place

Derby Club

Locali da musicaLocali di cabaretMusica a MilanoPagine con mappeSenza fonti - luglio 2016
Senza fonti - teatri d'Italia
Ingresso del Derby 1
Ingresso del Derby 1

Il Derby Club è stato un celebre locale notturno di Milano, attivo tra il 1959 e il 1985. È diventato noto soprattutto per i numerosi artisti esordienti che ne hanno calcato la scena, poi divenuti popolari personaggi nel mondo della musica, dello spettacolo e del cinema italiano. Nel 1959 i coniugi Gianni e Angela Bongiovanni, zii materni del futuro attore Diego Abatantuono, aprono un ristorante e lo chiamano Gi-Go. Le sale sono ricavate nel seminterrato di una palazzina liberty in via Monte Rosa, al civico 84, una zona periferica milanese vicino all'ippodromo di San Siro. All'inizio degli anni 60 del XX secolo, i Bongiovanni decidono di trasformare il ristorante in un locale «per trovarsi e ascoltare musica», cercando così di risollevare il modesto fatturato del precedente esercizio. Ribattezzato nel 1962 Intra's Derby Club in onore sia del jazzista Enrico Intra, direttore artistico del locale, riconosciuto come colui che aveva portato a Milano il teatro-cabaret, sia dal fatto che lo stabile si trovava vicino all'ippodromo, divenne poi semplicemente Derby Club. Sotto questo nome assurse ben presto a punto d'incontro di personaggi della notte, professionisti, sportivi e malavitosi della Milano più all'avanguardia dell'epoca, fra cui molti architetti che contribuiscono ad arredarlo in modo originale e, per i tempi, anticonvenzionale, mentre gli artisti esordienti – tutti caratterizzati dall'ineguagliabile talento, confermato dalle successive carriere soliste – si esibiscono su una pedana su cui sono piazzati un pianoforte e una batteria. Il Derby entra in crisi dopo un ventennio; la morte nel 1981 del patron Gianni Bongiovanni e il prepotente successo della comicità televisiva, soprattutto nelle allora nuove emittenti private, ne avviano il lento declino. La chiusura definitiva avviene nel 1985 a seguito di una retata della narcotici. Idealmente, il testimone di locale-simbolo del cabaret cittadino passa allo Zelig, inaugurato il 12 maggio 1986. Dal 12 maggio 2001, l'immobile del Derby è occupato dal centro sociale "Il Cantiere". Tra i tanti artisti lanciati dal Derby vi sono: Al Derby Club è dedicato il docufilm del 2024 C'era una volta il Derby Club diretto da Marco Spagnoli. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Derby Club

Estratto dall'articolo di Wikipedia Derby Club (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Derby Club
Via Monte Rosa, Milano QT8

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Derby ClubContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.478333 ° E 9.145417 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Centro Sociale Il Cantiere

Via Monte Rosa 84
20149 Milano, QT8
Lombardia, Italia
mapAprire su Google Maps

Ingresso del Derby 1
Ingresso del Derby 1
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Monte Rosa 91

Monte Rosa 91, chiamato in precedenza Il Sole 24 Ore Headquarters (progettato da Renzo Piano e che ha ospitato la sede dell'omonimo quotidiano), è un edificio di Milano situato nel quartiere Fiera, in viale Monte Rosa al civico 91. Realizzato su un complesso composto da quattro edifici ad uso industriale e pesantemente modificato, originariamente presentava una pianta quadrata. Situato nella periferia nord-occidentale della città meneghina, fu realizzato negli anni 50 ed appartenuto prima all'Isotta-Fraschini e poi alla Siemens-Italtel. Negli anni 90 fu oggetto di un programma di riqualificazione urbana. Del vecchio complesso, è stato demolito un lato del perimetro quadrato che si affacciava sulla strada, realizzando una pianta a ferro di cavallo, con al centro una collinetta sormontata da un giardino, che nasconde al suo interno un parcheggio sotterraneo. La facciata in vetro si caratterizza per la presenza di persiane dal colore verde. L'edificio si sviluppa su 7 piani, di cui 2 interrati. Tra il 2020 e la fine del 2022, a seguito di un cambio di proprietà dell'immobile e del complesso edilizio, è stato pesantemente modificato e restaurato e viene cambiato sia il nome che la destinazione d'uso. Monterosa91, su monterosa91.it. Nuova sede "Il Sole 24 ore", su lombardiabeniculturali.it. (EN) Il Sole 24 Ore Headquarters, su rpbw.com. Headquarters Il Sole 24 Ore, su italian-architects.com. Il Sole 24 Ore, Milano, su unifor.it.

