di vario tipo, e fu anche l'arena casalinga della squadra di pallacanestro Olimpia Milano. Il 17 gennaio 1985, a causa di un'eccezionale nevicata, la tensostruttura in cavi di acciaio che reggeva il manto di copertura subì un dissesto improvviso che comportò l'abbassamento dello stesso di alcuni metri. Infatti un concio dell'anello metallico a cui era ancorata la tensostruttura si instabilizzò, provocando l'accorciamento improvviso della circonferenza dell'anello e quindi il citato abbassamento. La copertura, pur danneggiata, continuò a sopportare tutto il carico della neve valutata in circa 800 tonnellate, corrispondente a una coltre di neve spessa dagli 80 ai 100 cm. Si trattava di una quantità inconsueta - infatti superava di gran lunga quella prevista dalle norme di legge per cui era stata dimensionata la copertura (circa 60 cm) - ma che storicamente non era una novità per Milano. A causa dei pluviali ostruiti, a nulla valsero i tentativi di ridurre il carico gettando acqua calda sul tetto (che anzi ghiacciò aumentando il carico) e alzando la temperatura interna all'edificio. Due settimane dopo, il palasport avrebbe dovuto essere teatro del primo concerto degli U2 in Italia. L'evento fu quindi spostato in un rudimentale Teatro tenda che era in grado di ospitare a malapena metà dei possessori dei biglietti. Sotto la stessa nevicata crollarono decine e decine di capannoni e molte coperture metalliche in tutta la Lombardia tra cui anche parte della pensilina di copertura degli spalti al velodromo Vigorelli di Milano. A seguito del dissesto, la struttura rimase inspiegabilmente abbandonata aggravando il deperimento causato dalle intemperie; infatti, già dall'estate del 1986 il palazzetto risultava irriconoscibile. I responsabili dell'opera, in vista della costruzione di un nuovo impianto più grande e più moderno che sarebbe dovuto sorgere sulla stessa area, decisero per la demolizione totale. Lo spazio in cui sorgeva il palazzetto fu interdetto all'accesso e l'area si trasformò, con il tempo, in un piccolo bosco. Successivamente, nell'ambito dei lavori per la realizzazione della tratta della linea metropolitana M5 S. Siro-Garibaldi, vi si realizzò una fossa per riversarvi il materiale scavato. Nei mesi immediatamente seguenti il dissesto, al fine di colmare il "vuoto" logistico creatosi dall'inaccessibilità dell'impianto, venne velocemente eretta una, assai più anonima, tensostruttura nel quartiere Lampugnano che venne poi ribattezzata PalaTrussardi. La linea architettonica, dall'ardita forma a conchiglia, è stata poi ripresa da altre strutture sportive nel mondo tra cui il "Pengrowth Saddledome" di Calgary e il "Peace and Friendship Stadium" di Atene, fatalmente inaugurato esattamente un mese dopo il disastro del palazzetto. Il palasport di Milano è stato anche la sede degli unici due concerti tenuti dai Queen in Italia, il 14 e 15 settembre 1984. L'edificio è stato immortalato nelle sequenze di numerosi film italiani, tra cui: Eccezzziunale... veramente interpretato da Diego Abatantuono Ecco noi per esempio... con Adriano Celentano e Renato Pozzetto Milano odia: la polizia non può sparare Milano rovente e L'uomo della strada fa giustizia di Umberto Lenzi Tutto a posto e niente in ordine scritto e diretto da Lina Wertmüller, in cui una scena è girata direttamente all'interno del palazzetto in costruzione. Viene qui mostrato in modo chiaro il reticolo di cavi di acciaio che avrebbero poi sostenuto la copertura È stato il set del film di Florestano Vancini La baraonda - Passioni popolari, ambientato durante la Sei giorni di ciclismo. Nel 1976, pochi mesi dopo l'inaugurazione, il palasport ospitò una puntata di Giochi senza frontiere. Il Palazzone viene citato nella canzone Ventrale degli Offlaga Disco Pax come teatro dell'ultimo record del mondo del salto in alto effettuato tramite questa tecnica (primato ottenuto da Volodymyr Jaščenko ai campionati europei indoor di atletica leggera del 1978). La canzone poi ricorda che «Sette anni dopo quel palasport crollò sotto una nevicata memorabile». Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su palasport di San Siro

