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Castelcerino

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CastelcerinoCartello
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Castelcerino è una località in provincia di Verona che fa parte del Comune di Soave. Si trova a circa 7 km da Soave e si raggiunge agevolmente grazie alla strada provinciale 58. Il paese, per la sua posizione sullo spartiacque tra la Val Tramigna e la Val d’Alpone, è ben visibile anche da lontano. Come giurisdizione ecclesiastica il paese appartiene alla Diocesi di Verona ed è sede della parrocchia di Santa Maria Maddalena. Il toponimo Castelcerino deriva dal latino Castrum Ecerin (come già documentato nel 1263), dunque castello di Icerino. Quest’ultimo nome potrebbe essere ricollegato alle figure di Ezzelino II detto il Monaco e di Ezzelino III da Romano. Per qualche tempo sembra che il paese sia stato chiamato Castalberto, come presente sull’epigrafe sotto la loggia del palazzo di giustizia a Soave . Le prime tracce storiche riguardanti Castelcerino si ricollegano alla presenza di due conventi, citati come esistenti in un documento del 1219. Come già visto parlando del toponimo, al paese sarebbe legata la figura di Ezzelino III da Romano. Fu un “castrum” conquistato per azioni belliche (in Val d’Alpone agì per togliere il dominio ai Malacapella) oppure era proprietà di famiglia già ai tempi di suo padre, cioè Ezzelino II detto il Monaco, Podestà di Verona? A questa domanda non abbiamo ancora risposta, anche se i documenti dichiarano come Cunizza da Romano, sorella di Ezzelino III, lasciò per testamento castelli e ville del veronese ai nipoti Alberti, che, lasciata la Toscana, vennero a Verona, appoggiando i ghibellini e instaurando buoni rapporti con gli Scaligeri. Il fatto che, per un periodo, il paese si fosse chiamato Castalberto, potrebbe essere d’appoggio a questa ipotesi . Tra Quattrocento e Cinquecento Castelcerino si ritrovò ad essere testimone di azioni di guerra. Prima con Niccolò Piccinino, condottiero alla testa dell’esercito visconteo in lotta contro la Serenissima per strapparle il veronese, poi durante la guerra tra Venezia e la Lega di Cambrai. In quest’ultima occasione, secondo le cronache del Zagata, Castelcerino fu incendiata da M. Antonio Colonna . Qualche secolo dopo, il 30 aprile 1809, insieme alla vicina Fittà, fu sede di aspri combattimenti corpo a corpo tra Francesi ed Austriaci. I primi occuparono Castelcerino, ma, alla fine vinsero i soldati di Casa Asburgo grazie alla discesa di truppe da Tregnago verso la Val Tramigna . La prima chiesa, dedicata a Santa Maria Maddalena, fu eretta in parrocchia verso la metà del XVI secolo. Successivamente ne fu edificata un’altra, dedicata ai Santi Nicolò e Alberto, mentre l’attuale, nuovamente dedicata a Santa Maria Maddalena, risale al XIX secolo . Da segnalare la sagra di Santa Maria Maddalena, che si svolge nella domenica antecedente, coincidente o successiva alla festa liturgica dedicata alla santa (22 luglio). Maria Steccanella, "Soave”, con appendice “Il Soave” a cura di Lamberto Paronetto, Edizioni di “Vita Veronese”, n. 71, 1973. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castelcerino Campane del campanile della chiesa parrocchiale di Castelcerino, su youtube.com.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Castelcerino (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Castelcerino
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Chiesa dei Santi Vittore e Corona (Colognola ai Colli)
Chiesa dei Santi Vittore e Corona (Colognola ai Colli)