Liceo scientifico statale Vittorio Veneto

Il Liceo scientifico statale "Vittorio Veneto" è un liceo italiano, con sede a Milano in via De Vincenti, 7. Nato nell'anno 1923, il liceo Vittorio Veneto è tra i primi licei scientifici istituiti dalla Riforma Gentile che aveva definito il piano di studi di questa tipologia di istituti superiori. Nel corso del XX secolo, dagli anni sessanta agli anni settanta sono stati attivati vari corsi sperimentali. Dal 1987 è iniziata la sperimentazione legata al PNI e nel 1994 una sperimentazione bilinguistica. La prima sede storica del "Vittorio Veneto" è stata in via della Commenda; più tardi, per adeguarlo all'accresciuta necessità di spazi, il Liceo è stato trasferito in via Circo. Dall'anno 1958, il Liceo ha sede nell'attuale complesso in via De Vincenti. La struttura del complesso di via De Vincenti è costituita da due edifici gemelli, sedi rispettivamente del Liceo Vittorio Veneto e dell'ITIS Ettore Conti. Il "Vittorio Veneto" è dotato di laboratori di fisica, biologia, chimica, informatica e di varie aule speciali. Il Liceo dispone anche di una specola per le osservazioni astronomiche e di una fornita biblioteca. Possiede palestre coperte (una delle quali è dotata di parete per l'arrampicata) e dispone di varie attrezzature sportive all'aperto. Aspetti della I guerra mondiale nei suoi riflessi politici, sociali e culturali, Convegno di storia Auditorium Liceo Scientifico Statale "Vittorio Veneto", Milano 10 marzo 2005, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2006, OCLC 879230302, SBN IT\ICCU\MIL\0713049. Dai pianeti alle supernovae: quattro secoli di astronomia: 2009: anno mondiale dell'astronomia, Convegno di astronomia: Auditorium del Liceo Scientifico statale Vittorio Veneto: Milano, 11 e 12 febbraio 2009, Pavia, Tipografia Commerciale Pavese, 2009, OCLC 955239842, SBN IT\ICCU\BVE\0532836. Augusto Marinoni, I rebus di Leonardo da Vinci raccolti e interpretati: con un saggio su 'Una virtù spirituale', Firenze, Olschki, 1954, OCLC 65303610, SBN IT\ICCU\UBO\0085607. Stefano Bonfanti Tullio Crali Riccardo Giacconi, premio Nobel per la Fisica 2002 Tommaso Gnone Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liceo scientifico statale Vittorio Veneto Sito ufficiale, su liceovittorioveneto.edu.it.

Chiesa di Sant'Anna Matrona
Chiesa di Sant'Anna Matrona

La chiesa di Sant'Anna Matrona è una chiesa parrocchiale cattolica di Milano, posta in zona Fiera del quartiere Portello. Per servire le necessità spirituali di un quartiere in fase di progressiva crescita demografica, nel 1959 l'arcivescovo Montini istituì una nuova parrocchia, intitolata a Sant'Anna Matrona, scorporandone il territorio dalle parrocchie di San Pietro in Sala e di San Protaso. I lavori di costruzione della chiesa parrocchiale, progettata dall'architetto Cassi Ramelli, ebbero inizio nel marzo 1959 e si conclusero l'anno seguente; la chiesa fu inaugurata dall'arcivescovo il 18 dicembre 1960. Nel 1976 l'area presbiteriale fu ridisegnata per adattare l'altare alle nuove prescrizioni del Concilio Vaticano II. La chiesa, a pianta basilicale, ha la facciata posta a sud-ovest, in fregio a via Francesco Albani, e il presbiterio a nord-est. Il campanile, di forme slanciate, è posto sul fondo della chiesa, sul lato destro. A sinistra della facciata sorge la canonica. La facciata a capanna, preceduta da una scalinata, è rivestita nella parte superiore da mattoni a vista e nella parte inferiore da lastre di marmo Botticino; nella facciata si aprono tre ingressi, dei quali il centrale è sormontato da un motivo traforato in forma di croce. L'interno è a tre navate divise da pilastri a pianta pentagonale; il presbiterio è illuminato da un tiburio ottagonale. Nel seminterrato sono posti i locali parrocchiali. Arturo Faccioli (a cura di), Le nuove chiese di Milano 1950-1960, Milano, Arcivescovado, Comitato per le nuove chiese, 1962, pp. 94-98, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\MIL\0184068. Elena Pedrali, S. Anna Matrona, in Cecilia De Carli (a cura di), Le nuove chiese della Diocesi di Milano, 1945-1993, Milano, Vita e Pensiero, 1994, p. 153, ISBN 88-343-3666-6. Elisabetta Susani, Cassi Ramelli. L'eclettismo della ragione, Milano, Jaca Book, 2005, p. 280, ISBN 88-16-60339-9. G. Mugnai, La parrocchia di Sant'Anna, in Diocesi di Milano, n. 3, 1961, pp. 141-145. Documentazione 1950-1960, in Fede e Arte, n. 10, 1962, p. 257. A. Coccia, La scultura nelle nuove chiese, in Nuove Chiese, n. 2, 1967, p. 47. A. Mosca, L'ammirevole semplicità di una chiesa, in Nuove Chiese, 1 bis, 1967, pp. 13-19. Chiese di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant’Anna Matrona Chiesa di Sant'Anna Matrona, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Sant'Anna Matrona, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Chiesa di Sant'Anna Matrona, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Pudiga
Pudiga

