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Stazione di Venegono Superiore-Castiglione Olona

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Venegono Superiore Stazione 0658
Venegono Superiore Stazione 0658

La stazione di Venegono Superiore-Castiglione Olona è una fermata ferroviaria posta sulla linea Saronno-Laveno, a servizio dei comuni di Venegono Superiore e Castiglione Olona, in provincia di Varese. Originariamente stazione, venne trasformata in fermata il 5 giugno 2010. Il fabbricato viaggiatori è presenziato da agente di guardia. La stazione è gestita da Ferrovienord ed è servita dai treni regionali operati da Trenord da e per Milano Cadorna, Varese Nord e Laveno Mombello, nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Venegono Superiore-Castiglione

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Venegono Superiore-Castiglione Olona (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Venegono Superiore-Castiglione Olona
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Venegono Superiore-Castiglione Olona

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Venegono Superiore Stazione 0658
Venegono Superiore Stazione 0658
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Luoghi vicini

Vedano Olona
Vedano Olona

Vedano Olona (Vedàn in dialetto varesotto) è un comune italiano di 7 292 abitanti della provincia di Varese in Lombardia. La chiara origine latina del nome fa supporre una consolidata presenza romana sul territorio del Comune. Infatti Vedano sorge su una terrazza posta sulla sponda sinistra del fiume Olona, compresa tra due strade romane: la Via Mediolanum-Bilitio, che partiva da porta Giovia e arrivava a Varese e che presentava due punti di contatto con il territorio vedanese (alla Cascina Ronco e al Ponte di Vedano), e la Como-Varese, che passava da Binago, Concagno e Malnate. Probabilmente qui sorgeva, staccato dal fondo valle e poco propizio allo sviluppo di centri abitati, ma vicino alle vie di comunicazione, uno di quei tanti agglomerati agricoli di cui pullulava la piana in età romana. Proprio questo primo insediamento ha costituito il nucleo originario del futuro paese, la cui esistenza nel Medioevo è attestata da parecchi documenti. In particolare Giorgio Giulini ricorda come nel 1121 gli abitanti di Vedano, accorsi in aiuto dei Binaghesi, aggrediti dai Comaschi, furono anch'essi "battuti e posti in fuga". Al X secolo risale forse l'origine della chiesetta romanica di S. Pancrazio e nello stesso secolo Vedano annoverava la presenza di due case di Umiliati, religiosi e lavoratori della lana, il cui nome nel XIII secolo e nel XIV secolo era diventato sinonimo di buon panno. Durante l'occupazione spagnola, avvenne l'infeudazione di Vedano, le cui terre passarono definitivamente al senatore Giacinto Arrigoni il 3 aprile 1648. Poiché la concessione feudale in epoca spagnola consentiva al signore la proprietà fondiaria di tutto il feudo, la nobile famiglia degli Odescalchi cominciò ad acquistare l'intera proprietà di Vedano intorno al 1622 fino a diventarne i maggiori possidenti, come documenta il catasto del 1753. Il palazzo, residenza della potente famiglia, ristrutturato nel 1933, è diventato la sede del Comune. La figura più significativa della famiglia fu Benedetto Odescalchi, divenuto Papa col nome di Innocenzo XI e beatificato nel 1956. Con la fine del secolo XIX, anche Vedano fu interessata allo sviluppo industriale: nel 1873 erano presenti due filande e tre opifici, lungo l'Olona. I suoi abitanti lavoravano però soprattutto nelle fabbriche di Varese e della Valle Olona, quando non emigravano per sfuggire alla miseria (nel solo 1901 i vedanesi emigrati furono 400, in particolare verso Svizzera e Germania). La prima forma di associazionismo operaio fu la “Società di Mutuo Soccorso fra operai e contadini” sorta nel 1883. Ad essa si aggiunsero presto iniziative d'ispirazione socialista: la Cooperativa di Consumo, fondata nel 1898, la Lega dei Muratori, aperta nel 1903 e prima struttura sindacale a Vedano; la Cooperativa per Costruzioni Case Popolari costituita nel 1909. Nel primo dopoguerra anche i cattolici s'impegnarono in campo sociale, promuovendo con don Perego l'Ufficio del Lavoro. Attualmente risultano ancora attive le due cooperative di tradizione socialista, il Circolo Cooperativo Vela e la Cooperativa Costruzione Case Popolari. È importante citare anche il gruppo Alpini Silverio Beretti, che nel 2010 ha festeggiato il cinquantesimo