La chiesa dei Santi Vittore e Corona è la parrocchiale di San Vittore, frazione del comune sparso di Colognola ai Colli, in provincia di Verona. Fa parte dell'unità pastorale di Soave-Monteforte del vicariato dell'Est Veronese nella diocesi di Verona. La prima cappella nella località di San Vittore con dedicazione ai santi Vittore e Corona fu costruita a partire dal X secolo. Un atto scritto risalente al 1350 testimonia che il piccolo luogo di culto in quel periodo rientrava tra le disponibilità dei monaci cluniacensi del monastero maschile di San Gabriele di Cremona. La chiesa, costruita su uno sperone roccioso, è ben visibile all'interno della Val Tramigna. Nella visita pastorale del vescovo Ermolao Barbaro il Vecchio viene descritta una chiesa dipendente dalla chiesa parrocchiale di Monte di Colognola. I rapporti con la chiesa madre non furono mai buoni e, nel 1921, il vescovo Bartolomeo Bacilieri eresse la parrocchia di San Vittore. Nel 1927 iniziarono i lavori per la chiesa recente, inaugurata il 7 settembre 1930 da Giuseppe Manzini, un edificio molto più grande rispetto al precedente con pianta cruciforme, di cui è ancora visibile l'abside sul lato orientale. L'orientamento venne modificato da ovest-est a nord-sud, in modo che si potesse sia affacciare sulla piccola piazza sia mantenere il presbiterio preesistente per utilizzarlo fino al termine dei lavori. Poiché la chiesa precedente era collocata sul colmo dello sperone roccioso fu necessario erigere un imponente contrafforte sotto l'abside del nuovo edificio.. La facciata, rivolta a sud, a doppio ordine di lesene ioniche, con fronte triangolare, presenta quattro nicchie, rimaste vuote, mentre una monofora, al centro, è simmetrica al portale sottostante. Forse il modello di tale prospetto è quello della San Paolo in Campo Marzio a Verona. L’interno, a navata unica e copertura a botte, presenta quattro altari sulle pareti laterali, di cui i due più vicini provengono dalla chiesa sconsacrata di Santa Maria Maddalena di Dossobuono. Quello dedicato al Sacro Cuore è della prima metà del Settecento, mentre quello dedicato a Santa Teresa del Bambino Gesù, il primo a destra, è della seconda metà del Settecento, ma presenta la data del 1950, anno in cui fu ricollocato. Il secondo altare a sinistra, dedicato alla Madonna Addolorata, in marmi policromi, è del 1660, è contiene una Pietà in gesso dipinto e legno della seconda metà dell’Ottocento. Il secondo altare a destra, dedicato alla Madonna del Rosario, risale al 1700. L’altare maggiore presenta un paliotto della prima metà del Settecento. Interessante è la presenza, sulle alte pareti, di otto tele, quasi tutte in deposito temporaneo (alcune dal 1939) dal Museo di Castelvecchio di Verona e provenienti per buona parte da chiese veronesi soppresse. La Madonna in gloria e santi (prima cappella a sinistra), opera giovanile di Bernardino India, proviene dalla chiesa di San Donato alla Colomba ed è databile al settimo decennio del Cinquecento. Dello stesso autore, ma opera della maturità, è l'Annunciazione (lato destro, prima dell’abside), datata 1575, a suo tempo in San Domenico dell’Acquatraversa. La Pentecoste, parete sinistra prima dell’abside, proviene dalla chiesa dello Spirito Santo ed è attribuita a Francesco Badile, opera che ricalca i modi manieristici della metà del Cinquecento. Nella chiesa sono poi presenti tre dipinti di Sante Creara: l’Incoronazione della Vergine con santi (nel presbiterio, a sinistra, dalla chiesa di Santa Caterina da Siena, datata tra fine Cinquecento e inizio Seicento; Madonna Assunta e santi (presbiterio, a destra), dalla chiesa di Santa Margherita, con gestualità già barocca, è del primo Seicento; lAnnunciazione, nella chiesa di Santa Maria del Giglio, poi in Sant'Orsola, è arrivata nel 1979, sempre databile al primo Seicento. Il dipinto nell'abside, Quattro santi in adorazione della Croce, sorretta da Sant'Elena è opera tarda di Anselmo Canera, in origine nella chiesa di Santa Croce di Cittadella. Vicina all’entrata, a destra, è posta la tela di Pasquale Ottino, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, che, affine stilisticamente al San Gioacchino e San Giuseppe della cappella Pellegrini, è databile ai primi anni del terzo decennio del Seicento. La torre campanaria è antecedente alla chiesa attuale, essendo stato costruito nel 1911 in stile neo-romanico. Staccata dal corpo principale, mostra una struttura robusta, in pietra a vista chiara con inserimenti orizzontali in laterizio rosso. La cella campanaria, aperta con monofore, ospita 10 campane montate alla veronese, suonabili