Il Pudìga (Pudìga in lingua lombarda; chiamato anche Fugone oppure Mussa nel suo tratto milanese) è un torrente che attraversa la città metropolitana di Milano e il Parco delle Groane. È l'ultimo affluente dell'Olona, in cui confluisce alla sua sinistra idrografica. Il Pudiga nasce a Senago, all'interno del Parco delle Groane, dall'unione dei torrenti Cisnara e Lombra. Prosegue poi il suo corso attraversando i comuni di Bollate, dove scorre in gran parte tombinato, e Novate Milanese, dove prosegue nuovamente a cielo aperto: giunto a Milano assume la denominazione di Mussa. A Milano scorre nel sottosuolo di via Espinasse e piazzale Accursio e sotto la circonvallazione filoviaria. Raggiunge infine piazza Carlo Stuparich, dove si immette nel fiume Olona. Il suo percorso a Milano è totalmente tombinato: la copertura (tombinatura) del tratto milanese del Pudiga, già canalizzato all'inizio del XX secolo, è avvenuta tra il 1955 e il 1967. Il suo bacino idrografico, che comprende anche parte del Parco delle Groane, è lungo e stretto. Il regime del torrente è caratterizzato da un flusso costante tutto l'anno, determinato principalmente dall'apporto di alcuni depuratori a monte di Limbiate. Nel tragitto che va da Bollate a Novate Milanese, non essendoci apporti idrici significativi mantiene costante sia il suo flusso che la qualità delle acque. Giunto a Milano, probabilmente per alcuni scarichi abusivi all'altezza di Baranzate, la qualità peggiora. Un tempo riceveva, a partire dal polo industriale della SNIA viscosa a monte di Limbiate, notevoli reflui industriali, caratterizzati da inquinanti quali coloranti, solventi organici, metalli pesanti ecc., che rendevano questo torrente uno dei più inquinati del Nord Italia. Queste testimonianze sono state raccolte tra alcuni cittadini di Senago , i quali affermarono che dagli anni '50 agli anni '80 circa le acque si coloravano ogni giorno di un colore diverso e il fetore emanato era insopportabile. In origine il percorso del Pudiga aveva una lunghezza maggiore: le acque del torrente non sono infatti sempre finite nell'Olona, che è stato deviato verso Milano solo successivamente, dagli antichi Romani. Anticamente il Pudiga percorreva il suo alveo naturale ricevendo da sinistra il torrente Bozzente e lambendo il centro storico di Milano. Garantiva così, insieme al Seveso, le acque necessarie all'approvvigionamento idrico dei milanesi. Dopo aver lambito il lato occidentale del centro storico di Milano il Pudiga proseguiva verso sud seguendo il proprio alveo naturale, corrispondente a quello del moderno colatore Lambro Meridionale, confluendo poi nel Lambro presso Sant'Angelo Lodigiano. In origine, all'altezza del centro abitato di Milano, il Pudiga compiva un'ampia ansa verso est, che lo portava a sfiorare la città all'altezza della moderna piazza Vetra, nei pressi dell'alveo naturale del torrente Nirone, per poi piegare verso meridione seguendo l'alveo del moderno Lambro Meridionale. Originariamente, alla sua sinistra idrografica, il Pudiga, in luogo dell'Olona, riceveva il Bozzente. Il Bozzente in origine aveva infatti un alveo naturale autonomo che lo portava a raccogliere le acque del Lura e del Merlata per poi confluire nel Pudiga. Come già accennato, furono a gli antichi Romani a deviare l'Olona, all'altezza di Lucernate, frazione di Rho, nel letto del Bozzente e quindi poi verso l'alveo del Pudiga. Il tratto milanese dell'Olona corrisponde pertanto agli antichi alvei naturali del Bozzente e del Pudiga. Come destinazione finale del nuovo percorso dell'Olona fu scelto il fossato delle mura romane di Milano, dove riversava le sue acque nel canale Vetra (nome dato dagli antichi Romani al tratto terminale dell'alveo naturale del Nirone) all'altezza della moderna e omonima piazza: per realizzare questo obiettivo, gli antichi Romani prolungarono e allargarono il "canale Vetra" verso la già citata ansa naturale del Pudiga così da raccogliere anche le acque dell'Olona. Il motivo della deviazione dell'Olona verso Milano va ricercata nel fabbisogno d'acqua della popolazione della città, diventata molto numerosa con il passare dei secoli: il modesto regime idrico di Seveso e Pudiga non era infatti più sufficiente a soddisfare le loro necessità. Gli antichi Romani decisero così di deviare il fiume Olona, che scorreva nelle campagne ad ovest di Milano. L'Olona garantiva infatti una quantità d'acqua di gran lunga superiore a quella di Seveso e Pudiga. Il nuovo alveo artificiale dell'Olona fu scavato ex novo solo per un breve tratto: giunti a Rho al torrente Bozzente, i progettisti allargarono il suo letto per poter accogliere una maggior portata d'acqua, quella dell'Olona. L'Olona originariamente proseguiva lungo il suo alveo naturale verso sud attraversando la moderna Settimo Milanese e passando a diversi chilometri da Milano per poi percorrere l'alveo dell'Olona inferiore o meridionale e sfociare nel Po a San Zenone. Con questa deviazione l'Olona cessò di esistere come fiume continuo dalle sorgenti alla foce. L'Olona fu deviato verso Milano anche per un altro motivo: avere un corso d'acqua che costeggiasse interamente la via Severiana Augusta, antica strada romana che congiungeva Mediolanum (la moderna Milano) con il Verbannus Lacus (il Lago Verbano, ovvero il Lago Maggiore). Parte del tracciato della via Severiana Augusta, che venne utilizzato anche nel Medioevo e nei secoli seguenti, fu ripreso da Napoleone Bonaparte per realizzare la strada statale del Sempione. Gli antichi Romani reputarono fondamentale avere una via d'acqua che costeggiasse la via Severiana Augusta per dare un cospicuo incremento ai commerci lungo questa strada, soprattutto considerando il maggiore carico trasportabile sui barconi fluviali rispetto al semplice trasporto terrestre. L'opera di deviazione dell'Olona verso Milano venne realizzata in concomitanza alla costruzione della via Severiana Augusta, ovvero nei primi anni dell'Era volgare, cioè tra la fine dell'era repubblicana e i primi decenni dell'età imperiale romana. All'altezza del sottopasso del Canale Scolmatore di Nord Ovest, vi è una paratia che fa confluire eventuali portate, dal canale scolmatore al torrente Pudiga. Questo è possibile in quanto il torrente Pudiga rimane ad un'altezza inferiore rispetto al canale scolmatore. Fatto curioso in quanto il C.S.N.O fu progettato per raccogliere le acque in eccesso dei torrenti delle groane, ma non del torrente Pudiga in quanto passa ad un piano più basso di quest'ultimo. Autori vari, Di città in città – Insediamenti, strade e vie d'acqua da Milano alla Svizzera lungo la Mediolanum-Verbannus, Soprintendenza Archeologia della Lombardia, 2014. URL consultato il 16 gennaio 2017. Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBN IT\ICCU\RAV\0221175. Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano. Una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBN IT\ICCU\RMR\0096536. Parco delle Groane Merlata Olona Idrografia di Milano Relazione idrologica-idraulica del progetto preliminare della variante di Baranzate dell'autostrada Rho-Monza, su va.minambiente.it.