Stadio Giuseppe Meazza
Stadio Giuseppe Meazza

Lo stadio Giuseppe Meazza, noto anche come stadio San Siro, è un impianto sportivo multifunzione italiano di Milano. Sorge nel quartiere di San Siro, cui deve il nome con il quale fu noto fino al 1980, allorquando fu intitolato alla memoria di Giuseppe Meazza (1910-1979), calciatore milanese che fu campione mondiale nel 1934 e nel 1938. Inaugurato nel 1926 come terreno di proprietà del Milan, nel 1935 fu acquisito dal comune di Milano e da quest'ultimo ampliato tra il 1937 e il 1939. Dopo la guerra, negli anni cinquanta, vi fu edificata una gradinata sopraelevata continua (il cosiddetto «secondo anello») grazie alla quale raggiunse una capienza di quasi centomila spettatori, cui fece seguito l'impianto d'illuminazione. Tra il 1987 e il 1990 fu sottoposto alla sua più recente ristrutturazione, a seguito della quale fu dotato di un'ulteriore gradinata, nota come «terzo anello». Successivi lavori intrapresi nel nuovo millennio hanno riguardato l'adeguamento dell'interno dell'impianto, il terreno di gioco, il fossato e l'eliminazione dell'area tecnica a bordo campo; la capienza alla stagione 2023-24 è di poco inferiore ai 76000 posti, tutti a sedere. Storicamente impianto interno delle due più note compagini calcistiche professioniste cittadine, il Meazza ospita il Milan fin dalla sua inaugurazione e l'Inter dal 1947. Soprannominato «la Scala del calcio» per traslato dal concittadino Teatro alla Scala, è l'impianto sportivo più capiente d'Italia. È, inoltre, il quinto stadio italiano in attività per anzianità di servizio, dopo il "Ferraris" di Genova (entrato in esercizio nel 1911), il "Penzo" di Venezia (1913), il “Ceravolo” di Catanzaro (1919) e il "Tardini" di Parma (1924). Il suo primo appuntamento calcistico internazionale fu il mondiale 1934, del quale ospitò una delle semifinali; nel dopoguerra vi si svolsero gare dell'europeo 1980 e del mondiale 1990 e, più recentemente, la finale di Nations League 2021. In ambito di club è stato designato quattro volte dall'UEFA quale stadio della finale di Coppa dei Campioni – e, a seguire, Champions League – tra il 1965 e il 2016; in quanto impianto interno di una delle contendenti, ha inoltre ospitato quattro finali di Coppa UEFA, tre dell'Inter nel 1991, 1994 e 1997, e una della Juventus nel 1995; nella stagione 2019-20 fu anche lo stadio delle gare europee dell'Atalanta. Benché destinato quasi esclusivamente al calcio, registra il record nazionale d'affluenza per un incontro di rugby, tra Italia e Nuova Zelanda del 2009, cui assistettero più di 81000 spettatori; in precedenza, nel 1960, aveva ospitato un incontro per la corona mondiale di pugilato tra Duilio Loi e Carlos Ortiz. È, inoltre, lo stadio designato a ospitare la cerimonia d'apertura dei XXV Giochi olimpici invernali in programma a Milano e Cortina d'Ampezzo nel 2026. Fuori dall'ambito sportivo, è utilizzato fin dal 1980 come sede di concerti, in particolare nella stagione estiva, e ha visto esibirsi, tra gli altri, artisti internazionali di rilievo quali Bob Marley, i Rolling Stones, Michael Jackson, Bob Dylan e Bruce Springsteen. L'impianto è concesso in gestione a M-I Stadio S.r.l., società compartecipata da Inter e Milan.

Chiesa di San Giuseppe Calasanzio (Milano)
Chiesa di San Giuseppe Calasanzio (Milano)

La chiesa di San Giuseppe Calasanzio è una chiesa parrocchiale di moderna costruzione che si trova a Milano in via Don Carlo Gnocchi, nei pressi di piazzale Axum, nel territorio del Decanato di San Siro. Terminata nel 1965 su disegno dell'architetto Carlo Bevilacqua e dell'ingegner Francesco Leone, fu eretta nell'ambito del programma Ventidue chiese per ventidue concili contenuto nel Concilio Vaticano II. La prima pietra della nuova chiesa fu posta nel 1962 proprio dall'allora Arcivescovo di Milano Giovanni Montini, ideatore del piano e futuro Papa Paolo VI. La chiesa è dedicata al fondatore dei Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie o Padri Scolopi San Giuseppe Calasanzio, proclamato Santo nel 1767 da Papa Clemente XIII. La costruzione è organizzata con pianta a croce con le quattro navate che convergono verso l'altare maggiore, tre delle quali sono occupate dallo spazio dedicato all'assemblea dei fedeli e la quarta alla zona absidale. Nel centro domina l'altare alle spalle del quale, sulla parete di fondo dell'abside, spicca un grande mosaico con San Giuseppe Calasanzio attorniato dai fanciulli e con accanto il Venerabile Glicerio Landriani, pronipote di San Carlo Borromeo e parte dell'ordine degli Scolopi. Il grande mosaico, tutto sulle tonalità oro, fu disegnato da Baccio Maria Bacci e realizzato dal pittore Franco d'Urso. Alle spalle dell'altare due vetrate artistiche sempre di Baccio Maria Bacci decorate con simboli dei quattro Evangelisti; sul perimetro altre vetrate colorate opera di Ernesto Tross contribuiscono all'illuminazione del tempio. Chiese di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Ventidue chiese per ventidue concili Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giuseppe Calasanzio a Milano Sito ufficiale, su parrocchiacalasanzio.it. Chiesa di San Giuseppe Calasanzio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Piazza d'Armi (Milano)
Piazza d'Armi (Milano)