anche manualmente per la presenza del doppio sistema. Questi i dati del concerto: 1 – REb3 - diametro 1270 mm - peso 1121 kg - Fusa nel 1925 da Cavadini di Verona 2 – MIb3 - diametro 1135 mm - peso 775 kg - Fusa nel 1911 da Cavadini di Verona 3 – FA3 - diametro 1015 mm - peso 559 kg - Fusa nel 1911 da Cavadini di Verona 4 - SOLb3 - diametro 950 mm - peso 457 kg - Fusa nel 1911 da Cavadini di Verona 5 - LAb3 - diametro 840 mm - peso 321 kg - Fusa nel 1911 da Cavadini di Verona 6 - SIb3 - diametro 750 mm - peso 232 kg - Fusa nel 1923 da Cavadini di Verona 7 – DO4 - diametro 688 mm - peso 205 kg - Fusa nel 2003 da De Poli di Vittorio Veneto 8 – REb4 - diametro 663 mm - peso 176 kg - Fusa nel 2003 da De Poli di Vittorio Veneto 9 – MIb4 - diametro 600 mm - peso 135 kg - Fusa nel 2003 da De Poli di Vittorio Veneto 10 - FA4 - diametro 536 mm - peso 89 kg - Fusa nel 2003 da De Poli di Vittorio Veneto. Angelo Chiarello (a cura di), Le visite pastorali di P. A. Mutti (1842-46) e di B. De Riccabona (1858) nella Diocesi di Verona, Roma; Vicenza, Edizioni di storia e letteratura; Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa, 1977, SBN IT\ICCU\VEA\0044149. Giuseppe Franco Viviani (a cura di), Chiese nel veronese, Verona, Vago di Lavagno, Società Cattolica di Assicurazione - La Grafica Editrice, 2004. Congregazione cluniacense Colognola ai Colli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Vittore e Corona Chiesa dei Santi Vittore e Corona - San Vittore, Colognola ai Colli, su BeWeb. URL consultato il 19 aprile 2020. Colognola ai Colli , su pedemontanaveronese.it. URL consultato il 20 aprile 2020.

Santuario di Santa Maria della Bassanella
Santuario di Santa Maria della Bassanella

Il santuario di Santa Maria della Bassanella è un santuario mariano risalente all'XI secolo che sorge a Soave, eretta nel Borgo Bassano, da cui prende il nome. Il tempio venne consacrato nel 1098 ed è legato ad un'apparizione mariana avvenuta nella Valle Ponsara, luogo dove sarebbe stata rinvenuta la statua della Vergine col Bambino venerata nel santuario. La chiesa era soggetta prima ai Benedettini del monastero dei santi Nazaro e Celso di Verona e poi agli Olivetani di Santa Giustina di Padova; alla caduta della Repubblica di Venezia (1797), la giurisdizione della chiesa passò al Vescovo di Verona. Nell'Ottocento l'ingegnere Zanella trasformò la chiesa rinnovandola stilisticamente e portando la facciata da ovest a nord, di fronte ad una piazza con panorama sulla bassa Val Tramigna. All'interno della chiesa abbiamo affreschi pregevoli (XIV secolo) raffiguranti San Benedetto e Santa Scolastica (segno della giurisdizione benedettina) ma anche altri santi tra cui San Cristoforo, soggetto tipico dell'iconografia della Val Tramigna in quanto legato all'acqua, e il patrono di Soave, San Lorenzo. Nel XX secolo il pittore soavese Mattielli decorò con tele ed affreschi l'interno della piccola chiesa. Ogni anno, dal 15 agosto, viene organizzato un Ottavario in onore della Madonna che vede, tra le varie celebrazioni, una fiaccolata fino al luogo dell'apparizione, in Valle Ponsara; sul percorso santuario – Ponsara sono state erette le 15 stazioni della Via Crucis (stele in pietra con bassorilievi) in occasione del IX centenario (1998). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario di Santa Maria della Bassanella Santuario di Santa Maria della Bassanella, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Chiesa di San Giorgio (Cazzano di Tramigna)
Chiesa di San Giorgio (Cazzano di Tramigna)