Palalido (Milano)
Palalido (Milano)

Il Palalido, conosciuto anche con la denominazione sponsorizzata di Allianz Cloud, è un palazzo dello sport della città di Milano. La struttura è polivalente, ed ospita manifestazioni sportive (tra le quali, prima della ristrutturazione, le gare interne dell'Olimpia Milano, quando queste non sono state ospitate nel più capiente Mediolanum Forum), concerti e congressi. Nel febbraio 2011 si pensava venisse intitolato a Cesare Rubini, mitico personaggio della pallacanestro e della pallanuoto milanese e nazionale, l'unico atleta entrato nella Hall of Fame di due diverse discipline a squadre, ma così non è avvenuto. Nel 2010 viene presentato il progetto di ristrutturazione del PalaLido. Nella primavera del 2011 iniziano i lavori di ristrutturazione che avrebbero dovuto avere un contributo dalla sponsorizzazione di Giorgio Armani cambiando nome in "Pala AJ", ma nel gennaio 2016, dopo che il termine dei lavori è slittato più volte, Armani rinuncia e annuncia che l'Olimpia sarebbe rimasta perennemente al Mediolanum Forum. Dopo aver ripreso i lavori per l'ennesima volta nel settembre 2015, si prevedeva di completarli per l'estate del 2016. Dopo le difficoltà dell'impresa aggiudicatrice, che hanno fermato il cantiere per anni, in luglio 2016 il Comune revoca l'appalto e dopo una perizia in novembre affida ad altra ditta che doveva finire i lavori per fine 2017. Ma anche la seconda ditta è in difficoltà e a febbraio 2017 chiede il concordato preventivo. Si affidano i lavori ad una terza ditta dalla fine del 2017. Nel febbraio 2018 si è svolto il bando per i naming rights, il quale è stato aggiudicato dalla società Allianz che darà così il nome al palazzetto di Allianz Cloud per 5 anni. La nuova inaugurazione vi è stata il 21 giugno 2019 con la disputa di alcuni incontri di Volleyball Nations League 2019 alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e del presidente del CONI Giovanni Malagò. Il 16 novembre 2019 l'Allianz Cloud ha ospitato la ventiquattresima edizione della Supercoppa italiana di pallavolo femminile. Dal 2019 al 2022 ha ospitato il torneo di tennis Next Generation ATP Finals. Pallacanestro Olimpia Milano Cesare Rubini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su PalaLido

Casa a tre cilindri
Casa a tre cilindri

La cosiddetta “casa a tre cilindri” è un edificio residenziale in condominio di Milano, sito nel quartiere di San Siro, alla periferia nord-occidentale della città, in via Gavirate al civico 27. Costruita dal 1959 al 1962 su progetto di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti, rappresenta una delle opere più note dei due architetti, soprattutto a causa della sua immagine inconsueta. L'edificio venne commissionato agli architetti Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti da una cooperativa di funzionari statali, che richiesero appartamenti ben illuminati e indipendenti fra loro. I progettisti dovettero anche sottostare alle regole urbanistiche piuttosto restrittive per l'area in questione, inserita in un quartiere giardino di palazzine isolate all'interno di giardini privati, e anche l'irregolarità del lotto rappresentava un ulteriore vincolo; da tutte queste difficoltà maturò l'originale soluzione “a tre cilindri”. La costruzione iniziò nel 1959 e si concluse nel 1962. L’edificio è posto nel centro di un lotto di forma irregolare, posto lungo via Gavirate e piantumato a verde. La pianta consta di tre elementi cilindrici a torre, ognuno di tre piani, disposti a triangolo e collegati da un elemento centrale vetrato, contenente le scale e gli ascensori. Ognuno dei tre elementi circolari contiene un appartamento per piano, per un totale di nove appartamenti, a cui ne va aggiunto un decimo per il custode, posto al piano terreno di uno dei tre cilindri (negli altri due il piano terreno è libero). Alla sommità sono ospitate tre terrazze-giardino. Staticamente i tre cilindri sono sostenuti da una grande colonna centrale, che contiene anche gli impianti tecnici, e che dal primo piano in su si allarga dividendosi in svariati setti murari; l’originale schema statico fu progettato dall’ingegnere Aldo Favini, per lungo tempo collaboratore di Mangiarotti e Morassutti. Lo schema strutturale consentì una progettazione libera degli appartamenti, che si riflette nelle facciate esterne, disegnate con fasce continue in cui le finestrature si alternano a pannelli di legno. A S. Siro, Milano, in Domus, n. 360, Milano, Editoriale Domus, novembre 1959, pp. 1-2, ISSN 0012-5377. La casa “a tre cilindri„ a San Siro, Milano, in Domus, n. 387, Milano, Editoriale Domus, febbraio 1962, pp. 1-10, ISSN 0012-5377. Giulio Barazzetta e Roberto Dulio (a cura di), Bruno Morassutti, Milano, Electa, 2009, pp. 122-127, ISBN 978-88-370-6893-6. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa a tre cilindri Case in via Gavirate, su ordinearchitetti.mi.it. URL consultato l'8 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2015).