La Piazza d'Armi è una vasta area verde di Milano, compresa tra la Caserma Santa Barbara, i magazzini militari di Baggio, quasi completamente demoliti nel giugno 2020, l'ospedale San Carlo Borromeo e via delle Forze Armate. Il nome piazza d'armi deriva dalla destinazione aeronautica e militare che le fu assegnata agli inizi del 1900, al posto di quella tradizionalmente agricola dei secoli precedenti. Nel XIV secolo in quest'area si estendevano i campi coltivati dalle cascine Moretto (demolita attorno al 1930), Barocco, Linterno e Torrette di Trenno. L'attività agricola prosegue ancora presso cascina Linterno, mentre cessò sull'area considerata all'inizio del 1900, prima per le attività dell'Aerodromo di Forlanini, poi per la trasformazione in Piazza d'Armi di Milano. Nel 1906 Enrico Forlanini, inventore dei dirigibili semirigidi, che si contrapponevano ai dirigibili rigidi tedeschi, fondò le "Officine Leonardo da Vinci". Il 17 agosto 1913 prese il volo il dirigibile F2 Città di Milano, il cui nome è un tributo alla città perché Forlanini poté costruirlo anche grazie ad una sottoscrizione popolare con la quale i milanesi parteciparono al finanziamento dell'impresa. Nel 1917 l'aerodromo venne intitolato al comandante Remo La Valle, che quell'anno perse la vita nell'abbattimento della sua aeronave. Il 15 aprile 1928 Umberto Nobile decollò con l'aeronave Italia per la seconda esplorazione del Polo Nord (la prima fu condotta con il dirigibile Norge). Anche questa impresa fu finanziata dai milanesi e fu anche per questo motivo che la nave di appoggio ebbe il nome "Città di Milano". Sul finire degli anni '20 la piazza d'armi fu spostata in quest'area dalla sua precedente collocazione, che sarà convertita ad un utilizzo civile per ospitare la Fiera Campionaria. Ancora prima la piazza d'armi era collocata dove oggi si trova il Parco Sempione. Negli anni '30 nell'area vennero eretti la Caserma Santa Barbara e l'Ospedale Militare di Baggio realizzando così uno dei più estesi complessi militari cittadini esistenti in Italia. Per quasi 50 anni l'area verde è stata usata per l'addestramento dei militari e per manovre con carri armati. Dopo la cessazione della leva militare obbligatoria, l'area non fu più utilizzata. Già dal primo dopoguerra l'area nord est della PdA divenne sede di orti abusivi e di un'apicoltura, tuttora esistenti. Tuttavia la più grande porzione dell'area verde si è trasformata in un bosco spontaneo con flora e fauna selvatica,anche protetta; nelle sere d'estate attraverso i cancelli su via Forze armate si possono osservare le lucciole. L'8 agosto 2014, Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e il Comune di Milano hanno siglato un "Protocollo d'Intesa finalizzato alla riqualificazione e razionalizzazione di alcuni siti militari presenti sul territorio cittadino". Tra questi la Piazza d'Armi. Nel 2015 Investimenti Immobiliari Italiani Sgr S.p.A. (Invimit Sgr), una società di gestione del risparmio del Ministero dell'Economia e delle Finanze, è stata incaricata del recupero e della valorizzazione dell'area. Il 31 gennaio 2023 il Consiglio di amministrazione di Invimit Sgr ha approvato l’avvio delle attività funzionali alla pre-commercializzazione dell'area. Cascina Torrette di Trenno Parco delle Cave Cascina Linterno Ospedale Militare di Baggio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piazza d'Armi L'aeroporto di Baggio e il dirigibile - Archivio storico del Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. Documentario "Un'oasi segreta a Milano" video 17 min, su youtube.com. Le Giardiniere Milano, su legiardinieremilano.it.