La chiesa di San Giorgio è la parrocchiale di Cazzano di Tramigna, in provincia e diocesi di Verona; fa parte del vicariato dell'Est Veronese. È situata nel centro del paese, in piazza Giacomo Matteotti ed è dedicata a san Giorgio martire, patrono del paese. L'edificio fu costruito nell'ultimo ventennio del XIX secolo, al posto di uno precedente che esisteva già nel XIV secolo. Venne realizzato su disegno dell'architetto don Angelo Gottardi, in stile neoromanico – neogotico, e fu consacrato il 29 settembre 1906 dal cardinale Bartolomeo Bacilieri, vescovo di Verona. La facciata è divisa in tre campi da finte lesene a tutta altezza, in funzione puramente decorativa. Nel campo centrale si trovano il portale e al di sopra una grande bifora con una vetrata raffigurante una Annunciazione. Nella lunetta un dipinto di Bolla ha sostituito quello precedente che raffigurava pure la Lotta di san Giorgio con il drago. L'interno è ad una sola navata con quattro cappelle laterali. In un locale si conservano tracce di affreschi dalla chiesa precedente. L'altare maggiore e il fonte battesimale, ottagonale e in marmo rosso, risalgono al Quattrocento. Un piccolo tabernacolo in tufo con Angeli adoranti ed i santi Giorgio e Bartolomeo (gli attuali santi patroni di Cazzano ed Illasi) è murato nell'attuale battistero . Nell'attiguo oratorio (ora utilizzato come cappella feriale) è presente una pala d'altare di G. Ceffis raffigurante la Madonna tra i santi Domenico e Carlo Borromeo. Dopo quattro anni di lavori di consolidamento e ristrutturazione, la chiesa parrocchiale è stata riaperta al culto il 20 dicembre 2008. L'attuale torre campanaria sostituisce quella precedente, innalzata intorno al 1792 e ultimata intorno al 1840. Questo campanile sostituiva a sua volta una torre crollata intorno al 1786. Nel 1891 il terremoto che ebbe come epicentro la Val d'Illasi danneggiò la cuspide del campanile, che fu per demolita ma non subito ricostruita. La cuspide riedificata venne danneggiata il 5 marzo 1960 da un fulmine, danneggiando irrimediabilmente l'intera struttura. Alcuni calcinacci caddero anche sulla chiesa, mentre al suo interno all'incirca duecento persone stavano pregando. Il parroco di allora, don Oreste Poli, decise di far costruire una nuova torre, l'attuale, affidando il progetto all'architetto Gelindo Giacomello. Il campanile fu benedetto il 13 agosto 1961 dal Vescovo di Verona mons. Giuseppe Carraro. Una lapide, con epigrafe in latino predisposta dalla prof. Maria Steccanella e oggi collocata tra l'interno della chiesa e la porta esterna del campanile, ricorda quanto successo e la fede della comunità cazzanese per riavere il proprio campanile. Dai documenti del passato risulta che nel Seicento il campanile della chiesa di S. Giorgio era dotato di due campane: la maggiore fusa nel 1608 da Bartolomeo Pisenti di Verona e la minore da Paolo Levi nel 1673 (forse fusa ad Illasi nella chiesa di S. Andrea, poi di S. Rocco, oggi Giardino musicale). Queste campane furono installate anche nel campanile sorto nel 1782, ma nel 1805 una delle due si ruppe, originando una problematica tra la comunità di Cazzano e il collegio plebano: i chierici dovevano contribuire alle spese di rifacimento della campana danneggiata e partecipare alla spesa di una terza campana oppure lasciare la situazione com'era? Non si sa come finì la questione salvo il fatto che nel 1840 vengono fuse cinque campane in Mi3 dal fonditore Francesco Cavadini. Di questo concerto di campane sappiamo che nel 1920 fu sostituita o rifusa la campana più piccola, mentre, nel 1932, sarà l'intero concerto ad essere rifuso per costituirne uno nuovo di cinque campane in Mi bemolle 3, opera della fonderia di Ettore Cavadini. Dai documenti risulta che il parroco, mons. Giuseppe Marchesini, dichiari come il nuovo insieme di campane possa soddisfare le esigenze del culto (si parla di concerto omogeneo), ma anche aiutare nel bisogno campanilistico di essere alla pari o primeggiare nei confronti delle parrocchie vicine. Il concerto di Ettore Cavadini del 1932 è ancora quello oggi presente sul campanile, anche se nel tempo si è aggiunta una campana, fusa nel 1961 dalla fonderia di Luigi II Cavadini, che ricorda la vicenda del fulmine e lo scampato pericolo. Il concerto è a doppio sistema, con motori ed elettrobattenti installati per tutte le campane ma con la possibilità di suonare manualmente alla veronese. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giorgio Scheda sul sito ufficiale del comune, su comune.cazzanoditramigna.vr.it. Video delle campane della chiesa parrocchiale di S. Giorgio in Cazzano di Tramigna suonate alla veronese, su youtube.com.