anno dalla fondazione. Su tutte queste opere si abbatté la scure del fascismo: in particolare furono occupate le cooperative socialiste per costruzioni di case e furono arrestati i due sacerdoti, don Pietro De Maddalena e don Luigi Monza. Quest'ultimo ritornò a Vedano nel 1937 per fondare la prima di oltre 30 case della Nostra Famiglia, istituto di laiche consacrate dedite alla riabilitazione di ragazzi con disabilità. Don Luigi Monza è stato beatificato nel 2006. Numerosi furono anche a Vedano i combattenti per la libertà durante il biennio di resistenza (1943-1944). Tra i caduti per cause di guerra ricordiamo Mario Chiesa, a cui è dedicata la lapide posta in via 1º maggio. Lo stemma e il gonfalone erano stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 ottobre 1964. Sono simbolicamente rappresentati: la strada provinciale Malnate-Vedano-Venegono, la Salita del Marone, il ponte sul fiume Olona su campo verde (simbolo della pianura fertile) e il ponte sul torrente Quadronna. Il campo giallo attraversato da righe rosso-carminio riprende in parte lo stemma degli Odescalchi, del quale si utilizzano le lampade (in origine definite come coppe di rosso) per indicare le sei frazioni. Il gonfalone è un drappo di rosso. Chiesa parrocchiale di San Maurizio Chiesa di San Pancrazio Chiesa di San Rocco Chiesa della Beata Vergine Addolorata, nel quartiere Véla Chiesa del Lazzaretto, nell'omonima località Palazzo Odescalchi, attuale sede del Municipio Villa Spech Villa Fara Forni Villa Robbio Villa Monetti Ex Lavatoio del Perseghét Ex Fornace della Baraggia Palestra comunale da pallacanestro, calcio a 5 e pallavolo Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate: area boschiva protetta per interessi naturalistici ed escursionismo Campagna di Vedano: area agricola, tra le maggiori della Provincia di Varese, per passeggiate 707 nel 1751 1 273 nel 1805 annessione a Venegono nel 1809 1 724 nel 1853 7328 nel 2020 Abitanti censiti Per la Chiesa cattolica il territorio comunale coincide con la giurisdizione della parrocchia di San Maurizio martire, facente parte dell'arcidiocesi di Milano. Il rito liturgico in uso è quello ambrosiano. Sul territorio è presente una minoranza musulmana. Il Comune di Vedano Olona presenta un unico centro abitato la cui ossatura è costituita dalla connessione dei centri storici del centro e del quartiere Véla. Su di esso, posto sulla terrazza pianeggiante in posizione centrale nel territorio comunale, gravitano alcuni nuclei abitati e gruppi di case sparse. Nel centro storico si trovano il municipio e la chiesa parrocchiale. Il centro abitato è storicamente diviso nei seguenti rioni: Centro storico Véla Baraggia (Baràgia) Cruséta Perseghét Ad essi va ad aggiungersi la moderna area residenziale posta a sud della Circonvallazione (attuale via I Maggio). Tale area è convenzionalmente divisa in due quartieri, uno ad ovest ed uno ad est, rispettivamente denominati Fossa e Brera. La Vèla, nonostante venga spesso considerato un semplice rione di Vedano, rappresenta un caso particolare di sviluppo urbanistico. Il suo centro storico ha avuto origine molto vicino a quello di Vedano e ha raggiunto dimensioni maggiori rispetto a quelle di molti centri storici di tutta la zona circostante. Nonostante questo non ha mai avuto alcuna indipendenza, né civile né religiosa, seguendo sempre le sorti del vicino capoluogo e restando in una situazione di anonimato. Tale teoria è dimostrabile confrontando le sue caratteristiche urbanistiche con quelle di altri paesi e con l'assenza di ogni particolare menzione della frazione Véla nelle fonti storiche. Nuclei abitati: Cascina Ronco, Fondo Campagna, Molino Fontanelle, Tròn Case sparse o isolate: Cascina Celidonia, Cascina Ronchi - Pella, Costacce, La Vigna, Lazzaretto Il paese è servito dalla ferrovia Saronno-Laveno tramite la Stazione di Vedano Olona. Tra il 1915 e il 1939 è stata inoltre operativa la fermata Lozza-Ponte di Vedano, servita dalla ferrovia di Valmorea, privata del traffico passeggeri nel 1938, fu soppressa definitivamente l'anno successivo. L'ex fabbricato viaggiatori venne demolito. Il comune è attualmente attraversato dalla A60 tangenziale sud di Varese, su cui è presente lo svincolo per Vedano Olona. Stazione di Vedano Olona Stazione di Lozza-Ponte di Vedano Ceves Vedano Olona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vedano Olona Sito ufficiale, su comune.vedano-olona.va.it. Vedano Olóna, su sapere.it, De Agostini.