San Siro (Milano)
San Siro (Milano)

San Siro (San Sir in dialetto milanese) è un quartiere della periferia occidentale di Milano che ricade nel territorio del settimo Municipio cittadino. Confina a nord con Lampugnano e il QT8, a est con l'ex Fiera e ad ovest con Trenno; il confine meridionale è costituito da via Novara e via Rembrandt. In epoca asburgica borgo rurale facente parte dell'ex comune dei Corpi Santi, dopo l'Unità fu accorpato a Milano con regio decreto 1413/1873. Il quartiere è noto in Italia e all'estero perché in esso si trova lo stadio Giuseppe Meazza, un tempo noto come Stadio San Siro, sede degli incontri interni di Inter e Milan, nonché l'ippodromo di San Siro, struttura dedita alle corse al galoppo dei cavalli. San Siro fino al XIX secolo era un piccolo villaggio agricolo sulle rive del fiume Olona, il cui centro era situato nelle adiacenze dell'attuale piazzale Lotto; oggi non rimane quasi nulla di questo passato: le uniche importanti vestigia sono l'abside dell'antica chiesa di San Siro alla Vepra (affluente dell'Olona), che dette appunto il nome al villaggio e che era stata fondata oltre mille anni fa (il documento più antico noto risale all'anno 880). La chiesa fu probabilmente intitolata a San Siro, primo vescovo di Pavia. Già nel XVII secolo la parte anteriore della chiesa era scomparsa, sostituita da una casa, sulla cui area, ai primi del '900, venne poi costruita la villa tuttora esistente, nel 1944 purtroppo nota come "Villa Triste" e dal 1945 sede dell'Istituto della Congregazione delle Missionarie dell'Immacolata. L'abside dell'antica chiesa è stata dichiarata monumento nazionale nel 1911 ed è visibile nei pressi di via Masaccio. Sul piano urbanistico il quartiere è molto disomogeneo: alterna ampie aree verdi ad altre completamente cementificate, strade di varie categorie, villette a condomini, abitazioni popolari a palazzi e ville di prestigio. La maggior parte delle costruzioni risale all'ultimo mezzo secolo. Particolarmente importante il quartiere popolare di San Siro, soprannominato "quadrilatero", delimitato dalle vie Civitali, Ricciarelli, Dolci, Albertinelli e Paravia, con il suo "centro" in piazzale Selinunte. Ideato negli anni '30 (quando le prime palazzine vennero edificate), è di proprietà di Aler Milano salvo alcuni appartamenti venduti a privati a partire dagli anni '90 del XX Secolo. A San Siro si trovano lo stadio "Giuseppe Meazza", struttura polifunzionale e campo di gioco dei club cittadini Milan e Inter, e gli ippodromi del trotto e del galoppo, oltre a numerose altre strutture ippiche. A fianco dello stadio, fino al 1985 era presente anche il Palasport distrutto a seguito di una nevicata eccezionale. Il 27 maggio 2016 è stato inaugurato il giardino Giacinto Facchetti e Cesare Maldini, dietro lo stadio di San Siro a Milano, in via Tesio. Nel quartiere è presente, in piazzale Segesta, il Lycée Stendhal, scuola francese che accoglie gli alunni dai 3 anni al diploma di scuola superiore. Presenti inoltre due consolati: quello della Romania (in via Gignese) e quello della Federazione Russa (in via Sant'Aquilino). Linea M5: stazioni di San Siro Stadio, San Siro Ippodromo, Piazzale Segesta e Piazzale Lotto Linea M1: stazione di Piazzale Lotto Il quartiere di San Siro è attraversato a est dalla circonvallazione esterna (della 90/91) ed è lambito a ovest da Via Novara, ossia l'asse di penetrazione urbana della Strada Statale 11 Padana Superiore. Nel quartiere sono presenti varie stazioni della metropolitana: le stazioni di San Siro Stadio, San Siro Ippodromo e di Piazzale Segesta, lungo la linea M5 e la stazione di Piazzale Lotto, interscambio tra la stessa linea e la linea M1. Varie linee di autobus, tram e filobus, gestite da ATM, collegano San Siro ai quartieri limitrofi e a tutti gli altri quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Comuni aggregati a Milano Corpi Santi di Milano Stadio Giuseppe Meazza Palasport di San Siro Ippodromo del galoppo di San Siro

