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Museo civico archeologico di Villa Mirabello

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Villa Mirabello
Villa Mirabello

Il Museo civico archeologico di Villa Mirabello è un museo di Varese, ospitato dal 1949 nell'omonima Villa Mirabello.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Museo civico archeologico di Villa Mirabello (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Museo civico archeologico di Villa Mirabello
Piazza della Motta, Varese Giubiano

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.815774 ° E 8.822802 °
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Indirizzo

Civici Musei di Villa Mirabello, Archeologico e Risorgimentale

Piazza della Motta 4
21100 Varese, Giubiano
Lombardia, Italia
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Numero di telefono
Comune di Varese

call+390332255485

Sito web
cspa-va.it

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linkWikiData (Q16335817)
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Villa Mirabello
Villa Mirabello
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Luoghi vicini

Villa Mirabello (Varese)
Villa Mirabello (Varese)

Villa Mirabello è una villa situata a Varese, all'interno del complesso dei giardini del Palazzo Estense. La più antica attestazione di una dimora signorile in località Mirabello è del 1725, anno in cui Girolamo di Colloredo-Waldsee fu ospite dei proprietari di allora - la famiglia Gorla. Successivamente, la dimora passò dapprima nelle mani del Conte Gaetano Stampa di Soncino e, in seguito, in quelle della famiglia Taccioli (1838), la quale commissionò all'architetto Clericetti un importante intervento di ristrutturazioni. A Luigi Taccioli si deve, nel 1839, la costruzione di una scuderia. I lavori del Clericetti, comprensivi del rifacimento della cappella gentilizia, durarono fino al 1840 e conferirono alla villa un aspetto di dimora inglese con, in adiacenza, una serie di serre. Gli interventi comportarono inoltre la realizzazione di una torretta. Dopo essere passata ai marchesi Litta Modignani, dal 1948 (o 1949) la villa è proprietà dell'amministrazione comunale e oggi ospita il Museo civico archeologico e la Sezione Risorgimentale dei Musei Civici di Varese. Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Mirabello Musei Civici di Villa Mirabello e Risorgimento, su varesecultura.it, Varese Cultura. URL consultato il 1-2-2015 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2015).

Palazzo Biumi
Palazzo Biumi

Il palazzo Biumi, detto Broletto (in lombardo Broett) è situato nel centro storico di Varese, in piazza del Podestà, adiacente al palazzo Pretorio. Il palazzo è ricordato dalle fonti storiche come esistente sin dal Trecento, quando la proprietà appare già legata al nome dei Biumi, famiglia della più antica nobiltà varesina, titolare dal Cinquecento del marchesato di Binasco e imparentatasi nei secoli con illustri casati, tra i quali spiccano i Litta, loro eredi, ma anche gli Abbiateforieri, i Daverio, i Sessa e i Castiglioni: la prima menzione del loro palazzo fa appunto riferimento all'ospitalità che il nobile Giovannino Biumi offrì all'Imperatore Sigismondo di Lussemburgo (1368-1437), di cui era consigliere, in occasione della sua visita al Ducato di Milano. Nel 1590, per iniziativa dei coniugi Giovanni Pietro Biumi e Violante Abbiate Forieri, avvenne il primo e più importante ampliamento del palazzo, con la realizzazione dell'ampio porticato ancor oggi esistente. La facciata attuale risale invece ad un successivo ampliamento del secondo decennio del Seicento, sempre su commissione di Giovanni Pietro Biumi: essa mantiene ancor oggi i balconi originali in ferro battuto e anche il portale, che presenta teste leonine intagliate nella pietra, ispirate al progetto del campanile di San Vittore di Giuseppe Bernascone. Fu in occasione di questa seconda sistemazione che furono realizzati gli affreschi del piano nobile del palazzo, di cui oggi resta ben poco: sono emersi solo alcuni frammenti, fra cui il plausibile ritratto della marchesa Violante Abbiate Forieri. [collegamento mancante] Lo splendore raggiunto dal palazzo rimase intatto sino al Settecento, quando subì il progressivo abbandono dei suoi proprietari: la situazione peggiorò ulteriormente quando la proprietà, estinto il ramo primogenito dei marchesi di Binasco, fu ereditata dai Litta, nobili milanesi, in virtù del matrimonio fra Agnese Biumi e Francesco Litta. Nell'Ottocento, estinti anche i Litta Biumi, il palazzo subì una parziale demolizione e divenne in parte proprietà comunale, in parte di privati. Originariamente era un cortile di fattura cinquecentesca chiuso si tre lati e aperto sulla piazza Podestà. Sulla superficie muraria dei lati maggiori si conservano ancora tracce sbiadite di una teoria di tondi affrescati raffiguranti uomini illustri. Venne chiuso all'inizio del 1600 con la costruzione di palazzo Biumi. Nel corso dell'Ottocento fu demolito il lato ovest verso l'attuale via Veratti, e la facciata interna completamente rimaneggiata. Passando dall'andito, si giunge al cortile interno (il “Broletto”): in questo luogo, fino a fine ottocento, si teneva il mercato delle granaglie. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Biumi Varese Palazzo Estense Battaglia di Varese Palazzo Pretorio

Chiesa di San Giuseppe (Varese)
Chiesa di San Giuseppe (Varese)

La chiesa di san Giuseppe è una chiesa cattolica situata a Varese, in Lombardia, edificata quale oratorio della confraternita della Beata Concezione e del Gonfalone a partire dal 1504. La facciata attuale, fu realizzata nel 1725 su disegno dell'architetto varesino Giovanni Antonio Speroni in forme tardobarocche. L'edificio ha una semplice pianta ad aula rettangolare con abside; in quanto in origine sede di confraternita, la chiesa pubblica è separata dal coro riservato alla confraternita da un'iconostasi in legno in legno intagliato e dipinto, al di sopra della quale si trova una statua dell’Immacolata affiancata da due angeli musicanti, perfettamente conservata. La volta a lacunari, affrescata con angeli musici e recanti fiori, è firmata dal pittore varesino Giovan Battista del Sole e datata 1658 . Sulle pareti della navata sono affrescate le storie di Adamo ed Eva, recanti alla base gli stemmi di due famiglie varesine, gli Alemagna e i Martignoni, ad opera di Antonio Rancati (seconda metà del secolo XVII). Le affiancano una serie di statue in terracotta datate agli inizi del sec. XVII, raffiguranti San Tommaso, San Bonaventura, San Giovanni Apostolo, il re Davide, Sant'Andrea e Giobbe. Nel 1653 il priore Andrea Martignoni commissiona a Melchiorre Gherardini detto il Ceranino (Milano 1607-1675) la decorazione della volta del presbiterio, raffigurate sei episodi veterotestamentari: la Cacciata di Eliodoro, la Trasfigurazione di Elia, lo Sterminio della casa di Davide, Intercessione di Ester, la Ribellione di Lucifero e, probabilmente, Uccisione di Adonia. Al centro della volta del coro si trova lo stemma della Confraternita. Le pareti furono affrescate nel secolo successivo dal pittore locale Giovan Battista Ronchelli (Cabiaglio, 1715-1788) con le storie di San Giuseppe (il Sogno di Giuseppe, lo Sposalizio della Vergine, la Sacra Famiglia, Fuga in Egitto e la Morte di Giuseppe). Al centro, tra le statue in stucco bianco e dorato di San Giuseppe e San Gioacchino, una tela raffigura l'Immacolata Concezione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di san Giuseppe