Chiesa di San Maurizio (Vedano Olona)
Chiesa di San Maurizio (Vedano Olona)

La chiesa di San Maurizio è la parrocchiale di Vedano Olona, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Tradate. Nel Liber seminarii del 1564 si legge che Vedano era una rettoria dipendente dalla pieve di Castelseprio. Tuttavia, a partire dal XVI secolo la chiesa vedanese entrò a far parte della pieve foraniale di Carnago. Nel 1618 l'originaria cappelletta venne demolita e al suo posto sorse la nuova chiesa, come era desiderio dell'arcivescovo Federigo Borromeo. Nel 1622 la chiesa venne aperta al culto, mentre poté dirsi completata in ogni sua parte solo nel 1640. Dalla relazione della visita pastorale del 1747 dell'arcivescovo di Milano Giuseppe Pozzobonelli s'apprende che a servizio della cura d'anime v'era il solo parroco, che i fedeli ammontavano a 991 e che la parrocchiale, in cui aveva sede la confraternita del Santissimo Sacramento, aveva come filiali la chiesa di San Pancrazio e l'oratorio di San Salvatore.Grazie alla Nota parrocchie Stato di Milano del 1781, si conosce che, al censimento dell'anno precedente, i fedeli erano aumentati a 1199 e che il reddito parrocchiale ammontava a circa 1363 lire. Nel 1824 venne posta la prima pietra del campanile, voluto dall'allora parroco don Gabriele Argenti; la torre venne ultimata nel 1835 riutilizzando i materiali ricavati dalla demolizione del campanile della chiesetta di San Pancrazio.La parrocchiale venne poi ampliata tra il 1840 e il 1845; in quell'occasione fu ricostruita la facciata; il 22 novembre 1888 la chiesa passò al vicariato di Tradate, come stabilito dall'arcivescovo Luigi Nazari di Calabiana. Nel 1901 l'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, compiendo la sua visita pastorale, riscontrò che i fedeli erano 2500 e che nella parrocchiale, che aveva alle proprie dipendenze le cappelle di San Pancrazio, dell'Immacolata, dell'Addolorata, di San Rocco e di San Salvatore, avevano sede la confraternita del Santissimo Sacramento, la Pia Unione delle Figlie di Maria, la compagnia di San Luigi Gonzaga, i Terziari Francescani e i sodalizi del Carmine, di San Giuseppe, di San Mattia e dell'Addolorata. Il 23 gennaio 1923, in ottemperanza al decreto dell'arcivescovo Eugenio Tosi, la parrocchia passò al vicariato di Malnate, mentre poi nel 1972 entrò a far parte del decanato di Tradate.Tra il 2012 e il 2013 la chiesa fu interessata da alcuni lavori di risistemazione, come la posa del nuovo pavimento e l'installazione dell'impianto di riscaldamento. La facciata della chiesa è tripartita da quattro paraste corinzie sorreggenti il timpano; al centro si trova il portale d'ingresso, sopra il quale s'apre una finestra semicircolare, mentre ai lati sono presenti sue finestrelle ad arco a tutto sesto. L'interno dell'edificio è costituito da un'unica navata, sulla quale s'affacciano le cappelle laterali; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, a sua volta chiuso dall'abside. Opere di pregio qui conservate sono l'altare maggiore, impreziosito dalle raffigurazioni di San Maurizio, di Sant'Alessandro e della Crocifissione di Cristo, l'annesso tabernacolo caratterizzato da due statue di angeli, i medaglioni della volta, in cui sono rappresentati alcuni santi, e gli altari minori di San Carlo, della Madonna Addolorata, risalente al 1683, del Sacro Cuore, di San Giuseppe e di Sant'Antonio di Padova. Vedano Olona Arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Maurizio Chiesa di San Maurizio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Parrocchia di S. MAURIZIO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 3 marzo 2021.