Fieramilanocity
Fieramilanocity

Fieramilanocity è la denominazione del polo urbano della Fiera di Milano. Si trova nel quartiere Portello ed è servito dalle stazioni della metropolitana Portello (linea M5), sita in Viale Lodovico Scarampo, Lotto (linea M1 ed M5), sita in Piazzale Lotto, e Amendola (linea M1), sita in Piazza Giovanni Amendola, nonché dalla stazione ferroviaria di Milano Nord Domodossola, ubicata in Via Domodossola. Un tempo unico quartiere fieristico milanese e dotato di 26 padiglioni, ha raggiunto la sua massima estensione nel periodo 1997-2006; oggi è composto da 4 padiglioni, per un totale di 43.000 metri quadrati espositivi lordi coperti, localizzati nel cuore della città ed utilizzati insieme al nuovo polo di Rho-Pero, che ha sostituito il Portello come principale quartiere fieristico milanese. Nata nel 1906 in occasione dell'Esposizione universale e dell'apertura del Traforo del Sempione, la Fiera constava di due zone separate della città: l'attuale zona Fiera e il Parco Sempione. Nei padiglioni della prima trovavano posto tematiche più tecniche e commerciali, mentre nel Parco Sempione si puntava più sull'arte e la scienza. Gli edifici di questa seconda località vennero poi smantellati per far posto al verde comunale. Ancora oggi al Parco Sempione, in via Gadio, ha sede l'Acquario civico, una delle poche strutture che componevano questa sezione della Fiera preservate fino ai giorni nostri. Le due zone, distanti un paio di chilometri e divise da uno scalo merci ferroviario, erano collegate da un trenino elettrico. Lo scalo merci e il trenino d'unione sono stati ambedue smantellati. Nel 1920 si tiene la prima fiera campionaria, in zona Bastioni di Porta Venezia. Nel 1923 l'ente regio Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano sposta in via definitiva l'esposizione nella zona che per decenni verrà conosciuta come Fiera Campionaria, vicino all'attuale stazione della metropolitana di Amendola. Nel 1985 il parco espositivo cambia nome in Fiera d'aprile, ma nel 1991 il calendario raggiunge l'anno solare. Nel settembre 1997 furono aperti nuovi padiglioni, la cui costruzione era iniziata nel 1993, su progetto di Mario Bellini. Sono situati a nord-ovest rispetto a quelli storici, nell'area precedentemente occupata dagli stabilimenti Alfa Romeo del Portello, in serie lungo viale Scarampo e uniti da ponti che oltrepassano le strade. Il complesso è caratterizzato da un grande timpano che si affaccia su piazza Gino Valle, da scale a chiocciola ricoperte da vetrate che si affacciano su viale Scarampo insieme a un giardino pensile di carpini lungo lo stesso viale. Nel 2012 Bellini è stato incaricato di costruire un centro congressi sul lato affacciato all'attuale CityLife con una copertura metallica chiamata dall'architetto "cometa". A partire dal 2005 la Fiera ha spostato la maggior parte delle proprie attività presso il nuovo polo fieristico di Rho-Pero, nelle vicinanze del quale è stato predisposto anche l'Expo 2015, lasciando gli edifici del Portello come ultima zona attiva del polo cittadino. L'area storica è stata abbattuta tra il 2007 e il 2008; il 25 maggio 2008 è stato fatto brillare il padiglione 20. L'area demolita ha lasciato il posto al progetto di riqualificazione urbanistica di CityLife, che prevede la costruzione di tre grattacieli e di un grande parco pubblico. Nel marzo 2020, in occasione della pandemia di COVID-19, Fondazione Fiera Milano, per volere della Regione Lombardia, in collaborazione con il Policlinico di Milano, ha messo a disposizione i padiglioni 1 e 2 del Portello a Fieramilanocity per realizzare una struttura ospedaliera finalizzata ad affrontare l'emergenza della relativa carenza di posti letto nei reparti di rianimazione negli ospedali della Lombardia, per un totale di 25.000 metri quadri di superficie. Nei padiglioni sono stati allestiti 4 moduli ospedalieri, appositamente attrezzati per i malati acuti, e tutti i servizi necessari per il personale medico-ospedaliero, per un totale di 205 posti letto, gestiti dal Policlinico di Milano. Si tratta di un ospedale a tutti gli effetti, in grado di essere operativo a 360 gradi, e non consente solo la degenza dei malati di coronavirus ma è in grado di curare ogni altra patologia correlata. Stazione di Milano Porta Sempione Sito ufficiale, su fieramilano.com. Archivio Storico Ente Fondazione Fiera Milano, su fondazionefieramilano.it. URL consultato il 9 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2009). Archivio fotografico su Flickr, su flickr.com.

Lido di Milano
Lido di Milano

Il Lido di Milano è una grande area attrezzata per attività sportive situata nella parte occidentale della città di Milano, con ingresso da Piazzale Lotto (Municipio 8). Intorno alla metà degli anni venti vi fu il desiderio di costruire in un'ampia area intorno all'ippodromo del galoppo di San Siro una sorta di "città dello sport" con diversi impianti dedicati alla pratica sportiva ma anche allo svago. La società incaricata della costruzione del Lido si chiamò "Società Anonima del Luna Park Lido di Milano", il progetto, a cura dell'ingegneri Cesare Marescotti e Cadario, ma soprattutto dell'Architetto Armando Titta, prevedeva la costruzione di piscine di forme irregolari appositamente create per lo svago e di giochi e attrezzature ludiche. L'inaugurazione della struttura ebbe luogo il 5 luglio 1931 e l'impianto iniziale consistette di due vasche separate da un molo finto con degli scogli e un ponticello, finti pontili e attracchi e lampioni in stile veneziano, nel padiglione centrale vi era un ristorante con una pista da ballo. La formula ebbe però scarso successo e nel 1936 l'impianto fu acquistato dal comune di Milano che diede alla struttura un indirizzo più sportivo eliminando gli elementi "frivoli" e trasformando alcune aree in attrezzature sportive, furono aumentati i campi da tennis, eliminate le barchette, costruiti i campi da bocce e la pista di pattinaggio. La svolta ebbe successo, tra la fine degli anni trenta e l'inizio del decennio successivo il Lido era uno dei luoghi più frequentati dai milanesi. Attualmente al Lido sono presenti: 4 campi da tennis in materiale sintetico, illuminati, di cui 3 con copertura invernale 1 muro di allenamento per il tennis 2 campi sintetici di calcio a 5 1 pista coperta di pattinaggio (al momento non in uso) 1 campo di minigolf 1 piscina scoperta di circa 8.000 m²; profonda dai 0,20 ai 2,7 m non più presente 1 piscina scoperta di 50x25 profonda dai 0,20 ai 2,50 m, al suo posto 1 campo da beach volley Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lido di Milano Pagina dedicata del sito del Comune, su comune.milano.it. Milanosport, su milanosport.it.

Corpi Santi di Milano
Corpi Santi di Milano

I Corpi Santi di Milano (Corp Sant in dialetto milanese) sono stati un comune istituito nel 1782 comprendente le cascine e i borghi agricoli che si trovavano attorno alla città di Milano, appena oltre le mura spagnole del capoluogo lombardo. Corpi Santi è infatti la denominazione con cui si indicava, fino al XIX secolo circa, la fascia di territorio del suburbio extramurale della maggior parte delle città lombarde e piemontesi. Nei territori soggetti agli Asburgo d'Austria, tra cui ci fu Milano, la riforma generale dello Stato del 1755 ne modificò la denominazione in Comuni rurali, ma il vecchio nome rimase nell'uso comune. Uniti in un primo tempo a Milano nel 1808 durante il periodo del Regno d'Italia, ma repentinamente ripristinati nel 1816 con il ritorno degli austriaci, vennero definitivamente annessi alla città nel 1873. Il nome dei Corpi Santi è da legarsi alla legislazione sanitaria austriaca che impose di spostare i cimiteri fuori dalle mura spagnole del capoluogo lombardo: la dizione di corpi santi è infatti un altro modo di chiamare i fuochi fatui, ossia le piccole fiammelle che possono sprigionarsi dalle tombe. Una leggenda popolare lega invece il nome dei Corpi Santi di Milano alla presenza delle salme dei tre Re Magi al di fuori delle mura spagnole della città. Il carro che portava le sacre reliquie si fermò inspiegabilmente in questo luogo, senza che gli uomini del santo convoglio riuscissero ad andare avanti: le ruote erano diventate pesanti come macigni, e buoi e cavalli non la vincevano. Così il vescovo dovette abbandonare l'idea di avere i tre santi corpi nella basilica di Santa Tecla, la più importante della città prima della costruzione del Duomo di Milano, facendo edificare un nuovo luogo di culto fuori le mura cittadine, la basilica di Sant'Eustorgio, per ivi deporli. Lo scorporo dei Corpi Santi dalla città di Milano fu previsto in origine dal comparto territoriale del Ducato di Milano emanato dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria il 10 giugno 1757, ma il governo austriaco preferì sospendere l'applicazione del provvedimento per la ferma opposizione della Congregazione del patrimonio, ossia il consiglio provinciale dell'epoca che era dominato dai rappresentanti cittadini. Il comune dei Corpi Santi venne quindi istituito da suo figlio, l'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, con reale dispaccio del 21 luglio 1781, con il quale il nuovo sovrano decise di concedere meno spazio alle opposizioni conservatrici che avevano contrastato il programma illuminista di sua madre. Il nuovo municipio venne attivato col capodanno del 1782, quando entrarono in carica i deputati (ossia i consiglieri comunali), il cancelliere (il segretario comunale), il sindaco, l'esattore e sei consoli, uno per ciascuna delle sei partizioni, corrispondenti ai sei sestieri di Milano, che erano legati ad altrettante porte cittadine, in cui il nuovo comune fu articolato ai fini della riscossione fiscale sulle merci in entrata verso la città. La superficie dei Corpi Santi di Milano ammontava a 66,35 km². Si trattava di una vasta area che circondava la città per un raggio molto variabile, da un minimo di 3 km a un massimo di 7 km. Il comune dei Corpi Santi era una zona prettamente agricola alle porte della città, ricca di campi e soprattutto di orti che producevano prodotti deperibili e costosi, che per essere commercializzati con la città necessitavano di brevi distanze dal luogo di produzione al mercato cittadino. L'orticoltura era favorita dalla presenza di corsi d'acqua e dalla facilità di commercializzazione sia con la vicina città, ma anche con la provincia, rispetto alla quale non erano previsti dazi doganali a cui erano invece sottoposte le merci transitanti per le porte cittadine di Milano. Il territorio agreste di quest'area era molto fertile e ricco di risorgive, oltre che di corsi d'acqua come i Navigli e i fiumi Olona, Lambro e Seveso. Grazie alla presenza di questi corsi d'acqua, i mulini erano numerosi e sorgevano un po' ovunque nel contado. Dopo soli tre lustri però, l'arrivo delle armate rivoluzionarie francesi aprì un processo inverso. Il nuovo parlamento repubblicano deliberò il 2 nevoso dell'anno anno VI la riannessione dei Corpi Santi a Milano con il nome di circondario esterno, ma anche questa volta il testo legislativo non trovò applicazione per i timori del governo cisalpino, che non volle scontrarsi con l'opposizione dei rappresentanti extramurari. Evoluta poi la situazione in senso monarchico il nuovo organo legislativo, il Consiglio di Stato, tornò a proporre, su sollecitazione del consiglio comunale di Milano, un decreto per la soppressione dei Corpi Santi, ma tale disegno di legge del 4 febbraio 1806 non trovò sanzione da parte del viceré, che ancora auspicava un consenso più ampio. La svolta avvenne quindi nell'ambito di un contesto più generale, quando Napoleone il 14 luglio 1807 emanò un decreto volto alla riduzione dei comuni del regno onde sortire risparmi nei costi di gestione. Fu così che il 9 febbraio 1808 fu promulgato il decreto che annetteva a Milano non solo i Corpi Santi, ma tutti i 35 comuni del circondario esterno posti nel raggio di 4 miglia dai bastioni, ossia entro le 5 miglia dalla piazza del Duomo: Affori, Bicocca, Boldinasco, Casa Nova, Chiaravalle, i Corpi Santi, Crescenzago, Dergano, Garegnano Marcido, Gorla, Grancino, Lambrate, Lampugnano, Linate superiore ed inferiore, Lorenteggio, Macconago, Morsenchio, Musocco, Niguarda, Nosedo, Poasco, Precentenaro, Precotto, Quarto Cagnino, Quinto Sole, Redecesio, Ronchetto, San Gregorio