Battistero di Castiglione Olona
Battistero di Castiglione Olona

Il Battistero di Castiglione Olona è un edificio del complesso della collegiata dei Santi Stefano e Lorenzo, celebre per ospitare un notevole ciclo di affreschi di Masolino da Panicale (Storie di san Giovanni Battista, del 1435). Il vano del "battistero" nacque probabilmente come cappella gentilizia, dedicata a San Pietro, all'interno dello smantellato castello di Castiglione Olona. A sua volta, l'edificio religioso sarebbe stato edificato sulla base di una delle torri del castello. All'epoca del cardinale Branda Castiglione fu ristrutturato e decorato dal famoso ciclo di Masolino, che aveva già lavorato per il cardinale a Roma, nella basilica di San Clemente di cui era stato titolare. Nel corso dei secoli subì usi anche impropri, come nell'Ottocento quando fu utilizzato come deposito attrezzi. Si accede all'ambiente tramite una porta fiancheggiata dalla sinopia di un'Annunciazone di Masolino, il cui affresco - staccato nel 1964 - si trova oggi nell'ambiente antistante. L'interno è composto da un vano quadrilatero voltato, separato tramite un'arcone ogivale dal presbiterio, coperto a botte. Davanti al piccolo altare si trova un fonte battesimale del XV secolo, con il fusto decorato da putti, opera del ticinese Francesco Solari di Carona. La parete esterna del fonte ospita una raffigurazione del peccato originale, nonché l'emblema della famiglia Castiglioni. Sulle pareti e sulle volte si dispiega il ciclo di affreschi di Masolino, opera della maturità, datata 1435. Gli episodi della vita del Battista si svolgono lungo le pareti con una forte compenetrazione dell'architettura dipinta con quella reale e, in alcuni casi, il tentativo di superare la barriera stessa della fine della parete legando le scene contigue con effetti illusionistici. Importante è l'uso della prospettiva brunelleschiana, qui applicata per la prima volta in Lombardia, legata anche a raffinatezze cromatiche e materiche (come l'uso della lamina metallica in aureole e armature), che fanno di Masolino un artista di transizione tra i linguaggi del Tardogotico e del Rinascimento in senso stretto. Lo stato di conservazione del ciclo è diseguale: se la parete di destra e quella di fondo sono ben leggibili, quella di sinistra e parte di quella centrale sono invece danneggiate, poiché più esposte all'umidità e alle intemperie. Sulla volta si trovano i quattro evangelisti attorno a una raffigurazione dell'Agnello mistico nella chiave di volta. Le storie del Battista iniziano in controfacciata a destra, con l'Annuncio a Zaccaria, ambientato in un edificio a pianta centrale e vicino a una straordinaria veduta di Roma sopra la porta d'ingresso, seguito dalla Visitazione (scarsamente leggibile). Proseguono sulla parete sinistra si trova la Natività del Battista, quasi completamente perduta, e l'Imposizione del nome, ambientata sotto un'arcata che forma un "cannocchiale prospettico", capace di dilatare a dismisura lo spazio fisico della cappella. Sull'arcone si trovano i quattro Dottori della Chiesa, seduti presso i loro scranni da studiosi, e due Profeti. Nella scarsella, senza soluzione di continuità tra le pareti, sono raffigurati la Predica del Battista, il Battesimo di Cristo (al centro) e la Cattura e prigionia del Battista. Nella volticciola Dio Padre tra angeli, scena collegata al sottostante battesimo, in una raffigurazione complessiva della Trinità. Segue sulla parete di tramezzo la Decollazione del Battista, e in alto, sull'arco, due angeli con cartiglio (uno quasi illeggibile). Sulla parete destra infine il Banchetto di Erode, forse la scena più nota dell'intero ciclo, che comprende anche la consegna della testa ad Erodiade (a destra) e la sepoltura del Battista (sullo sfondo). Soprattutto in quest'ultima scena compaiono diversi astanti in eleganti abiti contemporanei, probabilmente il cardinale Branda e altri dignitari del luogo, secondo un espediente già usato anche nella cappella Brancacci. Carlo Meazza e C. Alberto Lotti, appendice, in Castiglione Olona, Castelseprio, Mazzucchelli Celluloide S.p.A., 1979. AA. VV., Lombardia, Touring Club Italiano, Milano 2007. Federica Armiraglio, Castiglione Olona. Un borgo d'arte, Sagep editori, 2017. Banchetto di Erode (Masolino) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul battistero di Castiglione Olona

Stazione di Castiglione Olona
Stazione di Castiglione Olona

La stazione di Castiglione Olona era posta lungo la ferrovia Castellanza-Mendrisio, dismessa nel 1977, e serviva il comune di Castiglione Olona. L'impianto venne attivato il 31 dicembre 1915 contestualmente all'inaugurazione della tratta da Cairate-Lonate a Valmorea, avvenuta a cura della Società Anonima per la Ferrovia Novara-Seregno (FNS). L'11 dicembre 1938 il capolinea della ferrovia fu arretrato a Malnate in conseguenza degli eventi correlati con la seconda guerra mondiale; l'anno successivo la ferrovia venne attestata a Castiglione Olona e l'impianto assunse conseguentemente la funzione di stazione di testa. In conseguenza di ciò il traffico passeggeri diminuì, per essere definitivamente soppresso nel 1952, lasciando alla stazione la sola funzione di scalo per le merci. Il 16 luglio 1977 la linea, e con essa la stazione di Castiglione Olona, venne definitivamente soppressa. La stazione disponeva di un binario di raddoppio lungo 336 metri posato in prossimità del fabbricato viaggiatori; quest'ultimo ha subito un restauro nel 2015 a servizio del tratto di sede trasformato in pista ciclabile. Giovanni Cornolò, Cento anni di storia... delle Ferrovie Nord Milano, Trento, Globo Edizioni, 1979. FENIT 1946 1996, FENIT - Roma, 1996. Franco Castiglioni, Il treno in Valmorea, in I Treni, n. 101, febbraio 1990, p. 28. Giorgio Gazzola, Marco Baroni, La ferrovia della Valmorea, Regione Lombardia, 2008. Scaricabile gratuitamente su www.lavoro.regione.lombardia.it. Paolo Ladavas, Fabio Mentesana, Valle Olona Valmorea. Due nomi, una storia. La ferrovia Castellanza-Mendrisio. Editoriale del Garda, 2000. ISBN 88-85105-08-4 Castiglione Olona Ferrovia di Valmorea Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Castiglione Olona