Vecchio, Segnano, Sella Nuova, Trenno, Turro, Vajano, Vigentino, Villapizzone. Tuttavia con il ritorno degli Austriaci tornarono immediatamente autonomi, e il comune di Milano tornò a coincidere con la cerchia dei Bastioni con notificazione del 12 febbraio 1816. La restaurazione del Comune dei Corpi Santi operata dagli austriaci fu anch'essa il frutto di un disegno politico generale. L'assetto amministrativo voluto dai ritornati governanti asburgici si ispirava su quello giuseppino che, in ambito municipale, si basava sui comuni censuari dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria. Questi ultimi nel Settecento erano risultati un'innovazione illuministica, ma dopo Napoleone sortirono un effetto reazionario che annullò la legislazione dell'imperatore francese. La notificazione del 12 febbraio 1816 ripristinò dunque tutti i vecchi comuni della Lombardia, e con esso quello dei Corpi Santi, a decorrere dal successivo 1º maggio. Nel 1821 si tennero le prime elezioni per il consiglio comunale, che l'anno successivo fu dotato dei poteri dei maggiori borghi del regno potendo assumere degli impiegati. Con l'unificazione italiana il comune fu dotato di un proprio sindaco con sei assessori, conservando il suo consiglio di trenta membri. Subito dopo vennero avanzate le prime proposte ufficiali di annessione al capoluogo lombardo, ma non si giunse a risultati concreti per l'opposizione dei Corpi Santi, fino a che non venne fatta una richiesta ufficiale del consiglio comunale di Milano al governo Lanza, che l'approvò con Regio decreto 8 giugno 1873, n. 1413. Il comune dei Corpi Santi si articolava ai fini censuari su sei sestieri corrispondenti alle porte di Milano attraverso le quali le merci dovevano pagare i dazi; fin dai tempi dell'arcivescovo Carlo Borromeo, ciascuno di questi sestieri, raggruppava sotto di sé le undici parrocchie extramurarie di Milano. Porta Orientale con Porta Tosa: Parrocchia di Santa Francesca Romana Parrocchia di Calvairate Parrocchia di Monluè Porta Romana con Porta Vigentina Parrocchia di San Rocco Porta Ticinese con Porta Lodovica Parrocchia di San Gottardo al Corso Parrocchia della Barona Parrocchia di Gratosoglio Parrocchia di Ronchetto delle Rane Porta Vercellina con Portello del Castello Parrocchia di San Pietro in Sala Porta Comasina con Porta Tenaglia Parrocchia della Santissima Trinità Parrocchia di Santa Maria alla Fontana Porta Nuova A queste porte andavano poi aggiunti i due varchi posti a controllo delle acque, ossia: il Tombone di San Marco, posto lungo il Naviglio della Martesana il Tombone di via Arena, posto a nord della Darsena Il comune dei Corpi Santi era esente da dazio, pertanto tutto ciò che ne proveniva costava meno. Dopo l'arrivo dei Savoia il comune fu articolato su due mandamenti concentrici che divennero il 7º e l'8º di Milano. Una volta che il comune venne inglobato a Milano, essi furono divisi in otto parti. I villaggi e borghi agricoli che componevano i Corpi Santi, una volta aggregati alla città divennero altrettanti quartieri. È il caso di San Siro, Barona, Gratosoglio, Ghisolfa, Bovisa, Calvairate, Tre Ronchetti, Monluè, ed altri. Le cascine, invece, una volta inglobate a Milano divennero parrocchie, scuole o edifici comunali. Spesso esse diedero il nome alle vie urbane o ai quartieri che vi si stavano formando appresso. Nel caso della Cascina Taliedo questa diede il nome, oltre che all'omonimo quartiere, anche al primo aeroporto di Milano, il campo di aviazione di Taliedo. 1805: abitanti 13.572; densità 204,5 ab./km² 1808: abitanti 17.357 (Milano nel 1805 ne aveva 115.290); densità 261,6 ab./km² 1817: abitanti 17.833; densità 268,8 ab./km² 1836: abitanti 25.768 (Milano ne aveva 156.617); densità 388,4 ab./km² 1853: abitanti 36.227; densità 546 ab./km² 1855: abitanti 38.424; densità 579,1 ab./km² 1859: abitanti 41.519; densità 625,8 ab./km² 1861: abitanti 48.359 (Milano ne aveva 196.109); densità 728,8 ab./km² 1871: abitanti 62.976 (Milano ne aveva 199.009); densità 949,1 ab./km² Tra il 1862 ed il 1863 il comune dei Corpi Santi ebbe anche un giornale: il Suburbano. Nel comune erano presenti undici asili, ventotto scuole elementari ed una Guardia nazionale italiana composta da una legione di due battaglioni. La zona del comune dei Corpi Santi era ricca di luoghi di culto come quella di San Siro, che sorgeva nel luogo in cui oggi sono situati l'omonimo quartiere, l'ippodromo di San Siro e lo stadio Giuseppe Meazza. Oratorio di San Carlo alla Corba Chiesa di San Fermo e Rustico Chiesa di San Gaetano alla Bolla Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo al Molinazzo Chiesa di San Giovanni Battista alla Cagnola Chiesa di Santa Maria Ara Coeli alla Bovisa Chiesa di Santa Maria Assunta alla Moja Chiesa di Santa Maria di Calvairate Chiesa di Santa Maria di Loreto Chiesa di Santa Maria di Morivione Chiesa di San Rocco Chiesa di San Rocco al Gentilino Chiesa di San Rocco alla Lupetta Chiesa di San Siro alla Vepra Giorgio Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città, e della campagna di Milano, ne' secoli bassi, Volume 7, Milano, Francesco Colombo Librajo, 1857. Comuni aggregati a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Corpi Santi di Milano L'annessione dei Corpi Santi e la nascita della grande Milano, su storiadimilano.it. Comune dei Corpi Santi 1782-1797, su lombardiabeniculturali.it. Comune dei Corpi Santi 1798-1808, su lombardiabeniculturali.it. Comune dei Corpi Santi 1816-1859, su lombardiabeniculturali.it. Comune dei Corpi Santi 1859-1873, su lombardiabeniculturali.it. Cartina di Milano all'annessione dei Corpi Santi nel 1873 (JPG), su storiadimilano.it.